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“La Provincia di oggi, la Provincia di domani: dopo 10 anni dalla Legge Delrio il ruolo attuale delle Province e le prospettive dell’annunciata riforma”

Riparte da Padova il dibattito tecnico e politico sul ruolo delle Province all’interno dell’ordinamento italiano con il convegno dal titolo “La Provincia di oggi, la Provincia di domani: a 10 anni dalla Legge Delrio il ruolo attuale delle Province e le prospettive dell’annunciata riforma” promosso da UPI Veneto in collaborazione con la Provincia di Padova e con la presenza delle Province venete.

 

Ad aprire i lavori congressuali è stato Daniele Canella, vicepresidente vicario della Provincia di Padova che ha osservato: «Le Province erano un modello di buona gestione, sussidiarietà, autonomia nel nostro territorio e hanno subito questa riforma che però non è stata mai portata a termine. L’appuntamento di oggi possa dare una nuova visione cominciando a ricostruire dal basso una nuova idea di gestione del territorio che attualmente vede una forte alleanza tra sindaci che si prendono carico degli Enti provinciali che mai come in questo momento sono centrali nella vita amministrativa del territorio. Basti citare, in tal senso, la gestione nell’ambito del PNRR, come centri di coordinamento soprattutto per i piccoli Comuni, grande spunto per ripensare al ruolo delle Province».

 

«Il convegno di oggi ha anticipato per il Veneto il grande tema della necessità di riforma delle Province, tema che sarà affrontato anche a Roma, martedì 10 dicembre, in occasione dell’Assemblea nazionale UPI alla presenza del Presidente della Repubblica – le parole di Stefano Marcon, vicepresidente vicario UPI nazionale e presidente di UPI Veneto –  siamo impegnati ormai da un decennio a livello nazionale per riformare una legge che ha mutato profondamente l’assetto dei nostri Enti, privandoli di risorse economiche e umane adeguate. Nonostante le enormi difficoltà, le Province non si sono mai arrese introducendo servizi a sostegno dei Comuni come le stazioni uniche appaltanti e i concorsi unici per l’assunzione del personale, ma anche dimostrando capacità strategica e di investimento con il PNRR. Tutto in un’ottica resiliente di semplificazione amministrativa. A dire che le Province servono e devono essere potenziate a beneficio del territorio non sono solo i Presidenti veneti – continua Marcon – come racconta il docufilm UPI Veneto che oggi abbiamo lanciato in anteprima a Padova, lo dicono anche cittadine, cittadini, stakeholder che gravitano attorno all’attività dei nostri Enti e che, come noi, auspicano che il Governo porti avanti l’iter di revisione della Delrio già avviato l’anno scorso, con il Testo Unico depositato alla Commissione Affari Costituzionali in Senato. Siamo fiduciosi che presto la discussione sarà riaperta».

 

L’onorevole Alberto Stefani, presidente della Commissione bicamerale per l’Attuazione del federalismo fiscale ha commentato: «Dopo la Legge Delrio le Province sono diventate come delle “scatole vuote”, con funzioni da svolgere anche importanti, ma prive della giusta struttura anche dal punto di vista finanziario. Dobbiamo ripristinare le province come Enti di primo livello, come degli hub di innovazione territoriale che possono garantire la migliore expertise della Pubblica Amministrazione nei confronti di cittadini e Comuni. Questo è il salto di qualità che il nostro territorio può fare e che deve essere esteso ovviamente a tutto il Paese, con una riforma di carattere nazionale.

Tutto ciò rappresenta il modello da percorrere per garantire anche una responsabilità e una legittimazione adeguate dei rappresentanti della Pubblica amministrazione, soprattutto dei rappresentanti politici della Provincia. Il cittadino deve sapere a chi può rivolgersi per quanto riguarda l’edilizia scolastica, la manutenzione delle strade e tutte le altre funzioni che spettano alla Provincia, con un rapporto diretto che può derivare soltanto dall’elezione diretta da parte dei cittadini, degli organi politici provinciali.

Oggi i rappresentanti delle Province sono eletti in “secondo grado”, direttamente dai consiglieri comunali. Dobbiamo arrivare invece a un rapporto simbiotico tra il territorio e organi provinciali.

La Provincia ha una fortuna (l’ha avuta nella sua storia, l’avrà nel suo futuro): poter rappresentare un territorio identitario. Il cittadino padovano è orgoglioso di essere padovano; il cittadino veronese è orgoglioso di essere tale e di appartenere alla sua provincia, e così per tutti i territori. E questa capacità di rappresentare l’identità di un territorio deve diventare capacità di rappresentare un’identità politica e la Provincia può farlo. Io credo molto in questo organo che avrà tanto futuro e potrà dare grandi vantaggi ai nostri territori».

 

Piero Antonelli, direttore generale UPI Italia: «Gli effetti di una riforma, qual è stata quella della legge 56 sul sistema finanziario delle province del Veneto, sono molto pesanti. Nel 2024 le province del Veneto versano al bilancio dello Stato 122 milioni di euro come contributo alla finanza pubblica. O meglio, sono le entrate che le Pprovince incassano per i due tributi che gestiscono: Imposta Provinciale di Trascrizione IPT e Imposta Rcauto, che vengono riversati al bilancio dello Stato. Noi dobbiamo superare questa anomalia del sistema, lasciare i tributi sul territorio».

 

Carlo Rapicavoli, direttore generale UPI Veneto ha aggiunto: «UPI Veneto, insieme alla provincia di Padova, hanno voluto organizzare questo momento di confronto anche in prossimità dell’Assemblea nazionale di UPI, che si svolgerà la prossima settimana, per fare il punto della situazione dopo 10 anni dalla legge Delrio. Ormai si vedono fortemente tutte le conseguenze di un sistema che non regge più, che era stato introdotto nel 2014 in attesa della riforma costituzionale e che adesso abbisogna certamente di un superamento. Vuole essere l’occasione per sollecitare il legislatore a livello nazionale a riprendere l’esame dei disegni di legge che sono in Commissione affari costituzionali del Senato per arrivare entro il prossimo anno al superamento della Delrio».

 

IL CONVEGNO

 

Al convegno padovano sono intervenuti anche Giulia Millevoi, direttore UO Enti locali della Regione Veneto; Guido Rivosecchi, professore ordinario di Diritto costituzionale, Università degli Studi di Padova e Luciano Sandonà, presidente Commissione Affari istituzionali della Regione del Veneto,

 

Il convegno è stato preceduto dai saluti dei rappresentanti istituzionali di Provincia e UPI  nonché di Mario Conte, presidente ANCI Veneto ed Ennio Vigne, presidente UNCEM. Ha moderato la giornalista Angela Pederiva.

 

LA RIFORMA DELLE PROVINCE

 

Il 7 aprile sono ricorsi 10 anni dalla legge Delrio (dal nome del ministro che la istituì, legge n° 56/2014), che riformò le Province e le Città Metropolitane.

 

La legge Delrio era idealmente pensata come “transitoria” fino al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 indetto dal Governo di allora per il compimento definitivo del processo di riforma attraverso l’eliminazione della parola “Province” dalla Costituzione.

 

I cittadini votarono in maggioranza “no” all’abolizione delle Province, bloccando, di fatto, l’iter del processo di riforma iniziato dalla legge Delrio e dando il via a una nuova fase di riflessioni sul ruolo di queste istituzioni. Da Enti di secondo livello depotenziati, le Province si sono trovate nuovamente in discussione per effetto di un esito referendario.

 

Oggi, a distanza di dieci anni, si possono pertanto tirare le fila sugli effetti che la Delrio ha avuto sugli Enti Provincia e sulle conseguenze nella gestione amministrativa locale. Da qui, attraverso un video prodotto da UPI Veneto che sarà condiviso anche nell’ambito dell’Assemblea nazionale UPI a Roma, sono partite le riflessioni tecniche del convegno di Padova, per fare il punto sulla situazione attuale, e tratteggiare i possibili scenari futuri.

 

 

______

 

Qui il link al video UPI (estratto):

https://youtu.be/GlH1lIc6QcE

 

“La Provincia di oggi, la Provincia di domani: dopo 10 anni dalla Legge Delrio il ruolo attuale delle Province e le prospettive dell’annunciata riforma”

Riparte da Padova il dibattito tecnico e politico sul ruolo delle Province all’interno dell’ordinamento italiano con il convegno dal titolo “La Provincia di oggi, la Provincia di domani: a 10 anni dalla Legge Delrio il ruolo attuale delle Province e le prospettive dell’annunciata riforma” promosso da UPI Veneto in collaborazione con la Provincia di Padova e con la presenza delle Province venete.

 

Ad aprire i lavori congressuali è stato Daniele Canella, vicepresidente vicario della Provincia di Padova che ha osservato: «Le Province erano un modello di buona gestione, sussidiarietà, autonomia nel nostro territorio e hanno subito questa riforma che però non è stata mai portata a termine. L’appuntamento di oggi possa dare una nuova visione cominciando a ricostruire dal basso una nuova idea di gestione del territorio che attualmente vede una forte alleanza tra sindaci che si prendono carico degli Enti provinciali che mai come in questo momento sono centrali nella vita amministrativa del territorio. Basti citare, in tal senso, la gestione nell’ambito del PNRR, come centri di coordinamento soprattutto per i piccoli Comuni, grande spunto per ripensare al ruolo delle Province».

 

«Il convegno di oggi ha anticipato per il Veneto il grande tema della necessità di riforma delle Province, tema che sarà affrontato anche a Roma, martedì 10 dicembre, in occasione dell’Assemblea nazionale UPI alla presenza del Presidente della Repubblica – le parole di Stefano Marcon, vicepresidente vicario UPI nazionale e presidente di UPI Veneto –  siamo impegnati ormai da un decennio a livello nazionale per riformare una legge che ha mutato profondamente l’assetto dei nostri Enti, privandoli di risorse economiche e umane adeguate. Nonostante le enormi difficoltà, le Province non si sono mai arrese introducendo servizi a sostegno dei Comuni come le stazioni uniche appaltanti e i concorsi unici per l’assunzione del personale, ma anche dimostrando capacità strategica e di investimento con il PNRR. Tutto in un’ottica resiliente di semplificazione amministrativa. A dire che le Province servono e devono essere potenziate a beneficio del territorio non sono solo i Presidenti veneti – continua Marcon – come racconta il docufilm UPI Veneto che oggi abbiamo lanciato in anteprima a Padova, lo dicono anche cittadine, cittadini, stakeholder che gravitano attorno all’attività dei nostri Enti e che, come noi, auspicano che il Governo porti avanti l’iter di revisione della Delrio già avviato l’anno scorso, con il Testo Unico depositato alla Commissione Affari Costituzionali in Senato. Siamo fiduciosi che presto la discussione sarà riaperta».

 

L’onorevole Alberto Stefani, presidente della Commissione bicamerale per l’Attuazione del federalismo fiscale ha commentato: «Dopo la Legge Delrio le Province sono diventate come delle “scatole vuote”, con funzioni da svolgere anche importanti, ma prive della giusta struttura anche dal punto di vista finanziario. Dobbiamo ripristinare le province come Enti di primo livello, come degli hub di innovazione territoriale che possono garantire la migliore expertise della Pubblica Amministrazione nei confronti di cittadini e Comuni. Questo è il salto di qualità che il nostro territorio può fare e che deve essere esteso ovviamente a tutto il Paese, con una riforma di carattere nazionale.

Tutto ciò rappresenta il modello da percorrere per garantire anche una responsabilità e una legittimazione adeguate dei rappresentanti della Pubblica amministrazione, soprattutto dei rappresentanti politici della Provincia. Il cittadino deve sapere a chi può rivolgersi per quanto riguarda l’edilizia scolastica, la manutenzione delle strade e tutte le altre funzioni che spettano alla Provincia, con un rapporto diretto che può derivare soltanto dall’elezione diretta da parte dei cittadini, degli organi politici provinciali.

Oggi i rappresentanti delle Province sono eletti in “secondo grado”, direttamente dai consiglieri comunali. Dobbiamo arrivare invece a un rapporto simbiotico tra il territorio e organi provinciali.

La Provincia ha una fortuna (l’ha avuta nella sua storia, l’avrà nel suo futuro): poter rappresentare un territorio identitario. Il cittadino padovano è orgoglioso di essere padovano; il cittadino veronese è orgoglioso di essere tale e di appartenere alla sua provincia, e così per tutti i territori. E questa capacità di rappresentare l’identità di un territorio deve diventare capacità di rappresentare un’identità politica e la Provincia può farlo. Io credo molto in questo organo che avrà tanto futuro e potrà dare grandi vantaggi ai nostri territori».

 

Piero Antonelli, direttore generale UPI Italia: «Gli effetti di una riforma, qual è stata quella della legge 56 sul sistema finanziario delle province del Veneto, sono molto pesanti. Nel 2024 le province del Veneto versano al bilancio dello Stato 122 milioni di euro come contributo alla finanza pubblica. O meglio, sono le entrate che le Pprovince incassano per i due tributi che gestiscono: Imposta Provinciale di Trascrizione IPT e Imposta Rcauto, che vengono riversati al bilancio dello Stato. Noi dobbiamo superare questa anomalia del sistema, lasciare i tributi sul territorio».

 

Carlo Rapicavoli, direttore generale UPI Veneto ha aggiunto: «UPI Veneto, insieme alla provincia di Padova, hanno voluto organizzare questo momento di confronto anche in prossimità dell’Assemblea nazionale di UPI, che si svolgerà la prossima settimana, per fare il punto della situazione dopo 10 anni dalla legge Delrio. Ormai si vedono fortemente tutte le conseguenze di un sistema che non regge più, che era stato introdotto nel 2014 in attesa della riforma costituzionale e che adesso abbisogna certamente di un superamento. Vuole essere l’occasione per sollecitare il legislatore a livello nazionale a riprendere l’esame dei disegni di legge che sono in Commissione affari costituzionali del Senato per arrivare entro il prossimo anno al superamento della Delrio».

 

IL CONVEGNO

 

Al convegno padovano sono intervenuti anche Giulia Millevoi, direttore UO Enti locali della Regione Veneto; Guido Rivosecchi, professore ordinario di Diritto costituzionale, Università degli Studi di Padova e Luciano Sandonà, presidente Commissione Affari istituzionali della Regione del Veneto,

 

Il convegno è stato preceduto dai saluti dei rappresentanti istituzionali di Provincia e UPI  nonché di Mario Conte, presidente ANCI Veneto ed Ennio Vigne, presidente UNCEM. Ha moderato la giornalista Angela Pederiva.

 

LA RIFORMA DELLE PROVINCE

 

Il 7 aprile sono ricorsi 10 anni dalla legge Delrio (dal nome del ministro che la istituì, legge n° 56/2014), che riformò le Province e le Città Metropolitane.

 

La legge Delrio era idealmente pensata come “transitoria” fino al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 indetto dal Governo di allora per il compimento definitivo del processo di riforma attraverso l’eliminazione della parola “Province” dalla Costituzione.

 

I cittadini votarono in maggioranza “no” all’abolizione delle Province, bloccando, di fatto, l’iter del processo di riforma iniziato dalla legge Delrio e dando il via a una nuova fase di riflessioni sul ruolo di queste istituzioni. Da Enti di secondo livello depotenziati, le Province si sono trovate nuovamente in discussione per effetto di un esito referendario.

 

Oggi, a distanza di dieci anni, si possono pertanto tirare le fila sugli effetti che la Delrio ha avuto sugli Enti Provincia e sulle conseguenze nella gestione amministrativa locale. Da qui, attraverso un video prodotto da UPI Veneto che sarà condiviso anche nell’ambito dell’Assemblea nazionale UPI a Roma, sono partite le riflessioni tecniche del convegno di Padova, per fare il punto sulla situazione attuale, e tratteggiare i possibili scenari futuri.

 

 

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Qui il link al video UPI (estratto):

https://youtu.be/GlH1lIc6QcE

 

35° Assemblea Congressuale UPI – La cerimonia di apertura alla presenza del Presidente della Repubblica

Si apriranno martedì 10 dicembre nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, i lavori della 35° Assemblea Congressuale dell’Unione delle Province d’Italia, che dovrà eleggere il nuovo Presidente chiamato a succedere a Michele de Pascale, da poco eletto Presidente della Regione Emilia-Romagna.

Una due giorni fitta di incontri e confronti tra i Presidenti delle Province, i Sindaci e i Consiglieri di tutta Italia e i rappresentanti di Governo, Parlamento, forze economiche e sociali.

I lavori si apriranno nella mattina del 10 dicembre alle ore 11,30 con una cerimonia alla presenza del Presidente della Repubblica. Previsti gli interventi di saluto del Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, del Presidente di UPI Lazio Alessandro Romoli e la relazione del Presidente UPI uscente Michele de Pascale.

Nel pomeriggio, poi, si svolgeranno i lavori congressuali con l’elezione del nuovo Presidente UPI.

La seconda giornata invece, nella mattina dell’11 dicembre, sarà dedicata al confronto con Governo e Parlamento, sulle sfide che attendono le Province e il Paese, dalla definizione della nuova Provincia all’attuazione del PNRR, dalla messa in sicurezza del territorio, alla modernizzazione della PA, alle politiche di sviluppo equo, sostenibile e strutturato.

INFORMAZIONI PER LA STAMPA

I giornalisti e gli operatori devono accreditarsi entro e non oltre del 9 dicembre alle ore 14 al seguente link:

https://docs.google.com/forms/d/10oKxNGcAwOR7uo73xOrwEzzLP1fRzNx9SmVH2bR11M8/edit

In occasione della cerimonia di apertura saranno previste due aree riservate alla stampa:

-all’esterno, nello spazio antistante l’Avvocatura capitolina

– all’interno, in sala, dove l’ingresso sarà consentito entro e non oltre le ore 10,30.

I giornalisti e gli operatori che attenderanno all’esterno NON potranno poi entrare in sala.

Per informazioni: Barbara Perluigi Ufficio stampa UPI 335 72 46 489

Di seguito il programma dell’evento Programma 10 e 11 dicembre

35° Assemblea Congressuale UPI – La cerimonia di apertura alla presenza del Presidente della Repubblica

Si apriranno martedì 10 dicembre nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, i lavori della 35° Assemblea Congressuale dell’Unione delle Province d’Italia, che dovrà eleggere il nuovo Presidente chiamato a succedere a Michele de Pascale, da poco eletto Presidente della Regione Emilia-Romagna.

Una due giorni fitta di incontri e confronti tra i Presidenti delle Province, i Sindaci e i Consiglieri di tutta Italia e i rappresentanti di Governo, Parlamento, forze economiche e sociali.

I lavori si apriranno nella mattina del 10 dicembre alle ore 11,30 con una cerimonia alla presenza del Presidente della Repubblica. Previsti gli interventi di saluto del Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, del Presidente di UPI Lazio Alessandro Romoli e la relazione del Presidente UPI uscente Michele de Pascale.

Nel pomeriggio, poi, si svolgeranno i lavori congressuali con l’elezione del nuovo Presidente UPI.

La seconda giornata invece, nella mattina dell’11 dicembre, sarà dedicata al confronto con Governo e Parlamento, sulle sfide che attendono le Province e il Paese, dalla definizione della nuova Provincia all’attuazione del PNRR, dalla messa in sicurezza del territorio, alla modernizzazione della PA, alle politiche di sviluppo equo, sostenibile e strutturato.

INFORMAZIONI PER LA STAMPA

I giornalisti e gli operatori devono accreditarsi entro e non oltre del 9 dicembre alle ore 14 al seguente link:

https://docs.google.com/forms/d/10oKxNGcAwOR7uo73xOrwEzzLP1fRzNx9SmVH2bR11M8/edit

In occasione della cerimonia di apertura saranno previste due aree riservate alla stampa:

-all’esterno, nello spazio antistante l’Avvocatura capitolina

– all’interno, in sala, dove l’ingresso sarà consentito entro e non oltre le ore 10,30.

I giornalisti e gli operatori che attenderanno all’esterno NON potranno poi entrare in sala.

Per informazioni: Barbara Perluigi Ufficio stampa UPI 335 72 46 489

Di seguito il programma dell’evento Programma 10 e 11 dicembre

35°Assemblea Congressuale UPI – GRUPPO FS PARTNER DELL’EVENTO

La 35° Assemblea Congressuale UPI, in programma a Roma dal 10 all’11 dicembre prossimo, vedrà il Gruppo FS  tra i partner dell’evento.

I lavori saranno trasmessi sul canale YOUTUBE di UPI.

35°Assemblea Congressuale UPI – POSTE ITALIANE PARTNER DELL’EVENTO

La 35° Assemblea Congressuale UPI, in programma a Roma dal 10 all’11 dicembre prossimo, vedrà Poste Italiane tra i partner dell’evento.

I lavori saranno trasmessi sul canale YOUTUBE di UPI.

35°Assemblea Congressuale UPI – CDP PARTNER DELL’EVENTO

La 35° Assemblea Congressuale UPI, in programma a Roma dal 10 all’11 dicembre prossimo, vedrà Cassa Depositi e Prestiti tra i partner dell’evento.

In particolare, la Responsabile per la PA Esedra Chiacchella interverrà ai lavori dell’Assemblea mercoledì 11 dicembre alle ore 11,30.

I lavori saranno trasmessi sul canale YOUTUBE di UPI.

35°Assemblea Congressuale UPI – OPEN FIBER PARTNER DELL’EVENTO

La 35° Assemblea Congressuale UPI, in programma a Roma dal 10 all’11 dicembre prossimo, vedrà Open Fiber tra i partner dell’evento.

In particolare, il Responsabile delle Relazioni Esterne Andrea Falessi, interverrà ai lavori dell’Assemblea mercoledì 11 dicembre alle ore 11,30.

I lavori saranno trasmessi sul canale YOUTUBE di UPI.

 

35° Assemblea Congressuale UPI – Il programma dell’evento

Si avvicina l’avvio dei lavori della 35° Assemblea Congressuale dell’Unione delle Province d’Italia, che si terrà a Roma, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, i prossimi 10 e 11 dicembre.

In programma, l’elezione del nuovo Presidente UPI che succederà a Michele de Pascale da poco eletto Presidente della Regione Emilia-Romagna.

Tanti gli ospiti che si confronteranno con i delegati e le delegate delle Province sui temi di stretta attualità: dalla definizione della nuova Provincia all’attuazione del PNRR che ci vede tutti in prima linea, dalla messa in sicurezza del territorio, alla modernizzazione della PA, grazie alla costruzione di modelli avanzati che permettano ai nostri enti di contribuire a promuovere politiche di sviluppo eque, sostenibili e strutturate.

La cerimonia di apertura dei lavori, in programma dalle 11,30 alle 12,30 di martedì 10 dicembre, si svolgerà alla presenza del Presidente della Repubbica.

Scarica qui il programma dei lavori Programma Assemblea Congressuale UPI 2024

 

35° Assemblea Congressuale UPI – Il programma dell’evento

Si avvicina l’avvio dei lavori della 35° Assemblea Congressuale dell’Unione delle Province d’Italia, che si terrà a Roma, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, i prossimi 10 e 11 dicembre.

In programma, l’elezione del nuovo Presidente UPI che succederà a Michele de Pascale da poco eletto Presidente della Regione Emilia-Romagna.

Tanti gli ospiti che si confronteranno con i delegati e le delegate delle Province sui temi di stretta attualità: dalla definizione della nuova Provincia all’attuazione del PNRR che ci vede tutti in prima linea, dalla messa in sicurezza del territorio, alla modernizzazione della PA, grazie alla costruzione di modelli avanzati che permettano ai nostri enti di contribuire a promuovere politiche di sviluppo eque, sostenibili e strutturate.

La cerimonia di apertura dei lavori, in programma dalle 11,30 alle 12,30 di martedì 10 dicembre, si svolgerà alla presenza del Presidente della Repubbica.

Scarica qui il programma dei lavori Programma Assemblea Congressuale UPI 2024

 

Autonomia differenziata: il ricorso promosso da Regioni e Upi Toscana decisivo per difendere equità e sussidiarietà

La pronuncia della Corte Costituzionale segna il sistema istituzionale italiano e per l’equilibrio dei poteri tra Stato e Regioni. La dichiarazione di incostituzionalità di alcune specifiche disposizioni della legge sull’autonomia differenziata è una notizia che accogliamo positivamente, soprattutto per il fatto che la Toscana è stata tra le promotrici del ricorso. La decisione della Corte evidenzia l’importanza di bilanciare l’autonomia regionale con i principi fondamentali di unità nazionale, solidarietà, uguaglianza e tutela dei diritti dei cittadini, valori irrinunciabili della nostra Costituzione.

UPI Toscana ha svolto un ruolo rilevante nel ricorso presentato insieme alla Regione Toscana, portando avanti le istanze delle Province e tutelando il principio di sussidiarietà sottolineato dalla Corte Costituzionale. La legge Calderoli sull’autonomia differenziata, per come attuata, rischia di creare squilibri nel finanziamento delle Regioni e a cascata degli enti locali, generando diseguaglianze nei servizi ai cittadini e nelle funzioni, comprese quelle delle Province. Province che, infatti, si finanziano anche attraverso compartecipazioni e trasferimenti regionali e statali. Una cattiva gestione delle risorse da parte dello Stato e delle Regioni si ripercuoterebbe direttamente sul finanziamento delle funzioni provinciali, già oggi in crisi per i tagli dovuti alla riforma Delrio, mettendo a rischio servizi essenziali per le comunità. UPI Toscana sta quindi lavorando con determinazione per evitare che un’autonomia mal gestita possa compromettere l’efficienza e l’equità del sistema istituzionale, garantendo invece il rispetto dei principi costituzionali.

Il presidente di UPI Toscana, Gianni Lorenzetti, ha espresso il suo apprezzamento per l’esito del ricorso: “La sentenza della Corte Costituzionale conferma che il percorso verso l’autonomia differenziata non può e non deve minare la coesione del Paese. L’autonomia non è una concessione di potere fine a sé stessa, ma deve essere uno strumento per rispondere meglio ai bisogni delle nostre comunità, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e solidarietà, come sancito dalla nostra Costituzione. Il fatto che la Toscana sia stata tra le regioni promotrici del ricorso è un segno della nostra determinazione a tutelare i diritti di tutti i cittadini e garantire un sistema di autonomie equilibrato e responsabile”.

Lorenzetti ha inoltre sottolineato l’importanza del ruolo del Parlamento nel processo di approvazione delle leggi di differenziazione: “Il Parlamento è e resta il garante dell’equità e dell’efficienza delle politiche pubbliche, e la Corte ha ben chiarito che le Camere possono e devono esercitare il loro potere di emendamento. Questa prerogativa consente di evitare l’approvazione cieca delle intese e di assicurare un’attenta valutazione delle norme, affinché siano realmente orientate al bene comune”.

La sentenza della Corte evidenzia come sia necessario che le risorse assegnate alle Regioni siano basate su fabbisogni e costi standard, e non sulla spesa storica, un principio che anche UPI Toscana sostiene da tempo. La Corte ha infatti chiarito che l’attribuzione delle risorse deve rispondere a criteri di efficienza, per garantire un servizio equo e sostenibile per tutti, senza favorire le inefficienze o penalizzare le Regioni più virtuose. Lorenzetti ha concluso: “UPI Toscana si impegna a vigilare attentamente sul processo di attuazione della legge sull’autonomia differenziata, affinché si mantengano saldi i principi di giustizia e di equità tra tutti i territori. L’autonomia deve servire a migliorare la vita dei cittadini, non a frammentare il Paese.”

In questo contesto, la decisione della Corte è un passo positivo per UPI Toscana, che proseguirà il proprio lavoro al fianco delle istituzioni, affinché l’autonomia possa effettivamente rappresentare un valore aggiunto per i cittadini, senza minare i pilastri fondamentali dell’unità nazionale e della solidarietà tra i territori.

Autonomia differenziata: il ricorso promosso da Regioni e Upi Toscana decisivo per difendere equità e sussidiarietà

La pronuncia della Corte Costituzionale segna il sistema istituzionale italiano e per l’equilibrio dei poteri tra Stato e Regioni. La dichiarazione di incostituzionalità di alcune specifiche disposizioni della legge sull’autonomia differenziata è una notizia che accogliamo positivamente, soprattutto per il fatto che la Toscana è stata tra le promotrici del ricorso. La decisione della Corte evidenzia l’importanza di bilanciare l’autonomia regionale con i principi fondamentali di unità nazionale, solidarietà, uguaglianza e tutela dei diritti dei cittadini, valori irrinunciabili della nostra Costituzione.

UPI Toscana ha svolto un ruolo rilevante nel ricorso presentato insieme alla Regione Toscana, portando avanti le istanze delle Province e tutelando il principio di sussidiarietà sottolineato dalla Corte Costituzionale. La legge Calderoli sull’autonomia differenziata, per come attuata, rischia di creare squilibri nel finanziamento delle Regioni e a cascata degli enti locali, generando diseguaglianze nei servizi ai cittadini e nelle funzioni, comprese quelle delle Province. Province che, infatti, si finanziano anche attraverso compartecipazioni e trasferimenti regionali e statali. Una cattiva gestione delle risorse da parte dello Stato e delle Regioni si ripercuoterebbe direttamente sul finanziamento delle funzioni provinciali, già oggi in crisi per i tagli dovuti alla riforma Delrio, mettendo a rischio servizi essenziali per le comunità. UPI Toscana sta quindi lavorando con determinazione per evitare che un’autonomia mal gestita possa compromettere l’efficienza e l’equità del sistema istituzionale, garantendo invece il rispetto dei principi costituzionali.

Il presidente di UPI Toscana, Gianni Lorenzetti, ha espresso il suo apprezzamento per l’esito del ricorso: “La sentenza della Corte Costituzionale conferma che il percorso verso l’autonomia differenziata non può e non deve minare la coesione del Paese. L’autonomia non è una concessione di potere fine a sé stessa, ma deve essere uno strumento per rispondere meglio ai bisogni delle nostre comunità, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e solidarietà, come sancito dalla nostra Costituzione. Il fatto che la Toscana sia stata tra le regioni promotrici del ricorso è un segno della nostra determinazione a tutelare i diritti di tutti i cittadini e garantire un sistema di autonomie equilibrato e responsabile”.

Lorenzetti ha inoltre sottolineato l’importanza del ruolo del Parlamento nel processo di approvazione delle leggi di differenziazione: “Il Parlamento è e resta il garante dell’equità e dell’efficienza delle politiche pubbliche, e la Corte ha ben chiarito che le Camere possono e devono esercitare il loro potere di emendamento. Questa prerogativa consente di evitare l’approvazione cieca delle intese e di assicurare un’attenta valutazione delle norme, affinché siano realmente orientate al bene comune”.

La sentenza della Corte evidenzia come sia necessario che le risorse assegnate alle Regioni siano basate su fabbisogni e costi standard, e non sulla spesa storica, un principio che anche UPI Toscana sostiene da tempo. La Corte ha infatti chiarito che l’attribuzione delle risorse deve rispondere a criteri di efficienza, per garantire un servizio equo e sostenibile per tutti, senza favorire le inefficienze o penalizzare le Regioni più virtuose. Lorenzetti ha concluso: “UPI Toscana si impegna a vigilare attentamente sul processo di attuazione della legge sull’autonomia differenziata, affinché si mantengano saldi i principi di giustizia e di equità tra tutti i territori. L’autonomia deve servire a migliorare la vita dei cittadini, non a frammentare il Paese.”

In questo contesto, la decisione della Corte è un passo positivo per UPI Toscana, che proseguirà il proprio lavoro al fianco delle istituzioni, affinché l’autonomia possa effettivamente rappresentare un valore aggiunto per i cittadini, senza minare i pilastri fondamentali dell’unità nazionale e della solidarietà tra i territori.

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