Categoria: Istituzioni e Riforme

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“PRENDITI CURA DELLA CULTURA: DIVENTA MECENATE!” IL MUSEO DI STORIA NATURALE LANCIA LA CAMPAGNA ART BONUS PER LA RACCOLTA DI DONAZIONI

Il Museo di Storia Naturale lancia la campagna Art Bonus per la raccolta di donazioni. Una vera e propria “chiamata alle arti” con l’obiettivo di promuovere donazioni ed erogazioni liberali a favore dello sviluppo della struttura di Villa Henderson. Dopo il successo raggiunto nel 2023 al concorso nazionale Art Bonus, la Provincia di Livorno ha nuovamente inserito il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo  sul sito web nazionale Art Bonus, su cui si trovano tutte le info sui progetti da sostenere e per i quali chiunque, persona fisica o giuridica, può effettuare donazioni in denaro godendo di benefici fiscali sotto forma di credito di imposta.

“Dopo la vittoria del concorso nazionale Art Bonus 2023 nella categoria “Beni e luoghi della Cultura”, resa possibile dal prezioso sostegno di tutta la comunità cittadina e provinciale – afferma la direttrice del Museo Anna Roselli ora passiamo alla fase successiva, lanciando una vera e propria raccolta di donazioni a sostegno dei progetti di azione e valorizzazione del Museo”.

 

I progetti che possono essere sostenuti nel 2024 con erogazioni liberali sono:

  1. “UN MUSEO PER APPRENDERE UN MUSEO PER VIVERE. 2024”
    2. “ADOTTA UNA SALA. 2024”

 

“La Provincia – sottolinea la Presidente Sandra Scarpellini – è oggi impegnata nella realizzazione delle opere finanziate dal PNRR, finalizzate a rendere il nostro un Museo completamente accessibile. La richiesta di contributo si inserisce nel più ampio intervento in corso e rappresenta un importante sostegno, in questo difficile momento,  per il raggiungimento dell’obiettivo. Un’occasione a portata di chiunque per contribuire alla riqualificazione del Museo, con una donazione che permetterà non soltanto l’ampliamento delle attività di divulgazione della cultura scientifica rivolte al mondo della scuola, ma anche il completamento dei lavori di rinnovo, aggiornamento e adeguamento delle sale espositive del complesso museale di Villa Henderson”. 

Una struttura molto amata dai ragazzi che la frequentano quotidianamente sia in visita, sia come luogo di studio, e che vede la presenza attiva di numerose associazioni che animano la vita del museo con molteplici attività di divulgazione culturale e scientifica.

“Il Museo del Mediterraneo – evidenzia la direttrice Roselli – si conferma un complesso pluridisciplinare e polifunzionale, con un  consolidato ruolo di centro propositivo e di coordinamento per programmi di: ricerca, conservazione, didattica, divulgazione scientifica e culturale, educazione ambientale ma anche quale luogo riconosciuto di aggregazione sociale e culturale e di formazione lungo l’arco della vita per la comunità ospitante. L’invito che rivolgiamo al nostro pubblico, quindi, è quello di prendersi cura della cultura, diventando mecenati!”

 

Tutte le informazioni dettagliate sull’iniziativa Art Bonus e sulle detrazioni fiscali sono disponibili sul sito web artbonus.gov.it

Le informazioni specifiche sui progetti del Museo si trovano al link: https://artbonus.gov.it/lista-interventi.html Categoria=Province&regione=9&tipologia=BeneCulturale%2CIstituto&entebeneficiario=2762

Le donazioni a favore del Museo si possono effettuare durante tutto il 2024, tramite un semplice  bonifico bancario, su cui riportare i seguenti dati:

 

BENEFICIARIO: Provincia di Livorno

IBAN: IT89U0103013900000008800061

presso Monte dei Paschi di Siena – Livorno TESORERIA PROVINCIALE

 

CAUSALE:

  1. “Art Bonus – Provincia di Livorno – MUSEO DI STORIA NATURALE DEL MEDITERRANEO – Un Museo per apprendere un Museo per vivere. 2024”

Codice fiscale o P. Iva del mecenate

 

oppure

 

  1. “Art Bonus – Provincia di Livorno – MUSEO DI STORIA NATURALE DEL MEDITERRANEO – Adotta una Sala”

Codice fiscale o P. Iva del mecenate

 

Le detrazioni avranno effetto sulla dichiarazione dei redditi per persone fisiche o giuridiche che sarà presentata nel 2025.

 

 

Per maggiori informazioni e chiarimenti: 

 

Scrivere a a.roselli@provincia.livorno.it oppure [email protected]

Telefono  0585 266711 o cell. 338 6295943 – Dr.ssa Anna Roselli

PROVINCIA DI VIBO VALENTIA. CON LA CONVALIDA DEGLI ELETTI SI INSEDIA IL NUOVO CONSIGLIO PROVINCIALE

Con la convalida degli eletti – sancita con le formule amministrative di rito dal segretario generale, Domenico Arena – si è insediato ufficialmente il nuovo Consiglio della Provincia di Vibo Valentia. Il secondo da quando è in carica il presidente Corrado Antonio L’Andolina (il cui mandato è di 4 anni), poiché la legge elettorale in vigore (la cosiddetta Delrio) prevede l’elezione del Consiglio ogni due anni.

La nuova assise provinciale è dunque composta da: Carmine FranzèSerena Lo Schiavo e Vincenzo Pagnotta (Centro Destra per Vibo); Cosimo Nicola Papa, Alessandro Lacquaniti e Giampiero Calafati (Vibo al Centro Unica e legata nella concretezza); Nicola Lasorba e Antonino Schinella (Democratici e Progressisti per la Provincia di Vibo Valentia); Carmine Mangiardi e Vincenzo Lentini (Azione con Calenda e Progressisti per la Provincia di Vibo Valentia).

Il Consiglio, dopo le operazioni di convalida dei neo consiglieri, ha visto – così come da cerimoniale – intervenire il presidente L’Andolina che, nel dare gli auguri ai nuovi rappresentanti istituzionali dell’Ente, ne ha quindi delineato i profili politici e istituzionali, auspicando «una collaborazione costruttiva che affronti i nodi del programma nell’esclusivo interesse dei cittadini e del territorio».

Ad intervenire subito dopo il presidente è stato il consigliere Lacquaniti (che insieme a Mangiardi è stato riconfermato in Consiglio). «Faccio gli auguri ai miei nuovi colleghi e ringrazio sentitamente i consiglieri uscenti. Anticipo che costituiremo un gruppo coeso e forte. Il presidente avrà la nostra fiducia ma questa fiducia – ha evidenziato Lacquaniti – dovrà essere opportunamente traghettata dalla parte giusta e indirizzata, quindi, verso l’esclusivo interesse dei cittadini».

 

«La mia prima candidatura risale al 1981 e sin dai primi anni ho concepito la politica come momento di incontro e di confronto costruttivo tra le persone, al di là degli schieramenti partitici. La politica è dare, sacrificarsi. Ritorno dopo 20 anni alla Provincia di Vibo – ha ricordato Pagnotta – dove sono stato assessore. Conosco il territorio e mi impegnerò al massimo per tentare di risolvere i tanti problemi che lo caratterizzano – ha chiosato il neo consigliere».

 

«Anch’io, come il presidente, faccio un richiamo alla condivisione di alti valori politici e istituzionali da perseguire nell’interesse del territorio. Assieme al consigliere Lasorba, (assente giustificato alla prima seduta di Consiglio) che ne sarà il capogruppo, costituiremo il gruppo Democratici e Progressisti per la Provincia di Vibo Valentia. Saremo all’opposizione ma ci avvarremo del pragmatismo degli amministratori, daremo dunque – ha messo in luce Schinella – un contributo fattivo alla risoluzione dei problemi del territorio».

 

Il Consiglio ha quindi registrato le dichiarazioni del consigliere Carmine Mangiardi che ha asserito come «la propria posizione politica e istituzionale sarà all’insegna della continuità amministrativa, volta pertanto all’esclusivo interesse della comunità provinciale. A tal fine – ha dichiarato Mangiardi – farò del mio meglio per dare un contributo incisivo alla crescita della nostra realtà territoriale».

La prima seduta del nuovo Consiglio provinciale si è, quindi, conclusa con la presa d’atto della relazione del Collegio dei Revisori dei Conti e con un omaggio floreale del presidente L’Andolina all’unica donna eletta nell’assise provinciale: la consigliera  Serena Lo Schiavo.

 

 

 

PROVINCIA DI VIBO VALENTIA. CON LA CONVALIDA DEGLI ELETTI SI INSEDIA IL NUOVO CONSIGLIO PROVINCIALE

Con la convalida degli eletti – sancita con le formule amministrative di rito dal segretario generale, Domenico Arena – si è insediato ufficialmente il nuovo Consiglio della Provincia di Vibo Valentia. Il secondo da quando è in carica il presidente Corrado Antonio L’Andolina (il cui mandato è di 4 anni), poiché la legge elettorale in vigore (la cosiddetta Delrio) prevede l’elezione del Consiglio ogni due anni.

La nuova assise provinciale è dunque composta da: Carmine FranzèSerena Lo Schiavo e Vincenzo Pagnotta (Centro Destra per Vibo); Cosimo Nicola Papa, Alessandro Lacquaniti e Giampiero Calafati (Vibo al Centro Unica e legata nella concretezza); Nicola Lasorba e Antonino Schinella (Democratici e Progressisti per la Provincia di Vibo Valentia); Carmine Mangiardi e Vincenzo Lentini (Azione con Calenda e Progressisti per la Provincia di Vibo Valentia).

Il Consiglio, dopo le operazioni di convalida dei neo consiglieri, ha visto – così come da cerimoniale – intervenire il presidente L’Andolina che, nel dare gli auguri ai nuovi rappresentanti istituzionali dell’Ente, ne ha quindi delineato i profili politici e istituzionali, auspicando «una collaborazione costruttiva che affronti i nodi del programma nell’esclusivo interesse dei cittadini e del territorio».

Ad intervenire subito dopo il presidente è stato il consigliere Lacquaniti (che insieme a Mangiardi è stato riconfermato in Consiglio). «Faccio gli auguri ai miei nuovi colleghi e ringrazio sentitamente i consiglieri uscenti. Anticipo che costituiremo un gruppo coeso e forte. Il presidente avrà la nostra fiducia ma questa fiducia – ha evidenziato Lacquaniti – dovrà essere opportunamente traghettata dalla parte giusta e indirizzata, quindi, verso l’esclusivo interesse dei cittadini».

 

«La mia prima candidatura risale al 1981 e sin dai primi anni ho concepito la politica come momento di incontro e di confronto costruttivo tra le persone, al di là degli schieramenti partitici. La politica è dare, sacrificarsi. Ritorno dopo 20 anni alla Provincia di Vibo – ha ricordato Pagnotta – dove sono stato assessore. Conosco il territorio e mi impegnerò al massimo per tentare di risolvere i tanti problemi che lo caratterizzano – ha chiosato il neo consigliere».

 

«Anch’io, come il presidente, faccio un richiamo alla condivisione di alti valori politici e istituzionali da perseguire nell’interesse del territorio. Assieme al consigliere Lasorba, (assente giustificato alla prima seduta di Consiglio) che ne sarà il capogruppo, costituiremo il gruppo Democratici e Progressisti per la Provincia di Vibo Valentia. Saremo all’opposizione ma ci avvarremo del pragmatismo degli amministratori, daremo dunque – ha messo in luce Schinella – un contributo fattivo alla risoluzione dei problemi del territorio».

 

Il Consiglio ha quindi registrato le dichiarazioni del consigliere Carmine Mangiardi che ha asserito come «la propria posizione politica e istituzionale sarà all’insegna della continuità amministrativa, volta pertanto all’esclusivo interesse della comunità provinciale. A tal fine – ha dichiarato Mangiardi – farò del mio meglio per dare un contributo incisivo alla crescita della nostra realtà territoriale».

La prima seduta del nuovo Consiglio provinciale si è, quindi, conclusa con la presa d’atto della relazione del Collegio dei Revisori dei Conti e con un omaggio floreale del presidente L’Andolina all’unica donna eletta nell’assise provinciale: la consigliera  Serena Lo Schiavo.

 

 

 

URBINO CAPOLUOGO, PAOLINI: «UN UFFICIO DELLA PROVINCIA SEMPRE APERTO NEI GIORNI FERIALI»

«Potenzieremo notevolmente la presenza della Provincia a Urbino». Giuseppe Paolini non si è iscritto al valzer delle dichiarazioni all’indomani del riconoscimento di capoluogo, certificato dal decreto legge.. «Ho preferito che parlassero tutti gli altri. Giustamente». Ma a mente fredda dice la sua sulla questione, annunciando novità di un certo rilievo. Primo commento: «Molte persone hanno rivendicato in questi giorni il loro ruolo e i meriti nella vicenda. Ma chi ha portato a casa il risultato, alla fine, è stato Maurizio Gambini. Di questo gliene va dato atto con onestà intellettuale. Parlo anche da sindaco di Isola del Piano, un territorio che faceva parte del Ducato, immediatamente confinante. Sono estremamente felice per il raggiungimento di questo status, che sana una situazione che si protraeva dal 1860 con il Regio Decreto. Ora la congiunzione ‘Pesaro e Urbino’, nella dicitura della nostra provincia, rivestirà a tutti gli effetti pieno significato». Di qui la decisione di Paolini: «Da tempo stavo pensando di trasferire un ufficio della Provincia a Urbino per un paio di giorni alla settimana. Ma adesso, d’intesa con il sindaco, rafforzeremo la nostra presenza, che sarà ampliata a tutti i giorni feriali. Apriremo un ufficio dove si alterneranno a turno, con la loro presenza, i tecnici della Viabilità, altri dipendenti provinciali e lo stesso presidente. E’ un grande sforzo considerato l’organico sottodimensionato delle Provincie dopo la riforma. Ma sarà un punto di riferimento per le realtà dell’entroterra, in modo che i loro cittadini non debbano scendere sempre a Pesaro per ogni servizio». Già scelta la sede: «Si tratta di un locale attiguo alla Sala Serpieri, nel Collegio Raffaello, che abbiamo individuato grazie alla collaborazione del Comune. E contiamo di partire prima possibile, ad aprile». Non solo: «La sede legale della Provincia resterà a Pesaro, ma rafforzeremo anche i progetti che coinvolgeranno Urbino e il Montefeltro. E aumenteremo il numero delle sedute dei consiglio provinciale che si svolgeranno nella città ducale». Insomma: «Bene questo riconoscimento perché va nell’interesse della città, della provincia e dei cittadini. Si chiude un iter lunghissimo, a dimostrazione che non bisogna mai desistere e c’è sempre la possibilità di ottenere risultati. Urbino ha un ruolo a livello mondiale ed è di buon auspicio che lo status sia stato raggiunto nell’anno in cui Pesaro è capitale italiana della cultura. Perché rafforza anche la candidatura di Pesaro e Urbino a capitale europea della cultura 2033», conclude il presidente della Provincia.

URBINO CAPOLUOGO, PAOLINI: «UN UFFICIO DELLA PROVINCIA SEMPRE APERTO NEI GIORNI FERIALI»

«Potenzieremo notevolmente la presenza della Provincia a Urbino». Giuseppe Paolini non si è iscritto al valzer delle dichiarazioni all’indomani del riconoscimento di capoluogo, certificato dal decreto legge.. «Ho preferito che parlassero tutti gli altri. Giustamente». Ma a mente fredda dice la sua sulla questione, annunciando novità di un certo rilievo. Primo commento: «Molte persone hanno rivendicato in questi giorni il loro ruolo e i meriti nella vicenda. Ma chi ha portato a casa il risultato, alla fine, è stato Maurizio Gambini. Di questo gliene va dato atto con onestà intellettuale. Parlo anche da sindaco di Isola del Piano, un territorio che faceva parte del Ducato, immediatamente confinante. Sono estremamente felice per il raggiungimento di questo status, che sana una situazione che si protraeva dal 1860 con il Regio Decreto. Ora la congiunzione ‘Pesaro e Urbino’, nella dicitura della nostra provincia, rivestirà a tutti gli effetti pieno significato». Di qui la decisione di Paolini: «Da tempo stavo pensando di trasferire un ufficio della Provincia a Urbino per un paio di giorni alla settimana. Ma adesso, d’intesa con il sindaco, rafforzeremo la nostra presenza, che sarà ampliata a tutti i giorni feriali. Apriremo un ufficio dove si alterneranno a turno, con la loro presenza, i tecnici della Viabilità, altri dipendenti provinciali e lo stesso presidente. E’ un grande sforzo considerato l’organico sottodimensionato delle Provincie dopo la riforma. Ma sarà un punto di riferimento per le realtà dell’entroterra, in modo che i loro cittadini non debbano scendere sempre a Pesaro per ogni servizio». Già scelta la sede: «Si tratta di un locale attiguo alla Sala Serpieri, nel Collegio Raffaello, che abbiamo individuato grazie alla collaborazione del Comune. E contiamo di partire prima possibile, ad aprile». Non solo: «La sede legale della Provincia resterà a Pesaro, ma rafforzeremo anche i progetti che coinvolgeranno Urbino e il Montefeltro. E aumenteremo il numero delle sedute dei consiglio provinciale che si svolgeranno nella città ducale». Insomma: «Bene questo riconoscimento perché va nell’interesse della città, della provincia e dei cittadini. Si chiude un iter lunghissimo, a dimostrazione che non bisogna mai desistere e c’è sempre la possibilità di ottenere risultati. Urbino ha un ruolo a livello mondiale ed è di buon auspicio che lo status sia stato raggiunto nell’anno in cui Pesaro è capitale italiana della cultura. Perché rafforza anche la candidatura di Pesaro e Urbino a capitale europea della cultura 2033», conclude il presidente della Provincia.

Aggiornamento su Avviso Manifestazione di interesse per nuove assunzioni per gli enti territoriali del Sud

Come è noto lo scorso 30 gennaio si è chiusa la finestra temporale di adesione all’Avviso pubblicato dal Dipartimento per le Politiche di Coesione e per il Sud il 21 novembre e 2023 rivolto agli enti territoriali delle Regioni Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Molise, Sicilia e Sardegna.

Una prima lettura dei dati raccolti dal Dipartimento Coesione indica una grande partecipazione in tutte le sette regioni a cui è rivolta l’iniziativa, con l’espressione di un fabbisogno complessivo di circa seimila nuove unità – quasi tre volte il numero massimo di possibili assunzioni –

Con particolare riferimento alle Province, si registrata l’adesione di 26 su 27 Province interessate con una richiesta di personale superiore rispetto al numero massimo stabilito nell’Avviso, per un totale di circa 170 unità, a fronte di 135 unità previste dall’Avviso. Anche le 7 Città Metropolitane dei territori interessati hanno aderito tutte manifestando una richiesta pari a circa l’80% delle risorse indicate nell’Avviso.

Allo stesso tempo le Regioni hanno richiesto quasi 450 unità di personale, rispetto alle 250 previste dall’Avviso, mentre i Comuni potenzialmente interessati hanno espresso un fabbisogno  superiore alle 5.000 unità.

Relativamente alle professionalità i profili maggiormente richiesti sono stati quelli di figure tecniche (ingegneri e architetti) ed esperti amministrativo contabili.

Sarà nostra cura tenervi aggiornati circa i futuri adempimenti previsti, ossia l’analisi da parte del Dipartimento dei fabbisogni espressi dagli enti aderenti sulla cui base saranno definiti – con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri – i criteri di ripartizione delle risorse finanziarie e delle unità di personale e la successiva organizzazione del concorso nazionale.

 

INCONTRO ALL’UPI, SUL TAVOLO IL TEMA DELLE PROVINCE MONTANE. PADRIN: «SERVONO CERTEZZE PER QUANTO RIGUARDA LE RISORSE»  

«A dieci anni esatti dall’introduzione della legge Delrio possiamo dire che la riforma ha fallito nei suoi intenti. Che le Province non sono inutili: servono come enti di coordinamento e strumenti di governo dei territori, ed eliminarle non è a costo zero per i cittadini. In estrema sintesi, possiamo dire che per dare un futuro alle Province serve un elemento basilare: la certezza delle risorse, quanto meno per le funzioni fondamentali». È quanto afferma il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin, a margine di un incontro a Roma all’Upi (Unione Province d’Italia) con il direttore Piero Antonelli. Sul tavolo, la situazione delle Province interamente montane e la sopravvivenza dei servizi d’area vasta nei territori di montagna.

La Provincia di Belluno infatti tiene sempre monitorati i dati dello spopolamento e recentemente ha preparato un dossier (consegnato al ministro Tajani a inizio dicembre) in cui sono considerati anche i numeri della perdita dei servizi nelle aree montane, e vengono proposte alcune possibili soluzioni, a partire da un rafforzamento del ruolo dell’ente quale casa dei servizi per i Comuni. 

«Ogni considerazione ha alla base un presupposto imprescindibile: la certezza di un perimetro economico all’interno del quale potersi muovere. Oggi questo perimetro è sempre meno definito, anche per quanto riguarda le funzioni fondamentali» sottolinea il presidente Padrin, che con il direttore Upi Antonelli ha parlato proprio dei tagli registrati da tutte le Province d’Italia negli ultimi anni. «Solo per citare un caso noto per quanto riguarda Belluno, dal 2014 a oggi abbiamo subito l’azzeramento dei trasferimenti statali in materia di viabilità. Trasferimenti che fino al 2011 valevano 15 milioni di euro l’anno. Da qualche anno poi dobbiamo fare i conti con il prelievo forzoso, che significa dover rinunciare a risorse importanti: nel 2024 i trasferimenti statali in entrata sarebbero di 33,8 milioni, ma solo teoricamente perché la Provincia deve “restituire” allo Stato circa 31,7 milioni come contributo alla finanza pubblica. È chiaro che in queste condizioni la possibilità di manovra è fortemente ridotta. E per la montagna è un disastro, dato che servirebbe un rafforzamento dei servizi non certo una riduzione. Con Upi stiamo spingendo da tempo perché le Province, specie quelle interamente montane, abbiano certezze sulle entrate che oggi sono soggette al variare dei trasferimenti statali e alle fluttuazioni del mercato dell’auto, dato che sostanzialmente sono Ipt (iscrizione al pubblico registro automobilistico) e Rc auto. Ringrazio il direttore Antonelli per il suo impegno fattivo sul tema: senza certezze, le Province rischiano di non dare le risposte che i cittadini e i territori chiedono».

INCONTRO ALL’UPI, SUL TAVOLO IL TEMA DELLE PROVINCE MONTANE. PADRIN: «SERVONO CERTEZZE PER QUANTO RIGUARDA LE RISORSE»  

«A dieci anni esatti dall’introduzione della legge Delrio possiamo dire che la riforma ha fallito nei suoi intenti. Che le Province non sono inutili: servono come enti di coordinamento e strumenti di governo dei territori, ed eliminarle non è a costo zero per i cittadini. In estrema sintesi, possiamo dire che per dare un futuro alle Province serve un elemento basilare: la certezza delle risorse, quanto meno per le funzioni fondamentali». È quanto afferma il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin, a margine di un incontro a Roma all’Upi (Unione Province d’Italia) con il direttore Piero Antonelli. Sul tavolo, la situazione delle Province interamente montane e la sopravvivenza dei servizi d’area vasta nei territori di montagna.

La Provincia di Belluno infatti tiene sempre monitorati i dati dello spopolamento e recentemente ha preparato un dossier (consegnato al ministro Tajani a inizio dicembre) in cui sono considerati anche i numeri della perdita dei servizi nelle aree montane, e vengono proposte alcune possibili soluzioni, a partire da un rafforzamento del ruolo dell’ente quale casa dei servizi per i Comuni. 

«Ogni considerazione ha alla base un presupposto imprescindibile: la certezza di un perimetro economico all’interno del quale potersi muovere. Oggi questo perimetro è sempre meno definito, anche per quanto riguarda le funzioni fondamentali» sottolinea il presidente Padrin, che con il direttore Upi Antonelli ha parlato proprio dei tagli registrati da tutte le Province d’Italia negli ultimi anni. «Solo per citare un caso noto per quanto riguarda Belluno, dal 2014 a oggi abbiamo subito l’azzeramento dei trasferimenti statali in materia di viabilità. Trasferimenti che fino al 2011 valevano 15 milioni di euro l’anno. Da qualche anno poi dobbiamo fare i conti con il prelievo forzoso, che significa dover rinunciare a risorse importanti: nel 2024 i trasferimenti statali in entrata sarebbero di 33,8 milioni, ma solo teoricamente perché la Provincia deve “restituire” allo Stato circa 31,7 milioni come contributo alla finanza pubblica. È chiaro che in queste condizioni la possibilità di manovra è fortemente ridotta. E per la montagna è un disastro, dato che servirebbe un rafforzamento dei servizi non certo una riduzione. Con Upi stiamo spingendo da tempo perché le Province, specie quelle interamente montane, abbiano certezze sulle entrate che oggi sono soggette al variare dei trasferimenti statali e alle fluttuazioni del mercato dell’auto, dato che sostanzialmente sono Ipt (iscrizione al pubblico registro automobilistico) e Rc auto. Ringrazio il direttore Antonelli per il suo impegno fattivo sul tema: senza certezze, le Province rischiano di non dare le risposte che i cittadini e i territori chiedono».

UN TAVOLO PROVINCIALE PER LA SICUREZZA SUL LAVORO

Si è riunito questa mattina a Palazzo Allende il Tavolo provinciale per la salute, la sicurezza e la legalità nei luoghi di lavoro. Articolazione locale del Patto per il lavoro e il clima della Regione Emilia-Romagna e frutto anche dell’incontro promosso, su questi temi, dalla Prefettura a fine ottobre, il Tavolo – presieduto dal presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni – vede protagonisti, oltre al Comune capoluogo, Camera di commercio, Ausl, associazioni imprenditoriali, Cgil, Cisl e Uil, Ispettorato territoriale del lavoro, Ufficio scolastico, Università, cooperative e associazioni di categoria nei settori dell’agricoltura, del commercio e dell’artigianato, Ordini professionali e Cassa edile.

Obiettivo del Tavolo, quello di realizzare ogni sforzo utile per ridurre drasticamente infortuni e incidenti sul lavoro, assicurando livelli più elevati di salute e sicurezza a tutti i lavoratori – a partire dai più deboli e con un’attenzione particolare ai settori più delicati (edilizia, logistica, agricoltura e terziario) – e promuovendo la cultura della prevenzione, specie tra i più giovani, condividendo buone prassi e individuando progetti, anche formativi, che colgano fabbisogni specifici del territorio.

La costituzione del Tavolo è stata salutata con grande favore da tutti i rappresentanti degli enti e delle associazioni intervenute nella Sala del Consiglio provinciale, che hanno assicurato il massimo impegno nel proseguire questo importante di lavoro di squadra finalizzato ad aumentare la sicurezza e la legalità nei luoghi di lavoro. Già individuati, nel corso dell’incontro di questa mattina, i primi tre filoni sui quali il lavoro si articolerà nei prossimi mesi. “A partire da incontri tematici, i primi già a fine febbraio, focalizzati sulle specificità , e le rispettive criticità, di quattro comparti: agricoltura, edilizia, logistica e terziario – ha sintetizzato in conclusione il presidente della Provincia, Giorgio Zanni –  Le applicazioni normative, compresa la possibilità di aggiornamento e approfondimento dei vari documenti di valutazione dei rischi, saranno al centro di un altro gruppo di lavoro, così come tutti gli aspetti relativi alle attività di sensibilizzazione e informazione, anche tramite percorsi rivolti tanto a chi è già nel mondo del lavoro, quanto a chi si appresta ad entrarvi, dunque con un forte coinvolgimento di scuole e università”.

 

UN TAVOLO PROVINCIALE PER LA SICUREZZA SUL LAVORO

Si è riunito questa mattina a Palazzo Allende il Tavolo provinciale per la salute, la sicurezza e la legalità nei luoghi di lavoro. Articolazione locale del Patto per il lavoro e il clima della Regione Emilia-Romagna e frutto anche dell’incontro promosso, su questi temi, dalla Prefettura a fine ottobre, il Tavolo – presieduto dal presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni – vede protagonisti, oltre al Comune capoluogo, Camera di commercio, Ausl, associazioni imprenditoriali, Cgil, Cisl e Uil, Ispettorato territoriale del lavoro, Ufficio scolastico, Università, cooperative e associazioni di categoria nei settori dell’agricoltura, del commercio e dell’artigianato, Ordini professionali e Cassa edile.

Obiettivo del Tavolo, quello di realizzare ogni sforzo utile per ridurre drasticamente infortuni e incidenti sul lavoro, assicurando livelli più elevati di salute e sicurezza a tutti i lavoratori – a partire dai più deboli e con un’attenzione particolare ai settori più delicati (edilizia, logistica, agricoltura e terziario) – e promuovendo la cultura della prevenzione, specie tra i più giovani, condividendo buone prassi e individuando progetti, anche formativi, che colgano fabbisogni specifici del territorio.

La costituzione del Tavolo è stata salutata con grande favore da tutti i rappresentanti degli enti e delle associazioni intervenute nella Sala del Consiglio provinciale, che hanno assicurato il massimo impegno nel proseguire questo importante di lavoro di squadra finalizzato ad aumentare la sicurezza e la legalità nei luoghi di lavoro. Già individuati, nel corso dell’incontro di questa mattina, i primi tre filoni sui quali il lavoro si articolerà nei prossimi mesi. “A partire da incontri tematici, i primi già a fine febbraio, focalizzati sulle specificità , e le rispettive criticità, di quattro comparti: agricoltura, edilizia, logistica e terziario – ha sintetizzato in conclusione il presidente della Provincia, Giorgio Zanni –  Le applicazioni normative, compresa la possibilità di aggiornamento e approfondimento dei vari documenti di valutazione dei rischi, saranno al centro di un altro gruppo di lavoro, così come tutti gli aspetti relativi alle attività di sensibilizzazione e informazione, anche tramite percorsi rivolti tanto a chi è già nel mondo del lavoro, quanto a chi si appresta ad entrarvi, dunque con un forte coinvolgimento di scuole e università”.

 

Direttivo Province a Roma, Marcon (UPI Veneto): “Pesanti i tagli della legge di bilancio 2024. Accelerare l’iter di riforma delle Province. Terzo mandato anche ai sindaci di Comuni sopra i 15.000 abitanti”

L’Unione Province del Veneto ha partecipato oggi alla riunione del Comitato Direttivo di UPI nazionale a Roma: sul tavolo innanzitutto la riforma delle Province il cui iter oggi è sospeso in Commissione Affari Istituzionali del Senato con l’urgenza del riordino e rafforzamento delle funzioni e il ripristino della rappresentanza elettiva degli organi; quindi gli effetti della Legge di Bilancio 2024 sull’attività delle Province, il riordino dei tributi provinciali alla luce dell’art. 14 secondo la legge delega fiscale 111 del 2023, lo stato di attuazione dei progetti delle Province finanziati nell’ambito del PNRR e del PNC. Sono state inoltre condivise alcune riflessioni sulla proposta di aprire a un terzo mandato per i sindaci, considerando anche l’eventualità di limitare la norma riservandola ai sindaci dei Comuni fino a 15.000 abitanti. Presente oggi al Direttivo di UPI nazionale anche la Sottosegretaria del Ministero dell’Interno Wanda Ferro.

 

“Oggi a Roma abbiamo condiviso con la Sottosegretaria le criticità che abbiamo ribadito più volte e che continuano a gravare sulle Province del Veneto e sulla Città Metropolitana – commenta Stefano Marcon, presidente UPI Venetola Legge di Bilancio 2024 non fa altro che pesare ancor di più con il taglio di 100 milioni nel prossimo biennio sui bilanci degli Enti, già provati dalle minori entrate per la crisi del mercato dell’auto (una perdita di 390 milioni di euro tra RcAuto e IPT a livello nazionale dal 2019 al 2022, che corrisponde a – 47.515.492 euro solo per le Province venete), così come le maggiori spese determinate dai rincari energetici (per cui comunque la Legge di Bilancio 2023 aveva previsto un fondo di 50 milioni a compensazione) ma soprattutto dagli aumenti dei costi dei materiali, per cui sono stati necessari ulteriori investimenti in molti casi a carico degli Enti stessi per evitare che cantieri PNRR già avviati rischiassero di bloccarsi: nonostante questi pesanti aumenti, tutti gli interventi di edilizia scolastica sono partiti in linea con le tempistiche fissate dal Ministero, grazie a un grande sforzo da parte di tutte e 6 le Province così come della Città Metropolitana di Venezia, poiché tutte le Amministrazioni sono riuscite ad aggiudicare i lavori entro il termine ultimo del 30 novembre 2023. Ricordo che siamo riusciti a portare avanti questo ampio programma pur continuando a persistere il pesante prelievo forzoso a carico dei bilanci delle Province da versare allo stato, che vale rispettivamente per Province e la Città Metropolitana di Venezia 124 milioni nel 2023 e poco meno di 123 milioni nel 2024. Basterebbe la sola eliminazione del prelievo forzoso per ridare agli Enti le risorse necessarie a dotare le Amministrazioni del personale necessario e compensare le fluttuazioni dei prezzi dei materiali nei cantieri. A chiusura, ho condiviso con il Direttivo anche una riflessione sui benefici che aprire al terzo mandato per i sindaci apporterebbe a livello territoriale: la continuità amministrativa, votata e voluta dai cittadini, rappresenta un valore aggiunto per proseguire le attività già avviate sul campo, forte dell’esperienza già consolidata grazie ai precedenti mandati. Al contempo, come UPI Veneto esprimiamo invece dubbi sulla proposta di riservare la possibilità di accedere al terzo mandato ai soli sindaci dei Comuni fino a 15.000 abitanti: questo produrrebbe una grande disuguaglianza potenziale, escludendo a priori, da un lato, di dare la possibilità ai cittadini soddisfatti dell’operato del proprio sindaco di riconfermare lui la fiducia e, dall’altro, al sindaco stesso di proseguire gli interventi già avviati e raccogliere le nuove istanze della comunità che lo ritiene un buon Amministratore.  Questa proposta “limitativa” parrebbe dunque essere una contraddizione rispetto al principio di uguaglianza “la legge è uguale per tutti”. Auspichiamo che l’apertura al terzo mandato si confermi estesa e indistinta, per tutti i Comuni”.

 

Direttivo Province a Roma, Marcon (UPI Veneto): “Pesanti i tagli della legge di bilancio 2024. Accelerare l’iter di riforma delle Province. Terzo mandato anche ai sindaci di Comuni sopra i 15.000 abitanti”

L’Unione Province del Veneto ha partecipato oggi alla riunione del Comitato Direttivo di UPI nazionale a Roma: sul tavolo innanzitutto la riforma delle Province il cui iter oggi è sospeso in Commissione Affari Istituzionali del Senato con l’urgenza del riordino e rafforzamento delle funzioni e il ripristino della rappresentanza elettiva degli organi; quindi gli effetti della Legge di Bilancio 2024 sull’attività delle Province, il riordino dei tributi provinciali alla luce dell’art. 14 secondo la legge delega fiscale 111 del 2023, lo stato di attuazione dei progetti delle Province finanziati nell’ambito del PNRR e del PNC. Sono state inoltre condivise alcune riflessioni sulla proposta di aprire a un terzo mandato per i sindaci, considerando anche l’eventualità di limitare la norma riservandola ai sindaci dei Comuni fino a 15.000 abitanti. Presente oggi al Direttivo di UPI nazionale anche la Sottosegretaria del Ministero dell’Interno Wanda Ferro.

 

“Oggi a Roma abbiamo condiviso con la Sottosegretaria le criticità che abbiamo ribadito più volte e che continuano a gravare sulle Province del Veneto e sulla Città Metropolitana – commenta Stefano Marcon, presidente UPI Venetola Legge di Bilancio 2024 non fa altro che pesare ancor di più con il taglio di 100 milioni nel prossimo biennio sui bilanci degli Enti, già provati dalle minori entrate per la crisi del mercato dell’auto (una perdita di 390 milioni di euro tra RcAuto e IPT a livello nazionale dal 2019 al 2022, che corrisponde a – 47.515.492 euro solo per le Province venete), così come le maggiori spese determinate dai rincari energetici (per cui comunque la Legge di Bilancio 2023 aveva previsto un fondo di 50 milioni a compensazione) ma soprattutto dagli aumenti dei costi dei materiali, per cui sono stati necessari ulteriori investimenti in molti casi a carico degli Enti stessi per evitare che cantieri PNRR già avviati rischiassero di bloccarsi: nonostante questi pesanti aumenti, tutti gli interventi di edilizia scolastica sono partiti in linea con le tempistiche fissate dal Ministero, grazie a un grande sforzo da parte di tutte e 6 le Province così come della Città Metropolitana di Venezia, poiché tutte le Amministrazioni sono riuscite ad aggiudicare i lavori entro il termine ultimo del 30 novembre 2023. Ricordo che siamo riusciti a portare avanti questo ampio programma pur continuando a persistere il pesante prelievo forzoso a carico dei bilanci delle Province da versare allo stato, che vale rispettivamente per Province e la Città Metropolitana di Venezia 124 milioni nel 2023 e poco meno di 123 milioni nel 2024. Basterebbe la sola eliminazione del prelievo forzoso per ridare agli Enti le risorse necessarie a dotare le Amministrazioni del personale necessario e compensare le fluttuazioni dei prezzi dei materiali nei cantieri. A chiusura, ho condiviso con il Direttivo anche una riflessione sui benefici che aprire al terzo mandato per i sindaci apporterebbe a livello territoriale: la continuità amministrativa, votata e voluta dai cittadini, rappresenta un valore aggiunto per proseguire le attività già avviate sul campo, forte dell’esperienza già consolidata grazie ai precedenti mandati. Al contempo, come UPI Veneto esprimiamo invece dubbi sulla proposta di riservare la possibilità di accedere al terzo mandato ai soli sindaci dei Comuni fino a 15.000 abitanti: questo produrrebbe una grande disuguaglianza potenziale, escludendo a priori, da un lato, di dare la possibilità ai cittadini soddisfatti dell’operato del proprio sindaco di riconfermare lui la fiducia e, dall’altro, al sindaco stesso di proseguire gli interventi già avviati e raccogliere le nuove istanze della comunità che lo ritiene un buon Amministratore.  Questa proposta “limitativa” parrebbe dunque essere una contraddizione rispetto al principio di uguaglianza “la legge è uguale per tutti”. Auspichiamo che l’apertura al terzo mandato si confermi estesa e indistinta, per tutti i Comuni”.

 

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