Categoria: Istituzioni e Riforme

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Province, Saitta: “dai sindaci del territorio, un plebiscito contro il sindaco metropolitano.

“L’ho definita una battaglia di democrazia, ma i sindaci del territorio con le loro lettere l’hanno di fatto trasformata in un plebiscito contro il futuro sindaco metropolitano. Non è certo una questione personale nei confronti di Piero Fassino, ma spero che nella sua veste di presidente nazionale dell’Anci ne voglia tenere conto e spieghi finalmente al ministro Delrio che il Governo su questo provvedimento non ha il consenso”.

Il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta ha presentato le 250 adesioni “ricevute in poche ore dall’80% dei 314 sindaci dell’intera provincia torinese, preoccupati che la nomina per legge del sindaco del capoluogo come sindaco metropolitano indebolisca ed emargini non solo vallate e montagne, ma perfino la conurbazione stessa di Torino”.

“Ringrazio i sindaci per le parole di stima e condivisione che hanno voluto rivolgere al lavoro di rappresentanza e tutela portato avanti dalla Provincia di Torino nei confronti dello loro realtà, oltre che per il riconoscimento umano e politico al mio impegno in questa battaglia di modifica del disegno di legge del ministro Delrio”.

Saitta ricorda che “le Province italiane fin dall’epoca del Governo Monti hanno cercato invano di ottenere modifiche condivise al ridisegno della pubblica amministrazione: “invece il Parlamento si troverà lunedì 25 novembre ad esaminare e votare con un iter che il Governo Letta ha voluto accelerato ed urgente un disegno incostituzionale, che tra l’altro riduce ed abbassa per legge il livello di democrazia nel nostro Paese: come può pensare il ministro Delrio di investire per legge i sindaci dei capoluoghi delle future città metropolitana a capo di centinaia di altri Comuni senza suffragio universale, libero e diretto dei cittadini?”

“Ho constatato – conclude Saitta – che non sono solo in questa battaglia di democrazia. Se un così gran numero di sindaci mi hanno ringraziato per essere stati coinvolti ed aver chiesto loro il parere, non significa forse che il Governo sta sbagliando qualcosa nella sua crociata di modifica della costituzione?”

Conclude Saitta: “i sindaci sentono come me come l’esigenza di riformare il Paese e la pubblica amministrazione, ma senza prescindere dal rispetto e dalla salvaguardia delle più elementari regole della democrazia. Resta poco tempo per provare a migliorare questo progetto di riforma che rischia seriamente di minare la rappresentatività di interi territori. Il ministro Delrio non ha ascoltato l’appello di 44 costituzionalisti, ma dal momento che è stato sindaco e lui stesso presidente dell’Anci,  vorrà ascoltare la voce di centinaia dei sindaci?”

Alla conferenza stampa sono intervenuti assessori, capigruppo e consiglieri provinciali “di tutte le forze politiche – ha precisato Saitta – perché si tratta di una battaglia trasversale: manderemo il materiale ai parlamentari piemontesi per verificare se preferiscono tutelare il territorio oppure obbedire ai rispettivi partiti nazionali”.

 

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Intervista del Presidente Saitta a L’Espresso

Leggi nell’allegato l’intervista rilasciata a L’Espresso dal Presidente Saitta.

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Province: l’Upi chiede incontro al Presidente della Repubblica

Verificare la possibilità di riprendere un percorso di riordino istituzionale condiviso da tutte le istituzioni costitutive della Repubblica. Questa la motivazione della richiesta di incontro contenuta in una lettera che il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, ha inviato al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,  massimo garante della Costituzione e dell’unità nazionale.

“Le Province – scrive Saitta –  hanno sempre ribadito la loro volontà di dare un contributo positivo al riordino delle istituzioni pubbliche, attraverso concrete proposte per l’istituzione delle Città metropolitane, la riduzione del numero delle Province, il riordino degli uffici periferici dello Stato e la soppressione degli enti intermedi, che possono portare a consistenti risparmi di spesa e, soprattutto, ad una sensibile semplificazione della pubblica amministrazione, nel rispetto dei principi costituzionali”.  Ma il percorso deve essere coerente con la Costituzione vigente e non può procedere per strappi “destinati a produrre danni profondi e duraturi sulla nostra democrazia locale.

Ci rivolgiamo a Lei – scrive Saitta al Presidente Napolitano –  che in questi mesi ha più volte ribadito la necessità che le forze politiche trovino un’intesa sulle riforme essenziali per consentire all’Italia di riordinare il suo sistema istituzionale e renderlo più funzionale, nel rispetto dei principi fondamentali della Costituzione, attraverso la riforma del sistema parlamentare, la revisione del titolo V, l’approvazione di una nuova legge elettorale. Richiami che abbiamo sinceramente apprezzato, ritenendo che il riordino delle istituzioni provinciali debba essere coerentemente collocato nel percorso di riforme che il Parlamento proprio in questi giorni sta definendo, attraverso l’istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali”.

Nel testo, il Presidente dell’Upi ricorda la recente sentenza della Corte Costituzionale, che ha bocciato le ultime riforme ai danni delle Province, che “ha chiarito che riforme istituzionali di tale portata non possono essere approvate frettolosamente con la decretazione d’urgenza, ma hanno bisogno di una riflessione approfondita che tenga conto delle garanzie che la Costituzione pone a tutela delle istituzioni costitutive della Repubblica. Occorre pertanto evitare che, sulla base di un’urgenza non giustificata, siano approvate norme di riforma dell’ordinamento delle Province che, oltre a introdurre elementi di ulteriore caos normativo in attesa di una più complessiva riforma delle istituzioni, potrebbero essere in contrasto con le disposizioni costituzionali e con i principi della carta europea delle autonomie locali, soprattutto per quel che riguarda le funzioni delle Province e la legittimazione democratica degli organi di governo delle Province e delle Città metropolitane”.

Province, dai costituzionalisti Gallo e Dogliani forte appello a Governo e Parlamento

“Della nostra Carta Costituzionale, Governo e Parlamento possono dare interpretazioni evolutive, non involutive. Serve una riforma seria e razionale delle autonomie locali, che non si puà fare semplicemente abolendo una parola, perchè toccare i principi della Costituzione rappresenta una strada pericolosissima per la democrazia del nostro Paese”.

Lo hanno detto oggi il prof. Carlo Emanuele Gallo e il prof. Mario Dogliani, ordinari di diritto amministrativo e costituzionale all’Università di Torino, intervendo alla seduta del Consiglio provinciale su invito del presidente della Provincia Antonio Saitta.

I due costituzionalisti sono tra i 44 firmatari dell’appello al Parlamento “Per una riforma razionale del sistema delle autonomie locali” ed hanno contestato apertamente i principi su cui si basa il disegno di legge del ministro Del Rio, il cosiddetto “svuota Province”.

Il prof. Gallo ha “richiamato con forza il Governo e il Parlamento al rispetto della Costituzione: è indispensabile che la riforma sia razionale, che ci sia coerenza nelle modifiche, che si avvii un processo razionale di riordino. Invece si sa che la strada intrapresa è incostituzionale, ma si va avanti lo stesso”.

Il prof. Dogliani ricordando quanto “la riforma delle autonomie locali in Italia sia un vero e proprio calvario” e quanto “l’opinione pubblica sia stata disinformata su questo tema”, ha sottolineato tra

l’altro: “la soppressione della Provincia che svolge funzioni di area vasta sarebbe possibile solo se tutte quelle funzioni fossero attribuibili ai Comuni, i quali però sono proprio i destinatari di quelle scelte amministrative. Come potrebbero ricevere quei compiti?”

I professori sono stati anche fortemente critici sulla scelta del Governo sia dei commissariamenti in atto di alcune Province, sia delle elezioni di secondo grado: “il sistema elettorale diretto – ha detto il prof. Gallo – è quello principe, tornare indietro è involutivo e recessivo. Ridurre la classe politica è sbagliato, bisogna favorire la partecipazione dei cittadini e quindi aumentare la classe politica, che ha il dovere di specializzarsi. Le Regioni nel nostro Paese hanno delegato molto alle Province: il livello intermedio allora è un valore e non un peso”.

Il presidente Saitta ha ribadito la volontà delle Province italiane di “investire del tema la Corte Costituzionale con un ricorso se verrà approvata dal Parlamento il testo attuale della riforma Del Rio” .

 

Videocomunicato su

http://www.provincia.torino.gov.it/speciali/2013/province/index.htm

 

Videointerviste integrali ai due costituzionalisti prog. Dogliani e Gallo disponibili su:

http://youtu.be/A81X6ZNrVxg

http://youtu.be/XcPTzI-azv0

 

 

 

Province, Saitta: “Quale sindaco democratico accetterà di guidare per legge e senza voto le città metropolitane fino al 2017?”

Il Consiglio provinciale di Torino ha approvato oggi all’unanimità la richiesta di “aprire un confronto serio con il Governo, insieme alle Regioni e ai Comuni di grandi e piccole dimensioni per una razionale riforma del sistema delle autonomie che deve partire da un riassetto delle funzioni amministrative nel rispetto del principio di sussidiarietà previsto dall’art. 118 della Costituzione”.

La mozione chiede anche “di evitare che la città metropolitana nasca in modo antidemocratico e autoritario, prevedendo che il Sindaco metropolitano sia per legge fino al 2017 il sindaco del comune capoluogo”.

“Sono convinto che sinceri democratici come Fassino e Renzi, Pisapia o Emiliano non potranno accettare di diventare per legge e senza il passaggio delle urne fino al 2017 i sindaci di città metropolitane che congloberanno decine, a volte centinaia di altri Comuni per i quali non sono stati eletti” commenta il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta.

 

In allegato la mozione approvata

 

Documenti allegati:

Le due interviste del Presidente Saitta su Corriere della Sera e La Repubblica

In allegato pubblichiamo la rassegna stampa con le due interviste rilasciate dal Presidente dell’Upi, Antonio Saitta

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Abolizione Province, il Consiglio provinciale sottoscrive odg

Il Consiglio provinciale, riunitosi oggi per deliberare su diverse questioni, ha visto tutti i consiglieri presenti sottoscrivere all’unanimità un ordine del giorno rispetto a quanto pubblicato sulla testata nazionale  “La Repubblica”.

“In relazione a una dichiarazione rilasciata dal Ministro degli Affari Regionali Del Rio  – si legge nell’odg – che avrebbe affermato, in relazione al futuro delle Province, “svuoteremo questi Enti” con trasferimento quindi delle funzioni delle Province stesse ad altri Enti il Consiglio provinciale esprime forte contrarietà e un totale disaccordo rispetto alla volontà di voler di fatto sopprimere l’ente, seppur sotto forma dello svuotamento delle sue funzioni. Ritiene strumentale l’accanimento nei confronti di questo ente di cui è diffusa la percezione da parte dei cittadini in ordine alla sua utilità e la consapevolezza che la sua soppressione non comporterà nessun reale risparmio per il paese rispetto al quale riteniamo che l’attuale Governo dovrebbe considerare ben più improcrastinabili problematiche. Impegna il presidente della Provincia e del Consiglio a mettere in atto ogni azione ritenuta utile a scongiurare questa assurda proposta.”

“Mentre questa Provincia – hanno sottolineato i due presidenti Franco Stella e Aldo Chietera – prova a portare avanti, pur tra innumerevoli difficoltà,  discorsi e confronti di prospettiva a vantaggio del territorio, vediamo questo impegno sgretolarsi sotto il peso di una dichiarazione che sottrae credibilità al governo nazionale. A questo punto, oltre che basiti, ci troviamo a domandarci per conto di chi e in rappresentanza di chi ha parlato Del Rio.”

Province: Saitta al Ministro Delrio

“Il Disegno di Legge del Governo  sulle Province costerà al Paese una spesa di almeno 2 miliardi, soldi che invece che essere destinati ai servizi andranno tutti sprecati in nuova burocrazia. Sono questi i dati che andrebbero evidenziati, ma su cui evidentemente si preferisce tacere”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, commentando l’intervista rilasciata oggi al quotidiano La Repubblica dal Ministro delle Regioni e delle Autonomie Graziano Delrio. “Noi abbiamo dimostrato che il solo passaggio delle 5000 scuole superiori delle Province ai Comuni, costerà  645 milioni di euro in più per il riscaldamento scolastico, la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici e la progettazione, direzione lavori e collaudo delle opere. Un aumento di spesa che si tradurrà in minori risorse per la manutenzione, la messa in sicurezza e la gestione delle scuole.  Ancora più salato sarebbe il conto se le funzioni delle Province tornassero alle Regioni: l’aumento sarebbe di 1,4 miliardi. Quindi il Paese pagherebbe 2 miliardi di euro per la riforma delle Province, che non produce risparmi se non i 32 milioni di tagli della politica.  Dalle risposte del Ministro – aggiunge Saitta – emerge il grande caos sul futuro dei servizi essenziali: nessuno continua a spiegare chi li garantirà, con quali risorse e con quale personale. Nella legge di stabilità 2014 nessun capitolo di spesa è riservato alla copertura dei costi che deriveranno da questa abolizione. Che oggi sul quotidiano la  Repubblica è chiamata abolizione: due giorni prima ci era stato detto che si trattava di un grosso equivoco e che quella delle Province era solo una rimodulazione. Anche qui, le contraddizioni dimostrano una grande confusione che non può essere la base di partenza di una riforma che interviene a destrutturare l’intero assetto di amministrazione dei territori. Quello che è evidente dalle parole del Ministro Delrio – conclude Saitta – è che nessuno crede di riuscire a fare la riforma costituzionale: le Province, dunque, saranno svuotate anche a costo di spendere 2 miliardi, ma i parlamentari non saranno dimezzati, non si ridurranno gli uffici periferici dello Stato che sono una delle voci di spesa più alta della pubblica amministrazione, né tantomeno si taglieranno le oltre 7.800 società strumentali con i bilanci in rosso che ci costano 19 miliardi solo in personale”.

Quanto ai dati diffusi da Repubblica rispetto ai costi delle Province, di cui non si indica la fonte, si specifica che il Siope (la banca dati del Ministero dell’economia) e i certificati di bilancio per il 2012 attestano che : il costo del personale per 107 Province è di 2,1 miliardi, e non di 3 miliardi per 86 Province; il costo del personale politico è di 88 milioni di euro; la spesa per investimenti in manutenzione e messa in sicurezza di strade, scuole, ambiente è  stata di 6,7 miliardi; la spesa per lavoro e formazioni è stata di 1 miliardo.

Assemblea delle Province del Mezzogiorno – CAMBIO SEDE –

“Il Disegno di Legge “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni” varato dal Governo Letta è incostituzionale, antidemocratico e farà aumentare la spesa pubblica del Paese, come abbiamo dimostrato nei nostri studi e dossier.  Siamo favorevoli alle riforme, purché comportino benefici e semplificazioni per i cittadini, ma da amministratori non possiamo più sopportare di essere indicati come la causa dello spreco del Paese. La responsabilità che discende dall’essere stati eletti direttamente dai cittadini a cui abbiamo il dovere di rispondere, ci impone di squarciare il velo di disinformazione, di proseguire  con l’“operazione verità” che stiamo portando avanti in tutto il Paese, per dire basta alle bugie che sulle Province continuano ad essere propinate”.

Così il Presidente dell’Upi Antonio Saitta e il Presidente della Provincia di Napoli, Antonio Petangelo, annunicano l‘Assemblea delle Province del Mezzogiorno, che si terrà a Napoli, martedì 29 ottobre prossimo, dalle ore 11,00 alle ore 13,30 presso la sede della Provincia di Napoli ( Piazza Santa MAria La Nova, 1).

L’iniziativa sarà aperta da un saluto del Prefetto di Napoli, Francesco Antonio Musolino,  seguirà l’introduzione del Presidente della Provincia di Napoli, Antonio Pentangelo, e gli interventi di tutti i Presidenti delle Province del Mezzogiorno. Le conclusioni saranno affidate al Presidente dell’Upi Antonio Saitta e al Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. All’Assemblea saranno inoltre invitati a partecipare tutti i Presidenti delle Regioni del Mezzogiorno.

A breve il programma dettagliato dell’evento

Province: i risultati di un sondaggio dell’Ispo sui Comuni

Il 65% dei sindaci dei piccoli Comuni non considera la riforma delle Province una priorità, il 64% sa che non porterà alcun risparmio, il 63% pensa che farà indebolire i territori. Questi i dati piu significativi della ricerca presentata oggi a Milano all’Assemblea delle Province del Nord  dal Prof. Renato Mannheimer, che analizza l’opinione dei sindaci dei piccoli comuni sulla riforma delle Province varata dal Governo.  Se dunque un  61 % la vede come una opportunità  di razionalizzare competenze, quindi sa bene che c’è bisogno di razionalizzare, non di eliminare, il 57% ha capito che perderà un riferimento e il 63%  è molto più preoccupato dalla mancanza di risorse che dalle riforme. La maggioranza dei sindaci poi è cosciente di non avere personale (53%) e competenze (34%) idonee per svolgere le funzioni delle province, oltre ad essere questo un peso in più di cui dovrà sobbarcarsi (28%).  Si dichiarano poi molto preoccupati, i Sindaci dei piccoli comuni di ricevere le funzioni tipicamente di area vasta: in particolare l’80% dichiara che avrebbe difficolta’ a garantire il servizio di trasporto extraurbano, il 72% il mercato del lavoro, il 68% la formazione del personale, il 57% la gestione del territorio e la tutela ambientale, il 55% i serivzi per la scuola. Mentre non hanno problemi a riprendersi quelle tipicamente comunali: sport, turismo e cultura. Il 51%, infatti  non crede che sarà in grado di gestire i servizi delle Province. Per quanto riguarda le elezioni, il 55% crede serva un modello elettorale che preveda elezioni dirette da parte dei cittadini  o totali (37%) o almeno del Presidente (18%).

In allegato, il sondaggio

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Commissariamenti delle Province

Nel disegno di legge di conversione del decreto legge 93/13 il Parlamento ha alla fine decisodi stralciare la norma incostituzionale sui commissariamenti delle Province che avrebbe procrastinato illegittimanente i commissariamenti oltre la primavera del 2014.

In allegato il parere che l’UPI ha dato nella Conferenza unificata e la lettera del Presidente Saitta sulle disposizioni approvate dal Parlamento in via definitiva.

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Province: parte dal Nord la sfida sul disegno del Governo

“Vogliamo aprire un confronto vero con le Regioni e con i Comuni, lontano da Roma, dove le ragioni del buon governo sono sacrificate  nel nome degli annunci e della propaganda e dove la voce delle preoccupazioni di chi amministra i territori non viene ascoltata”. Così il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, annuncia l’avvio di una campagna di iniziative con Regioni e Comuni sulle conseguenze del Disegno di Legge sulle Province e sulle Città Metropolitane varato dal Governo. Il primo incontro si terrà domani, 16 ottobre (ore 9,30 – 13,30) a Milano, con l’Assemblea delle Province del Nord nella sede del Consiglio Provinciale a Palazzo Isimbardi, e vedrà l’intervento del Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e la presentazione di un sondaggio realizzato dall’Istituto di ricerche del Prof. Renato Mannheimer sulle valutazioni dei piccoli Comuni rispetto alla riforma delle Province. 

“Questo Disegno di Legge – afferma Saitta – non solo è incostituzionale, ma è pieno di incongruenze, con norme contradditorie e inattuabili che metteranno di fatto in ginocchio i piccoli comuni. Non è un caso se la richiesta di accelerarne l’attuazione venga solo dai grandi comuni capoluoghi, che, alle prese con bilanci in rosso, sperano di fare cassa creando Città metropolitane delle quali, per legge, sarebbero automaticamente i Presidenti: senza nemmeno sentire il bisogno di chiedere a cittadini che non li hanno mai eletti se sono d’accordo ad essere governati da loro.  Noi vogliamo denunciare le gravi conseguenze che subiranno le comunità – sottolinea il Presidente –  con l’aumento della spesa pubblica e il crollo dei servizi,  che diminuiranno e perderanno di efficienza, e lo faremo  con incontri  diretti con Regioni e Comuni in tutto il Paese. A Roma non hanno voluto nemmeno aprire un confronto sui nostri dati, respingendoli a priori e senza fornirci una analisi dettagliata di costi e benefici che potesse confutare i nostri studi”.  

 

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