Categoria: Istituzioni e Riforme

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La Provincia di Isernia taglia le partecipate

In ossequio alla legge di stabilità 2015 la L.190/2014, ed al Piano del Commissario per la Spending Review Carlo Cottarelli, anche la Provincia di Isernia appronta il piano di razionalizzazione delle partecipate.

Dopo la soppressione della AGENIS , Agenzia si servizi nel settore Energia, Capitale sociale 20.000 € detenuta al 100 % dalla Provincia,  sciolta con delibera di Consiglio del 8/10/2015, sono stati pubblicati i bandi per le dismissioni di quote societarie pari a 76.012 € per le seguenti società : Società consortile Trigno Sinello, Società consortile ASTPI ( sviluppo turistico della Provincia di Isernia ) , Società consortile Molise Sviluppo .

Le misure di razionalizzazione, fusione e/o soppressione si rendono necessarie laddove le partecipate risultano non avere dipendenti, bilanci in rosso per più di 4 esercizi finanziari negli ultimi 5 precedenti, oppure essere inattive o avere più componenti nel CdA che dipendenti. Il commissario Cottarelli conta di azzerare oltre 7.767 partecipate di cui solo 2/3 con bilanci attivi e recuperare almeno 500 milioni nell’anno appena concluso. Inoltre il piano , valido attualmente solo per gli enti locali ( Regioni, Province e Comuni ) vedrà nel decreto Madia in programma nel Consiglio dei Ministri del prossimo 15 gennaio tagli anche per le amministrazioni statali.

“Abbiamo trovato più di 10 società partecipate – precisa il Presidente Coia – una è stata già dismessa perché inattiva da anni, altre sono in via di dismissione, altre ancora verranno accorpate . Per il momento si è proceduto ad uno sfoltimento del personale, si era creata una situazione ingestibile, a fronte di diverse mensilità arretrate si continuavano a produrre perdite di esercizio. Sintomatica la situazione di SFIDE, Società consortile creata dall’amministrazione Mauro per lo sviluppo della provincia di Isernia, con un organico alla nascita di tre unità che, nel corso degli anni è arrivato ad oltre 21 unità. Oggi siamo costretti alla fusione con COPRIS, società nata per il trattamento dei rifiuti che, nonostante sia in attivo rischia la chiusura per assenza di personale dipendente e alla riduzione di personale a SFIDE. Solo così potremo assicurare equilibrio dei bilanci e strutture adeguate a servire gli EE. LL. della nostra Provincia. Per altre la chiusura è dovuta per effetto del ridimensionamento delle funzioni fondamentali previste dalla legge Del Rio la n. 56/2014. Operazioni dolorose ma necessarie e la responsabilità cade in capo ai Sindaci e ai Presidenti delle Province alle prese oggi con la salvaguardia dei posti di lavoro  per il personale di ruolo a seguito della legge di Riordino delle funzioni”.

Il Presidente Spina: “Ecco lo straordinario 2015 della Provincia di Barletta – Andria – Trani”

Un anno intenso, ricco di grandi opere e di risultati tangibili per il territorio, chiuso con  la ciliegina sulla torta della statizzazione dell’Istituto Tecnico Agrario di Andria, sancita nella giornata di ieri con la firma dell’accordo con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

E’ tempo di bilanci per la Provincia di Barletta – Andria – Trani, il cui Presidente, Francesco Spina, ha salutato questa mattina gli organi di stampa per porgere gli auguri di buon 2016.

 

«E’ stato un anno intenso e straordinario, in cui la classe dirigente di questo territorio ha continuato, nonostante le innumerevoli difficoltà, a produrre risultati concreti per il territorio – ha esordito il Presidente Spina -. Un anno chiuso con il botto della statizzazione dell’Istituto Tecnico Agrario “Umberto I”, sancito ieri mattina a Roma con la firma dell’accordo con il Ministero che, oltre a salvaguardare il blasonato istituto andriese, trasferirà i docenti dalla Provincia allo Stato, consentendo un risparmio di circa 1 milione di euro per le casse provinciali».

 

Ma il 2015, come si diceva, è stato caratterizzato soprattutto per la lunga serie di grandi opere che hanno riguardato il patrimonio stradale e quello scolastico della Provincia.

«Dopo decenni di attesa, abbiamo finalmente avviato i lavori sulla Strada Provinciale Trani-Andria, ormai in procinto di concludersi – ha aggiunto il Presidente Spina -. Abbiamo firmato i disciplinari di finanziamento per i lavori sulla Sp2 “Andria-Canosa”, opera complessivamente da 58 milioni di euro, messo in sicurezza la Sp4 “Delle Murge”, ripristinato la funzionalità sulla Sp5 “Delle Saline” e realizzato lavori di risanamento ambientale (taglio erba, cespugli ed arbusti) sulle nostre strade. Dopo circa 50 anni abbiamo consegnato migliaia di arredi scolastici (banchi, sedie, lavagne e cattedre) nelle nostre scuole, abbiamo ottenuto un finanziamento di 3 milioni e 400mila euro dall’Istituto per il Credito Sportivo per la realizzazione di un campo polivalente  all’aperto all’Istituto “Cafiero” di Barletta e per la messa a norma di ben sedici istituti scolastici del territorio); grazie all’Accordo Quadro sottoscritto con l’Assessore regionale Giannini, abbiamo ottenuto un contributo di 5 milioni e 200mila euro dalla Regione per interventi di recupero e riqualificazione delle nostre scuole e per l’ammodernamento di attrezzature e dotazioni tecnologiche. Sono stati realizzati i lavori per la realizzazione del nuovo impianto sportivo all’Alberghiero di Margherita di Savoia (508mila euro) e per il  recupero e risanamento conservativo dell’Itc “Dell’Olio” di Bisceglie (230mila euro), mentre è stato approvato il progetto per lavori di recupero e risanamento ambientale dell’Istituto “Colasanto” di Andria (83mila euro). Nel nostro territorio, poi, è stata istituito il Cpia (Centro per l’istruzione degli adulti), con sede presso la Scuola “Salvemini” di Andria».

 

Risultati eccellenti anche in materia ambientale. «Abbiamo rimpinguato con altri 40mila euro il bando della precedente amministrazione per la concessione di contributi economici a privati che hanno voluto rimuovere l’amianto dai propri immobili ed adottato la campagna Puglia Eternit Free di Legambiente. Abbiamo intrapreso innumerevoli azioni a tutela e salvaguardia del nostro ambiente, come l’ordinanza per la messa in sicurezza della discarica di Trani ed il Protocollo d’Intesa con la Capitaneria di Porto di Barletta per la protezione ambientale da inquinamento marino. Con la percentuale bassissima dello 0,2%, la nostra Provincia si è classificata prima in Puglia e tra le primissime in Italia per il basso numero di reati ambientali».

 

E non è tutto: «Ci siamo distinti per una spending review con cui abbiamo tagliato i costi per il fitto delle sedi provinciali ed eliminato l’utilizzo dei telefoni di servizio per i rappresentanti istituzionali della Provincia. Siamo stati individuati dalla Prefettura quale esempio di buone pratiche per interventi di prevenzione della corruzione nelle amministrazioni regionali e locali del Mezzogiorno. E tutto questo tenendo sempre i conti in ordine, con un vero e proprio miracolo di managerialità pubblica per il quale ringrazio i nostri Dirigenti, e grazie agli sforzi di una classe politica, dal Presidente ad ogni singolo Consigliere, che opera ogni giorno con passione e dedizione senza percepire neanche un euro di indennità o di rimborso benzina per raggiungere la sede della Provincia».

 

Il Presidente Spina ha poi concluso: «secondo la recente classifica del Sole 24 Ore, siamo la prima Provincia in Puglia per qualità della vita. Di passi in avanti ne abbiamo fatti ma non ci culliamo e guardiamo al futuro con speranza e voglia di continuare a far crescere la nostra comunità. A tutti i concittadini della Provincia di Barletta – Andria – Trani giungano i più sinceri auguri per un 2016 sereno e ricco di soddisfazioni».

Provincia di Reggio Emilia: un anno di lavoro

Tutti i numeri relativi all’attività del Consiglio provinciale, dell’Assemblea dei sindaci e dello stesso Presidente; e ancora un aggiornamento sul personale (prepensionamenti, dipendenti transitati in Regione, in mobilità, comando e rimasti in Provincia) e le cifre relative alla razionalizzazione degli spazi e ai conseguenti risparmi di spesa. E’ stato un vero e proprio bilancio di fine anno sull’attività della Provincia di Reggio Emilia – accompagnato da una serie di riflessioni sul cammino di riforma verso le aree vaste dopo la Legge 56 –  quello illustrato questa mattina dal presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi.

I numeri. Insieme al segretario generale Alfredo Luigi Tirabassi il presidente Manghi ha fornito i numeri relativi all’attività svolta dalla “nuova Provincia”: 22 sedute e 77 atti approvati (delibere, odg, interpellanze, comunicazioni) dal Consiglio provinciale; 5 sedute e 10 atti approvati dall’Assemblea dei Sindaci; 11 sedute e 31 punti trattati dalle Riunioni di Presidenti di Unione, fino ai ben 216 decreti firmati dallo stesso presidente. Numeri, questi ultimi, in linea con quelli degli ultimi due anni – nel 2013 e nel 2014 i decreti erano stati rispettivamente 293 e 188 – quando la Provincia era ancora un ente di primo grado ed era governato da una giunta (impossibile, invece, un raffronto sull’attività del Consiglio provinciale, passato con la riforma da 30 a 10 membri).

Il personale. La riforma ha inciso pesantemente soprattutto sul personale. Oltre al dimezzamento della spesa (da 15 a 7,5 milioni),  dai 391 dipendenti del 2013  (pre Legge Delrio), si è passati ai 374 del 2014 (pre Finanziaria 2015) per arrivare al 31 ottobre scorso a 350. Con l’anno nuovo si scenderà ulteriormente a circa 190 (compresa una dozzina di agenti di Polizia provinciale), visto che ci saranno 106 trasferimenti alla Regione (un terzo dei quali verrà però ri-assegnat0 alla Provincia per deleghe ri-attribuite a Palazzo Allende), 16 andranno in mobilità (12 verso Comuni e Unioni;  4 verso i Tribunali di Reggio Emilia e Napoli), altri 16 (sui 33 totali nel biennio) andranno in pre-pensionamento e i 55 addetti dei Centri per l’impiego dovrebbero passare a un’agenzia regionale o nazionale (fino a quando non verrà chiarito, rimarranno ovviamente in carico alla Provincia). Ridotti drasticamente anche i dirigenti, passati da 11 a 3.  “Ma il numero più importante è lo “zero” che riempie la casella degli esuberi, perché questa era la mia più grande preoccupazione nel momento in cui ho assunto questo incarico”, ha detto il presidente Manghi sottolineando “l’altrettanto grande soddisfazione con cui oggi posso dire che nessuno ha perso il posto di lavoro, un risultato che non era affatto scontato almeno fino alla circolare Madia dello scorso gennaio”. 

Altri risparmi. Oltre al dimezzamento della spesa complessiva per il personale (-7,5 milioni) e, ovviamente, all’azzeramento delle indennità a presidente e consiglieri che con la riforma Delrio lavorano gratuitamente, altri significativi risparmi sono stati ottenuti grazie alla razionalizzazione delle sedi: la chiusura delle sedi di via Mazzini (Servizio Scuola) e via Guido da Castello (Servizio Pianificazione) ha comportato un risparmio tra affitti, spese condominiali e utenze di 230.470 euro (rispettivamente di 158.386 e 72.084 euro). “Stiamo meditando di chiudere anche Palazzo San Giovannino, con risparmio di ulteriori 70.000 euro, mentre la sede di Mancasale passerà in carico alla Regione con il Servizio Agricoltura”, ha aggiunto il presidente Manghi ricordando anche come la Provincia abbia ridotte le proprie partecipazioni da 16 a 10.

Il futuro. “Ora che abbiamo ridefinito funzioni, organici e sistema generale siamo dunque in grado di affrontare il secondo tempo di una riforma che non potrà comunque prescindere, io credo, dalla necessità di mantenere un ente di coordinamento territoriale intermedio tra Comuni e Unioni e la Regione – ha concluso il presidente Giammaria Manghi – Al di là della eliminazione delle Province, che dovrà comunque passare dalla riforma del titolo V della Costituzione e dunque anche dal referendum, il grande dibattito è appunto questo: deve rimanere o no un ente di coordinamento territoriale intermedio? Io credo di sì: si tratta di decidere quale, con quale architettura e per occuparsi di cosa”.

E’ il tema, insomma, delle cosiddette aree vaste, a proposito delle quali il presidente Manghi si è detto “non convinto da alcune sortite di questi giorni, tese a unire pezzi di province diverse in base all’omogeneità delle aree produttive”.  “Fatico a immaginare Reggio senza Modena in un progetto di riordino e continuo a vedere l’area Emilia quale approdo migliore per ragioni storiche, omogeneità sostanziale, un brand e quindi una riconoscibilità ottimi, volumi economici pari o in alcuni casi addirittura superiori a quelli dei due poli, Milano e Bologna, tra i quali ci collochiamo”, ha aggiunto, precisando di aver riscontrato “buona disponibilità” da parte degli amministratori di Piacenza e Parma ed anche dal sindaco di Reggio, mentre con quelli  di Modena “non ho ancora avuto l’occasione di confrontarmi”.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, il presidente Manghi ha infine definito quali momenti più difficili di questi primi 14 mesi di mandato “appunto il timore degli esuberi, ma anche la chiusura di alcune partite delicate, dalle Fiere a Montefalcone alla Matilde Spa, che rappresentavano un pezzo di storia di questo ente sul quale abbiamo fatto scelte diverse rispetto al passato”. “La riforma di buono ha portato gli enti locali direttamente dentro al centro di coordinamento territoriale, ma fare il presidente di una Provincia è decisamente un lavoro massacrante, perché si unisce agli impegni di sindaco di Poviglio e di presidente dell’Unione, che affronto tuttavia con passione anche perché mi offre l’opportunità di vivere in prima persona una fase di cambiamento importante per il nostro Paese”, ha concluso il presidente Manghi.

 

 

 

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La Provincia di Potenza lancia il progetto “Accogliere i rifugiati per costruire un mondo migliore”

“Accogliere i rifugiati per costruire un mondo migliore” è questo il titolo dell’incontro che il Presidente della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi, componente del direttivo Nazionale Upi,  ha promosso tra i massimi rappresentanti delle comunità religiose locali, per favorire il dialogo interreligioso e sviluppare una riflessione che permetta di far conoscere le posizioni moderate ed aperte al dialogo che appartengono alla maggioranza di fedeli delle più diffuse religioni.

L’incontro, che si terrà oggi, prevede tra gli altri gli interventi dell’Imam Abd al Sabur Turrini -Direttore generale della Comunità religiosa Islamica Italiana, dei rappresentanti dell’associazione Coreis, una delle più importanti organizzazioni islamiche italiane promotrice di “Not in  my name”, di Padre Adrian Roman guida spirituale della comunità ortodossa rumena di Potenza, di Don Franco Corbo, responsabile Commissione Diocesana per l’ecumenismo ed il dialogo tra le religioni.

Emanuele Ramella Pralungo presidente della nuova Consulta Aree Vaste dell’ANCI Piemonte. Eletto all’unanimità anche il suo vice Alberto Avetta

Diventa effettiva la fusione tra ANCI Piemonte e Unione Province Piemontesi dopo l’accordo per la creazione della rappresentanza istituzionale unitaria tra i Comuni, le Province e la Città Metropolitana. 

L’intesa era stata sottoscritta il 30 ottobre da Andrea Ballarè, presidente ANCI Piemonte, e Emanuele Ramella Pralungo, vice presidente dell’UPP.

Nei giorni scorsi si è insediata la nuova Consulta delle Aree Vaste di ANCI Piemonte, che ha sostituito il Consiglio Direttivo dell’UPP, per procedere alla nomina del presidente e del suo vice. Alla massima carica è stato eletto Emanuele Ramella Pralungo, sindaco di Occhieppo Superiore e presidente della Provincia di Biella. Con lui opererà, come vice presidente, Alberto Avetta, primo cittadino di Cossano Canavese e vicesindaco della Città Metropolitana di Torino. Le nomine sono avvenute all’unanimità.

Si è così ricomposto all’interno dell’ANCI Piemonte un complesso sistema di rappresentanza che, a seguito della recente riforma delle autonomie locali, aveva bisogno di essere adeguato alle nuove sfide dell’amministrazione dei territori. 

Durante la seduta, i presidenti e consiglieri delle Province piemontesi hanno sottolineato con favore l’adesione della Città metropolitana di Torino al nuovo organismo, che rafforza l’azione di cooperazione delle aree vaste nei confronti della Regione e delle istituzioni nazionali.

“L’azione unitaria degli enti locali – indica Emanuele Ramella Pralungo – è la migliore risposta possibile alla necessità di garantire servizi adeguati e di qualità a tutto il territorio piemontese, in una fase purtroppo ancora caratterizzata dalla contrazione delle risorse pubbliche e degli investimenti”.

“ANCI e UPP mettono insieme – sottolinea Andrea Ballarè, a capo dell’Associazione dei Comuni piemontesi  – le loro competenze per immaginare e accompagnare il percorso di governo delle aree vaste indicate dalla legge regionale (tre ambiti territoriali ottimali più la Città metropolitana di Torino), in modo da giungere a un’effettiva integrazione dei Comuni e delle Province nelle nuove realtà delineate. Vogliamo essere protagonisti dell’azione di crescita e competitività del Piemonte, processo che passerà anche attraverso le economie di scala e dimensioni territoriali più ampie”.

La Consulta si è riunita nella sede dell’ANCI, presente il vicepresidente vicario Mauro Barisone. In apertura dei lavori è stato  osservato un minuto di silenzio in memoria di Mario Antonio Riu, sindaco di Caramagna recentemente scomparso.

 

Province, Variati “Servono risorse per assicurare i servizi. Mancano almeno 500 milioni”

“Nonostante l’intenzione dichiarata dal Governo di volere assicurare ai nuovi enti di area vasta le risorse necessarie per garantire i servizi essenziali, la legge di Stabilità 2016 non interviene a sanare l’insostenibilità del taglio sul prossimo anno previsto dalla legge di Stabilità 2015: per assicurare l’esercizio delle funzioni fondamentali mancano ancora almeno 500 milioni e il contributo di 150 milioni previsto per il 2016 non è assolutamente sufficiente a coprire il fabbisogno effettivo di risorse”. Lo ha ribadito il Presidente dell’Upi, Achille Variati, intervenendo al seminario organizzato dalla Fondazione Italiadecide su: “Ricostruire un equilibrio per il governo locale”. Variati ha spiegato che con la legge Delrio si passa “da due livelli di governo separati e spesso conflittuali” a Comuni “che ampliano la propria capacità amministrativa e le proprie funzioni: è questa l’area vasta. Non più dunque un ente, la vecchia Provincia, che si pone in mezzo tra Regioni e Comuni, ma i Comuni che ampliano la loro capacità amministrativa e le loro funzioni. E’ questa la nuova Area Vasta:  il luogo in cui i Sindaci di un territorio, superando ogni limite di appartenenza politica, lavorano insieme per il bene del territorio.
Sulla riforma delle Province, ha detto Variati “Non è tempo di fermarsi, e di questo noi Sindaci che la stiamo sperimentando sui territori,  siamo pienamente consapevoli. Pur nelle difficoltà, pur se sappiamo per certo che ci troveremo di fronte ad un nuovo anno complesso denso di criticità, non intendiamo retrocedere”.

In allegato, il testo dell’intervento del Presidente

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Centri per l’Impiego, Vercellotti (Upi). “Se non si finanziano dal 1°gennaio non potremo garantire i servizi

“Se non avremo sicurezze economiche sulla copertura dei costi dei Centri per l’impiego, dal 1° gennaio 2016, non avendo più la competenza su questi servizi, non potremo di garantirne l’operatività”.  Lo ha detto il Vice presidente dell’Upi,  Carlo Riva Vercellotti, intervenendo ad una riunione dell’Osservatorio sull’attuazione della legge Delrio dedicata a questo tema. “I centri per l’impiego – ha ricordato Vercellotti – non sono più competenza delle Province dal primo gennaio scorso. Per quest’anno abbiamo continuato responsabilmente ad assicurare i servizi, ma dal prossimo anno non possiamo sottrarre le poche risorse a disposizione per la manutenzione e la sicurezza di strade, scuole e ambiente, che sono le nostre funzioni, per coprire i costi di un servizio che non è più nostro e non ci spetta. L’esercizio di questa funzione non può più pesare sui nostri bilanci, già critici”.

“Siamo quasi alla fine dell’anno – ha aggiunto il Vice Presidente dell’Upi –  e ancora non sappiamo come sono stati ripartiti tra le Province i 140 milioni stanziati dal Governo e i 70 milioni stanziati dalle Regioni per coprire le sole spese di personale per il 2015. Continuiamo ad operare con interventi tampone su un settore, quello del sostegno all’occupazione, che dovrebbe essere invece considerato strategico per il Paese. Chiediamo al Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, di aprire un tavolo con le Province e le Regioni per trovare insieme le soluzioni necessarie e urgenti per garantire che il passaggio di queste funzioni avvenga continuando ad assicurare la piena operatività di servizi che sono essenziali.

 

I numeri dei Centri per l’impiego in Italia: 550 Centri in tutto il Paese, in cui lavorano di 6.200 persone  a tempo indeterminato e circa 300 a tempo determinato per un costo di 230 milioni di euro, di cui 210 milioni per tempi indeterminati e 20 milioni per tempi determinati e flessibili. Le spese di funzionamento ammontano invece a circa 300 milioni (dati SOSE 2013).

 

L’intervento del Presidente delle Provincia di Brescia, Pier Luigi Mottinelli sul quotidiano “Il Giornale di Brescia”

La Provincia di Brescia come “modello per la gestione associata dei servizi di area vasta: stazione unica appaltante, predisposizione di documenti di gara, monitoraggio di contratti di servizio, organizzazione di concorsi e procedure selettive, agenda digitale, politiche europee, assistenza amministrativa che consenta di fare squadra, di raggiungere, insieme, importanti obiettivi”. Così il Presidente Mottinelli traccia oggi, sul Giornale di Brescia, il profilo della nuova Provincia nata dalla riforma Delrio. Sottolineando, però, la grave emergenza dei bilanci in rosso “I mancati trasferimenti – spiega – penalizzano il territorio. Strade, edifici scolastici trasporti e ambiente, sono quattro capitoli che chiedono risorse.  E’ chiaro  – sottolinea riferendosi ai nuovi tagli imposti dalla manovra finanziaria 2016 all’esame del Parlamento – che senza un intervento del Governo, la manovra sui bilanci delle Province per il prossimo biennio risulta insostenibile”.

In allegato, l’intervento pubblicato sul quotidiano.

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ANCI e UPI Piemonte diventano un’unica Associazione. Prima Regione a dare il via al processo di integrazione

Siglato tra il Sindaco di Novara Andrea Ballarè, Presidente Anci Piemonte  e Emanuele Ramella Pralungo, Presidente della Provincia di Biella e Vice Presidente Vicario di Upi Piemonte, l’accordo per giungere alla fusione tra ANCI Piemonte e Unione Province Piemontesi.

La sottoscrizione è avvenuta nel corso dei lavori dell’Assemblea nazionale dell’ANCI a Torino.

Secondo quanto riporta la nota pubblicata sul sito di Anci Piemonte, il Consiglio direttivo piemontese dell’Associazione dei Comuni è stato convocato appositamente e, dopo aver approvato all’unanimità l’accordo, ha autorizzato il presidente Ballarè a sottoscriverlo contestualmente con il vice presidente vicario dell’Unione Province Piemontesi (UPP) Emanuele Ramella Pralungo.

“Siamo tra le prime Regione d’Italia a dare il via al processo di integrazione” – ha sottolineato nella nota  con soddisfazione Ballarè, ricordando che la fusione viene attuata nell’ottica della semplificazione dettata dalle riforme istituzionali e in linea con il protocollo siglato nel 2014 tra ANCI nazionale e Unione Province Italiane. Pochi giorni, fa, poi, l’approvazione in Consiglio Regionale della legge di riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in applicazione della Legge Del Rio. 

“ANCI e UPP – prosgeue il testo – sono i soggetti che conoscono meglio le realtà territoriali: costituendo un unico organismo saremo ancora più forti e credibili nel parlare a Regione e Governo” ha rimarcato Ballarè. Per Emanuele Ramella Pralungo “la casa dell’ANCI è il giusto approdo al quale le Province devono arrivare. Noi compiamo questo atto con la dignità che ci viene riconosciuta, conoscendo l’importanza di costruire tutti insieme il sistema piemontese”.

La nota specifica che fino al 1° gennaio 2016 l’Unione Province Piemontesi manterrà la propria autonoma soggettività giuridica. Il processo di integrazione si compirà nell’arco di un anno, con trasferimento di personale e risorse all’ANCI, fino alla “proposta di scioglimento dell’UPP – come indica l’accordo – nei termini di legge e di statuto”.

Inoltre chiarisce che da subito il presidente dell’UPP assumerà la carica di vice presidente dell’ANCI, nei cui organi direttivi (Comitato e Consiglio Direttivo) l’Unione Province Piemontesi sarà rappresentata. Il Consiglio Direttivo di quest’ultima aggiungerà la denominazione di “Consulta per le Aree Vaste dell’ANCI Piemonte”.

(Foto tratta dal sito www.anci.piemonte.it)

Siglato in Regione Lazio accordo per passaggio personale Province

L’Osservatorio regionale per l’attuazione della legge 56 del 2014 ha firmato l’accordo che permetterà al personale sovrannumero delle Province di transitare in Regione Lazio.

La firma è arrivata dopo una riunione durata 6 ore cui hanno preso parte i rappresentanti sindacali, il presidente della Provincia di Frosinone, Antonio Pompeo, presidente della Provincia di Latina, Eleonora Della Penna, il presidente della Provincia Rieti, Giuseppe Rinaldi, il presidente della Provincia Viterbo, Mauro Mazzola, il vicepresidente dell’Area Metropolitana di Roma Capitale, Alessandro Mauro, e l’assessore Regionale al Lavoro, Lucia Valente.

“Abbiamo raggiunto un accordo importante che fa segnare un ulteriore passo in aventi nel percorso di riallocazione dei 560 dipendenti delle Province del Lazio, di cui 103 reatini – commenta il presidente della Provincia di Rieti, Giuseppe Rinaldi – con grande senso di responsabilità da parte di tutte le componenti dell’Osservatorio si è evitato che i lavoratori in soprannumero andassero a confluire nella piattaforma nazionale nonostante l’assenza della legge regionale sulla riallocazione delle funzioni. Questo accordo garantirà ai lavoratori di essere riassorbiti dalla Regione Lazio grazie all’impegno del presidente Zingaretti che attraverso l’assessore Valente ha garantito la copertura economica. Adesso è necessario che anche il Consiglio regionale faccia la sua parte e decida in merito alle riallocazioni delle funzioni in modo che i dipendenti sappiano con chiarezza quale e dove sia il loro posto di lavoro”.     

Assemblea Anci, Filippeschi “Le Province diventino hub dei servizi al territorio”

“La riforma delle Province apre ad una straordinaria opportunita’ di semplificazione: i nuovi enti di area vasta, che sono Case dei Comuni, possono diventare gli hub dei servizi sul territorio” . Lo ha detto il Presidente e Sindaco di Pisa Marco Filippeschi, Vice Presidente Upi, nel suo intervento all’Assemblea Anci a Torino.

“La Legge Delrio non e’ un punto di arrivo, ma un punto di partenza – ha detto Filippeschi – per questo va attuata fino in fondo, avviando un’opera di innovazione e di disboscamento delle miriadi di enti sul territorio. Se utilizziamo l’area vasta come hub di servizi,  per le stazioni appaltanti, per costruire uffici unici centralizzati per tutti i comuni, per valorizzare al massimo la funzione di assistenza ai Sindaci che la Legge Delrio assegna alle nuove Province, non solo semplificheremo il sistema, ma ridurremo in maniera virtuosa la spesa pubblica, senza intaccare i servizi essenziali ai cittadini. Le nuove aree vaste  poi possono avere un ruolo chiave soprattutto se l’autiriforma dei Comuni passera’ per fusioni e non solo dei comuni piu’ piccoli, con un nuovo modello di governance. Ma bisogna chiarire che  tutte queste potenzialita’- ha concluso Filippeschi – verranno meno se non si interverra’ sulla Legge di Stabilita’ cancellando il taglio di 500 milioni sulle Province, che, se non corretto, mandera’ in dissesto tutti gli enti”.

“I piani di riassetto organizzativo per costruire il nuovo ente” Di Nicola Valluzzi, Presidente della Provincia di Potenza

In allegato, l’intervento del Presidente della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi, al Seminario Upi “Le nuove Province: prospettive, ruolo e contributo degli Enti di Area Vasta per lo sviluppo del Paese” che si è svolto a Roma il 13 e 14 ottobre scorso

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