Categoria: Ambiente e Territorio

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Il drone della Provincia di Novara per i controlli sul territorio

E’ stato ribattezzato “Maverick” il drone della Provincia di Novara che questa mattina ha
ufficialmente spiccato il suo primo volo di ricognizione nelle campagne di Barengo, nei pressi del
castello di Proh.
Oltre ai tecnici del Settore della Polizia provinciale erano presenti il presidente Federico Binatti e i
consiglieri delegati alla Polizia provinciale Andrea Bricco, alla Caccia e Pesca Maurizio Nieli e alla
Viabilità Marzia Vicenzi, <<i tre settori – spiegano gli amministratori – che godranno
principalmente del lavoro di “Maverick”, dal momento che il suo utilizzo è finalizzato alle attività
di prevenzione e al controllo di varie criticità del nostro territorio delle quali si occupano gli agenti
della Polizia provinciale e i volontari delle Guardie ecologiche venatorie e ittiche. In breve tempo
avremo dunque preziose informazioni rispetto a problematiche che vanno dalle discariche abusive,
al monitoraggio delle attività di escavazione, alla presenza e ai danni arrecati dai cinghiali, allo stato
dei ponti e degli alvei di fiumi e torrenti, alle situazioni emergenziali che spesso devono affrontare
anche i volontari del Coordinamento provinciale della Protezione civile. Insomma, il drone è uno
strumento che riteniamo un prezioso alleato a supporto delle azioni di tutela dell’ambiente e anche
della sicurezza dei cittadini>>.
“Maverick” è un’apparecchiatura di ultima generazione: si tratta di un “Phantom 4 Advanced”, tra i
modelli più performanti in commercio, con un’autonomia di volo di circa mezz’ora, in grado di
raggiungere la velocità massima di 57,6 chilometri orari, con un raggio d’azione di 3,5 chilometri e
dotato di fotocamera da dodici megapixel in grado di realizzare filmati e scattare fino a cinquanta
fotogrammi al secondo.
<<Le immagini – spiegano i tecnici – sono ad altissima definizione. Vero che questo genere di
apparecchiature possono arrivare fino a cinquemila metri di altezza, ma è anche vero che i piani di
volo devono sempre rispondere alle disposizioni zonali dell’Ente nazionale per l’aviazione civile, al
quale la Provincia si è rivolta per il rilascio dell’autorizzazione del drone e per formare il proprio
personale all’uso di questo strumento>>.
Il presidente Binatti rimarca il fatto che la nostra Provincia sia stata <<tra le prime a livello
nazionale a dotarsi di questa apparecchiature: siamo orgogliosi del fatto che il nostro esempio sia
stato seguito anche da altre realtà. L’uso della moderna tecnologia rappresenta sicuramente un plus
del quale si dovrebbe approfittare, perché questi mezzi contribuiscono a migliorare, in maniera
concreta e sicura, il servizio e la presenza sul territorio>>

L’investimento dell’Ente è stato di circa 1.500 euro per l’acquisto della strumentazione, <<cifra –
precisa il consigliere Bricco – alla quale si devono aggiungere le spese per la formazione di tre unità
del personale della Provincia, per circa 5.000 euro complessivi. Si tratta di un investimento che
abbiamo ritenuto necessario e prioritario rispetto alle problematiche che spesso ci vengono
segnalate dai cittadini dei nostri Comuni. La dotazione del drone da parte della Polizia provinciale e
dei Settori Caccia e Pesca e Viabilità virtualmente rappresenta non uno, ma diversi “uomini” in più,
“uomini” che possono muoversi in modo più rapido sul territorio, arrivando anche dove è
difficoltoso arrivare, e soprattutto – conclude il consigliere – restituendo immagini reali e
inconfutabili riferite alle varie situazioni>>.

Il drone della Provincia di Novara per i controlli sul territorio

E’ stato ribattezzato “Maverick” il drone della Provincia di Novara che questa mattina ha
ufficialmente spiccato il suo primo volo di ricognizione nelle campagne di Barengo, nei pressi del
castello di Proh.
Oltre ai tecnici del Settore della Polizia provinciale erano presenti il presidente Federico Binatti e i
consiglieri delegati alla Polizia provinciale Andrea Bricco, alla Caccia e Pesca Maurizio Nieli e alla
Viabilità Marzia Vicenzi, <<i tre settori – spiegano gli amministratori – che godranno
principalmente del lavoro di “Maverick”, dal momento che il suo utilizzo è finalizzato alle attività
di prevenzione e al controllo di varie criticità del nostro territorio delle quali si occupano gli agenti
della Polizia provinciale e i volontari delle Guardie ecologiche venatorie e ittiche. In breve tempo
avremo dunque preziose informazioni rispetto a problematiche che vanno dalle discariche abusive,
al monitoraggio delle attività di escavazione, alla presenza e ai danni arrecati dai cinghiali, allo stato
dei ponti e degli alvei di fiumi e torrenti, alle situazioni emergenziali che spesso devono affrontare
anche i volontari del Coordinamento provinciale della Protezione civile. Insomma, il drone è uno
strumento che riteniamo un prezioso alleato a supporto delle azioni di tutela dell’ambiente e anche
della sicurezza dei cittadini>>.
“Maverick” è un’apparecchiatura di ultima generazione: si tratta di un “Phantom 4 Advanced”, tra i
modelli più performanti in commercio, con un’autonomia di volo di circa mezz’ora, in grado di
raggiungere la velocità massima di 57,6 chilometri orari, con un raggio d’azione di 3,5 chilometri e
dotato di fotocamera da dodici megapixel in grado di realizzare filmati e scattare fino a cinquanta
fotogrammi al secondo.
<<Le immagini – spiegano i tecnici – sono ad altissima definizione. Vero che questo genere di
apparecchiature possono arrivare fino a cinquemila metri di altezza, ma è anche vero che i piani di
volo devono sempre rispondere alle disposizioni zonali dell’Ente nazionale per l’aviazione civile, al
quale la Provincia si è rivolta per il rilascio dell’autorizzazione del drone e per formare il proprio
personale all’uso di questo strumento>>.
Il presidente Binatti rimarca il fatto che la nostra Provincia sia stata <<tra le prime a livello
nazionale a dotarsi di questa apparecchiature: siamo orgogliosi del fatto che il nostro esempio sia
stato seguito anche da altre realtà. L’uso della moderna tecnologia rappresenta sicuramente un plus
del quale si dovrebbe approfittare, perché questi mezzi contribuiscono a migliorare, in maniera
concreta e sicura, il servizio e la presenza sul territorio>>

L’investimento dell’Ente è stato di circa 1.500 euro per l’acquisto della strumentazione, <<cifra –
precisa il consigliere Bricco – alla quale si devono aggiungere le spese per la formazione di tre unità
del personale della Provincia, per circa 5.000 euro complessivi. Si tratta di un investimento che
abbiamo ritenuto necessario e prioritario rispetto alle problematiche che spesso ci vengono
segnalate dai cittadini dei nostri Comuni. La dotazione del drone da parte della Polizia provinciale e
dei Settori Caccia e Pesca e Viabilità virtualmente rappresenta non uno, ma diversi “uomini” in più,
“uomini” che possono muoversi in modo più rapido sul territorio, arrivando anche dove è
difficoltoso arrivare, e soprattutto – conclude il consigliere – restituendo immagini reali e
inconfutabili riferite alle varie situazioni>>.

Il Presidente della Provincia di Belluno da Papa Francesco

Il presidente della Provincia di Belluno ha partecipato questa mattina all’Udienza generale del Santo Padre, in Vaticano. Con l’occasione, ha omaggiato il pontefice di uno speciale ricordo della tempesta Vaia, dell’ottobre 2018. Un calendario dell’Avvento scolpito in uno dei tronchi schiantati dal maltempo, con i nomi di tutti i Comuni bellunesi colpiti, opera dello scultore Rudi De Candido, con la collaborazione del calligrafo Floriano Cian.

«È stata un’emozione grandissima poter incontrare Papa Francesco per portargli un regalo di rappresentanza della nostra terra – commenta il presidente Roberto Padrin -. La tempesta Vaia è stata un evento eccezionale, assolutamente disastroso. Ma da quella tragedia le nostre comunità si sono subito impegnate per la ricostruzione, e l’omaggio portato al Papa rappresenta proprio questo, un fortissimo segno di rinascita».
Il calendario dell’Avvento è stato consegnato a margine dell’Udienza generale, dal presidente Padrin, accompagnato dal consigliere provinciale Massimo Bortoluzzi, dall’assessore regionale alla cultura Cristiano Corazzari e da una delegazione bellunese.
«Ho spiegato al Santo Padre il significato e la realizzazione dell’opera, e gli ho detto che lo aspettiamo a Belluno – prosegue Roberto Padrin -. Mi ha colpito la sua risposta: “Per la beatificazione di Papa Luciani”. Non posso nascondere l’emozione per le sue parole, che ci aprono la speranza di poter ricevere il Papa tra le nostre montagne. Sarebbe una benedizione enorme per tutto il territorio e per tutti i bellunesi».

Il Presidente della Provincia di Belluno da Papa Francesco

Il presidente della Provincia di Belluno ha partecipato questa mattina all’Udienza generale del Santo Padre, in Vaticano. Con l’occasione, ha omaggiato il pontefice di uno speciale ricordo della tempesta Vaia, dell’ottobre 2018. Un calendario dell’Avvento scolpito in uno dei tronchi schiantati dal maltempo, con i nomi di tutti i Comuni bellunesi colpiti, opera dello scultore Rudi De Candido, con la collaborazione del calligrafo Floriano Cian.

«È stata un’emozione grandissima poter incontrare Papa Francesco per portargli un regalo di rappresentanza della nostra terra – commenta il presidente Roberto Padrin -. La tempesta Vaia è stata un evento eccezionale, assolutamente disastroso. Ma da quella tragedia le nostre comunità si sono subito impegnate per la ricostruzione, e l’omaggio portato al Papa rappresenta proprio questo, un fortissimo segno di rinascita».
Il calendario dell’Avvento è stato consegnato a margine dell’Udienza generale, dal presidente Padrin, accompagnato dal consigliere provinciale Massimo Bortoluzzi, dall’assessore regionale alla cultura Cristiano Corazzari e da una delegazione bellunese.
«Ho spiegato al Santo Padre il significato e la realizzazione dell’opera, e gli ho detto che lo aspettiamo a Belluno – prosegue Roberto Padrin -. Mi ha colpito la sua risposta: “Per la beatificazione di Papa Luciani”. Non posso nascondere l’emozione per le sue parole, che ci aprono la speranza di poter ricevere il Papa tra le nostre montagne. Sarebbe una benedizione enorme per tutto il territorio e per tutti i bellunesi».

La Provincia di Siena ospita Eurosite

E’ in corso nel complesso del Museo della Biodiversità,  a Monticiano, non lontano da Siena,  la riunione annuale di Eurosite, l’organizzazione europea che riunisce i gestori governativi e privati delle aree naturali protette.

Un appuntamento importante, che tra l’altro cade proprio nel trentennale della rete, a cui partecipano circa 45 membri, di 20 paesi europei.

Per l’Italia, unico rappresentante, è WWF Oasi, la Società che gestisce una rete nazionale di oasi del WWF e lo stesso Museo della Biodiversità.

“Nuovi approcci alla conservazione della natura e alla protezione delle risorse” : questo il titolo dell’appuntamento di quest’anno, un modo per confrontarsi su esperienze condivise, conoscenza e innovazione.

Anche se le tecnologie moderne permettono infatti uno scambio veloce e diffuso delle informazioni ed è facile confrontarsi dalle proprie postazioni senza muoversi, gli incontri dal vivo svolgono ancora oggi una funzione importante, sia per lo scambio delle notizie che per la condivisione delle strategie.

Soprattutto nel settore della gestione delle aree naturali, le esperienze sul campo sono fondamentali per l’arricchimento delle conoscenze, per l’affinamento delle metodologie e per l’innovazione degli strumenti.

Come ha dichiarato il Presidente di Eurosite Stefan Versweyveld “La riunione di quest’anno ha un valore aggiunto per i trent’anni dell’organizzazione perché si svolge proprio dove la biodiversità e la conservazione della natura  si praticano ogni giorno. Eurosite è nata in un momento in cui in Europa c’era bisogno di una rete che riunisse i professionisti del settore e i policy makers . A distanza di trent’anni l’organizzazione ha avuto un impatto e un ruolo importante nel promuovere lo scambio di conoscenze ed esperienze, l’avvio di nuove opportunità e progetti volti alla tutela di importanti angoli di biodiversità europea”.

La conferenza, partita oggi e che vedrà impegnati i partecipanti per 4 intense giornate di lavoro, si concentrerà su vari e nuovi approcci alla conservazione della natura, compresi nuovi criteri per garantire le risorse. Gli argomenti spazieranno dalla pianificazione della gestione, alla conservazione delle torbiere e dall’impegno della società civile alle infrastrutture verdi urbane e ai servizi ecosistemici.

Inoltre, i partecipanti possono scegliere di prendere parte a seminari sulla pianificazione della gestione, il ripristino delle torbiere e / o i meccanismi di finanziamento per la conservazione.

È questo lo spirito di Eurosite, di cui WWF Oasi è parte attiva, sia nella gestione delle oasi, sia nei progetti di conservazione e di educazione oltre che i progetti di sviluppo che permettono di dare una visione pluriennale.

Aver scelto l’Italia e il Museo della Biodiversità, unico nel suo genere in Itala e in Europa, è un grande riconoscimento al lavoro svolto dal WWF nella tutela concreta del territorio e della biodiversità. Ed è la conferma che anche un soggetto privato può svolgere un ruolo così importante per l’interesse di tutti, sia come strumento funzionale delle amministrazioni, sia come investimento autonomo. Un ruolo, quello dei privati, che merita di essere valorizzato più di quanto fatto fino ad oggi. Sul tema è proprio in corso un Progetto Life, European Land Conservation Network – ELCN.

Domani la riunione sarà aperta anche a degli attori istituzionali del territorio toscano che porteranno il loro contributo in termini di esperienza.

 

 

La Provincia di Siena ospita Eurosite

E’ in corso nel complesso del Museo della Biodiversità,  a Monticiano, non lontano da Siena,  la riunione annuale di Eurosite, l’organizzazione europea che riunisce i gestori governativi e privati delle aree naturali protette.

Un appuntamento importante, che tra l’altro cade proprio nel trentennale della rete, a cui partecipano circa 45 membri, di 20 paesi europei.

Per l’Italia, unico rappresentante, è WWF Oasi, la Società che gestisce una rete nazionale di oasi del WWF e lo stesso Museo della Biodiversità.

“Nuovi approcci alla conservazione della natura e alla protezione delle risorse” : questo il titolo dell’appuntamento di quest’anno, un modo per confrontarsi su esperienze condivise, conoscenza e innovazione.

Anche se le tecnologie moderne permettono infatti uno scambio veloce e diffuso delle informazioni ed è facile confrontarsi dalle proprie postazioni senza muoversi, gli incontri dal vivo svolgono ancora oggi una funzione importante, sia per lo scambio delle notizie che per la condivisione delle strategie.

Soprattutto nel settore della gestione delle aree naturali, le esperienze sul campo sono fondamentali per l’arricchimento delle conoscenze, per l’affinamento delle metodologie e per l’innovazione degli strumenti.

Come ha dichiarato il Presidente di Eurosite Stefan Versweyveld “La riunione di quest’anno ha un valore aggiunto per i trent’anni dell’organizzazione perché si svolge proprio dove la biodiversità e la conservazione della natura  si praticano ogni giorno. Eurosite è nata in un momento in cui in Europa c’era bisogno di una rete che riunisse i professionisti del settore e i policy makers . A distanza di trent’anni l’organizzazione ha avuto un impatto e un ruolo importante nel promuovere lo scambio di conoscenze ed esperienze, l’avvio di nuove opportunità e progetti volti alla tutela di importanti angoli di biodiversità europea”.

La conferenza, partita oggi e che vedrà impegnati i partecipanti per 4 intense giornate di lavoro, si concentrerà su vari e nuovi approcci alla conservazione della natura, compresi nuovi criteri per garantire le risorse. Gli argomenti spazieranno dalla pianificazione della gestione, alla conservazione delle torbiere e dall’impegno della società civile alle infrastrutture verdi urbane e ai servizi ecosistemici.

Inoltre, i partecipanti possono scegliere di prendere parte a seminari sulla pianificazione della gestione, il ripristino delle torbiere e / o i meccanismi di finanziamento per la conservazione.

È questo lo spirito di Eurosite, di cui WWF Oasi è parte attiva, sia nella gestione delle oasi, sia nei progetti di conservazione e di educazione oltre che i progetti di sviluppo che permettono di dare una visione pluriennale.

Aver scelto l’Italia e il Museo della Biodiversità, unico nel suo genere in Itala e in Europa, è un grande riconoscimento al lavoro svolto dal WWF nella tutela concreta del territorio e della biodiversità. Ed è la conferma che anche un soggetto privato può svolgere un ruolo così importante per l’interesse di tutti, sia come strumento funzionale delle amministrazioni, sia come investimento autonomo. Un ruolo, quello dei privati, che merita di essere valorizzato più di quanto fatto fino ad oggi. Sul tema è proprio in corso un Progetto Life, European Land Conservation Network – ELCN.

Domani la riunione sarà aperta anche a degli attori istituzionali del territorio toscano che porteranno il loro contributo in termini di esperienza.

 

 

Provincia di Lecco: al via l’operazione fiumi sicuri

La Provincia di Lecco, pur nelle difficoltà di bilancio, consapevole che solo la manutenzione programmata del territorio può mitigare le evidenze del dissesto idrogeologico, ha individuato le risorse per dare continuità anche nell’anno in corso all’operazione Fiumi sicuri, cofinanziando progetti di prevenzione da fenomeni di dissesto idrogeologico presentati dagli enti partecipanti allo specifico bando.

Riparte quindi l’operazione Fiumi sicuri per la prevenzione del dissesto idrogeologico nella provincia di Lecco, con mirati interventi di pulizia dei torrenti nell’ambito di specifiche attività esercitative di Protezione civile.

Alcune centinaia di volontari di Protezione civile metteranno a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze per liberare i torrenti da ramaglie e da ogni altro materiale depositatosi, con il vantaggio di rendere migliore il deflusso delle acque, anche in previsione delle future precipitazioni.

Queste periodiche attività, al centro dell’attività di prevenzione, supportate economicamente dalla Provincia di Lecco in accordo con i Comuni, le Comunità montane e le organizzazioni di volontariato, risultano particolarmente importanti e necessarie dopo l’eccezionale ondata di maltempo dei mesi scorsi.

Di seguito gli enti locali e le associazioni di Protezione civile che hanno ottenuto il contributo provinciale, pari complessivamente a 53.695,07 euro, a copertura dell’80% per gli enti e al 100% per le associazioni delle spese previste: Comuni di Merate, Bellano, Sirone, Brivio, Valvarrone, Pasturo, Dolzago, Galbiate, Rogeno, Dorio, Olginate, Mandello del Lario, Nibionno, oltre a Comunità montana Lario orientale Valle San Martino, Comunità montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera, Ana (Associazione nazionale alpini) che hanno programmato diverse attività sul territorio.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito dell’attuazione del protocollo d’intesa siglato tra Regione Lombardia e Province lombarde, volto alla prevenzione dei fenomeni di dissesto idrogeologico e del rischio idraulico, grazie alla preziosa risorsa del volontariato di Protezione civile.

L’attività ha anche una finalità di esercitazione provinciale oltre che di sensibilizzazione, essendo inserita tra le attività avviate nell’ambito della settimana nazionale della protezione civile, permettendo ai volontari di affinare le tecniche, per acquisire una sempre maggiore padronanza nell’utilizzo delle attrezzature.

“Un sentito ringraziamento ai Sindaci e ai numerosi volontari per la disponibilità e la pronta risposta che da sempre assicurano nell’ambito del sistema provinciale di Protezione civile, condividendo l’importanza della prevenzione a vantaggio di una sempre maggiore sicurezza del territorio e dei cittadini – commenta il Presidente della Provincia di Lecco Claudio UsuelliProprio in questi mesi, con avverse condizioni meteo che hanno colpito in modo eccezionale anche il nostro territorio, i volontari di Protezione civile hanno dimostrato tutta la loro sensibilità, operando con la massima competenza e organizzazione. Ora è necessario avviare e dare continuità agli interventi di manutenzione programmata del territorio, ripulendo fiumi e torrenti da rami e tronchi accumulati per evitare ulteriori inconvenienti e danni. L’attività di prevenzione dal dissesto idrogeologico resta una priorità per la Provincia di Lecco, al fianco dei Comuni e quale riferimento costante per la Regione”.

 

 

Provincia di Lecco: al via l’operazione fiumi sicuri

La Provincia di Lecco, pur nelle difficoltà di bilancio, consapevole che solo la manutenzione programmata del territorio può mitigare le evidenze del dissesto idrogeologico, ha individuato le risorse per dare continuità anche nell’anno in corso all’operazione Fiumi sicuri, cofinanziando progetti di prevenzione da fenomeni di dissesto idrogeologico presentati dagli enti partecipanti allo specifico bando.

Riparte quindi l’operazione Fiumi sicuri per la prevenzione del dissesto idrogeologico nella provincia di Lecco, con mirati interventi di pulizia dei torrenti nell’ambito di specifiche attività esercitative di Protezione civile.

Alcune centinaia di volontari di Protezione civile metteranno a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze per liberare i torrenti da ramaglie e da ogni altro materiale depositatosi, con il vantaggio di rendere migliore il deflusso delle acque, anche in previsione delle future precipitazioni.

Queste periodiche attività, al centro dell’attività di prevenzione, supportate economicamente dalla Provincia di Lecco in accordo con i Comuni, le Comunità montane e le organizzazioni di volontariato, risultano particolarmente importanti e necessarie dopo l’eccezionale ondata di maltempo dei mesi scorsi.

Di seguito gli enti locali e le associazioni di Protezione civile che hanno ottenuto il contributo provinciale, pari complessivamente a 53.695,07 euro, a copertura dell’80% per gli enti e al 100% per le associazioni delle spese previste: Comuni di Merate, Bellano, Sirone, Brivio, Valvarrone, Pasturo, Dolzago, Galbiate, Rogeno, Dorio, Olginate, Mandello del Lario, Nibionno, oltre a Comunità montana Lario orientale Valle San Martino, Comunità montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera, Ana (Associazione nazionale alpini) che hanno programmato diverse attività sul territorio.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito dell’attuazione del protocollo d’intesa siglato tra Regione Lombardia e Province lombarde, volto alla prevenzione dei fenomeni di dissesto idrogeologico e del rischio idraulico, grazie alla preziosa risorsa del volontariato di Protezione civile.

L’attività ha anche una finalità di esercitazione provinciale oltre che di sensibilizzazione, essendo inserita tra le attività avviate nell’ambito della settimana nazionale della protezione civile, permettendo ai volontari di affinare le tecniche, per acquisire una sempre maggiore padronanza nell’utilizzo delle attrezzature.

“Un sentito ringraziamento ai Sindaci e ai numerosi volontari per la disponibilità e la pronta risposta che da sempre assicurano nell’ambito del sistema provinciale di Protezione civile, condividendo l’importanza della prevenzione a vantaggio di una sempre maggiore sicurezza del territorio e dei cittadini – commenta il Presidente della Provincia di Lecco Claudio UsuelliProprio in questi mesi, con avverse condizioni meteo che hanno colpito in modo eccezionale anche il nostro territorio, i volontari di Protezione civile hanno dimostrato tutta la loro sensibilità, operando con la massima competenza e organizzazione. Ora è necessario avviare e dare continuità agli interventi di manutenzione programmata del territorio, ripulendo fiumi e torrenti da rami e tronchi accumulati per evitare ulteriori inconvenienti e danni. L’attività di prevenzione dal dissesto idrogeologico resta una priorità per la Provincia di Lecco, al fianco dei Comuni e quale riferimento costante per la Regione”.

 

 

Il progetto Threet in visita di studio alla Provincia di Livorno

Dal 28 al 30 ottobre i partner europei del progetto Threet, di cui la Provincia di Livorno è capofila, saranno in visita sul territorio. Ad un anno dall’inizio delle attività, il progetto si avvia al primo giro di boa, con l’organizzazione delle ultime visite di studio, organizzate ai fini dello scambio di conoscenze sulle migliori pratiche attuate per la valorizzazione dei beni culturali, il turismo con sistemi di mobilità sostenibile.
Grazie al progetto Threet, finanziato dal programma Interreg Europe, i soggetti portatori di interesse del nostro territorio, tra i quali enti locali, imprese e associazioni di categoria, selezionati dalla Provincia dopo appositi incontri, hanno potuto visitare varie località europee per conoscere progetti e servizi innovativi avviati nei paesi partner.
Durante la visita di studio in Italia, la Provincia e la Regione Toscana presenteranno le buone pratiche già realizzate in varie località del nostro territorio, relative all’accessibilità e alla sicurezza delle spiagge, la mobilità dolce e l’intermodalità nella zona costiera provinciale, il sistema integrato di valorizzazione naturale e archeologica, la gestione dei sentieri e governance dei Parchi in Val di Cornia, il sistema di informazioni storiche sui sentieri e valorizzazione di eco-prodotti nell’isola d’Elba e promozione di pacchetti turistici esperienziali.
“Un’attività di scambio di conoscenze estremamente positiva – sottolinea la presidente della Provincia Marida Bessi – che consente alle amministrazioni locali e alle nostre imprese di avviare e intrattenere rapporti con i corrispettivi europei, con l’obiettivo comune di facilitare la condivisione di esperienze positive, utili ai fini dello sviluppo di progettualità specifiche per i territori”.
La visita inizierà lunedi 28 ottobre con un workshop di presentazione e il trasferimento a Marina di Bibbona e successivamente a Bolgheri e Marina di Castagneto, dove saranno illustrati i progetti dei trenini turistici su gomma e la segnaletica di sicurezza sulle spiagge nonché le attività turistiche del luogo. Martedi 29 ottobre i partecipanti si sposteranno in Val di Cornia per la presentazione del sistema dei Parchi e visita alla Fortezza, alle aree minerarie e a quelle archeologiche di Baratti e Populonia. Nel pomeriggio partenza da Piombino per raggiungere l’Elba, cui sarà dedicata l’intera giornata di mercoledi 30 ottobre. Al mattino, a Portoferraio, è prevista una visita all’Infopoint e agli uffici del CAT, con presentazione del sistema di governance dei servizi di trasporto e del progetto SAPE. Nel pomeriggio visita al Monte Calamita e workshop finale al Living Lab realizzato con il progetto Mare di Agrumi.

Le visite già effettuate si sono svolte in Finlandia, Germania, Polonia, Ungheria e Romania. Dopo l’Italia gli ultimi incontri saranno a Malta e in Spagna.
Nel 2020 le attività del progetto Threet saranno volte alla elaborazione del Piano di azione, che vedrà la partecipazione attiva degli stake holder locali nella scelta delle buone pratiche e nella definizione delle azioni che costituiranno la base per le attività da implementare successivamente.

Il progetto Threet in visita di studio alla Provincia di Livorno

Dal 28 al 30 ottobre i partner europei del progetto Threet, di cui la Provincia di Livorno è capofila, saranno in visita sul territorio. Ad un anno dall’inizio delle attività, il progetto si avvia al primo giro di boa, con l’organizzazione delle ultime visite di studio, organizzate ai fini dello scambio di conoscenze sulle migliori pratiche attuate per la valorizzazione dei beni culturali, il turismo con sistemi di mobilità sostenibile.
Grazie al progetto Threet, finanziato dal programma Interreg Europe, i soggetti portatori di interesse del nostro territorio, tra i quali enti locali, imprese e associazioni di categoria, selezionati dalla Provincia dopo appositi incontri, hanno potuto visitare varie località europee per conoscere progetti e servizi innovativi avviati nei paesi partner.
Durante la visita di studio in Italia, la Provincia e la Regione Toscana presenteranno le buone pratiche già realizzate in varie località del nostro territorio, relative all’accessibilità e alla sicurezza delle spiagge, la mobilità dolce e l’intermodalità nella zona costiera provinciale, il sistema integrato di valorizzazione naturale e archeologica, la gestione dei sentieri e governance dei Parchi in Val di Cornia, il sistema di informazioni storiche sui sentieri e valorizzazione di eco-prodotti nell’isola d’Elba e promozione di pacchetti turistici esperienziali.
“Un’attività di scambio di conoscenze estremamente positiva – sottolinea la presidente della Provincia Marida Bessi – che consente alle amministrazioni locali e alle nostre imprese di avviare e intrattenere rapporti con i corrispettivi europei, con l’obiettivo comune di facilitare la condivisione di esperienze positive, utili ai fini dello sviluppo di progettualità specifiche per i territori”.
La visita inizierà lunedi 28 ottobre con un workshop di presentazione e il trasferimento a Marina di Bibbona e successivamente a Bolgheri e Marina di Castagneto, dove saranno illustrati i progetti dei trenini turistici su gomma e la segnaletica di sicurezza sulle spiagge nonché le attività turistiche del luogo. Martedi 29 ottobre i partecipanti si sposteranno in Val di Cornia per la presentazione del sistema dei Parchi e visita alla Fortezza, alle aree minerarie e a quelle archeologiche di Baratti e Populonia. Nel pomeriggio partenza da Piombino per raggiungere l’Elba, cui sarà dedicata l’intera giornata di mercoledi 30 ottobre. Al mattino, a Portoferraio, è prevista una visita all’Infopoint e agli uffici del CAT, con presentazione del sistema di governance dei servizi di trasporto e del progetto SAPE. Nel pomeriggio visita al Monte Calamita e workshop finale al Living Lab realizzato con il progetto Mare di Agrumi.

Le visite già effettuate si sono svolte in Finlandia, Germania, Polonia, Ungheria e Romania. Dopo l’Italia gli ultimi incontri saranno a Malta e in Spagna.
Nel 2020 le attività del progetto Threet saranno volte alla elaborazione del Piano di azione, che vedrà la partecipazione attiva degli stake holder locali nella scelta delle buone pratiche e nella definizione delle azioni che costituiranno la base per le attività da implementare successivamente.

Province toscane e Città metropolitana di Firenze per una nuova gestione della fauna selvatica

Riconoscimento delle Province e della Città metropolitana di Firenze, valorizzazione delle attività dei Corpi di Polizia provinciale, semplificazione delle procedure di intervento e quindi maggior velocità di risposta per il contenimento della fauna selvatica da parte di tutto il sistema istituzionale.

Sono queste le linee principali della proposta di legge approvata lunedì scorso dalla Giunta regionale toscana.

“Siamo soddisfatti di raccogliere i frutti di un lavoro che dura da molti mesi, un lavoro che ha impegnato i tecnici e i comandanti delle polizie provinciali e la Regione e che ha trovato la condivisione degli obiettivi da parte dei Presidenti” – afferma il Presidente di UPI Toscana Menesini, che ha seguito direttamente le trattative.

“Si tratta – prosegue Menesini – di un riconoscimento di quel ruolo fondamentale della Provincia e della Polizia provinciale come punto di equilibrio interessi diversi, dei cacciatori, degli ambientalisti e degli agricoltori. È evidente come sia centrale la presenza di qualcuno, un’autorità, che metta ordine, equilibrio e controlli i diversi punti di vista: questo è il compito della Polizia provinciale”.

La proposta di legge, attesa da settimane, fa seguito a un Protocollo di intesa siglato nei giorni scorsi con la Regione, prevede una nuova modalità di ripartizione dei finanziamenti su basi oggettive, introduce un sistema unico informatizzato per velocizzare gli interventi, individua procedure chiare per provvedere alle catture nei centri urbani e supera definitivamente il periodo di gestione provvisoria che andava avanti ormai da tre anni.

“Uno dei risultati più apprezzati da me e dai miei colleghi – spiega il Presidente di UPI Toscana – è proprio la stabilizzazione del rapporto con la Regione, a cinque anni dai danni portati dalla legge Delrio, sia dal punto di vista giuridico che finanziario. Inoltre non neghiamo e riconosciamo alla Regione un grosso impegno in questa direzione poiché non è facile di questi tempi trovare 1,4 milioni di euro aggiuntivi per le attività e il potenziamento del personale e impegnarsi a valutare ulteriori stanziamenti alla luce dei risultati futuri. Di questo siamo grati al Presidente Rossi e agli Assessori Bugli e Remaschi che hanno seguito con noi la tematica”.

Con il nuovo quadro finanziario, in attesa di una valutazione da compiere nei primi mesi del 2020, le risorse salgono infatti a 3,7 milioni di euro, di cui una parte sarà destinata al rafforzamento degli organici, partendo subito dalle realtà più deboli, grazie allo spirito solidaristico degli enti più grandi. L’obiettivo è quello di arrivare in ogni realtà, anche in quelle più svantaggiate, alle dieci unità minime per il mantenimento del corpo di polizia provinciale e crescere dove si è già strutturati.

“Nostro compito – conclude Menesini – sarà ora quello di fare assunzioni per rafforzare le polizie, avviare quanto prima il sistema unico per garantire una prima risposta in 48/36 ore agli agricoltori e provvedere al coordinamento e al buon funzionamento del sistema, compito che come UPI ci è stato riconosciuto e che intendiamo onorare”.

Province toscane e Città metropolitana di Firenze per una nuova gestione della fauna selvatica

Riconoscimento delle Province e della Città metropolitana di Firenze, valorizzazione delle attività dei Corpi di Polizia provinciale, semplificazione delle procedure di intervento e quindi maggior velocità di risposta per il contenimento della fauna selvatica da parte di tutto il sistema istituzionale.

Sono queste le linee principali della proposta di legge approvata lunedì scorso dalla Giunta regionale toscana.

“Siamo soddisfatti di raccogliere i frutti di un lavoro che dura da molti mesi, un lavoro che ha impegnato i tecnici e i comandanti delle polizie provinciali e la Regione e che ha trovato la condivisione degli obiettivi da parte dei Presidenti” – afferma il Presidente di UPI Toscana Menesini, che ha seguito direttamente le trattative.

“Si tratta – prosegue Menesini – di un riconoscimento di quel ruolo fondamentale della Provincia e della Polizia provinciale come punto di equilibrio interessi diversi, dei cacciatori, degli ambientalisti e degli agricoltori. È evidente come sia centrale la presenza di qualcuno, un’autorità, che metta ordine, equilibrio e controlli i diversi punti di vista: questo è il compito della Polizia provinciale”.

La proposta di legge, attesa da settimane, fa seguito a un Protocollo di intesa siglato nei giorni scorsi con la Regione, prevede una nuova modalità di ripartizione dei finanziamenti su basi oggettive, introduce un sistema unico informatizzato per velocizzare gli interventi, individua procedure chiare per provvedere alle catture nei centri urbani e supera definitivamente il periodo di gestione provvisoria che andava avanti ormai da tre anni.

“Uno dei risultati più apprezzati da me e dai miei colleghi – spiega il Presidente di UPI Toscana – è proprio la stabilizzazione del rapporto con la Regione, a cinque anni dai danni portati dalla legge Delrio, sia dal punto di vista giuridico che finanziario. Inoltre non neghiamo e riconosciamo alla Regione un grosso impegno in questa direzione poiché non è facile di questi tempi trovare 1,4 milioni di euro aggiuntivi per le attività e il potenziamento del personale e impegnarsi a valutare ulteriori stanziamenti alla luce dei risultati futuri. Di questo siamo grati al Presidente Rossi e agli Assessori Bugli e Remaschi che hanno seguito con noi la tematica”.

Con il nuovo quadro finanziario, in attesa di una valutazione da compiere nei primi mesi del 2020, le risorse salgono infatti a 3,7 milioni di euro, di cui una parte sarà destinata al rafforzamento degli organici, partendo subito dalle realtà più deboli, grazie allo spirito solidaristico degli enti più grandi. L’obiettivo è quello di arrivare in ogni realtà, anche in quelle più svantaggiate, alle dieci unità minime per il mantenimento del corpo di polizia provinciale e crescere dove si è già strutturati.

“Nostro compito – conclude Menesini – sarà ora quello di fare assunzioni per rafforzare le polizie, avviare quanto prima il sistema unico per garantire una prima risposta in 48/36 ore agli agricoltori e provvedere al coordinamento e al buon funzionamento del sistema, compito che come UPI ci è stato riconosciuto e che intendiamo onorare”.

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