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IL DOCUMENTO CONCLUSIVO DELLA XXXII ASSEMBLEA CONGRESSUALE

In allegato, il Documento conclusivo della XXXII Assemblea Generale Congressuale delle Province italiane

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INDAGINE CONOSCITIVA SULLE PROBLEMATICHE CONNESSE ALL’ACCOGLIENZA DI ALUNNI CON CITTADINANZA NON ITALIANA NEL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO –

In allegato, il documento consegnato dall’Upi nella Audizione presso la VII Commissione della Camera dei Deputati nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sulle problematiche connesse all’accoglienza di alunni con cittadinanza non italiana nel sistema scolastico italiano.

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Convenzione con ACI per l’affidamento delle attività di gestione dell’IPT anni 2010-2014

Nella seduta del 26 novembre scorso l’Ufficio di Presidenza UPI ha licenziato il testo di convenzione tipo Aci-Province,  a fronte della imminente scadenza (31.12.2009) della convenzione che le Province hanno siglato con Automobile Club Italia per la gestione dell’IPT.

La proposta di convenzione per il quinquennio 2010-2014 è stata elaborata dal Tavolo Tecnico per la fiscalità locale, istituito presso l’UPI, ai cui lavori hanno proficuamente collaborato rappresentanti dell’Aci e del Ministero dell’Economia.
Si coglie l’occasione per ringraziare i componenti del Tavolo Tecnico per la fiscalità locale che hanno in questi mesi efficacemente dedicato il loro impegno alla definizione della presente proposta di convenzione con ACI.

In allegato, il testo di convenzione tipo Aci-Province, la circolare UPI e una nota illustrativa in cui vengono sommariamente indicati le principali novità ed i punti salienti del documento.

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CARTA DELLE AUTONOMIE: DOCUMENTO UNITARIO ANCI – UPI – REGIONI

“Ci auguriamo che il Consiglio dei Ministri di domani accolga tutti insieme i nostri emendamenti perché se così non fosse si cambierebbe lo spirito della nostra iniziativa che è unitaria e che deve cominciare dallo Stato a cui chiediamo di cedere funzioni verso il basso”. Lo ha dichiarato il presidente dell’Upi Fabio Melilli, al termine della conferenza unificata sul disegno di legge sulla Carta delle autonomie. “Abbiamo chiesto al Governo – ha detto Melilli – di tenere aperta la discussione sulla Carta nella conferenza Unificata durante tutto l’iter parlamentare, per attestare una posizione unanime rispetto al Parlamento. Ci stiamo incamminando tutti insieme lungo la stessa strada intrapresa per il federalismo fiscale. Gli emendamenti – ha concluso Melilli- riguardano sostanzialmente una rifinitura condivisa da tutti delle funzioni fondamentali”.

In allegato, il documento unitario Regioni, Anci e Upi con gli emendamenti, consegnato ieri in Conferenza Unificata

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Audizione alla Camera: Proposte di legge in favore dei territori di montagna

“Siamo convinti che le politiche per la montagna, che devono essere le dirette in favore dei territori effettivamente montani, debbano riguardare tutti gli enti di governo del territorio montano, Regioni, Province e Comuni”. Lo hanno detto il Presidente della Provincia di Sondrio, Massimo Sertori, e l’Assessore al territorio della Provincia di Sondrio, Ugo Parolo, intervenendo oggi per l’Unione delle Province d’Italia alla Audizione in Commissione Bilancio della Camera dei Deputati sulle Proposte di legge in favore dei territori di montagna.

“Riteniamo anacronistica l’assimilazione fra Comune Montano e Comunità Montana – hanno proseguito i rappresentanti dell’Upi – che individua come destinatari delle proprie disposizioni i Comuni appartenenti alle Comunità Montane. Un territorio ed un Comune dovrebbero poter essere definiti montani a prescindere dalla loro appartenenza alla Comunità Montana. Alla salvaguardia e alla valorizzazione delle specificità culturali, economiche, sociali e ambientali dei comuni montani devono concorrere, lo Stato, le regioni e gli enti locali”.

Quanto al finanziamento delle politiche per la montagna, secondo Sertori e Parolo la “Delega al Governo in materia di federalismo fiscale” presenta opportunità su cui riflettere, dai fondi perequativi e fondi speciali. Ma i rappresentanti delle Province hanno proposto anche un nuovo modello di gestione e valorizzazione delle risorse naturali delle montagne, in linea con il nuovo assetto federalista dello Stato: “Chiediamo – hanno detto – di potere utilizzare le nostre risorse naturali, prima fra tutte l’acqua e l’elettricità che con essa si produce, per ottenere i fondi necessari a coprire i costi dei servizi pubblici. Seguendo, per esempio, quanto è già stato fatto nella Provincia di Bolzano, dove l’Enel ha ceduto alla Provincia il 51% delle azioni della produzione di energia idroelettrica. Se ciò avvenisse in Provincia di Sondrio, dove le concessionarie idroelettriche producono circa 700 milioni di euro l’anno di energia con le nostre acque, potremmo addirittura moltiplicare il nostro bilancio, senza avere bisogno di alcun tipo di sostegno da parte dello Stato”.

Servizi pubblici locali: le Province in audizione al Senato

“Occorre dare un assetto di regole certo, stabile e duraturo ad un settore, quello dei servizi pubblici locali, su cui si gioca il futuro non solo degli Enti locali ma di tutto il Paese”. Lo ha detto Maurizio Zingoni, componente dell’Ufficio di Presidenza dell’Upi, intervenendo oggi in Senato nella audizione sull’adeguamento alla disciplina comunitaria dei servizi pubblici locali.
“E’ certamente condivisibile l’obiettivo di adeguare la nuova disciplina dei servizi pubblici locali alle norme comunitarie, come è positivo il coinvolgimento dell’Antitrust su questa disciplina – ha detto – ma noi riteniamo che una riforma di questa portata debba essere affrontata in una legge ordinaria e non attraverso il rinvio ad un regolamento, che rischia di complicare ulteriormente il quadro normativo”.
Zingoni ha ribadito come, secondo le Province “la regolazione, organizzazione e gestione dei servizi pubblici locali dovrebbe essere considerata tra le funzioni fondamentali delle Province e dei Comuni, prevedendo e incentivando la creazione di uffici comuni per la regolazione e l’affidamento di questi servizi.
Serve dunque – ha concluso Zingoni – una legge di riforma sei servizi pubblici locali che affronti e regoli questioni fondamentali, prima fra tutti la separazione tra la proprietà e la gestione delle reti e la gestione e l’erogazione dei servizi, necessaria per una compiuta liberazione del mercato e per consentire ai cittadini e agli utenti di potere scegliere tra una pluralità di gestori in un quadro di regole definite”.

In allegato, la nota consegnata in audizione

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Finanziaria 2009: Audizione Commissioni Bilancio Camera e Senato

Gli obiettivi programmatici assegnati dalla manovra al comparto Province per gli anni 2010 e 2011 ”sono assolutamente non coerenti con la realta’ e dunque irraggiungibili”. Lo ha detto Antonio Rosati, assessore della Provincia di Roma e coordinatore Upi degli assessori al Bilancio delle Province, in un’audizione davanti alle commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato a Palazzo Madama.

“E’ fondamentale – ha detto Rosati – consentire alle Province l’utilizzo e l’impiego dell’avanzo di amministrazione per il finanziamento delle spese di investimento, anche nell’ottica di una diminuzione del ricorso all’indebitamento, con immediate conseguenze positive sullo stock di debito della PA”.

L’Assessore ha poi  ricordato il forte calo delle entrate delle Province, dovuto alla crisi economica in atto, chiedendo che venga rivisto “il quadro normativo relativo alle entrate proprie delle Province: per consentire lo sblocco delle aliquote dei tributi provinciali; per garantire, relativamente all’IPT, l’accesso alla banca dati dei veicoli (Pra) in modo da consentire una effettiva e concreta gestione del tributo da parte dell’ente, in un’ottica di reale federalismo fiscale; per garantire agli enti una effettiva e concreta gestione dell’imposta RcAuto, consentendo loro di accedere alle informazioni relative ai versamenti effettuati dalle compagnie assicuratrici , per favorire il recupero di fenomeni elusivi, assicurando altresi’ una corretta corrispondenza tra parco veicolare circolante ed obbligo di assicurazione dei mezzi”.

Rosati ha voluto lanciare l’allarme sull’impossibilità delle Province di proseguire negli investimenti per la sicurezza degli edifici scolastici: “Se non ci sarà un allentamento del patto di stabilità – ha detto – si metterà a serio rischio il programma per la messa in sicurezza delle scuole che dovrà essere presentato entro il 31 dicembre 2010”. 

In allegato, il documento consegnato in audizione e la tabella con i dati relativi alle minori entrate delle Province per IPT e RCA.

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Proposte di legge costituzionale sulla soppressione delle Province

In allegato la lettera inviata alle Province e il documento Upi

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Contabilità pubblica: audizione alla Camera

“La proposta di legge sulla contabilità dello Stato è in contrasto con la Legge sul federalismo fiscale e l’assenza di armonizzazione rischia di produrre l’ennesima riforma mancata”.

Lo ha detto Antonio Rosati, coordinatore UPI degli assessori al bilancio e assessore al Bilancio della Provincia di Roma, intervenendo alla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati in una audizione sulla proposta di legge di contabilità pubblica.

“La proposta – ha sottolineato Rosati- inserisce nuovi vincoli, sia in termini di controlli che nella tempistica della definizione dei bilanci di Regioni, Province e Comuni, che non sono coerenti ne’ accettabili. Questi limiti, infatti, rischiano di bloccare gli enti e di impedire la programmazione degli investimenti, fermando, di fatto, il Paese. Ricordo che in Italia l’80 % degli investimenti in opere pubbliche è deciso da Regioni, Province e Comuni.
Siamo tutti d’accordo – ha aggiunto l’assessore – sulla necessità di riformare i meccanismi della contabilità pubblica, ma è un lavoro che stiamo già portando avanti: questa proposta rischia invece di vanificare tutto il lavoro prezioso che è stato svolto nella definizione della legge sul federalismo fiscale, e che sta proseguendo nella costruzione dei decreti attuativi”.

Le Province in audizione alla Camera sulle proposte di abolizione

“La riforma del Paese deve essere affrontata partendo da un disegno condiviso, coerente e in grado di incidere sull’intero quadro istituzionale: questo percorso è quello che si sta affrontando attraverso la legge delega sul federalismo fiscale e la Carta delle Autonomie. E’ assurdo e deleterio intervenire in questo processo con provvedimenti che non fanno che ostacolare le riforme avviate”.

Lo hanno detto il Presidente della Provincia di Cagliari, Graziano Milia, il Presidente della Provincia di Catania, l’On.Giuseppe Castiglione, e il Presidente della Provincia di Vercelli, Renzo Masoero, intervenendo per l’Upi in audizione alla Commissione Affari Costituzionali della Camera, nella discussione sulle proposte di legge sull’abolizione delle Province.

Ricordando che il livello di governo provinciale esiste in tutti i Paesi europei, i Presidenti hanno sottolineato che: “bisogna procedere ad un riordino delle istituzioni e per semplificare effettivamente la pubblica amministrazione, con una chiara definizione dei ruoli di ciascun livello di governo- hanno detto i Presidenti – perché il Paese ha bisogno di certezze sugli assetti istituzionali. C’è bisogno di una strategia unitaria e condivisa che miri a colpire gli sprechi e le reali inefficienze, che individui le responsabilità di ciascun livello di governo, che semplifichi le procedure amministrative, che costruisca un’amministrazione snella, rapida e vicina ai cittadini e alle imprese.
Su questi temi – hanno aggiunto Milia, Castiglione e Masoero – si sta muovendo la Carta delle Autonomie locali e la legge delega sul federalismo fiscale, ed è attraverso questi provvedimenti che sarà possibile introdurre innovazioni e modifiche, con la ridefinizione dei ruoli e delle funzioni di Province e Comuni, l’eliminazione degli enti strumentali intermedi, la razionalizzazione delle circoscrizioni provinciali, soprattutto in considerazione della possibilità di istituzione delle Città metropolitane. In questo contesto si può prevedere una riflessione sulla dimensione demografica delle Province che porti a bloccarne l’istituzione di nuove e a prevedere meccanismi di revisione delle circoscrizioni provinciali che limitino la proliferazione delle Province e favoriscano l’aggregazione”.

In allegato, la nota consegnata in audizione, con i dati finanziari delle Province, il prospetto dei sistemi istituzionali in Europa e lo schema degli enti strumentali intermedi presenti.

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Finanza provinciale e Decreto Anticrisi

In allegato, il testo del documento UPI sulla finanza provinciale, il patto di stabilità interna e il decreto anticrisi e gli emendamenti elaborati dall’Associazione, consegnati al Governo nell’incontro a Palazzo Chigi del 14 luglio 2009.

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Sostegno alle aziende in crisi: nuova nota sul monitoraggio degli aiuti temporanei

L’attuale situazione di crisi finanziaria sta provocando serie ripercussioni sia sui livelli occupazionali sia sulle imprese che versano in gravi condizioni economiche. Al fine di porre rimedio alle difficoltà provocate all’economia reale, le Istituzioni europee sono intervenute con alcuni provvedimenti a carattere temporaneo.
Nello specifico, la Commissione europea, nella Comunicazione (2009/C 83/01) del 7 aprile 2009, recante il”Quadro di riferimento temporaneo comunitario per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’accesso al finanziamento nell’attuale situazione di crisi finanziaria ed economica”, ha promosso iniziative affinché gli Stati membri possano applicare le norme sugli aiuti di Stato in maniera più flessibile, rispetto alle attuali procedure. Il piano di ripresa pensato a livello comunitario è sostanzialmente imperniato su due elementi principali. In primo luogo, misure a breve termine per rilanciare la domanda, salvare posti di lavoro e contribuire a far rinascere la fiducia; in secondo luogo, «investimenti intelligenti» per garantire una maggiore crescita e una prosperità sostenibile a lungo termine. La succitata comunicazione ricorda quindi le molteplici possibilità di sostegno pubblico già a disposizione degli Stati membri nel quadro delle esistenti norme sugli aiuti di Stato e presenta poi le ulteriori misure di aiuto che gli Stati membri possono concedere in via temporanea relativamente all’accesso ai finanziamenti ed agli investimenti per obiettivi ambientali. Molto importante è l’introduzione, per gli anni 2009 e 2010, della possibilità, per le Pubbliche Amministrazioni, di concedere aiuti di Stato alle imprese, senza attendere la preventiva autorizzazione della Commissione europea.
Il Governo italiano ha, di recente, recepito la suddetta Comunicazione comunitaria con l’emanazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 giugno 2009, pubblicato nella GU n. 131 del 9 giugno 2009, inerente “Modalità di applicazione della Comunicazione della Commissione europea – quadro di riferimento temporaneo comunitario per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’accesso al finanziamento nell’attuale situazione di crisi finanziaria ed economica”, che fissa proprio le modalità di applicazione delle misure temporanee anticrisi per il periodo 2009-2010.
In particolare, il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri è rivolto a tutte le Pubbliche Amministrazioni, ivi comprese le Province, che intendano concedere aiuti di Stato alle imprese, suddivisi secondo le seguenti tipologie:
Sovvenzione diretta in denaro di importo non superiore ai 500.000 euro per impresa nel triennio 2008-2010;
• Aiuti di Stato sotto forma di garanzie sui finanziamenti;
• Aiuti di Stato sotto forma di tasso di interesse agevolato sui finanziamenti;
• Aiuti di Stato per la produzione di “prodotti verdi”;
• Aiuti di Stato per la promozione di investimenti in capitale di
rischio.
In base al provvedimento governativo di recepimento ed alle linee guida per l’applicazione dello stesso, diffuse dal Dipartimento delle politiche comunitarie, le Province potranno concedere i singoli aiuti di Stato aiuti alimentati, con fondi propri solo alle imprese che presentino determinati requisiti e rispettino una serie di condizioni, che variano a seconda di ogni singola tipologia di aiuto. Nello specifico, potranno essere destinatarie degli aiuti le imprese di qualsiasi settore di attività purché non versino in condizioni di difficoltà alla data del 30 giugno 2008.
Poiché la misura ha carattere temporale, qualsiasi tipologia di aiuto di cui al DPCM, non potrà essere concessa oltre il 31 dicembre 2010.

In allegato, la circolare Upi e il testo del DPCM e la nota sul Monitoraggio degli aiuti temporanei concessi, con la comunicazione del Capo del Dipartimento con tutte le informazioni necessarie. 

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