Categoria: Istituzioni e Riforme

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INCONTRO CON IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO INCARICATO MARIO MONTI

Dall’incontro di oggi usciamo ottimisti. Il Prof. Monti ci ha sottolineato la sua piena volontà di considerare le istituzioni locali come risorse decisive per contribuire alla ripresa del Paese. Noi abbiamo manifestato al Presidente del Consiglio incaricato la nostra più leale collaborazione”. Lo ha detto il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, al termine dell’incontro con il Prof. Mario Monti, nell’ambito delle consultazioni avviate dal Presidente del Consiglio incaricato di formare il nuovo Governo.
Al Prof. Monti, Castiglione ha sottolineato alcune delle questioni prioritarie, per le Province e per la ripresa dello sviluppo “In questa fase delicatissima – ha detto – dobbiamo ricordare che il 60% degli investimenti del Paese dipendono da Regioni, Province e Comuni. C’è bisogno di fare il punto sullo stato di attuazione del federalismo fiscale, e completare un percorso che ormai è avviato e non può restare sospeso. Bisogna fare partire la Commissione permanente per la finanza pubblica e quella per le riforme istituzionali, intervenendo con modifiche al patto di stabilità interno per liberare risorse per lo sviluppo locale. Sono convinto che da queste premesse si potrà ripartire con determinazione e rilanciando un legame forte tra istituzioni locali e Governo, attraverso un patto interistituzionale che ci consenta di mettere in campo misure capaci di grantire una crescita equa”.

PROVINCE: IL PRESIDENTE EMERITO DELLA CORTE COSTITUZIONALE VALERIO ONIDA

“L’idea di sopprimere le Province, non solo non ha alcun razionalità, ma non ha alcun nesso con la storia più profonda delle istituzioni italiane. E’ irrealistica, prima che sbagliata”. Lo ha detto il Presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida, intervenendo alla seduta del Consiglio Provinciale della Provincia di Perugia dedicato al riordino degli enti locali. Secondo il Prof. Onida “Si fa una grande confusione tra razionalizzazione di assetti istituzionali e apparati da una parte e generica critica della politica che ‘costerebbe troppo’ dall’altra. E questo è sfociato in diversi slogan, fino alla proposta di legge costituzionale sulla soppressione e sostituzione delle Province”.
“Sarebbe grave – ha detto – se si arrivasse a pensare che la rappresentanza elettiva non servisse. Quando si discute di assetti il parametro deve essere l’aderenza alla realtà del territorio e del paese. La realtà italiana è fatta di un grande frazionamento (8.000 comuni, 20 regioni). La variabile della storia non può essere ignorata, tanto meno in un paese come il nostro”. Da qui la sua contrarietà all’ipotesi di soppressione delle Province. “Se venisse attuata – ha detto – il primo effetto sarebbe la produzione di nuovi fenomeni di accentramento, andando contro lo spirito costituzionali che promuove e riconosce le autonomie locali”.

Al Presidente Onida si è unito il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, a Perugia per l’evento promosso dalla Provincia di Perugia. ”E’ giunto il momento di parlare sempre meno di costi della politica e sempre piu’ di efficacia delle nostre istituzioni – ha detto – anche perchè in quanto a riduzione dei costi le Province sono in prima fila. Vogliamo parlare di quelle funzioni in capo alle Province che non possono che appartenere ad un ente intermedio. Va ripresa una iniziativa molto forte all’interno della Commissione paritetica per le riforme istituzionali, per lasciarci alle spalle il momento politico che abbiamo vissuto e confrontaci seriamente sui veri dati. Tutela dei territori, rappresentatività, democrazia – ha proseguito il Presidente Castiglione – sono termini in via di estinzione che noi vorremmo recuperare, facendo una grande operazione culturale. Insieme a Comuni e Regioni abbiamo avviato un dibattito serrato con il Governo. Dividerci sarebbe un grave errore. Il nostro intento e’ quello di proseguire sulla strada del completamento del disegno istituzionale previsto della riforma del Titolo V”.

Province: Castiglione, Upi “Di Pietro rifaccia i conti.

“Se è sulle cifre che ha diffuso oggi l’On Di Pietro che sono state raccolte le firme per l’abolizione delle Province, allora dobbiamo dire chiaramente che l’IDV ha preso in giro 400 mila cittadini italiani. D’altronde il metodo della demagogia spiccia, cui peraltro il Presidente dell’IDV ci ha abituato da tempo, non si sposa con l’analisi corretta dei dati né con il rispetto delle istituzioni”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, commentando le dichiarazioni rilasciate oggi dal Presidente dell’IDV, Antonio Di Pietro, in merito ai costi delle Province.
“Visto che il suo partito continua a fornirgli dati errati, ci permettiamo di invitare Di Pietro a rifare i conti: i bilanci delle Province ammontano a 12 miliardi di euro, e non è una cifra che può essere ‘stimata’ perché è certificata dal Ministero dell’Economia, dal Ministero dell’Interno, dalla Corte dei Conti.  
Il personale politico delle Province da tempo non è più composto da 4200 persone, perché, a differenza del Parlamento, negli Enti locali i tagli alla politica sono stati fatti, e per un totale del 70%.  Così, con le manovre economiche del 2010 e del 2011, il numero degli amministratori provinciali, tra Consiglieri, Assessori e Presidenti, è stato fissato a non più di 1.700 persone.
Il compenso degli amministratori nelle Province, dopo  le riduzioni operate sia nel numero che nelle retribuzioni, scenderà da qui al prossimo anno dagli attuali 113 milioni di euro a 35 milioni di euro, nemmeno l’1% dei bilanci totali, perché sugli amministratori provinciali, a differenza che sugli onorevoli, sono stati operati i tanto proclamati tagli ai costi della politica.
Ristabilite queste verità, ci sentiamo di dire all’On. Di Pietro che da una  forza politica presente in Parlamento, e nelle Province stesse, ci si aspetta che sia capace di proporre riforme in grado di costruire un Paese migliore, con istituzioni più efficaci, più efficienti, e non di denigrare gli amministratori locali e stravolgere la Costituzione.
L’unico auspicio che abbiamo è che attraverso questa iniziativa del Presidente Di Pietro, esperto uomo di comunicazione e marketing, sia concesso alle Province di avere sui media un confronto serio e franco su questi temi, per ristabilire quantomeno la verità delle cose. Un confronto che fino ad oggi ci è stato totalmente negato”.  

Il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione all’Assemblea dell’Anci

“Governo e Parlamento, dovendo affrontare il vento dell’antipolitica, hanno scelto di usare come capro espiatorio  le Province e i Comuni, su cui si sono accaniti con norme che diminuiscono drasticamente il livello di democrazia del Paese”. Lo ha detto il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, rispondendo alla tavola rotonda in corso al congresso dell’Anci. “Il vero problema – ha detto – è che piuttosto che confrontarsi con Regioni, Province e Comuni sulla manovra economica, su come fare ripartire lo sviluppo, sulle modifiche al patto di stabilità indispensabili per liberare le risorse bloccate nei bilanci degli Enti locali, si sta perdendo tempo ed energie preziose giocando a fare i costituenti e a cambiare la Costituzione. La Costituzione è una cosa seria – ha detto – così come la crisi. Concentriamoci sulle riforme possibili, e utilizziamo al meglio l’opportunità di riaprire un confronto vero che ci viene dalla Commissione paritetica per le riforme istituzionali. E’ quello il luogo dove possiamo individuare insieme le riforme necessarie, senza cancellare quelle istituzioni territoriali che sono una vera ricchezza e non un peso per il Paese”. A margine della tavola rotonda Castiglione ha inoltre annunciato che a rappresentare le Province nella Commissione paritetica, saranno lo stesso Presidente dell’Upi e il Presidente del Consiglio Direttivo Fabio Melilli, Presidente della Provincia di Rieti.  

ANCI: GLI AUGURI DELLE PROVINCE AL PRESIDENTE DELRIO

“Congratulazioni ed auguri al nuovo Presidente dell’Anci Graziano Delrio. Sono certo che insieme potremo lavorare a tenere unito il fronte delle Autonomie territoriali e lavorare con decisione alla costruzione di una proposta di riforma delle istituzioni locali, che consegni al Paese un nuovo sistema di governance in grado di sostenere la ripresa e rendere efficiente e moderna la pubblica amministrazione”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, sottolineando che “con la sua autorevolezza, da tutti noi apprezzata,  il Presidente Delrio saprà a guidare  l’Associazione dei Comuni attraverso le difficili sfide che abbiamo di fronte. Un percorso  che può essere affrontato e superato solo se le rappresentanze di Regioni, Province e Comuni continueranno a mantenersi unite”.

LE PROVINCE ALLO SPECCHIO. LE FUNZIONI, I BILANCI, I COSTI.

In allegato, il dossier “Le Province allo specchio”.

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LA PRESIDENTE DEL COMITATO DELLE REGIONI DELLA UE MERCEDES BRESSO

“Il polverone di queste settimane sull’abolizione delle Province e sull’accorpamento dei Comuni rischia di costarci caro. Qualunque amministratore sa che in aree ad alta densità di piccoli comuni le Province hanno capacItà tecniche e realizzative utili e richieste. Nessuno si sogni di risparmiare sulla democrazia”. Sono alcuni dei passaggi dell’intervento, pubblicato sul quotidiano l’Unità di oggi, della Presidente del Comitato delle Regioni della Ue, Mercedes Bresso, che vi proproniamo in allegato.

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PROVINCE E RIFORME ISTITUZIONALI: I PRESIDENTI LACORAZZA E CIRIELLI A UNOMATTINA

Il Presidente della Provincia di Potenza, Piero Lacorazza, Responsabile Ambiente dell’Ufficio di Presidenza Upi, e il Presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, saranno ospiti domani della trasmissione UNO MATTINA, in onda su RAI 1.

Al centro dell’intervista, le riforme istituzionali,  il Disegno di Legge Costituzionale di abolizione delle Province e la manovra eocnomica con i tagli agli Enti locali.

PROVINCE. PROPOSTA DI RISOLUZIONE DELL’AICCRE AL CONSIGLIO D’EUROPA

La questione italiana dell’abrogazione delle Province si è spostata in Europa: infatti,  Emilio Verrengia, Presidente della Delazione italiana del CPLRE (l’organismo degli Enti locali nel Consiglio d’Europa) e Segretario generale aggiunto dell’AICCRE, ha presentato oggi alla commissione Governance del Consiglio d’Europa una proposta di risoluzione sul ruolo e l’importanza del livello del governo locale intermedio, redatto dalla CEPLI (Confederazione Europea dei Poteri Locali Intermedi), il cui Presidente è Giuseppe Castiglione.  La proposta è stata presentata unitamente ad altri componenti del CPLRE di altri Paesi.  Verrengia ha relazionato del caso Italia e del ddl costituzionale per la cancellazione delle Province ma ha ricordato anche che il dibattito è aperto anche in altri Paesi come la Francia. Verrengia ha ribadito l’urgenza di porre nell’agenda politica dei lavori del CPLRE la problematica degli enti intermedi e nel contempo di promuovere entro dicembre un dibattito approfondito ed articolato, con una audizione pubblica promossa congiuntamente dal CPLRE insieme al CEPLI ed alle istituzioni europee, come il Comitato delle regioni e dei poteri locali (CDR), coinvolgendo i rappresentanti degli enti intermedi di tutta Europa, esponenti istituzionali e del mondo della ricerca, dell’accademia e della società civile.
Verrengia ha toccato i punti più importanti della mozione:
– definire in maniera chiara il ruolo degli enti intermedi in Europa;
– dimostrare che tali istituzioni d’area vasta sono fondamentali per sostenere l’azioni di programmazione sia a livello regionale, locale che europeo, creare un sistema di governance multivello funzionale ed efficiente e implementare le politiche europee in ottica di prossimità;
-valorizzare il loro contributo al processo di democrazia europea ed aprire ad un dialogo a livello nazionale ed europeo volto alla costruzione istituzionale delle amministrazioni territoriali.
La proposta di Verrengia ha suscitato un ampio dibattito ed una unanime condivisione e lo stesso presidente della delegazione italiana è stato incaricato di seguire tutta la vicenda degli enti locali intermedi ed a relazionare nella prossima riunione della commissione governance,  che si terrà durante la sessione plenaria di ottobre. Al dibattito ha partecipato anche il prof. Merloni,  docente presso l’università di Perugia – esperto del Consiglio d’Europa – che ha suggerito di cogliere l’opportunità della visita della Commissione monitoraggio in Italia che avverrà dal 2 al 4 novembre per evidenziare l’importanza dell’ente intermedio per la democrazia locale e per i cittadini. Si ricorda infine che Verrengia era stato incaricato dall’UPI, e dal suo Presidente Giuseppe Castiglione, di seguire il dibattito sul ruolo degli intermedi avvalendosi del gruppo tecnico della CEPLI.

Lettera BCE, Castiglione, Upi “Dal Governo risposte sbagliate”

“Evidentemente i consigli che la BCE  ha voluto dare al Governo non sono stati ritenuti utili, altrimenti non si comprende perché si sia scelto di dare risposte sbagliate e certo non in linea con quanto richiesto”.
Lo ha detto il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione, commentando il testo della lettera inviata dalla BCE i primi di agosto al Governo.
“Una lettera – ha detto – su cui si è tanto favoleggiato. E’ stato detto che contenesse una indicazione chiara sull’abolizione delle Province come condizione indispensabile perché i mercati si sentissero rassicurati e quindi per salvare l’Italia dalla crisi.
Oggi invece apprendiamo dalla lettura che si chiedeva espressamente al Governo di dare il via a misure ritenute essenziali per accrescere il potenziale di crescita, dal miglioramento della qualità dei servizi pubblici, alla riforma del fisco, alle liberalizzazioni.
Solo in chiusura, incoraggiando il Governo ad avviare una riforma completa della pubblica amministrazione, la BCE indica la possibilità di abolire o accorpare alcuni strati amministrativi intermedi, come le Province.
Dunque il Governo ha deciso di non considerare utili tutte le richieste della BCE votate alla ripresa, e invece di dare seguito all’unica raccomandazione finale, ovviamente nell’accezione più negativa proposta,  quindi scegliendo l’abolizione non l’accorpamento, che pure veniva indicato.
Una misura, che, e a ben ragione,  non è inserita nella lettera tra quelle indispensabili per favorire la crescita, perché  non produce alcun risparmio.
L’unica, tra l’altro, che avrebbe dovuto essere rispedita al mittente, perché una Banca Economica può dare suggerimenti sulle misure economiche, ma non dovrebbe certo intromettersi su come un Paese democratico intende organizzarsi a livello politico e istituzionale. E qualcuno avrebbe quantomeno dovuto farlo notare”.  

PREMI E SANZIONI: PUBBLICATO IL DECRETO IN GAZZETTA UFFICIALE

E’ pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n 219 del 20 settembre 2011 il Decreto Legislativo 6 settembre 2011, n. 149 ” Meccanismi sanzionatori e premiali relativi a regioni, province e comuni, a norma degli articoli 2, 17 e 26 della legge 5 maggio 2009, n. 42″

Per accedere al testo cliccare nel link

PROVINCE: L’ARTICOLO DEL PROFESSOR STELIO MANGIAMELI SU IL RIFORMISTA

Pubblichiamo il fondo del Prof. Stelio Mangiameli, Docente di Diritto Costituzionale Università di Teramo e Direttore dell’Istituto di studi sui Sistemi Regionali e sulle Autonomie del Cnr, uscito sul quotidiano  “Il Riformista” il 15 settmbre 2011

“Mentre domenica sul Corriere della Sera l’editoriale di Ferruccio De Bortoli richiamava all’orgoglio nazionale, in Germania su Die Welt era pubblicata una lettera aperta su quattro colonne: “Cari Greci, Cari Italiani”, con la quale si spiegavano le ragioni delle insofferenze tedesche di fronte ai costi della crisi dell’euro e si chiedeva a greci e italiani una chiara assunzione di responsabilità. La lettera, pubblicata sui giornali greci, ma non su quelli italiani, denunciava due aspetti della vicenda italiana. L’assoluto disprezzo per il pagamento delle tasse da parte dei cittadini e il comportamento irresponsabile dei parlamentari, che “non sono stati pronti ad accettare un taglio più grosso dei loro stipendi, sebbene facciano parte dei politici più cari d’Europa”. Visto in una prospettiva esterna il nostro Paese non è apparso mai così incapace di assumere decisioni pubbliche efficaci come in questo momento. Secondo Goldmann Sack l’Italia è più indietro persino della Grecia, anni luce lontano da Irlanda e Spagna.
Da anni scrivo (e parlo) di una “sovranità debole” del nostro Paese, della necessità di mettere in ordine la Costituzione e la legislazione, senza passare da una fiducia all’altra su finanziarie e decreti legge mostri, difficili da interpretare persino per gli addetti ai lavori.
Da dieci anni abbiamo varato la riforma del titolo V sul c.d. federalismo. Ebbene, è un pantano. Nessuna scelta conseguente, nessun atto è stato assunto dai Parlamenti e dai Governi che si sono susseguiti. Ed è già palese come neppure la legge sul federalismo fiscale sia in grado di fare ripartire il sistema.
Le competenze dello Stato e delle Regioni sono nel caos. I ministeri invece di chiudere, per via del passaggio dei poteri alle Regioni, aprono sedi al Nord la cui funzione ai più è ignota. Le Regioni, anziché agire con responsabilità statuale, come dovrebbe essere in un sistema federale, si comportano come fossero grandi enti locali: moltiplicano le sedi di gestione, creando enti, società, consorzi e agenzie in una misura scandalosa. I calcoli per difetto ci dicono che, escludendo la sanità, stiamo parlando di oltre 5.000 soggetti.
Nessuno sa perché le città metropolitane non sono state costituite; perché la Carta delle autonomie che prevede una semplificazione delle funzioni pubbliche, secondo il principio del livello di governo ottimale, non sia stata più approvata. Ne’ ci si pone il problema del coordinamento tra i diversi livelli di governo e la riforma del Parlamento, con la riduzione del numero dei parlamentari, è rinviata da una legislatura all’altra senza soluzione di continuità.  
Così, nei momenti di crisi vengono fuori le proposte più estemporanee, come la fusione per legge dei piccoli comuni e la soppressione delle province, che dovrebbero diventare il punto dirimente per rassicurare i mercati.
Ma se stiamo ai dati, la soppressione delle Province, se si farà, non comporterà certo una reale riduzione della spesa pubblica:  su oltre 850 miliardi di euro di spesa pubblica italiana, circa 600 li spende lo Stato, più di metà per la previdenza e il resto per i suoi apparati amministrativi.  104 miliardi pesa la sanità, 70 miliardi le Regioni, 70 i comuni e 13 le province. Anzi, è probabile che si determini un aumento dei costi, non solo perché qualcuno deve gestire le funzioni in atto svolte dalle province, ma soprattutto in quanto il livello provinciale è necessario ad una logica di equilibrio del governo del territorio. Basti considerare che esiste in ogni paese europeo di ampie dimensioni. Con una composizione simile della spesa pubblica l’idea della soppressione delle province è una furbata e l’Europa è stanca della furbizia italica.
Invece andrebbe affrontato seriamente  il tema del dimensionamento di regioni, province e comuni, un problema reale che ha bisogno di soluzioni serie. In tal senso, in primo luogo, non è più rinviabile la riforma del Parlamento che deve realizzare la riduzione del numero dei parlamentari e la diversificazione nella composizione, con la Camera delle regioni e delle autonomie locali, e deve introdurre anche una moderazione delle spese. In secondo luogo, si devono chiarire le funzioni dello Stato e delle Regioni. Dalle regioni ci si aspetta che ragionino come uno Stato e non come un ente locale: facciano leggi e programmazione e smettano di gestire competenze che vanno demandate alle autonomie locali. Si chiudano ministeri ed enti regionali. La ragione vuole che le province siano potenziate, demandando a queste la maggior parte delle funzioni svolte dagli uffici periferici dello Stato e affidando loro la gestione delle reti e dei servizi pubblici locali. I comuni, 8100, la maggior parte polverizzati nel territorio, si associno per svolgere le funzioni comunali,  e dove ciò non sia possibile si faccia intervenire in via sussidiaria la provincia.
Una riforma semplice, poco costosa ed efficace del sistema di governo del territorio è possibile e si può fare subito. Occorre solo un po’ di serietà e di buona volontà”.

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