Categoria: Istituzioni e Riforme

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Riordino Province e scioglimento Consigli

“Il riordino delle Province è un processo delicato e che comporta non pochi conflitti sui territori. A gestirlo, se davvero vogliamo che arrivi a termine con la nascita delle nuove Province, devono essere i politici che sono stati eletti dai cittadini a guidare le amministrazioni. Cancellare i consigli adesso rischia di creare nuovi conflitti e di confondere l’obiettivo principale di questa riforma, che è di riorganizzare i governo locali a partire dalle Province”. 

Lo dichiara il Presidente dell’Unione delle Province italiane, Giuseppe Castiglione, che ha inviato oggi una lettera al Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri e al Ministro per la Pubblica amministrazione e semplificazione Filippo Patroni Griffi, per chiedere  un incontro urgente sul riordino delle Province.

“A partire dal prossimo anno, dopo che il Governo e il Parlamento avranno varato il riordino – spiega Castiglione – si dovrà dare vita alle nuove Province che saranno territorialmente e demograficamente molto grandi e che avranno funzioni certe in settori chiave del governo locale, dalla pianificazione dell’ambiente alla salvaguardia dei territori, dalla gestione del trasporto pubblico locale alla viabilità provinciale fino alle funzioni di gestione dell’istruzione secondaria superiore.

E’ evidente – sottolinea il Presidente dell’Upi – che  un percorso di questo genere non può essere guidato se non da una classe politica di amministratori che sono stati votati dai cittadini e che possono con responsabilità e autorevolezza portare a compimento il processo”.

RIORDINO DELLE PROVINCE

Il 26 settembre il Cal Abruzzo ha già approvato la proposta di riordino

L’ipotesi prevede la riduzione delle Province dalle attuali 4 a 2
Le nuove Province dell’Abruzzo sarebbero dunque: L’Aquila-Teramo; Pescara-Chieti

Il 1 ottobre hanno votato i Cal Liguria, Veneto, Emilia Romagna e Marche

Emilia Romagna: l’ipotesi votata prevede la riduzione delle Province dalle attuali 9 a 4 più la Città metropolitana di Bologna.
Le nuove Province dell’Emilia Romagna sarebbero dunque: Piacenza-Parma; Reggio Emilia-Modena; Ferrara; Ravenna-ForlìCesena- Rimini .

Liguria: l’ipotesi votata prevede la riduzione delle Province dalle attuali 4 a 2 più la Città metropolitana di Genova.
Le nuove Province della Liguria sarebbero dunque: Savona-Imperia; La Spezia

Marche: l’ipotesi votata prevede la riduzione delle Province dalle attuali 5 a 4.
Le nuove Province delle Marche sarebbero dunque: Ancona; Pesaro-Urbino; Macerata; AscoliPiceno-Fermo.

Veneto: l’ipotesi votata prevede il mantenimento delle attuali 6 Province e l’istituzione della Città metropolitana di Venezia.
Le Province del Veneto sarebbero dunque: Belluno; Treviso; Padova; Vicenza; Rovigo e Verona.

Il 2 ottobre si sono svolte le riunioni dei Cal Lombardia, Toscana, Lazio e Campania.

Lombardia: l’ipotesi votata dal Cal Lombardia prevede la riduzione delle Province dalle attuali 12 a 8 più la Città metropolitana di Milano.
Secondo questa ipotesi, le nuove Province della Lombardia sarebbero: Pavia; Lodi-Cremona; Mantova; Brescia; Bergamo; Sondrio; Como – Lecco – Varese; Monza Brianza.

Toscana: il Cal Toscana non ha preso posizione ed ha deciso di inviare al Consiglio Regionale due diverse proposte. La prima, presentata dall’Upi regionale, prevede la riduzione delle Province dalle attuali 10 a 5 più la Città metropolitana di Firenze.
Secondo questa ipotesi le Province della Toscana sarebbero: Massa-Lucca; Prato-Pistoia; Siena-Grosseto; Arezzo; Pisa-Livorno.
La seconda ipotesi prevede la riduzione delle Province da 10 a 4 più la Città metropolitana di Firenze. Secondo questa ipotesi le Province della Toscana diventerebbero: Massa-Lucca-Pisa-Livorno; Prato-Pistoia, Siena-Grosseto, Arezzo.

Lazio: Il CAL Lazio, anche a seguito della decisione della Regione Lazio di presentare ricorso alla Corte Costituzionale sull’articolo 17 della Legge 135/2012, ha deliberato di non presentare proposte di riordino.

Campania: Il Cal Campania ha deliberato la richiesta al Presidente della Regione di presentare una proposta di deroga per evitare l’accorpamento della Provincia di Benevento alla Provincia di Avellino.  

Per oggi sono previste le riunioni dei Cal di Piemonte e Umbria.

PROVINCE RIORDINO E COSTI POLITICA

“Aspettiamo di vedere cosa deciderà nel prossimo Consiglio dei Ministri il Governo Monti sui costi della politica locale. Certo è che la trasparenza massima deve essere il punto di ripartenza per tutta la politica italiana, da quella nazionale a       quella locale”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione, chiarendo come “le vicende riportate oggi dal quotidiano La Repubblica si riferiscono a fatti degli anni passati, già risolti. Le Province hanno avviato un percorso virtuoso di tagli sia rispetto al numero di assessori e consiglieri che in quanto a gli emolumenti dei politici. Attualmente i Consiglieri Provinciali sono passati da un numero di circa 4000 nel 2010 a 2.700 circa. Gli assessori, dai 1.700 circa dello stesso anno, sono oggi 773. A questo si aggiunge il riordino che è stato avviato a seguito della proposta avanzata dall’Unione delle Province italiane, che porterà a ridurre le amministrazioni provinciali in modo da assicurare a queste istituzioni una dimensione territoriale tale da potere esercitare al meglio le funzioni di area vasta che la Costituzione assegna loro”.

Quanto al riordino, rispondendo a Confesercenti che oggi parla di un processo bloccato, per cui sarebbe stata meglio l’abolizione totale, Castiglione spiega che “Il processo di riordino delle Province e delle Città metropolitane è ormai avviato, nonostante, come ovvio, le difficoltà e le resistenze che sono emerse nei territori. E’ un percorso virtuoso, che le Unioni Regionali delle Province stanno sostenendo con forza, cercando sempre la massima collaborazione con le Regioni e i Comuni dei territori. Siamo convinti che da questo processo si svilupperà un nuovo modello di amministrazione locale e statale più snello in grado di sostenere il rilancio del Paese e l’uscita dalla crisi. Per questo tutti devono sentire la responsabilità di portare a termine questo processo con trasparenza e responsabilità”.

Questa settimana infatti si concluderà la prima fase del processo di riordino delle Province. Entro il 3 ottobre i Consigli delle Autonomie Locali (o dove non presenti le Conferenze Permanenti delle Autonomie) voteranno le prime ipotesi di riordino da consegnare alle Regioni, cui spetterà entro il 25 ottobre massimo definire la proposta definitiva da inviare al Governo.

Indagine comparata sul “Livello di governo intermedio” in Europa

In questo difficile momento politico ed economico il tema delle riforme istituzionali e territoriali ha assunto una forte rilevanza in tutta Europa e sono in corso dibattiti che direttamente guardano al ruolo e alle competenze dei Poteri Locali Intermedi in diversi Paesi europei.

 

Le esperienze tuttavia non sono state sistematicamente confrontate e poco si sa delle modalità eventuali con le quali le amministrazioni provinciali e gli enti equivalenti si sono adattate alle trasformazioni dei contesti istituzionali, politici, finanziari e territoriali nei quali si trovano a lavorare.

 

In questa logica abbiamo ritenuto opportuno aderire e sostenere una vasta indagine comparata sugli enti intermedi di governo in Europa, promossa da una rete di sedici istituti di ricerca e coordinata per l’Italia dalla Prof.ssa Annick Magnier e dal Prof. Carlo Baccetti del Dipartimento di Scienza della Politica e Sociologia dell’Università degli Studi di Firenze.

 

Il questionario oggi in distribuzione vuole completare l’indagine già realizzata sui Presidenti di Provincia, per delineare al meglio il ruolo della Provincia e degli enti europei di simile livello nella configurazione attuale delle istituzioni locali e nel contesto dell’integrazione europea, le opinioni sulle prospettive di riforma.

 

É evidente l’importanza particolare che riveste la ricerca, in Italia, in queste settimane, nel quadro dell’attuale dibattito politico-istituzionale nazionale sulla razionalizzazione del sistema delle autonomie.

 

Il questionario è compilabile direttamente online sul file allegato. Per apporre la crocetta, seleziona il quadratino scelto e digita la “X”.  Se lo riterrai necessario, potrai stampare il questionario, compilare la versione cartacea apponendo le crocette con la penna e spedire il questionario scannerizzato per mail.


Una volta compilato il questionario va inviato ai seguenti indirizzi email  [email protected] e [email protected] ossia ai recapiti della Prof.ssa Annick Magnier e del Prof. Carlo Baccetti che cureranno personalmente la ricerca.

 

Documenti allegati:

IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI FIRENZE SU L’UNITA’ DI OGGI

“Mentre le Province venivano depredate di ogni risorsa necessaria al funzionamento dei servizi, nelle Regioni c’era anche chi poteva permettersi le ostriche”. Questo il commento amaro che il Presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, ha rilasciato in un fondo pubblicato sul quotidiano L’Unità di Oggi.
In allegato, l’articolo, nel quale il Presidente Barducci sottolinea che “mentre per i gruppi consiliari di qualche Regione gli stanziamenti milionari aumentavno in modo esponenziale, la scure dei tagli si abbatteva pesantemente sui bilanci degli enti provinciali. E pazienza se mancano i soldi per mettere in sicurezza le scuole”.

Documenti allegati:

Riforme istituzionali: con Province accorpate ridurre Regioni

“Abbiamo sempre detto che il riordino delle Province dovesse essere considerato solo il primo passo di un percorso generale di riforma delle istituzioni locali. E’ evidente che ora che le Province stanno avviando il percorso di riorganizzazione che le porterà a ridursi quasi della metà nel numero, bisognerà cominciare a lavorare ad una conseguente riduzione del numero delle Regioni”.

E’ il commento del Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, alle dichiarazioni del Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, che dal quotidiano Il Mattino lancia la proposta di riorganizzazione delle Regioni.

“Non posso che essere d’accordo con il Presidente Caldoro – prosegue Castiglione –  anche perché al termine della riforma delle Province, con la nascita delle nuove grandi aree vaste, saranno diverse le Regioni con dimensione territoriale e demografica inferiore alle Province stesse.

Quando abbiamo presentato al Governo e al Parlamento la nostra proposta di riforma – sottolinea il Presidente dell’Upi –  avevamo chiarito che, per avere efficacia, la riduzione delle Province doveva essere considerata solo il primo passo.

Ma non si tratta solo di rivedere confini geografici, perché il tema vero è l’urgenza di riportare le Regioni a svolgere i compiti che sono loro assegnati dalla Costituzione –  le funzioni legislative, di coordinamento e programmazione – riportando le funzioni amministrative in capo a Comuni e Province.

Le Regioni invece negli anni sono diventati dei carrozzoni in cui si fa di tutto, direttamente o attraverso la miriade di società che sono state istituite per gestire competenze amministrative tipiche degli enti locali.

Per questo – conclude Castiglione – mi auguro che adesso si possa riprendere quel cammino di autoriforma che lo scorso anno era stato annunciato dalle Regioni, e che invece è stato portato fino in fondo solo dalle Province”.

 

Roma, 24 settembre 2012

Riordino Province: la posizione della Presidenza UPI

“Il processo di riordino delle Province è ormai avviato. L’Upi nazionale e le Upi regionali sono impegnate affinché si concluda nei tempi definiti dalla legge nel pieno rispetto delle procedure e dei termini indicati. Le nuove province che nasceranno da questo riordino, con funzioni chiare e definite, potranno rispondere a pieno al ruolo di istituzioni di governo di area vasta”.

Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, al termine della riunione dell’Ufficio di presidenza dell’Upi cui hanno preso parte anche i Presidenti delle Upi regionali, convocata per monitorare lo stato del dibattito sui territori in merito al riordino delle Province.

“Da questo incontro è emerso che, dovendo gestire un processo molto complesso che impatta direttamente sulle vite delle comunità e che si pone l’obiettivo di migliorare e  modernizzare il sistema di governo locale, le Upi regionali stanno lavorando in accordo con i Comuni e le Regioni per definire l’assetto delle nuove Province e presentare proposte fortemente condivise dai territori.

 Il percorso necessariamente procede seguendo quanto disposto dalla legge 135/2012, sia per quanto attiene alla tempistica, sia per i parametri indicati. In alcune Regioni lo stato del dibattito è molto avanzato, in altre, anche per le problematiche legate alla istituzione delle Città metropolitane, i nodi da affrontare sono diversi.

Certo è – sottolinea il Presidente Castiglione – che i tagli ai bilanci imposti dalla spending review inseriscono gravi criticità nel percorso di riforma , perché, come la stessa Corte dei Conti ha denunciato, il default degli enti è ormai certo.

E gestire gli accorpamenti delle Province con i bilanci in dissesto è quasi impossibile”.

Nel pomeriggio, una delegazione della Presidenza dell’Upi composta dal Vice Presidente Vicario Antonio Saitta, Presidente della Provincia di Torino, dal Vice Presidente Massimo Ferrarese, Presidente della Provincia di Brindisi, dal Presidente del Consiglio Direttivo, Fabio Melilli, Presidente della Provincia di Rieti e dal Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza, incontrerà a Palazzo Vidoni il Ministro della Pubblica Amministrazione e della Semplificazione Filippo Patroni Griffi, per riportare al Governo lo stato di attuazione del processo di riordino nei territori.

Intanto il Ministero della Pubblica Amministrazione ha diffuso oggi il volume Province Istruzioni per l’uso, scaricabile al link

http://www.funzionepubblica.gov.it/media/1001068/le_province_istruzioni_per_luso.pdf

Le Province, istruzioni per l’uso

Il volume è scaricabile da questo link http://www.funzionepubblica.gov.it/media/1001068/le_province_istruzioni_per_luso.pdf

Documenti allegati:

Riforma delle Province: il 13 settembre riunione in Upi

Riunione congiunta dell’Ufficio di Presidenza dell’Upi insieme ai Presidenti delle Upi regionali il 13 settembre prossimo, a Roma, a partire dalle ore 11,00. Un incontro fissato per fare un primo punto sullo stato di avvio del confronto sui territori sulla riorganizzazione delle Province stabilita con la legge 135/2012 varata il 7 agosto scorso.

“In tutte le Regioni – sottolinea il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione – si è entrati nella fase operativa e, laddove questi organismi sono operativi, sono stati calendarizzati i lavori dei Consigli delle Autonomie Locali.

Da qui alle prossime settimane saranno già pronte le prime proposte, in linea con i tempi indicati dalla legge. Nella riunione di giovedì prossimo vogliamo tracciare un primo quadro generale dello stato di avanzamento delle ipotesi operative sui territori, per verificare quali siano le principali criticità e trovare le possibili soluzioni.

Il riordino delle Province e l’istituzione delle Città metropolitane avviate con gli articoli 17 e 18 della spending review – sottolinea poi Castiglione – rappresentano una occasione importante per avviare, a partire dalle Province, una riforma della pubblica amministrazione locale.  E’ evidente che, perché questo processo determini i risultati sperati e non si traduca in una contesa tra campanili, è necessario assicurare il massimo coinvolgimento delle comunità e la massima collaborazione tra tutte le istituzioni, Regioni Province e Comuni. La legge varata apre spazi importanti affinché il riordino avvenga con il concorso di tutti”.

Per aggiornare il Governo sullo stato di avanzamento delle ipotesi di riordino delle Province, il Presidente Castiglione ha chiesto al Ministro Patroni Griffi un incontro, da tenersi presumibilmente nel pomeriggio del 13 settembre stesso, al termine dei lavori dell’Ufficio di Presidenza dell’Upi .

Riforma province e nuovi parametri: l’Upi scrive al Presidente dell’Istat Giovannini

Inizia la fase di definizione delle nuove Province, avviata con le norme di riordino contenute nella Legge 135/2012, la spending review. Fondamentali in questo percorso saranno i dati dell’ultimo censimento, che, secondo la legge, dovranno essere i dati Istat relativi all’ultimo censimento ufficiale, comunque disponibili alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto stesso. Saranno quelli infatti i dati di riferimento rispetto ai quali ci si dovra’ confrontare per individuare con certezza le aree vaste con più’ di 350 mila abitanti e oltre 2.500 chilometri quadrati. Per questo il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione ha inviato una lettera al Presidente dell’Istat, Luigi Giovannini, affinché l’Istituto possa  “offrire la disponibilità a fornire il supporto necessario alle Province, alle loro Unioni regionali e ai Consigli regionali delle autonomie locali sui dati certificati comunque disponibili nell’ambito delle statistiche ufficiali, nel caso in cui ci sia una richiesta in tal senso”.

“Con le norme di riordino delle Province – scrive Castiglione a Giovannini – si e’ avviata una profonda riforma delle istituzioni provinciali con l’individuazione delle funzioni fondamentali di area vasta e l’avvio di un percorso di revisione delle circoscrizioni territoriali di area vasta che porterà alla riduzione del numero delle Province, all’istituzione delle città metropolitane e ad un complessivo riordino delle amministrazioni pubbliche nel territorio.

Tutte le Province italiane in questi giorni sono impegnate nei territori per arrivare, entro il prossimo 2 ottobre, alla condivisione di ipotesi di riordino delle circoscrizioni provinciali, nell’ambito dei Consigli regionali delle autonomie locali,  che tengano conto dei criteri stabiliti dal governo e, allo stesso tempo, siano effettivamente sostenibili nei territori.

Ma in alcuni casi, come per esempio quello di Arezzo, la provincia non rientrerebbe nei criteri previsti dal Governo in base ai dati provvisori del censimento sulla popolazione 2011, mentre dai dati anagrafici risulterebbe che i residenti della provincia supererebbero la soglia di 350.000 abitanti” .

Da qui la richiesta all’Istat a fornire il supporto necessario alle Province: a questo scopo l’Upi garantirà la piena disponibilità del CUSPI e degli Uffici di statistica delle Province ad affiancare e sostenere l’Istat in questo impegno.

WORLD URBAN FORUM: LA RIFORMA DELLE PROVINCE E LE CITTA’ METROPOLITANE

“I bilanci delle Province non reggeranno i tagli: da qui al 2013 tutti gli enti rischiano il dissesto. Il Governo deve comprendere che questa e’ una emergenza su cui si deve intervenire subito”. Lo ha detto il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione intervenendo al World Urban Forum in corso a Napoli. “Abbiamo iniziato un monitoraggio tra le Province, per capire cosa sta accadendo con la riapertura delle scuole. Dalle prime verifiche e’ evidente la grande difficolta che gli Enti stanno attraversando per assicurare i servizi scolastici, tanto che molti si sono visti costretti a chiudere le scuole nel pomeriggio, per abbattere i costi di manutenzione. Ma cosi a pagare i disagi sono i cittadini, le famiglie, gli studenti”. Il Presidente ha poi ribadito la richiesta avanzata al Governo di intervenire a modificare i tagli “La prossima settimana – ha detto – abbiamo una riunione importante della Conferenza Stato città a cui abbiamo chiesto sia presente anche il Commissario Bondi. Ci aspettiamo di potere definire con lui una nuova agenda dei lavori, che ci permetta davvero di fare un quadro reale  delle ripercussioni dei tagli e delle possibili soluzioni in modo da aprire su questo fronte un confronto leale con il Governo. Confronto che su questi temi fino ad oggi è mancato”
Castiglione si è poi soffermato sul tema della riforma delle Province avviata con la spending review dal Governo Monti. “Noi – ha detto – crediamo fortemente nella possibilità che la riorganizzazione introdotta con l’articolo 17 della spending review possa rappresentare una riforma epocale per l’amministrazione dei governi locali. C’è però una questione che per noi resta dirimente e su cui aspettiamo anche di conoscere il giudizio della Corte Costituzionale che si pronuncerà il 6 novembre prossimo: il modello elettorale che si vorrà adottare per le nuove Province. Lo dico con chiarezza: è del tutto impossibile immaginare che grandi Province, chiamate ad amministrare territori cosi vasti come quelle che nasceranno dopo il riordino,  non siano governate da persone elette dai cittadini ma da rappresentanti nominati dalla politica. Pensare di trasformare le Province in enti di secondo livello, sul modello di quei consorzi di comuni che hanno sempre fallito, sarebbe come condannare all’immobilità e impedire lo sviluppo delle aree vaste del Paese. Per questo ci aspettiamo che il Parlamento, dopo il responso della Consulta e dopo che il Governo avrà varato la legge di riordino delle Province, avvii il dibattito sul modello elettorale e riconsegni ai cittadini, come giusto, la possibilità di scegliere chi debba amministrarli”.
Anche sulle Città metropolitane il Presidente dell’Upi ha sottolineato come “l’articolo 18, che da il via ad un percorso che alcune aree del Paese aspettano da decenni, va colto positivamente, perché può essere l’occasione per offrire un sistema di governance più moderno ed efficiente alle aree in cui vive il 31% della popolazione nazionale e si produce il 34% del nostro PIL. Le città metropolitane avranno infatti anche la responsabilità, e la capacità di agire da motori di sviluppo per la ripresa del Paese, collegandosi all’Unione europea e cogliendo a pieno tutte le opportunità che verranno messe a disposizione per le grandi aree urbane nella futura programmazione dei fondi comunitari. Dall’Agenda digitale alle infrasturrure, dalle politiche energetiche alla promozione della banda larga: le grandi aree urbane sarnno al centro delle politiche europee da qui al 2020 e per cogliere le occasioni che la nuova programmazione offre le nuove istituzioni saranno indispensabili”.

In allegato, il testo dell’intervento del Presidente Castiglione

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L’evoluzione delle circoscrizioni provinciali dall’Unità d’Italia ad oggi

Il decreto legge 95/12 pone con forza l’esigenza di un riordino territoriale delle province nella prospettiva dell’istituzione delle città metropolitane e di una più complessiva riforma della pubblica amministrazione.
Lo scritto allegato, elaborato nell’ambito di una ricerca coordinata dalla professoressa Ida Nicotra dell’Università di Catania, segue l’evoluzione delle circoscrizioni provinciali nei 150 anni di storia unitaria del Paese e offre un contributo di approfondimento al lavoro che i Consigli regionali delle autonomie locali e le Regioni dovranno fare per definire le proposte di riordino delle Province.

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