Categoria: Bilanci e Finanza

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La Provincia di Chieti approva il bilancio di previsione: 165 milioni di investimenti

Il consiglio provinciale di Chieti ha approvato a maggioranza il bilancio di previsione per il triennio 2025-2027, dopo il parere favorevole dell’assemblea dei sindaci. Tra le principali voci del bilancio, emerge il piano triennale dei lavori pubblici che si distingue per un programma di investimenti di 165 milioni di euro complessivi nel triennio. Gli interventi prioritari riguarderanno l’edilizia scolastica, con oltre 88 milioni di euro stanziati per la messa in sicurezza e l’ammodernamento delle strutture che ospitano gli istituti scolastici superiori; per la viabilità provinciale, oltre 50 milioni di euro destinati al miglioramento della rete stradale, sia attraverso la costruzione di nuovi ponti che mediante la messa in sicurezza di una parte consistente dei 1600 km di strade che assicurano i collegamenti tra i 104 Comuni della provincia. Il consigliere Angelo Radica ha presentato dieci emendamenti al documento unico di programmazione 2025-2027, respinti a maggioranza dal consiglio.

“Questo bilancio, che a 20 anni dall’ultima volta viene approvato entro l’anno solare grazie al lavoro degli uffici, rappresenta un importante strumento per garantire lo sviluppo di tutto il territorio e per migliorare i servizi ai cittadini – sottolinea il presidente Francesco Menna – Nonostante i tagli del governo centrale, che la Provincia di Chieti subisce come per gli altri enti locali e nonostante il contributo che la Provincia darà allo Stato nel 2025, oltre 16 milioni di euro, lavoriamo ogni giorno per utilizzare al meglio le risorse disponibili, rispettando i cronoprogrammi e assicurando la massima trasparenza nella gestione dei fondi. Grazie alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), pari a oltre 42 milioni di euro, la Provincia sta portando avanti numerosi cantieri già avviati, con un’attenzione particolare alla riqualificazione delle infrastrutture scolastiche e stradali. Ringrazio i sindaci intervenuti nel corso dell’assemblea per il parere favorevole espresso alla proposta di bilancio di previsione: da parte nostra restiamo come sempre in ascolto delle istanze dei territori che loro rappresentano egregiamente”.

La Provincia di Chieti approva il bilancio di previsione: 165 milioni di investimenti

Il consiglio provinciale di Chieti ha approvato a maggioranza il bilancio di previsione per il triennio 2025-2027, dopo il parere favorevole dell’assemblea dei sindaci. Tra le principali voci del bilancio, emerge il piano triennale dei lavori pubblici che si distingue per un programma di investimenti di 165 milioni di euro complessivi nel triennio. Gli interventi prioritari riguarderanno l’edilizia scolastica, con oltre 88 milioni di euro stanziati per la messa in sicurezza e l’ammodernamento delle strutture che ospitano gli istituti scolastici superiori; per la viabilità provinciale, oltre 50 milioni di euro destinati al miglioramento della rete stradale, sia attraverso la costruzione di nuovi ponti che mediante la messa in sicurezza di una parte consistente dei 1600 km di strade che assicurano i collegamenti tra i 104 Comuni della provincia. Il consigliere Angelo Radica ha presentato dieci emendamenti al documento unico di programmazione 2025-2027, respinti a maggioranza dal consiglio.

“Questo bilancio, che a 20 anni dall’ultima volta viene approvato entro l’anno solare grazie al lavoro degli uffici, rappresenta un importante strumento per garantire lo sviluppo di tutto il territorio e per migliorare i servizi ai cittadini – sottolinea il presidente Francesco Menna – Nonostante i tagli del governo centrale, che la Provincia di Chieti subisce come per gli altri enti locali e nonostante il contributo che la Provincia darà allo Stato nel 2025, oltre 16 milioni di euro, lavoriamo ogni giorno per utilizzare al meglio le risorse disponibili, rispettando i cronoprogrammi e assicurando la massima trasparenza nella gestione dei fondi. Grazie alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), pari a oltre 42 milioni di euro, la Provincia sta portando avanti numerosi cantieri già avviati, con un’attenzione particolare alla riqualificazione delle infrastrutture scolastiche e stradali. Ringrazio i sindaci intervenuti nel corso dell’assemblea per il parere favorevole espresso alla proposta di bilancio di previsione: da parte nostra restiamo come sempre in ascolto delle istanze dei territori che loro rappresentano egregiamente”.

Manovra, Marcon (UPI Veneto): “Fiduciosi sull’attenzione del Governo alle funzioni e alle necessità delle Province”

Dopo lo sblocco delle assunzioni con un emendamento ad hoc sulla manovra 2025, il presidente dell’Unione Province del Veneto Stefano Marcon ribadisce la fiducia che sarà riposta dal Governo anche in relazione alle risorse da destinare alle Province per lo svolgimento delle funzioni fondamentali e al tema della riforma ordinamentale.

Con la nuova legge di bilancio il Governo ha dimostrato apertura alle necessità delle Province accogliendo la richiesta di portare il turnover al 100%: sono altrettanto fiducioso che anche le risorse da destinare agli Enti per l’espletamento delle funzioni fondamentali sono già state pianificate e calcolate, vista anche l’attenzione riservata al tema della riforma del TUEL e con essa quella delle Province, con la revisione della Delrio – sottolinea Stefano Marcon, presidente UPI Veneto – la manovra non intacca infatti quanto prefissato per il prossimo triennio, in termini di edilizia scolastica, viabilità e ambiente; a tal proposito, mi riferisco anche ai tagli citati per la viabilità a partire dal 2029: nell’arco temporale dei prossimi 5 anni sicuramente si terrà conto delle urgenze della Province e della loro centralità strategica, vista anche, fra l’altro, la discussione attorno alla nuova riforma con orizzonte 2026, che al contrario prevede un riassetto ordinamentale e finanziario dei nostri Enti, per conferire loro nuova dignità istituzionale e le giuste risorse. Ribadisco dunque che siamo sempre disponibili e aperti al confronto con il Governo, per trovare le migliori soluzioni alle incombenze dei nostri territori”.

Manovra, Marcon (UPI Veneto): “Fiduciosi sull’attenzione del Governo alle funzioni e alle necessità delle Province”

Dopo lo sblocco delle assunzioni con un emendamento ad hoc sulla manovra 2025, il presidente dell’Unione Province del Veneto Stefano Marcon ribadisce la fiducia che sarà riposta dal Governo anche in relazione alle risorse da destinare alle Province per lo svolgimento delle funzioni fondamentali e al tema della riforma ordinamentale.

Con la nuova legge di bilancio il Governo ha dimostrato apertura alle necessità delle Province accogliendo la richiesta di portare il turnover al 100%: sono altrettanto fiducioso che anche le risorse da destinare agli Enti per l’espletamento delle funzioni fondamentali sono già state pianificate e calcolate, vista anche l’attenzione riservata al tema della riforma del TUEL e con essa quella delle Province, con la revisione della Delrio – sottolinea Stefano Marcon, presidente UPI Veneto – la manovra non intacca infatti quanto prefissato per il prossimo triennio, in termini di edilizia scolastica, viabilità e ambiente; a tal proposito, mi riferisco anche ai tagli citati per la viabilità a partire dal 2029: nell’arco temporale dei prossimi 5 anni sicuramente si terrà conto delle urgenze della Province e della loro centralità strategica, vista anche, fra l’altro, la discussione attorno alla nuova riforma con orizzonte 2026, che al contrario prevede un riassetto ordinamentale e finanziario dei nostri Enti, per conferire loro nuova dignità istituzionale e le giuste risorse. Ribadisco dunque che siamo sempre disponibili e aperti al confronto con il Governo, per trovare le migliori soluzioni alle incombenze dei nostri territori”.

Manovra, Zanni Presidente UPI Emilia Romagna “Decisione irresponsabile sulla pelle dei cittadini”

«Decisione irresponsabile e incomprensibile che rischia di gravare su cittadini e imprese di tutto il territorio ed in particolare delle aree più fragili come montagna ed aree interne”.
E’ quanto dichiara Giorgio Zanni, presidente di Upi Emilia-Romagna, commentando la scelta del Governo di tagliare 1,5 miliardi di euro di risorse destinate alle amministrazioni provinciali e alle città metropolitane per la manutenzione delle strade.

«Siamo difronte – prosegue Zanni – ad un ulteriore gravissimo taglio che preoccupa fortemente la nostra regione già duramente messa alla prova dalle alluvioni degli ultimi anni e dal ripetersi sempre più frequente di fenomeni climatici di portata sempre più impattanti ed impegnata ancora oggi nella messa in sicurezza di un territorio fragile e duramente ferito.

Tagliare fondi alla gestione delle strade significa mettere a rischio la sicurezza dei cittadini e la certezza di lavorare in sicurezza per le imprese e lavoratori locali,
con una doppia morale che da una parte vede inasprire pene e sanzioni al codice della strada mentre dall’altra taglia le risorse necessarie alle Province per poter garantire una viabilità sicura ed efficiente».

Per il presidente delle Province «l’Emilia-Romagna sta già pagando un prezzo altissimo, attendendo da tempo quei fondi promessi e mai assegnati, per il ripristino dei danni del maltempo e del dissesto idrogeologico, su cui le Province sono in prima linea per supportare i Comuni nelle fasi emergenziali e per garantire i collegamenti infrastrutturali necessari alla vita delle comunità.

E’ fondamentale che il Governo faccia passi in avanti verso quella direzione auspicata anche dal neo presidente di Upi nazionale Gandolfi e recepita dal ministro Calderoli nel corso della recente assemblea nazionale delle Province a Roma lo scorso 10 dicembre, ovvero la restituzione di quell’autonomia gestionale e finanziaria che è vitale per il nostro Ente, attraverso un allentamento dell’esborso che annualmente le Province versano allo Stato e che sarebbe già un pirmo passo concreto per ridare dignità e risorse a chi a tutte le province italiane chiamate ogni giorno a dare risposte fondamentali a cittadini e imprese del nostri territori».

Infine Zanni conclude ribadendo che «l’impatto che questa decisione avrà sulle Province e sulle Città Metropolitane, rischia di essere enorme, ma soprattutto lo è per i cittadini e le imprese, lavoratori e aziende che ogni giorno hanno necessità di utilizzare le nostre infrastrutture per vivere e lavorare, studiare e per produrre in efficienza e sicurezza.

Da un lato la Provincia viene “caricata” di responsabilità, ma, dall’altro, attende ancora da ormai troppo tempo una riforma istituzionale e finanziari vera ed incisiva.

Occorre dunque insistere affinché il Governo torni a dare una struttura forte, legittimata e con risorse economiche adeguate a tutte le Province italiane, per poter offrire un servizio all’altezza delle aspettative dei cittadini e del territorio che amministriamo e in grado di affrontare al meglio le tante sfide che abbiamo di fronte».

Manovra, Zanni Presidente UPI Emilia Romagna “Decisione irresponsabile sulla pelle dei cittadini”

«Decisione irresponsabile e incomprensibile che rischia di gravare su cittadini e imprese di tutto il territorio ed in particolare delle aree più fragili come montagna ed aree interne”.
E’ quanto dichiara Giorgio Zanni, presidente di Upi Emilia-Romagna, commentando la scelta del Governo di tagliare 1,5 miliardi di euro di risorse destinate alle amministrazioni provinciali e alle città metropolitane per la manutenzione delle strade.

«Siamo difronte – prosegue Zanni – ad un ulteriore gravissimo taglio che preoccupa fortemente la nostra regione già duramente messa alla prova dalle alluvioni degli ultimi anni e dal ripetersi sempre più frequente di fenomeni climatici di portata sempre più impattanti ed impegnata ancora oggi nella messa in sicurezza di un territorio fragile e duramente ferito.

Tagliare fondi alla gestione delle strade significa mettere a rischio la sicurezza dei cittadini e la certezza di lavorare in sicurezza per le imprese e lavoratori locali,
con una doppia morale che da una parte vede inasprire pene e sanzioni al codice della strada mentre dall’altra taglia le risorse necessarie alle Province per poter garantire una viabilità sicura ed efficiente».

Per il presidente delle Province «l’Emilia-Romagna sta già pagando un prezzo altissimo, attendendo da tempo quei fondi promessi e mai assegnati, per il ripristino dei danni del maltempo e del dissesto idrogeologico, su cui le Province sono in prima linea per supportare i Comuni nelle fasi emergenziali e per garantire i collegamenti infrastrutturali necessari alla vita delle comunità.

E’ fondamentale che il Governo faccia passi in avanti verso quella direzione auspicata anche dal neo presidente di Upi nazionale Gandolfi e recepita dal ministro Calderoli nel corso della recente assemblea nazionale delle Province a Roma lo scorso 10 dicembre, ovvero la restituzione di quell’autonomia gestionale e finanziaria che è vitale per il nostro Ente, attraverso un allentamento dell’esborso che annualmente le Province versano allo Stato e che sarebbe già un pirmo passo concreto per ridare dignità e risorse a chi a tutte le province italiane chiamate ogni giorno a dare risposte fondamentali a cittadini e imprese del nostri territori».

Infine Zanni conclude ribadendo che «l’impatto che questa decisione avrà sulle Province e sulle Città Metropolitane, rischia di essere enorme, ma soprattutto lo è per i cittadini e le imprese, lavoratori e aziende che ogni giorno hanno necessità di utilizzare le nostre infrastrutture per vivere e lavorare, studiare e per produrre in efficienza e sicurezza.

Da un lato la Provincia viene “caricata” di responsabilità, ma, dall’altro, attende ancora da ormai troppo tempo una riforma istituzionale e finanziari vera ed incisiva.

Occorre dunque insistere affinché il Governo torni a dare una struttura forte, legittimata e con risorse economiche adeguate a tutte le Province italiane, per poter offrire un servizio all’altezza delle aspettative dei cittadini e del territorio che amministriamo e in grado di affrontare al meglio le tante sfide che abbiamo di fronte».

Finanziaria, Olivieri, Presidente Provincia Savona : “La stretta rischia di compromettere i servizi”

Una stretta che rischia di compromettere la capacità degli Enti Locali di garantire servizi indispensabili e di tutelare il diritto dei cittadini a infrastrutture sicure. È questo l’allarme lanciato dal Presidente della Provincia di Savona, Pierangelo Olivieri, a fronte del paventato taglio di 1,5 miliardi di euro ai fondi destinati alle Province e alle Città metropolitane, previsto da un emendamento alla Legge di Bilancio e distribuito nel periodo 2029-2036.“Apprendo con viva preoccupazione – dichiara il Presidente Olivieri – quanto riportato dagli organi di informazione nelle ultime ore, ovvero la proposta di un emendamento alla Legge di Bilancio che disporrebbe una decurtazione, pari a 1,5 miliardi di euro, dei fondi destinati agli investimenti per la messa in sicurezza delle strade provinciali, una scelta che, ove confermata, rappresenterebbe un colpo durissimo per Province e Città metropolitane, già costretti a operare in un contesto di risorse limitate per garantire la manutenzione e il miglioramento delle infrastrutture viarie.”
“Nel Savonese, i 700 chilometri di strade provinciali non rappresentano soltanto un’alternativa, ma spesso costituiscono l’unica via percorribile in un territorio segnato da criticità su pressoché tutte le sue arterie autostradali. Si tratta di collegamenti determinanti non solo per i flussi quotidiani di persone e merci, ma anche per garantire sicurezza e mobilità in situazioni di emergenza, fungendo talvolta da uniche vie di fuga.”
“Esprimo totale condivisione delle dichiarazioni rese dal Presidente Nazionale UPI e Presidente della Provincia di Bergamo, Pasquale Gandolfi, e, parimenti, dal limitrofo Presidente della Provincia di Cuneo, Luca Robaldo, con il quale, proprio nelle scorse settimane, abbiamo formalizzato un Protocollo d’Intesa mirato al rafforzamento dei collegamenti strategici tra le nostre Province consorelle e che, in ragione del ridimensionamento delle risorse prospettato, rischia di vedere gravemente compromessa la propria efficacia, riducendolo a un’iniziativa priva di concretezza operativa e di reale applicabilità. Ricordo che le infrastrutture viarie provinciali non soltanto costituiscono un supporto imprescindibile per i sistemi produttivi locali, ma assolvono a una funzione importante nell’ambito di una mobilità turistica, orientata alla valorizzazione delle eccellenze paesaggistiche, rurali e montane che attraversano” .

“Questo Governo, unitamente a tutte le forze politiche che lo sostengono – conclude Olivieri – ha ribadito sin dall’inizio della legislatura la necessità di restituire alle Province funzioni, organici e risorse congrue, contro cui la misura prevista da questo emendamento appare in evidente contrasto, la quale non solo rappresenterebbe un significativo arretramento rispetto agli impegni assunti, ma si aggiungerebbe ai tagli già introdotti nelle precedenti manovre finanziarie, aggravando ulteriormente la condizione di Comuni, Province e Città metropolitane.”

Finanziaria, Olivieri, Presidente Provincia Savona : “La stretta rischia di compromettere i servizi”

Una stretta che rischia di compromettere la capacità degli Enti Locali di garantire servizi indispensabili e di tutelare il diritto dei cittadini a infrastrutture sicure. È questo l’allarme lanciato dal Presidente della Provincia di Savona, Pierangelo Olivieri, a fronte del paventato taglio di 1,5 miliardi di euro ai fondi destinati alle Province e alle Città metropolitane, previsto da un emendamento alla Legge di Bilancio e distribuito nel periodo 2029-2036.“Apprendo con viva preoccupazione – dichiara il Presidente Olivieri – quanto riportato dagli organi di informazione nelle ultime ore, ovvero la proposta di un emendamento alla Legge di Bilancio che disporrebbe una decurtazione, pari a 1,5 miliardi di euro, dei fondi destinati agli investimenti per la messa in sicurezza delle strade provinciali, una scelta che, ove confermata, rappresenterebbe un colpo durissimo per Province e Città metropolitane, già costretti a operare in un contesto di risorse limitate per garantire la manutenzione e il miglioramento delle infrastrutture viarie.”
“Nel Savonese, i 700 chilometri di strade provinciali non rappresentano soltanto un’alternativa, ma spesso costituiscono l’unica via percorribile in un territorio segnato da criticità su pressoché tutte le sue arterie autostradali. Si tratta di collegamenti determinanti non solo per i flussi quotidiani di persone e merci, ma anche per garantire sicurezza e mobilità in situazioni di emergenza, fungendo talvolta da uniche vie di fuga.”
“Esprimo totale condivisione delle dichiarazioni rese dal Presidente Nazionale UPI e Presidente della Provincia di Bergamo, Pasquale Gandolfi, e, parimenti, dal limitrofo Presidente della Provincia di Cuneo, Luca Robaldo, con il quale, proprio nelle scorse settimane, abbiamo formalizzato un Protocollo d’Intesa mirato al rafforzamento dei collegamenti strategici tra le nostre Province consorelle e che, in ragione del ridimensionamento delle risorse prospettato, rischia di vedere gravemente compromessa la propria efficacia, riducendolo a un’iniziativa priva di concretezza operativa e di reale applicabilità. Ricordo che le infrastrutture viarie provinciali non soltanto costituiscono un supporto imprescindibile per i sistemi produttivi locali, ma assolvono a una funzione importante nell’ambito di una mobilità turistica, orientata alla valorizzazione delle eccellenze paesaggistiche, rurali e montane che attraversano” .

“Questo Governo, unitamente a tutte le forze politiche che lo sostengono – conclude Olivieri – ha ribadito sin dall’inizio della legislatura la necessità di restituire alle Province funzioni, organici e risorse congrue, contro cui la misura prevista da questo emendamento appare in evidente contrasto, la quale non solo rappresenterebbe un significativo arretramento rispetto agli impegni assunti, ma si aggiungerebbe ai tagli già introdotti nelle precedenti manovre finanziarie, aggravando ulteriormente la condizione di Comuni, Province e Città metropolitane.”

Manovra, UPI “Grave il taglio ai fondi per la sicurezza delle strade provinciali”.

“Apprendiamo dalla stampa che nella notte è stato approvato un emendamento alla Legge di Bilancio che taglia 1 miliardo e mezzo ai fondi dal 2029 al 2036 di Province e Città metropolitane, destinati agli investimenti per la messa in sicurezza delle strade provinciali.

Un taglio che interverrebbe su risorse del 2029 che sono state già assegnate alle Province e alle Città Metropolitane . Non possiamo che sottolineare la gravità di questa decisione, che sottrae fondi destinati a garantire a tutti i cittadini il diritto ad una mobilità sicura, facendo fare al Paese un pericoloso passo indietro nel percorso di messa in sicurezza dei 120 Mila chilometri di strade provinciali.

Tra l’altro, troviamo del tutto incoerente che un Governo che in ogni occasione ripete quanto sia urgente restituire alle Province un ruolo e le risorse per le strade, decida in una notte di cancellare anni di investimenti”.
Lo dichiara Pasquale Gandolfi, Presidente dell’Unione delle Province d’Italia.

Manovra, UPI “Grave il taglio ai fondi per la sicurezza delle strade provinciali”.

“Apprendiamo dalla stampa che nella notte è stato approvato un emendamento alla Legge di Bilancio che taglia 1 miliardo e mezzo ai fondi dal 2029 al 2036 di Province e Città metropolitane, destinati agli investimenti per la messa in sicurezza delle strade provinciali.

Un taglio che interverrebbe su risorse del 2029 che sono state già assegnate alle Province e alle Città Metropolitane . Non possiamo che sottolineare la gravità di questa decisione, che sottrae fondi destinati a garantire a tutti i cittadini il diritto ad una mobilità sicura, facendo fare al Paese un pericoloso passo indietro nel percorso di messa in sicurezza dei 120 Mila chilometri di strade provinciali.

Tra l’altro, troviamo del tutto incoerente che un Governo che in ogni occasione ripete quanto sia urgente restituire alle Province un ruolo e le risorse per le strade, decida in una notte di cancellare anni di investimenti”.
Lo dichiara Pasquale Gandolfi, Presidente dell’Unione delle Province d’Italia.

Manovra 2025, le Province Venete chiedono riduzione dei tagli e turnover 100%

Si è svolto oggi al Sant’Artemio il Consiglio Direttivo UPI Veneto: al centro della discussione, le progettualità in vista dell’Assemblea Nazione delle Province Italiane, in programma il 10 e 11 dicembre a Roma, e gli emendamenti richiesti dalle Province rispetto alla legge di bilancio 2025. A prendere parte alla riunione, Stefano Marcon, presidente UPI Veneto e presidente della Provincia di Treviso, Roberto Padrin, vicepresidente UPI Veneto e presidente della Provincia di Belluno, Andrea Nardin, presidente della Provincia di Vicenza, Daniele Canella, vicepresidente della Provincia di Padova, insieme al vice segretario Franco Nicastro, Enrico Ferrarese, presidente della Provincia di Rovigo, Flavio Pasini, presidente della Provincia di Verona, insieme al segretario generale Francesco Corsaro, Carlo Rapicavoli, segretario generale UPI Veneto, Michele Fratino, segretario generale della Città Metropolitana di Venezia e Massimo Cremonese, responsabile finanziario UPI Veneto.

L’incontro di oggi è stato fondamentale per condividere alcune iniziative in vista dell’Assemblea Nazionale UPI fissata per il 10 e 11 dicembre a Roma, alla quale auspichiamo partecipi anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, come avvenuto l’anno scorso al Teatro Stabile dell’Aquila – le parole di Stefano Marcon, presidente UPI Veneto – quest’anno è particolarmente significativo per tutte le Province del Paese, perché ricorrono i 10 anni dalla legge 56/2014 “Delrio”: l’Assemblea nella Capitale, durante la quale verranno eletti il nuovo presidente UPI nazionale e gli 11 nuovi componenti del Direttivo, sarà occasione anche per ripercorrere quanto accaduto nell’ultimo decennio ai nostri Enti e, di conseguenza, condividere gli effetti disastrosi di quella norma sui territori di competenza. L’auspicio è che questa data dia nuovamente slancio al tema e faccia ripartire la discussione in Senato sul Testo Unico per la riforma delle Province, che riporterebbe finalmente all’elezione diretta e democratica dei Presidenti, attuando così pienamente quanto previsto dalla Costituzione, proprio come ricordato dal Presidente Mattarella l’anno scorso”.

Secondo aspetto, le criticità della manovra di bilancio 2025, sulle quali avevamo già espresso preoccupazione per la mancanza di una pianificazione precisa sugli investimenti nel prossimo triennio, in particolare per quanto riguarda edilizia scolastica e viabilità provinciale, e il rischio di un blocco delle assunzioni causato dal limite del turnover al 75% – continua Marcon – a tal proposito, come UPI abbiamo raccolto le proposte di emendamento alla legge, chiedendo al Governo chiarezza su questi punti e nello specifico: il raddoppio del fondo destinato alle Province e alle Città Metropolitane, passando da 50 a 100 milioni annui, per il quinquennio 2025-2030, che permetterebbe di coprire buona parte dello squilibrio di comparto per oltre 850 milioni, in Italia, che stiamo portando avanti dal 2014, sempre per effetto della Delrio; la rimodulazione del contributo alla finanza pubblica, riducendolo a 20 milioni annui anziché 30 per il triennio 2026-2028 e a 30 milioni anziché 50 per il 2029; alzare il turnover del personale dal 75 al 100%, evitando il rischio di un vero e proprio blocco delle assunzioni: la norma attuale prevede infatti che le nuove assunzioni avvengano sulla base delle risorse risparmiate dalle cessazioni di personale dall’anno precedente, modalità non praticabile e in contrasto con gli adempimenti contrattuali ora in vigore, che utilizzano proprio per il personale già presente il risparmio ottenuto dalle stesse cessazioni. Questo circolo vizioso porterebbe di fatto al blocco delle assunzioni prima citato e, come Enti locali, non possiamo permettercelo, alla luce di organici già minimi rispetto alle esigenze di servizio”.

Restiamo aperti a un confronto con il Governo su questi aspetti – conclude Marcon – e naturalmente l’auspicio, condiviso da tutti i Presidenti delle Province Venete e dalla Città Metropolitana di Venezia, è che finalmente dall’anno prossimo si possa definire un orizzonte chiaro per i nostri Enti, lasciandoci finalmente alle spalle gli effetti dannosi della Delrio che trasciniamo da dieci anni”.

Manovra 2025, le Province Venete chiedono riduzione dei tagli e turnover 100%

Si è svolto oggi al Sant’Artemio il Consiglio Direttivo UPI Veneto: al centro della discussione, le progettualità in vista dell’Assemblea Nazione delle Province Italiane, in programma il 10 e 11 dicembre a Roma, e gli emendamenti richiesti dalle Province rispetto alla legge di bilancio 2025. A prendere parte alla riunione, Stefano Marcon, presidente UPI Veneto e presidente della Provincia di Treviso, Roberto Padrin, vicepresidente UPI Veneto e presidente della Provincia di Belluno, Andrea Nardin, presidente della Provincia di Vicenza, Daniele Canella, vicepresidente della Provincia di Padova, insieme al vice segretario Franco Nicastro, Enrico Ferrarese, presidente della Provincia di Rovigo, Flavio Pasini, presidente della Provincia di Verona, insieme al segretario generale Francesco Corsaro, Carlo Rapicavoli, segretario generale UPI Veneto, Michele Fratino, segretario generale della Città Metropolitana di Venezia e Massimo Cremonese, responsabile finanziario UPI Veneto.

L’incontro di oggi è stato fondamentale per condividere alcune iniziative in vista dell’Assemblea Nazionale UPI fissata per il 10 e 11 dicembre a Roma, alla quale auspichiamo partecipi anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, come avvenuto l’anno scorso al Teatro Stabile dell’Aquila – le parole di Stefano Marcon, presidente UPI Veneto – quest’anno è particolarmente significativo per tutte le Province del Paese, perché ricorrono i 10 anni dalla legge 56/2014 “Delrio”: l’Assemblea nella Capitale, durante la quale verranno eletti il nuovo presidente UPI nazionale e gli 11 nuovi componenti del Direttivo, sarà occasione anche per ripercorrere quanto accaduto nell’ultimo decennio ai nostri Enti e, di conseguenza, condividere gli effetti disastrosi di quella norma sui territori di competenza. L’auspicio è che questa data dia nuovamente slancio al tema e faccia ripartire la discussione in Senato sul Testo Unico per la riforma delle Province, che riporterebbe finalmente all’elezione diretta e democratica dei Presidenti, attuando così pienamente quanto previsto dalla Costituzione, proprio come ricordato dal Presidente Mattarella l’anno scorso”.

Secondo aspetto, le criticità della manovra di bilancio 2025, sulle quali avevamo già espresso preoccupazione per la mancanza di una pianificazione precisa sugli investimenti nel prossimo triennio, in particolare per quanto riguarda edilizia scolastica e viabilità provinciale, e il rischio di un blocco delle assunzioni causato dal limite del turnover al 75% – continua Marcon – a tal proposito, come UPI abbiamo raccolto le proposte di emendamento alla legge, chiedendo al Governo chiarezza su questi punti e nello specifico: il raddoppio del fondo destinato alle Province e alle Città Metropolitane, passando da 50 a 100 milioni annui, per il quinquennio 2025-2030, che permetterebbe di coprire buona parte dello squilibrio di comparto per oltre 850 milioni, in Italia, che stiamo portando avanti dal 2014, sempre per effetto della Delrio; la rimodulazione del contributo alla finanza pubblica, riducendolo a 20 milioni annui anziché 30 per il triennio 2026-2028 e a 30 milioni anziché 50 per il 2029; alzare il turnover del personale dal 75 al 100%, evitando il rischio di un vero e proprio blocco delle assunzioni: la norma attuale prevede infatti che le nuove assunzioni avvengano sulla base delle risorse risparmiate dalle cessazioni di personale dall’anno precedente, modalità non praticabile e in contrasto con gli adempimenti contrattuali ora in vigore, che utilizzano proprio per il personale già presente il risparmio ottenuto dalle stesse cessazioni. Questo circolo vizioso porterebbe di fatto al blocco delle assunzioni prima citato e, come Enti locali, non possiamo permettercelo, alla luce di organici già minimi rispetto alle esigenze di servizio”.

Restiamo aperti a un confronto con il Governo su questi aspetti – conclude Marcon – e naturalmente l’auspicio, condiviso da tutti i Presidenti delle Province Venete e dalla Città Metropolitana di Venezia, è che finalmente dall’anno prossimo si possa definire un orizzonte chiaro per i nostri Enti, lasciandoci finalmente alle spalle gli effetti dannosi della Delrio che trasciniamo da dieci anni”.

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