Categoria: Varie

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Provincia di Terni: risorse per quasi 18 milioni di euro su ponti, viadotti e sicurezza stradale

Oltre 10 milioni e 600mila euro sono stati previsti a favore della la Provincia di Terni per gli interventi su ponti e viadotti relativamente al periodo 2024-2029. Lo ha reso noto il consigliere delegato alla viabilità nel corso dell’ultima seduta di Consiglio provinciale rispondendo all’interrogazione del gruppo di minoranza che aveva chiesto alla presidente quali fossero gli interventi attuabili e, in base agli schemi di finanziamento, le priorità individuate dalla Provincia e se esistesse uno schema di intervento per le urgenze. In caso contrario, in quanto tempo l’amministrazione provinciale intendesse elaborarlo. L’interrogazione prendeva in esame sia la questione relativa a ponti e viadotti che quella inerente la sicurezza stradale su tutto il territorio provinciale, ricordando i fondi stanziati a livello nazionale.

Le risorse a disposizione dell’ente, ha spiegato il consigliere delegato, provengono da due schemi di decreti del ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile recentemente approvati dalla Conferenza Stato-Regioni relativi alla programmazione delle risorse nazionali a valere sulle annualità 2024-2029. Per il 2024-2025 alla Provincia di Terni sono stati assegnati 757.774 euro all’anno, per il periodo 2026–2029 invece oltre 2milioni e 273mila all’anno per un totale complessivo 2024-2029 di oltre 10 milioni e 600mila euro.

Per quanto concerne invece l’altro tema sollevato dalla minoranza e relativo agli interventi di messa in sicurezza della rete viaria, il consigliere ha informato che un secondo decreto ministeriale stanzia, su un totale di 1 miliardo e 375 milioni dal 2025 al 2029, alla Provincia di Terni risorse annue per oltre 1 milione e 440mila euro per un totale che supera i 7 milioni e 200mila euro. Sempre il consigliere ha spiegato che la pianificazione sarà predisposta in continuità con i piani triennali in essere che sono redatti per il triennio 2022-2025 e sarà definita secondo le seguenti linee: Per la valutazione dei ponti sono in fase di aggiudicazione le attività Censimento, ispezioni e valutazione della classe di attenzione dei ponti con luce superiore a sei metri presenti sulle strade provinciali.

Questo lavoro che sarà completato entro il 2022 consentirà di conoscere lo stato generale delle infrastrutture con un livello di pericolosità e di attenzione ed con una valutazione preliminare dei costi di intervento delle infrastrutture più esposte. Dagli esiti, a valere sulle risorse del futuro decreto, saranno pianificati le eventuali indagini e valutazioni di approfondimento e gli interventi conseguenti con priorità agli interventi sui manufatti a maggiore grado di rischio.

Gli interventi di manutenzione straordinaria saranno programmati in prosecuzione dell’attuale pianificazione per interventi di ripristino e rifacimento delle superfici stradali secondo lo stato di ammaloramento segnalato e riscontrato durante l’attività di gestione, tenendo conto dei livelli di transito, della natura strategica delle strade e di quanto in fase di realizzazione. Alle manutenzioni delle pavimentazioni si potranno affiancare opere di messa in sicurezza da dissesti idrogeologici. Sono infatti in corso diverse progettazioni di consolidamento di fronti in frana a valere su risorse disponibili da specifico finanziamento del 2020 che saranno ultimate nei prossimi mesi

L’UPI entra a far parte della Confederazione Europea dei Poteri Locali Intermedi

L’Unione delle Province d’Italia è entrata a far parte della Confederazione Europea dei Poteri Locali Intermedi – CEPLI, la maggior associazione che raccoglie e rappresenta le Province di tutta Europea, nel corso dell’Assemblea di CEPLI in programma a Cracovia, nella quale si è discusso del ruolo e della strategicità dei poteri locali per costruire la resilienza dei territori secondo i principi dello sviluppo sostenibile.

 

“Come nuovi membri di CEPLI – dichiara Luca Menesini, responsabile UPI per le relazioni con l’Europa e del membro del Comitato delle Regioni – abbiamo sottoscritto un ordine del giorno nel quale insieme ai rappresentanti delle altre Province europee abbiamo chiesto all’UE e ai Governi nazionali supporto politico e finanziario per promuovere lo sviluppo locale, anche destinando fondi diretti alle Province per le loro aree di competenza”.

 

Nel documento, sottoscritto da tutti i membri della Confederazione, si chiede all’UE di ribadire che le Province sono istituzioni indispensabili per garantire i servizi essenziali di città e territori e per rinforzarne la resilienza; per questo si chiede all’UE di sostenere il rafforzamento delle Province in tutti gli stati membri perché la debolezza di queste istituzioni rende deboli i cittadini, le comunità e i territori.

 

“Con i colleghi della Polonia, della Francia, della Germania, del Belgio, della Romania, della Spagna – sottolinea Menesini – abbiamo voluto in questo appello sottolineare il ruolo delle Province nel coordinare lo sviluppo economico e sociale chiedendo che ne sia riconosciuta la strategicità quali istituzioni necessarie per combattere le disuguaglianze territoriali e assicurare stessi diritti alle comunità lontane dalle grandi aree urbane. È indubbio quanto le Province abbiano assunto compiti essenziali nella gestione delle crisi, prima quella sanitaria dovuta al Covid19 e oggi quella umanitaria conseguente all’invasione Russa in Ucraina: a nome delle Province italiane – conclude Menesini – ho espresso pieno sostegno ai colleghi della Polonia e della Romania, che in questo momento drammatico stanno più di tutti sostenendo l’accoglienza dei rifugiati”

Il 27 maggio a Perugia le Province si confrontano su riforme e nuovi modelli

“Le nuove Province: la sfida” : è questo il titolo del convegno che si terrà il prossimo venerdì 27 maggio a Perugia, presso Sala del Consiglio, in collaborazione con la Provincia di Perugia e l’Università degli studi di Perugia nell’ambito delle iniziative del Progetto “Province&Comuni”.

L’incontro  vedrà il contributo di docenti delle maggiori Università italiane, che insieme agli amministratori provinciali e ai rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali, discuteranno dei modelli più efficaci per amministrare al meglio i territori e sulla urgente revisione della Legge 56/14 nell’ambito della riforma del TUEL, all’esame del Ministero dell’Interno.

Il programma del Convegno

 

 

Il 27 maggio a Perugia le Province si confrontano su riforme e nuovi modelli

“Le nuove Province: la sfida” : è questo il titolo del convegno che si terrà il prossimo venerdì 27 maggio a Perugia, presso Sala del Consiglio, in collaborazione con la Provincia di Perugia e l’Università degli studi di Perugia nell’ambito delle iniziative del Progetto “Province&Comuni”.

L’incontro  vedrà il contributo di docenti delle maggiori Università italiane, che insieme agli amministratori provinciali e ai rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali, discuteranno dei modelli più efficaci per amministrare al meglio i territori e sulla urgente revisione della Legge 56/14 nell’ambito della riforma del TUEL, all’esame del Ministero dell’Interno.

Il programma del Convegno

 

 

La Presidente Hofmann all’Assemblea dei Presidenti di Provincia: Al lavoro per recuperare la dignita’ dell’istituzione e costruire una nuova Provincia

La Presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann ha partecipato ieri a Roma all’Assemblea dei Presidenti di Provincia, dal titolo Costruire la nuova Provincia. Dalle riforme necessarie ai modelli da condividere, convocata dall’Unione delle Province d’Italia – Upi.

 

Si è trattato della prima Assemblea in presenza dopo la lunga pausa imposta dalla pandemia e la prima per i tanti Presidenti eletti nella passata tornata amministrativa.

 

I Presidenti si sono confrontati, anche con rappresentanti del Governo, su tematiche prioritarie, come la revisione del Testo unico degli enti locali, con il Disegno di legge predisposto dal Governo per risolvere le criticità aperte dalla legge Delrio, su cui non si è ancora pronunciato il Consiglio dei Ministri; la situazione finanziaria delle Province, anche alla luce degli ultimi provvedimenti del Governo; il modello di Provincia che deve emergere da una profonda innovazione dell’ente.

 

Il Disegno di legge prevede, per le Province, l’ampliamento delle funzioni fondamentali, tra cui quelle relative all’adozione del piano strategico triennale, la gestione e l’organizzazione dei servizi pubblici di ambito provinciali, la promozione e il coordinamento dello sviluppo economico e sociale, la pianificazione territoriale di protezione civile, la tutela e la valorizzazione dell’ambiente.

 

Inoltre, rispetto agli organi, il testo reintroduce la Giunta provinciale e allinea i mandati di Consiglio e Presidente a 5 anni.

 

Le richieste sono state formalizzate in un Ordine del giorno sottoscritto da tutti i Presidenti delle Province italiane, che sarà votato da tutti i Consigli provinciali per essere inviato, con la firma dei 76 Presidenti e dei 900 Consiglieri provinciali in rappresentanza di oltre 5.500 Comuni e più di 32 milioni e 500 mila cittadine e cittadini, al Presidente della Repubblica, alla Presidente del Senato, al Presidente della Camera dei Deputati, al Presidente del Consiglio e a tutto il Governo.

 

“L’assemblea ha rappresentato un momento di confronto e condivisione tra i Presidenti – commenta la Presidente Hofmannutile per definire iniziative politiche a sostegno delle richieste delle Province, in particolare rispetto agli organi, alle funzioni e alle risorse, per compiere un significativo passo in avanti verso una revisione complessiva e strutturale dei nostri enti, per riportare le Province a recuperare la piena dignità di istituzione della Repubblica. Ora occorre un’accelerazione da parte del Governo, che deve approvare quanto prima il testo in Consiglio dei Ministri, in modo che possa iniziare la discussione in Parlamento. L’obiettivo è assicurare alle Province le risorse necessarie per garantire i servizi essenziali e lanciare un piano di investimenti per la messa in sicurezza delle scuole superiori e della rete viaria provinciale; strumenti e mezzi per garantire ai territori amministrati servizi eccellenti e in grado di sostenere la ripresa economica, occupazionale e sociale. Solo così potremo costruire la nuova Provincia che serve al Paese, che semplifica l’amministrazione sul territorio e promuove lo sviluppo locale”.

 

Province: la Ministra Lamorgese annuncia arrivo in CDM del DDL di modifica

Il Disegno di Legge d riforma del TUEL che interviene a risolvere alcune delle criticità più gravi aperte dalla  Legge 56/14 è stato trasmesso al Consiglio dei Ministri dove sarà presto discusso per iessere approvato e iniziare successivamente l’iter parlamentare. Lo ha annunciato la Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese intervenendo all’Assemblea dei Presidenti di Provincia convocata a Roma dall’UPI.
“E’ una notizia che attendevamo da tempo – commenta il Presidente dell’UPI Michele de Pascale – che segna l’avvio di un percorso che ha come obiettivo quello di riportare le Province a recuperare la piena dignità di istituzione della Repubblica”.
Il Disegno di legge delega prevede, per le Province, l’ampliamento delle funzioni fondamentali, tra cui quelle relative all’adozione del piano strategico triennale, la gestione e l’organizzazione dei servizi pubblici di ambito provinciali, la promozione e il coordinamento dello sviluppo economico e sociale, la pianificazione territoriale di protezione civile, la tutela e la valorizzazione dell’ambiente. Inoltre, rispetto agli organi, il testo reintroduce la Giunta provinciale e allinea i mandati di Consiglio e Presidenza a 5 anni.

“E’ un passaggio essenziale – aggiunge de Pascale – di cui non possiamo che ringraziare la Ministra Lamorgese con cui in questo ultimo anno abbiamo lavorato con determinazione per raggiungere questo traguardo niente affatto scontato. Dopo gli interventi che il Governo Draghi e questo Parlamento hanno messo in campo per assicurare alle Province le risorse necessarie per garantire i servizi essenziali e per lanciare un piano di investimenti per la messa in sicurezza delle scuole superiori e della rete viaria provinciale con i suoi oltre 30 mila ponti, questo provvedimento ci permette di costruire la nuova Provincia che serve al Paese. Una Provincia che semplifica l’amministrazione sul territorio e promuove lo sviluppo locale.

Ora – conclude il Presidente dell’UPI – chiediamo a Governo di non fermarsi, di proseguire con la stessa determinazione e di procedere speditamente all’approvazione del DDL Delega, lasciando al Parlamento la possibilità di intervenire a correggere o implementare il testo. Alle forze politiche chiediamo di guardare a questo provvedimento come ad una misura necessaria per i cittadini, per restituire forza ai territori, per costruire uno sviluppo omogeneo che tiene insieme tutto il territorio”.
Richieste che sono state formalizzate in un Ordine del Giorno che è stato sottoscritto da tutti i Presidenti delle Province italiane e che sarà votato da tutti i Consigli Provinciali per essere inviato, con la firma dei 76 Presidenti e dei 900 Consiglieri provinciali in rappresentanza di oltre 5.500 Comuni e più di 32 milioni e 500 mila cittadine e cittadini, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla  Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, al Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, al Presidente del Consiglio Mario Draghi e a tutto il Governo.

In questo link, l’ordine del giorno approvato Odg_AssembleaPresidentiUPI_11 maggio 2022

 

Province: la Ministra Lamorgese annuncia arrivo in CDM del DDL di modifica

Il Disegno di Legge d riforma del TUEL che interviene a risolvere alcune delle criticità più gravi aperte dalla  Legge 56/14 è stato trasmesso al Consiglio dei Ministri dove sarà presto discusso per iessere approvato e iniziare successivamente l’iter parlamentare. Lo ha annunciato la Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese intervenendo all’Assemblea dei Presidenti di Provincia convocata a Roma dall’UPI.
“E’ una notizia che attendevamo da tempo – commenta il Presidente dell’UPI Michele de Pascale – che segna l’avvio di un percorso che ha come obiettivo quello di riportare le Province a recuperare la piena dignità di istituzione della Repubblica”.
Il Disegno di legge delega prevede, per le Province, l’ampliamento delle funzioni fondamentali, tra cui quelle relative all’adozione del piano strategico triennale, la gestione e l’organizzazione dei servizi pubblici di ambito provinciali, la promozione e il coordinamento dello sviluppo economico e sociale, la pianificazione territoriale di protezione civile, la tutela e la valorizzazione dell’ambiente. Inoltre, rispetto agli organi, il testo reintroduce la Giunta provinciale e allinea i mandati di Consiglio e Presidenza a 5 anni.

“E’ un passaggio essenziale – aggiunge de Pascale – di cui non possiamo che ringraziare la Ministra Lamorgese con cui in questo ultimo anno abbiamo lavorato con determinazione per raggiungere questo traguardo niente affatto scontato. Dopo gli interventi che il Governo Draghi e questo Parlamento hanno messo in campo per assicurare alle Province le risorse necessarie per garantire i servizi essenziali e per lanciare un piano di investimenti per la messa in sicurezza delle scuole superiori e della rete viaria provinciale con i suoi oltre 30 mila ponti, questo provvedimento ci permette di costruire la nuova Provincia che serve al Paese. Una Provincia che semplifica l’amministrazione sul territorio e promuove lo sviluppo locale.

Ora – conclude il Presidente dell’UPI – chiediamo a Governo di non fermarsi, di proseguire con la stessa determinazione e di procedere speditamente all’approvazione del DDL Delega, lasciando al Parlamento la possibilità di intervenire a correggere o implementare il testo. Alle forze politiche chiediamo di guardare a questo provvedimento come ad una misura necessaria per i cittadini, per restituire forza ai territori, per costruire uno sviluppo omogeneo che tiene insieme tutto il territorio”.
Richieste che sono state formalizzate in un Ordine del Giorno che è stato sottoscritto da tutti i Presidenti delle Province italiane e che sarà votato da tutti i Consigli Provinciali per essere inviato, con la firma dei 76 Presidenti e dei 900 Consiglieri provinciali in rappresentanza di oltre 5.500 Comuni e più di 32 milioni e 500 mila cittadine e cittadini, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla  Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, al Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, al Presidente del Consiglio Mario Draghi e a tutto il Governo.

In questo link, l’ordine del giorno approvato Odg_AssembleaPresidentiUPI_11 maggio 2022

 

“Missione Italia”. Il 22 e 23 giugno a Roma l’evento Anci sul Pnrr dei Comuni e delle città

“Missione Italia”. E’ questo il titolo dell’evento che Anci ha organizzato per i prossimi 22 e 23 giugno a Roma per parlare del Pnrr nei Comuni e nelle città.
La due giorni si terrà presso il centro congressi “La Nuvola” (Viale Asia 40/44).
Il programma dell’evento sarà reso disponibile nelle prossime ore.
L’UPI è orgogliosa di collaborare con ANCI all’evento, per portare la voce delle Province e dei territori nel confronto sulla straordinaria sfida del PNRR  con i Sindaci, con il Governo, con le Imprese, con il mondo dell’associazionismo.

Coordinamento Province montane, incontro tra i Presidenti

«Sterilizzare il prelievo forzoso può essere lo strumento operativo per consentire maggiore spazio di manovra, soprattutto sulla questione della viabilità e delle strade». Lo afferma il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin, che oggi pomeriggio a Longarone ha incontrato il collega presidente di Verbano-Cusio-Ossola Alessandro Lana e ha sentito telefonicamente il presidente di Sondrio Elio Moretti, nell’ambito della fiera “Caccia, pesca, natura”.
Proprio all’appuntamento fieristico le tre Province interamente montane hanno condiviso le buone pratiche sulla gestione dell’attività alieutica e ittiogenica, in un convegno che ha voluto sottolineare il “modello Sondrio”, attivo ormai da 50 anni con la piena autonomia dell’Unione Pesca Sportiva, ma anche analizzare le situazioni analoghe dei tre territori, non solo in tema di fauna e ambiente.
«Lo scambio delle buone pratiche è fondamentale per territori periferici e scarsamente abitati come i nostri, dove la gestione del territorio non può seguire le stesse dinamiche delle zone di pianura. E proprio per questo, sotto l’egida di Upi (Unione Province d’Italia), abbiamo dato vita a un coordinamento delle tre Province interamente montane, riconosciute anche dalla legge Delrio» commenta il presidente Padrin. «Nell’occasione del convegno, abbiamo esaminato anche le altre peculiarità comuni, rafforzando il protocollo firmato nel luglio scorso. E abbiamo condiviso la necessità di avere a disposizione risorse strutturali che consentano alla montagna uno sviluppo sostenibile e sociale dei territori, primariamente per contrastare lo spopolamento ormai galoppante che sta cancellando intere comunità locali nel Bellunese, come nelle province di Sondrio e di Verbano-Cusio-Ossola. Insieme abbiamo deciso di chiedere al Governo di cancellare il prelievo forzoso che da anni drena dai nostri bilanci diversi milioni di euro – 10 per Belluno, circa 6 per Sondrio e Vco – in modo da dare respiro alle attività degli enti di area vasta. Per il Bellunese penso ad esempio alle difficoltà nella gestione delle strade provinciali, alla luce dell’azzeramento dei trasferimenti statali, che ci obbligano a togliere risorse da altri capitoli e da altre esigenze. Con Upi nazionale porteremo avanti questa richiesta: è un riconoscimento non solo formale, ma concreto, della nostra specificità».

Coordinamento Province montane, incontro tra i Presidenti

«Sterilizzare il prelievo forzoso può essere lo strumento operativo per consentire maggiore spazio di manovra, soprattutto sulla questione della viabilità e delle strade». Lo afferma il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin, che oggi pomeriggio a Longarone ha incontrato il collega presidente di Verbano-Cusio-Ossola Alessandro Lana e ha sentito telefonicamente il presidente di Sondrio Elio Moretti, nell’ambito della fiera “Caccia, pesca, natura”.
Proprio all’appuntamento fieristico le tre Province interamente montane hanno condiviso le buone pratiche sulla gestione dell’attività alieutica e ittiogenica, in un convegno che ha voluto sottolineare il “modello Sondrio”, attivo ormai da 50 anni con la piena autonomia dell’Unione Pesca Sportiva, ma anche analizzare le situazioni analoghe dei tre territori, non solo in tema di fauna e ambiente.
«Lo scambio delle buone pratiche è fondamentale per territori periferici e scarsamente abitati come i nostri, dove la gestione del territorio non può seguire le stesse dinamiche delle zone di pianura. E proprio per questo, sotto l’egida di Upi (Unione Province d’Italia), abbiamo dato vita a un coordinamento delle tre Province interamente montane, riconosciute anche dalla legge Delrio» commenta il presidente Padrin. «Nell’occasione del convegno, abbiamo esaminato anche le altre peculiarità comuni, rafforzando il protocollo firmato nel luglio scorso. E abbiamo condiviso la necessità di avere a disposizione risorse strutturali che consentano alla montagna uno sviluppo sostenibile e sociale dei territori, primariamente per contrastare lo spopolamento ormai galoppante che sta cancellando intere comunità locali nel Bellunese, come nelle province di Sondrio e di Verbano-Cusio-Ossola. Insieme abbiamo deciso di chiedere al Governo di cancellare il prelievo forzoso che da anni drena dai nostri bilanci diversi milioni di euro – 10 per Belluno, circa 6 per Sondrio e Vco – in modo da dare respiro alle attività degli enti di area vasta. Per il Bellunese penso ad esempio alle difficoltà nella gestione delle strade provinciali, alla luce dell’azzeramento dei trasferimenti statali, che ci obbligano a togliere risorse da altri capitoli e da altre esigenze. Con Upi nazionale porteremo avanti questa richiesta: è un riconoscimento non solo formale, ma concreto, della nostra specificità».

PNRR: Continua l’azione delle Province in favore dei Comuni

Pompeo: occasione di rilancio e sviluppo che non possiamo lasciarci sfuggire

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, approvato nel 2021 per rilanciare l’economia dopo la pandemia prevede un pacchetto di investimenti e promuove un’agenda di riforme dove le risorse stanziate sono pari a 191,5 miliardi.

Le Province sono impegnate, insieme ai Comuni del territorio, a fare in modo che le risorse che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha messo a disposizione degli enti locali si traducano in progetti ed interventi che vadano strutturalmente a beneficio dei territori. In questi mesi anche la Regione Lazio si è attivata per ripensare il rapporto con gli enti locali con particolare attenzione all’esigenza di condividere un percorso che favorisse la collaborazione di tutti i soggetti del territorio per il migliore utilizzo delle risorse stanziate nel Piano.

In questa prospettiva è stato firmato tra la Regione e L’Anci Lazio un protocollo per la creazione dell’Osservatorio Sviluppo Lazio che consente di fornire ai Comuni e agli enti locali le informazioni per il miglior utilizzo dei fondi di coesione del periodo 2021-2027.

La Regione ha inoltre approvato  con la piena collaborazione delle associazioni delle autonomie locali, il Piano di assistenza tecnica che vede coinvolte nella cabina di regia regionale Province e Città metropolitana in un ruolo di coordinamento per l’utilizzo dei 1000 esperti messi a disposizione dal Dipartimento Funzione Pubblica.

“Le autonomie locali – dichiara il Presidente di UPI Lazio Antonio Pompeo – devono essere capaci di raccogliere la sfida a cui sono chiamate, costruendo una collaborazione strutturata tra le associazioni regionali di rappresentanza che punti a valorizzare il ruolo dei Comuni. Attraverso l’istituzione di Task Force, le Province continuano un’azione coordinata e sistematica per sostenere gli enti locali nella difficile ma indifferibile azione di progettazione per l’individuazione e il raggiungimento degli obiettivi, giocando un ruolo fondamentale di coordinamento e supportando i Comuni nella gestione di queste risorse”.

Osservatorio sugli atti intimidatori nei confronti degli amministratori degli enti locali : presentato il report

Preoccupazione per l’aumento degli episodi di intimidazione nei confronti degli amministratori locali, ma anche piena fiducia nelle forze dell’ordine e la consapevolezza che il ruolo dell’amministratore locale deve essere preservato e rinforzato.

Piero Marrese, presidente della Provincia di Matera, sindaco di Montalbano Jonico e rappresentante dell’UPI (Unione Province d’Italia) nell’Osservatorio sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali ha commentato così i risultati del report elaborato, per conto del ministero dell’Interno, dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza – direzione centrale della Polizia Criminale – Servizio Analisi Criminale, secondo il quale nel 2021 a livello nazionale è stato rilevato un aumento del 15,7% degli episodi di intimidazione nei confronti degli amministratori locali rispetto al 2020. Per la precisione, gli episodi sono passati dai 624 del 2020 ai 722 del 2021.

“Preoccupa – ha aggiunto Marrese – anche la circostanza che gli episodi con matrice di criminalità organizzata siano raddoppiati rispetto all’anno precedente. Questa recrudescenza delle consorterie criminali espone gli amministratori locali, siano essi sindaci o altro tipo di amministratore, a minacce purtroppo sempre più crescenti e spesso veicolate per il tramite dei social network. Un fenomeno, quest’ultimo, che necessita di un’azione più efficace e capillare di prevenzione, prima ancora che di repressione.

A fronte della inevitabile preoccupazione, però, c’è anche da rimarcare il crescente impegno delle forze dell’ordine e il fronte comune che, spesso, gli amministratori locali riescono a mettere in atto quasi come sinergia, piuttosto che come strumento di difesa vera e propria”.

Infine, Marrese ha sottolineato che “come rappresentante delle Province italiane solleciterò per quanto possibile un’analisi più attenta su questi fenomeni, unitamente alla necessità dell’adozione di misure ancor più efficaci e pervasive per evitare che gli amministratori locali possano continuare ad essere esposti, più di altri, alla rabbia sociale prima ancora che alle vere e proprie organizzazioni criminali”.

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