Categoria: Ambiente e Territorio

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Protezione civile, UPI: Melucci “Soddisfatti che il diritto alla sicurezza delle nostre comunità sia una priorità del Governo.

Si è tenuta in data odierna, presso Palazzo Chigi a Roma, la seduta di insediamento del gruppo di lavoro interistituzionale voluto dal Ministro per la Protezione civile e per le Politiche del mare Nello Musumeci, all’indomani dei tristi eventi di Ischia, alla quale ha partecipato in rappresentanza dell’UPI il Presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci.

Il Presidente Melucci ha confermato la disponibilità dell’UPI a esercitare un ruolo di mediazione e di supporto alla cabina di regia in corso di istituzione presso il Governo, condividendo con il Ministro Musumeci l’esigenza di avviare uno spedito percorso di semplificazione normativa in una materia così critica e sentita dai cittadini, di migliore definizione delle competenze e responsabilità amministrative, individuandosi proprio nel sistema provinciale l’ambito naturale di riferimento, infine di razionalizzazione delle risorse disponibili, tra misure FSC, FESR e PNRR.

“Il diritto alla sicurezza dei nostri territori – ha commentato il rappresentante dell’UPI – non può essere un argomento solo all’indomani di fatti luttuosi, un Paese civile e credibile deve poter programmare una efficace e strutturale prevenzione, al servizio della sostenibilità, dello sviluppo e della qualità della vita dei nostri sistemi locali. Ed anche la gestione e gli interventi post emergenziali meritano una radicale revisione dell’impianto normativo, il Codice della Protezione civile, il D.Lgs. n. 1 del 2 gennaio 2018, non sembra risultare uno strumento sufficiente. Da allora risultano chiusi ufficialmente 38 diversi stati di emergenza su tutto il territorio nazionale, ma altri 20 risultano ancora aperti e i circa 4 miliardi stanziati sin qui per gli interventi sul solo rischio residuo potrebbero non cogliere gli obiettivi necessari per evitare altre immani tragedie, specie nel quadro del cambiamento climatico che stiamo attraversando.

Ringrazio a nome di UPI, per la solerzia e la lucidità, il Ministro Musumeci, faremo la nostra parte, anche se ci occorre una forte semplificazione normativa ed un riconoscimento concreto del ruolo delle Province già a partire dalle riforme che l’attuale Governo dichiara di voler sostenere, nelle quali alla materia del rischio idrogeologico siamo convinti che bisognerebbe associare ulteriori iniziative collegate al diffuso rischio sismico del nostro Paese e alla inadeguatezza di infrastrutture e patrimonio abitativo dei nostri territori, specie quelli più sensibili, come nel caso delle isole.”

Il tavolo tornerà a riunirsi e ad entrare in una fase più operativa a partire dal prossimo mese di gennaio.

Il Presidente della Provincia di Parma Massari ha rappresentato UPI al congresso INU

Il Presidente della Provincia di Parma Andrea Massari ha partecipato, in rappresentanza dell’Unione Province d’Italia – UPI,  al XXXI Congresso dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU), che  si è tenuto dal 17 al 19 novembre, a Bologna presso DumBo – Distretto urbano multifunzionale.

La Rassegna regionale era dedicata ai piani e ai progetti di rigenerazione urbana che scaturiscono dalla nuova legge urbanistica, la n° 24 del 2017, che introduce questo obiettivo strategico assieme ad altri, quali il contenimento del consumo di suolo, la multifunzionalità delle dotazioni territoriali e l’adattamento al cambiamento climatico.

Massari, che è componente del Direttivo UPI,  ha preso parte tra l’altro alla tavola rotonda coordinata da Carlo Alberto Barbieri Presidente Sezione Piemonte e Valle d’Aosta dell’INU, con Bruno Discepolo della  Conferenza delle Regioni, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Luca Vecchi Presidente ANCI Emilia Romagna e Sindaco di Reggio-Emilia, Stefano Betti Vicepresidente ANCE, Marco Bussone, Presidente UNCEM, l’on. Roberto Morassut e Paolo Urbani giurista e coordinatore commissione MIMS urbanistica e standard.

Nel suo intervento, il Presidente della Provincia di Parma ha ribadito che UPI intende dare il proprio contributo alla Riforma delle norme sulle pianificazioni.
“La Provincia è un ente di area vasta fatta di piccoli comuni in cui vivono i 2/3 della popolazione, e in cui si svolgono principalmente le attività di lavoro, i servizi, le scuole, la sanità e il wellness – ha ricordato Massari – L’Ente Provincia è la  dimensione corretta per il governo del territorio con poteri di compensazione e perequazione, di  infrastrutture logistiche,  commercio e tutela dell’ambiente, e per tanti servizi supporta e vicaria i piccoli Comuni, ma non più in grado di reggere l’attuale complessità burocratica, che necessita quindi di riforme urgenti.”

Infine, Massari ha accennato alle proposte di tornare all’elezione diretta degli amministratori provinciali, giudicandole favorevolmente.

Il Presidente della Provincia di Parma Massari ha rappresentato UPI al congresso INU

Il Presidente della Provincia di Parma Andrea Massari ha partecipato, in rappresentanza dell’Unione Province d’Italia – UPI,  al XXXI Congresso dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU), che  si è tenuto dal 17 al 19 novembre, a Bologna presso DumBo – Distretto urbano multifunzionale.

La Rassegna regionale era dedicata ai piani e ai progetti di rigenerazione urbana che scaturiscono dalla nuova legge urbanistica, la n° 24 del 2017, che introduce questo obiettivo strategico assieme ad altri, quali il contenimento del consumo di suolo, la multifunzionalità delle dotazioni territoriali e l’adattamento al cambiamento climatico.

Massari, che è componente del Direttivo UPI,  ha preso parte tra l’altro alla tavola rotonda coordinata da Carlo Alberto Barbieri Presidente Sezione Piemonte e Valle d’Aosta dell’INU, con Bruno Discepolo della  Conferenza delle Regioni, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Luca Vecchi Presidente ANCI Emilia Romagna e Sindaco di Reggio-Emilia, Stefano Betti Vicepresidente ANCE, Marco Bussone, Presidente UNCEM, l’on. Roberto Morassut e Paolo Urbani giurista e coordinatore commissione MIMS urbanistica e standard.

Nel suo intervento, il Presidente della Provincia di Parma ha ribadito che UPI intende dare il proprio contributo alla Riforma delle norme sulle pianificazioni.
“La Provincia è un ente di area vasta fatta di piccoli comuni in cui vivono i 2/3 della popolazione, e in cui si svolgono principalmente le attività di lavoro, i servizi, le scuole, la sanità e il wellness – ha ricordato Massari – L’Ente Provincia è la  dimensione corretta per il governo del territorio con poteri di compensazione e perequazione, di  infrastrutture logistiche,  commercio e tutela dell’ambiente, e per tanti servizi supporta e vicaria i piccoli Comuni, ma non più in grado di reggere l’attuale complessità burocratica, che necessita quindi di riforme urgenti.”

Infine, Massari ha accennato alle proposte di tornare all’elezione diretta degli amministratori provinciali, giudicandole favorevolmente.

MALTEMPO MARCHE, UPI: solidarietà alle famiglie delle vittime e alle comunità

“Ci stringiamo tutti alla comunità marchigiana, alle famiglie delle vittime, ai Sindaci e ai nostri Presidenti di Provincia che sono coinvolti in questa tragica alluvione.

Oggi nel primo pomeriggio è prevista una riunione del Comitato Direttivo UPI nella quale i Presidenti delle due Province che stanno affrontando questa drammatica emergenza, Giuseppe Paolini, Presidente della Provincia di Pesaro Urbino e Daniele Carnevali, Presidente della Provincia di Ancona, che sono da stanotte sul campo al fianco della Protezione Civile insieme agli uomini e ai mezzi delle Province per assistere le popolazioni e verificare i danni, riferiranno il quadro della situazione per individuare da subito gli interventi necessari. Le Province insieme all’UPI si uniscono nella solidarietà e nella piena disponibilità a fornire ogni aiuto”.

E’ quanto dichiara il Presidente dell’UPI, Michele de Pascale.

MALTEMPO MARCHE, UPI: solidarietà alle famiglie delle vittime e alle comunità

“Ci stringiamo tutti alla comunità marchigiana, alle famiglie delle vittime, ai Sindaci e ai nostri Presidenti di Provincia che sono coinvolti in questa tragica alluvione.

Oggi nel primo pomeriggio è prevista una riunione del Comitato Direttivo UPI nella quale i Presidenti delle due Province che stanno affrontando questa drammatica emergenza, Giuseppe Paolini, Presidente della Provincia di Pesaro Urbino e Daniele Carnevali, Presidente della Provincia di Ancona, che sono da stanotte sul campo al fianco della Protezione Civile insieme agli uomini e ai mezzi delle Province per assistere le popolazioni e verificare i danni, riferiranno il quadro della situazione per individuare da subito gli interventi necessari. Le Province insieme all’UPI si uniscono nella solidarietà e nella piena disponibilità a fornire ogni aiuto”.

E’ quanto dichiara il Presidente dell’UPI, Michele de Pascale.

INCONTRO CON LA VALLE SERIANA E LA VAL DI SCAVE

Il Presidente della Provincia di Bergamo ha incontrato nei giorni scorsi a Clusone, insieme al Consigliere delegato alla Montagna, il Presidente della Comunità Montana Valle Seriana e il Presidente della Comunità Montana Val di Scalve oltre ad alcuni esponenti degli organi direttivi degli Enti coinvolti ed alcuni rappresentanti del Tavolo Strategia Valle Seriana e Valle di Scalve. Sfidanti, e concreti, i temi che le Comunità Montane hanno posto all’attenzione dei rappresentanti di via Tasso. In primo luogo hanno sottolineato la necessità di azioni incisive per la valorizzazione delle Valli Seriana e di Scalve, territori ricchi di potenzialità, ma a rischio costante di spopolamento a causa della carenza o inadeguatezza di infrastrutture chiave. A questo proposito il confronto si è subito focalizzato sulla viabilità, e su alcuni snodi chiave che in media e alta Valle Seriana –  l’innesto di Colzate, la galleria di Montenegrone, lo snodo Ponte Nossa-Clusone – che oggi costituiscono un problema in termini di viabilità e, in alcuni casi, anche di sicurezza.

In questo contesto il ruolo della Comunità Montana Valle Seriana, come sottolineato dal suo Presidente, è sempre più quello di porsi al servizio del territorio attraverso attività di progettazione e pianificazione strategica dello sviluppo infrastrutturale. Uno spunto immediatamente colto dal Presidente della Provincia che ha espresso la piena disponibilità ad integrare la tematica nella cabina di regia multi-stakeholder già in essere per lo sviluppo territoriale, costituita lo scorso aprile con la partecipazione del mondo industriale, delle componenti sindacali e del mondo della formazione, in particolare dell’Università di Bergamo. E’ stata ipotizzata l’organizzazione di un convegno nel mese di settembre, con la partecipazione della Provincia, per raccogliere idee ed affrontare la problematica della viabilità in sinergia con tutti gli attori del territorio. Anche le opportunità derivanti dalla valorizzazione turistica delle Valli Seriana e di Scalve sono state affrontate nel corso dell’incontro nel quale è emersa la richiesta, supportata dalla Provincia,   di lavorare per un free ski pass unico per tutti i comprensori sciistici di Bergamo e Brescia, per i ragazzi tra i 5 e il 16 anni. Insieme a questo è stata illustrata da parte della Provincia l’opportunità di candidare impianti e infrastrutture d’eccellenza della Bergamasca, dopo l’opportuna valutazione della Federazione Olimpica, per gli allenamenti delle squadre olimpiche e paralimpiche in occasione delle Olimpiadi Milano Cortina del 2026.

Le nostre Valli hanno tutte le carte in regola consentire alle comunità di vivere, lavorare e crescere insieme – commenta il Presidente della Provincia – . Ci sono alcuni problemi che si stanno trascinando da diversi anni e per questo abbiamo deciso di coinvolgere la nostra cabina di regia provinciale, per uno sguardo a 360 gradi e per la messa in rete delle competenze necessarie allo sviluppo del territorio. Come ho già avuto modo di dire, i cambiamenti vanno governati e non subiti, ed è questo il ruolo che la Provincia, con l’aiuto di tutti, vuole svolgere in questi anni così cruciali per il rilancio di Bergamo”.

INCONTRO CON LA VALLE SERIANA E LA VAL DI SCAVE

Il Presidente della Provincia di Bergamo ha incontrato nei giorni scorsi a Clusone, insieme al Consigliere delegato alla Montagna, il Presidente della Comunità Montana Valle Seriana e il Presidente della Comunità Montana Val di Scalve oltre ad alcuni esponenti degli organi direttivi degli Enti coinvolti ed alcuni rappresentanti del Tavolo Strategia Valle Seriana e Valle di Scalve. Sfidanti, e concreti, i temi che le Comunità Montane hanno posto all’attenzione dei rappresentanti di via Tasso. In primo luogo hanno sottolineato la necessità di azioni incisive per la valorizzazione delle Valli Seriana e di Scalve, territori ricchi di potenzialità, ma a rischio costante di spopolamento a causa della carenza o inadeguatezza di infrastrutture chiave. A questo proposito il confronto si è subito focalizzato sulla viabilità, e su alcuni snodi chiave che in media e alta Valle Seriana –  l’innesto di Colzate, la galleria di Montenegrone, lo snodo Ponte Nossa-Clusone – che oggi costituiscono un problema in termini di viabilità e, in alcuni casi, anche di sicurezza.

In questo contesto il ruolo della Comunità Montana Valle Seriana, come sottolineato dal suo Presidente, è sempre più quello di porsi al servizio del territorio attraverso attività di progettazione e pianificazione strategica dello sviluppo infrastrutturale. Uno spunto immediatamente colto dal Presidente della Provincia che ha espresso la piena disponibilità ad integrare la tematica nella cabina di regia multi-stakeholder già in essere per lo sviluppo territoriale, costituita lo scorso aprile con la partecipazione del mondo industriale, delle componenti sindacali e del mondo della formazione, in particolare dell’Università di Bergamo. E’ stata ipotizzata l’organizzazione di un convegno nel mese di settembre, con la partecipazione della Provincia, per raccogliere idee ed affrontare la problematica della viabilità in sinergia con tutti gli attori del territorio. Anche le opportunità derivanti dalla valorizzazione turistica delle Valli Seriana e di Scalve sono state affrontate nel corso dell’incontro nel quale è emersa la richiesta, supportata dalla Provincia,   di lavorare per un free ski pass unico per tutti i comprensori sciistici di Bergamo e Brescia, per i ragazzi tra i 5 e il 16 anni. Insieme a questo è stata illustrata da parte della Provincia l’opportunità di candidare impianti e infrastrutture d’eccellenza della Bergamasca, dopo l’opportuna valutazione della Federazione Olimpica, per gli allenamenti delle squadre olimpiche e paralimpiche in occasione delle Olimpiadi Milano Cortina del 2026.

Le nostre Valli hanno tutte le carte in regola consentire alle comunità di vivere, lavorare e crescere insieme – commenta il Presidente della Provincia – . Ci sono alcuni problemi che si stanno trascinando da diversi anni e per questo abbiamo deciso di coinvolgere la nostra cabina di regia provinciale, per uno sguardo a 360 gradi e per la messa in rete delle competenze necessarie allo sviluppo del territorio. Come ho già avuto modo di dire, i cambiamenti vanno governati e non subiti, ed è questo il ruolo che la Provincia, con l’aiuto di tutti, vuole svolgere in questi anni così cruciali per il rilancio di Bergamo”.

CONTROLLO DEL CINGHIALE, COSTITUITO UN TAVOLO TECNICO

Il punto della situazione sulle problematiche legate al crescente numero di cinghiali e sulle possibili misure da adottare è stato fatto nel corso di un incontro che si è tenuto lunedì 6 giugno nella Sala Consiglio della Provincia di Piacenza. Insieme al presidente della Provincia di Piacenza Patrizia Barbieri, al consigliere provinciale con delega ai Rapporti con la Regione in materia di Agricoltura, Caccia e Pesca Gianpaolo Maloberti, al responsabile per caccia, pesca e tartufi dello STACP Enrico Merli e al responsabile del Nucleo Tutela Faunistica della Polizia Locale della Provincia di Piacenza, commissario Roberto Cravedi, si sono riuniti alcuni sindaci dei Comuni piacentini e  rappresentanti di associazioni sindacali agricole, Ambiti Territoriali di Caccia e associazioni venatorie.

Nell’occasione sono state illustrate le modalità autorizzate di intervento ed è stato presentato un primo bilancio relativo all’attuazione del Piano quinquennale di controllo del cinghiale in provincia di Piacenza. Ad oggi è consentita l’attività di controllo in autodifesa da parte dei proprietari e conduttori agricoli, che si possono avvalere di famigliari e dipendenti in possesso della licenza di caccia o di coadiutori abilitati. È inoltre consentito l’intervento da parte degli istituti faunistici (ATC e istituti privati) che si avvalgono di “gruppi di girata” composti da un minimo di 4 ad un massimo di 10 coadiutori sotto la responsabilità di un conduttore di cani limiere: in questo caso non può essere utilizzato più di un cane abilitato limiere. Da inizio anno sono state rilasciate 174 autorizzazioni al controllo della specie valide fino al 31 dicembre 2022: a fronte di 78 interventi da postazione fissa di sparo in auto difesa sono stati abbattuti solo 10 capi, durante l’esecuzione di 111 interventi con il metodo della girata solo 99 capi. Si tratta di risultati che non vengono considerati adeguati alle esigenze del territorio, e nemmeno lontanamente paragonabili a quelli normalmente raggiunti con altre modalità, in mesi identici, in attuazione del Piano provinciale in vigore negli anni precedenti. È emersa inoltre una profonda insoddisfazione da parte dei rappresentanti degli agricoltori per i tempi tecnici di prelievo, non compatibili con le brevi fasi colturali che ovviamente necessitano di interventi e di risultati immediati. Con l’avanzare della stagione primaverile e l’aumento della copertura vegetale è emersa sempre di più, in sostanza, la difficoltà oggettiva ad attuare il controllo con il metodo della girata e l’utilizzo di un solo cane limiere.

La caratteristica copertura vegetativa e le grandi dimensioni degli appezzamenti destinati alla coltura del mais da foraggio e da granella, che caratterizzano in particolare la provincia di Piacenza, non consentono un utilizzo pienamente efficace del metodo della girata a causa dell’esiguo numero di coadiutori utilizzabili e per i rischi che potrebbe correre il solo cane limiere utilizzato. Preoccupa l’estrema difficoltà a ridurre dell’80% il numero di cinghiali nel territorio e quindi ad ottemperare alle disposizioni che il Commissario nazionale per l’emergenza PSA ha dato in considerazione della vicinanza con il focolaio della peste suina africana che ha duramente colpito alcuni territori delle province di Genova e Alessandria. Durante la riunione è emerso che molti Coadiutori volontari addetti al controllo del cinghiale, consapevoli delle difficoltà in cui si trovano ad operare, stanno perdendo motivazione ed entusiasmo nello svolgere tale funzione, e che risulta quindi sempre più difficile garantirne un numero sufficiente ad eseguire gli interventi sia da postazione fissa di sparo in autodifesa che con il metodo della girata. I presenti all’incontro di ieri hanno evidenziato, inoltre, che sono pochi i proprietari e conduttori di fondi agricoli che possono attuare direttamente l’autodifesa, o perché non in possesso della licenza di caccia o perché gli impegni lavorativi impediscono ai medesimi di avere il non breve tempo necessario da dedicare a questa attività. Sono anche pochi i cacciatori disponibili ad effettuare gli interventi in autodifesa in sostituzione degli agricoltori perché, a fronte di un impegno considerevole, vi sono risultati non soddisfacenti.

I convenuti hanno pertanto concordato sul fatto che sarebbe auspicabile poter utilizzare un maggior numero di coadiutori, con un impiego numerico di cani adeguato e proporzionale alle condizioni agro-silvopastorali del luogo e del periodo, al fine di rendere più sicuro ed efficace l’intervento di controllo. Di fronte alle preoccupazioni dei presenti, largamente condivise, l’assemblea ha accolto favorevolmente la proposta del consigliere provinciale Maloberti – che ha ringraziato i cacciatori per il loro contributo – di istituire un tavolo di confronto ad hoc, che avrà lo scopo di monitorare costantemente la situazione e di formulare possibili soluzioni per un fenomeno, quello della presenza della fauna selvatica e in particolare degli ungulati, che è in costante e preoccupante evoluzione. Il tavolo sarà composto da delegati in rappresentanza di sindaci, ATC, associazioni venatorie e associazioni sindacali agricole, e – per gli aspetti tecnici – dal responsabile per caccia, pesca e tartufi dello STACP Enrico Merli e dal responsabile del Nucleo Tutela Faunistica della Polizia Locale della Provincia di Piacenza, Commissario Roberto Cravedi.

 

 

 

CONTROLLO DEL CINGHIALE, COSTITUITO UN TAVOLO TECNICO

Il punto della situazione sulle problematiche legate al crescente numero di cinghiali e sulle possibili misure da adottare è stato fatto nel corso di un incontro che si è tenuto lunedì 6 giugno nella Sala Consiglio della Provincia di Piacenza. Insieme al presidente della Provincia di Piacenza Patrizia Barbieri, al consigliere provinciale con delega ai Rapporti con la Regione in materia di Agricoltura, Caccia e Pesca Gianpaolo Maloberti, al responsabile per caccia, pesca e tartufi dello STACP Enrico Merli e al responsabile del Nucleo Tutela Faunistica della Polizia Locale della Provincia di Piacenza, commissario Roberto Cravedi, si sono riuniti alcuni sindaci dei Comuni piacentini e  rappresentanti di associazioni sindacali agricole, Ambiti Territoriali di Caccia e associazioni venatorie.

Nell’occasione sono state illustrate le modalità autorizzate di intervento ed è stato presentato un primo bilancio relativo all’attuazione del Piano quinquennale di controllo del cinghiale in provincia di Piacenza. Ad oggi è consentita l’attività di controllo in autodifesa da parte dei proprietari e conduttori agricoli, che si possono avvalere di famigliari e dipendenti in possesso della licenza di caccia o di coadiutori abilitati. È inoltre consentito l’intervento da parte degli istituti faunistici (ATC e istituti privati) che si avvalgono di “gruppi di girata” composti da un minimo di 4 ad un massimo di 10 coadiutori sotto la responsabilità di un conduttore di cani limiere: in questo caso non può essere utilizzato più di un cane abilitato limiere. Da inizio anno sono state rilasciate 174 autorizzazioni al controllo della specie valide fino al 31 dicembre 2022: a fronte di 78 interventi da postazione fissa di sparo in auto difesa sono stati abbattuti solo 10 capi, durante l’esecuzione di 111 interventi con il metodo della girata solo 99 capi. Si tratta di risultati che non vengono considerati adeguati alle esigenze del territorio, e nemmeno lontanamente paragonabili a quelli normalmente raggiunti con altre modalità, in mesi identici, in attuazione del Piano provinciale in vigore negli anni precedenti. È emersa inoltre una profonda insoddisfazione da parte dei rappresentanti degli agricoltori per i tempi tecnici di prelievo, non compatibili con le brevi fasi colturali che ovviamente necessitano di interventi e di risultati immediati. Con l’avanzare della stagione primaverile e l’aumento della copertura vegetale è emersa sempre di più, in sostanza, la difficoltà oggettiva ad attuare il controllo con il metodo della girata e l’utilizzo di un solo cane limiere.

La caratteristica copertura vegetativa e le grandi dimensioni degli appezzamenti destinati alla coltura del mais da foraggio e da granella, che caratterizzano in particolare la provincia di Piacenza, non consentono un utilizzo pienamente efficace del metodo della girata a causa dell’esiguo numero di coadiutori utilizzabili e per i rischi che potrebbe correre il solo cane limiere utilizzato. Preoccupa l’estrema difficoltà a ridurre dell’80% il numero di cinghiali nel territorio e quindi ad ottemperare alle disposizioni che il Commissario nazionale per l’emergenza PSA ha dato in considerazione della vicinanza con il focolaio della peste suina africana che ha duramente colpito alcuni territori delle province di Genova e Alessandria. Durante la riunione è emerso che molti Coadiutori volontari addetti al controllo del cinghiale, consapevoli delle difficoltà in cui si trovano ad operare, stanno perdendo motivazione ed entusiasmo nello svolgere tale funzione, e che risulta quindi sempre più difficile garantirne un numero sufficiente ad eseguire gli interventi sia da postazione fissa di sparo in autodifesa che con il metodo della girata. I presenti all’incontro di ieri hanno evidenziato, inoltre, che sono pochi i proprietari e conduttori di fondi agricoli che possono attuare direttamente l’autodifesa, o perché non in possesso della licenza di caccia o perché gli impegni lavorativi impediscono ai medesimi di avere il non breve tempo necessario da dedicare a questa attività. Sono anche pochi i cacciatori disponibili ad effettuare gli interventi in autodifesa in sostituzione degli agricoltori perché, a fronte di un impegno considerevole, vi sono risultati non soddisfacenti.

I convenuti hanno pertanto concordato sul fatto che sarebbe auspicabile poter utilizzare un maggior numero di coadiutori, con un impiego numerico di cani adeguato e proporzionale alle condizioni agro-silvopastorali del luogo e del periodo, al fine di rendere più sicuro ed efficace l’intervento di controllo. Di fronte alle preoccupazioni dei presenti, largamente condivise, l’assemblea ha accolto favorevolmente la proposta del consigliere provinciale Maloberti – che ha ringraziato i cacciatori per il loro contributo – di istituire un tavolo di confronto ad hoc, che avrà lo scopo di monitorare costantemente la situazione e di formulare possibili soluzioni per un fenomeno, quello della presenza della fauna selvatica e in particolare degli ungulati, che è in costante e preoccupante evoluzione. Il tavolo sarà composto da delegati in rappresentanza di sindaci, ATC, associazioni venatorie e associazioni sindacali agricole, e – per gli aspetti tecnici – dal responsabile per caccia, pesca e tartufi dello STACP Enrico Merli e dal responsabile del Nucleo Tutela Faunistica della Polizia Locale della Provincia di Piacenza, Commissario Roberto Cravedi.

 

 

 

L’ENTE PARCHI LANCIA IL NUOVO SITO E LA APP DEDICATI AI PERCORSI ESCURSIONISTICI NEI TERRITORI DI MODENA E REGGIO EMILIA

In coincidenza con l’apertura della nuova stagione turistica, l’Ente Parchi Emilia Centrale, ente gestore delle Aree protette (parchi, riserve, paesaggi, siti Natura 2000) delle province di Reggio Emilia e Modena, lancia “itinerari.parchiemiliacentrale.it”, il nuovo sito web che mette insieme quasi 2.500 chilometri di sentieri e percorsi escursionistici distribuiti nei due territori provinciali, di cui 1.000 all’interno delle sole Aree protette. Entro pochi giorni sarà pronta anche una app che avrà gli stessi contenuti del sito con funzionalità aggiuntive, utili agli utenti che se ne serviranno sul telefonino durante le loro escursioni. App e nuovo sito sono stati presentati questa mattina a Palazzo Allende, sede della Provincia di Reggio Emilia, dal presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni, dal direttore dell’Ente Parchi Emilia Centrale, Valerio Fioravanti, e – in collegamento da remoto – da Marco Barbieri, per i realizzatori di Webmapp, nel corso di una conferenza-stampa alla quale hanno partecipato anche l’assessore del Comune di Canossa e presidente della Comunità del Paesaggio protetto Collina Reggiana, Mara Gombi, l’assessore alla Casa e alla Partecipazione del Comune di Reggio Emilia, Lanfranco De Franco, ed i presidenti del Cai di Reggio Emilia e Modena, Stefano Ovi e Alberto Accorsi. Nel sito e sulla app, i percorsi proposti dall’Ente Parchi sono suddivisi in itinerari storici, di crinale e in bici, oltre a quelli “a tappe”, cioè gli itinerari a lunga percorrenza che attraversano l’Emilia Centrale, come l’Alta Via dei Parchi regionale, il Sentiero dei Vulcani di Fango, la Via Matildica del Volto Santo e il Sentiero dei Ducati, solo per citarne alcuni. Per la prima volta tutti questi sentieri sono consultabili su un’unica mappa interattiva digitale, vero fiore all’occhiello del sito, in grado di fornire, per ogni percorso consigliato, passo dopo passo, dati sull’altimetria e sul fondo, oltre a descrizione, dislivelli, durata, lunghezza e grado di difficoltà. Per ognuno di questi percorsi sono mappati e descritti anche numerosi punti d’interesse sul territorio. Destinato a diventare uno strumento utile e integrato per tutti gli escursionisti, il nuovo sito è stato realizzato dalla ditta Webmapp di Pisa ed è frutto di un intenso lavoro durato mesi a cui hanno contribuito gli uffici dell’Ente Parchi Emilia Centrale, con un’ampia raccolta di informazioni da parte delle sezioni Cai di Modena e di Reggio Emilia e da parte della Consulta dei Sentieri delle Unioni di Comuni dell’Appennino modenese. Il lavoro alla base del sito rappresenta, di fatto, anche un aggiornamento della Rete escursionistica regionale (REER) per le province di Modena e Reggio Emilia – anch’essa riportata sulla mappa con funzioni interattive – e i nuovi strumenti realizzati si pongono come punti di riferimento attendibili e aggiornati per l’escursionismo nei territori dell’Emilia Centrale.

L’ENTE PARCHI LANCIA IL NUOVO SITO E LA APP DEDICATI AI PERCORSI ESCURSIONISTICI NEI TERRITORI DI MODENA E REGGIO EMILIA

In coincidenza con l’apertura della nuova stagione turistica, l’Ente Parchi Emilia Centrale, ente gestore delle Aree protette (parchi, riserve, paesaggi, siti Natura 2000) delle province di Reggio Emilia e Modena, lancia “itinerari.parchiemiliacentrale.it”, il nuovo sito web che mette insieme quasi 2.500 chilometri di sentieri e percorsi escursionistici distribuiti nei due territori provinciali, di cui 1.000 all’interno delle sole Aree protette. Entro pochi giorni sarà pronta anche una app che avrà gli stessi contenuti del sito con funzionalità aggiuntive, utili agli utenti che se ne serviranno sul telefonino durante le loro escursioni. App e nuovo sito sono stati presentati questa mattina a Palazzo Allende, sede della Provincia di Reggio Emilia, dal presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni, dal direttore dell’Ente Parchi Emilia Centrale, Valerio Fioravanti, e – in collegamento da remoto – da Marco Barbieri, per i realizzatori di Webmapp, nel corso di una conferenza-stampa alla quale hanno partecipato anche l’assessore del Comune di Canossa e presidente della Comunità del Paesaggio protetto Collina Reggiana, Mara Gombi, l’assessore alla Casa e alla Partecipazione del Comune di Reggio Emilia, Lanfranco De Franco, ed i presidenti del Cai di Reggio Emilia e Modena, Stefano Ovi e Alberto Accorsi. Nel sito e sulla app, i percorsi proposti dall’Ente Parchi sono suddivisi in itinerari storici, di crinale e in bici, oltre a quelli “a tappe”, cioè gli itinerari a lunga percorrenza che attraversano l’Emilia Centrale, come l’Alta Via dei Parchi regionale, il Sentiero dei Vulcani di Fango, la Via Matildica del Volto Santo e il Sentiero dei Ducati, solo per citarne alcuni. Per la prima volta tutti questi sentieri sono consultabili su un’unica mappa interattiva digitale, vero fiore all’occhiello del sito, in grado di fornire, per ogni percorso consigliato, passo dopo passo, dati sull’altimetria e sul fondo, oltre a descrizione, dislivelli, durata, lunghezza e grado di difficoltà. Per ognuno di questi percorsi sono mappati e descritti anche numerosi punti d’interesse sul territorio. Destinato a diventare uno strumento utile e integrato per tutti gli escursionisti, il nuovo sito è stato realizzato dalla ditta Webmapp di Pisa ed è frutto di un intenso lavoro durato mesi a cui hanno contribuito gli uffici dell’Ente Parchi Emilia Centrale, con un’ampia raccolta di informazioni da parte delle sezioni Cai di Modena e di Reggio Emilia e da parte della Consulta dei Sentieri delle Unioni di Comuni dell’Appennino modenese. Il lavoro alla base del sito rappresenta, di fatto, anche un aggiornamento della Rete escursionistica regionale (REER) per le province di Modena e Reggio Emilia – anch’essa riportata sulla mappa con funzioni interattive – e i nuovi strumenti realizzati si pongono come punti di riferimento attendibili e aggiornati per l’escursionismo nei territori dell’Emilia Centrale.

Dieci anni fa il terremoto d’Emilia. Il presidente della Provincia di Reggio Emilia col Presidente Mattarella

Anche la Provincia di Reggio Emilia, con il presidente Giorgio Zanni ed i sindaci dei comuni reggiani coinvolti dal sisma 2012 , questa mattina a Medolla con il Presidente Mattarella, nel decennale del terremoto d’Emilia che in particolare con le scosse del 20 e 29 maggio 2012 colpì 59 comuni tra Reggio, Modena, Ferrara e Bologna.
Le vittime furono 28, la maggior parte nei luoghi di lavoro, i feriti 300. E poi ancora 19mila famiglie evacuate per 45mila sfollati, 14mila edifici sgomberati, pievi e chiese distrutte, fabbriche, capannoni e abitazioni crollati, danni a teatri, biblioteche, ospedali, 570 scuole dichiarate inagibili, 70mila ragazzi senza più un banco, l’esame di terza media e la Maturità 2012 nei container, 66mila le imprese colpite con danni complessivi pari a 12,2 miliardi di euro.

“Una giornata di grande emozione, una giornata di memoria e ricordo delle tragiche sofferenze personali e collettive che nel maggio 2012 colpirono le nostre comunità, una giornata di celebrazione dei traguardi di ricostruzione raggiunti – ha commentato il presidente Zanni – Insieme ai sindaci e alle istituzioni, alle associazioni ed ai volontari, alla protezione civile, al mondo imprenditoriale, agricolo e ai lavoratori tutti, in prima linea per la ricostruzione ogni singolo giorno di questi 10 anni, oggi prendiamo atto di una ricostruzione giunta pressoché al termine e completa per oltre il 95%: un risultato tutt’altro che scontato, frutto del modo tipicamente emiliano di fare bene, insieme, soprattutto nei momenti di difficoltà, ottenuto grazie alle persone di queste terre, ai nostri concittadini, al loro spirito di abnegazione, lavoro, sacrificio e ricostruzione”.

 

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