Categoria: Istituzioni e Riforme

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Lavoro sicuro, UPI “Senza le Province c’è un vuoto nel coordinamento delle politiche del lavoro.

“L’aver tolto alle Province le funzioni sulle politiche attive del lavoro e sulla sorveglianza del lavoro sicuro ha creato sui territori un vero e proprio vuoto istituzionale, che certo non aiuta la definizione e la realizzazione di programmi che necessariamente devono essere locali. Occorre restituire alle Province queste funzioni, in modo da ricostruire un presidio forte al servizio dei lavoratori e delle lavoratrici come delle imprese, anche nelle aree più deboli del Paese”.

Lo ha detto il rappresentante dell’UPI, Gianni Lorenzetti, Presidente della Provincia di Massa-Carrara, intervenendo agli Stati generali della salute e sicurezza sul lavoro promossi dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati.
“Le Province – ha proposto Lorenzetti alla Presidente della Commissione, Chiara Gribaudo – possono e devono diventare le istituzioni promotrici di intese con le forze economiche e sociali, per potenziare le azioni di contrasto e stringere a livello locale veri e propri patti di collaborazione tra gli attori del sistema: Istituzioni, Parti Sociali datoriali e Sindacali. Le Province poi, cui è affidata la gestione delle oltre 7100 scuole secondarie superiori, possono aprire canali diretti con gli oltre 2 milioni e mezzo di ragazzi e ragazze, e promuovere iniziative per costruire una nuova cultura della prevenzione, con l’inserimento della tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro come materia da trattare nei programmi scolastici, qualunque sia l’indirizzo di studio”.
“Costruire politiche pubbliche del lavoro, della formazione e della tutela delle fragilità a livello provinciale -ha poi concluso il rappresentante dell’UPI – significa assicurare a tutti i territori, alle aree interne come alle comunità lontane dalle grandi città e alle zone montane, pari opportunità di accesso a servizi e diritti. E il diritto ad un lavoro sicuro è tra i principi fondanti del nostro Paese e della nostra Costituzione”.

Insediato il nuovo Consiglio Provinciale di Pavia

Si è ufficialmente insediato il nuovo Consiglio Provinciale di Pavia, eletto nelle consultazioni del 29 settembre scorso. Il Presidente della Provincia, Giovanni Palli, ha accolto i consiglieri neoeletti sottolineando l’importanza di questo nuovo mandato, caratterizzato da un’ampia partecipazione alle urne, con un’affluenza del 73,85%, segno tangibile di una forte fiducia da parte degli amministratori locali.

“Il risultato elettorale – dichiara il Presidente della Provincia di Pavia, Giovanni Palli – non solo evidenzia la voglia di partecipazione, ma rappresenta anche una chiara richiesta di rilancio e di crescita per il nostro territorio. L’affluenza particolarmente significativa, soprattutto nei piccoli comuni, ci indica la strada verso una collaborazione sempre più stretta tra la Provincia e le amministrazioni locali. Insieme, possiamo affrontare le sfide più importanti e costruire un futuro migliore per tutti.”

Tra le priorità di questa nuova stagione è stata evidenziata l’attenzione alle infrastrutture, con particolare riferimento alle strade e alle opere pubbliche in corso, l’edilizia scolastica e il potenziamento dei Centri per l’Impiego, oltre al costante sostegno ai piccoli comuni che rappresentano il cuore pulsante della provincia. È stato inoltre ribadita l’importanza di lavorare congiuntamente per consolidare quanto già realizzato dal 2021 e per portare avanti nuove iniziative a beneficio di tutto il territorio provinciale.

“Il nostro impegno è quello di continuare a operare con serietà, responsabilità e visione per rendere la Provincia di Pavia un modello di sviluppo sostenibile e coeso. Il lavoro che ci attende sarà intenso e complesso, ma sono certo che, uniti, sapremo rispondere alle aspettative dei cittadini e delle amministrazioni locali,” ha concluso Palli.

Con questo spirito di collaborazione, il nuovo Consiglio Provinciale inizia il suo mandato, pronto a affrontare le sfide future e a costruire una provincia più forte e vicina alle esigenze di tutti i suoi cittadini.

Verificata l’assenza di cause di ineleggibilità o incompatibilità e, dato che non sono pervenuti alla Provincia ricorsi o reclami, sono stati proclamati eletti:

Per la Lista “La Provincia dei Comuni Palli Presidente”

Quaroni Amedeo (Vice sindaco del comune di Montù Beccaria)

Callegari Michela (Sindaco del comune di Miradolo Terme)

Bio Daniela (Consigliere comunale di Castello d’Agogna)

Costantino Antonio (Sindaco del comune di Gambolò)

Carnia Serafino (Consigliere comunale di Ottobiano)

Di Michele Dino (Consigliere comunale di Stradella)

Niutta Nicola (Consigliere comunale di Pavia)

Patrucchi Paola (Sindaco del comune di Cozzo Lomellina).

 

Per la Lista “La Casa dei Comuni”

Infurna Marcello (Sindaco del comune di Certosa di Pavia)

D’imperio Milena (Consigliere comunale di Pavia)

Zucca Fabio (Sindaco del comune di Belgioioso)

Bertucci Alessio (Consigliere comunale di Vigevano)

Insediato il nuovo Consiglio Provinciale di Pavia

Si è ufficialmente insediato il nuovo Consiglio Provinciale di Pavia, eletto nelle consultazioni del 29 settembre scorso. Il Presidente della Provincia, Giovanni Palli, ha accolto i consiglieri neoeletti sottolineando l’importanza di questo nuovo mandato, caratterizzato da un’ampia partecipazione alle urne, con un’affluenza del 73,85%, segno tangibile di una forte fiducia da parte degli amministratori locali.

“Il risultato elettorale – dichiara il Presidente della Provincia di Pavia, Giovanni Palli – non solo evidenzia la voglia di partecipazione, ma rappresenta anche una chiara richiesta di rilancio e di crescita per il nostro territorio. L’affluenza particolarmente significativa, soprattutto nei piccoli comuni, ci indica la strada verso una collaborazione sempre più stretta tra la Provincia e le amministrazioni locali. Insieme, possiamo affrontare le sfide più importanti e costruire un futuro migliore per tutti.”

Tra le priorità di questa nuova stagione è stata evidenziata l’attenzione alle infrastrutture, con particolare riferimento alle strade e alle opere pubbliche in corso, l’edilizia scolastica e il potenziamento dei Centri per l’Impiego, oltre al costante sostegno ai piccoli comuni che rappresentano il cuore pulsante della provincia. È stato inoltre ribadita l’importanza di lavorare congiuntamente per consolidare quanto già realizzato dal 2021 e per portare avanti nuove iniziative a beneficio di tutto il territorio provinciale.

“Il nostro impegno è quello di continuare a operare con serietà, responsabilità e visione per rendere la Provincia di Pavia un modello di sviluppo sostenibile e coeso. Il lavoro che ci attende sarà intenso e complesso, ma sono certo che, uniti, sapremo rispondere alle aspettative dei cittadini e delle amministrazioni locali,” ha concluso Palli.

Con questo spirito di collaborazione, il nuovo Consiglio Provinciale inizia il suo mandato, pronto a affrontare le sfide future e a costruire una provincia più forte e vicina alle esigenze di tutti i suoi cittadini.

Verificata l’assenza di cause di ineleggibilità o incompatibilità e, dato che non sono pervenuti alla Provincia ricorsi o reclami, sono stati proclamati eletti:

Per la Lista “La Provincia dei Comuni Palli Presidente”

Quaroni Amedeo (Vice sindaco del comune di Montù Beccaria)

Callegari Michela (Sindaco del comune di Miradolo Terme)

Bio Daniela (Consigliere comunale di Castello d’Agogna)

Costantino Antonio (Sindaco del comune di Gambolò)

Carnia Serafino (Consigliere comunale di Ottobiano)

Di Michele Dino (Consigliere comunale di Stradella)

Niutta Nicola (Consigliere comunale di Pavia)

Patrucchi Paola (Sindaco del comune di Cozzo Lomellina).

 

Per la Lista “La Casa dei Comuni”

Infurna Marcello (Sindaco del comune di Certosa di Pavia)

D’imperio Milena (Consigliere comunale di Pavia)

Zucca Fabio (Sindaco del comune di Belgioioso)

Bertucci Alessio (Consigliere comunale di Vigevano)

la Provincia di Ferrara al voto il 29 settembre con la proroga degli attuali organi

 

Archiviato il voto in 13 su 21 Comuni del territorio, la Provincia di Ferrara andrà alle urne il prossimo 29 settembre per eleggere i nuovi presidente e Consiglio provinciale e nel frattempo rimangono in carica in regime di proroga gli attuali organi, con i rispettivi membri fino alla data delle elezioni.

Lo dice la legge, che stabilisce il rinvio a quella data per le Province tenute al rinnovo elettorale dei propri organi entro i termini dalla proclamazione degli eletti nei Comuni dopo le recenti elezioni dell’8 e 9 giugno.

Essendo le Province riformate dalla legge Delrio (2014) enti elettivi di secondo livello, i cui organi cioè sono composti da sindaci e consiglieri comunali, il legislatore ha messo anche in conto che alcuni di essi possano non essere confermati a seguito delle rispettive elezioni comunali e quindi si è posto il problema dei rappresentanti provinciali nel frattempo cessati dalle loro cariche comunali.

La Provincia di Ferrara è uno di questi casi.

L’esempio principale è dato dalla mancata rielezione per il terzo mandato di sindaco a Mesola di Gianni Michele Padovani, il quale è anche presidente della Provincia estense.

Si potrebbe continuare con Francesco Colaiacovo, Riccardo Bizzarri, Ottavio Curtarello e Maria Dall’Acqua, tutti consiglieri provinciali non rieletti nei rispettivi Comuni.

Per i casi, invece, di Laura Perelli (sindaca uscente di Tresignana) e di Alessandro Amà (consigliere comunale a Copparo), per la proclamazione degli eletti occorrerà attendere gli esiti dei rispettivi ballottaggi.

Come considerare, quindi, questa situazione?

Visto che Ferrara rientra tra le 41 Province in Italia chiamate al voto nel 2024 per rinnovare i rispettivi Consigli giunti a scadenza dopo i due anni di mandato e che sono due (Cremona e Lucca) quelle interessate al rinnovo dei presidenti (4 anni di mandato), la risposta del legislatore è stata, appunto, di uniformare tutte le scadenze in un unico Election Day il 29 settembre e di prorogare gli organi in carica nelle attuali composizioni fino al loro rinnovo.

L’unica variazione alla statistica nazionale delle Province al voto il prossimo fine settembre è che, con Ferrara, diventano tre quelle chiamate al rinnovo del presidente.

La scadenza naturale del mandato quadriennale alla guida della Provincia di Gianni Michele Padovani sarebbe stata nel dicembre 2025 (è infatti succeduto a Nicola Minarelli nel dicembre 2021), ma non essendo stato rieletto a Mesola, potrà beneficiare della proroga stabilita dalla legge fino al 29 settembre.

È questo, in sintesi, l’esito della riflessione che, in sede legale e testi normativi alla mano, gli uffici della Provincia hanno compiuto in questi giorni, in stretto contatto con Upi nazionale e la Prefettura di Ferrara, relativamente alle implicazioni sugli organi provinciali delle recenti elezioni comunali.

la Provincia di Ferrara al voto il 29 settembre con la proroga degli attuali organi

 

Archiviato il voto in 13 su 21 Comuni del territorio, la Provincia di Ferrara andrà alle urne il prossimo 29 settembre per eleggere i nuovi presidente e Consiglio provinciale e nel frattempo rimangono in carica in regime di proroga gli attuali organi, con i rispettivi membri fino alla data delle elezioni.

Lo dice la legge, che stabilisce il rinvio a quella data per le Province tenute al rinnovo elettorale dei propri organi entro i termini dalla proclamazione degli eletti nei Comuni dopo le recenti elezioni dell’8 e 9 giugno.

Essendo le Province riformate dalla legge Delrio (2014) enti elettivi di secondo livello, i cui organi cioè sono composti da sindaci e consiglieri comunali, il legislatore ha messo anche in conto che alcuni di essi possano non essere confermati a seguito delle rispettive elezioni comunali e quindi si è posto il problema dei rappresentanti provinciali nel frattempo cessati dalle loro cariche comunali.

La Provincia di Ferrara è uno di questi casi.

L’esempio principale è dato dalla mancata rielezione per il terzo mandato di sindaco a Mesola di Gianni Michele Padovani, il quale è anche presidente della Provincia estense.

Si potrebbe continuare con Francesco Colaiacovo, Riccardo Bizzarri, Ottavio Curtarello e Maria Dall’Acqua, tutti consiglieri provinciali non rieletti nei rispettivi Comuni.

Per i casi, invece, di Laura Perelli (sindaca uscente di Tresignana) e di Alessandro Amà (consigliere comunale a Copparo), per la proclamazione degli eletti occorrerà attendere gli esiti dei rispettivi ballottaggi.

Come considerare, quindi, questa situazione?

Visto che Ferrara rientra tra le 41 Province in Italia chiamate al voto nel 2024 per rinnovare i rispettivi Consigli giunti a scadenza dopo i due anni di mandato e che sono due (Cremona e Lucca) quelle interessate al rinnovo dei presidenti (4 anni di mandato), la risposta del legislatore è stata, appunto, di uniformare tutte le scadenze in un unico Election Day il 29 settembre e di prorogare gli organi in carica nelle attuali composizioni fino al loro rinnovo.

L’unica variazione alla statistica nazionale delle Province al voto il prossimo fine settembre è che, con Ferrara, diventano tre quelle chiamate al rinnovo del presidente.

La scadenza naturale del mandato quadriennale alla guida della Provincia di Gianni Michele Padovani sarebbe stata nel dicembre 2025 (è infatti succeduto a Nicola Minarelli nel dicembre 2021), ma non essendo stato rieletto a Mesola, potrà beneficiare della proroga stabilita dalla legge fino al 29 settembre.

È questo, in sintesi, l’esito della riflessione che, in sede legale e testi normativi alla mano, gli uffici della Provincia hanno compiuto in questi giorni, in stretto contatto con Upi nazionale e la Prefettura di Ferrara, relativamente alle implicazioni sugli organi provinciali delle recenti elezioni comunali.

A REGGIO DUE GIORNI DI FESTA PER I 74 ANNI DELL’EUROPA

L’Unione europea compie 74 anni. Un altro compleanno importante, un’altra giornata che, come ogni anno, Reggio Emilia festeggia proponendo diverse iniziative rivolte ai giovani e agli studenti del territorio: l’8 maggio con un evento del percorso What EU Does for Me (Cosa fa l’Europa per me), promosso ormai da cinque anni dalla Provincia in collaborazione con Fondazione E35 e con la partecipazione della community online Will Media, il 9 maggio con una caccia al tesoro in città per scoprire in modo innovativo passato e presente dell’Unione.

 

Nell’iniziativa dell’8 maggio, giornalisti ed esperti di  Will Media – community online di informazione sull’attualità che partendo da dati e statistiche fornisce informazioni e contenuti su temi di interesse, adottando strumenti digitali, innovativi e immediati – coinvolgeranno circa 300 studenti delle scuole superiori di Reggio Emilia in un momento di approfondimento sulla storia delle istituzioni europee, sui cambiamenti in corso, sulle opportunità offerte ai giovani, nonché sull’impatto che le decisioni dell’Unione portano nella vita quotidiana dei cittadini, in particolare dei più giovani.

Il 9 maggio, poi, si celebrerà poi la Festa dell’Europa con una caccia al tesoro per le vie del centro storico promossa dall’Agenzia Eurodesk di Reggio Emilia e della stessa Fondazione E35: circa 180 studenti delle classi III e IV animeranno il centro della città scoprendo, tramite quesiti e giochi diffusi, i luoghi e i momenti simbolo della storia locale ed europea della nostra città. La caccia al tesoro vedrà anche una performance teatrale realizzata in collaborazione con il collettivo teatrale Consorzio Balsamico nell’ambito del progetto europeo Theatre in Palm, promosso da Fondazione E35 e dedicato alla promozione di giovani artisti emergenti. La caccia al Tesoro rappresenterà anche l’evento finale del progetto “European Young Multiplier”, percorso formativo e di partecipazione attiva promosso all’interno delle scuole della Provincia che permette ai partecipanti di diventare moltiplicatori, nei confronti dei propri coetanei, di informazioni sulle opportunità europee e di creare veri e propri punti informativi all’interno dei propri istituti.

 

Il percorso What EU does for me

“What Europe does for me – Cosa fa l’Europa per me” è un percorso formativo  che la Provincia di Reggio Emilia, in collaborazione con la Fondazione E35 per la progettazione internazionale, promuove dal 2019 per  illustrare agli studenti delle scuole superiori del territorio l’importanza e il funzionamento dell’Unione europea, le opportunità offerte ai giovani, nonché offrire strumenti di lettura e analisi del ruolo dell’Unione europea nel contesto internazionale odierno. Il progetto si rivolge a tutti i 21 istituti secondari superiori della provincia con più di 800 studenti coinvolti solo nell’edizione del 2024, grazie all’organizzazione di diversi appuntamenti diffusi sul territorio, tra Scandiano, Correggio, Reggio e  Castelnovo Monti.

In linea con la campagna promossa dal Parlamento europeo #useyourvote, il percorso proposto dalla Provincia di Reggio Emilia insieme a Fondazione E35 vuole essere uno spazio di attivazione e partecipazione, finalizzato ad informare quanti più studenti possibili sull’importanza di partecipare attivamente alle elezioni europee, nonché condividere informazioni e approfondimenti sulle istituzioni e le principali politiche europee.

Durante le 5 edizioni realizzate dal 2019 ad oggi, What Europe Does for Me ha permesso il coinvolgimento di quasi 8.000 giovani in attività di formazione e sensibilizzazione su tematiche europee.

 

Perché il 9 maggio si festeggia la Giornata dell’Europa

La Giornata dell’Europa, che si svolge ogni anno il 9 maggio, celebra la pace e l’unità in Europa. La data segna l’anniversario della storica dichiarazione in cui l’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman espose l’idea di una nuova forma di collaborazione politica in Europa, che avrebbe reso impensabile la guerra tra le nazioni europee. La proposta di Schuman è considerata l’atto di nascita di quella che oggi è l’Unione europea. Il 9 maggio 1950, 74 anni fa, l’allora ministro degli Esteri francese e futuro presidente del Parlamento europeo Robert Schuman propose, infatti, la creazione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), affinché i paesi europei mettessero in comune la produzione di carbone e acciaio per rendere la guerra “non solo impensabile, ma materialmente impossibile”.

La dichiarazione di Robert Schuman non solo ha portato alla creazione di un mercato comune del carbone e dell’acciaio, ma ha anche aperto la strada a una comunità economica che sarebbe diventata progressivamente un’unione politica.

Nel compiere questo passo storico, i paesi fondatori (Belgio, Repubblica federale di Germania, Francia, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi) hanno gettato le basi per una pace duratura e un’Europa unita.

 

 

A REGGIO DUE GIORNI DI FESTA PER I 74 ANNI DELL’EUROPA

L’Unione europea compie 74 anni. Un altro compleanno importante, un’altra giornata che, come ogni anno, Reggio Emilia festeggia proponendo diverse iniziative rivolte ai giovani e agli studenti del territorio: l’8 maggio con un evento del percorso What EU Does for Me (Cosa fa l’Europa per me), promosso ormai da cinque anni dalla Provincia in collaborazione con Fondazione E35 e con la partecipazione della community online Will Media, il 9 maggio con una caccia al tesoro in città per scoprire in modo innovativo passato e presente dell’Unione.

 

Nell’iniziativa dell’8 maggio, giornalisti ed esperti di  Will Media – community online di informazione sull’attualità che partendo da dati e statistiche fornisce informazioni e contenuti su temi di interesse, adottando strumenti digitali, innovativi e immediati – coinvolgeranno circa 300 studenti delle scuole superiori di Reggio Emilia in un momento di approfondimento sulla storia delle istituzioni europee, sui cambiamenti in corso, sulle opportunità offerte ai giovani, nonché sull’impatto che le decisioni dell’Unione portano nella vita quotidiana dei cittadini, in particolare dei più giovani.

Il 9 maggio, poi, si celebrerà poi la Festa dell’Europa con una caccia al tesoro per le vie del centro storico promossa dall’Agenzia Eurodesk di Reggio Emilia e della stessa Fondazione E35: circa 180 studenti delle classi III e IV animeranno il centro della città scoprendo, tramite quesiti e giochi diffusi, i luoghi e i momenti simbolo della storia locale ed europea della nostra città. La caccia al tesoro vedrà anche una performance teatrale realizzata in collaborazione con il collettivo teatrale Consorzio Balsamico nell’ambito del progetto europeo Theatre in Palm, promosso da Fondazione E35 e dedicato alla promozione di giovani artisti emergenti. La caccia al Tesoro rappresenterà anche l’evento finale del progetto “European Young Multiplier”, percorso formativo e di partecipazione attiva promosso all’interno delle scuole della Provincia che permette ai partecipanti di diventare moltiplicatori, nei confronti dei propri coetanei, di informazioni sulle opportunità europee e di creare veri e propri punti informativi all’interno dei propri istituti.

 

Il percorso What EU does for me

“What Europe does for me – Cosa fa l’Europa per me” è un percorso formativo  che la Provincia di Reggio Emilia, in collaborazione con la Fondazione E35 per la progettazione internazionale, promuove dal 2019 per  illustrare agli studenti delle scuole superiori del territorio l’importanza e il funzionamento dell’Unione europea, le opportunità offerte ai giovani, nonché offrire strumenti di lettura e analisi del ruolo dell’Unione europea nel contesto internazionale odierno. Il progetto si rivolge a tutti i 21 istituti secondari superiori della provincia con più di 800 studenti coinvolti solo nell’edizione del 2024, grazie all’organizzazione di diversi appuntamenti diffusi sul territorio, tra Scandiano, Correggio, Reggio e  Castelnovo Monti.

In linea con la campagna promossa dal Parlamento europeo #useyourvote, il percorso proposto dalla Provincia di Reggio Emilia insieme a Fondazione E35 vuole essere uno spazio di attivazione e partecipazione, finalizzato ad informare quanti più studenti possibili sull’importanza di partecipare attivamente alle elezioni europee, nonché condividere informazioni e approfondimenti sulle istituzioni e le principali politiche europee.

Durante le 5 edizioni realizzate dal 2019 ad oggi, What Europe Does for Me ha permesso il coinvolgimento di quasi 8.000 giovani in attività di formazione e sensibilizzazione su tematiche europee.

 

Perché il 9 maggio si festeggia la Giornata dell’Europa

La Giornata dell’Europa, che si svolge ogni anno il 9 maggio, celebra la pace e l’unità in Europa. La data segna l’anniversario della storica dichiarazione in cui l’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman espose l’idea di una nuova forma di collaborazione politica in Europa, che avrebbe reso impensabile la guerra tra le nazioni europee. La proposta di Schuman è considerata l’atto di nascita di quella che oggi è l’Unione europea. Il 9 maggio 1950, 74 anni fa, l’allora ministro degli Esteri francese e futuro presidente del Parlamento europeo Robert Schuman propose, infatti, la creazione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), affinché i paesi europei mettessero in comune la produzione di carbone e acciaio per rendere la guerra “non solo impensabile, ma materialmente impossibile”.

La dichiarazione di Robert Schuman non solo ha portato alla creazione di un mercato comune del carbone e dell’acciaio, ma ha anche aperto la strada a una comunità economica che sarebbe diventata progressivamente un’unione politica.

Nel compiere questo passo storico, i paesi fondatori (Belgio, Repubblica federale di Germania, Francia, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi) hanno gettato le basi per una pace duratura e un’Europa unita.

 

 

Assemblea dei Segretari Generali delle Province italiane – GLI INTERVENTI DEI RELATORI E IL MATERIALE

Grande successo per l’Assemblea Nazionale dei Segretari Generali delle Province italiane, che si è svolta il 7 maggio scorso e ha visto la presenza di Segretari Generali e Dirigenti delle Province.

L’evento è stata l’occasione per affrontare le questioni di più stretta attualità, dal modello organizzativo della nuova Provincia al ruolo dei dirigenti per il rilancio degli enti, dagli approfondimenti sul nuovo CCNL, alle prospettive di riforma delle Province e alla valorizzazione del personale come strumento di innovazione.

Nei link che seguono, pubblichiamo gli interventi dei relatori che si sono susseguiti in scaletta, come da programma.

Programma dell’evento

Nel paragrafo che segue, pubblichiamo il materiale distribuito nelle cartelle di lavoro in occasione dell’evento.

QUI ALCUNE FOTO DELL’EVENTO

 

 

 

Assemblea dei Segretari Generali delle Province italiane – GLI INTERVENTI DEI RELATORI E IL MATERIALE

Grande successo per l’Assemblea Nazionale dei Segretari Generali delle Province italiane, che si è svolta il 7 maggio scorso e ha visto la presenza di Segretari Generali e Dirigenti delle Province.

L’evento è stata l’occasione per affrontare le questioni di più stretta attualità, dal modello organizzativo della nuova Provincia al ruolo dei dirigenti per il rilancio degli enti, dagli approfondimenti sul nuovo CCNL, alle prospettive di riforma delle Province e alla valorizzazione del personale come strumento di innovazione.

Nei link che seguono, pubblichiamo gli interventi dei relatori che si sono susseguiti in scaletta, come da programma.

Programma dell’evento

Nel paragrafo che segue, pubblichiamo il materiale distribuito nelle cartelle di lavoro in occasione dell’evento.

QUI ALCUNE FOTO DELL’EVENTO

 

 

 

Province, Upi Toscana: “Dieci anni dopo legge Delrio mancano fondi per i servizi, chiediamo incontro urgente a Regione”

I nove presidenti: “Serve confronto su nuove tariffe del trasporto pubblico e le aree marginali con i lotti deboli, turismo, ruolo polizia provinciale e ambiente”

Firenze, 10 aprile 2024 – I presidenti delle nove province toscane riuniti nel Consiglio Direttivo di Upi Toscana hanno espresso forti preoccupazioni su alcuni temi cruciali per i territori a dieci anni dalla legge Delrio e hanno deciso di chiedere un incontro urgente al Presidente della Regione Eugenio Giani.

“Tra le principali questioni di interesse per i cittadini che hanno subito le conseguenze della legge Delrio – dicono i presidenti delle province toscane – crediamo che il trasporto pubblico locale, e in particolare le nuove tariffe e le aree marginali con i lotti deboli, il turismo, la polizia provinciale e l’ambiente debbano avere la prioritaria attenzione da parte degli enti territoriali. In particolare il previsto taglio di risorse per le polizie provinciali, pari al 75% delle risorse dello scorso anno, rischia di bloccare le attività di vigilanza venatoria e contenimento degli ungulati, con gravi conseguenze per agricoltori e mondo venatorio. Così come – ricordano i presidenti – senza un potenziamento degli uffici ambiente provinciali, svuotati con il riordino regionale del 2016, non saranno presidiati adeguatamente settori come i rifiuti e la bonifica dei siti inquinati”.

“A tutto questo si aggiunge – sostengono il presidente di Upi Toscana Gianni Lorenzetti e il direttore Ruben Cheli – la carenza di risorse per le manutenzioni ordinarie, inclusi gli edifici scolastici e i ponti. Con la recente legge di bilancio, si teme un ulteriore taglio di 5 milioni di euro per la Toscana nel 2024”

“I dipendenti delle Province toscane sono 1.500, un numero fermo ormai da anni, a fronte degli oltre 3.300 prima della riforma Delrio – sottolinea il direttore Cheli -. Bisogna considerare che le province toscane versano già oggi a Roma 243 milioni di euro e hanno affrontato un riordino più duro delle altre, tanto che la Commissione tecnica per i fabbisogni standard del Ministero dell’Economia ha certificato che abbiamo cinque enti tra i primi tredici nella classifica dello squilibrio”.

“Dieci anni dopo la riforma – aggiunge il presidente Lorenzetti – le nuove Province appaiono ancora molto fragili. A questo proposito un recente rapporto del Consiglio d’Europa denuncia chiaramente le responsabilità di chi in questo lungo periodo non è riuscito a risolvere un problema che prima di tutto penalizza i cittadini, a cui vengono negati servizi degni di questo nome. Queste nuove tipologie di province non erano compatibili con la Costituzione italiana, come si legge nel rapporto di monitoraggio sull’applicazione della Carta europea dell’autonomia locale in Italia redatto dal Consiglio d’Europa”.

“Il documento del Consiglio d’Europa – conclude il presidente di Upi Toscana – raccomanda di intervenire velocemente per garantire alle Province risorse adeguate e proporzionate e reintrodurre l’elezione diretta degli organi, visto che strade e scuole sono essenziali per lo sviluppo economico e sociale del paese. Speriamo che subito dopo le elezioni di giugno si faccia tesoro delle raccomandazioni provenienti dall’Europa e si riprenda il lavoro che tutti i gruppi parlamentari avevano avviato solo pochi mesi fa, per ridare al Paese un assetto amministrativo più vicino ai cittadini”.

Province, Upi Toscana: “Dieci anni dopo legge Delrio mancano fondi per i servizi, chiediamo incontro urgente a Regione”

I nove presidenti: “Serve confronto su nuove tariffe del trasporto pubblico e le aree marginali con i lotti deboli, turismo, ruolo polizia provinciale e ambiente”

Firenze, 10 aprile 2024 – I presidenti delle nove province toscane riuniti nel Consiglio Direttivo di Upi Toscana hanno espresso forti preoccupazioni su alcuni temi cruciali per i territori a dieci anni dalla legge Delrio e hanno deciso di chiedere un incontro urgente al Presidente della Regione Eugenio Giani.

“Tra le principali questioni di interesse per i cittadini che hanno subito le conseguenze della legge Delrio – dicono i presidenti delle province toscane – crediamo che il trasporto pubblico locale, e in particolare le nuove tariffe e le aree marginali con i lotti deboli, il turismo, la polizia provinciale e l’ambiente debbano avere la prioritaria attenzione da parte degli enti territoriali. In particolare il previsto taglio di risorse per le polizie provinciali, pari al 75% delle risorse dello scorso anno, rischia di bloccare le attività di vigilanza venatoria e contenimento degli ungulati, con gravi conseguenze per agricoltori e mondo venatorio. Così come – ricordano i presidenti – senza un potenziamento degli uffici ambiente provinciali, svuotati con il riordino regionale del 2016, non saranno presidiati adeguatamente settori come i rifiuti e la bonifica dei siti inquinati”.

“A tutto questo si aggiunge – sostengono il presidente di Upi Toscana Gianni Lorenzetti e il direttore Ruben Cheli – la carenza di risorse per le manutenzioni ordinarie, inclusi gli edifici scolastici e i ponti. Con la recente legge di bilancio, si teme un ulteriore taglio di 5 milioni di euro per la Toscana nel 2024”

“I dipendenti delle Province toscane sono 1.500, un numero fermo ormai da anni, a fronte degli oltre 3.300 prima della riforma Delrio – sottolinea il direttore Cheli -. Bisogna considerare che le province toscane versano già oggi a Roma 243 milioni di euro e hanno affrontato un riordino più duro delle altre, tanto che la Commissione tecnica per i fabbisogni standard del Ministero dell’Economia ha certificato che abbiamo cinque enti tra i primi tredici nella classifica dello squilibrio”.

“Dieci anni dopo la riforma – aggiunge il presidente Lorenzetti – le nuove Province appaiono ancora molto fragili. A questo proposito un recente rapporto del Consiglio d’Europa denuncia chiaramente le responsabilità di chi in questo lungo periodo non è riuscito a risolvere un problema che prima di tutto penalizza i cittadini, a cui vengono negati servizi degni di questo nome. Queste nuove tipologie di province non erano compatibili con la Costituzione italiana, come si legge nel rapporto di monitoraggio sull’applicazione della Carta europea dell’autonomia locale in Italia redatto dal Consiglio d’Europa”.

“Il documento del Consiglio d’Europa – conclude il presidente di Upi Toscana – raccomanda di intervenire velocemente per garantire alle Province risorse adeguate e proporzionate e reintrodurre l’elezione diretta degli organi, visto che strade e scuole sono essenziali per lo sviluppo economico e sociale del paese. Speriamo che subito dopo le elezioni di giugno si faccia tesoro delle raccomandazioni provenienti dall’Europa e si riprenda il lavoro che tutti i gruppi parlamentari avevano avviato solo pochi mesi fa, per ridare al Paese un assetto amministrativo più vicino ai cittadini”.

“PRENDITI CURA DELLA CULTURA: DIVENTA MECENATE!” IL MUSEO DI STORIA NATURALE LANCIA LA CAMPAGNA ART BONUS PER LA RACCOLTA DI DONAZIONI

Il Museo di Storia Naturale lancia la campagna Art Bonus per la raccolta di donazioni. Una vera e propria “chiamata alle arti” con l’obiettivo di promuovere donazioni ed erogazioni liberali a favore dello sviluppo della struttura di Villa Henderson. Dopo il successo raggiunto nel 2023 al concorso nazionale Art Bonus, la Provincia di Livorno ha nuovamente inserito il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo  sul sito web nazionale Art Bonus, su cui si trovano tutte le info sui progetti da sostenere e per i quali chiunque, persona fisica o giuridica, può effettuare donazioni in denaro godendo di benefici fiscali sotto forma di credito di imposta.

“Dopo la vittoria del concorso nazionale Art Bonus 2023 nella categoria “Beni e luoghi della Cultura”, resa possibile dal prezioso sostegno di tutta la comunità cittadina e provinciale – afferma la direttrice del Museo Anna Roselli ora passiamo alla fase successiva, lanciando una vera e propria raccolta di donazioni a sostegno dei progetti di azione e valorizzazione del Museo”.

 

I progetti che possono essere sostenuti nel 2024 con erogazioni liberali sono:

  1. “UN MUSEO PER APPRENDERE UN MUSEO PER VIVERE. 2024”
    2. “ADOTTA UNA SALA. 2024”

 

“La Provincia – sottolinea la Presidente Sandra Scarpellini – è oggi impegnata nella realizzazione delle opere finanziate dal PNRR, finalizzate a rendere il nostro un Museo completamente accessibile. La richiesta di contributo si inserisce nel più ampio intervento in corso e rappresenta un importante sostegno, in questo difficile momento,  per il raggiungimento dell’obiettivo. Un’occasione a portata di chiunque per contribuire alla riqualificazione del Museo, con una donazione che permetterà non soltanto l’ampliamento delle attività di divulgazione della cultura scientifica rivolte al mondo della scuola, ma anche il completamento dei lavori di rinnovo, aggiornamento e adeguamento delle sale espositive del complesso museale di Villa Henderson”. 

Una struttura molto amata dai ragazzi che la frequentano quotidianamente sia in visita, sia come luogo di studio, e che vede la presenza attiva di numerose associazioni che animano la vita del museo con molteplici attività di divulgazione culturale e scientifica.

“Il Museo del Mediterraneo – evidenzia la direttrice Roselli – si conferma un complesso pluridisciplinare e polifunzionale, con un  consolidato ruolo di centro propositivo e di coordinamento per programmi di: ricerca, conservazione, didattica, divulgazione scientifica e culturale, educazione ambientale ma anche quale luogo riconosciuto di aggregazione sociale e culturale e di formazione lungo l’arco della vita per la comunità ospitante. L’invito che rivolgiamo al nostro pubblico, quindi, è quello di prendersi cura della cultura, diventando mecenati!”

 

Tutte le informazioni dettagliate sull’iniziativa Art Bonus e sulle detrazioni fiscali sono disponibili sul sito web artbonus.gov.it

Le informazioni specifiche sui progetti del Museo si trovano al link: https://artbonus.gov.it/lista-interventi.html Categoria=Province&regione=9&tipologia=BeneCulturale%2CIstituto&entebeneficiario=2762

Le donazioni a favore del Museo si possono effettuare durante tutto il 2024, tramite un semplice  bonifico bancario, su cui riportare i seguenti dati:

 

BENEFICIARIO: Provincia di Livorno

IBAN: IT89U0103013900000008800061

presso Monte dei Paschi di Siena – Livorno TESORERIA PROVINCIALE

 

CAUSALE:

  1. “Art Bonus – Provincia di Livorno – MUSEO DI STORIA NATURALE DEL MEDITERRANEO – Un Museo per apprendere un Museo per vivere. 2024”

Codice fiscale o P. Iva del mecenate

 

oppure

 

  1. “Art Bonus – Provincia di Livorno – MUSEO DI STORIA NATURALE DEL MEDITERRANEO – Adotta una Sala”

Codice fiscale o P. Iva del mecenate

 

Le detrazioni avranno effetto sulla dichiarazione dei redditi per persone fisiche o giuridiche che sarà presentata nel 2025.

 

 

Per maggiori informazioni e chiarimenti: 

 

Scrivere a a.roselli@provincia.livorno.it oppure [email protected]

Telefono  0585 266711 o cell. 338 6295943 – Dr.ssa Anna Roselli

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