“La semplificazione e la razionalizzazione del sistema istituzionale italiano è essenziale per il futuro del Paese: ci aspettiamo che su questi temi il Disegno di legge in esame sia in grado di incidere con decisione, dando un contributo al bisogno di riforma e riduzione dei costi della politica che tutti auspichiamo”. Lo hanno ribadito il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, e il Vicepresidente vicario dell’Upi Antonio Saitta, intervenuti oggi nell’audizione alla Commissione Affari Costituzionali del Senato sul Disegno di legge di individuazione delle funzioni fondamentali di Province e Comuni e sulla Carta delle Autonomie.
“Questo Disegno di legge – hanno detto i Presidenti – non può non occuparsi della semplificazione del sistema istituzionale, con l’eliminazione di tutti gli enti strumentali, i Consorzi, le Agenzie, che oggi gestiscono funzioni amministrative determinanti senza averne la legittimità democratica e al di fuori di ogni controllo. La legittimazione democratica – hanno ribadito Castiglione e Saitta – è l’unica che assicura la certezza delle responsabilità in capo ad un soggetto riconosciuto e riconoscibile dai cittadini e dalle comunità”.
Quanto all’individuazione delle funzioni fondamentali, i rappresentanti dell’Upi hanno sottolineato quanto questo sia determinante per “costruire un quadro certo di funzioni che assicuri su tutto il Paese, dal Piemonte alla Sicilia, una unitarietà di azione agli Enti locali. Il provvedimento deve chiarire chi fa che cosa e attribuire funzioni amministrative ‘esclusive’ a Province e Comuni”.
I Presidenti Castiglione e Saitta si sono poi soffermati sulla questione della razionalizzazione delle Province “un tema – hanno detto – che le Province sentono come necessità ineludibile per avviare un processo di riforma e su cui siamo pronti a rilanciare anche le nostre proposte. Per questo chiediamo che si approvi una disciplina organica sulle Città metropolitane che non si limiti alle funzioni ma che riguardi anche gli organi e il sistema elettorale, perché solo in questo modo sarà possibile arrivare all’istituzione delle Città metropolitane nei territori che lo richiederanno. Ma è evidente – hanno poi concluso- che una razionalizzazione delle circoscrizioni provinciali non possa avvenire automaticamente sulla base di criteri puramente demografici, quanto piuttosto con il pieno coinvolgimento delle Regioni, delle comunità e parallelamente alla riorganizzazione dell’amministrazione periferica dello Stato”.