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L’INNOVAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

L’informatizzazione della gestione della pubblica amministrazione nelle Province è un dato ormai consolidato. Lo conferma il rapporto Istat sulle amministrazioni locali, che pone le Province tra le prime istituzioni per dotazioni tecnologiche, utilizzo di sistemi informatici (come il protocollo informatico, la PEC – posta elettronica certificata) la gestione delle banche dati, prima fra tutti quella dei Centri per l’impiego, la comunicazione con i cittadini e le imprese attraverso siti internet interattivi e l’utilizzo di sistemi informatici open source.

Oltre l’80% delle Province, dunque dispone e utilizza al meglio le nuove tecnologie.

Questo il quadro presentato oggi dall’Assessore all’innovazione della Provincia di Brescia, Corrado Ghirardelli, intervenuto per l’Upi alla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, nel corso di una indagine conoscitiva sul livello di informatizzazione delle pubbliche amministrazioni.
“Lo sforzo di semplificazione delle istituzioni – ha detto Ghirardelli – deve muovere anche dal sistema di condivisione delle strategie di innovazione, attraverso la collaborazione fra tutti i soggetti costitutivi della Repubblica, Comuni, Province, Città metropolitane Regioni e Stato, nella definizione dei programmi, nell’allocazione delle risorse disponibili, nella verifica dell’effettiva ricaduta delle iniziative intraprese. La vera sfida dell’innovazione – ha aggiunto – consiste nel migliorare l’offerta di servizi ai cittadini e alle imprese con costi ridotti proprio grazie alla tecnologia. Lo sviluppo della rete rende ormai possibile il riconoscimento della “cittadinanza digitale “, come diritto di ogni persona all’accesso alle potenzialità della Società dell’informazione e ad un rapporto innovativo con la pubblica amministrazione”.
L’Upi ha poi avanzato alcune proposte, prima fra tutti la riattivazione della Commissione permanente per l’innovazione tecnologica nelle regioni e negli enti locali , così da superare l’attuale frammentazione dei luoghi di concertazione tra lo Stato e le autonomie territoriali e la dispersione delle strategie di innovazione in una pluralità di strutture e di interventi spesso non coordinati. “La Commissione – si legge nel documento Upi – rappresenta il naturale strumento unitario di raccordo per condividere strategie, obiettivi e standard, per elaborare progetti di sistema e verificarne l’attuazione, a partire dalla definizione di un a strategia per diffusione della banda larga in tutto il Paese e per la realizzazione del sistema pubblico di connettività”. Le Province, inoltre, propongono di creare una vera e propria “Agenzia federale per l’innovazione” che possa accompagnare adeguatamente i processi di informatizzazione di tutta la pubblica amministrazione nazionale e territoriale.
Quanto alle risorse, si chiede di individuare un fondo per l’innovazione tecnologica e il governo elettronico negli Enti locali, che costituisca una dotazione finanziaria costante per favorire la capacità di innovazione e investimento autonomi dei Comuni e delle Province, per dare effettiva attuazione ai principi affermati nel Codice delle pubbliche amministrazioni digitali. Ciò rafforzerebbe il percorso avviato in molte realtà territoriali per la costituzione di Centri di Servizio Territoriali e di alleanze locali per l’innovazione, per diffondere le nuove tecnologie anche nei comuni più piccoli.

In allegato, i documenti consgenati alla Camera.

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L’UPI E LA PROVINCIA DELL’AQUILA IN AUDIZIONE SUL DECRETO TERREMOTO

Sono cinque le modifiche al decreto legge sul sisma in Abruzzo considerate ‘irrinunciabili” dalla Provincia dell’Aquila e dai Comuni del cratere. Lo ha ribadito, in una aduzione alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, il Presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane, che ha consegnato un documento elaborato dall’ Upi e dalla Provincia. Nel documento si chiede: la copertura finanziaria della zona franca urbana (attualmente lo stanziamento è di 45 milioni di euro in quattro anni); il rimborso totale per la ricostruzione di tutte le abitazioni comprese le seconde case, secondo quanto promesso dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi; più fondi e norme specifiche per la ricostruzione del patrimonio artistico e culturale nel centro storico dell’Aquila, sia esso pubblico sia privato (sono 1.900 gli edifici di valore storico che si trovano nella parte storica della città); compensare i mancati introiti fiscali degli enti locali; maggiori garanzie per gli espropri dei terreni sui quali dovranno essere costruite le case antisismiche dove dovranno andare a vivere 15 mila persone.

In allegato, il documento con le richieste di modifica al decereto e la premessa politica.

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Decreto terremoto: le Province in audizione al Senato

“Il Decreto legge con gli interventi per il sisma in Abruzzo non risponde alle aspettative di Province e Comuni, perché non scioglie i vincoli del Patto di stabilità e taglia fuori da ogni possibilità di partecipazione attiva alla ricostruzione le Province, che possono invece svolgere un ruolo primario al fianco delle comunità e delle imprese”. E’ il commento del Presidente dell’Upi, Fabio Melilli, e della Presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane, al decreto legge contenente gli interventi decisi dal Governo per contrastare l’emergenza terremoto in Abruzzo.
“La ricostruzione – ha detto la Presidente Pezzopane durante l’audizione al Senato, cui ha preso parte anche il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti – sarà lunghissima: una fase così lunga non può che essere gestita con lo stesso spirito di collaborazione tra tutte le istituzioni che ha caratterizzato la gestione della fase di emergenza. Il decreto invece bypassa completamente i poteri locali e dimentica le funzioni, costituzionali, di Province e Comuni. Noi chiediamo che si favorisca un processo democratico ed efficiente, perché solo così si potrà accelerare la ricostruzione, riaprire le scuole e far tornare i cittadini nelle case. Ma dobbiamo anche concentraci sulla ripresa delle attività produttive – ha aggiunto la Presidente – con una defiscalizzazione di lunga durata che consenta alle imprese di ricominciare a produrre”.
Ai Senatori l’Upi ha consegnato un documento contente diversi proposte di modifiche al Decreto, volte ad assicurare alle Province la possibilità di intervenire operativamente nella ricostruzione degli edifici pubblici danneggiati dal sisma.
Per la Provincia dell’Aquila e per i Comuni interessati dal sisma si chiede l’esclusione dal patto di stabilità interno per il triennio 2009-2011 e la sospensione delle sanzioni per il mancato rispetto nell’anno 2008. Si chiede inoltre l’esclusione dal patto di stabilità degli investimenti che tutti gli Enti locali vorranno realizzare a favore della ricostruzione di immobili, infrastrutture e beni culturali appartenenti al demanio della Provincia dell’Aquila e dei Comuni interessati.
Richieste anche modifiche alle norme che interessano la ricostruzione degli edifici pubblici e degli edifici scolastici, che il decreto affida esclusivamente al controllo della Regione Abruzzo: l’Upi chiede “una maggiore condivisione dell’opera di ricostruzione affidata alla Regione Abruzzo, tramite il meccanismo delle intese e della concertazione, risorse aggiuntive per l’edilizia scolastica e disposizioni per accelerare la ricostruzione delle scuole colpite dal terremoto”.
Per quanto riguarda il personale della Provincia, la Presidente Pezzopane e il Direttore Generale della Provincia, Giovanni di Pangrazio, hanno sottolineato la necessità di prevedere una deroga alle norme di contenimento della spesa di personale, nonché la possibilità di stabilizzare personale, consentendo peraltro procedure di mobilità tra enti, senza che ciò comporti penalizzazione in termini di spesa di personale”.

 In allegato, il Decreto Legge per l’Abruzzo e le proposte di emendamenti predisposte dall’Upi.

 

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La Pianificazione Territoriale provinciale nel governo del territorio

In allegato il documento Upi – Inu – Provincia di Brescia

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Un nuovo ruolo della Provincia per la governance del terrtiorio di area vasta

In allegato, il documento diffuso in occasione del convegno promosso dalla Provincia di Pordenone il 2 febbraio 2009

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La pianificazione provinciale nel govenro del territorio

In allegato, il documento in oggetto

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Delega al Governo in materia di Federalismo fiscale

“E’ necessario che il legame e la collaborazione tra il Parlamento, le Regioni, le Province e i Comuni sia più saldo nella fase di definizione dei decreti attuativi per la riforma del federalismo fiscale, perché siamo convinti che dalla condivisione delle problematiche possano emergere soluzioni più efficaci”.

Lo ha detto il Presidente dell’Upi, Fabio Melilli, intervenendo in una audizione alla Camera sul disegno di legge per il federalismo fiscale. Melilli, Ricordando il grande lavoro di collaborazione che su questo testo si è realizzato tra Governo e rappresentanze delle Autonomie locali, ha invitato il Parlamento a seguire la stessa strada “Apprezziamo – ha detto – la decisione di prevedere un Comitato composto dai rappresentanti delle autonomie, ma certo sarebbe più coerente dare attuazione alla Costituzione, istituendo la Commissione bicamerale per gli affari regionali integrata con i rappresentanti di Regioni, Province e Comuni, e discutere di federalismo fiscale in quella sede”. Melilli ha poi sottolineato alcuni aspetti critici della normativa “Bisogna chiarire meglio che il federalismo fiscale dovrà portare ad una semplificazione del sistema tributario, e non all’introduzione di nuove imposte, e questo lo si può fare se, parallelamente alla riforma del fisco, si procede alla riforma istituzionale del Paese, con l’individuazione chiara delle funzioni di Regioni, Province e Comuni e l’eliminazione degli enti strumentali che si frappongono tra questi livelli. Inoltre – ha concluso il Presidente dell’Upi – deve essere chiaro che le entrate delle autonomie locali dovranno discendere principalmente da tributi propri, e non da finanza derivata. In questo modo si realizza quello che è un punto chiave del federalismo fiscale, cioè il legame tra responsabilità politica e prelievo fiscale”. Quanto all’istituzione delle Città Metropolitane, il Presidente dell’Upi ha sollecitato il Parlamento ad esprimersi con maggiore determinazione: “il percorso indicato da questo disegno di legge – ha detto – è farraginoso. Le Città metropolitane sono un ente previsto dalla Costituzione: per farle nascere è sufficiente che il Parlamento approvi una legge speciale per istituirne ognuna”.

In allegato, il documento consegnato in audzione e la nota di lettura Upi

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Ordine pubblico, sicurezza, polizia locale

L’Unione delle Province d’Italia ribadisce la necessità che il Parlamento approvi una legge che dia attuazione all’articolo 118, terzo comma, della Costituzione, per coordinare le norme in materia di ordine pubblico, sicurezza e polizia locale, in aderenza a quanto sostenuto più volte, anche nelle scorse legislature, e sulla base del lavoro svolto dalla Consulta della polizia provinciale.

A questo fine, occorre prendere in considerazione il contenuto della proposta di legge elaborata congiuntamente da ANCI, UPI e Conferenza delle Regioni. Questa proposta è stata ripresa e aggiornata dai disegni di legge n. 272, n. 760 e, infine, dal disegno di legge n. 344, che ha tenuto conto dalle proposte del gruppo di lavoro appositamente costituito presso il Ministero dell’Interno nell’anno 2007, nonché delle proposte del Forum per la sicurezza urbana del 5/10/2007.

Un intervento legislativo sistematico su questa materia complessa è oggi ancor più motivato e urgente se si considera l’evoluzione in atto dell’attività della polizia municipale e provinciale che deriva dalle recenti modifiche normative sulle ordinanza dei sindaci e dai “Patti per la sicurezza” che sono stati stipulati in diverse realtà territoriali.

L’Unione delle Province d’Italia ritiene che l’argomento della riforma della polizia locale, municipale e provinciale, debba essere affrontato nella sua completezza, attraverso modifiche da apportare alla legge 65/86, ponendo attenzione alla centralità delle città e delle province sulla questione della sicurezza dei cittadini.  Occorre, infatti,  ribadire che l’organizzazione, l’attività, le dotazioni, l’armamento degli operatori di polizia locale restino subordinate alla normativa ed ai regolamenti dell’ente di appartenenza.

Per questi motivi non si ritiene utile una modifica al D.Lgs. 165/2001 che preveda l’eventuale inserimento degli addetti alla polizia locale nel comparto sicurezza. A tale riguardo si ribadisce l’assoluta necessità che il personale della polizia locale trovi una specifica regolamentazione nell’ambito del contratto del comparto Autonomie locali, all’interno del quale devono essere affrontate in maniera esaustiva le specificità del ruolo e dei compiti della polizia locale, anche dal punto di vista assicurativo e previdenziale, sulla base delle nuove disposizioni di legge che auspichiamo vengano approvate dal Parlamento.

L’Unione delle Province d’Italia ritiene fondamentale prevedere disposizioni che prevedano il riconoscimento delle funzioni di polizia locale come funzioni fondamentali dei Comuni e delle Province, definiscano più puntualmente le competenze e le qualifiche degli operatori di polizia locale e consentano di rendere più funzionale l’attività delle polizie locali. In tale ambito si evidenziano quelle relative al superamento del limite della temporalità e della territorialità della permanenza della qualifica di P.G. degli addetti alla polizia locale, o quelle relative alla possibilità di accedere alle banche dati del Ministero dell’Interno e della Motorizzazione civile, previste dall’art. 9 della legge 121/81.

Proprio al fine di rendere chiare ed evidenti le funzioni oggi svolte dalle polizie locali, anche in considerazione delle recenti modifiche legislative intervenute in materia di sicurezza, l’Unione delle Province d’Italia esprime infine la sua contrarietà all’attribuzione di competenze specifiche di polizia locale a soggetti interni alle amministrazioni che non possiedano le necessarie qualifiche o a soggetti esterni (privati e/o volontari).

L’Unione Province Italiane auspica che, con questi suggerimenti, si possa giungere al predisposizione di un disegno di legge unificato, tra le proposte contenute nei disegni di legge n. 272, n. 344 e n. 760, per favorire anche un confronto con il Governo su una proposta di legge organica che accompagni i provvedimenti relativi alla nuova Carta delle autonomie locali.

Legge su governo del territorio: le Province in audizione alla Camera

“La legge sui principi per il governo del territorio dovrà assegnare con nettezza alle Province le competenze sulla pianificazione di area vasta”.
Lo ha detto il Vice Presidente dell’Upi, Massimo Rossi, Presidente della Provincia di Ascoli Piceno, intervenendo all’Audizione che si è oggi tenuta alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, sui disegni di legge in materia di governo del territorio.
“Condividiamo – ha detto Rossi – l’esigenza di definire un testo snello, che raccolga in maniera organica tutte le normative in materia, ma riteniamo indispensabile che vi siano indicate le competenze di ciascuna istituzione, per evitare sovrapposizioni o duplicazioni di ruoli. Le Province, che già si occupano della gestione delle risorse idriche, dei rifiuti, della rete dei trasporti così come della formazione professionale e del mercato del lavoro, sono le istituzioni naturalmente indicate a occuparsi della pianificazione territoriale di area vasta. Sono infatti l’unico livello di governo in grado di gestire problematiche complesse di rilievo sovra comunale garantendo una visione ampia, ma non distaccata dalla realtà dei territori. La pianificazione così non è solo governo del territorio, ma diventa programmazione dello sviluppo, capace di raccogliere, sintetizzare e mettere a sistema le esigenze, i progetti, le proposte, che provengono prima di tutto dai Comuni”. Rossi ha concluso sottolineando la necessità di legare il nuovo testo alle riforme in atto, dal Federalismo fiscale alla Carta delle Autonomie “nella quale – ha detto – abbiamo chiesto che la pianificazione territoriale di area vasta sia indicata come una delle funzioni fondamentali delle Province”.

 In allegato, il documento consegnato alla Commissione

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Patto di Stabilità interno 2009 – 2011

E’ stata pubblicata sul sito del Ministero dell’Economia la circolare concernente il “patto di stabilità interno” per gli anni 2009-2011 per le Province e i Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti (Art. 77-bis, commi da 2 a 31, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito, con modificazioni, nella legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dalla legge 22 dicembre 2008, n. 203  -legge finanziaria 2009).

Per scaricare il documento cliccate ne link

http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/CIRCOLARI/2009/Presentazione-Circolare-del-27gennaio-2009-n-02.htm_cvt.asp 

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