Presentata oggi a Roma, presso la sede dell’UPI di Piazza Cardelli,
la VI Edizione del Festival delle Province , quell’autentica rete italiana di cultura popolare, vetrina dei saperi di una penisola che ha saputo fare della diversità culturale un elemento strategico per il futuro.
“Le eccellenze della tradizione – ha detto Giuseppe Rinaldi, Coordinatore degli Assessori alla Cultura dell’Upi – si incontrano al Festival, un evento nel quale le Province si riconfermano come primi attori della promozione della cultura popolare. Una manifestazione – ha sottolineato poi – che unisce le comunità, che favorisce gli scambi, che consente di rimettere insieme i territori per aree culturali, a prescindere dai meri confini geografici” .
Anche per questo, nel corso degli anni sono aumentate le Province e le Istituzioni aderenti alla manifestazione fino a farne una prestigiosa rassegna di tutte quelle tradizioni che non vogliono perdersi, ma desiderano invece fortemente rinnovarsi e innovarsi con un dialogo continuo con il tempo e con le nuove generazioni.
“Nel 2000 una ricerca metteva in evidenza” – dichiara Valter Giuliano Presidente del Comitato Festival delle Province – “la difficoltà di valorizzare i “beni immateriali”. Partendo dalle Province, attente al territorio si è quindi costituito un SISTEMA DELLE TRADIZIONI DELLA CULTURA POPOLARE, poi patrocinio dell’Unesco.
Nel nostro Paese la cultura dei territori ha grande importanza. Il cartellone estivo, presentato oggi, precede quello autunnale, perché tutte le stagioni hanno le loro tradizioni, con i loro tempi e i loro ritmi. L’obiettivo è avere un Festival che si snodi lungo tutto il corso dell’anno, seguendo i ritmi della tradizione (Natale, Pasqua, Semina, Transumanza…)
Feste, momenti di musica troveranno ospitalità su tutta la Penisola, per dare vita ad una sola grande festa che VALORIZZI LA CULTURA VIVA E VERA sul territorio. Musicisti popolari, artisti che porteranno in giro il loro sapere, veri elementi di cultura essi stessi da salvaguardare. Valore umano e valore artistico dialogano con il territorio e, anche quest’anno, con le Università alla riscoperta della cultura popolare nell’ambito accademico. Tradizioni e giovani, storia e invenzione si incontrano in questo modo in maniera vivace, attiva e attuale”.
“Sono entusiasta di questa iniziativa – commenta Danielle Mazzonis sottosegretario per I Beni e le Attività Culturali – che si inserisce tra le iniziative per la valorizzazione dei “beni immateriali”. ALTA CULTURA, ALTA PARTECIPAZIONE e ALTO DIVERTIMENTO: dall’unione di questi tre elementi deriva il successo del Festival e la sua peculiare unicità. Al Ministero intendiamo manifestare il nostro appassionato interessa, pensando di organizzare una grande festa per il 29 settembre qui a Roma. Sarà la convergenza di culture dei beni immateriali e quasi un’ideale passeggiata tra i beni immateriali d’Italia. Questa è un’operazione che anticipo oggi in anteprima assoluta!”
“Sono sei anni infatti che lavoriamo a questo progetto, Provincia per Provincia, Comune per Comune – racconta Antonio Damasco, Direttore artistico del Comitato Festival delle Province -. Abbiamo iniziato a costruire un circuito nazionale. E’ il momento giusto per promuovere e fare emergere questo tipo di cultura con capacità scientifica e capacità di coinvolgimento del pubblico. Portiamo in giro i Testimoni della Cultura Popolare: si parte il 12 giugno a Chieri (Torino) per terminare a settembre in Sardegna. Una programmazione particolare che vuole mettere in relazione diverse culture e tradizioni di differenti territori. L’Hip hop dialoga con i nostri Testimoni per fare conoscere ai ragazzi le nostre tradizioni. Quest’anno si alterneranno sui palchi di ben diciotto località sparse sul territorio nazionale, grandi artisti di caratura internazionale, che daranno dimostrazione della loro capacità di re-interpretare, ad alti livelli, la cultura popolare.
Vi saranno alcuni tra i più importanti drammaturghi viventi, come Enzo Moscato e Ruggero Cappuccio; attori come Enrico Bonavera, Arlecchino d’Oro 2007 ed Roberto Herlitzka; e poi grandi compositori e musicisti come il premio Oscar Luis Bacalov ed il Maestro Sparagna; e naturalmente le squadre dei Testimoni della cultura popolare, premiate in questi anni. Il Festival è uno dei progetti: la forza di questa rete è LA COMUNICAZIONE TRA LE CULTURE CHE STIAMO COSTRUENDO”.
L’Assessore alle Politiche Culturali della Provincia di Roma, Vincenzo Vita esprime con queste parole il proprio consenso al Festival: “E’ un iniziativa che si sta rivelando di grandissimo interesse. I temi sono di grande portata, in primo luogo per le Province e quindi per i Comuni e tutti territori coinvolti. Le Province hanno l’opportunità di diventare ESEMPIO DI CONTEMPORANEITA’, DI MODERNITA’, trasformandosi in una rete. Ed è il concetto DI RETE CHE E’ IMPORTANTE PER QUESTO PROGETTO. Le culture popolari non sono culture di serie B. Bisogna smettere di immaginare una divisione tra cultura popolare e cultura “alta”, oggi più che mai desueta. Le culture popolari sono punti di riferimento e la linfa fondamentale per la contemporaneità. Per questo il Festival deve essere considerato una grande iniziativa: occuparci delle tradizioni, valorizzandole “nell’era di internet” significa fare un servizio pubblico. Rimettere in circolo valori e patrimoni culturali che altrimenti resterebbero ingiustamente emarginati”.
IN ALLEGATO CALENDARIO DEL FESTIVAL