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Siglato accordo di collaborazione Corecom Upi Emilia-Romagna: presto sportelli Conciliaweb nelle sedi provinciali

UPI Emilia-Romagna e Co.Re.Com, Comitato Regionale per le Comunicazioni, hanno siglato in questi giorni un accordo che prevede di attivare sportelli “conciliaweb” nelle sedi provinciali che avranno come obiettivo quello di al servizio dei cittadini per LA CONCILIAZIONE di tutte le CONTROVERSIE legate al rapporto col proprio gestore telefonico. Per il presidente di Upi Emilia-Romagna, Gian Domenico Tomei “si tratta di un grande risultato per le province, che potranno essere sempre più baricentriche nell’erogazione di servizi al cittadino. Ora si apre una fase di sensibilizzazione delle Province, per poter aprire quanto prima uno sportello in ogni amministrazione provinciale”.

Upi avvierà nei prossimi giorni una ricognizione presso le province del territorio regionale, al fine di verificare le condizioni per l’apertura degli sportelli e l’avvio del servizio ai cittadini.

Per il Direttore Luana Plessi “questo accordo consente di poter rafforzare ulteriormente il ruolo delle Province nel governo del territorio, offrendo un servizio gratuito ai cittadini particolarmente strategico, in un momento in cui l’uso di internet nelle reti domestiche assume carattere prioritario, dalla didattica integrata allo smart working”.

Il Corecom è un organo dell’Assemblea legislativa che ha la funzione, delegata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), di gestire le controversie tra utenti ed operatori delle telecomunicazioni. Con lo sportello conciliaweb si offre un servizio totalmente gratuito e di facile accesso che permette di risolvere amichevolmente, senza intermediari e in tempi rapidi, le controversie fra cittadini ed aziende di telecomunicazioni.

In allegato Accordo Quadro CORECOM-UPI EMILIA ROMAGNA

Sole24 Ore 31esima classifica qualità della vita “Una classifica per Province”

Il quotidiano Il Sole 24 Ore in edicola oggi ospita un intervento di Michele de Pascale Presidente UPI che prende spunto dalla Classifica sulla qualità della vita che il quotidiano compila ogni anno.
“La classifica della qualità della vita de Il Sole 24 Ore è ormai un appuntamento atteso da tutti gli amministratori, un’analisi attenta a e approfondita sullo stato del Paese che apre dibattiti, confronti e offre spunti  di riflessione importanti. Il valore aggiunto di questa classifica, infatti, è che l’analisi va decisamente oltre al solo risultato delle singole realtà, ma pone l’attenzione più i  generale sulle variabili che determinano una buona qualità della vita – scrive il Presidente de Pascale – ed è immediato, a guardare i cluster individuati dallo studio,  quanto si stia facendo sempre più marcata  la distanza tra il modo in cui si può verificare l’organizzazione di questo Paese e il sistema istituzionale chiamato ad amministrarlo.  La qualità della vita,ci dice questa classifica, si individua per Provincia perchè come appare evidente scorrendo i parametri,  l’Italia è costruita, si relaziona, e per questo giustamente si analizza, su base provinciale.
Non solo, questo studio ci racconta che sono proprio i settori che a quanto pare sono fondamentali per la qualità della vita, quelli a non avere un presidio istituzionale a livello provinciale, restando così senza una guida e anche senza responsabilità pubbliche. Si tratta di temi come  lo sviluppo economico, la  pianificazione territoriale e strategica, la tutela ambientale alla digitalizzazione. Se queste variabili hanno un valore se declinati a livello provinciale, non si capisce perché non debba essere considerato strategico disporre di un ente locale forte, stabile, con un ruolo e una governance chiari, che rappresenti le istituzioni a questo stesso livello e che governi queste variabili.
Invece, a distanza di ormai quattro anni dal referendum, tre Governi, per altro armati dalle migliori intenzioni, non sono ancora riusciti a superare una legge, la 56/14, che inizia con “in attesa del referendum costituzionale”.
Tra l’altro in sei anni siamo passati da una narrazione che si è rivelata mistificatoria sulla inutilità delle Province al riconoscimento della loro importanza, sostenuto nei fatti da una serie di interventi e misure prese da Governo e Parlamento che hanno restituito a questi enti capacità di investimento per rispondere ai bisogni e ai diritti di comunità e sistemi economici. Un ruolo che finalmente inizia a essere riconosciuto da tutti i partiti politici.
Che sia questa classifica un nuovo impulso ad accelerare e che nel 2021 si arrivi finalmente alla revisione profonda della legge 56/14 che affidi a qualcuno l’opportunità e, ovviamente anche la responsabilità, di coordinare e pianificare l’impegno di istituzioni, imprese e cittadini per una maggiore qualità della vita in tutto il Paese”.

Sole24 Ore 31esima classifica qualità della vita “Una classifica per Province”

Il quotidiano Il Sole 24 Ore in edicola oggi ospita un intervento di Michele de Pascale Presidente UPI che prende spunto dalla Classifica sulla qualità della vita che il quotidiano compila ogni anno.
“La classifica della qualità della vita de Il Sole 24 Ore è ormai un appuntamento atteso da tutti gli amministratori, un’analisi attenta a e approfondita sullo stato del Paese che apre dibattiti, confronti e offre spunti  di riflessione importanti. Il valore aggiunto di questa classifica, infatti, è che l’analisi va decisamente oltre al solo risultato delle singole realtà, ma pone l’attenzione più i  generale sulle variabili che determinano una buona qualità della vita – scrive il Presidente de Pascale – ed è immediato, a guardare i cluster individuati dallo studio,  quanto si stia facendo sempre più marcata  la distanza tra il modo in cui si può verificare l’organizzazione di questo Paese e il sistema istituzionale chiamato ad amministrarlo.  La qualità della vita,ci dice questa classifica, si individua per Provincia perchè come appare evidente scorrendo i parametri,  l’Italia è costruita, si relaziona, e per questo giustamente si analizza, su base provinciale.
Non solo, questo studio ci racconta che sono proprio i settori che a quanto pare sono fondamentali per la qualità della vita, quelli a non avere un presidio istituzionale a livello provinciale, restando così senza una guida e anche senza responsabilità pubbliche. Si tratta di temi come  lo sviluppo economico, la  pianificazione territoriale e strategica, la tutela ambientale alla digitalizzazione. Se queste variabili hanno un valore se declinati a livello provinciale, non si capisce perché non debba essere considerato strategico disporre di un ente locale forte, stabile, con un ruolo e una governance chiari, che rappresenti le istituzioni a questo stesso livello e che governi queste variabili.
Invece, a distanza di ormai quattro anni dal referendum, tre Governi, per altro armati dalle migliori intenzioni, non sono ancora riusciti a superare una legge, la 56/14, che inizia con “in attesa del referendum costituzionale”.
Tra l’altro in sei anni siamo passati da una narrazione che si è rivelata mistificatoria sulla inutilità delle Province al riconoscimento della loro importanza, sostenuto nei fatti da una serie di interventi e misure prese da Governo e Parlamento che hanno restituito a questi enti capacità di investimento per rispondere ai bisogni e ai diritti di comunità e sistemi economici. Un ruolo che finalmente inizia a essere riconosciuto da tutti i partiti politici.
Che sia questa classifica un nuovo impulso ad accelerare e che nel 2021 si arrivi finalmente alla revisione profonda della legge 56/14 che affidi a qualcuno l’opportunità e, ovviamente anche la responsabilità, di coordinare e pianificare l’impegno di istituzioni, imprese e cittadini per una maggiore qualità della vita in tutto il Paese”.

Recovery, UPI “Investire su scuole e territorio per ripartire insieme” Regioni, Province e Comuni nella task force”

“Il Recovery Fund è un’occasione straordinaria per coniugare la ripresa economica e la sicurezza dei cittadini, con un grande piano di investimenti sulle scuole superiori, su ponti e strade e opere per la difesa del suolo. Ogni giorno sperimentiamo quanto la fragilità del nostro Paese metta a rischio vite e attività economiche. Con queste risorse abbiamo il dovere di assicurare che le opportunità di rilancio  e  ripresa arrivino su tutti i territori, per garantire sviluppo ed equità. Serve  un piano che sia frutto di una programmazione capace di incidere da subito sui terriotori e che coinvolga tutti gli attori locali:  due elementi per cui il ruolo delle province è fondamentale. Per questo chiediamo al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte di considerare  le Province, insieme a Regioni e Comuni,  come partner istituzionali prioritari all’interno della task force che si andrà a delineare per l’utilizzo del recovery fund.” Lo dichiara il Presidente dell’UPI Michele de Pascale, sottolineando come “Consolidare l’unità delle istituzioni rafforza la posizione del nostro Paese in Europa e assicura a cittadini, imprese e territori di ottenere le risposte di cui hanno bisogno”

 

DL Agosto. Ripartiti in Stato città fondi emergenza covid per Province, Comuni e città metropolitane. Pompeo, UPI “Risorse importanti che riconoscono il ruolo centrale delle Province nella gestione dell’emergenza”

“Con gli ulteriori 350 milioni di euro stanziati per le Province e le Città metropolitane dal Ministero dell’Interno e dell’Economia nell’ambito dei fondi per l’emergenza Covid, si riconosce il ruolo centrale svolto dagli Enti locali nella difficile fase legata alla diffusione del virus. Si tratta di una cifra importante, che va ad aggiungersi ai 100 milioni di euro ripartiti ad ottobre e ai precedenti 500 milioni di luglio, per compensare i cali di gettito e sostenere le spese affrontate nella gestione della fase emergenziale, a testimonianza del grande lavoro svolto in questi mesi, anche e soprattutto in risposta alle necessità delle Amministrazioni locali che nelle Province trovano il punto di riferimento diretto”.

Lo  dichiara Antonio Pompeo Presidente della Provincia di Frosinone e rappresentanza dell’UPI in Conferenza Stato Città in merito all’intesa raggiunta oggi per la ripartizione della seconda rata dei fondi del Dl Agosto destinata a Province, Comuni e Città metropolitane.

“Sono risorse essenziali – ha sottolineato Pompeo, che in qualità di presidente di Upi Lazio ha partecipato a diverse cabine di regia e numerosi tavoli tecnici dei mesi scorsi – per gli amministratori locali che devono programmare la gestione dell’ultimo mese di un esercizio finanziario complicato. Come UPI insieme ad ANCI abbiamo inoltre proposto  di conservare almeno una parte dei fondi per il 2021, anno che si preannuncia forse più complicato di quello in corso”.

 

 

Coalizione nazionale italiana per lo sviluppo delle competenze digitali: “Strategia italiana per le competenze digitali e la sua implementazione” – 2 e 16 dicembre 2020

Il 2 e il 16 dicembre la Coalizione nazionale italiana per lo sviluppo delle competenze digitali presenta la “Strategia italiana per le competenze digitali e la sua implementazione”, in un evento italiano che riunisce i membri della Coalizione, insieme a rappresentanti dei diversi stakeholder, sulle quattro aree di intervento: Istruzione superiore e formazione, Forza lavoro, Competenze specialistiche ICT, Cittadini.

Per partecipare all’evento:

https://www.eventbrite.co.uk/e/la-strategia-italiana-per-le-competenze-digitali-e-la-sua-implementazione-tickets-129269242785

Recovery, UPI “Investire su scuole e territorio per ripartire insieme” Regioni, Province e Comuni nella task force”

“Il Recovery Fund è un’occasione straordinaria per coniugare la ripresa economica e la sicurezza dei cittadini, con un grande piano di investimenti sulle scuole superiori, su ponti e strade e opere per la difesa del suolo. Ogni giorno sperimentiamo quanto la fragilità del nostro Paese metta a rischio vite e attività economiche. Con queste risorse abbiamo il dovere di assicurare che le opportunità di rilancio  e  ripresa arrivino su tutti i territori, per garantire sviluppo ed equità. Serve  un piano che sia frutto di una programmazione capace di incidere da subito sui terriotori e che coinvolga tutti gli attori locali:  due elementi per cui il ruolo delle province è fondamentale. Per questo chiediamo al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte di considerare  le Province, insieme a Regioni e Comuni,  come partner istituzionali prioritari all’interno della task force che si andrà a delineare per l’utilizzo del recovery fund.” Lo dichiara il Presidente dell’UPI Michele de Pascale, sottolineando come “Consolidare l’unità delle istituzioni rafforza la posizione del nostro Paese in Europa e assicura a cittadini, imprese e territori di ottenere le risposte di cui hanno bisogno”

 

DL Agosto. Ripartiti in Stato città fondi emergenza covid per Province, Comuni e città metropolitane. Pompeo, UPI “Risorse importanti che riconoscono il ruolo centrale delle Province nella gestione dell’emergenza”

“Con gli ulteriori 350 milioni di euro stanziati per le Province e le Città metropolitane dal Ministero dell’Interno e dell’Economia nell’ambito dei fondi per l’emergenza Covid, si riconosce il ruolo centrale svolto dagli Enti locali nella difficile fase legata alla diffusione del virus. Si tratta di una cifra importante, che va ad aggiungersi ai 100 milioni di euro ripartiti ad ottobre e ai precedenti 500 milioni di luglio, per compensare i cali di gettito e sostenere le spese affrontate nella gestione della fase emergenziale, a testimonianza del grande lavoro svolto in questi mesi, anche e soprattutto in risposta alle necessità delle Amministrazioni locali che nelle Province trovano il punto di riferimento diretto”.

Lo  dichiara Antonio Pompeo Presidente della Provincia di Frosinone e rappresentanza dell’UPI in Conferenza Stato Città in merito all’intesa raggiunta oggi per la ripartizione della seconda rata dei fondi del Dl Agosto destinata a Province, Comuni e Città metropolitane.

“Sono risorse essenziali – ha sottolineato Pompeo, che in qualità di presidente di Upi Lazio ha partecipato a diverse cabine di regia e numerosi tavoli tecnici dei mesi scorsi – per gli amministratori locali che devono programmare la gestione dell’ultimo mese di un esercizio finanziario complicato. Come UPI insieme ad ANCI abbiamo inoltre proposto  di conservare almeno una parte dei fondi per il 2021, anno che si preannuncia forse più complicato di quello in corso”.

 

 

Misure anti-Covid: la Provincia di Belluno vara una “manovra” da 2,5 milioni di euro

È stata approvata questa mattina dal consiglio provinciale la nona variazione al bilancio di previsione, contenente un’importante manovra anti-Covid. L’amministrazione provinciale infatti ha stanziato la prima parte delle risorse ministeriali previste dal decreto legge 34/2020 (convertito con legge 74/2020), vale a dire il “fondo Covid” per far fronte alla possibile perdita di entrate connessa all’emergenza sanitaria. «Si tratta dei primi 2,5 milioni di euro sui 5 in arrivo dallo Stato – commenta il presidente della Provincia, Roberto Padrin -. Risorse destinate per la maggior parte a tamponare situazioni di criticità e che risulteranno fondamentali per tutta una serie di attività, per far fronte alla situazione di crisi creata dal Covid. Ovviamente non sono sufficienti a garantire la copertura di tutte le criticità venute a galla con la pandemia in corso. Per questo a fine anno, nella rendicontazione finale, pensiamo di destinare le ulteriori risorse del fondo assegnato dallo Stato, alla luce del conteggio di minori spese/minori entrate di questo 2020 che definire difficile sarebbe un eufemismo. In ogni caso, abbiamo voluto dare un segnale forte a tutto il territorio, cercando di intervenire laddove possibile, soprattutto nei settori su cui più di altri è facile creare un effetto moltiplicatore. Per questo, grazie al fortissimo impegno dei consiglieri e della struttura di Palazzo Piloni, abbiamo definito due sottomisure imponenti a favore di impianti di risalita e bus operator, attività che hanno risvolti turistici e sociali».

Nella distribuzione delle risorse, 500mila euro della prima tranche andranno come contributo straordinario a Dolomitibus, quale ristoro dei minori ricavi tariffari dovuti al lockdown. «Si tratta di una misura obbligata nei confronti della nostra società di trasporto pubblico, che sta pagando a caro prezzo anche questa seconda ondata, con gli abbonamenti studenti calati del 13% e gli abbonamenti lavoratori addirittura del 33%» spiega il presidente Padrin. Altri 500mila euro finanzieranno un bando per contributi straordinari agli impianti di risalita. «Si tratta in questo caso di una misura che tiene conto di vari criteri e che va incontro a un settore, quello dello sci e dell’indotto che ne deriva, alle prese con la seconda ondata e con la chiusura imposta durante le Festività – rilevano i consiglieri provinciali Danilo De Toni (turismo), Franco De Bon (caccia e pesca) e Massimo Bortoluzzi (impianti a fune) -. Se la provincia di Belluno vuole coltivare la vocazione turistica, non possiamo tirarci indietro. Anche perché impianti chiusi a Natale significa perdere almeno il 50% del fatturato di un’intera stagione».

L’altro capitolo della manovra Covid riguarda l’Ulss, con la destinazione di 300mila euro per il potenziamento e il miglioramento dei servizi di vaccinazione. «Una decisione che abbiamo preso con il direttore generale dell’azienda ospedaliera Rasi Caldogno e con il Dipartimento di Prevenzione – sottolinea il presidente Padrin -. Siccome ci stiamo avvicinando alla campagna di vaccini anti-Covid, andiamo a prepararci nel modo migliore, con strutture adeguate per erogare i vaccini».

Nella nona variazione di bilancio rientrano anche alcune altre mosse derivanti dall’avanzo di amministrazione. Come l’ulteriore finanziamento del piano di manutenzione straordinaria degli istituti scolastici per adeguamenti finalizzati all’emergenza sanitaria (circa 100mila euro). Lo stanziamento delle risorse necessarie a completare la convenzione con Veneto Strade per la manutenzione della viabilità (911mila euro). Il finanziamento della realizzanda sala operativa del Ccs (centro coordinamento soccorsi) all’interno della nuova caserma provinciale dei vigili del fuoco (400mila euro). E la predisposizione di 1,8 milioni di euro per il finanziamento di accordi di programma con gli enti locali per interventi di difesa del suolo.

«In questo caso, confermiamo la modalità operativa varata qualche mese fa – commenta il consigliere provinciale delegato Bortoluzzi -. La Provincia mette le risorse, i Comuni o le Unioni Montane mettono la progettazione degli interventi. Così è possibile velocizzare l’esecuzione degli importanti lavori richiesti in maniera quasi continua dalla fragilità del territorio. Quanto alla sala operativa del Ccs, si tratta di un cofinanziamento per dare seguito a un progetto nato durante i giorni di Vaia che aveva avuto anche importanti donazioni da parte di cittadini e imprese. L’obiettivo è creare una sala adatta alle esigenze del territorio, per far fronte alle emergenze e anche per i grandi eventi che ci apprestiamo a ospitare. L’idea è che possa diventare un progetto pilota da ampliare alle province limitrofe, vista la collaborazione con i vigili del fuoco».

La Provincia di Pesaro e Urbino ha presentato il Rapporto 2020 sul Benessere Equo e Sostenibile delle Province

Si è tenuto lunedì 23 novembre l’evento on line intitolato “Benessere e sostenibilità per la programmazione locale” organizzato dalla Provincia di Pesaro e Urbino in collaborazione con l’UPI Unione delle Province d’Italia, e con il supporto  del SISTAN Sistema statistico nazionale e del CUSPI Coordinamento degli uffici di statistica delle Province Italiane.

Durante l’iniziativa la dott.ssa Paola D’Andrea, Presidentessa del CUSPI e responsabile dell’Ufficio Statistica della Provincia di Pesaro e Urbino, ha illustrato gli indicatori e le novità del rapporto BES DELLE PROVINCE 2020.

Il video dell’iniziativa è disponibile sul canale yotube dell’UPI e le pubblicazioni con gli indicatori relativi alle 24 Province e alle 7 Città metropolitane aderenti sono disponibili sul sito BES delle Province.

Scarica il rapporto sul BES della Provincia di Pesaro e Urbino.

BORGHI, online l’Avviso Pubblico MIBACT

È online, sul sito dedicato http://www.borghinfestival.beniculturali.it<http://www.borghinfestival.beniculturali.it/> e sui siti istituzionali della Direzione Generale Creatività Contemporanea e della Direzione Generale Turismo del MiBACT,  l’Avviso Pubblico “Borghi in Festival – Comunità, cultura, impresa per la rigenerazione dei territori”, dal valore di 750.000 euro, per il finanziamento di attività culturali finalizzate a favorire la rigenerazione culturale, turistica ed economico-sociale dei piccoli Comuni italiani.

L’Avviso si propone, in particolare, di creare opportunità di sviluppo attraverso l’incubazione di imprese culturali, creative e innovative di comunità, di rafforzare l’offerta turistica dei territori e di promuovere le eccellenze dei borghi italiani. Tra gli obiettivi anche la valorizzazione e il sostegno di contenuti innovativi nelle attività di educazione e formazione, nonché lo sviluppo di approcci progettuali integrati pubblico-privato, per incentivare progetti orientati alla sostenibilità e all’accessibilità, anche attraverso l’impiego delle nuove tecnologie.

Destinatari dell’Avviso sono i Comuni con popolazione residente fino a 5.000 abitanti, ovvero fino a 10.000 abitanti che abbiano individuato il centro storico quale zona territoriale omogenea (ZTO), con preferenza per quelli identificabili come aree prioritarie e complesse, nelle quali maggiore è l’esigenza dell’intervento pubblico. Il bando intende favorire progettualità basate su approcci integrati: infatti i Comuni possono partecipare singolarmente, o in rete tra loro, e sono tenuti a costituire partenariati con almeno un ente non profit e con almeno un soggetto co-finanziatore. Il finanziamento erogabile prevede un limite massimo di 75.000 euro per i Comuni che partecipano singolarmente e di 250.000 euro per i Comuni che partecipano in rete.

I partecipanti avranno 60 giorni per l’elaborazione dei progetti, che dovranno pervenire entro il 15 gennaio 2021. I progetti potranno prevedere, tra le altre attività, incontri, seminari, laboratori, mostre, rassegne, giornate di formazione, realizzazione di piattaforme o applicativi digitali, attività culturali e creative con particolare attenzione all’innovatività, alla sostenibilità e alla accessibilità delle proposte, al coinvolgimento della cittadinanza e all’impatto sul territorio.

I progetti vincitori potranno essere realizzati da aprile a luglio 2021.

La programmazione deve essere pensata nel rispetto della normativa vigente in materia di contenimento del contagio da Covid-19.

CS Avviso Pubblico Borghi

La Provincia di Parma cambia e si riorganizza

Per far fronte ai nuovi compiti e assistere i Comuni, in particolare su accesso ai finanziamenti europei, appalti e informatizzazione. I criteri della riorganizzazione approvati oggi all’unanimità dal Consiglio provinciale. Il tema è anche al centro di un progetto nazionale di Upi e Dipartimento funzione pubblica a cui la Provincia di Parma partecipa.

“E’ una nuova Provincia quella che si sta delineando: si è conclusa la fase della riforma delle Province che prevedeva la loro liquidazione, ora invece siamo in una fase di rilancio, con un aumento di risorse disponibili che porta  il nostro bilancio da 60 a 100 milioni di euro e con un incremento di funzioni a supporto dei Comuni.” Così il Presidente Diego Rossi ha introdotto nella seduta odierna del Consiglio provinciale il tema della riorganizzazione dell’Ente, i cui criteri sono stati approvati dai consiglieri all’unanimità.

A livello nazionale è già all’opera il Tavolo ministeriale per rivedere competenze ed assetti delle Province e Upi – Unione Province d’Italia ha appena avviato il progetto “Province&Comuni” per accompagnare le Province nel percorso di riorganizzazione a supporto dei Comuni.

Il Segretario generale dell’Ente dott.ssa Alfieri, che partecipa al progetto Upi, ha illustrato al Consiglio il provvedimento di riorganizzazione dell’Ente.

Nel prossimo futuro la Provincia dovrà potenziare le proprie attività su scuole e strade, per far fronte al deficit di aule, ammodernare le strutture e ovviare alla vulnerabilità sismica, oltre che impegnarsi ancora di più nella manutenzione delle strade, con particolare attenzione ai ponti, per migliorare i servizi ai cittadini.

Inoltre si dovrà andare decisamente verso la digitalizzazione, che già è stata accelerata nei mesi del lockdown, e ora dovrà diventare una modalità di lavoro corrente: i cittadini dovranno poter completare le pratiche da casa propria, grazie all’identità digitale Spid e grazie a una completa riorganizzazione del modo di lavorare degli impiegati, tra l’altro con la conservazione digitale dei documenti.

Infine, la Provincia dovrà attrezzarsi per sostenere le esigenze dei Comuni, in particolare dei più piccoli, soprattutto attraverso le Stazioni uniche appaltanti, il Servizio associato per le politiche europee e i Servizi informatici.

Per rispondere al meglio a queste aumentate esigenze, sarà necessario modificare la dotazione organica, cambiare la struttura organizzativa, modificare la metodologia di valutazione dei dipendenti, con l’obiettivo di rendere la “macchina” pronta per il cambiamento.

Un cambiamento che è già iniziato nell’ultimo biennio con il rafforzamento della dirigenza dell’Ente e nuove assunzioni di personale.

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