Categoria: Ambiente e Territorio

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Dieci anni fa il terremoto d’Emilia. Il presidente della Provincia di Reggio Emilia col Presidente Mattarella

Anche la Provincia di Reggio Emilia, con il presidente Giorgio Zanni ed i sindaci dei comuni reggiani coinvolti dal sisma 2012 , questa mattina a Medolla con il Presidente Mattarella, nel decennale del terremoto d’Emilia che in particolare con le scosse del 20 e 29 maggio 2012 colpì 59 comuni tra Reggio, Modena, Ferrara e Bologna.
Le vittime furono 28, la maggior parte nei luoghi di lavoro, i feriti 300. E poi ancora 19mila famiglie evacuate per 45mila sfollati, 14mila edifici sgomberati, pievi e chiese distrutte, fabbriche, capannoni e abitazioni crollati, danni a teatri, biblioteche, ospedali, 570 scuole dichiarate inagibili, 70mila ragazzi senza più un banco, l’esame di terza media e la Maturità 2012 nei container, 66mila le imprese colpite con danni complessivi pari a 12,2 miliardi di euro.

“Una giornata di grande emozione, una giornata di memoria e ricordo delle tragiche sofferenze personali e collettive che nel maggio 2012 colpirono le nostre comunità, una giornata di celebrazione dei traguardi di ricostruzione raggiunti – ha commentato il presidente Zanni – Insieme ai sindaci e alle istituzioni, alle associazioni ed ai volontari, alla protezione civile, al mondo imprenditoriale, agricolo e ai lavoratori tutti, in prima linea per la ricostruzione ogni singolo giorno di questi 10 anni, oggi prendiamo atto di una ricostruzione giunta pressoché al termine e completa per oltre il 95%: un risultato tutt’altro che scontato, frutto del modo tipicamente emiliano di fare bene, insieme, soprattutto nei momenti di difficoltà, ottenuto grazie alle persone di queste terre, ai nostri concittadini, al loro spirito di abnegazione, lavoro, sacrificio e ricostruzione”.

 

La Provincia di Lecce ha presentato oggi le attivita’ all’unita’ operativa per lo sviluppo

La Provincia di Lecce ritorna protagonista dello sviluppo del territorio, coordinando le attività relative ai Patti territoriali, alle Comunità energetiche e alla Riforestazione, anche in vista della predisposizione di un progetto europeo da candidare al bando Interreg Europe di prossima pubblicazione.

Si è svolto questa mattina, nella sala consiliare di Palazzo dei Celestini a Lecce, un incontro dell’Unità Operativa per lo Sviluppo, convocato dal presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva.

Sono intervenuti il presidente Stefano Minerva, il consigliere provinciale delegato ai Patti territoriali Antonio Leo, i consiglieri provinciali Paola Povero, Antonio De Matteis e Gabriele Mangione, i dirigenti Carmelo Calamia (Politiche europee), Roberto Serra (Governance strategica e del PNRR, Promozione territoriale), Dario Corsini (Edilizia e programmazione, Rete scolastica e Patrimonio) e Antonio Arnò (Politiche di tutela ambientale e transizione ecologica).

Presenti i componenti dell’UOS: il presidente della Camera di Commercio di Lecce Mario Vadrucci, per UniSalento Paola Scorrano e Gianluca Elia, per Coldiretti Lucia Viola, per Cna Fernando De Carlo, per il Comune di Diso Giandomenico Letizia, per Federterziario Lecce Gianni Rango e Maria Luisa Franco, per Confcommercio Graziano Starace, i segretari di Cgil (Valentina Fragassi), Cisl (Ada Chirizzi) e Uil (Salvatore Giannetto).

La Provincia ha presentato ai componenti dell’Unità Operativa il progetto pilota sui Patti territoriali, candidato al Ministero dello Sviluppo Economico. Il Progetto Pilota, con i suoi 30 interventi infrastrutturali interconnessi tra di loro, e le 8 idee di impresa ad essi collegate, consentirà di sviluppare un nuovo modello territoriale che porterà ad una crescita complessiva. Per favorire l’interconnessione e la coerenza delle progettualità si è attuata una specifica metodologia. La creazione di un sistema caratterizzato dal recupero e la valorizzazioni di beni immobili, la promozione dell’utilizzo di mezzi di trasporto ecologici, la creazione di aree verdi, consentono di creare un’area di una certa godibilità ambientale e paesaggistica. Il modello del Progetto Pilota potrà essere replicato sul territorio stesso, utilizzando altri strumenti finanziari regionali, nazionali o europei, oppure anche in altri contesti nazionali ed internazionali, grazie alla rete di partenariato che la Provincia ha costruito in questi anni.

Un’altra parte della riunione è stata dedicata, poi, ad aprire una discussione sulle Comunità energetiche rinnovabili, un modello innovativo di gestione dell’energia già ampiamente diffuso in Nord Europa. Le nuove disposizioni favoriranno soprattutto la diffusione delle energie verdi e sostenibili, per creare sistemi virtuosi di produzione, autoconsumo e condivisione dell’energia tramite le comunità energetiche rinnovabili. Una comunità energetica è un’associazione composta da enti  pubblici locali, aziende, attività commerciali o cittadini privati, i quali scelgono di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’autoconsumo attraverso un modello basato sulla condivisione. Si tratta, dunque, di una forma energetica collaborativa, incentrata su un sistema di scambio locale per favorire la gestione congiunta, lo sviluppo sostenibile e ridurre la dipendenza energetica dal sistema elettrico nazionale. E’ intervenuto il dirigente della Regione Puglia Francesco Corvace, che ha presentato le linee guida regionali in materia.

Si è parlato, infine, del progetto sulla Riforestazione relativo alle attività effettuate dalla Provincia, che si inserisce sempre nel quadro di uno sviluppo sostenibile del territorio.

La Provincia di Lecce ha presentato oggi le attivita’ all’unita’ operativa per lo sviluppo

La Provincia di Lecce ritorna protagonista dello sviluppo del territorio, coordinando le attività relative ai Patti territoriali, alle Comunità energetiche e alla Riforestazione, anche in vista della predisposizione di un progetto europeo da candidare al bando Interreg Europe di prossima pubblicazione.

Si è svolto questa mattina, nella sala consiliare di Palazzo dei Celestini a Lecce, un incontro dell’Unità Operativa per lo Sviluppo, convocato dal presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva.

Sono intervenuti il presidente Stefano Minerva, il consigliere provinciale delegato ai Patti territoriali Antonio Leo, i consiglieri provinciali Paola Povero, Antonio De Matteis e Gabriele Mangione, i dirigenti Carmelo Calamia (Politiche europee), Roberto Serra (Governance strategica e del PNRR, Promozione territoriale), Dario Corsini (Edilizia e programmazione, Rete scolastica e Patrimonio) e Antonio Arnò (Politiche di tutela ambientale e transizione ecologica).

Presenti i componenti dell’UOS: il presidente della Camera di Commercio di Lecce Mario Vadrucci, per UniSalento Paola Scorrano e Gianluca Elia, per Coldiretti Lucia Viola, per Cna Fernando De Carlo, per il Comune di Diso Giandomenico Letizia, per Federterziario Lecce Gianni Rango e Maria Luisa Franco, per Confcommercio Graziano Starace, i segretari di Cgil (Valentina Fragassi), Cisl (Ada Chirizzi) e Uil (Salvatore Giannetto).

La Provincia ha presentato ai componenti dell’Unità Operativa il progetto pilota sui Patti territoriali, candidato al Ministero dello Sviluppo Economico. Il Progetto Pilota, con i suoi 30 interventi infrastrutturali interconnessi tra di loro, e le 8 idee di impresa ad essi collegate, consentirà di sviluppare un nuovo modello territoriale che porterà ad una crescita complessiva. Per favorire l’interconnessione e la coerenza delle progettualità si è attuata una specifica metodologia. La creazione di un sistema caratterizzato dal recupero e la valorizzazioni di beni immobili, la promozione dell’utilizzo di mezzi di trasporto ecologici, la creazione di aree verdi, consentono di creare un’area di una certa godibilità ambientale e paesaggistica. Il modello del Progetto Pilota potrà essere replicato sul territorio stesso, utilizzando altri strumenti finanziari regionali, nazionali o europei, oppure anche in altri contesti nazionali ed internazionali, grazie alla rete di partenariato che la Provincia ha costruito in questi anni.

Un’altra parte della riunione è stata dedicata, poi, ad aprire una discussione sulle Comunità energetiche rinnovabili, un modello innovativo di gestione dell’energia già ampiamente diffuso in Nord Europa. Le nuove disposizioni favoriranno soprattutto la diffusione delle energie verdi e sostenibili, per creare sistemi virtuosi di produzione, autoconsumo e condivisione dell’energia tramite le comunità energetiche rinnovabili. Una comunità energetica è un’associazione composta da enti  pubblici locali, aziende, attività commerciali o cittadini privati, i quali scelgono di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’autoconsumo attraverso un modello basato sulla condivisione. Si tratta, dunque, di una forma energetica collaborativa, incentrata su un sistema di scambio locale per favorire la gestione congiunta, lo sviluppo sostenibile e ridurre la dipendenza energetica dal sistema elettrico nazionale. E’ intervenuto il dirigente della Regione Puglia Francesco Corvace, che ha presentato le linee guida regionali in materia.

Si è parlato, infine, del progetto sulla Riforestazione relativo alle attività effettuate dalla Provincia, che si inserisce sempre nel quadro di uno sviluppo sostenibile del territorio.

Il Presidente della Provincia di Lucca alla riunione Comitato europeo delle Regioni

«Grande unità di intenti tra gli amministratori locali e le organizzazioni del settore forestale sull’importanza delle foreste nello sviluppo dei territori». Questo è il principale aspetto sottolineato dal presidente della Provincia, Luca Menesini, partecipando alla riunione del Comitato europeo delle Regioni, dove ha rappresentato la Toscana e, al termine della quale, è stato decisa l’organizzazione del seminario online ‘European Green Deal and Fit for 55 Package – The Role of Forests and Regions’.

La riunione ha permesso a Menesini di illustrare come la Toscana sia un esempio della possibilità di coniugare le funzioni ecologiche e ambientali delle foreste con quelle sociali ed economiche, grazie alla corretta gestione delle foreste e a una forte cultura forestale. 

«La crescita della superficie forestale in Europa – prosegue Menesini – è una testimonianza della nostra capacità nel garantire le sostenibilità della risorsa, coniugandone i fini ecologici e ambientali con quelli sociali ed economici».

Di fatto, quindi, le regioni europee si coalizzano per difendere il ruolo strategico e multifunzionale delle foreste, nel contesto del rinnovato quadro politico dell’Ue, con l’iniziativa di questo seminario, promosso dal grippo delle Regioni forestali europee, coordinato alle regioni finlandesi e spagnole, all’interno di una più ampia rete Eriaff (Regioni d’Europa per l’innovazione in agricoltura, alimentare e foreste), coordinata proprio dalla Regione Toscana. 

Le Regioni hanno condiviso le proprie preoccupazioni sulle possibili ripercussioni che una riduzione dell’uso a fini economici delle foreste potrebbe generare sulla spinta di alcune previsioni politiche a livello Ue, togliendo un elemento di sussistenza per le comunità rurali e le popolazioni che confidano anche sull’economia generata dalle foreste.

«Durante la conferenza – dice Menesini al termine dell’incontro organizzato con il contributo della Regione Toscana e del suo ufficio a Bruxelles – abbiamo dato un contributo importante alle istituzioni europee nell’orientare al meglio le future politiche che potrebbero impattare negativamente sul settore».

Il seminario ha accolto le posizioni dei rappresentanti delle istituzioni europee (Parlamento europeo, Commissione UE, Comitato europeo delle Regioni e Comicato economico e sociale europeo), oltre che dei rappresentanti di numerose organizzazioni internazionali del settore. Le regioni europee hanno, inoltre, presentato la loro posizione comune, aperta all’adesione di altre regioni d’Europa e disponibile sul sito Eriaff (www.eriaff.com/)

Il Presidente della Provincia di Lucca alla riunione Comitato europeo delle Regioni

«Grande unità di intenti tra gli amministratori locali e le organizzazioni del settore forestale sull’importanza delle foreste nello sviluppo dei territori». Questo è il principale aspetto sottolineato dal presidente della Provincia, Luca Menesini, partecipando alla riunione del Comitato europeo delle Regioni, dove ha rappresentato la Toscana e, al termine della quale, è stato decisa l’organizzazione del seminario online ‘European Green Deal and Fit for 55 Package – The Role of Forests and Regions’.

La riunione ha permesso a Menesini di illustrare come la Toscana sia un esempio della possibilità di coniugare le funzioni ecologiche e ambientali delle foreste con quelle sociali ed economiche, grazie alla corretta gestione delle foreste e a una forte cultura forestale. 

«La crescita della superficie forestale in Europa – prosegue Menesini – è una testimonianza della nostra capacità nel garantire le sostenibilità della risorsa, coniugandone i fini ecologici e ambientali con quelli sociali ed economici».

Di fatto, quindi, le regioni europee si coalizzano per difendere il ruolo strategico e multifunzionale delle foreste, nel contesto del rinnovato quadro politico dell’Ue, con l’iniziativa di questo seminario, promosso dal grippo delle Regioni forestali europee, coordinato alle regioni finlandesi e spagnole, all’interno di una più ampia rete Eriaff (Regioni d’Europa per l’innovazione in agricoltura, alimentare e foreste), coordinata proprio dalla Regione Toscana. 

Le Regioni hanno condiviso le proprie preoccupazioni sulle possibili ripercussioni che una riduzione dell’uso a fini economici delle foreste potrebbe generare sulla spinta di alcune previsioni politiche a livello Ue, togliendo un elemento di sussistenza per le comunità rurali e le popolazioni che confidano anche sull’economia generata dalle foreste.

«Durante la conferenza – dice Menesini al termine dell’incontro organizzato con il contributo della Regione Toscana e del suo ufficio a Bruxelles – abbiamo dato un contributo importante alle istituzioni europee nell’orientare al meglio le future politiche che potrebbero impattare negativamente sul settore».

Il seminario ha accolto le posizioni dei rappresentanti delle istituzioni europee (Parlamento europeo, Commissione UE, Comitato europeo delle Regioni e Comicato economico e sociale europeo), oltre che dei rappresentanti di numerose organizzazioni internazionali del settore. Le regioni europee hanno, inoltre, presentato la loro posizione comune, aperta all’adesione di altre regioni d’Europa e disponibile sul sito Eriaff (www.eriaff.com/)

Ddl montagna, UPI “Soddisfazione per il varo in Consiglio dei Ministri”

«La montagna smette di essere periferia e luogo remoto ed entra a pieno titolo nelle aree nevralgiche del Paese». È il commento di Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, in rappresentanza del Comitato  Direttivo dell’UPI, al varo in consiglio dei ministri del Ddl montagna (“Disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane”).

Il disegno di legge introduce misure organiche a sostegno della montagna, raccogliendo in un testo unitario e sistematico interventi normativi finalizzati a ridurre le condizioni di svantaggio dei territori montani. In particolare, misure per attrarre medici e insegnanti, misure per incentivare l’agricoltura di montagna ed evitare lo spopolamento.

«Come ho avuto modo di dire alla lettura delle prime bozze – sottolinea l’esponente dell’UPI –  il valore aggiunto di questa legge è il fatto che non si parla di sussidi alla montagna, ma di sviluppo omogeneo delle aree, con un’attenzione particolare a cittadini e imprese, nella logica di tenere le persone a vivere nelle cosiddette “terre alte”» sottolinea il presidente Padrin. «I territori diventano protagonisti. E le Province possono avere un ruolo chiave nell’attuare politiche legate ai rispettivi piani strategici che ben si integrano nel quadro di questa legge. Da bellunesi lo sappiamo bene e lo abbiamo sempre sostenuto: la montagna non è solo la nostra casa, ma è anche una risorsa ambientale, paesaggistica, storico-culturale e sociale. Ora ci auguriamo che l’iter prosegua spedito e ci sia piena convergenza su queste tematiche».

Ddl montagna, UPI “Soddisfazione per il varo in Consiglio dei Ministri”

«La montagna smette di essere periferia e luogo remoto ed entra a pieno titolo nelle aree nevralgiche del Paese». È il commento di Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, in rappresentanza del Comitato  Direttivo dell’UPI, al varo in consiglio dei ministri del Ddl montagna (“Disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane”).

Il disegno di legge introduce misure organiche a sostegno della montagna, raccogliendo in un testo unitario e sistematico interventi normativi finalizzati a ridurre le condizioni di svantaggio dei territori montani. In particolare, misure per attrarre medici e insegnanti, misure per incentivare l’agricoltura di montagna ed evitare lo spopolamento.

«Come ho avuto modo di dire alla lettura delle prime bozze – sottolinea l’esponente dell’UPI –  il valore aggiunto di questa legge è il fatto che non si parla di sussidi alla montagna, ma di sviluppo omogeneo delle aree, con un’attenzione particolare a cittadini e imprese, nella logica di tenere le persone a vivere nelle cosiddette “terre alte”» sottolinea il presidente Padrin. «I territori diventano protagonisti. E le Province possono avere un ruolo chiave nell’attuare politiche legate ai rispettivi piani strategici che ben si integrano nel quadro di questa legge. Da bellunesi lo sappiamo bene e lo abbiamo sempre sostenuto: la montagna non è solo la nostra casa, ma è anche una risorsa ambientale, paesaggistica, storico-culturale e sociale. Ora ci auguriamo che l’iter prosegua spedito e ci sia piena convergenza su queste tematiche».

Comuni ricicloni, dal Presidente della Provincia di Latina i complimenti ai sindaci

“I premi assegnati da Legambiente ai Comuni ricicloni della provincia di Latina con Spigno Saturnia, Norma e Fondi che hanno guadagnato i primi tre posti del podio nel Lazio rappresentano un risultato di grande prestigio, fondamentale per il percorso verso un sistema di raccolta differenziata diffuso sull’intero territorio che abbiamo in mente”.

Il presidente della Provincia Gerardo Stefanelli nel commentare i dati sulla raccolta differenziata fa i complimenti ai sindaci delle amministrazioni che hanno raggiunto questo traguardo e sottolinea come il quadro generale sia davvero rassicurante.

“Il fatto che complessivamente ben 23 Comuni pontini hanno superato la soglia del 65% e altri sei sono sopra il 50%  nella differenziata – sottolinea Stefanelli – mette in evidenza gli importanti passi avanti fatti negli ultimi anni e ci consente di guardare con ottimismo all’organizzazione del sistema dei rifiuti sul quale stiamo lavorando. Sono convinto che, grazie al sistema di raccolta porta a porta varato dall’amministrazione comunale di Latina e la larga adesione ai progetti dell’azienda Abc da parte di altri Comuni con un grande lavoro di squadra, nei prossimi cinque anni sarà possibile raggiungere il risultato del 65% su base provinciale recuperando il gap attuale. Questa prospettiva avrà una ricaduta fondamentale anche sul piano dei rifiuti perché l’incremento della raccolta differenziata ci consentirà di pensare ad un impianto per il trattamento del residuo secco di minori dimensioni.

L’invito rivolto da parte mia a sindaci e amministratori – conclude – è quello di continuare ad impegnarsi per incrementare la percentuale di raccolta differenziata così da poter contribuire ad una maggiore tutela dell’ambiente e ad un sistema di trattamento il meno impattante possibile”.

Comuni ricicloni, dal Presidente della Provincia di Latina i complimenti ai sindaci

“I premi assegnati da Legambiente ai Comuni ricicloni della provincia di Latina con Spigno Saturnia, Norma e Fondi che hanno guadagnato i primi tre posti del podio nel Lazio rappresentano un risultato di grande prestigio, fondamentale per il percorso verso un sistema di raccolta differenziata diffuso sull’intero territorio che abbiamo in mente”.

Il presidente della Provincia Gerardo Stefanelli nel commentare i dati sulla raccolta differenziata fa i complimenti ai sindaci delle amministrazioni che hanno raggiunto questo traguardo e sottolinea come il quadro generale sia davvero rassicurante.

“Il fatto che complessivamente ben 23 Comuni pontini hanno superato la soglia del 65% e altri sei sono sopra il 50%  nella differenziata – sottolinea Stefanelli – mette in evidenza gli importanti passi avanti fatti negli ultimi anni e ci consente di guardare con ottimismo all’organizzazione del sistema dei rifiuti sul quale stiamo lavorando. Sono convinto che, grazie al sistema di raccolta porta a porta varato dall’amministrazione comunale di Latina e la larga adesione ai progetti dell’azienda Abc da parte di altri Comuni con un grande lavoro di squadra, nei prossimi cinque anni sarà possibile raggiungere il risultato del 65% su base provinciale recuperando il gap attuale. Questa prospettiva avrà una ricaduta fondamentale anche sul piano dei rifiuti perché l’incremento della raccolta differenziata ci consentirà di pensare ad un impianto per il trattamento del residuo secco di minori dimensioni.

L’invito rivolto da parte mia a sindaci e amministratori – conclude – è quello di continuare ad impegnarsi per incrementare la percentuale di raccolta differenziata così da poter contribuire ad una maggiore tutela dell’ambiente e ad un sistema di trattamento il meno impattante possibile”.

Il Presidente del Consiglio Draghi in visita ai laboratori del Gran Sasso

C’era anche il Presidente della Provincia dell’Aquila Angelo Caruso ad accogliere, insieme al Presidente della regione Marsilio ed il sindaco Biondi, il Presidente del Consiglio Mario Draghi, il Premio Nobel alla fisica Giorgio Parisi, e la Ministra dell’università e della ricerca Maria Cristina Messa.

L’incontro è avvenuto presso i laboratori dell’INFN del Gran Sasso ed è stato utile per ribadire, oltre all’importanza del ruolo femminile nel mondo della scienza, la necessità di continuare ad investire nell’ambito scientifico. Il sito di ricerca del Gran Sasso rappresenta un’eccellenza a livello mondiale e merita, come tutte le realtà che mirano al progresso, sostegno da parte delle Istituzioni. I laboratori del Gran Sasso sono inoltre un grande esempio di
inclusività, oltre 1000 scienziati di 29 diverse nazionalità ogni giorno collaborano a ben 15 esperimenti in fase di realizzazione.

Il Premier Draghi ha esortato a rifiutare le pulsioni antiscientifiche degli ultimi anni ed ha chiuso il suo intervento con una frase molto significativa: “Tocca a tutti noi prenderci cura della scienza, come

Il Presidente del Consiglio Draghi in visita ai laboratori del Gran Sasso

C’era anche il Presidente della Provincia dell’Aquila Angelo Caruso ad accogliere, insieme al Presidente della regione Marsilio ed il sindaco Biondi, il Presidente del Consiglio Mario Draghi, il Premio Nobel alla fisica Giorgio Parisi, e la Ministra dell’università e della ricerca Maria Cristina Messa.

L’incontro è avvenuto presso i laboratori dell’INFN del Gran Sasso ed è stato utile per ribadire, oltre all’importanza del ruolo femminile nel mondo della scienza, la necessità di continuare ad investire nell’ambito scientifico. Il sito di ricerca del Gran Sasso rappresenta un’eccellenza a livello mondiale e merita, come tutte le realtà che mirano al progresso, sostegno da parte delle Istituzioni. I laboratori del Gran Sasso sono inoltre un grande esempio di
inclusività, oltre 1000 scienziati di 29 diverse nazionalità ogni giorno collaborano a ben 15 esperimenti in fase di realizzazione.

Il Premier Draghi ha esortato a rifiutare le pulsioni antiscientifiche degli ultimi anni ed ha chiuso il suo intervento con una frase molto significativa: “Tocca a tutti noi prenderci cura della scienza, come

La Polizia Provinciale della Provincia di Brescia interviene sulle piste da sci

Come ogni anno, la Polizia Provinciale di Brescia, oltre alle consuete attività di sorveglianza ittico-venatoria e di controllo stradale, durante la stagione invernale effettua il servizio di soccorso sciistico sulle piste del Comprensorio Ponte di Legno – Tonale – Temù.

I cinque agenti impegnati in questa attività si avvalgono di una motoslitta corredata di toboga: dall’inizio della stagione sono stati 11 gli interventi di soccorso effettuati dalla Polizia Provinciale, l’ultimo dei quali si è verificato ieri mattina in favore di un cittadino israeliano.

La Polizia Provinciale vigila inoltre sul rispetto delle norme di comportamento degli utenti sulle piste e, da quest’anno, effettua i controlli a campione per la verifica dei Green Pass, obbligatori per accedere agli impianti. In caso di incidente, gli agenti del soccorso sciistico della Polizia Provinciale effettuano infine accertamenti giudiziari e rilievi sui sinistri avvenuti sulle piste.

La formazione continua degli agenti è una componente fondamentale per la qualità dei servizi erogati: oltre ai corsi di primo soccorso, che abilitano gli agenti alla stabilizzazione e al trasporto di una persona traumatizzata, ogni due anni viene effettuato un corso di aggiornamento per l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico DAE, dispositivo presente nella casetta del soccorso piste alla fine della seggiovia Roccolo e a disposizione di tutti i membri del soccorso alpino.

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