Categoria: Istituzioni e Riforme

Esplora tutte le news

MANOVRA,PROVINCE: RIUNONE DEI VERTICI UPI LA PROSSIMA SETTIMANA

Si riuniranno mercoledì prossimo a Roma i vertici dell’Upi, per stabilire il piano di azione per contrastare gli interventi contro le Province previsti dalla manovra economica, dalla riduzione delle Province ai nuovi tagli delle risorse.
“Non è pensabile immaginare un taglio delle Province al di fuori del percorso previsto dalla Costituzione” sottolinea il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione. “L’articolo 133 – aggiunge-  parla chiaro: il mutamento delle circoscrizioni provinciali nell’ambito di una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione. Non si può pensare di cambiare l’assetto istituzionale del Paese con un decreto legge. In questo momento – sottolinea Castiglione –  in Parlamento ci sono proposte di legge presentate da maggioranza e opposizione che vanno nella giusta direzione, spostando la competenza delle modifiche delle circoscrizioni provinciali dallo Stato alle Regioni. Noi riteniamo che questa sia la strada da percorrere, con l’attribuzione alle Regioni della facoltà di definire un nuovo assetto del territorio, legando strettamente questo processo alle decisioni dei Comuni. Per questo chiediamo al Parlamento di riprendere la discussione da qui, ma soprattutto chiediamo al Senato di approvare subito, la Carta delle Autonomie, il cui dibattito è ormai terminato. Basterebbe una sola seduta per approvare questo testo e dare il via ad una riforma complessiva, capace di assicurare un quadro istituzionale ordinato, lontano dalla confusione e dal caos che con la manovra di agosto si è creato”. A partire mercoledì prossimo, il Presidente, i Vice Presidenti e il Presidente del Consiglio Direttivo dell’Upi si riuniranno per stabilire il calendario delle riunioni straordinarie dell’Ufficio di Presidenza e del Consiglio Direttivo attraverso cui saranno definite le prossime azioni delle Province.

Il Presidente Giuliano Amato sul Corriere della Sera interviene sulle polemiche contro le Province

“La politica non diventi pavida e irrazionale. La penso come Valerio Onida: non è vero che le Province vanno abolite”. Così risponde in un’intervista dalle pagine del Corriere della Sera, il Presidente Giuliano Amato sulle polemiche riguardo ai costi della politica e al taglio delle Province. “Un ente intermedio tra Comune e Regione serve – continua il Presidente Amato – solo che ce ne sono troppe. La politica non deve farsi sommergere da questo coro che ha ragioni giuste ma arriva poi magari a risposte sbagliate”.

In allegato, l’intervista integrale al Presidente Giuliano Amato

Documenti allegati:

PROVINCE: IL PRESIDENTE CASTIGLIONE SCRIVE AL QUOTIDIANO IL GIORNALE

Pubblichiamo il testo della lettera aperta inviata al Direttore de”Il Giornale” dal Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, per controbattere agli attacchi del quotidiano contro le Province. L’articolo è stato pubblicato sul quotidiano di domenica 24 luglio.

Caro Direttore,
il Suo autorevole quotidiano si è più volte occupato delle Province, con articoli nei quali si sono susseguiti ripetuti attacchi alle nostre Istituzioni. Articoli, ovviamente, legittimi, ma che ritengo assolutamente ingiustificati. Vorrei provare a chiarire le nostre ragioni, chiarendo subito che non c’è nessuna volontà di tirarsi indietro rispetto ad un dibattito serio e concreto sulle riforme necessarie per il Paese, a partire dalle Province.
Ma se un dibattito deve esserci, chiedo almeno che il confronto si fondi su dati reali: le Province rappresentano appena l’1,5% di tutta la spesa pubblica del Paese, che ammonta a 807 miliardi di euro. Le Province non costano 12 miliardi di euro, come si continua, erroneamente, a dire: a costare 12 miliardi sono gli investimenti necessari per la manutenzione di 130mila chilometri di strade, per la messa in sicurezza di oltre 5.000 edifici scolastici che accolgono più di 2  milioni e mezzo di allievi,  per la difesa del suolo, per i corsi di formazione professionale, per gli oltre 600 Centri per l’impiego, per gli interventi per il wi fi pubblico e per la diffusione delle fonti energetiche alternative.
A costare 12 miliardi di euro sono servizi e politiche essenziali per lo sviluppo locale che sono destinate ai cittadini e ai territori, e che immagino nessuno voglia considerare semplicemente e semplicisticamente ‘costi della politica’.
Se poi vogliamo parlare di stipendi degli amministratori provinciali, anche qui dobbiamo usare cifre veritiere: 4.000 amministratori provinciali costano 113 milioni di euro mentre 900 parlamentari ne costano più del triplo, ovvero 416 milioni di euro.  
Per non parlare delle 24 mila persone impegnate nei Consigli di Amministrazione degli Enti, delle Società, dei Consorzi pubblici che costano oltre 2 miliardi e mezzo di euro.
Allora, dati alla mano, davvero riteniamo che il nodo centrale del dibattito politico del Paese oggi siano le Province, come se dalla loro abolizione ne dipenda la tenuta stessa del Bilancio dello Stato?
Noi crediamo che il tema vada affrontato senza demagogia, con proposte concrete capaci non solo di dare ‘segnali’ (che a poco servono) ma risposte vere ai cittadini.
Da questa volontà, dalla responsabilità che sentiamo di avere in quanto parte della classe politica eletta democraticamente dal popolo, è nata una proposta di legge voluta dall’UPI che mira a tagliare la vera spesa pubblica improduttiva e a iniziare quell’opera di riforma delle istituzioni che da anni noi per primi chiediamo.
Partendo da noi, con la riduzione del numero delle Province – che il Parlamento, le Regioni e le lobby economiche, non certo l’Upi, hanno voluto aumentare negli anni – attraverso la razionalizzazione di quelle che  oggi non sono adeguate per territorio o numero di abitanti e con l’istituzione delle città metropolitane.
Proseguendo con il taglio di tutte quelle società – regionali, provinciali, comunali – che oggi costano oltre 7 miliardi di euro e le cui competenze devono tornare nella gestione delle amministrazioni. Abbiamo sollevato anche il tema dei micro-Comuni, oltre 6.000 sotto i 5.000 abitanti, che sono presidio di democrazia ma sui quali si può intervenire con fusioni o accorpamenti, anche per consentire una più efficiente gestione delle risorse a disposizione. Ieri il Presidente della Regione Lombardia, Formigoni, ha lanciato una proposta che prevede la riduzione delle Regioni da 20 a 12, l’accorpamento delle Province, e il dimezzamento dei Comuni. A noi sembra la prima proposta seria, che ben si lega con la nostra, rispetto alla quale siamo disponibili ad aprire un confronto vero perché collegato al valore imprescindibile della democrazia. Abbiamo l’urgenza  di varare riforme per immaginare un nuovo assetto istituzionale del Paese ed avere una PA efficiente che risponda agli interessi del territorio e dei cittadini. Altrimenti non facciamo altro che sollevare inutili polveroni che rischiano di travolgere tutti, indistintamente. E a perderci saranno prima di tutto gli italiani.

Giuseppe Castiglione
Presidente UPI
Presidente Provincia di Catania  

Documenti allegati:

UPI: DAL PROF. ONIDA LA CONFERMA DEL VALORE DELLE PROVINCE

“Finalmente arrivano segnali importanti sulla necessità di avviare un confronto serio sulle riforme, fuori dalla retorica dell’antipolitica, e lontano dagli slogan e dalla facile demagogia che in questi giorni hanno colpito le Province”. E’ il commento del Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, sull’editoriale , che potete leggere in allegato, pubblicato sul Corriere della Sera di oggi, nel quale il Prof. Valerio Onida, già Presidente della Corte Costituzionale,  afferma che le polemiche sulle Province sono strumentali e retoriche.
“Il Prof. Onida – prosegue Castiglione – con le riflessioni sui costi delle Province, conferma quanto l’Upi ha cercato proprio in questi giorni di portare all’attenzione dell’opinione pubblica, diffondendo i dati reali dei bilanci delle Province, che contrastano nettamente con le  astruse cifre utilizzate da chi vuole fare demagogia e cattiva informazione. Inoltre il Prof. Onida spiega con eccezionale chiarezza perché le Province sono utili, cosa accadrebbe se non ci fossero, e perché, come l’Upi ripete da sempre, non è possibile spostare le competenze delle Province a Regioni e Comuni. Il Professore conclude il suo editoriale chiedendosi se sia troppo, nell’Italia di oggi, pretendere meno retorica e più capacità di affrontare i problemi con razionalità. E’ la stessa domanda che da settimane poniamo noi all’attenzione della politica e della società civile. La risposta del Prof. Onida è un segnale importante per chi vuole parlare di riforme vere nel Paese”.

Documenti allegati:

COSTI DELLA POLITICA: LA PROPOSTA DI LEGGE DELL’UPI

Le Province rappresentano appena l’1,5% della  spesa pubblica complessiva del Paese. Il costo degli eletti in Provincia è pari al 5,5% del totale, contro il 20,3% degli eletti in Parlamento, il 44,2% degli eletti nelle Regioni e il 30% degli eletti nei Comuni. Gli enti strumentali di Regioni, Province e Comuni costano 7 miliardi di euro. In Europa, 23 Paesi su 25 prevedono le Province come ente intermedio tra Regioni e Comuni.

Questi alcuni dei dati diffusi oggi dall’Unione delle Province d’Italia (UPI), nella Conferenza stampa convocata per illustrare la proposta di legge  “Norme sulla razionalizzazione delle Province, sull’istituzione delle Città metropolitane, sull’accorpamento di Comuni e sulla soppressione di enti territoriali intermedi e trasferimento delle relative funzioni” elaborata dalle Provincie per tagliare gli sprechi della politica: una proposta di legge ordinaria, che permetterebbe, se approvata, risparmi immediati in tempi brevissimi.

“Sono settimane – ha dichiarato il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione – che, partiti politici, singoli parlamentari, esponenti delle forze economiche e sociali si esercitano in dichiarazioni su come ridurre i costi della politica. Una questione, ormai, imprescindibile, su cui è necessario il massimo impegno di tutta la classe dirigente del Paese. Ma il tema va affrontato fuori dalla demagogia, con proposte concrete capaci di dare non segnali, che a poco servono, ma risposte vere al Paese. Per questo come Upi ci siamo impegnati a scrivere una proposta di legge che presenteremo a tutti i partiti politici, a Regioni e Comuni e ai cittadini, attraverso la quale, in meno di un mese, si può arrivare a tagliare la spesa improduttiva”.  

Ecco in sintesi il testo della legge, che in 10 articoli prevede: il dimensionamento delle Province, fusione dei Comuni e associazionismo degli enti locali; soppressione di enti intermedi e strumentali; l’istituzione delle Città metropolitane; l’ esercizio diretto delle funzioni fondamentali; l’abolizione dei Consorzi di Bonifica, dei Bacini Imbriferi Montani, degli Enti Parco Regionali, degli Ato Acque e Rifiuti; l’istituzione della Stazione Unica Appaltante; la previsione dell’applicazione della legge anche alle Regioni a Statuto Speciale.

“Ci siamo messi in gioco – commenta il Vice Presidente Vicario dell’Upi Antonio Saitta, Presidente della Provincia di Torino – siamo pronti alla razionalizzazione delle Province. Ma il processo che deriva dalle decisioni che prenderà a questo riguardo il Parlamento è molto lungo e non può rispondere alle esigenze immediate. Il taglio degli oltre 7000 enti strumentali, invece, può essere realizzato da subito, con legge ordinaria. Se non avremo risposte dalla politica, da settembre lavoreremo per raccogliere le firme necessarie per presentare la proposta come Legge di iniziativa popolare”.

iN ALLEGATO, IL DOSSIER UPI E LA PROPOSTA DI LEGGE

Documenti allegati:

L’Unione delle Province d’Italia a Renzi

“Serve una riorganizzazione dello Stato: si possono anche abolire, ma i risparmi sarebbero irrisori. Dire che si risolve il problema dei costi della politica cancellandole, come ha fatto Berlusconi, è un facile spot demagogico».
Questo dichiarava in una intervista pubblicata su il Corriere Fiorentino di domenica 20 aprile 2008 l’allora Presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi. Prendiamo atto che Renzi ha cambiato idea: adesso non ritiene più demagogico quello che prima definiva propaganda.
Da Presidente della Provincia di Firenze, quindi, stando alle sue dichiarazioni di oggi, era parte della casta: ora che è diventato Sindaco di Firenze non ne fa più parte. Cambiando poltrona capita di cambiare idea, e a forza di rottamare, si finisce per rottamare anche la propria storia.

Proiettili al Presidente della Provincia di Treviso, Muraro

“A nome personale, di tutte le Province italiane e dell’Ufficio di Presidenza dell’Upi esprimo piena solidarietà al collega Leonardo Muraro, Presidente della Provincia di Treviso, e al Direttore Generale della Provincia Carlo Rapicavoli, vittime oggi di minacce di morte”.

Lo dichiara il presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, aprendo i lavori dell’Ufficio di Presidenza dell’Associazione, in corso a Genova. “ Il Presidente Muraro – ha detto – è un ottimo amministratore, fortemente radicato sul territorio, e lo dimostra il successo riscontrato nelle passate elezioni amministrative quando è stato eletto al primo turno, per il secondo mandato consecutivo.

Lo è, anche perché è capace di fare scelte coraggiose anche se scomode, per il bene della propria comunità, come succede a chi, come gli amministratori delle Province, lavora in trincea ogni giorno, per garantire una amministrazione efficiente ai territori, nonostante la difficile situazione economica.

Certo la campagna denigratoria continua contro le Province, gli slogan, la propaganda la demagogia, non fanno che alzare un clima di tensione e di odio contro chi in Provincia lavora, da politico o anche da dipendente pubblico. Chi ha scelto la strada della demagogia e della propaganda, quella parte di ‘casta’ che per difendersi e distrarre l’attenzione dai veri problemi del Paese ha deciso di lanciare una campagna di odio contro le Province, almeno sia cosciente di quale responsabilità si sta prendendo”:

La Camera boccia la proposta di soppressione delle Province

“Con la votazione di oggi si chiude l’inutile discussione sull’abolizione delle Province: ci auguriamo che da qui si possa partire con un vero confronto sulle riforme necessarie per il governo dei territori, dall’eliminazione degli enti strumentali alla razionalizzazione Province stesse. Ma le dichiarazioni di voto di oggi alla Camera ci hanno consegnato l’ennesima fiera delle ovvietà e della demagogia. A dimostrazione che il Paese ha bisogno soprattutto di una riforma della legge elettorale che permetta al Parlamento di essere davvero legato ai territori, con rappresentanti eletti al posto dei nominati“. Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, commentando il dibattito in Aula alla Camera che ha portato alla bocciatura della proposta di legge di abolizione delle Province. “Ascoltando il dibattito rancoroso e pieno di slogan propagandistici che c’è stato oggi – sottolinea Castiglione – come istituzioni locali non possiamo che sperare in un rapido ritorno ad una legge elettorale che consenta di portare in Parlamento uomini e donne capaci di rappresentare davvero le comunità gli eletti”.

DOSSIER VERITA’ SULLE PROVINCE

“Chissà perché in questi giorni tutti parlano di Province, ma nessuno chiama le Province ad un confronto. Forse perché in questo modo crollerebbe quel castello di sabbia fatto di demagogia e ipocrisia che in molti stanno giocando a costruire” .
Lo dichiara il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione sottolineando come “assistiamo ad un deprimente dibattito fondato sul nulla: si tirano in ballo, tra l’altro stravolgendoli, dati vecchi di anni; si fanno assurdi calcoli sui presunti risparmi; si discetta di abolizione di una istituzione facendo credere  che da questo possano discendere non solo risparmi strabilianti, ma addirittura nell’immediato.
Noi abbiamo elaborato un dossier dettagliato, con i dati dei bilanci delle Province, i confronti con la spesa delle altre amministrazioni, le cifre sul numero e i costi dei tanti consorzi, aziende, e commissari, consulenti di cui il Paese è pieno e che sono un costo vivo, tagliabile, questo si, subito, con risparmi netti di oltre 5 miliardi di euro.  
Ma soprattutto abbiamo elaborato proposte di riforma che, partendo dalle Province e dalla loro razionalizzazione, descrivono un disegno complessivo di riordino del sistema istituzionale.
Il dossier è pubblicato sul nostro sito ed è a disposizione di quanti hanno voglia di sapere davvero cosa fanno le Province.  
Ribadisco – conclude Castiglione – noi siamo disponibili ad un confronto serio da subito. Purtroppo so che il mio invito cadrà inascoltato: gli slogan si inventano in un attimo, ma per fare proposte serie c’è bisogno di impegno”.

Documenti allegati:

L’UPI RISPONDE ALLE DICHIARAZIONI DEI PARLAMENTARI SULLA MANCATA ABOLIZIONE DELLE PROVINCE

“Altro che lotta alla casta! Altro che campagna contro gli sprechi! Oggi finalmente Donadi ci ha detto perché vuole abolire le Province: per fare cadere il Governo. Le istituzioni della Repubblica usate come merce nello scontro politico, anche a costo di gettare nel caos il Paese. A tutti gli onorevoli che in queste ore si stanno spendendo in dichiarazioni dello stesso tenore di quelle dell’On Donadi, ricordiamo che gli amministratori provinciali sono eletti da migliaia di cittadini, non nominati dai partiti.  Se si disprezzano le istituzioni democratiche per scopi di bassa politica, si disprezza il Paese”.
E’ il commento del Presidente dell’Upi alle dichiarazioni rilasciate oggi dai parlamentari sulla mancata abolizione delle Province ieri alla Camera.
Quanto ai costi della politica delle Province, Castiglione ricorda, che nel 2010 gli organi politici provinciali sono costati 93 milioni di euro, contro i 6,5 miliardi di costo dell’intera macchina politica nazionale.

 “Eliminando gli oltre 7000 Consorzi, Aziende, Società che oggi occupano 24 mila persone nei loro Consigli di Amministrazione e che si occupano di materie che la Costituzione assegna a Province e Comuni, si risparmierebbero subito 2,5 miliardi di euro, 22 volte il presunto risparmio dei costi della politica delle Province. Chi crede nella democrazia e vuole cancellare gli enti nominati dalla politica, batta un colpo”.

Castiglione “Basta tirare in ballo le Province nei battibecchi politici.Più rispetto per le istituzioni”

“In un Paese in perenne campagna elettorale, basta tirare in ballo le Province nei battibecchi tra maggioranza e opposizione e all’interno degli stessi partiti: chiediamo più rispetto per le istituzioni che rappresentiamo.
Rispetto che può realizzarsi solo se il dibattito è condotto all’interno di un confronto serio,  su cui l’Upi si è espressa con chiarezza, in cui la razionalizzazione delle Province rappresenta un tassello importante di una opera complessiva di semplificazione e riforma  di tutto il quadro istituzionale del Paese.  
Siamo stanchi di sentire rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche, economiche e sociali che nei dibattiti e negli incontri asseriscono la necessità di fare a meno delle Province, sottolineando,  che dalla loro abolizione ne deriverebbero risultati significativi, se non la soluzione stessa di tutti i problemi economici della Pubblica amministrazione.
Se non cominciamo a considerare prioritario portare a compimento a tutti i livelli l’opera di riforma ormai indispensabile che abbiamo avviato con il federalismo fiscale e la carta delle autonomie, non facciamo che creare specchietti per le allodole, che certo non servono al futuro dell’Italia.
L’Upi, lo ribadiamo, non è contraria a proposte di razionalizzazione delle Province. Aspettiamo con fiducia di poterne discutere con la serenità e la serietà che un tema di questa portata merita”.

Cerca