Categoria: Istituzioni e Riforme

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Il Mestiere delle nuove Province nell’analisi di Nicola Melideo

Pubblichiamo il testo dell’analisi elaborata dal Nicola Melideo per l’Accademia per l’Autonomia, nel quale si analizza il nuovo Ente di Area Vasta, con una particolare attenzione alle funzioni legate al servizio di Assistenza tencica ai Comuni. “Quali opzioni per il futuro delle nuove Province“, “Una rifondazione tecnico-professionale”
“Un nuovo modo di intendere il servizio di AT”  sono alcuni dei capitoli su cui si concentra la riflessione, che riportiamo in allegato.

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Attuazione Legge Delrio “Le previsioni in materia di trasferimento di risorse e personale: una disamina dei disegni di legge regionali”

In questa analisi attraverso i testi delle Leggi regionali di riordino delle funzioni delle Province e delle Città metropolitane, la Prof.ssa Giovanna Perniciaro evidenzia come “il pericolo è che il percorso garantista nei confronti del personale, ma anche dei servizi al cittadino, che i provvedimenti statali (la legge n. 56/2014 e la legge n. 190/2014) hanno tracciato, trovi un forte ostacolo nella assenza di risorse. E, sotto questo punto di vista – conclude la Prof.ssa nel suo intervento, che pubblichiamo in allegato –  i disegni di legge regionali certamente non fanno molti sforzi”

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La Provincia di Potenza invitata dalle Nazioni Unite (senza spese per l’ente e per l’Italia) alla 3° Conferenza Mondiale sulla riduzione del rischio dei disastri

La Provincia di Potenza, partecipa alla 3^ Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulla Riduzione del Rischio di Disastri che si terrà a Sendai, (Giappone), in virtù del riconosciuto ruolo di guida e capofila del sistema delle autonomie locali nelle politiche della Resilienza territoriale ed urbana e della prevenzione dei rischi, così come riconosciuto, lo scorso mese di Gennaio, dallo Speciale Rappresentante del Segretario Generale dell’ONU, Margareta Wahlström.

Invitato dalle Nazioni Unite, Il Presidente dell’Upi di Basilicata e della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi, che sarà relatore ufficiale in due sessioni della Conferenza Internazionale.

L’ente lucano rappresenterà il risultato del lavoro condotto nei mesi scorsi con il coinvolgimento dei vari gruppi sociali e di interesse delle m100 comunità locali della Provincia.

Le proposte ed i suggerimenti forniti dai gruppi rappresentativi di genere, generazioni, migranti, disabili, categorie professionali e del volontariato saranno oggetto di specifiche discussioni nell’ambito dei lavori della Conferenza.

Un dialogo attivo sotto forma di piattaforme di condivisione delle informazioni e scambi coordinati tra rappresentanti nazionali e locali di governo, sono stati infatti la carta vincente che l’ente di Area vasta, nella sua dinamica di coordinamento delle politiche territoriali, insieme ai sindaci ha messo in campo con il Piano Strutturale Provinciale, anticipando di fatto quella che sarebbe stata la riforma dell’Ente locale.

A guidare il processo, il Dirigente dell’Ufficio Pianificazione della Provincia di Potenza, Alessandro Attolico, che a sua volta coordinerà i lavori del workshop preparatorio del giorno 13, alla vigilia della manifestazione di apertura e susseguentemente di quelli previsti il 15 e 16 e 17 sempre nella Convention di Sendai e che, in particolare, è invitato a relazionare nel corso di una specifica riunione di coordinamento dei Role Model e Champions dell’ONU ed a coordinare un Public Event sul processo che ha portato la Provincia di Potenza al riconoscimento di modello mondiale per la resilienza inclusiva e la sicurezza territoriale.

 

Un dialogo aperto quello tra attori pubblici e privati, in programma a Sendai, che consentirà l’identificazione delle necessarie azioni congiunte.

Lo scambio di idee e di esperienze, sia a livello nazionale che locale, è stata dunque la scelta fatta dalla Provincia di Potenza che può anche contribuire allo sviluppo di normative e di politiche su larga scala capaci incentivare investimenti sensibili ai rischi.

Altra questione che sarà trattata invece è l’urbanistica e la gestione del territorio che sono al centro della Resilienza urbana. La pianificazione urbana e la gestione del territorio, possono contribuire ad allineare la visione di crescita futura con l’idea di sviluppo sostenibile a lungo termine, in modo che i nuovi rischi siano ridotti al minimo. Gestire l’esposizione dello sviluppo urbano ai rischi rimarrà uno dei fattori chiave. La pianificazione urbana e la gestione del territorio sono processi politici che devono coinvolgere diversi attori per garantire equità nell’accesso alle opportunità e ai servizi urbani, compresa la responsabilizzazione dei cittadini e la partecipazione attiva dei gruppi sociali più vulnerabili.

 

 

La partecipazione alla Conferenza mondiale dei rappresentanti la Provincia di Potenza è stata finanziata da Unisdr e progetti europei Re Mida e Renergy senza alcun esborso per il bilancio dell’Ente.

Riforma Cal: la proposta del Presidente della Provincia di Udine, Fontanini

Il Cal, il Consiglio delle autonomie locali istituito dalla legge 1/2006, si appresta a una rivoluzione radicale. Domani pomeriggio (6 marzo) alle 15, la prima commissione del Cal è chiamata, infatti, ad approfondire lo schema di disegno di legge riguardante la “Disciplina del Consiglio delle autonomie locali del Friuli Venezia Giulia”, approvato in via preliminare dalla Giunta regionale lo scorso 27 febbraio. “Una trasformazione con tempi troppo accelerati rispetto all’entrata in vigore e in funzione delle Uti e che apporta modifiche sostanziali all’organismo stesso e ribadisce il disegno di una regione egemone che non riconosce il ruolo delle autonomie locali, limitandone gli spazi di espressione e di autonomia” critica il presidente della Provincia di Udine e dell’Upi Fvg Pietro Fontanini che domani durante l’incontro avanzerà una serie di controproposte. Fontanini solleva la questione della rappresentanza degli Enti Locali. “Il Cal così come attualmente composto, – spiega il presidente Fontanini  – è l’organo di rappresentanza per eccellenza delle amministrazioni locali previsto dalla Costituzione. Con i suoi 23 membri riunisce, infatti, i quattro comuni capoluogo, le quattro province e quindici Comuni non capoluoghi di provincia scelti in modo da assicurare un’adeguata rappresentanza a tutti i territori anche a quelli montani. Ora nel “nuovo” Cal, si passa da 23 a 17 membri tante quante saranno le Uti. Una modifica sostanziale alla rappresentanza che procede ancor più speditamente del riordino degli enti locali: ricordo, infatti, che le Uti entreranno in vigore dal 1 ottobre 2015 e in funzione effettiva dal 1 gennaio 2016”. Fontanini entra nel merito dell’operatività del Cal. “Questo organismo deve essere dotato di autonomia organizzativa, contabile, amministrativa e finanziaria. Non dev’essere controllato dalla Giunta regionale o da uno o più dei suoi assessori – aggiunge Fontanini – ma deve essere un’entità “terza” rispetto all’esecutivo e collegata con il Consiglio regionale, come avviene pressoché in ogni altra regione d’Italia. La Regione, a questo proposito, nella legge di bilancio deve assegnare annualmente al Consiglio delle autonomie le risorse finanziarie destinate al suo funzionamento ed alle sue attività, nell’ambito delle risorse destinate alla finanza locale”. Altro aspetto sui cui Fontanini intende fare pressione è il ruolo del Cal e il peso delle intese che vengono espresse. “Finora i pareri non sono stati vincolanti mentre ritengo che le valutazioni del Cal debbano avere maggiore forza e la Giunta e il Consiglio regionale debbano tenerne conto. Ecco perché – motiva Fontanini – quando la Giunta regionale intende varare un provvedimento che non abbia riportato l’intesa o non intenda accogliere le modifiche del Cal, deve specificamente motivare questo discostamento. Mentre, nel caso di provvedimenti legislativi che non abbiano riportato l’intesa o nel caso in caso in cui il pronunciamento del CAL sia condizionato all’accoglimento di specifiche modifiche, il Consiglio regionale debba esprimersi a maggioranza assoluta dei suoi componenti”. Il Cal, insomma, deve avere più dignità istituzionale cosa che non traspare nel testo di modifica della Giunta regionale. “Mi auguro che la proposta venga esaminata e condivisa anche dagli altri esponenti della Commissione – conclude Fontanini  – e su questa si discuta lunedì 9 marzo nella seduta del Cal che prevede tra i punti all’ordine del giorno proprio l’intesa sulla riforma del Consiglio stesso”.

La Provincia di Avellino approva lo Statuto. Il Presidente Gambacorta “Rilanciamo i rapporti con Comuni e cittadini”

L’Assemblea dei Sindaci della Provincia di Avellino ha approvato il nuovo Statuto dell’Ente. Su 63 amministratori presenti, per una popolazione rappresentata di 294.435 abitanti pari al 68,38% di quella totale, 62 si sono espressi favorevolmente e uno solo è stato il voto contrario.

L’Assemblea dei Sindaci, che si è tenuta ieri mattina, è stata preceduta da quattro incontri zonali sul territorio provinciale, organizzati per un confronto sullo schema di Statuto – adottato dal Consiglio Provinciale lo scorso 30 Dicembre (delibera n. 41) -, anche al fine di ricevere suggerimenti, integrazioni e modifiche.

“La Provincia, in tal modo – commenta il Presidente Domenico Gambacorta –  ha deciso di andare verso i territori, per rilanciare il rapporto con gli Enti locali e con i cittadini. Insieme ai Consiglieri Provinciali stiamo impostando il lavoro lungo il percorso della condivisione e del coinvolgimento.

“L’approvazione dello Statuto – conmclude Gambacorta – è un segnale importante che diamo alla popolazione, a cui dobbiamo dimostrare che le Province svolgono ancora un ruolo fondamentale nella filiera istituzionale e per la crescita del territorio”.

In allegato, il testo dello Statuto approvato

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Provincia di Brescia: modello sperimentale della Delrio

Convenzione per lo svolgimento da parte della Provincia di Stazione appaltante, funzione di assistenza tecnico – amministrativa ai Comuni per i lavori pubblici, gestione della funzione statistica  e del reperimento fondi a livello comunitario.

Sono questi i contenuti delle delibere approvate dall’ultimo Consiglio Provinciale che testimoniano la volontà del Broletto di diventare concretamente la “Casa dei Comuni” ed essere quindi un punto di riferimento per il territorio, fornendo servizi e consulenze, in linea con la legge 56.

«Abbiamo inviato al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, le delibere approvate in Consiglio – ha dichiarato il Presidente della Provincia di Brescia, Pier Luigi Mottinelli – dopo l’incontro avuto con lui a Roma, nel quale mi aveva chiesto di far della Provincia di Brescia modello di  sperimentazione della sua legge. In quest’ottica e con queste finalità sono in fase di attuazione le prime iniziative intraprese nell’ambito di alcune funzioni fondamentali delle Province».

“Per valorizzare la nascita degli Enti di Area Vasta – si legge nella lettera inviata a Delrio dal Presidente Mottinelli – questa Provincia sta proseguendo con determinazione ed entusiasmo tutte le strade possibili per assicurare il nuovo ruolo attribuito alle Province, intese come “Casa dei Comuni”.

I testi delle convenzioni, approvate in Consiglio, saranno spedite in giornata a tutti i Comuni della provincia e al Sottosegretario Delrio.

 

«Ho sempre sottolineato – ha concluso il Presidente Mottinelli – che la Provincia deve essere un Ente a servizio dei Comuni; si deve creare una sinergia che permetta di risolvere le criticità che le zone del territorio possono riscontrare, lavorando insieme per il bene comune. E’ fondamentale infatti continuare a garantire servizi alla popolazione e sono convinto che il costante contatto con Palazzo Chigi e con i sindaci bresciani porterà la Provincia di Brescia a diventare davvero un esempio per l’Italia tutta».

 

Seminario Unione delle Province d’Italia e Unione delle Province Lombarde

A che punto è l’attuazione della Legge “Delrio”, che ha riformato le Province e ha dato il via alle Città metropolitane? E quali sono le ripercussioni sul percorso delle riforme dei tagli ai bilanci di questi enti, imposti dalla Legge di stabilità 2015? 

Nel pieno del dibattito in atto in tutto il Paese sulle leggi regionali, che dovrebbero riorganizzare i servizi sui territori e definire a quali Enti assegnarli, l’Unione delle Province d’Italia (Upi), insieme all’Unione Province Lombarde (Upl), organizza una giornata di riflessione sui temi più urgenti all’ordine del giorno, con il seminario “Finanza provinciale e riordino istituzionale: sostenibilità della manovra finanziaria e riequilibrio”.
L’incontro, in programma giovedì 26 febbraio 2015, dalle ore 10 alle ore 17, presso la Sala Consiglio della Città metropolitana di Milano (Via Vivaio 1), in streaming su questo sito, sarà diviso in due sessioni. 
Nella prima, a partire dalle 10.00, si parlerà di “Impatto della manovra 2015 e processo di riordino istituzionale: la ridefinizione dei risultati 2014, il bilancio 2015, le procedure di riequilibrio”. 
Nella seconda, a partire dalle 14,30, si affronterà il tema della “Sostenibilità e tenuta degli equilibri finanziari delle Province: prospettiva annuale 2015 e pluriennale”. 

Interverranno, tra gli altri, Daniele Bosone, Presidente della Provincia di Pavia e Presidente di Upl, Luigi Marattin, Consigliere Economico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Eugenio Comincini e Pietro Romano, rispettivamente Vicesindaco e Consigliere delegato al bilancio della Città metropolitana di Milano. Le conclusioni saranno di Alessandro Pastacci, Presidente della Provincia di Mantova e dell’Upi.

Scarica il programma (Pdf – 113 Kb)

 

PER SEGUIRE LA DIRETTA:

http://fastreal.fastweb.it/Provincia

Riforma Province Toscana, Filippeschi “Legge regionale dà prospettiva. Resta seria incognita risorse”

“Consideriamo la legge regionale approvata a larghissima maggioranza un passo necessario, un punto di partenza importante. Senza questa scelta di ripartizione delle funzioni, prevista dalla legge Delrio, le nuove province non avevano nessuna possibilità d’immaginare una prospettiva. Ora c’è un percorso segnato, molto impegnativo, che può aiutare a ricollocare utilmente una parte del personale dichiarato in esubero dalla legge di stabilità dando continuità a politiche territoriali indispensabili”. Così il sindaco di Pisa Marco Filippeschi, presidente della Provincia, commenta l’approvazione avvenuta oggi da parte del Consiglio Regionale della legge che riordina le funzioni esercitate dalle province, dalle città metropolitana e dai comuni. “Restano serie incognite, dovute soprattutto ai tagli subiti dalle province sulle entrate, col taglio di un miliardo per il 2015, che avrebbero garantito una ordinata applicazione della riforma. Per questo motivo anche in Toscana più della metà delle province rischia il dissesto finanziario – sottolinea Filippeschi – sarebbe uno scenario devastante perché sarebbero impedite le funzioni essenziali che rimangono in carico al nuovo ente gestito dai comuni, scuole e viabilità provinciale, e anche i riflessi su trattamento e sulla ricollocazione del personale sarebbero gravemente negativi. Inoltre, lo stato dovrebbe caricarsi di nuovi oneri. Siamo impegnati perché tutto questo non accada, come ci siamo battuti perché la legge regionale desse le maggiori garanzie e i rischi futuri fossero riconosciuti”. “Anche le funzioni trasferite ai comuni hanno bisogno d’essere garantite con la necessaria copertura finanziaria. Dunque c’è ancora molto da fare. Comuni e Regione devono agire di concerto verso il Governo per conquistare un equilibrio gestibile, nell’interesse delle nostre comunità. Saremo ancora a fianco ai lavoratori e alle lavoratrici – conclude Filippeschi – con il nostro difficile impegno, provincia per provincia, nelle mobilitazioni annunciate perché le risorse necessarie siano restituite. Mentre dovremo cogliere fino in fondo la sfida della gestione delle funzioni in modo associato fra i comuni e quella della fusione fra i comuni per dare massa critica adeguata al governo locale”.

LE FUNZIONI. Alla Regione ritornano in carico molte importanti funzioni. Formazione, agricoltura e difesa del suolo sono tra le competenze di cui la Regione tornerà ad occuparsi direttamente. Si occuperà anche di caccia e pesca. Avrà competenze in materia di rifiuti, difesa del suolo, tutela della qualità dell’aria e delle acqua. Si occuperà ancora di inquinamento acustico ed energia, dell’osservatorio sociale e delle autorizzazioni come Aia, Vas, Via e Aia. Il Genio Civile sarà presente nei territori e competente per progettazione, manutenzione e polizia idraulica. Quanto alle strade regionali, progettazione e realizzazione di opere strategiche saranno regionali mentre la manutenzione rimarrà alle Province. E con le funzioni la Regione riassorbirà anche il personale che a queste era dedicato, che magari rimarrà negli uffici territoriali. Ai Comuni andranno in particolare le competenze sul turismo (salvo la raccolta di dati statistici), sullo sport e la tenuta degli albi regionali, oltre agli interventi pubblici di forestazione che erano finora delle Provinc

Riordino funzioni Province Abruzzo, i Presidenti “Pronti a gestire da subito i servizi di area vasta come rifiuti e acqua”

Le Province abruzzesi rompono gli indugi e rilanciano: “Dateci i servizi di area vasta, acqua e rifiuti in primis. Siamo pronti a gestirli con strutture e professionalità collaudate

Non è una provocazione ma uno dei “capi” del Disegno di legge regionale per il riordino delle funzioni provinciali, messo a punto quest’ultimo dall’Upa con un tavolo tecnico e politico che in queste settimane, anche sulla base dei dati e delle valutazioni che emergevano dall’Osservatorio regionale sulle Province, ha lavorato alla costruzione di una proposta “concreta e percorribile” da presentare alla Regione Abruzzo.

Il disegno di legge è stato licenziato questo pomeriggio dai quattro Presidenti che si sono trovati a Teramo proprio per approvare l’ultima stesura. “E’ nostra intenzione condividerlo con il CAL, tavolo regionale delle autonomie locali, perché la nostra proposta entra nel merito del riordino delle funzioni regionali e locali nell’ottica di un miglioramento delle prestazioni ai cittadini – afferma il presidente dell’UPA e della provincia de L’Aquila, Antonio Del Corvo che aggiunge – cercando di superare l’attuale fase di stallo e tenendo conto dei processi aggregativi dei Comuni”.

L’aspetto più significativo della proposta, che sarà illustrata nel dettaglio nel corso di una apposita conferenza stampa, è sicuramente quello che attiene ai servizi di rilevanza economica: il disegno di legge prevede che entro sessanta giorni dalla sua approvazione passino in capo alle Province le funzioni relative alla gestione di acqua e rifiuti.

“Rompiamo gli indugi e rilanciamo – hanno dichiarato i presidenti Renzo DI Sabatino (Teramo) Antonio Di Marco (Pescara); Antonio Del Corvo (L’Aquila) e Mario Pupillo (Chieti) –   gli enti provinciali, con la loro esperienza consolidata nei progetti di area vasta, sono già pronti a gestire funzioni che oggi hanno una governance parcellizzata e che, anche per questo, spesso peccano nel risultato finale. Non c’è dubbio che il territorio-provincia è un ambito ottimale sia per la programmazione che per la gestione di molte prestazioni tanto è vero che la legge incentiva le aggregazioni dei Comuni proprio per ottimizzare qualità ed economicità dei servizi”.

 

Il disegno di legge è dettagliato ed entra nel merito delle questioni sul tappeto definendo, fra le altre cose, tempi e modalità di trasferimento delle funzioni, delle risorse e del personale.

Quel personale che dal 31 marzo, sulla base delle competenze che le leggi regionali attribuiranno alle Province, sarà suddiviso fra quelli che rimangono, quelli che si trasferiscono in altri enti e quelli che dovranno essere dichiarati in sovrannumero.

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Il nuovo ordinamento delle Province: gli studi dell’Accademia per l’Autonomia

Nei link collegati si posono consultare i documenti di studio sulle Leggi regionali di attuazione della Legge 56/14, elaborati in occasione dei corsi dell’Accademia per l’Autonomia.

In particolare, è possibile scaricare i testi de

Le proposte di leggi regionali sul riordino delle funzioni delle province in attuazione della legge 56/2014

Da questo link, invece, si accede alle Schede di lettura delle proposte di leggi regionali presentate nel seminario dell’11 febbraio 2015 a Roma dai ricercatori che hanno analizzato comparativamente le proposte di leggi regionali.

Qui si trova un focus su Il riordino delle funzioni delle Città metropolitane nelle proposte di legge regionale attuative della legge Delrio a cura del dott. Pietro Falletta, Ricercatore di Diritto amministrativo presso l’Università degli Studi del Molise.

Di seguito poi la comunicazione del dott. Marco Di Folco,Ricercatore di Istituzioni di diritto pubblico presso l’Università di Roma “Tor Vergata”Il riordino delle province nelle proposte regionali di attuazione della L. n. 56/2014 la comunicazione della dott.ssa Giovanna Perniciaro, Docente di Istituzioni di diritto pubblico presso la Lumsa di Roma Le previsioni in materia di trasferimento di risorse e personale nell’attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56: una disamina dei disegni di legge regionali e la comunicazione del dott. Alessandro Maria Baroni, Dottore di ricerca di Istituzioni di diritto pubblico, L’impatto dei progetti di legge regionale di attuazione della L. n. 56/2014 sull’esercizio associato di funzioni comunali


Potenza Provincia Resiliente 2015 Modello Mondiale dell’ONU per la Resilienza Inclusiva e la Sicurezza Territoriale

Pubblichiamo la lettera inviata dal Presidente della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi, agli Operatori pubblici e privati.

Gentilissimi Operatori Pubblici e Privati, mi pregio sottoporre alla Vs. cortese attenzione l’Avviso per la Sponsorizzazione delle attività di Resilienza delle Comunità ai Rischi di Disastri che la Provincia di Potenza ha pubblicato con scadenza 02 marzo 2015 come contribuito alla realizzazione di alcune importanti iniziative che saranno svolte nei prossimi mesi. Dopo molti anni di lavoro nel campo della Riduzione dei Rischi, dei cambiamenti climatici e della sostenibilità, nel 2013 la Provincia di Potenza ha adottato il suo Piano Territoriale di Coordinamento, che delinea lo sviluppo del territorio provinciale e fornisce supporto agli attori locali (compresi i Comuni e le comunità) per un governo ed uso del territorio sostenibile e resiliente. Innovativa è l’integrazione della “Resilienza” nella pianificazione territoriale/urbana, un concetto di politica del governo locale basato sull’integrazione dei tre principali elementi: la sicurezza del territorio, il contrasto ai cambiamenti climatici e lo sviluppo sostenibile. Per facilitare il processo di implementazione, la Provincia ha creato un modello di rete globale con i suoi 100 Comuni e con le comunità locali per garantire il loro pieno coinvolgimento nel processo di attuazione (http://provpzresilient.wix.com/provpzresilient).
Siamo orgogliosi che, nel gennaio 2015, la Provincia di Potenza con la sua rete dei 100 Comuni e comunità è stata riconosciuta dalle Nazioni Unite come Modello Mondiale per la Resilienza Inclusiva e la Sicurezza Territoriale, nell’ambito della Strategia Internazionale di Riduzione del Rischio di Disastri (UNISDR), collocandosi tra le 15 realtà locali che si sono distinte nel mondo su queste tematiche (http://www.unisdr.org/archive/42079). La Provincia di Potenza ha pertanto delineato una strategia di attività che saranno realizzate nei prossimi mesi: – partecipazione, su invito dell’ONU e come governo locale, ai lavori della 3^ Conferenza Mondiale sulla Riduzione dei Rischi di Disastri che si terrà a Sendai (Giappone) dal 14 al 18 Marzo p.v.
(www.wcdrr.org) ove gli Stati dei Paesi aderenti all’ONU firmeranno il nuovo protocollo di Hyogo (post-
2015) sulla riduzione dei Rischi di Disastri a livello mondiale. In tale sede, tra le altre importanti attività, la
Provincia curerà nello specifico un Workshop ove illustrerà ad una platea mondiale, la realtà locale
rappresentata, il percorso finora svolto e gli obiettivi futuri (http://sendai-forum.info/en/10281/)
(http://provpzresilient.wix.com/provpzresilient#!3wcdrr-sendai-ita/c1o44). – realizzazione di iniziative pubbliche locali, in sinergia con l’ONU e diverse realtà mondiali, finalizzate al maggiore coinvolgimento delle comunità (inclusione) nelle politiche di governo del territorio. Il programma delle attività è illustrato più nel dettaglio nell’Avviso di Sponsorizzazione pubblicato. Pertanto, alla luce della bontà delle azioni realizzate in questi ultimi anni e della relativa credibilità riconosciuteci ufficialmente dalle Nazioni Unite, abbiamo inteso offrire agli operatori pubblici e privati l’opportunità di avere un ritorno di immagine unico, contribuendo attivamente a questo processo di miglioramento. I servizi offerti in una vetrina mondiale importante nel suo genere sono il preludio di una più ampia e stretta cooperazione che intendiamo intraprendere con Voi, per il futuro del nostro territorio. Il tutto anche a testimonianza che i governi locali – e in questo caso una Provincia che sta vivendo momenti difficili di identità nel panorama istituzionale nazionale – possono essere promotori, attori e protagonisti di grandi processi di trasformazione riconosciuti a livello mondiale.
Spero che quanto offerto sia di Vs. interesse e che, grazie anche al Vs. coinvolgimento, si possa restituire fiducia all’Ente ed alle persone che, con forte motivazione, dedizione ed abnegazione, da anni si stanno impegnando per garantire un migliore contributo al territorio ed alle comunità.

In allegato, l’ Avviso di procedura di sponsorizzazione – attività provincia resiliente 2015 della Provincia

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Appalti, la ‘nuova’ Provincia di Reggio Emilia al servizio dei Comuni

Il presidente della Provincia di Reggio Emilia ha incontrato questa mattina a Palazzo Allende i rappresentanti delle 7 Unioni comunali. Due i temi all’ordine del giorno:  il progetto di una stazione unica appaltante per tutto il territorio e un ulteriore confronto  sui fabbisogni occupazionali dei Comuni in vista del possibile ricollocamento dei dipendenti della Provincia, che come noto entro il 31 marzo dovrà ridefinire la propria pianta organica riducendo del 50% per cento le risorse per il personale, anche alla luce delle funzioni delegate che saranno confermate o meno da parte della Regione.

Stazione unica appaltante. “Come Provincia, su richiesta dei Comuni e sulla base anche degli obblighi normativi riferiti agli stessi, abbiamo presentato il progetto di una stazione unica appaltante, in carico a Palazzo Allende, che in forma associata potrebbe gestire gli appalti per tutti i Comuni. Da parte delle Unioni, è stato manifestato grande interesse per una proposta in grado di agevolare sensibilmente l’attività dei Comuni e che, entro un paio di settimane, assumerà una sua ufficialità”, spiega il presidente Manghi.

La normativa in materia, a partire dalla Legge 56/2014 di riforma delle Province, prevede che dall’1 gennaio per beni e servizi (e dal prossimo 1 luglio anche per lavori), i Comuni  non capoluogo di provincia possano affidare le funzioni di stazione appaltante – oltre che all’Unioni (se dotate di apposite strutture) o a centrali di committenza come Consip o Intercent-er – anche alle Province, sulla base di un apposito disciplinare che preveda il rimborso dei costi sostenuti dalle stesse per le attività espletate e le risorse umane impiegate.

“La proposta di una stazione unica appaltante della Provincia non solo valorizza la professionalità e l’esperienza acquisita dall’ente in questo campo, ma sopperisce alle esigenze degli enti locali relativamente alle gare d’appalto, pur lasciando ai singoli Comuni le funzioni di gestione contabile, di programmazione e di gestione contrattuale degli appalti”, spiega il presidente Manghi. Operativamente, sarebbe dunque la Provincia ad aggiudicare appalti pubblici o a concludere accordi-quadro di lavori, forniture o servizi svolgendo le funzioni di stazione appaltante –  dalla pubblicazione dei bandi alla gestione della gara, fino all’aggiudicazione – lasciando invece ai Comuni le fasi ante e post appalto.

La Provincia di Reggio Emilia, inoltre, su richiesta dei Comuni potrebbe anche fornire, per singoli o più lavori pubblici e con riferimento ad interventi in cui risultano interessate le competenze e le professionalità della Provincia stessa, un supporto tecnico-amministrativo in relazione alle attività di progettazione, espropri e direzione lavori.

 

Personale della Provincia. Con i rappresentanti delle Unioni è poi proseguito il confronto sui fabbisogni occupazionali dei Comuni, che potrebbero assorbire parte del personale della Provincia. In attesa del dato ufficiale sulle necessità del Comune di Reggio Emilia, si attesta a 70 il numero di dipendenti (non dirigenti) che dalla Provincia potrebbero affluire in uno degli altri 44 Comuni reggiani. “Sono numeri che ci permettono di guardare con cauto ottimismo a una ridefinizione della nostra pianta organica che, così come condiviso con i sindacati, intendiamo predisporre nella maniera migliore a tutela delle professionalità della Provincia, nonostante i drastici tagli che ci vengono richiesti”, commenta il presidente Manghi, sottolineando come comunque si renda necessario anche incrociare le esigenze dei Comuni con quelle della Provincia, “che continuerà in ogni caso ad aver bisogno di certi servizi, penso ad esempio al settore Finanze e agli Affari generali”.

Molto importante sarà poi l’esito del cammino avviato insieme alla Regione, che al prossimo Tavolo di concertazione dovrebbe illustrare una bozza di Legge regionale di riordino delle funzioni: “In base a quelle che la Regione intenderà delegare alle Province, oltre alle 4 già individuate dalla legge di riforma, sarà possibile capire meglio le nostre necessità occupazionali”, conclude il presidente Manghi ricordando la possibilità, già comunicata ai sindacati, di prepensionare 33 dipendenti provinciali (22 quest’anno, 11 nel 2016).

 

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