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Il Presidente dell’Upi Emilia Romagna sulle Province

Pubblichiamo di segutio il testo della lettera che il Presidente dell’Upi e Presidente della Provincia di Ferrara, Pier Giorgio Dall’Acqua, ha inviato al Presidente Melilli, agli altri Presidenti di Provincia e alla stampa, contro la polemica sul ruolo delle Province.

In allegato, l’articolo pubblicato su “Il Resto del Carlino“.

“Cari Colleghi,

il clima di sciacallaggio nei confronti delle Province, voluto prevalentemente da Confindustria, e portato avanti da organi di informazione e alcune forze politiche, sta penetrando nella mente dei cittadini abituandoli all’idea che la Provincia sia, nel complesso di tutta la Pubblica Amministrazione italiana, il più rilevante Ente inutile da abrogare, traendone immediato vantaggio per il Paese.

 A pochi giorni dalle celebrazioni del Centenario dell’UPI nell’aula del Senato e dalle belle e incoraggianti parole del Presidente Franco Marini e del Ministro Giuliano Amato, sono intollerabili le ulteriori recenti posizioni, che riferiscono di una “ricerca” effettuata dall’istituto EURISPES, guidato dal Prof. Gian Maria Fara, favorevole all’abolizione delle Province.

 Pur conoscendo sommariamente le basi della ricerca siamo certi di poter affermare che si tratta di elaborazioni finalizzate a demolire l’autorevolezza e l’utilità delle Province a “prescindere” dai dati ufficiali dei conti consuntivi, dalle funzioni fondamentali svolte ai sensi della Costituzione e del Testo Unico sugli Enti locali, nonchè a quelle effettuate per conto delle Regioni.

 È necessario opporsi a queste azioni denigratorie facendo sentire la nostra voce e quella delle maggiori Istituzioni di Governo del Paese per riaffermare il ruolo insostituibile delle Province nella organizzazione efficace ed efficiente della Pubblica Amministrazione in area vasta.

 Il dettato costituzionale non può e non deve essere aggirato; la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città Metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.

 Troppo si è concesso ai così detti altri Enti Locali, privi di elezione diretta (Comunità Montane, Circondari e Unioni di Comuni) e troppo si è concesso ai così detti “Enti Strumentali” di Comuni, Province e Regioni (Agenzie d’Ambito dei servizi pubblici locali, Autorità di Bacino, Distretti, Consorzi, Istituzioni, Società di scopo), i cui poteri operativi hanno prevalso su quelli di programmazione, regolazione e controllo che spettano agli Enti Locali elettivi.

 Il costo della politica nelle Province (Presidenti, Assessori e Consiglieri) è in Italia lo 0,7% della loro spesa; cioè 2 euro per abitante all’anno (in Emilia-Romagna di 1,8 euro).

 Il personale incide (nella media nazionale) per il 27,1% della spesa corrente (in Emilia-Romagna il 24%).

 Dei 15,6 miliardi/euro di spesa totale delle Province italiane, vengono destinati ai servizi, agli ammortamenti, alle manutenzioni e allo sviluppo ben 13,3 miliardi (85%).

 Le funzioni amministrative svolte dalle Province riguardano, in sintesi: agricoltura, ambiente, attività produttive, formazione, istruzione e lavoro, edilizia scolastica, lavori pubblici, pianificazione territoriale, infrastrutture e reti telematiche, protezione civile, turismo e beni culturali, politiche europee e cooperazione decentrata, politiche sociali e sanitarie ed altre funzioni proprie legate alle specificità del territorio.

 Lasciando a parte le ipotesi di risparmio “calcolate” da EURISPES, nel caso di abolizione delle Province (10,6 miliardi/euro per le casse dello Stato, che per di più trasferisce alle Province meno dell’1% del totale delle loro entrate), le Province stesse, per poter esercitare le funzioni sopra indicate hanno dovuto conseguire una autonomia finanziaria pari al 57,7% della loro spesa.

 Ma ancora più ridicolo è il pensare che la Regione o i Comuni (come alcuni ritengono) possano svolgere, adeguatamente, oltre alle funzioni proprie, anche quelle di competenza delle Province, quando di fatto e di diritto, sempre nel rispetto della Costituzione, in tutto il Paese è il contrario: sono le Province ad esercitare molte delle funzioni amministrative spettanti alle Regioni e sono le Province a promuovere e supportare le attività a rete dei numerosissimi piccoli e medi Comuni del territorio.

Le Province italiane sono notoriamente radicate nella storia, nella società e nella cultura del Paese e male hanno fatto quelle leggi che hanno sostenuto tensioni localistiche verso la proliferazione di piccole e inutili Province, contribuendo così ad alimentare il dibattito sulla abolizione delle stesse.

Siamo convinti sostenitori di un cammino di riforme, purtroppo interrotto, che porti a semplificare, differenziare e adeguare, secondo il principio di sussidiarietà, le funzioni e i compiti dei Comuni, delle Province e anche delle Città Metropolitane.

Siamo altrettanto convinti della abolizione della Provincia e dei Comuni laddove venga istituita la Città Metropolitana, così come siamo sostenitori della ricomposizione in aree più vaste delle Province inadeguate per territorio, popolazione e tessuto economico e sociale.

Caro Melilli, è ora di dire basta a posizioni gratuite e prezzolate e pretendere, non certo dagli organi di informazione, la cui libertà di opinione non è certo in discussione, ma dal Governo in carica, dalle Regioni e dai Comuni, dalle forze politiche ora impegnate nella campagna elettorale, posizioni responsabili, ad alta voce, rispettose della costituzione e del ruolo tradizionalmente svolto dalle Province nel Paese a partire dall’unità d’Italia e dagli immediati dopoguerra del primo e secondo conflitto mondiale.

Lo sviluppo del Paese nei migliori anni passati ha visto le Province protagoniste e oggi può essere altrettanto per accompagnare, mediante sinergie con la Camera di Commercio, una  economia spinta verso la competizione globale.

Cerchiamo insieme, prima che sia troppo tardi, forme di pronunciamento e di comunicazione positiva, muovendoci coerentemente in ambito nazionale e locale anche cercando intese con la Conferenza delle Regioni.

Documenti allegati:

Contratto Enti locali D’Ubaldo, soddisfazione per firma

Siglato questa mattina in ARAN il CCNL del personale non dirigente del Comparto Regioni e Autonomie locali quadriennio normativo 2006/2009 e biennio economico 2006/2007.
Il Presidente del Comitato di Settore, Lucio D’Ubaldo, esprime soddisfazione per la conclusione ‘’che recepisce lo sforzo compiuto dal Comitato di Settore per l’individuazione di un punto di equilibrio tra le richieste della Corte dei Conti e gli impegni assunti con il Sindacato attraverso l’ipotesi di accordo’’.
‘’E’ un segnale positivo – conclude D’Ubaldo – che si inserisce nella strategia di rafforzamento della domanda interna del Paese attraverso una graduale e significativa crescita dei livelli salariali che garantisce a tutti gli Enti del Comparto, in analogia a quanto previsto per gli statali, 101 euro lordi pro capite oltre all’0,9% legato a parametri di virtuosita’ gestionale’’.

Contratto Enti locali

Il Comitato di Settore Regioni – Autonomie locali si è riunito stamane per esaminare i rilievi della Corte dei Conti all’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro, biennio economico 2006 – 2007, dei dipendenti degli enti territoriali.
Il Comitato ha ravvisato l’esistenza di un ampio margine di condivisione in ordine alle raccomandazioni formulate autorevolmente dalla Corte. Si tratta, in base ad una lettura attenta e rigorosa, di osservazioni che le Autonomie territoriali considerano coerenti con lo spirito degli impegni fissati nel contratto, anzitutto per quanto riguarda il rispetto del patto di stabilità.
E’ necessario tuttavia evitare di introdurre, in questa fase, incomprensioni e rigidità. Per questo il Comitato di Settore invita l’ARAN a riunire d’urgenza le organizzazioni Sindacali perché, raccogliendo le richieste di perfezionamento del testo, si provveda nel rispetto del quadro normativo vigente a consolidare l’intesa.
Di fronte alle legittime preoccupazioni dei dipendenti degli Enti locali e delle Regioni, il Comitato di Settore ribadisce la volontà di assicurare la rapida e definitiva conclusione dell’iter contrattuale.

Certficazione degli obiettivi del patto 2007

E’ on line, il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze concernente la certificazione relativa al rispetto degli obiettivi del patto di stabilità interno per l’anno 2007 delle Province e dei Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti (in corso di pubblicazione sulla G.U.)


 

IL PROGRAMMA RETE RURALE NAZIONALE

In allegato, la presentazione del Programma Rete Rurale Nazionale che il Dott. Riccardo Passero del Ministero Politiche Agricole ha illustrato nell’infoday del 4 aprile.

Documenti allegati:

NOTIZIARIO UPI SPECIALE CENTENARIO IN SENATO

Il 13 marzo scorso le Province italiane hanno celebrato il centenario dell’Upi in una giornata-evento che si è tenuta nell’aula del Senato della Repubblica.

In allegato, il 2° numero del notiziario Upi, uno speciale interamente dedicato alla cronaca dell’iniziativa.

Documenti allegati:

L’Upi a Berlusconi

“Apprendiamo dalle Agenzie di stampa che il candidato Premier Berlusconi questa sera a Porta a Porta darà i numeri: continuare a sostenere che abolendo le Province si risparmierebbero più di 10 miliardi di euro è pura demagogia e dimostra una assoluta mancanza di conoscenza della finanza pubblica.
Se vogliamo davvero fare conoscere ai cittadini come è ripartita la spesa pubblica, allora dobbiamo ricordare che quella dello Stato ammonta a 443 miliardi di euro, delle Regioni a 160 miliardi di euro, dei Comuni a 66 miliardi di euro, delle Province a 13 miliardi di euro. A queste somme si aggiungono  37 miliardi di euro che spendono tutti gli altri enti pubblici nazionali. 
E che questi famigerati 10 – 13 miliardi di euro di cui il candidato premier non fa che parlare, altro non sono che le risorse che le Province investono per la messa in sicurezza degli edifici scolastici e per l’abbattimento delle barriere architettoniche; per gli investimenti sulle strade provinciali; per la gestione delle scuole secondarie superiori e dei centri di formazione professionale; per le politiche per il lavoro; per gli investimenti per l’ambiente e per gli interventi di valorizzazione dei beni culturali e di promozione del turismo e dell’agricoltura. Senza considerare le risorse che le Province impegnano sui temi dell’innovazione tecnologica, dell’informatizzazione della Pa e per la diffusione della banda larga sui territori.
Il candidato premier avrebbe il dovere di dire ai cittadini cosa ritiene inutile e da  tagliare di tutto questo. 
Resta poi da spiegare al Paese che fine farebbero i 60.000 dipendenti delle Province, o come può pensare che sia possibile spostare 60.000 persone dai capoluoghi di Provincia agli 8000 comuni o al capoluogo regionale.
Finiti i fuochi di artificio della campagna elettorale, sono convinto che le numerose opinioni diverse, presenti nella coalizione del centro destra, sapranno fare riportare alla saggezza il candidato premier”. 

 

L’UPI a Berlusconi

“Sarà bene che i Presidenti di Provincia e ancor più i candidati alle elezioni provinciali del PDL spieghino al candidato Premier Silvio Berlusconi l’errore che si ostina a commettere nel definire enti inutili le Province italiane e nel sostenerne l’abolizione.” È la risposta del Presidente dell’UPI Fabio Melilli all’ennesimo attacco contro le Province rilanciato dal candidato Premier Silvio Berlusconi.

“Chi continua a sostenere l’abolizione delle Province nasconde con un’operazione demagogica la carenza di  proposte realistiche di riduzione dei costi del sistema burocratico del nostro paese e di una seria riforma della Pubblica amministrazione. In un paese nel quale negli ultimi anni sono proliferati a dismisura enti, agenzie e società che assumono decisioni rilevanti in ogni campo sottraendosi al giudizio degli elettori, sarà bene che le forze politiche passino dalla demagogia a soluzioni realmente efficaci”.

Patto di stabilità interna, soddisfazione delle Province

Soddisfazione dell’Upi per l’accordo raggiunto in Conferenza Stato Città sulla norma del patto di stabilità interna che consente alle Province e ai Comuni che non abbiano rispettato il Patto nell’anno in corso, di rientrare dallo sforamento nel bilancio dell’anno successivo.
“Un passaggio che era necessario – ha sottolineato il Vice Presidente dell’Upi Massimo Rossi, Presidente della Provincia di Ascoli Piceno, intervenendo alla riunione –  perché consente agli amministratori locali di intervenire per tempo sui bilanci, evitando un aumento generalizzato delle imposte. Al Governo però – ha aggiunto Rossi – abbiamo voluto porre la raccomandazione di tenere conto anche dei casi di virtuosità degli enti: infatti, i dati disponibili sul 2007 ci fanno ritenere che l’intero comparto di Comuni e delle Province abbia sopravanzato gli obiettivi posti dal patto. Per questo abbiamo chiesto l’impegno a far sì che questo maggiore contributo al risanamento della finanza pubblica venga restituito al sistema dei Comuni e delle Province”.

 


 

BILANCI: SI ALLO SLITTAMENTO DALLA STATO – CITTA’

Via libera, da parte della Conferenza Stato-Città alla proroga dei terminial 31 maggio prossimo per l’approvazione dei bilanci preventivi dei Comuni e delle Province. La decisione è stata presa nel corso della riunione della Conferenza Stato – Città, che ha invece ritenuto di dovere rimandare alla prossima riunione la decisione sulle modalità di applicaizone delle sanzioni per il macnato rispetto del patto di stabilità interno 2007 e l’individuazione degli obiettivi programmatici per gli anni 2008 – 2010.

Il allegato, il decreto sul rinvio del termine dell’approvaizone dei bilanci preventivi.

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CENTENARIO UPI: IL DISCORSO DI MARINI

“Sono convinto che le Province debbano essere mantenute e valorizzate”. Cosi’ il Presidente del Senato, Franco Marini, ha aperto i lavori della cerimonia per la
celebrazione del centenario dell’Unione delle Province d’Italia, questa mattina a Palazzo Madama. “Credo infatti che le Province possano anche rivestire un ruolo decisivo per lo slancio di un sistema unico. Credo che possano diventare interlocutori principali per comuni e regioni, per la programmazione, il coordinamento e l’organizzaione di reti di servizio che per loro natura richiedono anche degli assetti sovracomunali”.

Nel link, il discorso integrale del Presidente del Senato

CENTENARIO UPI: IL DISCORSO DI MELILLI

“Se si riuscisse a ragionare di costi della politica al di fuori degli slogan e della propaganda giungeremmo con serenità alla conclusione che è in questo sistema di sovrapposizioni di funzioni e risorse suddivise in mille rivoli di inutili enti e burocrazie che si annidano i veri sprechi”. Lo ha detto il Presidente dell’Upi Fabio Melilli, in un brano del discorso pronunciato nell’Aula di Palazzo Madama.

In allegato, il testo integrale.

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