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FASE2: Provincia di Ravenna e Città metropolitana di Firenze chiedono di consentire gli spostamenti tra le due aree

Sì agli spostamenti dei cittadini nei Comuni confinanti della Città metropolitana di Firenze e della Provincia di Ravenna». È quanto hanno chiesto il sindaco della Città metropolitana di Firenze Dario Nardella e dal Presidente della Provincia di Ravenna Michele de Pascale in una lettera ai prefetti delle rispettive città per chiedere «ulteriori misure» di mobilità per la fase 2 dell’emergenza sanitaria, come riportato dal quotidiano La Nazione di Firenze di oggi qui https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/consentire-gli-spostamenti-tra-le-aree-di-firenze-e-ravenna-1.5157912

 

De Pascale e Nardella, scrive il quoditiano, insieme ai sindaci di Faenza, Solarolo, Castelbolognese, Brisighella, Riolo Terme, Casola Valsenio, Marradi e Palazzuolo sul Senio, hanno chiesto ai prefetti di autorizzare lo spostamento dei cittadini dei comuni di Marradi e Palazzuolo sul Senio da e verso i territori dei Comuni di Faenza, Casola Valsenio, Riolo Terme, Brisighella, Solarolo e Castelbolognese. Stessa misura per i cittadini del Comune di Casola Valsenio da e verso Palazzuolo sul Senio e per quelli del Comune di Brisighella da e verso il territorio Marradi e Palazzuolo sul Senio.

ANCI E UPI “Il Governo ascolti la proposta del Presidente di ANAC. Rafforzare le stazioni appaltanti di Province e Città metropolitane”

“Il Presidente di ANAC Francesco Merloni ha lanciato un allarme sugli appalti pubblici bloccati, ma soprattutto ha avanzato una proposta che ci auguriamo sia accolta dal Governo: un piano di assunzioni, attraverso un concorso rapido sul modello di quello già sperimentato per infermieri e medici, per assumere personale qualificato nelle Stazioni Uniche Appaltanti di Province e Città metropolitane. Si tratta di valorizzare al meglio le strutture che già sono avviate in questi cento enti e di costruire dei veri e propri Centri territoriali di progettazione e di gestione delle gare d’appalto pubbliche, in grado di supportare tutti gli enti, a partire dai Comuni” E’ il commento del Presidente di UPI, Michele de Pascale, e del Coordinatore delle Città metropolitane, Dario Nardella, alla proposta avanzata nei giorni scorsi dal Presidente di ANAC, Merloni, di  assumere 10.000 tecnici nelle Province e nelle Città metropolitane per sbloccare appalti e rilanciare le opere pubbliche.

“E’ evidente – sottolineano de Pascale e Nardella – che la prossima fase di ripresa dovrà prevedere ancora procedure e strumenti straordinari, e non solo per quanto riguarda la sanità. Dobbiamo affrontare l’altra emergenza, quella economica, con la stessa capacità di mettere in campo modalità nuove, mirate a ridare slancio alle imprese, soprattutto a quelle locali, soffocate dalla crisi. Le Stazioni Uniche Appaltanti delle Province e delle Città metropolitane devono essere considerate dal Governo come una straordinaria opportunità per assicurare un avvio rapido di un grande piano di investimenti su strade, ponti, viadotti e scuole superiori. Ma per questo servono risorse mirate e la possibilità di disporre nel più breve tempo possibile di personale in grado di gestire gli appalti dalla gara alla messa in opera del cantiere, anche attraverso piattaforme informatiche pubbliche che tengano insieme legalità e rapidità. Sono proposte che abbiamo già avanzato al Governo e su cui aspettiamo ancora risposte – concludono de Pascale e Nardella. Ci auguriamo che la voce autorevole del Presidente Merloni ci aiuti a trovare finalmente ascolto”.

La Provincia di Cremona dà il via alla fase iniziale di realizzazione di un nuovo Ponte

La Provincia di Cremona ha approvato lo studio delle alternative per la realizzazione del nuovo Ponte sul fiume Oglio di Isola Dovarese sulla S.P. n° 11.

“Si tratta della fase iniziale dell’iter progettuale prevista dal codice degli appalti; tale elaborato servirà per procedere con scelta della soluzione ottimale in termini di costi/benefici e per la condivisione con tutti gli Enti preposti ad esprimere un parere di competenza (Comune, Sovrintendenza, Aipo, Autorità di Bacino ecc.) – ha spiegato Paolo Mirko Signoroni, Presidente della Provincia di Cremona – L’opera si rende necessaria a seguito delle verifiche tecniche effettuate negli scorsi anni che hanno restituito una condizione statica non conforme alle attuali normative oltre imponendo la limitazione di portata a 20 t”.

L’intervento, che sarà coordinato dal Settore Infrastrutture della Provincia di Cremona, comporta un costo complessivo di circa 12 milioni di euro è finanziata con fondi del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (assegnati alla Provincia di Cremona con il D.M.I.T. n° 1 del 03.01.2020 – cd. “Decreto Ponti”).

Ha concluso Signoroni: “La prospettiva è quella di realizzare una struttura duratura nel tempo che ben si inserisca nel contesto ambientale Isolano con la riduzione o addirittura l’eliminazione di sostegni nell’alveo del fiume onde evitare interferenze idrauliche e ridare funzionalità alla strada. Si esprime, pertanto, soddisfazione per l’avvio della presente opera, che si inserisce in un insieme di altri interventi sui ponti della rete stradale cremonese per i quali la Provincia ha sempre posto grande attenzione con continui controlli e monitoraggi tutt’ora in corso. Altre opere minori vedranno l’avvio dell’iter entro l’anno sul territorio all’interno delle misure dello stesso “Decreto Ponti””.

“Innanzitutto desidero ringraziare la Provincia di Cremona e il Presidente Signoroni per aver prontamente, ancora ai primi di settembre 2019, preso a cuore il problema inviando al Ministero la richiesta con parere favorevole, vista l’importanza dell’arteria stradale che collega le due provincie di Cremona e Mantova – ha evidenziato al riguardo il Sindaco di Isola Dovarese, Gianpaolo Gansi – Per quanto ci riguarda, ci auguriamo che l’opera sia progettata, come già assicurato, per essere duratura nel tempo e che sia inserita correttamente nel contesto ambientale di pregio nel quale ci troviamo.
Insisteremo anche perchè si trovino le soluzioni adeguate per evitare disagi alla cittadinanza durante il tempo di esecuzione dei lavori”.

 

Provincia di Cuneo: cantieri aperti su tutte le strade provinciali

La Provincia sta realizzando in questi giorni importanti lavori di bitumatura sulle strade provinciali che rientrano ancora nel programma di stese 2019 già deliberato per tutti i quattro reparti viabilità di Cuneo, Saluzzo, Alba e Mondovì con  una spesa di 850 mila euro per ciascun reparto. Altri interventi partiranno entro maggio, tenendo conto delle condizioni meteo e del traffico ancora relativamente limitato a causa dell’emergenza sanitaria in corso.

Il presidente Federico Borgna: “Si tratta di interventi programmati da tempo che stiamo concludendo in questi giorni anche approfittando del traffico ancora relativamente limitato a causa dell’emergenza sanitaria in corso. In un periodo di risorse limitate procediamo per gradi, a partire dalle situazioni che presentano le maggiori criticità. Anche in questo sta il valore di avere un Consiglio provinciale in cui sono rappresentati tutti i territori della Granda, così da migliorare le condizioni generali di sicurezza della nostra vasta e articolata viabilità provinciale”

Nel reparto di Cuneo sono stati eseguiti i lavori di asfaltatura di due tratti, rispettivamente di circa 450 e 650 metri, lungo la strada provinciale 156 in località Termine di Villafalletto dalla rotatoria verso Costigliole Saluzzo e dalla rotatoria verso Savigliano, Se n’è occupata la ditta Edilscavi di Cuneo, così come per la provinciale 25 dalla rotatoria di Tarantasca verso San Benigno per circa 1.100 metri che sarà conclusa oggi giovedì 14 maggio. La prossima settimana sono in programma gli interventi di asfaltatura sulla provinciale 589 presso Madonna dell’Olmo dalla rotatoria Agip al cavalcaferrovia per circa 550 metri (già eseguite le fresature laterali), lungo la provinciale 422 a Borgo San Giuseppe dalla rotatoria Citroen al ponte sul torrente Gesso per 300 metri su due carreggiate per senso di marcia e ancora lungo la provinciale 21 alla rotatoria dello svincolo autostradale presso Bombonina.

Nel reparto di Saluzzo la ditta Sicas ha concluso che nei giorni scorsi la bitumatura della grande rotatoria della tangenziale Est di Saluzzo verso Savigliano e del ramo Saluzzo-Scarnafigi. Successivamente ha realizzato l’intervento di bitumatura della provinciale 45 Salmour Fossano dove, per migliorare l’aderenza dei veicoli, sono stati realizzati interventi di bitumatura in strato antiskid con asfalto speciale ad alta rugosità nei tornanti. Sempre sul reparto di Saluzzo la ditta Cogibit (subappalto Sicas) ha provveduto a fresare e poi bitumare tratti delle provinciali 214 e 344, oltre a concludere i lavori nel centro di Genola sulla provinciale 428 (fresatura e bitumatura). Dal prossimo 18 maggio la ditta appaltatrice Cogibit provvederà a fresare e bitumare l’ultima rotatoria che rimane sulla tangenziale di Saluzzo in direzione di Moretta, lungo la provinciale 663.

Nelle prossime settimane di maggio i lavori proseguiranno anche per gli altri due reparti di Alba e Mondovì. Per il reparto di Alba i lavori per le stese 2019 (lotto 2) sono previsti  a partire da lunedì 18 maggio sulla provinciale 265 in prossimità del bivio con la provinciale 200 per Neviglie Mompiano, sulla provinciale 158 nel tratto Alba -frazione M. di Como – cascina Bornetto – bivio sp 230 per Neviglie Mompiano. L’elenco prosegue per; sp 230 nel tratto Treiso – Mompiano – Manera; sp 592 – tratto Canelli – Cossano – Campetto¸sp 439 nel tratto Bivio Levice – Gorzegno – Bivio Prunetto; sp 291 tratto Sinio – Albaretto Torre; sp 661 tratto Bra (fine abitato) – Cherasco – Bivio sp 242; sp 661 tratto Bivio sp 242 – Monchiero; sp 57 tratto Monchiero – Monforte – Roddino; sp 929 tratto Pralormo – Montà; sp 119 tratto Baldissero – Ponte Colonie.

Per il reparto di Mondovì (lotto 2) partiranno entro fine mese  i seguenti interventi: lungo la strada provinciale 32  nel tratto -Ceva per 1.300 metri, sulla provinciale 35 nella diramazione verso Montaldo Mondovì (750 metri), provinciale 54 nel tratto tra Ceva e Paroldo (750 metri), provinciale 56 tratto Somano-Bossolasco (750 metri), tratto di diramazione Cigliè e Rocca Cigliè (350 metri), provinciale 154 tratto Monesi-Piaggia (Briga Alta, Salse-Upega-Viozene e Ormea (1.000 metri), provinciale 178 tra Pamparato, Colle Casotto e Garessio (1.000 metri), provinciale 296 tratto Rocca Cigliè – Stazione (350 metri), provinciale 327 verso la diramazione per Artesina (1.000 metri), provinciale 439 tratto Camerana e Confine Provincia di Savona (1.000 metri), provinciale 661 nel tratto Dogliani-Montezemolo (1.250 metri), provinciale 59  tratto Clavesana – Murazzano (200 metri) e provinciale 143 nel tratto Ceva – Battifollo (200 metri).

Via libera ai test sierologici per i dipendenti della Provincia di Cosenza.

Raggiunto l’accordo e approvato il “Protocollo delle misure di prevenzione e sicurezza da attuare negli ambienti di lavoro degli uffici della Provincia di Cosenza”.

Ieri insieme al presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci, si è svolta una riunione con il Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione, alla quale erano presenti i dirigenti dell’Ente, il medico competente, i delegati Rspp, Rls, Rsu. Inoltre, il presidente Iacucci ha annunciato che darà il via libera ai test sierologici per la rilevazione di eventuali anticorpi diretti contro Sars-CoV-2.

“Uno screening rivolto ai dipendenti in modo tale da garantire maggiore sicurezza sul lavoro e avere un quadro più definito dello stato di salute. Un investimento non da poco ma necessario. Con grande soddisfazione – ha affermato il presidente Franco Iacucci – devo dire che le attività dei settori del nostro Ente non si sono mai fermate, abbiamo continuato a lavorare, in un sistema di sicurezza, continuando a garantire l’erogazione dei servizi e le funzioni istituzionali della Provincia.

Siamo una delle prime Province in Italia ad adottare i test sierologici. Non abbiamo avuto alcuna notizia sulle strategie che intende adottare la Regione e, purtroppo, anche se più volte chiesto come sistema delle autonomie locali, non siamo stati coinvolti nella fase 1 e continuiamo a non essere coinvolti nella fase 2. Cosa che invece è avvenuta in tutte le altre Regioni d’Italia. La sfida si vince solo con il coinvolgimento e la solidarietà di tutte le istituzioni, mentre la Regione continua ad operare in solitaria.

Oggi credo sia fondamentale, soprattutto in una regione che ha avuto una minore diffusione del virus, monitorare i contagi. Questi test sono considerati anche dal Ministero della Salute uno strumento importante per stimare la diffusione dell’infezione in una comunità, nonostante non possano essere considerati sostitutivi al test molecolare. Al di là dei test sierologici, il Protocollo approvato ieri è la dimostrazione del lavoro no-stop del Comitato di coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Il Protocollo definisce nel dettaglio le misure di prevenzione e sicurezza da attuare negli ambienti di lavoro degli uffici della Provincia di Cosenza, finalizzate al contenimento della diffusione del fenomeno correlato alla pandemia da COVID-19”.

Ciascun dipendente, prima di effettuare le procedure di ingresso, dovrà ritirare i DPI (mascherine e guanti – quantità necessaria per una settimana lavorativa) nei punti di distribuzione che saranno localizzati alle portinerie dei due Palazzi. Misure adottate, ovviamente, a seconda delle mansioni e delle attività da svolgere. Ingressi e uscite scaglionati, riunioni tra colleghi solo in caso di urgenza ma seguendo rigide misure, regole precise sull’utilizzo dei mezzi dell’Ente. Nel Protocollo si riportano le linee guida e le disposizioni di riferimento alle quali dovranno uniformarsi tutte le articolazioni organizzative dell’Ente, in considerazione della necessità di evitare situazioni di pregiudizio per la sicurezza dei lavoratori.

“Dall’ingresso in sede con la misurazione della temperatura tramite termoscanner alla consegna dei dispositivi di protezione individuale, dalle modalità di accesso al personale esterno fino alla pulizia e sanificazione dei luoghi lavoro. Nel Protocollo, redatto in applicazione di quello sottoscritto tra Governo e parti sociali il 24 aprile 2020, troviamo – ha spiegato Franco Iacucci – le linee guida e le prescrizioni da rispettare per lo svolgimento dell’attività lavorativa in condizioni di sicurezza. Ovviamente, ove possibile, verrà prediletta, ancora l’attività di smart working, così come previsto nel Dpcm del 26 aprile 2020. Come Provincia, prendiamo tutte le precauzioni possibili, ma abbiamo il dovere e l’obbligo di contribuire a far ripartire il Paese, partendo dai tanti investimenti e dai lavori che possiamo mettere in campo. Voglio ringraziare tutti i dipendenti della Provincia per il grande spirito di collaborazione e per l’impegno dimostrato in questa difficile fase di emergenza”.

Concorsi PA, l’UPI scrive alla Ministra Dadone

“Con la fase2 diventa urgente per le Province portare a termine le procedure concorsuali avviate prima dell’emergenza sanitaria. Dobbiamo potere assumere al più presto quel personale specialistico – ingegneri, geometri, tecnici informatici –  che nei prossimi mesi saranno essenziali per permettere alle Province di riprendere con nuovo slancio la progettazione e la programmazione degli investimenti. Servono indicazioni per riavviare la macchina dei concorsi, prima del 18 maggio”.

Lo scrive il Presidente dell’UPI Michele de Pascale in una lettera inviata alla Ministro per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone.

“Dobbiamo riorganizzare le nostre strutture amministrative – scrive de Pascale alla Ministra-  anche per riempire i vuoti che derivano dal lungo blocco delle assunzioni nelle Province e dal prepensionamento anticipato del personale, per far fronte alle esigenze di una rapida ripartenza delle attività economiche in condizioni di sicurezza. Nel periodo di sospensione dei concorsi stabilito dal decreto Cura Italia abbiamo comunque cercato di portare avanti tutte le procedure consentite, per accelerare l’assunzione di nuove professionalità nelle Province. Ora serve un intervento urgente affinché, a partire dal prossimo 18 maggio, le Province e tutte le pubbliche amministrazioni possano portare a conclusione le procedure concorsuali avviate e programmare nuove assunzioni. Per questo c’è bisogno di sapere per tempo e  già da ora, le modalità che si intende adottare per lo svolgimento delle prove concorsuali, che ci auguriamo saranno previste nelle forme semplificate in deroga alla normativa vigente,  come annunciato dal Governo”.

Pubblicato sul sito MIBACT l’avviso pubblico per il Fondo COVID Spettacolo dal vivo

E’ pubblicato a questo link  https://bit.ly/2SLA9xQ  sul sito del Ministero dei Beni Culturali l’avviso pubblico per l’accesso al fondo di 20 milioni di euro a sostegno delle realtà delle arti performative che non hanno ricevuto contributi provenienti dal FUS nel 2019. Tali risorse provengono dai fondi istituiti con il decreto “Cura Italia”, varato dal Governo lo scorso 17 marzo, che destinano 130 milioni di euro alle emergenze dello spettacolo e del cinema.

Questo stanziamento fornisce una prima risposta alle esigenze di tante piccole realtà che operano nei settori del teatro, della musica, della danza, del circo prive del sostegno statale e pertanto sottoposte a maggiori incertezze in questo momento di emergenza.

Le risorse verranno ripartite in parti uguali per ciascun beneficiario e verranno devolute ai soggetti che presenteranno domanda nel rispetto di quattro requisiti: prevedere nello statuto o nell’atto costitutivo lo svolgimento di attività di spettacolo dal vivo; avere sede legale in Italia; non aver ricevuto nel 2019 contributi dal FUS; aver svolto tra il 1° gennaio 2019 e il 29 febbraio 2020 un minimo di 15 rappresentazioni e aver versato contributi previdenziali per almeno 45 giornate lavorative, ovvero,  in alternativa aver  ospitato, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 29 febbraio 2020, un minimo di 10 rappresentazioni essendo  in regola con il versamento dei contributi previdenziali.

Le domande potranno essere presentate utilizzando unicamente i modelli predisposti e resi disponibili sulla piattaforma on-line dalla Direzione Generale Spettacolo.

LE DOMANDE DOVRANNO PERVENIRE ENTRO E NON OLTRE LE ORE 16 DEL 25 MAGGIO 2020

Piano Infanzia: de Pascale “Apriamo le attività il 28 maggio giornata del diritto al gioco. Servono linee guida”

“La riapertura di spazi di socialità per i bambini e i ragazzi non è solo un modo per dare sollievo alle famiglie, che sono tornate al lavoro. E’ una vera necessità per la salute dei bambini, come ci stanno sollecitando da giorni i pediatri. Il 28 Maggio è la giornata internazionale del Diritto al gioco: lavoriamo per essere pronti a restituire ai bambini i loro spazi di gioco e socialità per quella data”.

Lo ha detto il Presidente dell’UPI Michele de Pascale intervenendo alla seconda riunione della Cabina di regia sul Piano infanzia e adolescenza insieme alle Ministre Azzolina e Bonetti.

“Pur con tutte le difficoltà tecniche,di ordine sanitario e di risorse da mettere in campo, che sicuramente ci sono, dobbiamo considerare questa attività come una priorità. Per quanto riguarda gli spazi – ha sottolineato de Pascale – non dobbiamo pensare solo a spazi aperti, ma anche musei, edifici scolastici delle scuole di secondo grado, palestre e spazi all’aperto afferenti agli edifici stessi per potere iniziare a far riprendere la socialità per i bambini e i ragazzi. Occorre elaborare specifici protocolli di sicurezza che abbiano valenza nazionale e contengano indicazioni regole chiare e valide su tutto il territorio, ma che possano poi essere declinati a livello regionale con il coordinamento degli enti locali.  Dobbiamo discipliare alcune azioni in maniera chiara, dai flussi di ingresso in entrata ed in uscita; dal rapporto numerico tra educatori e bambini alle selezione e formazione del personale; dall’uso dei dispositivi di protezione individuale di cui dovranno dotarsi bambini ed educatori, alle modalità di sanificazione degli spazi e dei giochi, all’utilizzo di test sierologici e tamponi periodici. Certo, servono risorse specifiche, ma non dobbiamo lasciarci travolgere dai problemi: il tema è troppo importante, merita che il Paese lo consideri tra le priorità della fase2”.

Appello ANCI e UPI a Governo: “Assegnare a Città metropolitane, Province e Comuni i fondi bloccati: al via piano di investimenti locali”

Spostare subito i miliardi di risorse non spese per gli investimenti a livello centrale, oggi fermi nei meandri delle diverse amministrazioni statali, a favore di Città metropolitane, Province e Comuni, per far partire subito un grande piano di investimenti locali.

È l’appello che lanciano il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, e il presidente di UPI Michele de Pascale Sindaco e Presidente di Ravenna, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

“Già prima dell’emergenza sanitaria – sottolineano Decaro e de Pascale –  nella cabina di regia Strategia Italia eravamo stati informati dei forti ritardi di spesa registrati dai ministeri e dalle grandi aziende di Stato: per contro, i fondi di Città metropolitane, Province e Comuni, laddove assegnati, sono stati spesi, tanto che nel 2019 il 30 per cento degli investimenti totali derivano proprio da queste istituzioni. Il Paese nella fase 2 ha bisogno di una forte scossa per riavviare l’economia. Città metropolitane, Province e Comuni, con il rifinanziamento del fondo Fraccaro, con risorse nuove e procedure semplificate, in particolare per la progettazione e l’appalto, sono pronte ad aprire migliaia di cantieri in tutta Italia per mettere in sicurezza il patrimonio che gestiscono con priorità su ponti, viadotti, scuole e dissesto idrogeologico. E’ da queste opere, che servono ai cittadini e aiutano le imprese che possiamo far ripartire subito l’Italia”.

Province, UPI “Grazie a Report: finalmente chiarezza”

“Ieri Report ha mostrato con chiarezza cosa succede al Paese se si tagliano le risorse per curare il territorio. E anche che le istituzioni vicine ai cittadini, come le Province, non sono uno spreco ma un ente necessario per  programmare e progettare gli investimenti e coordinare lo sviluppo locale. È questo il ruolo che la Costituzione assegna alle Province, che in questo momento di crisi diventa essenziale per la ripresa”.

È il commento del Presidente dell’UPI Michele de Pascale sull’inchiesta che la trasmissione Report ha dedicato alle Province, accendendo un faro sulle pesanti conseguenze subite dai cittadini a causa della riforma imposta nel 2015 che ne ha limitato le competenze e dei tagli lineari che hanno inciso sui servizi.

“Dobbiamo ringraziare la redazione di Report – aggiunge de Pascale – per avere raccontato, dati alla mano, le  conseguenze dei tagli alle Province e per avere fatto conoscere il caos che regna nelle Regioni a Statuto Speciale. Ora tocca a Governo e Parlamento fare un passo in avanti: noi siamo pronti, crediamo che le Province possano essere una risorsa importante come ente di cura e controllo del territorio,  che programma e progetta gli investimenti e semplifica la burocrazia.

Lo abbiamo già dimostrato, ogni volta che abbiamo avuto accesso alle risorse necessarie, solo a titolo di esempio: il Ponte di Colorno che unisce le Province di Cremona e Parma è stato costruito in 6 mesi grazie ai fondi del MIT per i ponti del PO; la Provincia di Matera ha un nuovo ponte, il Ponte San Laura sul fiume Sinni costruito grazie ai fondi della Regione Basilicata;la Provincia di Prato quest’anno ha potuto ricostruire un ponte mediceo, trasformandolo in ponte ciclopedonale, grazie al cofinanziamento di tutti gli attori istituzionali, mentre la Provincia di Ravenna ha potuto completare e riaprire alla circolazione diversi ponti, tra cui il San Silvestro Felisio; i finanziamenti regionali hanno permesso alla Provincia di Salerno di realizzare un nuovo liceo di 40 aule per mille ragazzi; mentre le Provincia di Brindisi ha potuto finanziare la costruzione di un nuovo Istituto alberghiero progettata interamente dal personale interno, come ha fatto la Provincia di Frosinone con il nuovo polo alberghiero appena aperto.

Abbiamo pronti altri 2 mila progetti tra strade e scuole: non è più sufficiente ammettere, come ormai è palese, di avere commesso un errore sulle Province. Ora serve fare un passo in avanti e restituire stabilità al sistema locale perché tutte le istituzioni possano, come devono, contribuire a garantire il benessere e i diritti dei cittadino”.

 

Nel link che segue, la ricerca di Openpolis su cui si basa l’inchiesta di Report

Province_Terra_di_nessuno

https://www.openpolis.it/esercizi/un-ente-che-continua-a-esistere-nellindifferenza-generale/

 

L’UPI alla Cabina di regia Terzo settore “Estendere al volontariato misure di sostegno delle imprese e contributi a fondo perduto”

Sostegni economici, agevolazioni fiscali, strumenti per affrontare l’emergenza sanitaria. Sono queste le principali richieste che sono arrivate all’Unione Province d’Italia dalle Associazioni del Terzo settore che hanno risposto all’appello lanciato nei giorni scorsi dal Presidente Michele de Pascale.

“In vista dell’insediamento della Cabina di regia per il terzo settore – spiega de Pascale – abbiamo chiesto alle Associazioni del terzo settore di farci avere proposte e richieste puntuali rispetto alle maggiori urgenze del volontariato a seguito dell’epidemia di COVID 19. Abbiamo piena consapevolezza dell’impegno delle Associazioni del volontariato, che stanno affrontando questa emergenza sanitaria senza risparmiarsi, come sempre e sappiamo bene che la crisi sta colpendo anche loro, al pari di famiglie e imprese. All’appello hanno risposto da tutta Italia, principalmente le piccole e medie associazioni di volontariato che hanno da sempre un rapporto privilegiato con la Provincia.  Vogliamo ringraziare tutte queste Associazioni, per lo straordinario lavoro che stanno svolgendo e per avere risposto al nostro appello con tanto entusiasmo”.

Non a caso, molto pressante è la richiesta di istituire in tutte le Province una Cabina di regia permanente sul volontariato e una struttura di servizio per le Associazioni del terzo settore, che offra assistenza e informazioni, anche rispetto alle opportunità offerte da bandi regionali od europei e promuova formazione. Ovviamente l’altra richiesta in particolare per le Associazioni di tipo culturale è di trovare una soluzione per la riapertura delle attività, non appena possibile e per questo si chiede una calendarizzazione almeno di massima per la graduale ripresa delle attività. Particolare attenzione è rivolta al tema della ripresa della scuola per le persone con disabilità, tanto da chiedere l’inclusione di un rappresentante del mondo della disabilità al Tavolo Scuola promosso dalla Ministra Azzolina, per dare un contributo concreto per l’inserimento dei soggetti con disabilità nella fase 2. C’è per tutti il nodo di fondo: le Associazioni non possono più contare sulle risorse necessarie per le attività. La chiusura di tutte le attività e  il lockdown imposto per fermare l’epidemia, ha sospeso  la realizzazione delle occasioni di incontro con i cittadini dai quali discendono entrate economiche di notevole importanza, che vengono generalmente utilizzati per l’acquisto delle attrezzature e degli strumenti. È indispensabile che le misure che il governo ha disposto per la liquidità delle imprese siano estese agli enti del Terzo settore, anche privi di personalità giuridica, anche privi di partita IVA. Serve supporto anche con contributi a fondo perduto per chi opera al sostegno delle categorie più deboli, anziani e disabili prima di tutto”.

QUI LA NOTA CONSEGNATA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO nota UPI cabina di regia terzo settore

Coronavirus, piano infanzia e adolescenza de Pascale “Servono soluzioni già dal 4 maggio per sostegno alle famiglie’

“L’incontro di oggi segna un passo in avanti molto importante: finalmente il tema della condizione dei bambini e degli adolescenti in questa emergenza sanitaria è entrato a pieno titolo al centro del dibattito nazionale. Le Province sono pronte a mettere a disposizione spazi all’aperto per potere iniziare a far riprendere la socialità per i bambini e i ragazzi: possiamo scegliere una data simbolica, come il 28 maggio che è la Giornata mondiale del diritto al gioco, per organizzare un primo momento di socializzazione”

Lo dichiara il Presidente dell’UPI Michele de Pascale al termine della riunione sul piano infanzia e adolescenza con i Ministri Bonetti, Azzolina, Spadafora e Catalfo.

“Oggi abbiamo deciso di partire dal Documento della Società italiana di pediatria, che ha richiamato la politica a sviluppare linee di indirizzo che si basino su prove scientifiche e raccomandazioni internazionali e che attribuiscano il giusto valore ai bambini, agli educatori e insegnanti e alle famiglie, per definire un protocollo unitario tra tutte le istituzioni che affronti il tema anche ragionando per tappe. Servono misure per l’immediato, quando dal 4 maggio si tornerà nei posti di lavoro, e poi progetti innovativi per la gestione delle attività nei mesi estivi. Oggi dal Ministero della Sanità ci è stato detto che è possibile, anche se ovviamente complesso, ma soprattutto che è assolutamente necessario per la salute dei bambini e degli adolescenti provare a trovare soluzioni”. “Abbiamo due esigenze, entrambe centrali: dobbiamo restituire ai bambini e ai ragazzi la possibilità di socializzare e dobbiamo evitare in tutti i modi che al rientro al lavoro il problema di come curarsi dei figli ricada tutta sulle spalle delle famiglie, e delle donne in particolare. Per le  donne sarebbe un tornare indietro di anni che non possiamo permettere. Partiamo con un protocollo che detti le regole e che si muova sotto la stretta verifica del Comitato tecnico scientifico, e troviamo soluzioni utili e praticabili. I costi saranno molto alti, ma di certo come istituzioni, insieme non possiamo tirarci indietro”

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