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Provincia di Lucca impegnata nel supportare digitalizzazione del territorio attraverso PNRR

La modernizzazione delle attività locali e la ripresa, non solo economica, del Paese, passano anche dalla digitalizzazione del territorio che è uno dei principali obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

Ne è pienamente convinta la Provincia di Lucca che segue con attenzione il Piano, non solo in quanto pubblica amministrazione che vuole partecipare fattivamente a questa “trasformazione digitale”, ma anche come Ente che sente la responsabilità di supportare l’intero territorio in questo processo di rinnovamento. L’obiettivo generale è quello di offrire a tutti i cittadini l’opportunità di una connessione veloce alla rete Internet.

Tre sono le direttrici fondamentali verso cui la Provincia di Lucca si sta muovendo: il supporto per la connettività del territorio, l’impegno per incentivare l’alfabetizzazione digitale dei cittadini, favorendo la sinergia digitale coi Comuni.

Il primo punto è ben identificato nella Missione 1 del Piano: rilanciare la connettività per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, connettività i cui limiti sono risultati evidenti nei duri giorni del lockdown.

La banda ultra-larga, che consentirà una connessione in download di almeno 30 Mb al secondo, in realtà è più vicina di quanto pensiamo. Moltissimi interventi sono programmati o addirittura in corso di completamento, sia grazie a finanziamenti privati che pubblici. Una piattaforma informativa (https://bandaultralarga.italia.it/indirizzo/) consente a ciascuno, inserendo il proprio indirizzo di residenza, di verificare quale tipo di servizio di connettività gli operatori privati abbiano già attivato o abbiano in programma di attivare entro il 2022.

Un secondo servizio (https://bandaultralarga.italia.it/mappa/?entity=9) consente, invece, di monitorare lo stato di avanzamento ed il tracciato dei interventi di realizzazione della banda ultra-larga, già finanziati con fondi pubblici, ma solo in minima parte conclusi.

Al fine di fornire qualche strumento di conoscenza alla cittadinanza che vuole saperne di più, e soprattutto raccogliere in modo ordinato lo stato dell’arte relativo al nostro territorio, l’Amministrazione provinciale ha aperto una pagina web dedicata (https://www.provincia.lucca.it/bandalarga) che sarà implementata con regolarità. Una pagina dove sono indicate anche le modalità del Progetto Voucher, che consente di ottenere un contributo statale di 500 euro per le famiglie a basso reddito del tutto prive di servizi di connessione alla Rete; nonché il Piano scuole connesse che punta a dotare migliaia di edifici scolastici di un accesso internet veloce e che dovrebbe essere completato entro la fine del 2023.

Parallelamente, l’ente di Palazzo Ducale sta lavorando per predisporre strumenti informativi più strutturati e completi, che possano supportare gli amministratori nell’individuazione delle aree del territorio più bisognose di interventi, e quindi nella conseguente ricerca di fondi.

Per quanto riguarda, infine, la seconda linea di azione, si ricorda che da tempo è aperto al pubblico uno sportello che supporta i cittadini nell’attivazione della TS-CNS (tessera sanitaria – carta nazionale servizi) ed eroga lo SPID. Ma un’ulteriore implementazione ai servizi al cittadino potrebbe discendere dalla terza linea di azione, quella che vorrebbe coinvolgere i Comuni del territorio (taluni dei quali hanno già manifestato il proprio accordo) nella definizione di una strategia coordinata di transizione al digitale.

Per informazioni: Urp della Provincia in Cortile Carrara (Palazzo Ducale)

tel. 0583/417216/417938. Aperto al pubblico da lunedì a venerdì 9-13; il martedì e il giovedì anche dalle 15 alle 16. Mail: [email protected]

La Provincia di Frosinone convocano i Sindaci delle aree interne

Si è riunita questa mattina, nella Sala Consiglio dell’Amministrazione provinciale, l’Assemblea dei sindaci delle Aree Interne, convocata dal presidente Antonio Pompeo, per spiegare le modalità e le tempistiche relative ai finanziamenti del Fondo Complementare destinati alla viabilità di 17 Comuni della Valle di Comino (oltre a Trevi nel Lazio e Filettino che rientrano nell’Area Interna dei Monti Simbruini).

A relazione su quella che il presidente della Provincia ha definito “la prima vera opportunità per il territorio legata al Pnrr”, sono stati, oltre a Pompeo, il consigliere provinciale delegato alla Viabilità, Germano Caperna e il dirigente del Settore Viabilità della Provincia di Frosinone, l’ingegner Secondini.

COMUNI E RIPARTIZIONE RISORSE

Acquafondata, Alvito, Atina, Belmonte Castello, Casalvieri, Colle San Magno, Gallinaro, Picinisco, San Biagio Saracinisco, San Donato Valcomino, Sant’Elia Fiumerapido, Settefrati, Terelle, Vallerotonda, Vicalvi, Villa Latina e Viticuso: sono questi i comuni della provincia di Frosinone destinatari dei finanziamenti ministeriali (Infrastrutture, Sud ed Economia) che assegnano una somma complessiva di 300 milioni di euro per gli anni 2021-2026 a favore delle aree interne, per il miglioramento dell’accessibilità e sicurezza delle strade. Per i 17 Comuni della Valle la somma stanziata è di 4.162.000 euro così suddivisi: ANNO 2021: 277.000 euro (interventi urgenti che non necessitano di programmazione); ANNO 2022: 694.000 euro; ANNO 2023: 416.000 euro; ANNO 2024: 694.000 euro; ANNO 2025: 1.387.000 euro; ANNO 2026: 694.000 euro.

RUOLO DELLA PROVINCIA E CRONOPROGRAMMA

La Provincia di Frosinone ha il ruolo di soggetto attuatore con compiti di coordinamento per la programmazione e realizzazione degli interventi. Una volta approvato il piano, dunque, sarà l’Ente di palazzo Jacobucci a trasmetterlo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e, una volta approvato, sarà sempre la Provincia a comunicare lo stato di avanzamento dei programmi. Secondo un  cronoprogramma così articolato: entro il 31 dicembre 2021 l’approvazione del piano provinciale degli interventi da parte dell’Assemblea dei Sindaci delle Aree Interne; entro il 31 marzo 2022 la Provincia trasmetterà il Piano degli interventi al MIMS; entro il 30 giugno 2022 il MIMS potrà formulare osservazioni al piano provinciale (in assenza di osservazioni il Piano si intenderà autorizzato). Ogni tre mesi la Provincia invierà comunicazioni sullo stato di avanzamento dei programmi e al 30 marzo 2026 è fissata la data di ultimazione dei lavori.

Il prossimo step, dopo l’assemblea informativa di oggi, saranno gli incontri che i singoli Comuni avranno con il Settore Viabilità dell’Ente per individuare gli interventi da inserire nel Piano.

 

“Una boccata d’ossigeno importante per il nostro territorio, – è il commento del presidente della Provincia e presidente di Upi Lazio, Antonio Pompeoche, grazie anche al lavoro e all’impegno di Upi, potrà usufruire di cospicue risorse da destinare a interventi sulle strade del territorio valligiano. Ancora più significativo se si pensa che è l’unico fondo per la viabilità provinciale a valere sul Piano complementare del PNRR affidato alle Province, che ne sono i soggetti attuatori, con il compito di convocare l’Assemblea dei sindaci delle aree interne e coordinarne la programmazione degli interventi. Oltre quattro milioni di euro spalmati su sei annualità permetteranno al territorio della Valle di Comino di avere strade nuove e soprattutto sicure. L’auspicio – ha concluso Pompeo – è che questo fondo sia solo il primo passo verso una nuova programmazione dei finanziamenti delle aree interne: il settore della viabilità è senza dubbio una delle priorità che da sempre figura nell’agenda amministrativa di questo Ente e oggi sono orgoglioso di poter annunciare un Piano concreto e definito nel tempo che assicurerà una rete stradale adeguata e uniformata agli standard di sicurezza e innovazione. Ora dobbiamo essere collaborativi, efficienti e veloci per arrivare a dama e investire fino all’ultimo centesimo ”.

“Un ringraziamento ai sindaci che oggi sono intervenuti – ha detto a margine dell’Assemblea il consigliere delegato alla Viabilità, Germano Caperna – e che beneficeranno di queste risorse per i loro Comuni. La Provincia si conferma non solo un Ente centrale di collegamento tra i territori e il Governo ma anche un punto di riferimento imprescindibile in questa fase delicata per la progettazione legata alle opportunità rappresentate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Sempre di più quella Casa dei Comuni che facilita il dialogo interistituzionale e supporta le singole Amministrazioni nel reperimento di fondi necessari per il miglioramento e lo sviluppo di piccole e grandi realtà locali”.riovin

Elezioni Provinciali 18 dicembre 2021: la modulistica, le FAQ, il Vademecum UPI

Ecco di seguito tutta la modulistica necessaria per procedimento elettorale del 18dicembre prossimo

La  Circolare 32/14  linee guida redatta dal Ministero dell’Interno

La Circolare 35/14 del Ministero dell’Interno con ulteriori indicazioni

Il  Manuale elettorale 2021 

I modelli

Il quadro degli adempimenti e il Vademecum UPI

Le FAQ

Le FAQ con le risposte ai quesiti su candidature procedure di voto e scrutinio

Green pass: UPI “Condividiamo obiettivo del Governo.Definire linee guida per applicazione in Province e Comuni”

“Condividiamo l’obiettivo del Governo di estendere per quanto possibile in maniera universalistica l’obbligo di green pass, per accelerare sulle vaccinazioni e arrivare ad ottobre più vicini alla soglia di sicurezza” . Lo ha detto il rappresentante dell’Unione delle Province d’Italia,  Luca Menesini, Presidente della Provincia di Lucca, intervenendo alla Cabina di regia convocata dalla Ministra Maria Stella Gelmini con i Ministri Renato Brunetta e Roberto Speranza, sul decreto che il Governo si appresta a varare per allargare l’obbligo della certificazione verde  Covid19 ai dipendenti pubblici e privati e alle cariche elettive.
“È una misura importante – ha detto Menesini ai Ministri – che può rivelarsi decisiva per riuscire a dare un nuovo impulso alla vaccinazione. Certo, occorre comunicare con la massima attenzione ai cittadini la necessità della misura, per non rischiare di creare nuove tensioni e chiarire che L’obbligo vale per i dipendenti pubblici,  ma i cittadini potranno continuare ad accedere agli sportelli senza alcuna limitazione. Per quanto ci riguarda l’applicazione di questa misura comporta una riorganizzazione dell’accesso dei dipendenti pubblici nelle amministrazioni. Per questo chiediamo al Governo di definire insieme delle linee guida da condividere in Confenza Umificata, per attuare al meglio la misura nelle Province, nei Comuni e negli altri enti locali”.
“Nella riunione – aggiunge Menesini – è stata sollevata anche la richiesta di verificare la possibilità di estendere a 72 ore la validità dei tamponi. Su questo attendiamo la risposta del CTS che sarà sollecitato dal Ministro Speranza”.

Green pass: UPI “Condividiamo obiettivo del Governo.Definire linee guida per applicazione in Province e Comuni”

“Condividiamo l’obiettivo del Governo di estendere per quanto possibile in maniera universalistica l’obbligo di green pass, per accelerare sulle vaccinazioni e arrivare ad ottobre più vicini alla soglia di sicurezza” . Lo ha detto il rappresentante dell’Unione delle Province d’Italia,  Luca Menesini, Presidente della Provincia di Lucca, intervenendo alla Cabina di regia convocata dalla Ministra Maria Stella Gelmini con i Ministri Renato Brunetta e Roberto Speranza, sul decreto che il Governo si appresta a varare per allargare l’obbligo della certificazione verde  Covid19 ai dipendenti pubblici e privati e alle cariche elettive.
“È una misura importante – ha detto Menesini ai Ministri – che può rivelarsi decisiva per riuscire a dare un nuovo impulso alla vaccinazione. Certo, occorre comunicare con la massima attenzione ai cittadini la necessità della misura, per non rischiare di creare nuove tensioni e chiarire che L’obbligo vale per i dipendenti pubblici,  ma i cittadini potranno continuare ad accedere agli sportelli senza alcuna limitazione. Per quanto ci riguarda l’applicazione di questa misura comporta una riorganizzazione dell’accesso dei dipendenti pubblici nelle amministrazioni. Per questo chiediamo al Governo di definire insieme delle linee guida da condividere in Confenza Umificata, per attuare al meglio la misura nelle Province, nei Comuni e negli altri enti locali”.
“Nella riunione – aggiunge Menesini – è stata sollevata anche la richiesta di verificare la possibilità di estendere a 72 ore la validità dei tamponi. Su questo attendiamo la risposta del CTS che sarà sollecitato dal Ministro Speranza”.

Le Province a colloquio con il presidente di Regione Liguria. Toti: “Serve un ente intermedio in grado di gestire anche mole di finanziamenti in arrivo”

Rafforzamento del personale, definizione delle nuove funzioni per non lasciare indietro i Comuni distanti dai capoluoghi, attribuzione di compiti di area vasta. Di questo si è parlato nel corso dell’incontro di questo pomeriggio tra il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, il presidente di UPI (Unione delle Province d’Italia) Michele De Pascale, il direttore Piero Antonelli, il coordinatore di UPI Liguria Pierluigi Peracchini e il direttore delle Province liguri Pierluigi Vinai.

Una riunione in vista della discussione in Consiglio dei ministri del disegno di legge delega di riforma delle Province italiane, per superare i limiti della loro azione e promuovere le Autonomie locali.

“Abbiamo chiesto al presidente Toti di supportare il processo di rivalutazione delle Province – ha affermato Peracchini – Anche a partire dalle norme vigenti a livello nazionale, le Regioni possono avviare processi di riordino della disciplina sulle funzioni locali di loro competenza, per valorizzare le Province quali istituzioni costitutive della Repubblica a fini generali, in attuazione degli articoli 5, 114 e 118 della Costituzione, ed attribuire alle Province funzioni di area vasta e di supporto ai Comuni che consentano di semplificare tutto il sistema di governo locale, a beneficio delle loro comunità territoriali”.

Il direttore di UPI Liguria Pierluigi Vinai ha sottolineato l’importanza dell’attività di stazione appaltante che possono svolgere le Province e la Città metropolitana per poter assicurare quella capacità di spesa che, diversamente, i singoli Comuni faticherebbero a raggiungere.

Il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti si è espresso a favore della riforma, per avviare processi di riordino e valorizzazione delle Province, in supporto all’attività dei Comuni e delle Regioni.

“Per quanto mi riguarda – ha detto Toti – la considero una necessità, in quanto le Province devono essere enti attuatori di una serie di attività necessarie per il territorio. Sono molto favorevole a che la legge delega vada avanti per dare maggiore rappresentatività a questi enti e più poteri, anche perché esiste un grosso problema di spesa degli enti locali rispetto alla mole di denaro che sta per arrivare. A questo proposito abbiamo una necessità di un ente intermedio tra i Comuni e la Regione, per valorizzare le peculiarità del territorio e dei micro-Comuni che in Italia sono tantissimi e per affrontare una serie di temi fondamentali come l’edilizia scolastica, la sismica, i temi venatori. Speriamo di riuscire a fare questa riforma con il governo, attraverso una legge delega”.

Il presidente nazionale di UPI Michele de Pascale ha ringraziato il presidente Toti per la disponibilità e la condivisione assoluta delle istanze delle Province.

 

Le Province a colloquio con il presidente di Regione Liguria. Toti: “Serve un ente intermedio in grado di gestire anche mole di finanziamenti in arrivo”

Rafforzamento del personale, definizione delle nuove funzioni per non lasciare indietro i Comuni distanti dai capoluoghi, attribuzione di compiti di area vasta. Di questo si è parlato nel corso dell’incontro di questo pomeriggio tra il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, il presidente di UPI (Unione delle Province d’Italia) Michele De Pascale, il direttore Piero Antonelli, il coordinatore di UPI Liguria Pierluigi Peracchini e il direttore delle Province liguri Pierluigi Vinai.

Una riunione in vista della discussione in Consiglio dei ministri del disegno di legge delega di riforma delle Province italiane, per superare i limiti della loro azione e promuovere le Autonomie locali.

“Abbiamo chiesto al presidente Toti di supportare il processo di rivalutazione delle Province – ha affermato Peracchini – Anche a partire dalle norme vigenti a livello nazionale, le Regioni possono avviare processi di riordino della disciplina sulle funzioni locali di loro competenza, per valorizzare le Province quali istituzioni costitutive della Repubblica a fini generali, in attuazione degli articoli 5, 114 e 118 della Costituzione, ed attribuire alle Province funzioni di area vasta e di supporto ai Comuni che consentano di semplificare tutto il sistema di governo locale, a beneficio delle loro comunità territoriali”.

Il direttore di UPI Liguria Pierluigi Vinai ha sottolineato l’importanza dell’attività di stazione appaltante che possono svolgere le Province e la Città metropolitana per poter assicurare quella capacità di spesa che, diversamente, i singoli Comuni faticherebbero a raggiungere.

Il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti si è espresso a favore della riforma, per avviare processi di riordino e valorizzazione delle Province, in supporto all’attività dei Comuni e delle Regioni.

“Per quanto mi riguarda – ha detto Toti – la considero una necessità, in quanto le Province devono essere enti attuatori di una serie di attività necessarie per il territorio. Sono molto favorevole a che la legge delega vada avanti per dare maggiore rappresentatività a questi enti e più poteri, anche perché esiste un grosso problema di spesa degli enti locali rispetto alla mole di denaro che sta per arrivare. A questo proposito abbiamo una necessità di un ente intermedio tra i Comuni e la Regione, per valorizzare le peculiarità del territorio e dei micro-Comuni che in Italia sono tantissimi e per affrontare una serie di temi fondamentali come l’edilizia scolastica, la sismica, i temi venatori. Speriamo di riuscire a fare questa riforma con il governo, attraverso una legge delega”.

Il presidente nazionale di UPI Michele de Pascale ha ringraziato il presidente Toti per la disponibilità e la condivisione assoluta delle istanze delle Province.

 

Osservatorio atti intimidatori, Presidente Iacucci: “Non bisogna lasciare soli i sindaci. Dobbiamo garantirgli la giusta sicurezza, la tranquillità di poter svolgere il proprio mandato senza “pressioni” o delegittimazioni”

“I sindaci sono sempre più esasperati, a volte lasciati soli a gestire i propri territori. Ecco perché è necessario ripristinare e rafforzare la solidarietà tra le Istituzioni visto che troppo spesso non viene data la giusta importanza al ruolo dei sindaci, sempre più nell’occhio del ciclone non solo per minacce e atti intimidatori ma anche per le forti pressioni che ricevono. I primi cittadini non possono essere chiamati a rispondere di tutto ciò che accade nel proprio Comune, oggi invece il rischio di essere esposti penalmente per responsabilità non dirette è sempre più elevato. Serve maggiore collaborazione tra le Istituzioni e una maggiore tutela anche dal punto di vista normativo”.

È quanto ha affermato questa mattina il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, che ha partecipato in quanto delegato dell’Upi alla riunione dell’Osservatorio nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori, alla presenza del ministro degli Interni Luciana Lamorgese e al sottosegretario Ivan Scalfarotto.

“Mi trovo d’accordo con le questioni portate all’attenzione del Governo da parte dell’Upi e dell’Anci che nei giorni scorsi ha organizzato una manifestazione per chiedere più rispetto e maggiori garanzie nei confronti dei sindaci. Giusta – dichiara Franco Iacucci – è la proposta di Giuseppe Falcomatà, delegato al Mezzogiorno di Anci, che ha chiesto un Fondo di 10 milioni di euro per ripristinare i beni pubblici distrutti a seguito di intimidazioni ma anche per restituire un bene danneggiato di proprietà dell’amministratore”.

Dall’analisi dei dati relativi al primo semestre 2021, il trend a livello nazionale è in aumento del 15,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno 2020. Si registrano 369 episodi di intimidazione e la Calabria si piazza al quinto posto, mentre se si tiene conto dell’incidenza del numero di intimidazioni in rapporto alla popolazione la nostra regione si piazza al secondo posto registrando 30 episodi nel primo semestre del 2021.

“Questi Osservatori, così come gli incontri formativi, sono importanti – sottolinea il presidente Iacucci – per discutere e cercare di attenuare il problema delle intimidazioni verso gli amministratori e rafforzare gli strumenti di contrasto.

I dati piazzano la provincia di Cosenza al secondo posto dopo Napoli con 26 episodi intimidatori nel 2020 rispetto ai 17 del 2019, mentre il numero complessivo delle intimidazioni nel primo semestre 2021 è sceso a 12, rispetto ai 16 casi del primo semestre 2020.

Nell’analizzare i dati bisogna tener presente le motivazioni all’origine del fenomeno e i fattori che possono generare malcontento. Ma non dobbiamo dimenticare una cosa fondamentale: i sindaci hanno ruolo autorevole – afferma il presidente della Provincia -: sono Autorità di Governo nei propri territori ma troppo spesso vengono condannati prima ancora di aver fatto il processo. Molte volte, soprattutto nelle realtà più piccole, vengono lasciati da soli. Dobbiamo garantire ai sindaci la giusta sicurezza, la tranquillità di poter svolgere il proprio mandato senza “pressioni” o delegittimazioni. Altrimenti diventerà sempre più difficile e rischioso svolgere l’attività di amministratore pubblico”.

Osservatorio atti intimidatori, Presidente Iacucci: “Non bisogna lasciare soli i sindaci. Dobbiamo garantirgli la giusta sicurezza, la tranquillità di poter svolgere il proprio mandato senza “pressioni” o delegittimazioni”

“I sindaci sono sempre più esasperati, a volte lasciati soli a gestire i propri territori. Ecco perché è necessario ripristinare e rafforzare la solidarietà tra le Istituzioni visto che troppo spesso non viene data la giusta importanza al ruolo dei sindaci, sempre più nell’occhio del ciclone non solo per minacce e atti intimidatori ma anche per le forti pressioni che ricevono. I primi cittadini non possono essere chiamati a rispondere di tutto ciò che accade nel proprio Comune, oggi invece il rischio di essere esposti penalmente per responsabilità non dirette è sempre più elevato. Serve maggiore collaborazione tra le Istituzioni e una maggiore tutela anche dal punto di vista normativo”.

È quanto ha affermato questa mattina il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, che ha partecipato in quanto delegato dell’Upi alla riunione dell’Osservatorio nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori, alla presenza del ministro degli Interni Luciana Lamorgese e al sottosegretario Ivan Scalfarotto.

“Mi trovo d’accordo con le questioni portate all’attenzione del Governo da parte dell’Upi e dell’Anci che nei giorni scorsi ha organizzato una manifestazione per chiedere più rispetto e maggiori garanzie nei confronti dei sindaci. Giusta – dichiara Franco Iacucci – è la proposta di Giuseppe Falcomatà, delegato al Mezzogiorno di Anci, che ha chiesto un Fondo di 10 milioni di euro per ripristinare i beni pubblici distrutti a seguito di intimidazioni ma anche per restituire un bene danneggiato di proprietà dell’amministratore”.

Dall’analisi dei dati relativi al primo semestre 2021, il trend a livello nazionale è in aumento del 15,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno 2020. Si registrano 369 episodi di intimidazione e la Calabria si piazza al quinto posto, mentre se si tiene conto dell’incidenza del numero di intimidazioni in rapporto alla popolazione la nostra regione si piazza al secondo posto registrando 30 episodi nel primo semestre del 2021.

“Questi Osservatori, così come gli incontri formativi, sono importanti – sottolinea il presidente Iacucci – per discutere e cercare di attenuare il problema delle intimidazioni verso gli amministratori e rafforzare gli strumenti di contrasto.

I dati piazzano la provincia di Cosenza al secondo posto dopo Napoli con 26 episodi intimidatori nel 2020 rispetto ai 17 del 2019, mentre il numero complessivo delle intimidazioni nel primo semestre 2021 è sceso a 12, rispetto ai 16 casi del primo semestre 2020.

Nell’analizzare i dati bisogna tener presente le motivazioni all’origine del fenomeno e i fattori che possono generare malcontento. Ma non dobbiamo dimenticare una cosa fondamentale: i sindaci hanno ruolo autorevole – afferma il presidente della Provincia -: sono Autorità di Governo nei propri territori ma troppo spesso vengono condannati prima ancora di aver fatto il processo. Molte volte, soprattutto nelle realtà più piccole, vengono lasciati da soli. Dobbiamo garantire ai sindaci la giusta sicurezza, la tranquillità di poter svolgere il proprio mandato senza “pressioni” o delegittimazioni. Altrimenti diventerà sempre più difficile e rischioso svolgere l’attività di amministratore pubblico”.

Osservatorio atti intimidatori, Presidente Iacucci: “Non bisogna lasciare soli i sindaci. Dobbiamo garantirgli la giusta sicurezza, la tranquillità di poter svolgere il proprio mandato senza “pressioni” o delegittimazioni”

“I sindaci sono sempre più esasperati, a volte lasciati soli a gestire i propri territori. Ecco perché è necessario ripristinare e rafforzare la solidarietà tra le Istituzioni visto che troppo spesso non viene data la giusta importanza al ruolo dei sindaci, sempre più nell’occhio del ciclone non solo per minacce e atti intimidatori ma anche per le forti pressioni che ricevono. I primi cittadini non possono essere chiamati a rispondere di tutto ciò che accade nel proprio Comune, oggi invece il rischio di essere esposti penalmente per responsabilità non dirette è sempre più elevato. Serve maggiore collaborazione tra le Istituzioni e una maggiore tutela anche dal punto di vista normativo”.

È quanto ha affermato questa mattina il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, che ha partecipato in quanto delegato dell’Upi alla riunione dell’Osservatorio nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori, alla presenza del ministro degli Interni Luciana Lamorgese e al sottosegretario Ivan Scalfarotto.

“Mi trovo d’accordo con le questioni portate all’attenzione del Governo da parte dell’Upi e dell’Anci che nei giorni scorsi ha organizzato una manifestazione per chiedere più rispetto e maggiori garanzie nei confronti dei sindaci. Giusta – dichiara Franco Iacucci – è la proposta di Giuseppe Falcomatà, delegato al Mezzogiorno di Anci, che ha chiesto un Fondo di 10 milioni di euro per ripristinare i beni pubblici distrutti a seguito di intimidazioni ma anche per restituire un bene danneggiato di proprietà dell’amministratore”.

Dall’analisi dei dati relativi al primo semestre 2021, il trend a livello nazionale è in aumento del 15,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno 2020. Si registrano 369 episodi di intimidazione e la Calabria si piazza al quinto posto, mentre se si tiene conto dell’incidenza del numero di intimidazioni in rapporto alla popolazione la nostra regione si piazza al secondo posto registrando 30 episodi nel primo semestre del 2021.

“Questi Osservatori, così come gli incontri formativi, sono importanti – sottolinea il presidente Iacucci – per discutere e cercare di attenuare il problema delle intimidazioni verso gli amministratori e rafforzare gli strumenti di contrasto.

I dati piazzano la provincia di Cosenza al secondo posto dopo Napoli con 26 episodi intimidatori nel 2020 rispetto ai 17 del 2019, mentre il numero complessivo delle intimidazioni nel primo semestre 2021 è sceso a 12, rispetto ai 16 casi del primo semestre 2020.

Nell’analizzare i dati bisogna tener presente le motivazioni all’origine del fenomeno e i fattori che possono generare malcontento. Ma non dobbiamo dimenticare una cosa fondamentale: i sindaci hanno ruolo autorevole – afferma il presidente della Provincia -: sono Autorità di Governo nei propri territori ma troppo spesso vengono condannati prima ancora di aver fatto il processo. Molte volte, soprattutto nelle realtà più piccole, vengono lasciati da soli. Dobbiamo garantire ai sindaci la giusta sicurezza, la tranquillità di poter svolgere il proprio mandato senza “pressioni” o delegittimazioni. Altrimenti diventerà sempre più difficile e rischioso svolgere l’attività di amministratore pubblico”.

Piano antiviolenza: le Province al tavolo del Ministero

“Il Documento che viene presentato è frutto di un impegnativo e importante lavoro di concertazione avviato dal Ministero per le pari opportunità, cui l’UPI ha preso parte insieme alle altre rappresentanze delle istituzioni locali e alle forze economico – sociali. Questo lavoro, che non si è fermato neanche durante la pandemia, ha portato alla redazione di un documento che non è l’ennesima carta dei sogni, ma uno strumento vivo e operativo. Tutto ciò, proprio grazie al confronto serrato e soprattutto al contributo in termini di riflessioni ed esperienze di tutti i soggetti impegnati nel contrasto alla violenza di genere sia a livello istituzionale che nel mondo lavorativo, imprenditoriale, sociale, educativo”.

Lo ha detto la Consigliera della Provincia di Como, Maria Grazia Sassi, Delegata UPI per le pari opportunità, intervenendo ai lavori per la redazione del Piano Nazionale Antiviolenza voluto dalla Ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti.

“Uno strumento essenziale – ha detto Sassi – non solo perché riporta con forza all’attenzione un tema ancora del tutto irrisolto attraverso una analisi dettagliata della condizione femminile nel Paese, ma perché individua chiaramente le responsabilità di ciascuno e detta indicazioni chiare in un orizzonte nazionale che guarda con forza all’Europa. Non a caso, il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza pone tra gli obiettivi prioritari proprio la riduzione degli squilibri e della violenza di genere, riconoscendo in questo uno degli interventi necessari per assicurare una ripresa economica del Paese universale e paritaria, indispensabile per uscire dalla crisi pandemica da Covid19. E’ evidente che per rendere   questo Piano uno strumento pienamente operativo è necessaria la piena condivisione e partecipazione di tutte le istituzioni insieme alle associazioni: Governo, Regioni, Province e Comuni.

Non si tratta solo di introdurre modifiche normative, che pure servono a supporto di alcune azioni essenziali: la vera sfida è di tipo culturale. Si tratta di far crescere nel Paese una visione paritetica ed egualitaria, di rifiuto della violenza in ogni sua forma,  utilizzando – dove serve – la leva legislativa, ma puntando prima di tutto a costruire una nuova prospettiva. Una rivoluzione che deve essere affrontata a partire dai giovani e che trova come sede naturale la scuola, a partire dalla primaria ma con particolare attenzione alla secondaria superiore, attraverso cui è possibile coinvolgere famiglie e comunità.

Per questo, la centralità strategica delle istituzioni territoriali, che saranno chiamate a riportare sulle comunità amministrate le azioni e le misure previste, deve emergere con chiarezza in tutte le declinazioni del documento”

Il ruolo delle Province nell’attuazione del Piano

La Legge 56/14 ho posto tra le funzioni fondamentali delle Province “il controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale” e “la promozione delle pari opportunità” sul territorio provinciale.  Si tratta di una funzione che non ha mai avuto disciplina specifica che consentisse di declinare nel concreto nelle Province le competenze amministrative da esercitare e le risorse da utilizzare.

Secondo quanto indicato dal “Codice delle pari opportunità”, questa funzione è esercitata sul territorio dalla figura delle Consigliere di pari opportunità, che dal 2015 non possono più accedere alle risorse previste dal “Fondo per l’attività delle consigliere e dei consiglieri di parità” a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs 151/2015 che ne ha assegnato l’esclusivo utilizzo a favore delle attività della sola Consigliera Nazionale di parità, privando così però le Province e le Città metropolitane della necessaria copertura finanziaria per sostenerne i compensi e le dotazioni strumentali, benché questa figura sia prevista per legge.

Considerato il ruolo che le Consigliere di parità possono svolgere anche rispetto all’attività di controllo e di segnalazione del rispetto della parità di genere, occorrerà anche alla luce della Strategia considerare fonti di finanziamento – anche nel PNRR – a sostegno delle attività di queste figure che operano nelle Province e nelle Città metropolitane, anche per promuovere le politiche di genere in un sistema a “rete” .

Provincia di Piacenza e stakeholders ragionano insieme sul futuro del territorio

Prosegue il processo di elaborazione ed approvazione del Piano Territoriale di Area Vasta: oggi l’incontro con le forze sociali ed economiche piacentine

Rivolgere lo sguardo al futuro del territorio insieme alle forze economiche e sociali piacentine: questo il senso della nuova tappa del percorso di consultazione preliminare del processo di elaborazione ed approvazione del Piano Territoriale di Area Vasta di Piacenza, il PTAV (previsto dalla nuova legge urbanistica regionale) che sostituirà in larga parte l’attuale PTCP.

L’appuntamento rivolto agli stakeholders locali si è tenuto questa mattina (martedì 20 luglio) nella Sala Consiglio della Provincia: si è svolto in presenza nel rispetto delle vigenti norme anticontagio, ed è stato trasmesso in streaming sul canale YouTube dell’Ente in quanto (proprio per le restrizioni legate all’emergenza sanitaria) ha avuto anche valore di presentazione pubblica.

Come nel caso della riunione con i sindaci della scorsa settimana, l’incontro di oggi con il presidente della Provincia di Piacenza Patrizia Barbieri e con il direttore generale della Provincia di Piacenza Vittorio Silva ha avuto l’obiettivo di illustrare sinteticamente la documentazione preliminare e di raccogliere i primi contributi condivisi.

«La necessità di confrontarsi sulle scelte del Piano in modo più profondo e più partecipato rispetto al passato – ha spiegato il presidente della Provincia di Piacenza, Patrizia Barbieri – deriva da due ragioni principali. In primo luogo, l’accresciuta dimensione strategica del PTAV, che non è un piano di vincoli ma è un piano di orientamento delle scelte, comporta il fatto che la prima condizione di efficacia della strategia territoriale sia la sua condivisione. In secondo luogo, la nuova legge urbanistica regionale attribuisce un’importanza centrale alla partecipazione fin dalla fase di costruzione del piano. Scelte e progetti – ha concluso il presidente Barbieri – andranno pertanto calibrati sulla base delle priorità che individueremo e nel rispetto degli obiettivi strategici del documento, coniugati nei tre concetti chiave di Eccellenza, Sostenibilità e Resilienza”.

Il direttore generale della Provincia di Piacenza, Vittorio Silva, ha sintetizzato natura, contenuti e finalità del PTAV e ha indicato luci ed ombre dell’attualità e delle prospettive del nostro territorio, scandagliato da numerose angolazioni. Piacenza dovrà far valere al meglio la sua natura di territorio snodo per riuscire ad emergere come provincia attraente e protagonista nel contesto del bacino padano, tenendo conto anche di proiezioni che indicano – ad esempio – come nel 2035 la popolazione subirà un calo di ben 30.000 residenti in età di lavoro, con le potenziali ripercussioni per l’intero sistema.

Stimolati da alcuni spunti su una dozzina di aspetti-chiave, gli interventi dei partecipanti hanno concordato sull’esigenza della massima partecipazione possibile nella definizione del PTAV e hanno evidenziato la consapevolezza del fatto che, per una ripartenza efficace, sarà decisiva l’azione proattiva e sinergica di tutti gli attori del territorio, pubblici e privati.

Agli stakeholders – ai quali sarà inviata una scheda di sintesi del PTAV – è stato chiesto di presentare entro il 9 agosto contributi scritti rispetto alle questioni discusse, le cui risultanze saranno oggetto di ulteriori focus specifici: l’incontro di oggi è infatti tappa di un iter che proseguirà nei prossimi mesi.

La documentazione per la consultazione preliminare è disponibile sul sito internet dedicato al PTAV https://ptavpiacenza.it/consultazione-preliminare/

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