Categoria: Istituzioni e Riforme

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Riforma Province, Castiglione al Ministro Patroni Griffi

“Apprezziamo che il Ministro Patroni Griffi abbia voluto sottolineare la necessità che in Italia, come in tutta Europa, lo Stato si costruisca intorno a Regioni, Province e Comuni, e soprattutto, le aperture importanti rispetto alle funzioni delle Province, che vengono descritte dal Ministro come istituzioni forti, cui saranno affidate funzioni di area vasta, dalla pianificazione alla tutela dell’ambiente alla viabilità. Non vorremmo però che tutta la riforma si riduca solo ad un incomprensibile taglio della democrazia, che non porta alcun risparmio, e che si mantengano in vita quei carrozzoni che sono gli Enti, le Agenzie e le Società che sono i luoghi degli sprechi”. E’ il commento del Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, all’intervista pubblicata oggi sul quotidiano Il Messaggero al Ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi. “Siamo pienamente in linea con il Ministro, quando parla della necessità di rivitalizzare l’amministrazione italiana ridefinendola intorno ai tre livelli istituzionali, Regioni, Province e Comuni – sottolinea Castiglione – ma questa riforma nei fatti ancora non c’è. L’unico provvedimento approvato dal Governo è la nuova legge elettorale delle Province che sostituisce alle elezioni  democratiche dirette i nominati dalla politica. Con risparmi peraltro del tutto illusori. Nell’intervista il Ministro accenna, timidamente, ad interventi che noi chiediamo a gran voce da tempo e che sono parte centrale della nostra proposta di riforma delle Province: dall’eliminazione di tutti gli enti strumentali, consorzi, società ed agenzie,  all’accorpamento delle Province con la conseguente riduzione e razionalizzare degli uffici dello Stato in periferia. Un processo questo – chiarisce Castiglione – che porterebbe risparmi reali  e immediati alle casse dello Stato: secondo le nostre stime, 1 miliardo si avrebbe dalla razionalizzazione e l’efficientamento delle Province. Dal riordino degli uffici periferici dello Stato, che costano circa 65 miliardo di euro l’anno, si avrebbero almeno 2,5 miliardi di euro, e la sola abolizione degli enti e delle agenzie si può risparmiare oltre 1,5 miliardi di euro. Sono cifre importanti, e le dichiarazioni del Ministro di oggi ci fanno pensare che anche il Governo se ne sia accorto. Ma vorremmo che nei confronti di questi, che sono gli sprechi reali dell’amministrazione italiana, si usasse meno timidezza. Soprattutto se a confronto con l’arroganza con cui si è voluta liquidare la riforma delle Province con il taglio degli enti democratici”.  

Roma, 5 marzo 2012

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IL MANAGER CESARE ROMITI SUL VENERDI DI REPUBBLICA

Le Province non vanno soppresse, perchè, dice il manager Cesare Romiti in un intervento sul Venerdi di Repubblica di questa settimana “Sono più vicine alla gente. Piuttosto, tagliamo le Regioni, di dubbia utilità e con tanti vizi di corruzione tipici dello Stato centrale”. In allegato l’articolo con la ricetta di Romiti contro la crisi, e l’appello “Salvate le Province, sono l’Italia vera”.

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Legge elettorale delle Province

“Non abbiamo ancora avuto modo di conoscere il testo approvato dal Consiglio dei Ministri sulla nuova legge elettorale delle Province: certo però che, a leggere lo scarno comunicato stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ci pare si sia di fronte all’ennesimo pasticcio, inventato nel tentativo, non riuscito,  di porre rimedio alle norme assurde previste dal Decreto Salva Italia sulle Province”. Lo afferma il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, commentando le prime notizie riguardo allo Schema di Disegno di Legge approvato dal Governo sulle nuove disposizioni elettorali per le Province.   
“Quello che è evidente – aggiunge Castiglione – è che ormai lo stesso Governo ha compreso che  il percorso scelto con l’articolo 23 del Salva Italia sulle Province è inattuabile e va cambiato perché non porta risparmi, non risolve il problema della necessità di una vera riforma delle istituzioni territoriali e soprattutto interviene con norme anticostituzionali sugli assetti istituzionali del Paese.  
L’Upi – ribadisce il Presidente – continua a sostenere che sia grave il volere sostituire la democrazia di una istituzione eletta dal popolo con l’ennesimo organismo di nominati della politica. Anche perché il percorso dell’elezione di secondo livello mette a rischio la stessa governabilità dei territori, che era stata invece fino ad oggi garantita proprio dall’elezione diretta del Presidente della Giunta.
Con questo sistema, a maggioranza variabile,  sarà impossibile programmare gli investimenti,  definire i piani territoriali di gestione corretta del territorio, intervenire con politiche in grado di offrire risposte di lunga durata alle esigenze delle comunità. Confidiamo che il Consiglio dei Ministri – aggiunge Castiglione – accolga  effettivamente le nostre richieste e torni a discutere di riforme istituzionali con la serietà e l’attenzione che questi temi meritano, per garantire alle amministrazioni quella autonomia e legittimazione che la Costituzione considera caposaldo dell’assetto istituzionale del Paese”.

LA RIFORMA DELLE PROVINCE SUL CORRIERE DELLA SERA

In allegato, l’articolo pubblicato oggi sul quotidiano Il Corriere della Sera

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Riforma delle Province: l’Upi chiede inserimento proposta in decreto semplificazione

E’ stata consegnata oggi alle Commissioni Affari Costituzionali e Attività produttive della Camera, che stanno esaminando il Decreto semplificazioni, la proposta dell’Upi di “Delega al Governo per l’istituzione delle città metropolitane, la razionalizzazione delle province, il riordino dell’amministrazione periferica dello Stato e degli enti strumentali”.

“Abbiamo chiesto ai Deputati di inserire la nostra proposta nel decreto legge sulle semplificazioni – dicono il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione e il Vice Presidente Upi Antonio Saitta – perché riteniamo che possa essere la sede idonea per dare il via ad una vera riforma delle istituzioni che semplifica il sistema di governo locale e produce risparmi immediati che abbiamo quantificato in almeno 5 miliardi”.

Nella relazione che accompagna il testo, consegnata alle Commissioni, l’Upi sottolinea come la legge delega può essere inserito all’interno del Disegno di legge di conversione in legge del Decreto-legge 9 febbraio 2012, recante “Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo”, perché coerente con le finalità del decreto in quanto mira a semplificare l’ordinamento della Repubblica e ad individuare risorse che poterebbero da subito essere utilizzate per lo sviluppo del Paese. Se questa ipotesi fosse accolta, infatti, entro il mese di settembre 2012 l’iter di riforma potrebbe essere attuato e concluso.

La proposta Upi, infatti, prevede l’istituzione delle 10 Città metropolitane, come previsto  dalla Legge 42 sul federalismo fiscale; la razionalizzazione e riduzione delle Province; il conseguente accorpamento degli  uffici territoriali del governo; l’eliminazione di  tutti gli  enti o le agenzie statali, regionali e degli enti locali.

“E’ una proposta – sottolineano i Presidenti Castiglione e Saitta – che permetterebbe in tempi rapidi di trovare risorse pari ad almeno 5 miliardi di euro che potrebbero essere destinate al rilancio degli investimenti degli enti locali. 5 miliardi, contro i 65 milioni previsti dalle norme del Governo Monti di riforma delle Province”.

Nel dettaglio, il testo consegnato alle Commissioni Affari Costituzionali e Attività produttive della Camera specifica come dal processo di riordino delle Province è possibile ricavare 1 miliardo di euro (50% dai processi di miglioramento dell’efficienza delle Province e per il restante 50% dalla riduzione del numero delle province). Dal riordino degli uffici periferici dello Stato derivante dalla riduzione del numero delle circoscrizioni provinciali e dalla riunificazione degli stessi negli Uffici territoriali del Governo è possibile stimare un risparmio di almeno 2,5 miliardi di euro, pari a circa il 4% dei 65 miliardi di euro della voce “amministrazione generale” della spesa statale regionalizzata, in base ai dati di fonte RGS del 2010. Dall’abolizione degli enti e agenzie strumentali che esercitano impropriamente funzioni che dovrebbero essere ricondotte ai Comuni e alle Province è infine possibile stimare un risparmio di almeno 1,5 miliardi di euro .

 

 

Legge elettorale delle Province: Castiglione, Upi – dalla democrazia degli eletti ai nominati anche nelle istituzioni locali.

“Oggi eletti dal popolo, domani nominati a comporre una piccola casta di consiglieri provinciali. Finalmente  arriva la tanto annunciata riforma rivoluzionaria del Governo Monti sulle Province. Talmente rivoluzionaria che immagina un consiglio provinciale non eletto democraticamente, che non dovrà più rispondere ai cittadini e  che, ovviamente,  cambierà continuamente, ad ogni scadenza elettorale del più piccolo comune del territorio. A guidarlo, poi viene posto un presidente nominato, che sarà impossibilitato ad esercitare alcun ruolo di guida. Deve essere costato molto lavoro agli sherpa del Ministero dell’Interno: la montagna che produce il classico topolino”.

E’ il commento del Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, alle notizie pubblicate oggi dal quotidiano Il Sole 24 ore sull’ipotetico disegno di legge di riforma delle elezioni provinciali, in attuazione delle norme previste dal decreto Salva Italia.

“Il meccanismo che viene rappresentato oggi dalla stampa – commenta Castiglione – non fa che generare l’ingovernabilità dei territori . Prevede un ruolo molto forte del Comune capoluogo, che quindi in questa nuova Provincia assumerà un ruolo dominante di tutela degli interessi delle grandi città, a tutto danno dei territori. Il meccanismo di elezione dei consiglieri provinciali, poi,  non tiene conto – o forse sì, ma non se ne preoccupa – del fatto che le scadenze elettorali dei singoli comuni delle Province non coincidono. Quindi avremo consigli provinciali che cambieranno continuamente fisionomia allo scadere dei singoli consigli comunali. Ancora una volta saranno i territori ad essere penalizzati, dall’impossibilità per questa istituzione di programmare alcunchè, alle prese con maggioranze che muteranno continuamente.

L’Upi  – prosegue Castiglione – ha elaborato una vera proposta di riforma, che immagina un nuovo assetto istituzionale dei territori, con la nascita delle Città metropolitane, la riduzione delle Province, la conseguente riduzione degli uffici periferici dello Stato e l’eliminazione degli enti strumentali. Una riforma che produrrebbe risparmi per oltre 5 miliardi di euro.

Non riusciamo davvero a capire perché, nonostante la piena collaborazione e i segnali forti che sono venuti dalle Province di affrontare il riordino complessivo delle istituzioni del nostro Paese, il Governo voglia ancora penalizzare le istituzioni elette democraticamente, lasciare intatti i privilegi, gli enti e le strutture, le burocrazie elefantiache che come costantemente apprendiamo, sono la vera zona grigia di questo Paese”.

Legge elettorale delle Province: Saitta, Upi – Il 18 aprile a Milano tutti gli eletti delle Province contro i nominati della politica.

“Il 18 aprile a Milano tutti i 3000 eletti delle Province si riuniranno in una manifestazione contro i nominati della politica. Non possiamo accettare una legge che deprime la democrazia e toglie ai cittadini il diritto di scegliere con le elezioni chi è chiamato a rappresentarli e ha la responsabilità di tutelarne gli interessi, e porta anche nelle istituzioni locali il solito esercito di nominati della politica”. Lo annuncia il Vice Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, riferendo quanto deciso oggi al termine della riunione dell’Ufficio si Presidenza dell’Upi per contrastare la proposta di Disegno di Legge del Governo Monti che trasforma le Province in enti di secondo livello.
“Mentre i cittadini chiedono a gran voce di potere scegliere i propri rappresentanti e non accettano più che siano i partiti a nominarli – sottolinea Saitta – il Governo Monti propone di cancellare gli organi eletti delle istituzioni locali. Per questo abbiamo deciso di fare a Milano una grande manifestazione per la democrazia, per  ribadire che chi governa e amministra la cosa pubblica deve essere responsabile di fronte alla propria comunità delle scelte che porta avanti. E la responsabilità discende direttamente solo dall’elezione popolare”.

Consulta pari opportunità: senza le Province ancora meno spazi per le donne in politica

“Già le donne in politica sono merce rara: se togliamo anche gli spazi di democrazia locale, allora spariranno completamente dal panorama italiano”. Lo dichiara la Presidente della Consulta Pari Opportunità dell’Upi, Lidia Nobili a proposito della riforma delle Province prevista dalla manovra  Salva Italia, che cancella i Consigli Provinciali eletti e li sostituisce con una assemblea di Sindaci.

“Liquidare i Consigli Provinciali eletti sostituendoli con sindaci – sostiene Lidia Nobili – vuol dire chiudere ancora una volta alle donne la possibilità di entrare nelle scelte politiche del Paese. Le donne in Provincia sono certo poche, non arriviamo a 500 eletti su 3500 totali circa. Ma nei Comuni sono ancora di meno: se la riforma delle Province proposta da Monti va avanti a farne le spese sarà la rappresentanza democratica di genere, che non potrà più essere assicurata. Altro che sprechi della politica, così si cancellano spazi di democrazia. Che per le donne restano ancora gli unici accessibili”.

Riforma delle Province: l’intervento del Vice Presidente Upi, Antonio Saitta, sul quotidiano l’Unità

Pubblichiamo in allegato il testo dell’intervento del Vice Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, Presidente della Provincia di Torino, apparso sul quotidiano l’Unità di domenica 12 febbraio 2012.
Nell’articolo, Saitta, tra l’altro, sottolinea il valore del “rapporto dialettico tra le istituzioni, determinato anche dall’elezione diretta dei vertici delle amministrazioni. Non è solo più trasparente ma ha anche il vantaggio di mantenere il legame tra cittadini e istituzioni in un momento in cui i partiti non godono certo di buona salute. I cittadini – scrive Saitta – vogliono più democrazia, vogliono contare nella scelta di chi governa, non accettano più che i parlamentari siano designati e, sono certo, non accetterebbero che fossero i partiti a nominare anche i consiglieri provinciali e il presidente come avverebbe con l’elezione di secondo livello”.

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Riforme e Province

Il caos e il rischio di conflitti istituzionali conseguenti all’attuazione della manovra Monti da una parte, la proposta Upi di riforma delle istituzioni locali dall’altra. E’ questo il raffronto che oggi presentano alcuni articoli dei quotidiani Il sole 24 ore, La Repubblica, Il riformista e il Corriere della Sera.

In allegato, gli articoli

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Riforma delle Province: l’Upi incontra i segretari nazionali CGIL-CISL E UIL della Funzione Pubblica

“Il valore, la professionalità e il ruolo dei 60.000 dipendenti delle Province rischia di essere messo in discussione dal dibattito demagogico sull’abolizione delle Province. Dobbiamo considerare prioritario tutelare chi, ogni giorno, è al servizio dei cittadini e dei territori”. Lo hanno detto il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione e il Vice Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, Presidente della Provincia di Torino, nell’incontro che l’Unione Province d’Italia ha avuto oggi a Roma con i Segretari Nazionali di Cgil, Cisl e Uil Funzione Pubblica, Rossana Dettori, Giovanni Faverin e Giovanni Torluccio.

Nel corso dell’incontro si è concordato di elaborare un documento di proposta che costituirà la base di future iniziative comuni, tese a tutelare e valorizzare il ruolo delle istituzioni territoriali e dei lavoratori pubblici.

 

Province e bilanci: La Presidente della Provincia di Asti, Maria Teresa Armosino, scrive a Monti

La Presidente della Provincia di Asti, Maria Teresa Armosino, scrive al Premier Monti e al Presidente della Repubblica. ”  La recente normativa in materia di soppressione delle funzioni provinciali, unitamente ai pesanti tagli finanziari ai quali le Province sono state e saranno sottoposte rendono estremamente difficile l’adempimento dei doveri amministrativi che fanno capo alle medesime, ad iniziare dalla approvazione del Bilancio 2012, annuale e pluriennale. In particolare, assume molto rilievo il tema della sicurezza delle strade e degli edifici scolastici; per quanto concerne la rete stradale, vogliamo far rilevare come questa Provincia, allo stato sprovvista del Bilancio per il 2012, si vede costretta ad affrontare anche interventi d’emergenza per garantirne la sicurezza in relazione dell’annunciato ulteriore peggioramento delle condizioni meteorologiche.

E’ quindi necessario – scrive la Presidente Armosino – un intervento immediato di ordine normativo e/o amministrativo-finanziario utile a consentire ad amministratori e strutture provinciali di far fronte all’adempimento dei loro doveri in questa fase indubbiamente straordinaria”.

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