Categoria: Istituzioni e Riforme

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Province, la Corte Costituzionale rinvia

“E’ successo quello che temevamo, la Corte Costituzionale questa mattina non si è assunta la responsabilità di decidere sul ricorso di ben otto Regioni italiane  che contestavano la legittimità costituzionale del decreto Salva Italia sulle disposizioni legate al destino delle Province. Certamente non è stata casuale la mancata pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del nuovo decreto legge sul riordino delle Province, approvato ormai da 5 giorni, fermo nelle stanze del Governo e firmato dal capo dello Stato solo pochi minuti fa”.

Il vicepresidente vicario dell’unione Province italiane Antonio Saitta commenta così la scelta della Corte Costituzionale di rinviare a data da destinarsi l’esame dei ricorsi.

“Sono comprensibili – aggiunge Saitta – Le difficoltà dei giudici a prendere una decisione in una situazione di caos istituzionale e di modifiche legislative che si rincorrono, spesso in maniera contraddittoria. Il Governo è responsabile di un caos legislativo intorno alla riforma delle Province, che ha attuato in meno di un anno attraverso ben tre decreti legge. Questo continuo ricorso alla decretazione d’urgenza sta di fatto svuotando i principi costituzionali e lo stesso principio di legalità, poiché si crea una continua incertezza sulle funzioni e sull’esistenza stessa delle Province, che in Costituzione sono previste come istituzioni costitutive della Repubblica”.

L’UPI chiede al Governo di porre fine alla decretazione d’urgenza sulle tematiche istituzionali, per consentire al Parlamento di svolgere a pieno il suo ruolo indicando con certezza quali sono le funzioni, le dimensioni e il sistema di elezione degli organi di governo delle Province. Senza certezza sugli assetti istituzionali è difficile ipotizzare la ripresa dello sviluppo nel Paese.

 

RIORDINO PROVINCE: IL TESTO DE DECRETO APPROVATO DAL CDM

In allegato, la bozza di decreto legge sul riordino delle Province approvato dal Consiglio dei Ministri e la relazione illustrativa del testo

Documenti allegati:

RIORDINO PROVINCE IL COMUNICATO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Il testo del Comunictao stampa del Consiglio dei Ministri sul decreto legge di riordino delle Province

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge che completa il percorso avviato nel mese di luglio, finalizzato al riordino delle province e all’istituzione delle città metropolitane.

La riforma si ispira ai modelli di governo europei. In tutti i principali Paesi Ue, infatti, ci sono tre livelli di governo. Il provvedimento consente inoltre una razionalizzazione delle competenze, in particolare nelle materie precipuamente “provinciali” come la gestione delle strade o delle scuole. Con il decreto approvato le province sono state ampiamente ridotte.

Dal 1° gennaio prossimo le giunte delle province italiane saranno soppresse e il Presidente potrà delegare l’esercizio di funzioni a non più di 3 Consiglieri provinciali.

Il numero delle province delle Regioni a statuto ordinari io si ridurrà da n.86 a n.51 (ivi comprese le città metropolitane)

Il riordino delle province è stata l’occasione che ha spinto numerosi Comuni a chiedere lo spostamento in un’altra provincia, confinante con quella di appartenenza, per ragioni di maggiore affinità territoriale e socio-economica.

Sempre dal 1° gennaio 2014 diventeranno operative le città metropolitane, che sostituiscono le province nei maggiori poli urbani del Paese realizzando, finalmente, il disegno riformatore voluto fin dal 1990, successivamente fatto proprio dal testo costituzionale e, tuttavia, finora incompiuto.

Per assicurare l’effettività del riordino posto in essere, senza necessità di ulteriori interventi legislativi, il Governo ha delineato una procedura con tempi cadenzati ed adempimenti preparatori, garantiti dall’eventuale intervento sostitutivo di commissari ad acta.

Resta fermo il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali. Resta altresì ferma l’abolizione degli Assessorati. Infine gli organi politici devono avere sede esclusivamente nelle città capoluogo

Il riordino delle Province è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo (prefetture, questure, motorizzazione civile etc etc) in base al nuovo assetto. Dunque anche gli altri uffici su base provinciale saranno di fatto dimezzati. Al termine di questo processo sarà possibile calcolare gli effettivi risparmi che comporterà l’intera riforma.

Nel link, la cartina delle nuove Province

http://www.governo.it/GovernoInforma/documenti/20121031/Italian_regions_provinces.pdf

Documenti allegati:

Riordino Province: il commento del Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione

“Il decreto legge varato oggi dal Consiglio dei Ministri consegna al Paese una nuova organizzazione delle istituzioni locali. E’ un percorso che come Upi abbiamo contribuito a portare avanti, ma riteniamo che su alcuni territori siano state fatte forzature che non tengono conto a pieno delle realtà socio economiche delle comunità”.

Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, sottolineando che “le nuove Province non dovranno essere una banale riscrittura geografica dei confini, ma istituzioni chiamate ad esercitare funzioni determinati, capaci di tenere insieme in maniera unitaria comunità, tessuto sociale, economico e produttivo, spesso estremamente differenziato. Per questo  l’Upi aveva chiesto al Governo di rispettare alcune delle deroghe che erano emerse dalle proposte dei Consigli delle Autonomie Locali, laddove queste fossero state equilibrate, ragionevolmente motivate e tali da rispecchiare la volontà dei territori.

Riteniamo poi – aggiunge Castiglione – che sia sbagliato avere deciso di cancellare le giunte dal gennaio 2013, perché il vero processo di riordino inizia proprio adesso e non si può immaginare che un presidente, da solo, possa gestire tutti gli adempimenti che il decreto stesso gli impone di portare a termine, tra l’altro con scadenze strettissime. Ci sarà da unificare bilanci, piani territoriali, reti di trasporto, beni mobili e immobili e personale. Un percorso delicatissimo che va affrontato la massima cura. Per questo chiederemo al Parlamento di ripensare questa posizione e di prevedere giunte per gestire la fase transitoria.

Adesso – conclude Castiglione – ci aspettiamo che i Ministri Patroni Griffi e Cancellieri si facciano carico, come ci avevano assicurato, di promuovere un incontro tra l’Upi, il Presidente del Consiglio Monti e il Ministro dell’Economia Grilli, per intervenire immediatamente ad alleggerire i tagli sulle Province, altrimenti questo riordino rischierà di produrre forti elementi di crisi sui territori”.

 Nel link, la cartina sul riordino delle Province realizzata dal Governo

http://www.governo.it/GovernoInforma/documenti/20121031/Italian_regions_provinces.pdf

Il Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri

http://www.governo.it/Governo/ConsiglioMinistri/dettaglio.asp?d=69636

 

Documenti allegati:

Riordino Province: Saitta “No alla cancellazione delle Giunte.

“La decisione del Governo di cancellare le giunte delle Province nel decreto sul riordino è frutto di una visione autoritaria che lede gli organismi di democrazia locale.  Una volta che si comprende l’importanza di queste istituzioni nel sistema di governo del Paese, e si assegnano funzioni determinanti per l’amministrazione dei territori, non ha senso cancellare le giunte che sono chiamate a sostenere proprio queste funzioni. Sarebbe come dire che il Paese non ha bisogno di un Consiglio dei Ministri, che non servono le Giunte regionali o quelle comunali. Chiediamo al garante della Costituzione, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che venga garantito anche alle Province il rispetto dovuto a tutti gli organi dello Stato”.

Lo dichiara il Vice Presidente vicario dell’Upi, Antonio Saitta, Presidente della Provincia di Torino, a proposito del decreto legge di riordino delle Province varato oggi dal Consiglio dei Ministri. “Siamo stati i primi a proporre e lavorare per la riduzione del nostro numero, ma dal Governo oggi è arrivata l’ennesima umiliazione, nel metodo e nel merito. Il Consiglio dei Ministri ha compiuto la scelta di abolire le Giunte senza nemmeno informarci, senza tenere conto delle specificità dei territori. Le forze politiche intervengano in Parlamento a correggere questo errore, difendano gli organismi democratici delle istituzioni. D’altronde – continua Saitta – anche la scelta di volere cancellare l’elezione da parte dei cittadini degli organi di governo delle Province risponde alla stessa impostazione autoritaria e a nessuna altra logica, visto che non produce alcun risparmio se non la riduzione di spazi della democrazia. E’ piuttosto un ritorno alla Prima Repubblica, quando gli enti erano governati secondo logiche spartitorie delle forze politiche.  Quanto al riordino – conclude Saitta – è una riforma che si è mossa a partire dalle Province e che il Governo ha portato a termine con celerità, ma che non può certo ritenersi conclusa. Ci aspettiamo che lo stesso impegno e la stessa determinazione siano usati dal Governo per portare a compimento la vera riforma della pubblica amministrazione, accorpando e unificando i  troppi, uffici periferici dello Stato sui territori che sono fonte di inutile burocrazia e  che hanno un costo ingiustificato nel bilancio del Paese”.

Riordino Province e tagli ai bilanci

“Da nord a sud le Province assistono impotenti al degrado degli edifici scolastici e non hanno alcuna possibilità di intervenire se non si cancella il vincolo del patto di stabilità dagli investimenti in questo settore. Per questo abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio Monti e al Ministro Grilli di incontrarci, e chiederemo loro di lasciarci investire in sicurezza perché le nuove Province che nasceranno dal riordino che il Governo di appresta a varare, senza interventi sui bilanci non saranno in grado di lavorare”. 

Lo dichiara il Vice Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino rivolgendo un appello al presidente del Consiglio: “l’edilizia scolastica è una competenza che le Province oggi chiedono di poter gestire con dignità per garantire la sicurezza a migliaia e migliaia di studenti, insegnanti, genitori. Lasciateci fare gli investimenti nelle nostre scuole – chiede Saitta al Governo – verificate con ogni Provincia un piano di lavori e sbloccate i fondi per l’edilizia scolastica.

Ci aspettiamo che il Governo, cui abbiamo chiesto oggi come Upi un incontro urgente su questi temi, ci riceva quanto prima, ma se non avremo risposte annuncio che la Provincia di Torino impugnerà al Tar il decreto sui tagli ai bilanci per il 201, e che, come Vice Presidente dell’Upi porterò questa nostra azione all’attenzione di tutte le altre Province”.

 

Riordino Province e tagli ai bilanci

“Il Governo si appresta a varare il decreto legge di riordino delle Province, ma con i drammatici tagli ai bilanci imposti dalla spending review e dalla legge di stabilità tutto il processo rischia di essere compromesso”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, annunciando di avere richiesto un incontro urgente al Presidente del Consiglio Mario Monti e  al Ministro dell’Economia Vittorio Grilli “perché se non si trova una soluzione per alleggerire i tagli, le nuove Province che nasceranno dal riordino non avranno alcuna possibilità di amministrare i territori”.

“La spending review – sottolinea Castiglione – ci ha imposto un taglio, in soli quattro mesi, di 500 milioni di euro che impatta  sulle Province obbligando ad una riduzione dei bilanci di oltre il 26%.  Con numeri di questa portata è evidente che non si tratta di andare a rivedere la spesa improduttiva, ma di bloccare qualunque attività, anche l’ordinaria amministrazione. I nostri bilanci, lo abbiamo detto con chiarezza, non sono in grado di sopportare queste misure e molte Province andranno al dissesto e non rispetteranno il Patto di stabilità.

Se non si interverrà immediatamente adottando misure in grado di alleggerire il peso delle manovre sulle Province, il riordino che vedrà impegnate le amministrazioni per  tutto il 2013 rischia per questo di essere compromesso in partenza.

Ci troveremo a dovere accorpare Province con bilanci in dissesto e le nuove istituzioni che nasceranno non potranno  dare seguito alle funzioni fondamentali che sono state loro assegnate, dalla difesa dei territori alla gestione della viabilità, dalla gestione dell’edilizia scolastica alla pianificazione alla tutela dell’ambiente.

Mi auguro che il Presidente Monti sia disposto ad ascoltarci quanto prima – conclude Castiglione – altrimenti ci troveremo a gestire un processo che è già compromesso in partenza”. 

 

Riordino Province: il Governo incontra l’Unione Province d’Italia

“Il Governo ha finalmente accolto la nostra richiesta: venerdì incontreremo i Ministri Cancellieri e Patroni Griffi  per discutere del riordino delle Province, prima che il Governo definisca e approvi il decreto”.

Lo annuncia il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, sottolineando come “l’incontro servirà per confrontarci sulle decisioni intende assumere in merito al decreto legge di riordino delle Province.

L’Upi – sottolinea Castiglione – ribadirà la propria netta contrarietà allo scioglimento anticipato delle Province, ma torneremo a sottolineare con forza che è necessario rivedere i tagli insostenibili alle Province.

Lo stesso Presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, oggi nel corso di una audizione sulla Legge di Stabilità, ha ricordato come circa il 75% delle riduzioni di spesa è posto a carico degli enti locali: di questi ben 1,2 miliardi per il 2013 sono a carico delle Province.  E’ una situazione inaccettabile su cui il Governo deve riflettere e ascoltare le nostre proposte”.

L’incontro si terrà venerdì 26 ottobre alle ore 15,00 presso il Ministero dell’Interno.

 

Assemblea Province della Regione Sardegna

“Facciamo partire da Cagliari, oggi, una proposta condivisa di riforma e di riordino delle Province sarde, dimostrando una capacità innovativa e una grande coesione istituzionale, e chiediamo alla Regione di assumersi le sue responsabilità a tradurre questa proposta in una legge regionale. Chiediamo quindi alla Regione Sardegna di aprire un tavolo di lavoro con le Province per definire la proposta di legge che consenta alla Sardegna di uscire dal caos e consegni ai cittadini una amministrazione più moderna ed efficace. In questo tavolo di lavoro, lontano dagli slogan della demagogia, si può parlare di accorpamenti di Province, a partire dalle 4 Province storiche per ridisegnare in modo innovativo gli enti di area vasta della Sardegna”. Lo dichiara il Vice Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, a conclusione dell’Assemblea delle Province della Sardegna che si è svolta oggi a Cagliari, nella quale i Presidenti e i Consigli delle Province hanno approvato una proposta di riordino coerente con quanto disposto dal Governo nazionale.  “La Sardegna – ha detto Saitta – può essere un vero e proprio laboratorio, può rappresentare il primo gradino di una riforma istituzionale che può essere esportata anche nelle altre Regioni a statuto speciale: ma c’è bisogno di abbandonare la demagogia e di tornare ad assumersi, tutti insieme, il coraggio delle scelte per il bene delle comunità. Le Province sono dunque pronte a fare la loro parte, riordinando il territorio intorno alle 4 amministrazioni storiche, ma chiedono alla Regione l’impegno a cancellare tutte le società, gli enti, i consorzi e a delegare a Comuni e Province le funzioni che oggi esercitano. Vogliamo delle Province con funzioni chiare, che lascino ai Comuni, singoli o associati, la gestione delle funzioni di prossimità,  e gestiscano in modo autorevole e con una legittimazione democratica quelle funzioni di area vasta necessarie per uno sviluppo ordinato di tutto il territorio.  Con chiare funzioni e con le dimensioni adeguate chiederemo al Parlamento di restituire una piena legittimazione democratica alle Province, prevedendo l’elezione diretta da parte dei cittadini dei loro organi di governo” .

Riordino Province, Castiglione – Ribadiamo no a scioglimenti anticipati.

“Da più di una settimana abbiamo richiesto al Ministro Cancellieri e al Ministro Patroni Griffi per risolvere questioni estremamente complesse legate alla conclusione del processo di riordino delle Province. Riteniamo che sia un errore trattare temi così delicati, come lo scioglimento di organi eletti democraticamente dei cittadini, a colpi di comunicazione. Il rischio è di gettare nuovo caos intorno ad un percorso che è di estrema delicatezza, perché da il via ad una riforma straordinaria del governo dei territori”.

Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, ribadendo la richiesta dell’Upi di un incontro urgente con il Ministro dell’Interno e il Ministro della Pubblica Amministrazione e semplificazione: “nel quale affrontare questioni determinanti, come la ripartizione del patrimonio mobiliare e immobiliare, il ridisegno dei bilanci e soprattutto la salvaguardia e la valorizzazione del personale delle Province.

Per quanto riguarda le scadenze della amministrazioni in carica – sottolinea Castiglione –  noi abbiamo detto chiaramente che siamo contrari a scioglimenti anticipati, perché il processo di accorpamento è troppo delicato per potere essere gestito da un commissario. Ci aspettiamo una convocazione urgente, per proseguire e portare a termine il processo di riordino delle Province con lo stesso spirito di cooperazione istituzionale che ha caratterizzato fino ad oggi tutto il percorso”. 

 

Il Congresso del Consiglio d’Europa sulla riforma delle province in Italia

Qualsiasi cambiamento il parlamento italiano deciderà di apportare nell’assetto delle province, tenga conto della necessità democratica che i consiglieri rimangano di elezione diretta, da parte dei cittadini. Qualsiasi altra forma di nomina – per esempio l’elezione di secondo grado, da parte di altra istituzione – sarebbe limitativa del sacrosanto principio di democrazia locale.

Questo il monito del Congresso dei Poteri Locali e Regionali, riunito in sessione ordinaria a Strasburgo. L’ultima giornata è stata dedicata al problema della riforma istituzionale in Italia e in modo particolare al riassetto delle province. Il dibattito è partito dal rapporto del capo gruppo della delegazione italiana Emilio Verrengia.

«Nella maggior parte degli stati membri del Consiglio d’Europa il sistema istituzionale si basa su tre livelli governativi; Ogni livello è previsto e sancito dalla Costituzione», ha spiegato all’Assemblea, Verrengia. «Ed è previsto che i membri di tali assemblee locali siano composte da eletti dal popolo. Infatti ai poteri locali sono attribuite diverse funzioni determinanti per la vita  dei cittadini, soprattutto peri problemi ambientali, di sviluppo economico e di trasporti, insegnamento e altro».

Alludendo ai vari manifesti di associazioni che si sono schierati per il mantenimento dei livelli intermedi di governabilità, Verrengia si è augurato che qualsiasi riforma istituzionale garantisca il ruolo insostituibile degli enti locali come punti chiave della democrazia locale.

«Il Congresso – ha aggiunto il capo della delegazione italiana a Strasburgo – è particolarmente preoccupato per le riforme annunciate in Italia, soprattutto che l’autorità locale non sia composta da membri eletto dai cittadini ma da altri organismi. Questo indebolirebbe i livelli intermedi e la loro importante funzione. L’elezione diretta dei consiglieri garantisce un alto profilo democratico e di governabilità. Ecco perché, seppure siano necessari i tagli ad apparati locali, le riforme rispettino la Charta europea della democrazia locale, ma soprattutto, ripeto, che i consigli siano composti da membri eletti dai cittadini».

LE ISTITUZIONI PUBBLICHE AL PASSO CON I TEMPI:PER LORO IL CENSIMENTO È SOLO ON LINE

Sono circa 13mila le istituzioni pubbliche coinvolte nel Censimento dell’industria e dei servizi. Si tratta, in particolare, di tutti gli organi costituzionali e di rilievo costituzionale, le agenzie fiscali, le autorità amministrative indipendenti, gli enti produttori di servizi economici, le Regioni e le Province autonome, gli enti locali e altre tipologie istituzionali quali le Camere di Commercio, gli enti regionali di sviluppo agricolo, i consorzi fra enti pubblici, le università e gli Enti e Istituzioni di ricerca, i collegi e gli ordini professionali.
L’intera operazione viene realizzata tramite web.

GLI OBIETTIVI
Lo scopo della rilevazione è la definizione di un preciso quadro informativo statistico sulle peculiarità strutturali e organizzative del settore pubblico in Italia, con particolare attenzione alle unità territoriali e alle sedi decentrate.
Per questo l’Istat acquisisce informazioni tradizionali, ma anche dati relativi ai processi di modernizzazione del settore, come quelli relativi all’amministrazione sostenibile, all’Ict e alle modalità di erogazione dei servizi sul territorio.

LE MODALITÀ
Si è conclusa il 20 settembre la prima fase in cui a ogni istituzione è stato chiesto di aggiornare le informazioni anagrafiche, fornire  l’elenco delle proprie unità locali e  individuare la persona incaricata del coordinamento della rilevazione. Il mondo delle istituzioni ha risposto con efficienza e tempestività.  Inizia  ora la seconda fase.

Dal 1° ottobre, infatti, l’Istat fornisce a ciascun dirigente o funzionario incaricato del coordinamento della rilevazione le credenziali d’accesso a un questionario on line che si articola in due modelli:
•    un modello per l’Unità istituzionale, con il quale si chiedono informazioni riferite all’istituzione nel suo complesso;
•    un modello per le Unità locali, con il quale si chiedono informazioni riferite a ciascuna di esse.

Il 15 ottobre il questionario sarà accessibile anche alle scuole pubbliche italiane di ogni ordine e grado. Per tutti, le risposte dovranno fotografare la situazione esistente al 31 dicembre 2011, data di riferimento del Censimento.

Le operazioni di raccolta dei dati devono concludersi entro il 20 dicembre 2012. I risultati verranno diffusi entro la seconda metà del 2013.
Sul sito http://censimentoindustriaeservizi.istat.it  è disponibile la documentazione e l’accesso al questionario on line.

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