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Green pass: UPI “Condividiamo obiettivo del Governo.Definire linee guida per applicazione in Province e Comuni”

“Condividiamo l’obiettivo del Governo di estendere per quanto possibile in maniera universalistica l’obbligo di green pass, per accelerare sulle vaccinazioni e arrivare ad ottobre più vicini alla soglia di sicurezza” . Lo ha detto il rappresentante dell’Unione delle Province d’Italia,  Luca Menesini, Presidente della Provincia di Lucca, intervenendo alla Cabina di regia convocata dalla Ministra Maria Stella Gelmini con i Ministri Renato Brunetta e Roberto Speranza, sul decreto che il Governo si appresta a varare per allargare l’obbligo della certificazione verde  Covid19 ai dipendenti pubblici e privati e alle cariche elettive.
“È una misura importante – ha detto Menesini ai Ministri – che può rivelarsi decisiva per riuscire a dare un nuovo impulso alla vaccinazione. Certo, occorre comunicare con la massima attenzione ai cittadini la necessità della misura, per non rischiare di creare nuove tensioni e chiarire che L’obbligo vale per i dipendenti pubblici,  ma i cittadini potranno continuare ad accedere agli sportelli senza alcuna limitazione. Per quanto ci riguarda l’applicazione di questa misura comporta una riorganizzazione dell’accesso dei dipendenti pubblici nelle amministrazioni. Per questo chiediamo al Governo di definire insieme delle linee guida da condividere in Confenza Umificata, per attuare al meglio la misura nelle Province, nei Comuni e negli altri enti locali”.
“Nella riunione – aggiunge Menesini – è stata sollevata anche la richiesta di verificare la possibilità di estendere a 72 ore la validità dei tamponi. Su questo attendiamo la risposta del CTS che sarà sollecitato dal Ministro Speranza”.

Green pass: UPI “Condividiamo obiettivo del Governo.Definire linee guida per applicazione in Province e Comuni”

“Condividiamo l’obiettivo del Governo di estendere per quanto possibile in maniera universalistica l’obbligo di green pass, per accelerare sulle vaccinazioni e arrivare ad ottobre più vicini alla soglia di sicurezza” . Lo ha detto il rappresentante dell’Unione delle Province d’Italia,  Luca Menesini, Presidente della Provincia di Lucca, intervenendo alla Cabina di regia convocata dalla Ministra Maria Stella Gelmini con i Ministri Renato Brunetta e Roberto Speranza, sul decreto che il Governo si appresta a varare per allargare l’obbligo della certificazione verde  Covid19 ai dipendenti pubblici e privati e alle cariche elettive.
“È una misura importante – ha detto Menesini ai Ministri – che può rivelarsi decisiva per riuscire a dare un nuovo impulso alla vaccinazione. Certo, occorre comunicare con la massima attenzione ai cittadini la necessità della misura, per non rischiare di creare nuove tensioni e chiarire che L’obbligo vale per i dipendenti pubblici,  ma i cittadini potranno continuare ad accedere agli sportelli senza alcuna limitazione. Per quanto ci riguarda l’applicazione di questa misura comporta una riorganizzazione dell’accesso dei dipendenti pubblici nelle amministrazioni. Per questo chiediamo al Governo di definire insieme delle linee guida da condividere in Confenza Umificata, per attuare al meglio la misura nelle Province, nei Comuni e negli altri enti locali”.
“Nella riunione – aggiunge Menesini – è stata sollevata anche la richiesta di verificare la possibilità di estendere a 72 ore la validità dei tamponi. Su questo attendiamo la risposta del CTS che sarà sollecitato dal Ministro Speranza”.

Le Province a colloquio con il presidente di Regione Liguria. Toti: “Serve un ente intermedio in grado di gestire anche mole di finanziamenti in arrivo”

Rafforzamento del personale, definizione delle nuove funzioni per non lasciare indietro i Comuni distanti dai capoluoghi, attribuzione di compiti di area vasta. Di questo si è parlato nel corso dell’incontro di questo pomeriggio tra il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, il presidente di UPI (Unione delle Province d’Italia) Michele De Pascale, il direttore Piero Antonelli, il coordinatore di UPI Liguria Pierluigi Peracchini e il direttore delle Province liguri Pierluigi Vinai.

Una riunione in vista della discussione in Consiglio dei ministri del disegno di legge delega di riforma delle Province italiane, per superare i limiti della loro azione e promuovere le Autonomie locali.

“Abbiamo chiesto al presidente Toti di supportare il processo di rivalutazione delle Province – ha affermato Peracchini – Anche a partire dalle norme vigenti a livello nazionale, le Regioni possono avviare processi di riordino della disciplina sulle funzioni locali di loro competenza, per valorizzare le Province quali istituzioni costitutive della Repubblica a fini generali, in attuazione degli articoli 5, 114 e 118 della Costituzione, ed attribuire alle Province funzioni di area vasta e di supporto ai Comuni che consentano di semplificare tutto il sistema di governo locale, a beneficio delle loro comunità territoriali”.

Il direttore di UPI Liguria Pierluigi Vinai ha sottolineato l’importanza dell’attività di stazione appaltante che possono svolgere le Province e la Città metropolitana per poter assicurare quella capacità di spesa che, diversamente, i singoli Comuni faticherebbero a raggiungere.

Il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti si è espresso a favore della riforma, per avviare processi di riordino e valorizzazione delle Province, in supporto all’attività dei Comuni e delle Regioni.

“Per quanto mi riguarda – ha detto Toti – la considero una necessità, in quanto le Province devono essere enti attuatori di una serie di attività necessarie per il territorio. Sono molto favorevole a che la legge delega vada avanti per dare maggiore rappresentatività a questi enti e più poteri, anche perché esiste un grosso problema di spesa degli enti locali rispetto alla mole di denaro che sta per arrivare. A questo proposito abbiamo una necessità di un ente intermedio tra i Comuni e la Regione, per valorizzare le peculiarità del territorio e dei micro-Comuni che in Italia sono tantissimi e per affrontare una serie di temi fondamentali come l’edilizia scolastica, la sismica, i temi venatori. Speriamo di riuscire a fare questa riforma con il governo, attraverso una legge delega”.

Il presidente nazionale di UPI Michele de Pascale ha ringraziato il presidente Toti per la disponibilità e la condivisione assoluta delle istanze delle Province.

 

Le Province a colloquio con il presidente di Regione Liguria. Toti: “Serve un ente intermedio in grado di gestire anche mole di finanziamenti in arrivo”

Rafforzamento del personale, definizione delle nuove funzioni per non lasciare indietro i Comuni distanti dai capoluoghi, attribuzione di compiti di area vasta. Di questo si è parlato nel corso dell’incontro di questo pomeriggio tra il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, il presidente di UPI (Unione delle Province d’Italia) Michele De Pascale, il direttore Piero Antonelli, il coordinatore di UPI Liguria Pierluigi Peracchini e il direttore delle Province liguri Pierluigi Vinai.

Una riunione in vista della discussione in Consiglio dei ministri del disegno di legge delega di riforma delle Province italiane, per superare i limiti della loro azione e promuovere le Autonomie locali.

“Abbiamo chiesto al presidente Toti di supportare il processo di rivalutazione delle Province – ha affermato Peracchini – Anche a partire dalle norme vigenti a livello nazionale, le Regioni possono avviare processi di riordino della disciplina sulle funzioni locali di loro competenza, per valorizzare le Province quali istituzioni costitutive della Repubblica a fini generali, in attuazione degli articoli 5, 114 e 118 della Costituzione, ed attribuire alle Province funzioni di area vasta e di supporto ai Comuni che consentano di semplificare tutto il sistema di governo locale, a beneficio delle loro comunità territoriali”.

Il direttore di UPI Liguria Pierluigi Vinai ha sottolineato l’importanza dell’attività di stazione appaltante che possono svolgere le Province e la Città metropolitana per poter assicurare quella capacità di spesa che, diversamente, i singoli Comuni faticherebbero a raggiungere.

Il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti si è espresso a favore della riforma, per avviare processi di riordino e valorizzazione delle Province, in supporto all’attività dei Comuni e delle Regioni.

“Per quanto mi riguarda – ha detto Toti – la considero una necessità, in quanto le Province devono essere enti attuatori di una serie di attività necessarie per il territorio. Sono molto favorevole a che la legge delega vada avanti per dare maggiore rappresentatività a questi enti e più poteri, anche perché esiste un grosso problema di spesa degli enti locali rispetto alla mole di denaro che sta per arrivare. A questo proposito abbiamo una necessità di un ente intermedio tra i Comuni e la Regione, per valorizzare le peculiarità del territorio e dei micro-Comuni che in Italia sono tantissimi e per affrontare una serie di temi fondamentali come l’edilizia scolastica, la sismica, i temi venatori. Speriamo di riuscire a fare questa riforma con il governo, attraverso una legge delega”.

Il presidente nazionale di UPI Michele de Pascale ha ringraziato il presidente Toti per la disponibilità e la condivisione assoluta delle istanze delle Province.

 

Osservatorio atti intimidatori, Presidente Iacucci: “Non bisogna lasciare soli i sindaci. Dobbiamo garantirgli la giusta sicurezza, la tranquillità di poter svolgere il proprio mandato senza “pressioni” o delegittimazioni”

“I sindaci sono sempre più esasperati, a volte lasciati soli a gestire i propri territori. Ecco perché è necessario ripristinare e rafforzare la solidarietà tra le Istituzioni visto che troppo spesso non viene data la giusta importanza al ruolo dei sindaci, sempre più nell’occhio del ciclone non solo per minacce e atti intimidatori ma anche per le forti pressioni che ricevono. I primi cittadini non possono essere chiamati a rispondere di tutto ciò che accade nel proprio Comune, oggi invece il rischio di essere esposti penalmente per responsabilità non dirette è sempre più elevato. Serve maggiore collaborazione tra le Istituzioni e una maggiore tutela anche dal punto di vista normativo”.

È quanto ha affermato questa mattina il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, che ha partecipato in quanto delegato dell’Upi alla riunione dell’Osservatorio nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori, alla presenza del ministro degli Interni Luciana Lamorgese e al sottosegretario Ivan Scalfarotto.

“Mi trovo d’accordo con le questioni portate all’attenzione del Governo da parte dell’Upi e dell’Anci che nei giorni scorsi ha organizzato una manifestazione per chiedere più rispetto e maggiori garanzie nei confronti dei sindaci. Giusta – dichiara Franco Iacucci – è la proposta di Giuseppe Falcomatà, delegato al Mezzogiorno di Anci, che ha chiesto un Fondo di 10 milioni di euro per ripristinare i beni pubblici distrutti a seguito di intimidazioni ma anche per restituire un bene danneggiato di proprietà dell’amministratore”.

Dall’analisi dei dati relativi al primo semestre 2021, il trend a livello nazionale è in aumento del 15,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno 2020. Si registrano 369 episodi di intimidazione e la Calabria si piazza al quinto posto, mentre se si tiene conto dell’incidenza del numero di intimidazioni in rapporto alla popolazione la nostra regione si piazza al secondo posto registrando 30 episodi nel primo semestre del 2021.

“Questi Osservatori, così come gli incontri formativi, sono importanti – sottolinea il presidente Iacucci – per discutere e cercare di attenuare il problema delle intimidazioni verso gli amministratori e rafforzare gli strumenti di contrasto.

I dati piazzano la provincia di Cosenza al secondo posto dopo Napoli con 26 episodi intimidatori nel 2020 rispetto ai 17 del 2019, mentre il numero complessivo delle intimidazioni nel primo semestre 2021 è sceso a 12, rispetto ai 16 casi del primo semestre 2020.

Nell’analizzare i dati bisogna tener presente le motivazioni all’origine del fenomeno e i fattori che possono generare malcontento. Ma non dobbiamo dimenticare una cosa fondamentale: i sindaci hanno ruolo autorevole – afferma il presidente della Provincia -: sono Autorità di Governo nei propri territori ma troppo spesso vengono condannati prima ancora di aver fatto il processo. Molte volte, soprattutto nelle realtà più piccole, vengono lasciati da soli. Dobbiamo garantire ai sindaci la giusta sicurezza, la tranquillità di poter svolgere il proprio mandato senza “pressioni” o delegittimazioni. Altrimenti diventerà sempre più difficile e rischioso svolgere l’attività di amministratore pubblico”.

Osservatorio atti intimidatori, Presidente Iacucci: “Non bisogna lasciare soli i sindaci. Dobbiamo garantirgli la giusta sicurezza, la tranquillità di poter svolgere il proprio mandato senza “pressioni” o delegittimazioni”

“I sindaci sono sempre più esasperati, a volte lasciati soli a gestire i propri territori. Ecco perché è necessario ripristinare e rafforzare la solidarietà tra le Istituzioni visto che troppo spesso non viene data la giusta importanza al ruolo dei sindaci, sempre più nell’occhio del ciclone non solo per minacce e atti intimidatori ma anche per le forti pressioni che ricevono. I primi cittadini non possono essere chiamati a rispondere di tutto ciò che accade nel proprio Comune, oggi invece il rischio di essere esposti penalmente per responsabilità non dirette è sempre più elevato. Serve maggiore collaborazione tra le Istituzioni e una maggiore tutela anche dal punto di vista normativo”.

È quanto ha affermato questa mattina il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, che ha partecipato in quanto delegato dell’Upi alla riunione dell’Osservatorio nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori, alla presenza del ministro degli Interni Luciana Lamorgese e al sottosegretario Ivan Scalfarotto.

“Mi trovo d’accordo con le questioni portate all’attenzione del Governo da parte dell’Upi e dell’Anci che nei giorni scorsi ha organizzato una manifestazione per chiedere più rispetto e maggiori garanzie nei confronti dei sindaci. Giusta – dichiara Franco Iacucci – è la proposta di Giuseppe Falcomatà, delegato al Mezzogiorno di Anci, che ha chiesto un Fondo di 10 milioni di euro per ripristinare i beni pubblici distrutti a seguito di intimidazioni ma anche per restituire un bene danneggiato di proprietà dell’amministratore”.

Dall’analisi dei dati relativi al primo semestre 2021, il trend a livello nazionale è in aumento del 15,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno 2020. Si registrano 369 episodi di intimidazione e la Calabria si piazza al quinto posto, mentre se si tiene conto dell’incidenza del numero di intimidazioni in rapporto alla popolazione la nostra regione si piazza al secondo posto registrando 30 episodi nel primo semestre del 2021.

“Questi Osservatori, così come gli incontri formativi, sono importanti – sottolinea il presidente Iacucci – per discutere e cercare di attenuare il problema delle intimidazioni verso gli amministratori e rafforzare gli strumenti di contrasto.

I dati piazzano la provincia di Cosenza al secondo posto dopo Napoli con 26 episodi intimidatori nel 2020 rispetto ai 17 del 2019, mentre il numero complessivo delle intimidazioni nel primo semestre 2021 è sceso a 12, rispetto ai 16 casi del primo semestre 2020.

Nell’analizzare i dati bisogna tener presente le motivazioni all’origine del fenomeno e i fattori che possono generare malcontento. Ma non dobbiamo dimenticare una cosa fondamentale: i sindaci hanno ruolo autorevole – afferma il presidente della Provincia -: sono Autorità di Governo nei propri territori ma troppo spesso vengono condannati prima ancora di aver fatto il processo. Molte volte, soprattutto nelle realtà più piccole, vengono lasciati da soli. Dobbiamo garantire ai sindaci la giusta sicurezza, la tranquillità di poter svolgere il proprio mandato senza “pressioni” o delegittimazioni. Altrimenti diventerà sempre più difficile e rischioso svolgere l’attività di amministratore pubblico”.

Osservatorio atti intimidatori, Presidente Iacucci: “Non bisogna lasciare soli i sindaci. Dobbiamo garantirgli la giusta sicurezza, la tranquillità di poter svolgere il proprio mandato senza “pressioni” o delegittimazioni”

“I sindaci sono sempre più esasperati, a volte lasciati soli a gestire i propri territori. Ecco perché è necessario ripristinare e rafforzare la solidarietà tra le Istituzioni visto che troppo spesso non viene data la giusta importanza al ruolo dei sindaci, sempre più nell’occhio del ciclone non solo per minacce e atti intimidatori ma anche per le forti pressioni che ricevono. I primi cittadini non possono essere chiamati a rispondere di tutto ciò che accade nel proprio Comune, oggi invece il rischio di essere esposti penalmente per responsabilità non dirette è sempre più elevato. Serve maggiore collaborazione tra le Istituzioni e una maggiore tutela anche dal punto di vista normativo”.

È quanto ha affermato questa mattina il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, che ha partecipato in quanto delegato dell’Upi alla riunione dell’Osservatorio nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori, alla presenza del ministro degli Interni Luciana Lamorgese e al sottosegretario Ivan Scalfarotto.

“Mi trovo d’accordo con le questioni portate all’attenzione del Governo da parte dell’Upi e dell’Anci che nei giorni scorsi ha organizzato una manifestazione per chiedere più rispetto e maggiori garanzie nei confronti dei sindaci. Giusta – dichiara Franco Iacucci – è la proposta di Giuseppe Falcomatà, delegato al Mezzogiorno di Anci, che ha chiesto un Fondo di 10 milioni di euro per ripristinare i beni pubblici distrutti a seguito di intimidazioni ma anche per restituire un bene danneggiato di proprietà dell’amministratore”.

Dall’analisi dei dati relativi al primo semestre 2021, il trend a livello nazionale è in aumento del 15,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno 2020. Si registrano 369 episodi di intimidazione e la Calabria si piazza al quinto posto, mentre se si tiene conto dell’incidenza del numero di intimidazioni in rapporto alla popolazione la nostra regione si piazza al secondo posto registrando 30 episodi nel primo semestre del 2021.

“Questi Osservatori, così come gli incontri formativi, sono importanti – sottolinea il presidente Iacucci – per discutere e cercare di attenuare il problema delle intimidazioni verso gli amministratori e rafforzare gli strumenti di contrasto.

I dati piazzano la provincia di Cosenza al secondo posto dopo Napoli con 26 episodi intimidatori nel 2020 rispetto ai 17 del 2019, mentre il numero complessivo delle intimidazioni nel primo semestre 2021 è sceso a 12, rispetto ai 16 casi del primo semestre 2020.

Nell’analizzare i dati bisogna tener presente le motivazioni all’origine del fenomeno e i fattori che possono generare malcontento. Ma non dobbiamo dimenticare una cosa fondamentale: i sindaci hanno ruolo autorevole – afferma il presidente della Provincia -: sono Autorità di Governo nei propri territori ma troppo spesso vengono condannati prima ancora di aver fatto il processo. Molte volte, soprattutto nelle realtà più piccole, vengono lasciati da soli. Dobbiamo garantire ai sindaci la giusta sicurezza, la tranquillità di poter svolgere il proprio mandato senza “pressioni” o delegittimazioni. Altrimenti diventerà sempre più difficile e rischioso svolgere l’attività di amministratore pubblico”.

Piano antiviolenza: le Province al tavolo del Ministero

“Il Documento che viene presentato è frutto di un impegnativo e importante lavoro di concertazione avviato dal Ministero per le pari opportunità, cui l’UPI ha preso parte insieme alle altre rappresentanze delle istituzioni locali e alle forze economico – sociali. Questo lavoro, che non si è fermato neanche durante la pandemia, ha portato alla redazione di un documento che non è l’ennesima carta dei sogni, ma uno strumento vivo e operativo. Tutto ciò, proprio grazie al confronto serrato e soprattutto al contributo in termini di riflessioni ed esperienze di tutti i soggetti impegnati nel contrasto alla violenza di genere sia a livello istituzionale che nel mondo lavorativo, imprenditoriale, sociale, educativo”.

Lo ha detto la Consigliera della Provincia di Como, Maria Grazia Sassi, Delegata UPI per le pari opportunità, intervenendo ai lavori per la redazione del Piano Nazionale Antiviolenza voluto dalla Ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti.

“Uno strumento essenziale – ha detto Sassi – non solo perché riporta con forza all’attenzione un tema ancora del tutto irrisolto attraverso una analisi dettagliata della condizione femminile nel Paese, ma perché individua chiaramente le responsabilità di ciascuno e detta indicazioni chiare in un orizzonte nazionale che guarda con forza all’Europa. Non a caso, il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza pone tra gli obiettivi prioritari proprio la riduzione degli squilibri e della violenza di genere, riconoscendo in questo uno degli interventi necessari per assicurare una ripresa economica del Paese universale e paritaria, indispensabile per uscire dalla crisi pandemica da Covid19. E’ evidente che per rendere   questo Piano uno strumento pienamente operativo è necessaria la piena condivisione e partecipazione di tutte le istituzioni insieme alle associazioni: Governo, Regioni, Province e Comuni.

Non si tratta solo di introdurre modifiche normative, che pure servono a supporto di alcune azioni essenziali: la vera sfida è di tipo culturale. Si tratta di far crescere nel Paese una visione paritetica ed egualitaria, di rifiuto della violenza in ogni sua forma,  utilizzando – dove serve – la leva legislativa, ma puntando prima di tutto a costruire una nuova prospettiva. Una rivoluzione che deve essere affrontata a partire dai giovani e che trova come sede naturale la scuola, a partire dalla primaria ma con particolare attenzione alla secondaria superiore, attraverso cui è possibile coinvolgere famiglie e comunità.

Per questo, la centralità strategica delle istituzioni territoriali, che saranno chiamate a riportare sulle comunità amministrate le azioni e le misure previste, deve emergere con chiarezza in tutte le declinazioni del documento”

Il ruolo delle Province nell’attuazione del Piano

La Legge 56/14 ho posto tra le funzioni fondamentali delle Province “il controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale” e “la promozione delle pari opportunità” sul territorio provinciale.  Si tratta di una funzione che non ha mai avuto disciplina specifica che consentisse di declinare nel concreto nelle Province le competenze amministrative da esercitare e le risorse da utilizzare.

Secondo quanto indicato dal “Codice delle pari opportunità”, questa funzione è esercitata sul territorio dalla figura delle Consigliere di pari opportunità, che dal 2015 non possono più accedere alle risorse previste dal “Fondo per l’attività delle consigliere e dei consiglieri di parità” a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs 151/2015 che ne ha assegnato l’esclusivo utilizzo a favore delle attività della sola Consigliera Nazionale di parità, privando così però le Province e le Città metropolitane della necessaria copertura finanziaria per sostenerne i compensi e le dotazioni strumentali, benché questa figura sia prevista per legge.

Considerato il ruolo che le Consigliere di parità possono svolgere anche rispetto all’attività di controllo e di segnalazione del rispetto della parità di genere, occorrerà anche alla luce della Strategia considerare fonti di finanziamento – anche nel PNRR – a sostegno delle attività di queste figure che operano nelle Province e nelle Città metropolitane, anche per promuovere le politiche di genere in un sistema a “rete” .

Provincia di Piacenza e stakeholders ragionano insieme sul futuro del territorio

Prosegue il processo di elaborazione ed approvazione del Piano Territoriale di Area Vasta: oggi l’incontro con le forze sociali ed economiche piacentine

Rivolgere lo sguardo al futuro del territorio insieme alle forze economiche e sociali piacentine: questo il senso della nuova tappa del percorso di consultazione preliminare del processo di elaborazione ed approvazione del Piano Territoriale di Area Vasta di Piacenza, il PTAV (previsto dalla nuova legge urbanistica regionale) che sostituirà in larga parte l’attuale PTCP.

L’appuntamento rivolto agli stakeholders locali si è tenuto questa mattina (martedì 20 luglio) nella Sala Consiglio della Provincia: si è svolto in presenza nel rispetto delle vigenti norme anticontagio, ed è stato trasmesso in streaming sul canale YouTube dell’Ente in quanto (proprio per le restrizioni legate all’emergenza sanitaria) ha avuto anche valore di presentazione pubblica.

Come nel caso della riunione con i sindaci della scorsa settimana, l’incontro di oggi con il presidente della Provincia di Piacenza Patrizia Barbieri e con il direttore generale della Provincia di Piacenza Vittorio Silva ha avuto l’obiettivo di illustrare sinteticamente la documentazione preliminare e di raccogliere i primi contributi condivisi.

«La necessità di confrontarsi sulle scelte del Piano in modo più profondo e più partecipato rispetto al passato – ha spiegato il presidente della Provincia di Piacenza, Patrizia Barbieri – deriva da due ragioni principali. In primo luogo, l’accresciuta dimensione strategica del PTAV, che non è un piano di vincoli ma è un piano di orientamento delle scelte, comporta il fatto che la prima condizione di efficacia della strategia territoriale sia la sua condivisione. In secondo luogo, la nuova legge urbanistica regionale attribuisce un’importanza centrale alla partecipazione fin dalla fase di costruzione del piano. Scelte e progetti – ha concluso il presidente Barbieri – andranno pertanto calibrati sulla base delle priorità che individueremo e nel rispetto degli obiettivi strategici del documento, coniugati nei tre concetti chiave di Eccellenza, Sostenibilità e Resilienza”.

Il direttore generale della Provincia di Piacenza, Vittorio Silva, ha sintetizzato natura, contenuti e finalità del PTAV e ha indicato luci ed ombre dell’attualità e delle prospettive del nostro territorio, scandagliato da numerose angolazioni. Piacenza dovrà far valere al meglio la sua natura di territorio snodo per riuscire ad emergere come provincia attraente e protagonista nel contesto del bacino padano, tenendo conto anche di proiezioni che indicano – ad esempio – come nel 2035 la popolazione subirà un calo di ben 30.000 residenti in età di lavoro, con le potenziali ripercussioni per l’intero sistema.

Stimolati da alcuni spunti su una dozzina di aspetti-chiave, gli interventi dei partecipanti hanno concordato sull’esigenza della massima partecipazione possibile nella definizione del PTAV e hanno evidenziato la consapevolezza del fatto che, per una ripartenza efficace, sarà decisiva l’azione proattiva e sinergica di tutti gli attori del territorio, pubblici e privati.

Agli stakeholders – ai quali sarà inviata una scheda di sintesi del PTAV – è stato chiesto di presentare entro il 9 agosto contributi scritti rispetto alle questioni discusse, le cui risultanze saranno oggetto di ulteriori focus specifici: l’incontro di oggi è infatti tappa di un iter che proseguirà nei prossimi mesi.

La documentazione per la consultazione preliminare è disponibile sul sito internet dedicato al PTAV https://ptavpiacenza.it/consultazione-preliminare/

Provincia Ferrara: Da mercoledì 21 luglio via ai lavori sul ponte SP 1 a Masi Torello

Da mercoledì 21 luglio la Provincia dispone la chiusura al transito veicolare sul ponte che attraversa il corso d’acqua Fossa dei Masi, lungo la Sp 1 (via Comacchio) in territorio di Masi Torello.

Il provvedimento è adottato per consentire l’avvio del cantiere per la demolizione del ponte esistente (lungo 18 metri), a causa di problemi di degrado strutturale e dei materiali non più rinviabili, e ricostruzione della nuova struttura di attraversamento in calcestruzzo armato precompresso, nel rispetto rispetto delle nuove normative in materia di costruzioni.

Un cantiere il cui costo sarà di 950mila euro, finanziati con i fondi sisma del 2012 dal ministero Infrastrutture e Trasporti.

I lavori, della durata programmata di 150 giorni, saranno eseguiti dall’associazione temporanea d’impresa che raggruppa la Frantoio Fondovalle srl di Montese (Modena) e la Zini Elio srl di Bologna.

La misura di chiusura totale del traffico è stata presa perché l’intervento di demolizione non consente, evidentemente, soluzioni di semplice limitazione al transito. Pertanto il traffico veicolare – in direzione Comacchio e viceversa – sarà deviato, con apposita segnaletica posizionata nel luogo del cantiere, sul raccordo autostradale Ferrara-Porto Garibaldi.

Province, UPI: “La revisione della riforma è necessaria e urgente”. Apprezzamento per la disponibilità del Sottosegretario Scalfarotto

Le richieste delle Province

Un Disegno di Legge di modifica della riforma Delrio che dia una prospettiva di certezza alle Province sul piano istituzionale, ampliando consolidando le funzioni fondamentali, revisionando il sistema elettorale e norme di riordino della legislazione regionale. Interventi per la stabilità dei bilanci delle Province e l’autonomia finanziaria nella Legge di Bilancio 2022 per sostenere la spinta agli investimenti. 1000 assunzioni per le Province per gli uffici di progettazione, per la gestione tecnica e amministrativa delle stazioni uniche appaltanti, per la gestione dei processi di digitalizzazione nelle Province e negli enti locali e per la transizione ecologica e ambientale. Sono queste le richieste al Governo avanzate oggi dal Presidente dell’UPI Michele de Pascale, nel corso del Comitato Direttivo UPI che si è svolto in presenza e a cui è intervenuto il Sottosegretario agli interni con delega agli Enti locali, Ivan Scalfarotto.

“La revisione della Legge 56/14 deve avere come orizzonte temporale massimo il 2022 – ha detto de Pascale – e considerata l’ampia maggioranza che caratterizza questo Governo, ci sono tutte le condizioni per portare a termine questa operazione necessaria, urgente, non più rinviabile. Su queste proposte abbiamo trovato anche la piena condivisione dell’ANCI, lavorando in piena sinergia con il Presidente Decaro: insieme lavoriamo per rafforzare consolidare il sistema degli enti locali, Comuni, Province e Città metropolitane. Al Governo – ha concluso il Presidente di UPI – ed in particolare alla Ministra Lamorgese e al Sottosegretario Scalfarotto c on cui stiamo avendo un contro positivo e costruttivo, chiediamo di accelerare per quanto possibile il percorso di revisione e di inserire il Disegno di legge delega di revisione delle norme sugli enti locali come collegato alla Legge di Bilancio 2022”.

Il Sottosegretario Scalfarotto: ruolo cardine delle Province

“Le Province svolgono un ruolo cardine nel nostro sistema costituzionale in quanto rappresentano enti necessari e intermedi di raccordo tra Comuni e Regioni. La loro funzione essenziale di coordinamento si esplica mediante la definizione di azioni e interventi a favore dei territori e su temi che interessano direttamente i diritti civili dei cittadini. Le varie crisi economiche e i molteplici mutamenti legislativi intervenuti nel tempo hanno determinato difficoltà in tutte le Amministrazioni locali. Accanto a questo si è aggiunto un forte ridimensionamento finanziario che ha condizionato inevitabilmente l’assetto territoriale istituzionale degli enti territoriali, tra cui in particolare, le Province.
“Ora ci troviamo di fronte alla necessità di ridisegnare il profilo dell’Amministrazione provinciale facendo ricorso, ad esempio, alle varie risorse previste dal PNNR proprio con la finalità di pensare ad un profondo rinnovamento di tutti gli enti locali. Tuttavia, non dobbiamo concentrarci solo esclusivamente sul profilo economico e finanziario, ma siamo chiamati a ridefinire e armonizzare il TUEL”.
“Il ridisegno delle Province è ormai impellente e indifferibile” – aggiunge il Sottosegretario Scalfarotto con delega agli enti locali – “perché oggi ci sono incongruenze e fragilità che non permettono a queste preziose istituzioni di svolgere al meglio le funzioni e i compiti fondamentali loro assegnati.

L’impegno del Governo

Il Governo si impegna ad affrontare entro breve tempo il problema, in occasione della definizione di un disegno legge delega per la riforma organica degli Enti Locali. Insieme alla riforma del testo unico degli enti locali, l’intenzione del Governo è quella di superare le maggiori criticità che in questi anni sono emerse dalla legge n. 56 del 2014: una operazione di semplificazione che produrrebbe maggiori risparmi, qualità ed efficienza dei servizi ai cittadini”.

PTAV: sguardo al futuro nell’incontro tra Provincia di Piacenza e sindaci

Piacenza come provincia attraente, snodo ed eccellenza nel contesto del bacino padano: è la visione proposta per lo sviluppo del sistema locale nel Piano Territoriale di Area Vasta di Piacenza, il nuovo strumento di pianificazione provinciale (previsto dalla legge regionale 24/2017) che sostituirà l’attuale PTCP.

Illustrarne sinteticamente la documentazione preliminare e raccogliere i primi contributi da parte dei Comuni era l’obiettivo della tappa del percorso di consultazione preliminare del PTAV (https://ptavpiacenza.it/) che si è tenuta nella mattinata di oggi (martedì 13 luglio) nella Sala Consiglio del Palazzo della Provincia.

I sindaci piacentini (con i rispettivi tecnici) si sono ritrovati in presenza – nel rispetto delle vigenti norme anticontagio – con il presidente della Provincia di Piacenza, Patrizia Barbieri, e con il direttore generale della Provincia di Piacenza, Vittorio Silva, per ragionare insieme del futuro del territorio, dei suoi punti di forza e di debolezza e di ciò che occorre mettere in campo per concretizzare i 5 obiettivi nei quali si declina la visione del PTAV: Un territorio più competitivo perché più sostenibile, resiliente, sicuro; Città a misura d’uomo: la qualità dei centri urbani come tratto identitario e risorsa per lo sviluppo; La varietà del territorio fra montagna, collina e pianura: valorizzare e integrare le vocazioni; Cogliere le opportunità della transizione digitale; Una mobilità efficiente, integrata e sicura.

«Il PTAV – ha spiegato il presidente della Provincia di Piacenza, Patrizia Barbieri – non è un insieme di vincoli, ma è al contrario lo strumento pianificatorio che servirà a definire le strategie più adatte allo sviluppo del territorio, nel segno della sostenibilità e del benessere della sua comunità. In questo senso il ruolo della Provincia come ‘casa dei comuni’ sarà importante su tutti i fronti: nella dinamica dell’uso del suolo e del tetto massimo del 3% di ulteriore consumo, ad esempio, le “rinunce” di qualche Comune andranno a favore di altri, pertanto la fase di consultazione preliminare servirà a mettere a fuoco le scelte e a renderle il più possibili condivise in un’ottica di sistema. Per una ripartenza efficace sarà decisiva l’azione proattiva e sinergica di tutti gli attori del territorio, pubblici e privati: per questo il prossimo appuntamento del percorso di consultazione preliminare del PTAV, martedì 20 luglio, sarà rivolto alle forze economiche e sociali».

Il direttore generale della Provincia di Piacenza, Vittorio Silva, ha sintetizzato natura, contenuti e finalità del PTAV e ha indicato luci ed ombre dell’attualità e delle prospettive del nostro territorio, analizzato da numerose angolazioni: tra i dati più significativi, la proiezione al 2035 della popolazione indica un calo di ben 30.000 residenti in età di lavoro, con le enormi ricadute che ciò potrebbe comportare da ogni punto di vista. Scelte e progetti andranno calibrati sulla base degli obiettivi strategici del documento, coniugati nei tre concetti chiave di Eccellenza, Sostenibilità e Resilienza.

Già oggi i sindaci sono stati autori di diversi interventi che hanno evidenziato le rispettive problematiche: ai Comuni è stato chiesto di presentare – entro il 30 luglio – contributi scritti rispetto alle questioni discusse, e le risultanze saranno oggetto di ulteriori focus specifici.

Per agevolare l’invio dei contributi è stata stilata una lista (costruita a partire dal corposo lavoro di costruzione del Quadro conoscitivo) di aspetti di particolare rilievo: Il territorio piacentino nel bacino padano; Dinamiche demografiche e sociali; Sistema insediativo e welfare; L’uscita dalla pandemia come opportunità; Sistema produttivo e sistema del lavoro; Logistica; Poli produttivi e poli funzionali; Rigenerazione urbana e ruolo delle aree dismesse; Sistema di mobilità e accessibilità; Sistema ambientale e paesaggistico; Reti e servizi ambientali; Sistema di governance.

Le slides dell’incontro

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