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Assunzioni Enti locali nei crateri sismici, il Vicepresidente UPI Caruso in Conferenza unificata

“Questa mattina abbiamo esaminato e approvato, nel corso della seduta della Conferenza Unificata presieduta dal ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, la modifica all’elenco previsto nel decreto di riparto delle risorse per l’assunzione a tempo indeterminato in vari enti locali, comprese le unioni dei Comuni ricompresi nei crateri dei sismi del 2002, del 2009, del 2012 e del 2016, nonché gli Enti Parco nazionali”.

Ad annunciarlo è il presidente della Provincia dell’Aquila e vicepresidente nazionale dell’Unione delle Province d’Italia (Upi), Angelo Caruso, che ha espresso parere favorevole su diversi provvedimenti approvati.

“È stata una seduta proficua in cui sono stati affrontati diversi temi con importanti ricadute sui territori. In particolare – precisa il presidente Caruso – in un’ottica di cooperazione tra l’attività statale e il sistema delle autonomie territoriali, abbiamo espresso parere favorevole al provvedimento che modifica all’elenco previsto nel decreto di riparto delle risorse per le assunzioni nei Comuni singoli e associati, inserendo un Comune della provincia di Ascoli Piceno. Via libera anche al riparto del Fondo minoranze linguistiche, che ammonta circa a 2,8 milioni di euro per il 2024, già approvato all’interno del Comitato tecnico consultivo”.

Il vicepresidente dell’Upi nazionale, sottolinea poi l’importanza del punto in discussione sulla conversione in Legge del decreto legge numero 113 del 9 agosto 2024, recante misure urgenti di carattere fiscale, proroghe di termini normativi ed interventi di carattere economico. “Il provvedimento, all’esame del Senato, presenta tre proposte emendative proposte dall’Upi – ricorda il presidente Caruso – accolte sia in sede di Conferenza unificata sia in Parlamento: ripartizione nell’anno 2024 del fondo di 20 milioni di euro per Province e Città Metropolitane in base alla riduzione gettito IPT (Imposta provinciale di trascrizione) e RC auto nel 2023 rispetto al 2019, anziché rispetto al 2022; per gli enti in dissesto e pre dissesto il recupero coattivo tramite Agenzia delle Entrate avviene solo su RC auto e dunque non più su entrambi i tributi; e infine la proroga al 2027 della facoltà di libero utilizzo delle economie da rinegoziazione di mutui e prestiti”.

Soddisfazione, infine, è stata espressa dal presidente Caruso per “l’inserimento di una norma da parte del Governo, condivisa dall’Upi che dispone che le Amministrazioni centrali titolari degli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) provvedono al trasferimento delle occorrenti risorse finanziarie fino al limite cumulativo del 90 per cento del costo dell’intervento a carico del Pnrr, entro il termine di 30 giorni dal ricevimento della richiesta di trasferimento”. Nel corso della seduta è stato poi rinnovato per ulteriori dodici mesi il Protocollo di intesa, sottoscritto il 3 settembre 2020, per il coordinamento delle attività inerenti alla rilevazione statistica sull’incidentalità stradale.

Il ruolo centrale delle Province nel processo di programmazione della rete scolastica sui territori

“Anche a seguito della Riforma dell’organizzazione del sistema scolastico in attuazione del PNRR (Missione 4 – Componente 1 – Riforma 1.3) le Province continuano a svolgere un ruolo centrale nel processo di programmazione della rete scolastica sui territori, con particolare riferimento alle scuole secondarie di secondo grado.”

Lo ha affermato Tiziana Zanni, Responsabile del Servizio Istruzione della Provincia di Modena, intervenuta in rappresentanza dell’UPI al proficuo incontro seminariale organizzato dalla CISL lo scorso 27 settembre a Roma sui temi del dimensionamento scolastico, dell’orientamento e dell’offerta formativa

“E’ evidente – continua Zanni – che vi sono istituzioni scolastiche di secondo grado che hanno dimensioni importanti per storia consolidata e altre che hanno dimensioni più ridotte in relazione a indirizzi relativi a specifiche aree economiche e di professionalità. E’ importante che coesistano entrambe.

La rappresentante dell’UPI ribadisce inoltre che “I Tavoli Tecnici Provinciali, che invitiamo a convocare su tutti i territori, sono uno strumento efficace per reale programmazione territoriale, rispondente ai fabbisogni, un corretto raccordo scuola territorio e il rispetto di tutte le specificità, da quelle vocazionali (istituti agrari con azienda agraria) a quelle socioeconomiche.

Nel complesso processo del dimensionamento scolastico sono vari i soggetti interessati e gli attori coinvolti sul territorio: dagli enti locali alle scuole e agli uffici scolastici provinciali, dalle associazioni sindacali e di categoria. Il lavoro di confronto non è sicuramente di poco conto”.

 

Di seguito il link alle slides presentate:

Seminario 27 settembre 2024 CISL

Elezioni Provinciali 2024: affluenza record, con media dell’89%

È stata altissima l’affluenza al voto per le elezioni provinciali 2024, con una media nazionale dell’89% di elettori e punte record in molte Province. La tornata del 29 settembre ha riguardato l’elezione di 7 presidenti di Provincia e 41 Consigli provinciali, in tutto 486 consiglieri provinciali. A votare, con il sistema elettorale di secondo livello, sono stati 39.917 sindaci e consiglieri comunali di 3.172 Comuni, in rappresentanza di oltre 17 milioni e 840 mila cittadine e cittadini.

 

Questi i risultati dei nuovi Presidenti delle 7 Province al voto:

 

Alessandria: Luigi Benzi, sindaco di Quargnento e candidato del centrodestra.

Cremona: Roberto Mariani, sindaco di Stagno Lombardo e candidato del centrosinistra.

Ferrara: Daniele Garuti sindaco di Poggio Renatico e candidato del centrodestra.

Lucca: Marcello Pierucci, sindaco di Camaiore e candidato del centrosinistra.

Matera: Francesco Mancini candidato del centrosinistra, sindaco di Pomarico.

Parma: Alessandro Fadda, sindaco di Torrile e candidato del centrosinistra.

Siena: Agnese Carletti, sindaca di San Casciano dei Bagni, candidata del centrosinistra (in foto). La Presidente Carletti è la prima donna nella storia della Provincia di Siena a ricoprire questo ruolo.

Appalti, l’UPI al Ministro Salvini “Rafforzare le misure per attuare il nuovo codice”

“Consideriamo positiva la scelta del Ministro Salvini di prevedere un coinvolgimento attivo di tutti le istituzioni e gli attori economici e sociali impegnati nell’attuazione del nuovo Codice degli Appalti. Il nuovo quadro normativo nel suo complesso ha retto, per questo occorre rafforzare alcune misure, in particolare rispetto al nuovo processo di qualificazione delle stazioni appaltanti e della digitalizzazione dei contratti pubblici. Si tratta di modifiche puntuali del codice che ne salvaguarderebbero il disegno complessivo”.

E’ quanto ha detto il Vicepresidente vicario UPI, Stefano Marcon, Presidente della Provincia di Treviso, nel corso dell’incontro avuto oggi con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, in occasione della consultazione avviata dal MIT per la revisione del codice dei contratti pubblici.

Il Vicepresidente UPI ha ricordato poi le performance positive delle Stazioni Appaltanti Provinciali: “tutte le Stazioni Appaltanti delle Province italiane, cui hanno aderito in convenzione 2.300 Comuni, si sono qualificate. Negli ultimi tre anni hanno raddoppiato la quantità di appalti espletati, rispetto al 2020: si è passati dai 3,9 miliardi del 2020 ai 9,9 miliardi nel 2023. Circa un terzo delle gare è stato gestito per conto dei Comuni. Nei primi 6 mesi del 2024 – ha spiegato Marco – sono già state espletate gare per  5 miliardi e la spesa per gli investimenti delle Province è aumentata di oltre il 56%”.

“Una delle questioni aperte – ha concluso Marcon – riguarda la necessità di migliorare la qualità e la tempestività dei dati della Banca Nazionale dei Contratti Pubblici. Per questo proponiamo al Ministro Salvini l’istituzione di un Tavolo unitario in cui sia possibile trovare soluzioni rapide e condivise”.

Appalti, l’UPI al Ministro Salvini “Rafforzare le misure per attuare il nuovo codice”

“Consideriamo positiva la scelta del Ministro Salvini di prevedere un coinvolgimento attivo di tutti le istituzioni e gli attori economici e sociali impegnati nell’attuazione del nuovo Codice degli Appalti. Il nuovo quadro normativo nel suo complesso ha retto, per questo occorre rafforzare alcune misure, in particolare rispetto al nuovo processo di qualificazione delle stazioni appaltanti e della digitalizzazione dei contratti pubblici. Si tratta di modifiche puntuali del codice che ne salvaguarderebbero il disegno complessivo”.

E’ quanto ha detto il Vicepresidente vicario UPI, Stefano Marcon, Presidente della Provincia di Treviso, nel corso dell’incontro avuto oggi con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, in occasione della consultazione avviata dal MIT per la revisione del codice dei contratti pubblici.

Il Vicepresidente UPI ha ricordato poi le performance positive delle Stazioni Appaltanti Provinciali: “tutte le Stazioni Appaltanti delle Province italiane, cui hanno aderito in convenzione 2.300 Comuni, si sono qualificate. Negli ultimi tre anni hanno raddoppiato la quantità di appalti espletati, rispetto al 2020: si è passati dai 3,9 miliardi del 2020 ai 9,9 miliardi nel 2023. Circa un terzo delle gare è stato gestito per conto dei Comuni. Nei primi 6 mesi del 2024 – ha spiegato Marco – sono già state espletate gare per  5 miliardi e la spesa per gli investimenti delle Province è aumentata di oltre il 56%”.

“Una delle questioni aperte – ha concluso Marcon – riguarda la necessità di migliorare la qualità e la tempestività dei dati della Banca Nazionale dei Contratti Pubblici. Per questo proponiamo al Ministro Salvini l’istituzione di un Tavolo unitario in cui sia possibile trovare soluzioni rapide e condivise”.

Provincia Reggio Emilia, lavoro: gap di genere più marcato tra i giovani

Il lavoro sarà ultimato solo a fine anno, ma i primi dati dell’Osservatorio provinciale contro le discriminazioni di genere in ambito lavorativo nato lo scorso marzo su iniziativa della  Provincia di Reggio Emilia – tra i pochissimi in Italia – stanno già fornendo importanti spunti di riflessione. Facendo emergere luci e ombre sul contesto lavorativo femminile nel Reggiano, come emerso oggi pomeriggio nella Sala del Consiglio provinciale dove la consigliera delegata alle Pari opportunità e diritti civili Claudia Dana Aguzzoli e i professori Massimo Neri e Giovanna Galli del Dipartimento di Comunicazione ed economia di UniMoRe hanno incontrato – in presenza e da remoto – i partner dell’innovativo progetto. Obiettivo dell’incontro, fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori, che dovrebbero portare alla fine dell’anno alla conclusione “di questo prezioso strumento di cui la Provincia ha voluto dotarsi per assicurarsi una banca-dati in grado di fornire una situazione oggettiva delle condizioni di lavoro femminile e promuovere iniziative anche per le scuole e con le imprese per favorire un cambiamento positivo e superare le discriminazioni”, ha sottolineato la consigliera Claudia Aguzzoli.

Tra le prime risultanze particolarmente significative emerse in questi primi mesi di lavoro, come illustrato dal direttore scientifico Massimo Neri e dalla collega Giovanna Galli di UniMoRe, un gap di genere per quanto riguarda il tasso di disoccupazione giovanile risultato sorprendentemente elevato – circa il 10% – superiore al resto della regione. “Questo non significa che le condizioni lavorative delle donne, in provincia di Reggio, siano peggiori che altrove, anzi – hanno aggiunto i professori Neri e Galli –  I gap relativi ai tassi di occupazione e di attività sono infatti migliori rispetto alla media, a dimostrazione di come nell’arco dell’intera vita lavorativa le donne reggiane abbiano comunque buone opportunità, ma nella fascia 15-24 anni la differenza di generare è decisamente molto marcata e solo in parte giustificabile con la prevalenza femminile tra chi prosegue con gli studi universitari”.

“Il report statistico con dati ed indicatori utili all’analisi del lavoro femminile nella nostra provincia sarà pronto per la fine dell’anno – ha confermato Claudia Aguzzoli – L’auspicio è che si possa dare continuità a questo progetto, reso possibile grazie al fondamentale sostegno della Regione, realizzando altre fotografie della situazione che consentano una puntuale verifica delle pari opportunità per far emergere, e monitorare nel tempo, eventuali fenomeni di discriminazione”.

Intanto, a sottolineare ulteriormente la validità del progetto, da marzo sono saliti a una cinquantina i soggetti che hanno aderito all’Osservatorio. Oltre al Comune di Bagnolo, che si è unito ai 27 inizialmente aderenti, si sono aggiunti anche l’Ordine degli ingegneri, il Comitato Pari opportunità dell’Ordine degli avvocati e l’Associazione donne giuriste Italia di Reggio Emilia.

 

Provincia Reggio Emilia, lavoro: gap di genere più marcato tra i giovani

Il lavoro sarà ultimato solo a fine anno, ma i primi dati dell’Osservatorio provinciale contro le discriminazioni di genere in ambito lavorativo nato lo scorso marzo su iniziativa della  Provincia di Reggio Emilia – tra i pochissimi in Italia – stanno già fornendo importanti spunti di riflessione. Facendo emergere luci e ombre sul contesto lavorativo femminile nel Reggiano, come emerso oggi pomeriggio nella Sala del Consiglio provinciale dove la consigliera delegata alle Pari opportunità e diritti civili Claudia Dana Aguzzoli e i professori Massimo Neri e Giovanna Galli del Dipartimento di Comunicazione ed economia di UniMoRe hanno incontrato – in presenza e da remoto – i partner dell’innovativo progetto. Obiettivo dell’incontro, fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori, che dovrebbero portare alla fine dell’anno alla conclusione “di questo prezioso strumento di cui la Provincia ha voluto dotarsi per assicurarsi una banca-dati in grado di fornire una situazione oggettiva delle condizioni di lavoro femminile e promuovere iniziative anche per le scuole e con le imprese per favorire un cambiamento positivo e superare le discriminazioni”, ha sottolineato la consigliera Claudia Aguzzoli.

Tra le prime risultanze particolarmente significative emerse in questi primi mesi di lavoro, come illustrato dal direttore scientifico Massimo Neri e dalla collega Giovanna Galli di UniMoRe, un gap di genere per quanto riguarda il tasso di disoccupazione giovanile risultato sorprendentemente elevato – circa il 10% – superiore al resto della regione. “Questo non significa che le condizioni lavorative delle donne, in provincia di Reggio, siano peggiori che altrove, anzi – hanno aggiunto i professori Neri e Galli –  I gap relativi ai tassi di occupazione e di attività sono infatti migliori rispetto alla media, a dimostrazione di come nell’arco dell’intera vita lavorativa le donne reggiane abbiano comunque buone opportunità, ma nella fascia 15-24 anni la differenza di generare è decisamente molto marcata e solo in parte giustificabile con la prevalenza femminile tra chi prosegue con gli studi universitari”.

“Il report statistico con dati ed indicatori utili all’analisi del lavoro femminile nella nostra provincia sarà pronto per la fine dell’anno – ha confermato Claudia Aguzzoli – L’auspicio è che si possa dare continuità a questo progetto, reso possibile grazie al fondamentale sostegno della Regione, realizzando altre fotografie della situazione che consentano una puntuale verifica delle pari opportunità per far emergere, e monitorare nel tempo, eventuali fenomeni di discriminazione”.

Intanto, a sottolineare ulteriormente la validità del progetto, da marzo sono saliti a una cinquantina i soggetti che hanno aderito all’Osservatorio. Oltre al Comune di Bagnolo, che si è unito ai 27 inizialmente aderenti, si sono aggiunti anche l’Ordine degli ingegneri, il Comitato Pari opportunità dell’Ordine degli avvocati e l’Associazione donne giuriste Italia di Reggio Emilia.

 

L’UPI al G7 Agricoltura. Caruso “Ruolo chiave delle Province per lo sviluppo”

“Le Province italiane possono e devono avere un ruolo chiave nell’attuazione delle politiche di sviluppo territoriale. Il futuro dell’Agricoltura deve passare necessariamente per una strategia nazionale che coinvolga le Istituzioni ad ogni livello e deve essere portata avanti una riflessione sia nelle sedi territoriali sia in quelle nazionali e internazionali. Sono convinto che solo costruendo un solido ponte tra le Province, le Regioni, l’Italia e l’Europa, riusciremo a fare in modo che nessuno resti indietro”.
Lo ha detto il presidente della Provincia dell’Aquila, Angelo Caruso, intervenendo a Siracusa al G7 Agricoltura come Vicepresidente nazionale dell’Unione delle Province d’Italia, nel corso dell’incontro dal titolo “Una Strategia nazionale agricola per le aree interne”.
Un prestigio per la Provincia dell’Aquila, “che ha acquistato credibilità grazie al gran lavoro svolto sui territori e nei grandi consessi nazionali. D’altronde, la tutela della biodiversità passa attraverso un dimensionamento territoriale della politica agricola che coincide inevitabilmente con il perimetro delle province”.
“Il G7 – ha sottolineato il Presidente Caruso – ha aperto un confronto a 360 gradi su tutto il mondo della ruralità, che comprende anche montagna e foreste, e su temi centrali quali l’uso delle risorse idriche in un momento difficile nello scenario nazionale all’intelligenza artificiale, passando per l’imprenditorialità giovanile. Per questo siamo grati al Governo per avere coinvolto tutte le istituzioni, a partire da quelle locali, in questo momento di confronto strategico sia a livello nazionale che internazionale: tutti, a partire dalle istituzioni che amministrano i territori come le Province, siamo protagonisti nelle politiche di sviluppo economico del Paese”.

Antonelli all’evento di UPI Emilia Romagna: “Per le Province urgente un unico grande disegno di riassetto istituzionale”

Il nuovo volto dell’ente locale, tra riforma del Testo Unico e riforma dei controlli, assetto delle funzioni, distribuzione delle competenze “paura della firma” e nuove responsabilità.
E’ il titolo del convegno organizzato da Upi Emilia-Romagna che si è svolto lunedì 23 settembre a Bologna, presso l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, che si pone l’obiettivo di mettere a fuoco l’attuale situazione degli enti locali e la loro futura prospettiva, alla luce delle riforme che ne stanno ridefinendo funzioni e assetti organizzativi.
Piero Antonelli direttore generale Upi nazionale ha sottolineato che «i percorsi dei riforma delle Province e riforma della Legge 56 che ha messo le Province fuori dal Testo unico degli Enti locali, devono convergere con urgenza in un unico grande disegno di riassetto istituzionale, necessario al buon funzionamento dell’ente pubblico e del Paese. Abbiamo assistito ad una grande spinta propulsiva in questo senso, da parte del Governo, che tuttavia si è intiepidita nel corso dei mesi successivi all’insediamento dell’Esecutivo. Le province oggi – conclude Antonelli – vivono un ibrido in cui prevale l’incertezza e la conseguente necessità di superare questa fase, partendo da una discussione profonda delle sue funzioni».
Per il presidente di Upi regionale, Andrea Massari «in questi anni Upi ha svolto un ruolo cardine nella formazione del personale e nel raccordo tra istituzioni e cittadini e in questa logica, il rafforzamento delle Province diventa fondamentale proprio per riaffermare la centralità di un Ente che, ora più che mai, deve essere messo nelle piene condizioni di poter funzionare al meglio».
Al convegno, che ha il patrocinio dell’Assemblea legislativa della Regione e il supporto di Anci regionale, hanno partecipato oltre 160 iscritti, e ha visto tra i relatori: Paolo Calvano, Assessore regionale agli Enti Locali, Andrea Massari presidente di UPI Emilia Romagna, Filippo Giorgetti vicepresidente di Anci Emilia-Romagna, Piero Antonelli direttore generale Upi nazionale, Marcovalerio Pozzato Presidente della Corte dei conti, sezione controllo dell’Emilia-Romagna, Tiziano Tessaro consigliere della Corte dei conti, sezione controllo dell’Emilia-Romagna, oltre ad altri numerosi prestigiosi relatori.

Antonelli all’evento di UPI Emilia Romagna: “Per le Province urgente un unico grande disegno di riassetto istituzionale”

Il nuovo volto dell’ente locale, tra riforma del Testo Unico e riforma dei controlli, assetto delle funzioni, distribuzione delle competenze “paura della firma” e nuove responsabilità.
E’ il titolo del convegno organizzato da Upi Emilia-Romagna che si è svolto lunedì 23 settembre a Bologna, presso l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, che si pone l’obiettivo di mettere a fuoco l’attuale situazione degli enti locali e la loro futura prospettiva, alla luce delle riforme che ne stanno ridefinendo funzioni e assetti organizzativi.
Piero Antonelli direttore generale Upi nazionale ha sottolineato che «i percorsi dei riforma delle Province e riforma della Legge 56 che ha messo le Province fuori dal Testo unico degli Enti locali, devono convergere con urgenza in un unico grande disegno di riassetto istituzionale, necessario al buon funzionamento dell’ente pubblico e del Paese. Abbiamo assistito ad una grande spinta propulsiva in questo senso, da parte del Governo, che tuttavia si è intiepidita nel corso dei mesi successivi all’insediamento dell’Esecutivo. Le province oggi – conclude Antonelli – vivono un ibrido in cui prevale l’incertezza e la conseguente necessità di superare questa fase, partendo da una discussione profonda delle sue funzioni».
Per il presidente di Upi regionale, Andrea Massari «in questi anni Upi ha svolto un ruolo cardine nella formazione del personale e nel raccordo tra istituzioni e cittadini e in questa logica, il rafforzamento delle Province diventa fondamentale proprio per riaffermare la centralità di un Ente che, ora più che mai, deve essere messo nelle piene condizioni di poter funzionare al meglio».
Al convegno, che ha il patrocinio dell’Assemblea legislativa della Regione e il supporto di Anci regionale, hanno partecipato oltre 160 iscritti, e ha visto tra i relatori: Paolo Calvano, Assessore regionale agli Enti Locali, Andrea Massari presidente di UPI Emilia Romagna, Filippo Giorgetti vicepresidente di Anci Emilia-Romagna, Piero Antonelli direttore generale Upi nazionale, Marcovalerio Pozzato Presidente della Corte dei conti, sezione controllo dell’Emilia-Romagna, Tiziano Tessaro consigliere della Corte dei conti, sezione controllo dell’Emilia-Romagna, oltre ad altri numerosi prestigiosi relatori.

L’UPI al G7 Agricoltura. Caruso “Ruolo chiave delle Province per lo sviluppo”

“Le Province italiane possono e devono avere un ruolo chiave nell’attuazione delle politiche di sviluppo territoriale. Il futuro dell’Agricoltura deve passare necessariamente per una strategia nazionale che coinvolga le Istituzioni ad ogni livello e deve essere portata avanti una riflessione sia nelle sedi territoriali sia in quelle nazionali e internazionali. Sono convinto che solo costruendo un solido ponte tra le Province, le Regioni, l’Italia e l’Europa, riusciremo a fare in modo che nessuno resti indietro”.
Lo ha detto il presidente della Provincia dell’Aquila, Angelo Caruso, intervenendo a Siracusa al G7 Agricoltura come Vicepresidente nazionale dell’Unione delle Province d’Italia, nel corso dell’incontro dal titolo “Una Strategia nazionale agricola per le aree interne”.
Un prestigio per la Provincia dell’Aquila, “che ha acquistato credibilità grazie al gran lavoro svolto sui territori e nei grandi consessi nazionali. D’altronde, la tutela della biodiversità passa attraverso un dimensionamento territoriale della politica agricola che coincide inevitabilmente con il perimetro delle province”.
“Il G7 – ha sottolineato il Presidente Caruso – ha aperto un confronto a 360 gradi su tutto il mondo della ruralità, che comprende anche montagna e foreste, e su temi centrali quali l’uso delle risorse idriche in un momento difficile nello scenario nazionale all’intelligenza artificiale, passando per l’imprenditorialità giovanile. Per questo siamo grati al Governo per avere coinvolto tutte le istituzioni, a partire da quelle locali, in questo momento di confronto strategico sia a livello nazionale che internazionale: tutti, a partire dalle istituzioni che amministrano i territori come le Province, siamo protagonisti nelle politiche di sviluppo economico del Paese”.

La Provincia di Modena inaugura la nuova tangenziale

Sabato 14 settembre alle ore 11,00 sarà inaugurata la nuova tangenziale di San Cesario, opera che si sviluppa per oltre tre chilometri in territorio pianeggiante nel margine est dell’abitato di San Cesario sul Panaro e che ha previsto la realizzazione di un asse principale e di tre intersezioni a rotatoria situate in corrispondenza dei punti iniziale e finale del tracciato e del punto di intersezione con la viabilità preesistente, oltre ad un cavalcavia di 52 metri sull’autostrada A1.
L’opera presenta un quadro economico di oltre 25,6 milioni di euro, compresi i costi per gli espropri, di cui 15 milioni per lavori dopo meno di tre anni dall’avvio del cantiere, a novembre 2021.
Per il presidente della Provincia di Modena Fabio Braglia «questa infrastruttura migliorerà la qualità della vita del centro abitato di San Cesario, garantendo una maggiore sicurezza e collegamenti più snelli in tutta la zona, implementando la rete viaria provinciale in un territorio strategico per lo sviluppo e la crescita dell’intera comunità modenese. Una volta completata la tangenziale e successivamente anche l’ultimo tratto di Pedemontana attualmente in fase di realizzazione, potremo assicurare maggior fluidità negli spostamenti a beneficio di tutti».
Le risorse sono messe a disposizione della Provincia dalla società Autostrade per l’Italia, che si era incaricata anche del progetto, nell’ambito delle opere complementari connesse con la realizzazione della quarta corsia dell’Autosole, affidando poi alla Provincia la direzione dei lavori dell’infrastruttura.

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