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PA: I Presidenti di ANCI e UPI scrivono al Ministro Zangrillo

Riduzione del numero di candidati ai concorsi banditi dagli Enti locali, crescente numero di vincitori di concorso che rinunciano all’assunzione, continuo esodo del personale di ruolo verso altre amministrazioni mediante i processi mobilità, difficoltà di attivare adeguati strumenti di welfare aziendale a normativa vigente: sono questi i segnali di una crisi che affligge i Comuni, le Province e le Città metropolitane, sempre più in affanno per mancanza di personale.
Lo scrivono in una lettera indirizzata al Ministro della PA, Paolo Zangrillo, il Presidente di ANCI, Gaetano Manfredi, e il Presidente di UPI, Pasquale Gandolfi.
“La principale causa della ridotta capacità attrattiva dei Comuni, delle Province e delle Città metropolitane rispetto alle altre PA– scrivono Manfredi e Gandolfi – risiede in un livello retributivo complessivo minore, anche a fronte di maggiori responsabilità ed incombenze, una circostanza aggravata “da norme destinate ad aumentare il gap di competitività degli Enti locali nei confronti dei Ministeri, come quella che consente il superamento dei limiti ai trattamenti economici accessori solo per dirigenti e dipendenti ministeriali”.
Per questo il Presidente di Anci e il Presidente di UPI chiedono al Ministro Zangrillo di “avviare una riflessione insieme al fine di individuare possibili soluzioni, a partire dall’estensione anche agli Enti locali della misura sul superamento dei limiti che bloccano i Fondi al valore del 2016 e dalla previsione di risorse statali dedicate”.

Nel Link, la lettera inviata lettera anci upi – ministro Zangrillo

Tempi di pagamento: la Provincia di Teramo azzera i ritardi sui pagamenti

 Fra gli obblighi previsti con il Piano nazionale di ripresa e resilienza vi è quello dei pagamenti nei trenta giorni: un risultato invocato da tempo e da diversi provvedimenti ma che solo con gli adempimenti del PNRR sta trovando una vera attuazione.

Non si tratta di un risultato scontato anche perché prevede un rigido protocollo di organizzazione e controllo della spesa che la Provincia di Teramo ha implementato con una serie interventi per raggiungere un obiettivo che ha evidenti ricadute positive sull’economia delle imprese e di conseguenza sull’economia locale. Oltre al lavoro svolto dal settore Finanziario ha inciso anche il sistema di valutazione e misurazione di risultato della Segreteria Generale che ha posto come “strategico” il rispetto dei tempi di pagamento: una valutazione che ha ricadute anche sul salario accessorio dei dirigenti.

I dati del 2024 certificano che la Provincia paga puntualmente con un tempo medio ponderato di ritardo di meno 4,25 giorni: nel 2024 sono stati pagati entro i termini  34.941.073 euro; solo circa un milione di pagamenti ha superato di pochi giorni la media. Questi i meri dati statistici sulla base degli indicatori dati dalla finanza pubblica ma se si considera che tante fatture hanno scadenza a 60 giorni e che l’Ente paga comunque entro i 30 si comprende la portata dell’attività posta in essere.

“Un dato, questo, che al di là dei meri adempimenti, costituisce un elemento significativo per l’economia locale – commenta il presidente Camillo D’Angelo – il puntuale pagamento alle imprese e ai professionisti consente ai fornitori una pianificazione dei propri flussi finanziari a tutto vantaggio della propria organizzazione d’impresa. Ma anche la finanza pubblica se ne giova perché migliora il quadro generale del bilancio finanziario dell’ente”.

Di questi temi e dell’esperienza della Provincia di Teramo si parlerà a Roma il prossimo 4 marzo al Seminario Nazionale organizzato dall’UPI dal tema: “I responsabili finanziari e quelli tecnici protagonisti della nuova Provincia”. Per l’Ente interviene il funzionario del settore finanziario Remo Borghese insieme alla collega della Provincia di Bergamo, Roberta Vavassori, nella sezione: “Le esperienze delle Province sperimentatrici”.

“Questo risultato è stato possibile grazie ad una eccellente sinergia tra la segreteria generale e gli uffici finanziari – sottolinea la segretaria generale Maria Grazia Scarpone –  l’obiettivo da raggiungere era chiaro, le modalità e gli strumenti da utilizzare invece sono stati il frutto di una attività di studio e di analisi minuziosa dei processi che ci ha permesso di tracciare il percorso di ogni singola fattura, di individuare i nodi critici e quindi di azzerare i tempi morti nella liquidazione dei pagamenti”.

Piani Antenne 5G, la Provincia di Treviso chiede un Protocollo Enti locali-Infratel per l’Installazione degli Impianti

Nell’ambito delle attività previste dal Piano Italia 5G, che prevede l’installazione nel territorio, di impianti tecnologici di ultima generazione, prosegue anche nella Marca Trevigiana la redazione e l’aggiornamento dei piani comunali delle antenne: in parallelo, la Provincia raccoglie la sempre più urgente esigenza dei Comuni a un confronto con Infratel, società incaricata a livello nazionale che gestisce la distribuzione e la realizzazione effettiva dei sistemi 5G, per promuovere un protocollo condiviso tra Enti locali, Infratel stessa e le imprese a cui quest’ultima ha affidato gli appalti per la predisposizione delle antenne sul territorio di competenza. Obiettivo, agevolare la collaborazione tra Pubblica Amministrazione e società affinché vengano seguite con criterio le linee guida previste dai Piani Antenne istituzionali, che tengono conto delle esigenze della comunità e la tutela del territorio.

“In linea con le disposizioni ministeriali, abbiamo attivato negli ultimi anni un bando provinciale con incentivi per l’aggiornamento dei Piani Antenne comunali – sottolinea Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso – contestualmente al bando, vengono precisate alcune indicazioni e criteri di cui tener conto per valutare la possibilità di installare l’impianto 5G in una determinata area piuttosto che in un’altra. Il compito fondamentale delle Istituzioni è proprio questo, porre al centro la tutela, la sicurezza e il benessere della propria comunità, tenendo pur conto delle esigenze di modernizzazione a cui è chiamato il Paese. In quest’ottica nasce la volontà di redigere un protocollo condiviso che crei un filo diretto tra Pubblica Amministrazione e società incaricate per la realizzazione degli impianti affinché tutte le esigenze del territorio e le istanze della cittadinanza vengano valutate e pesate nel modo opportuno”.

“Il PNRR ha previsto attraverso il Piano Italia 5G uno stanziamento di oltre 1,5 miliardi per la realizzazione degli impianti – specifica Fabio Maggio, vicepresidente della Provincia di Treviso con delega all’innovazione digitale – la società incaricata della gestione e’ Infratel, soggetto che fa capo al Ministero per lo Sviluppo Economico. Infratel ha poi appaltato la realizzazione degli impianti a diverse società, come INWIT, CELNEX ed anche la trevigiana Telebit. Per ottimizzare la predisposizione dei nuovi impianti e il loro corretto posizionamento nel territorio, emerge con urgenza la necessità di concordare un protocollo e delle linee guida condivise con Infratel e tutte le Tower Company incaricate: non c’è nessuna preclusione a nuovi impianti, anzi, questi servono soprattutto alle nostre imprese e ai servizi che necessitano di connessioni sempre più efficienti. Ma è fondamentale stabilire un contatto diretto con i Comuni, per evitare che prevalgano negoziati privati che eludono i regolamenti previsti dalle istituzioni per la tutela della comunità. Il percorso di modernizzazione è necessario, ma deve essere condiviso”.

Province toscane allo stremo: senza fondi a rischio strade, scuole e servizi essenziali

Anche l’ultima legge di bilancio, come quella dello scorso anno, rende evidente come ormai da dieci anni il principio fondamentale dell’autonomia e del decentramento sancito in Costituzione venga disatteso e calpestato, facendosi beffa dello sbandierato richiamo ai territori e ai servizi per i cittadini.

Così si sono espressi i Presidenti delle Province della Toscana, riuniti oggi nel Consiglio Direttivo di UPI Toscana, alle prese con l’ultimo riparto dei contributi alla finanza pubblica disposti dalla Legge di Bilancio 2025, presentato dalla Ragioneria dello Stato (Mef).

La situazione dei bilanci provinciali continua a essere estremamente critica. Manutenzione delle strade e dei ponti, scuole, assistenza sociale, trasporto pubblico: sono solo alcuni dei settori dove le Province non potranno garantire servizi essenziali e richiesti dalle comunità locali.

“Essendo anche sindaci, finiamo per essere colpiti su due lati: quello del Comune e quello della Provincia, ma non possiamo tacere il fatto che solo le nove province toscane verseranno a Roma, solo nel 2025, quasi 100 milioni di euro, una media di 11,1 milioni a ente” – ha affermato il Direttivo di UPI Toscana.

L’ultimo taglio del Governo Meloni, che segue la spending review prevista nella legge di bilancio dello scorso anno, si somma a dieci anni di manovre finanziarie che hanno sempre penalizzato le province, creando uno squilibrio finanziario ormai ingestibile.

Il Direttivo di UPI Toscana evidenzia che il taglio del 2025 di mezzo milione per le province toscane, che crescerà a 1,4 milioni nel 2026-2027-2028 e a 2,3 milioni nel 2029, si inserisce in un comparto già allo stremo da anni. Le risorse stanziate sono del tutto insufficienti: i bilanci toscani prevedono oggi solo 5,4 milioni di euro per la manutenzione ordinaria delle scuole superiori e 5,1 milioni per la manutenzione delle strade. Si tratta di risorse esigue se si considera che queste cifre devono coprire centinaia di edifici scolastici e oltre 7.000 km di strade provinciali con migliaia di ponti. Alcuni presidenti di provincia si trovano nella condizione di dover amministrare centinaia di chilometri di strade con budget di appena tre-quattrocentomila euro, una cifra del tutto insufficiente per garantire la sicurezza della rete viaria.

Nel corso del Direttivo, i Presidenti delle Province hanno approvato all’unanimità un documento da trasmettere a tutte le parti istituzionali e politiche coinvolte, per attirare l’attenzione su una situazione ormai insostenibile e pericolosa per la sicurezza pubblica. Inoltre, hanno denunciato la sparizione di alcuni fondi destinati agli investimenti provinciali dal bilancio statale.

La difficoltà di garantire servizi adeguati è ormai strutturale e, senza un intervento risolutivo da parte del Governo, le Province non potranno far fronte alle esigenze delle comunità locali. La manutenzione stradale è solo uno degli aspetti più evidenti del problema: le difficoltà si ripercuotono anche sulla gestione dell’edilizia scolastica, con istituti che necessitano di interventi urgenti ma per i quali non vi sono risorse sufficienti.

Il Direttivo di UPI Toscana ha ribadito come, con l’inflazione e gli attuali costi dei materiali, un chilometro di minima manutenzione stradale costi circa 150.000 euro. Questo significa che nel 2025 si potrà intervenire su meno di trentacinque chilometri di strade. Senza contare che nel 2029 saranno sottratti anche i fondi per i piani straordinari già programmati, pari a 19,5 milioni di euro.

La legge di bilancio 2025 ha proseguito nel percorso dei tagli agli enti locali. Lo scorso anno le province subirono 50 milioni di euro di spending review per il 2024 e il 2025, quest’anno i tagli sono di “soli” 10 milioni (in realtà un congelamento di fondi in avanzo, riutilizzabile per investimenti l’anno successivo) ed è stato previsto un contributo di 50 milioni di euro per le funzioni fondamentali delle province.

Nel 2025 l’accantonamento imposto sarà di 477.783 euro, mentre nel 2026-2028 crescerà a 1.433.348 euro, fino a raggiungere i 2.388.913 euro nel 2029. Sommando questi tagli a quelli subiti dal 2014 in poi, il comparto continua a soffrire più di altri enti locali.

I presidenti delle province toscane lanciano un appello: è necessario un intervento immediato per garantire ai cittadini servizi adeguati e preservare la sicurezza delle infrastrutture provinciali. Senza un’adeguata dotazione finanziaria, le Province non potranno più assicurare ai territori quelle funzioni fondamentali che la Costituzione stessa assegna loro.

Il Presidente della Provincia di Lucca incontra gli Studenti

«Un incontro proficuo, che si è svolto in un clima amichevole e collaborativo che ci ha dimostrato, ancora una volta, quanto le ragazze e i ragazzi delle scuole superiori sono molto più consapevoli e maturi di quanto, troppo spesso, vengono dipinti. Nel corso del colloquio di questa mattina ho trovato ragazzi molto preparati sulla situazione generale dell’edilizia scolastica della Provincia, che si erano studiati i documenti di programmazione dell’ente, che hanno avuto la capacità  la capacità di formulare con fermezza le loro richieste, ma rimanendo sempre all’interno di una cornice di correttezza istituzionale e rispetto dei ruoli e, soprattutto, con la disponibilità a comprendere ciò che stiamo facendo per rendere gli edifici scolastici che li ospitano all’altezza delle loro esigenze».

 

Con queste parole, il presidente della Provincia, Marcello Pierucci, ha commentato a caldo l’incontro con una delegazione degli studenti che questa mattina (25 febbraio) sono scesi in piazza per far sentire la propria voce proprio in merito alla situazione degli edifici scolastici.

 

Il presidente Pierucci, infatti, ha ricevuto a Palazzo Ducale gli studenti assieme al consigliere delegato, Federico Gilardetti e al Capo di Gabinetto, Francesco Raspini, per proseguire nella strada già intrapresa in altre occasioni di confronto con gli studenti.

 

Gli studenti hanno ribadito al presidente le rivendicazioni alla base della manifestazione di questa mattina ed in particolare la richiesta di una maggiore manutenzione sia ordinaria che straordinaria nelle scuole superiori del territorio: un’esigenza alla quale il presidente Pierucci ha risposto illustrando loro i molti progetti di riqualificazione che l’amministrazione provinciale ha in corso d’opera per un totale di quasi 100 milioni di euro lavori già appaltati o da appaltare a breve suddivisi su circa 30 interventi complessivi.

 

«Diverso è il problema della manutenzione ordinaria – ha spiegato Pierucci – perché la Provincia, da oltre dieci anni vive una situazione sempre più critica sul versante della spesa corrente. Di fatto, lo Stato ci considera come un bancomat: ben 29 milioni delle imposte pagate dai cittadini che risiedono nella provincia di Lucca, e che potrebbero essere destinate alla manutenzione delle scuole e delle strade, vengono prelevati dallo Stato prima ancora di entrare nelle casse della Provincia. Purtroppo, queste risorse sono compensate solo in minima parte da altri trasferimenti. Quest’anno, ad esempio, dobbiamo fare i conti con  un saldo negativo pari a 17 milioni di euro e, chiaramente, questo ci mette in grossa difficoltà proprio sul piano della spesa corrente. Per migliorare le condizioni delle nostre scuole e la nostra capacità di reazione su problemi quotidiani, basterebbe che questo prelievo statale venisse ricalibrato sulla base delle effettive esigenze manutentive dell’ente ovviamente vincolando tali risorse ad un utilizzo per la scuole».

 

Al termine della riunione Pierucci ha preso l’impegno di farsi portavoce in tutte le sedi istituzionali, da quelle centrali a quelle regionali, delle richieste dei ragazzi, soprattutto quelle finalizzate garantire una maggiore disponibilità economica alle Province per far fronte ai lavori urgenti, soprattutto quelli di ordinaria manutenzione che esulano dai grandi progetti di ristrutturazione.

Già nei prossimi giorni Pierucci porterà questa richiesta sul tavolo di UPI Toscana, nel corso della prossima riunione del Direttivo in programma per mercoled 26 febbraio; allo stesso tempo si è impegnato a farsi portavoce di questo tema presso il presidente della Regione al fine di condividere le possibili iniziative da portare avanti insieme alle altre province toscane per promuovere, anche in sede nazionale, le istanze sollevate dagli studenti lucchesi.

Province, Gandolfi: “Governo e Parlamento facciano sintesi sulla riforma. Non solo elezioni, ma anche risorse’

“Quello che chiediamo è di non arrivare a chiudere una riforma delle Province che intervenga solo sulle elezioni , senza assicurare le risorse per i servizi ai cittadini, perché così l’intervento sarebbe molto limitato. Anche perché con la gestione del PNRR abbiamo dimostrato che quando le risorse arrivano a livello provinciale , siamo in grado di esercitare con efficienza le nostre funzioni” lo ha detto il Presidente di UPI Pasquale Gandolfi, intervenendo al Convegno promosso da UPI insieme alla Province di Monza Brianza sula riforma delle Province “Crediamo sia fondamentale che il Governo e il Parlamento facciano sintesi delle diverse posizioni politiche e prendano posizione: la riforma delle Province sì può’ fare attraverso il TUEL, anche se i tempi sono ormai molto al limite, o attraverso il Disegno di legge fermo da due anni in Senato. I numeri in Parlamento ci sono. L’importante è che qualunque intervento metta al primo posto l’interesse dei cittadini. Possiamo ancora fare la migliore riforma possibile – ha aggiunto – noi come UPI siamo pronti a dare un contributo fattivo. Chiediamo anche alle Regioni di fare la loro parte: – ha poi concluso Gandolfi . Come UPI abbiamo definito una proposta di legge regionale che potrebbe essere adottata da subito dalle Regioni, anche in assenza della riforma nazionale. Non è una strada per bypassare la rifprma, ma di certo è un modo per iniziare. Le Regopni possono restituire alle Province funzioni e risorse”.

L’evento è stato organizzato da Provincia di Monza e della Brianza, Unione Province Italiane e Unione Province Lombarde in collaborazione con Regione Lombardia.

Il Presidente della Provincia MB, Luca Santambrogio, ha commentato:

“Se c’è una cosa che le Province lombarde hanno dimostrato in questi 11 anni di Delrio è la loro profonda resilienza, una capacità che sicuramente è stata favorita dall’approccio lungimirante di Regione Lombardia nel mantenere in capo alle Province alcune deleghe importanti, come quelle su lavoro e istruzione, ma che le Province stesse hanno saputo tirare fuori nel momento in cui è stato il territorio a chiedere un aiuto, con i Comuni e gli altri enti in equilibrio precario fra tagli al bilancio e mancanza di personale qualificato. Qui è entrata in gioco la Provincia, che è stata capace di farsi casa dei Comuni. Porto l’esempio della Stazione Unica Appaltante di Provincia MB e Città Metropolitana di Milano, che solo nel 2025 gestirà circa 700 milioni di euro di appalti pubblici, per non parlare della Centrale Unica dei Concorsi, l’Ufficio Provvedimenti Disciplinari, le offerte di formazione per il personale degli enti e per chi si appresta a partecipare ai concorsi pubblici, e molti altri servizi che solo la Provincia, in quanto ente intermedio, ha saputo fornire con certezza e professionalità, ottimizzando le proprie scarse risorse e personale. Proprio per questo motivo, possiamo sostenere con certezza che, se la tanto agognata riforma avvenisse già domani, le Province lombarde sarebbero già pronte a rispondere alla chiamata. Il mio augurio è che questo modello possa essere di esempio per il resto del Paese non da quando la riforma vedrà la luce, ma da oggi”.

 

Guarad qui la diretta dell’evento https://www.provincia.mb.it/novita/archivio/La-riforma-delle-Province-e-il-modello-lombardo-00001/

“Tra disagio e realtà: Il dramma delle dipendenze”, al via il progetto nelle scuole della Provincia dell’Aquila

Tutto pronto per l’avvio delle proposte culturali indirizzate agli Istituti scolastici della provincia dell’Aquila. Il tema centrale del progetto è il disagio giovanile, esplorato sotto diverse sfaccettature, con particolare attenzione al tema delle dipendenze.

Sarà la cultura lo strumento principale per sensibilizzare i più giovani: giornalisti della stampa nazionale, esperti psichiatri e psicologi, proiezioni cinematografiche, rappresentazioni teatrali e interventi di attori e personaggi televisivi si alterneranno per trattare temi di grande rilevanza sociale.

Il progetto è promosso e sostenuto dall’amministrazione provinciale dell’Aquila, in collaborazione con l’Associazione culturale Novecento, che ha curato la programmazione degli eventi.

“Un programma ricco e articolato offrirà preziosi momenti di sensibilizzazione per molti giovani studenti – ha dichiarato il presidente della Provincia dell’Aquila, Angelo Caruso – In questo particolare momento storico, è fondamentale che le istituzioni siano vicine ai giovani, affrontando le loro problematiche e promuovendo una cultura di prevenzione e consapevolezza. Le dipendenze, in particolare, rappresentano una delle sfide più urgenti per le nuove generazioni. Le istituzioni hanno il dovere di non limitarsi a reagire alle emergenze, ma di intervenire con azioni concrete e preventive che possano supportare i giovani nel loro percorso di crescita e consapevolezza. Siamo convinti che solo attraverso la cultura potremo contrastare il dilagare delle dipendenze”.

Diversi gli argomenti trattati: dalla violenza sulle donne al cyberbullismo, dalla piaga della droga tornata prepotentemente alla ribalta delle cronache fino all’alcolismo. Si parlerà poi dell’uso distorto del web e della sicurezza stradale, per un calendario che andrà da febbraio a maggio e che vedrà il coinvolgimento di centinaia di studenti delle scuole superiori del comprensorio aquilano.

“Tra disagio e realtà: Il dramma delle dipendenze”: il primo appuntamento è in programma lunedì 24 febbraio, presso l’Istituto d’Istruzione superiore “Amedeo d’Aosta” del capoluogo abruzzese: a partire dalle 10, presso la sala Beolchini, si terrà la proiezione del film “Mia” di Ivano De Matteo (Italia, 2023).

Sarà presente la giornalista del TG2 Storie, Adriana Pannitteri, che approfondirà temi quali la violenza sulle donne, lo stalking, il revenge porn e il cyberbullismo, condividendo i risultati delle sue inchieste e i dati allarmanti sul femminicidio e sull’uso distorto delle relazioni sentimentali.

Firmato il protocollo d’intesa Provincia di Terni-Guardia di Finanza per la tutela delle risorse del Pnrr

Il Presidente Francesco Maria Ferranti e il Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Terni, col. Mauro Marzo, hanno firmato e illustrato stamattina alla stampa, in sala del Consiglio provinciale, il protocollo d’intesa per la tutela delle risorse del Pnrr, del piano nazionale per gli investimenti complementari e dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali dell’Unione europea. Il protocollo impegna Provincia e Gdf a disciplinare, ciascuno per le proprie competenze e ruoli istituzionali, le modalità di coordinamento e cooperazione idonee a sostenere la legalità economica e finanziaria nel territorio.

“Quello firmato oggi con la Guardia di Finanzia, che ringrazio, è un accordo molto importante”, ha detto il Presidente Ferranti. “Ha infatti lo scopo di verificare, monitorare e controllare – ha spiegato – che le risorse del Pnrr, tutte di natura pubblica, vengano utilizzate in modo corretto e trasparente e che i progetti, anch’essi pubblici e a beneficio della collettività, vengano realizzati rispettando finalità e tempistiche”.

“L’attività messa in campo è soprattutto preventiva per verificare che le risorse del Pnrr vengano effettivamente utilizzate per gli obiettivi pubblici per le quali sono state pensate”, ha dichiarato il comandante Marzo. “A tale scopo – ha sottolineato – è importante la collaborazione con gli enti, in questo caso la Provincia, per lo scambio di informazioni e per garantire il massimo della trasparenza”.

Il comandante ha reso infine noto che sul territorio provinciale nel corso del 2024 sono stati individuati dalla Finanza fondi Pnrr per 200mila euro utilizzati in modo irregolare. Al termine della conferenza stampa il col. Marzo ha donato al Presidente Ferranti una targa e, a sua volta, il Presidente ha consegnato al comandante e agli agenti presenti la spilla ritraente l’Ape, simbolo della Provincia di Terni.

Riforma Province, Marcon all’incontro promosso da UPI e Provincia di Monza-Brianza

Questa mattina il presidente dell’Unione Province del Veneto, Stefano Marcon, ha partecipato all’incontro nazionale organizzato dalla Provincia di Monza-Brianza e dall’Unione Province Italiane sul tema della riforma degli Enti e della resilienza del modello lombardo alla legge 56/2014.

“L’urgenza di ripartire al più presto con l’iter per la riforma delle Province è ormai evidente e condivisa da tutti – sottolinea Stefano Marcon, presidente UPI Veneto e vicepresidente UPI nazionale – mi unisco alle parole del presidente dell’UPI nazionale, Pasquale Gandolfi, che proprio oggi, in occasione dell’incontro nazionale a Monza-Brianza, ha sottolineato come la riforma istituzionale degli Enti debba prevedere risorse adeguate per lo svolgimento puntuale delle funzioni assegnate alle Province. Proprio in questo senso, i nostri Enti hanno dato prova di saper utilizzare con visione strategica, praticità e capacità amministrativa le risorse del PNRR, presentando negli ultimi anni progetti validi per il miglioramento e la riqualificazione degli edifici scolastici superiori dei territori di competenza per oltre 242 milioni solo in Veneto. Ma non solo: il ruolo delle Province è stato esaltato e maggiormente riconosciuto anche attraverso l’azione delle Stazioni Uniche Appaltanti provinciali, che oltre a gestire le proprie procedure di gara forniscono un supporto fondamentale ai Comuni. Cito l’esempio della Stazione Unica della Provincia di Treviso, modello virtuoso riconosciuto in tutto il Paese, che secondo la più recente ricognizione ANAC è risultata la più operativa in Italia per importi appaltati: 5 miliardi. Ecco perché gli Enti intermedi, di area vasta, pur non avendo a oggi un collocamento ordinamentale di I livello continuano inevitabilmente a rappresentare punti di riferimento essenziali sui quali i Comuni contano di avere coordinamento e sostegno, naturalmente sempre con l’indispensabile indirizzo della Regione. Attuare oggi una riforma delle Province per ricostituirle come Enti a elezione diretta fornendo risorse adeguate, sia economiche sia umane, significherebbe valorizzare questo grande sforzo, consentire una pianificazione dettagliata per il futuro dei territori e contribuire concretamente a dare risposte più tempestive e puntuali alle esigenze delle nostre comunità”.

Scuole superiori e settimana corta: la Provincia di Vicenza scrive ai dirigenti scolastici.

Formalmente un auspicio, nella sostanza molto di più. Il presidente della Provincia di Vicenza Andrea Nardin ha scritto questa mattina ai dirigenti degli istituti superiori vicentini perché “il percorso intrapreso porti nell’anno scolastico 2026/2027 ad avere per tutti una strutturazione della settimana scolastica su cinque giornate anziché su sei”.

Il “percorso intrapreso” sono gli incontri e le interlocuzioni avuti da Provincia e da Svt con i dirigenti per illustrare le difficoltà che l’azienda di trasporto riscontra nel reperire autisti e, di conseguenza, le difficoltà di garantire un servizio su sei giorni alla settimana, tenendo conto che già 46 istituti su 56 sono organizzati su 5 giorni.

Non è solo questione di trasporto -aggiunge Nardin- ragionare su 5 giorni invece che 6 permette economie anche sulla gestione degli edifici scolastici, in capo alla Provincia. Solo per le utenze spendiamo 6,4 milioni di euro all’anno: un giorno di utilizzo in meno alla settimana è un risparmio significativo, che potremmo reinvestire in favore delle scuole. Significa, anche, un giorno in meno di riscaldamento e un giorno in meno di traffico sulle strade, con evidente beneficio per l’aria che respiriamo, per l’ambiente, per la collettività. Nel massimo rispetto dell’autonomia scolastica e delle esigenze formative dei nostri ragazzi -sottolinea il presidente- ritengo che i tempi siano maturi per una decisione che da troppo tempo viene rimandata. Già la maggior parte degli istituti scolastici sono organizzati su 5 giorni, ma fino a che non raggiungiamo la totalità, Svt si trova obbligata a garantire corse su tutto il territorio su 6 giorni, con un impegno di spesa e di personale che non è più sostenibile. La carenza di autisti è legata anche (non solo) al lavoro del sabato. I lavoratori, non tutti ma una buona parte, vogliono poter avere il sabato libero, per dedicarsi alla famiglia e alle proprie passioni: si chiama qualità della vita ed è diventato uno dei principali requisiti per accettare o meno un lavoro. Svt ne deve tenere conto: già in questi mesi, a causa di pensionamenti, malattie e bandi andati deserti, alcune corse di Svt hanno avuto delle criticità, ma in base agli elementi in nostro possesso riteniamo che questa situazione sia destinata ad aggravarsi.”

Di qui l’invito alle scuole di riorganizzare le lezioni su 5 giorni, con l’obiettivo di arrivare a regime nell’anno scolastico 2026/27, garantendo quindi il servizio su sei giorni per l’anno scolastico che partirà a settembre 2025 agli istituti che in questi mesi non riescano ad organizzarsi diversamente.

La società sta cambiando -conclude il presidente Nardin- dobbiamo scegliere se subire o essere noi stessi il cambiamento, trasformando le difficoltà in opportunità.”

Province, Gandolfi: “Governo e Parlamento facciano sintesi sulla riforma. Non solo elezioni, ma anche risorse’

“Quello che chiediamo è di non arrivare a chiudere una riforma delle Province che intervenga solo sulle elezioni , senza assicurare le risorse per i servizi ai cittadini, perché così l’intervento sarebbe molto limitato. Anche perché con la gestione del PNRR abbiamo dimostrato che quando le risorse arrivano a livello provinciale , siamo in grado di esercitare con efficienza le nostre funzioni” lo ha detto il Presidente di UPI Pasquale Gandolfi, intervenendo al Convegno promosso da UPI insieme alla Province di Monza Brianza sula riforma delle Province “Crediamo sia fondamentale che il Governo e il Parlamento facciano sintesi delle diverse posizioni politiche e prendano posizione: la riforma delle Province sì può’ fare attraverso il TUEL, anche se i tempi sono ormai molto al limite, o attraverso il Disegno di legge fermo da due anni in Senato. I numeri in Parlamento ci sono. L’importante è che qualunque intervento metta al primo posto l’interesse dei cittadini. Possiamo ancora fare la migliore riforma possibile – ha aggiunto – noi come UPI siamo pronti a dare un contributo fattivo. Chiediamo anche alle Regioni di fare la loro parte: – ha poi concluso Gandolfi . Come UPI abbiamo definito una proposta di legge regionale che potrebbe essere adottata da subito dalle Regioni, anche in assenza della riforma nazionale. Non è una strada per bypassare la rifprma, ma di certo è un modo per iniziare. Le Regopni possono restituire alle Province funzioni e risorse”.

L’evento è stato organizzato da Provincia di Monza e della Brianza, Unione Province Italiane e Unione Province Lombarde in collaborazione con Regione Lombardia.

Il Presidente della Provincia MB, Luca Santambrogio, ha commentato:

“Se c’è una cosa che le Province lombarde hanno dimostrato in questi 11 anni di Delrio è la loro profonda resilienza, una capacità che sicuramente è stata favorita dall’approccio lungimirante di Regione Lombardia nel mantenere in capo alle Province alcune deleghe importanti, come quelle su lavoro e istruzione, ma che le Province stesse hanno saputo tirare fuori nel momento in cui è stato il territorio a chiedere un aiuto, con i Comuni e gli altri enti in equilibrio precario fra tagli al bilancio e mancanza di personale qualificato. Qui è entrata in gioco la Provincia, che è stata capace di farsi casa dei Comuni. Porto l’esempio della Stazione Unica Appaltante di Provincia MB e Città Metropolitana di Milano, che solo nel 2025 gestirà circa 700 milioni di euro di appalti pubblici, per non parlare della Centrale Unica dei Concorsi, l’Ufficio Provvedimenti Disciplinari, le offerte di formazione per il personale degli enti e per chi si appresta a partecipare ai concorsi pubblici, e molti altri servizi che solo la Provincia, in quanto ente intermedio, ha saputo fornire con certezza e professionalità, ottimizzando le proprie scarse risorse e personale. Proprio per questo motivo, possiamo sostenere con certezza che, se la tanto agognata riforma avvenisse già domani, le Province lombarde sarebbero già pronte a rispondere alla chiamata. Il mio augurio è che questo modello possa essere di esempio per il resto del Paese non da quando la riforma vedrà la luce, ma da oggi”.

 

Guarad qui la diretta dell’evento https://www.provincia.mb.it/novita/archivio/La-riforma-delle-Province-e-il-modello-lombardo-00001/

Progetto mobilità sicura – La documentazione del webinar

Consulta e scarica tutta la documentazione del WEBINAR di presentazione del progetto Mobilità sicura

Il progetto mobilita sicura– Piero Antonelli, Direttore Generale UPI

Come compilare il formulario di progetto – Elisabetta Gabrielli

Il Piano finanziario – Doriana Lepore

 

Per quesiti/chiarimenti tecnici, contattare:

Dr.ssa Elisabetta Gabrielli

Cell. 339 31 70 252

Email: [email protected]

 

Per quesiti/chiarimenti finanziari, contattare:

Dr.ssa Doriana Lepore

Cell. 338 48 81 781

Email: [email protected]

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