Il quarto rapporto di monitoraggio sull’attuazione della Carta europea delle Autonomie locali del Consiglio d’Europa del febbraio 2024 raccomanda all’Italia di rivedere la disciplina delle Province prevedendo funzioni certe, risorse adeguate e il ritorno all’elezione diretta degli organi di governo.
La legge 7 aprile 2014, n. 56, ha trasformato le Province in enti di secondo livello, governati da amministratori comunali, e ha previsto una sensibile riduzioni di funzioni, risorse e personale. I Presidenti sono eletti per quattro anni e governano gli enti senza una Giunta, con l’ausilio di consiglieri che dura in carica solo due anni.
Le Province in questi dieci anni, nonostante le difficoltà, hanno dimostrato di essere utili per il Paese attraverso l’esercizio delle loro funzioni fondamentali e nel supporto ai Comuni del territorio, attraverso le loro stazioni appaltanti. Sono protagoniste nel PNRR, dove è stata affidata loro una sfida molto importante: costruzione di nuove scuole superiori, comprese le palestre.
In questo frangente, dove le Province rivestono un ruolo centrale come enti intermedi, è importante rivedere norme che una disciplina transitoria, concepita nella prospettiva di una riforma costituzionale che è stata bocciata dal popolo nel referendum del 2016.
Ciò che interessa davvero cittadini e imprese è assicurare ai territori istituzioni in grado di rispondere alle loro esigenze e alle esigenze del Paese. L’UPI lo afferma da tanti anni, lo hanno affermato oltre 4000 sindaci con l’appello firmato nel 2020, lo ha affermato il Presidente della Repubblica nell’assemblea dell’UPI a L’Aquila nell’ottobre 2023.
Di questi temi discuteremo – dichiara il Presidente Alessandro Romoli – il 17 aprile presso l’Università di Cassino, con professori di diverse università italiane. Ringrazio il Magnifico Rettore, professor Marco Dell’Isola per la grande sensibilità al tema e per aver patrocinato l’evento promosso da UPI Lazio. Il mio auspicio è che Governo e Parlamento, insieme e al di fuori dalle questioni politiche, tornino a puntare sulle Province assicurando a questi enti una stabilità istituzionale ed economica indispensabile per continuare a programmare lo sviluppo”.
In un clima cordiale e collaborativo, non privo di scambi di vedute franchi e molto concreti, la sala consiliare della Provincia di Vicenza ha ospitato martedì 9 aprile l’incontro promosso dal Presidente del Comitato di Gestione del Fondo dei Comuni Confinanti, l’on. Dario Bond, con il presidente Andrea Nardin e con i trenta sindaci di prima e seconda fascia interessati dalle attività del Fondo stesso.
Si è trattato di una riunione “in presenza” conoscitiva, ma utile anche ad uno scambio di opinioni e pareri molto concreti su alcuni punti all’ordine del giorno, a partire dalla presentazione del nuovo regolamento del Fondo, teso a dare, in primis, nuovo respiro alle molte iniziative della progettazione 2013-2018 che per diverse ragioni (pandemia, crisi dei prezzi e dell’energia, scenari bellici, incremento dei costi delle materie prime, solo per citarne alcune) hanno subito forti rallentamenti.
“Questi progetti, ha sottolineato il presidente del FCC Bond, verranno traslati alla nuova programmazione 2019-2024 senza che gli enti coinvolti vedano perdere le risorse loro assegnate e questo a garanzia del buon esito degli stessi; dobbiamo però fare nuove scelte in tempi rapidi per dare attuazione concreta alle misure del Fondo. La Provincia di Vicenza con i suoi territori (penso, ad esempio, all’area di Recoaro e all’Altopiano di Asiago, solo per fare degli esempi) – ha proseguito l’on. Bond – è centrale nella strategia di attuazione e di sviluppo del Fondo; in questo senso è auspicabile che i Comuni vicentini facciano sentire in modo ancora maggiore e più costante la loro voce in seno al Comitato di Gestione”.
Un auspicio che hanno fatto proprio sia i primi cittadini che il presidente della Provincia di Vicenza: “Voglio ringraziare anzitutto il presidente Bond per essere venuto qui ad incontrarci per presentare le novità de nuovo regolamento del Fondo; d’intesa con i sindaci (oggi presenti nella quasi totalità in presenza o in collegamento on line) abbiamo già calendarizzato per inizio giugno un incontro in cui designeremo, di pari passo con l’attuazione del nuovo regolamento, il nuovo rappresentante del nostro territorio nel Comitato di Gestione. Il Fondo dei Comuni Confinanti -ha aggiunto Nardin- rappresenta un’occasione per i nostri Comuni e soprattutto per i nostri cittadini che dobbiamo sfruttare al meglio”.
Pareri unanimi sul buon esito dell’incontro sono stati espressi dai primi cittadini intervenuti, che hanno poi avuto modo di affrontare alcune questioni più specifiche e tecniche, anche grazie alla presenza della dottoressa Karin Battistin, componente della Segreteria Tecnica del Comitato di Gestione.
Tra i temi più rilevanti sul tavolo vi è, tra gli altri, la destinazione dei circa 3,5 milioni di euro dei progetti sovraregionali per il triennio 2025-2027, sulla quale i Comuni sono chiamati ad avanzare delle proposte e a confrontarsi a breve.
È stato presentato nell’aula magna dell’I.I.S. Carlo Beretta di Gardone Valtrompia l’accordo di programma siglato tra Comune di Gardone Valtrompia e Provincia di Brescia per la demolizione, ricostruzione e manutenzione straordinaria delle aree esterne del plesso scolastico.
Un intervento mirato all’ampliamento dell’I.S.S. Beretta che aveva manifestato la necessità di nuovi spazi per rispondere, attraverso una proposta scolastica ad ampio raggio, alla crescente richiesta formativa e anche all’aumento degli iscritti. L’accordo, insieme al quale è stata illustrata la bozza del progetto, prevede l’acquisizione di un’area industriale, con immobile annesso, attigua all’istituto sulla quale sarà realizzata la nuova ala del Beretta, dove saranno collocati i laboratori. Al contempo saranno rimodulati gli spazi esistenti per una ridistribuzione logistica più funzionale alle necessità della didattica.
La stretta collaborazione tra gli enti interessati ha permesso, dunque, di compiere un passo importante verso il completamento del progetto. I costi complessivi ammontano a 2.810.000,00 euro, di cui 310.000,00 a carico del Comune di Gardone Valtrompia per l’acquisizione e 2.500.000,00 per opere di riqualificazione finanziate dalla Provincia, attraverso i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Il nuovo edificio si svilupperà su due piani, con una superficie complessiva di 1.000 mq, su cui saranno realizzati, la nuova officina meccanica, due laboratori tecnologici, la sala insegnanti, un ampio atrio e altri spazi accessori. Ci sarà un collegamento con l’edificio scolastico già esistente e anche un accesso diretto da via Alfieri. La struttura portante sarà in legno. L’impianto fotovoltaico renderà la nuova ala conforme alle direttive europee NZEB per il consumo energetico quasi nullo.
“Questo progetto, per il quale la sinergia e l’intesa tra enti è risultata di assoluto rilievo e proficua – sottolinea il Presidente della Provincia di Brescia, Emanuele Moraschini – riveste particolare importanza per l’intera Valtrompia. L’istituto Carlo Beretta, con la sua tradizione educativa e il suo ampio ventaglio di proposta formativa, rappresenta un fondamentale riferimento per i ragazzi impegnati a costruire il loro futuro, con la possibilità di scegliere tra diversi indirizzi di studio. Ma è anche un riferimento per il tessuto economico e produttivo della Valtrompia, ad alta densità industriale, e con la necessità di tecnici e personale sempre più specializzato. Si tratta, dunque, di un investimento prezioso per i ragazzi e per l’intera comunità”.
“Sono una trentina i cantieri di edilizia scolastica che la Provincia di Brescia sta seguendo in questo momento nell’ambito del PNRR – spiega il consigliere delegato, Filippo Ferrari – e contiamo di arrivare quanto prima a completare anche l’iter progettuale e di realizzazione che riguarda l’I.S.S. Beretta. L’impegno e l’attenzione della Provincia in tema di edilizia scolastica rimangono costanti perché la gestione dei cantieri già aperti non ferma la capacità e la volontà di progettazione finalizzata al miglioramento delle strutture scolastiche che va di pari passo con il miglioramento e l’implementazione della qualità e della quantità dell’offerta formativa”.
“Da tempo, – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Gardone Valtrompia, Roberto Bondio – l’Amministrazione, attraverso l’Ufficio tecnico, si è impegnata con l’istituto scolastico e la Provincia per trovare una soluzione migliorativa degli spazi e dell’offerta del Beretta. Una volta trovata la disponibilità della proprietà dell’area alla vendita degli spazi e del capannone di pertinenza, ci siamo adoperati per riuscire, tutti insieme alla realizzazione del progetto. Il Comune ha avuto un impegno diretto, facendosi carico dell’acquisto, ritenendo l’ampliamento del Beretta strategico per il territorio, in considerazione dell’elevata possibilità di immediato inserimento nel mondo del lavoro dei ragazzi e delle ragazze, al termine del percorso scolastico. Grazie al progetto – ricorda l’assessore Bondio – i laboratori, che avranno anche un accesso diverso da quello della scuola, potranno essere utilizzati, fuori dall’orario scolastico, anche per altre attività di enti terzi, sempre però legate alla formazione e dell’innovazione”.
L’I.S.S. Carlo Beretta accoglie 710 iscritti all’Itis (con i 4 indirizzi di chimica, materiali e biotecnologie, elettronica e elettrotecnica, informatica e telecomunicazioni e meccanica, meccatronica e energia), 600 al liceo (scientifico, scienze applicate, scienze umane e scienze umane economico sociale) e 290 all’Ipsia (Made in Italy e Operatore Meccanico).
“C’è grande soddisfazione per questo primo obiettivo raggiunto – sottolinea il dirigente scolastico, professor Stefano Retali – e l’auspicio, ora è quello di procedere rapidamente ai passi successivi, per arrivare alla realizzazione del nuovo plesso che darà più linfa all’azione della nostra scuola che vuole continuare ad essere un riferimento per il territorio. Per questo è importante rendere ancora più moderna, innovativa e tecnologica la nostra attività, con uno sguardo alla riforma in atto della filiera tecnologica e professionale che parte proprio da una rete sul territorio, per avvicinare sempre più la scuola al mondo del lavoro, cosa che noi ci impegniamo a fare da anni. Con spazi e strumenti nuovi, potremo farlo sempre meglio. Anche perché dobbiamo considerare che la nostra popolazione scolastica è di 1.600 studenti, distribuiti tra i vari indirizzi e cresciuti del 40% negli ultimi 10 anni”.
Una due giorni di visita alle Istituzioni europee che ha visto coinvolti Presidenti di Provincia, Consiglieri, Sindaci, e ancora Dirigenti e Funzionari degli Enti locali degli Uffici Europa, per un concreto e serrato confronto con le realtà istituzionali del Parlamento europeo (Parlamento, Consiglio delle Regioni), la Delegazione della Regione emilia Romagna a Bruxelles.
La visita è stata l’occasione per approfondire con quali meccanismi le politiche europee agiscono e possono accogliere le istanze dei territori sul tavolo Europei soprattutto in vista delle nuove programmazioni.
La delegazione ha visitato la sede del Parlamento europeo e ha poi presentato, presso la sede della rappresentanza della Regione Emilia-Romagna a Bruxelles, gli esiti del Progetto della ri-costituzione degli Uffici Europa nelle Province, illustrato dal Presidente di UPi Andrea Massari e dalla Direttrice Luana Plessi.
Il Progetto, realizzato da Upi Emilia-Romagna – il primo in Italia, ha l’obiettivo di ridare centralità e strategia all’Ente Provincia, vocato alla pianificazione strategica territoriale e al coordinamento degli enti locali .
Andrea Massari, Presidente di UPI Emilia-Romagna sostiene che “le Province, dopo anni in cui sono state relegate ai margini del dialogo istituzionale, hanno nuovamente riacquistato presenza e coinvolgimento nel panorama politico. Questo vale anche per quanto riguarda le politiche europee e l’uso dei fondi messi a disposizione dall’UE. Per parte nostra siamo convinti che l’ente Provincia sia cruciale nell’attuazione delle politiche di sviluppo europeo, sia per i territori che rappresentano che per il supporto che possono offrire ai comuni piú piccoli”.
Una due giorni di visita alle Istituzioni europee che ha visto coinvolti Presidenti di Provincia, Consiglieri, Sindaci, e ancora Dirigenti e Funzionari degli Enti locali degli Uffici Europa, per un concreto e serrato confronto con le realtà istituzionali del Parlamento europeo (Parlamento, Consiglio delle Regioni), la Delegazione della Regione emilia Romagna a Bruxelles.
La visita è stata l’occasione per approfondire con quali meccanismi le politiche europee agiscono e possono accogliere le istanze dei territori sul tavolo Europei soprattutto in vista delle nuove programmazioni.
La delegazione ha visitato la sede del Parlamento europeo e ha poi presentato, presso la sede della rappresentanza della Regione Emilia-Romagna a Bruxelles, gli esiti del Progetto della ri-costituzione degli Uffici Europa nelle Province, illustrato dal Presidente di UPi Andrea Massari e dalla Direttrice Luana Plessi.
Il Progetto, realizzato da Upi Emilia-Romagna – il primo in Italia, ha l’obiettivo di ridare centralità e strategia all’Ente Provincia, vocato alla pianificazione strategica territoriale e al coordinamento degli enti locali .
Andrea Massari, Presidente di UPI Emilia-Romagna sostiene che “le Province, dopo anni in cui sono state relegate ai margini del dialogo istituzionale, hanno nuovamente riacquistato presenza e coinvolgimento nel panorama politico. Questo vale anche per quanto riguarda le politiche europee e l’uso dei fondi messi a disposizione dall’UE. Per parte nostra siamo convinti che l’ente Provincia sia cruciale nell’attuazione delle politiche di sviluppo europeo, sia per i territori che rappresentano che per il supporto che possono offrire ai comuni piú piccoli”.
Il 7 aprile 2024 ricorrono i 10 anni dalla legge 56/2014, la riforma Delrio, che tagliò alle Province risorse economiche e umane lasciando però in carico agli Enti competenze fondamentali come scuole superiori, viabilità provinciale e ambiente. A dieci anni di distanza, Stefano Marcon, presidente dell’Unione Province del Veneto, ricorda il percorso compiuto dalle Amministrazioni, la capacità di resilienza anche nei periodi più complessi, come la pandemia, sottolineando l’urgenza di concretizzare quanto prima la nuova proposta di legge, già sottoposta all’esame della Commissione Affari Costituzionali del Senato, che conferirebbe nuova dignità istituzionale alle Province migliorandone l’efficienza, sia nel dialogo diretto con il territorio sia in termini di maggiore tutela della sicurezza dei cittadini.
“Il 7 aprile 2014 le Province hanno toccato l’abisso, a causa di una riforma che secondo il Governo di allora avrebbe apportato un notevole risparmio – sottolinea Stefano Marcon, presidente UPI Veneto – furono tagliati 3 miliardi alle Province per servizi essenziali ai cittadini, quali scuole, strade e ambiente. Un tale depauperamento di risorse che impedì di svolgere interventi di manutenzione fondamentali per la sicurezza e il benessere di tutte le nostre comunità. Ebbene, dati alla mano, come già ribadito più volte in occasione delle Assemblee nazionali dal presidente UPI Michele De Pascale, a fronte di quei 3 miliardi tagliati ai nostri Enti la riforma delle Province è valsa 26 centesimi di risparmio annuo a cittadino, ovvero lo 0,001 della spesa pubblica. Parliamo di 52 milioni in totale, che corrispondevano alle indennità degli organi politici. C’è da contare, però, anche il transito del personale delle Province nelle Regioni e nei Ministeri: quello costò circa 40 milioni. Al netto, la riforma permise di risparmiare dunque poco più di 10 milioni, l’equivalente di un’opera di costruzione di una singola nuova scuola”.
“Ora, al 7 aprile 2024, stiamo affrontando ancora difficoltà e strascichi di quella riforma che non possiamo colmare se non con l’attuazione, urgente, della proposta di legge a cui siamo arrivati con UPI nazionale l’anno scorso, che riunisce i disegni dei gruppi di maggioranza e minoranza: risultato di una compattezza, da parte tutte le parti politiche, sulla necessità di un riordino delle Province, nonché sulla convinzione espressa dai Ministri Calderoli e Salvini e ribadita chiaramente dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a L’Aquila il 10 e 11 ottobre scorso. Oggi quella proposta è ancora all’esame della Commissione Affari Costituzionali del Senato: abbiamo dato prova, in questi 10 anni e con l’efficiente utilizzo delle risorse PNRR, di saper amministrare bene le nostre Province, ma soprattutto che abbiamo la capacità per poterlo fare ancora meglio. L’auspicio è che, dopo le Europee, il Governo ci dia una tabella di marcia e un orizzonte sicuro e democratico per iniziare concretamente questa seconda vita per i nostri Enti”.
La Provincia di Bergamo conferma il proprio ruolo di supporto ai Comuni rafforzando e ampliando l’attuale servizio di assistenza (nato con l’obiettivo di affiancare i Comuni per quanto riguarda i bandi PNRR) al fine di rispondere ai crescenti fabbisogni degli stessi – in particolare di quelli più piccoli – in merito alla capacità di intercettazione dei finanziamenti pubblici, allo sviluppo di progetti complessi, nonché alla gestione, al monitoraggio ed alla rendicontazione degli interventi già finanziati.
Grazie alla sottoscrizione di un addendum al preesistente Protocollo d’Intesa con i Consorzi BIM – Consorzio del Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e Fiumi Brembo e Serio e Consorzio del Bacino Imbrifero Montano dell’Oglio, la struttura tecnica provinciale offrirà da oggi i seguenti servizi:
– redazione di studi di fattibilità tecnica ed economica preferibilmente di scala sovracomunale utili per permettere ai Comuni la partecipazione ai bandi emanati a valere sulle risorse europee, nazionali, regionali e di fondazioni private;
– elaborazione di proposte progettuali (project design) riguardanti anche interventi non infrastrutturali o intersettoriali utili a permettere ai Comuni la partecipazione ai bandi emanati a valere sulle risorse europee, nazionali, regionali e di fondazioni private;
– attività di monitoraggio e segnalazione delle opportunità di finanziamento e supporto alla candidatura dei progetti anche attraverso l’analisi delle normative dei bandi d’interesse;
– supporto amministrativo nelle attività di monitoraggio e rendicontazione dei progetti finanziati.
Si ricorda che grazie al contributo erogato alla Provincia da parte da parte dei Consorzi BIM: Consorzio del Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e Fiumi Brembo e Serio e Consorzio
del Bacino Imbrifero Montano dell’Oglio, per i Comuni facenti parte di uno o più consorzi BIM i servizi erogati sono gratuiti.
“Abbiamo voluto valorizzare la visione della Provincia come “Casa dei Comuni” rafforzando e ampliando il servizio di assistenza offerto in passato in modo da adeguarlo alle esigenze del
presente e del futuro. L’obiettivo è facilitare, informare e formare i Comuni, dando aggiornamenti costanti sulle opportunità e assistenza nella progettazione e nella rendicontazione, con uno strumento operativo capace di fornire soluzioni concrete alle esigenze del nostro territorio e delle persone che lo vivono” dichiarano il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi e il vicepresidente della Provincia con delega a bandi, Europa SEAV, PNRR e partecipate Matteo Macoli.
“Nel maggio 2022 abbiamo sottoscritto con la Provincia di Bergamo un protocollo d’intesa inerente al sostegno tecnico-burocratico per le pratiche PNRR attraverso una struttura specifica a supporto dei Comuni. La proposta di addendum al protocollo d’intesa è finalizzata ad ottenere l’estensione dell’operatività della struttura tecnico-amministrativa e, conseguentemente, a fornire un supporto ai Comuni nel redigere ulteriori progettualità, nella predisposizione delle candidature a bandi vari. Esorto i 120 Sindaci del Consorzio BIM Fiumi Brembo e Serio e del Lago di Como coinvolti ad avvalersi di queste opportunità rilevanti finalizzate a partecipare a bandi vari ed acquisire risorse indispensabili per il proprio Comune” dichiara il presidente del Consorzio del Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e Fiumi Brembo e Serio Carlo Personeni.
“Con molto piacere sosteniamo il progetto della Provincia che, a seguito dell’ampliamento dei servizi, confida di rispondere alle necessità dei Comuni fornendo un’assistenza qualificata. Se gli istrumenti che verranno messi a disposizione saranno capaci di dare risposte certe agli enti locali, i territori ne riscontreranno i benefici” aggiunge il presidente del Consorzio del Bacino Imbrifero Montano dell’Oglio Denis Flaccadori.
“Il Bando 2024 è una straordinaria occasione per valorizzare le iniziative di cooperazione realizzate dagli enti locali, perché pone al centro della strategia i partenariati territoriali. Le Province non possono che sostenere questa logica del fare sistema promossa dal Ministero degli esteri, che rafforza il coordinamento tra le attività di rilievo internazionale degli enti locali e l’azione estera dell’Italia”.
Lo ha detto la rappresentante dell’UPI Laura Pernazza, Presidente della Provincia di Terni, intervenendo oggi al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale alla presentazione del nuovo Bando la Cooperazione allo Sviluppo, che assegna agli enti locali, associati in partenariato, una dotazione di 60 milioni di euro.
“Grazie a questo bando – ha sottolineato la rappresentante di UPI – le Province potranno promuovere partenariati tra Comuni e organizzazioni della società civile, costruendo reti in grado di fare sintesi dei vari interventi in campo e mettendo in sinergia le risorse umane e finanziarie disponibili, evitando inutili sovrapposizioni. Le Province, dunque, oltre a presentare i loro progetti, avranno un ruolo chiave nel supporto, in qualità di partner, dei Comuni del loro territorio, coordinando e mettendo a sistema le diverse proposte. Un percorso che sarà sostenuto e promosso da UPI”.