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La sdoddisfazione del Persidente D’Alì

La Provincia di Trapani ha un bilancio affidabile e buone possibilità di sviluppo e di crescita economica nel medio e lungo termine. Queste le ragioni per cui l’Agenzia Finanziaria FitchRatings gli ha assegnato il rating “A”, un risultato che posiziona la Provincia, unica in Sicilia, allo stesso livello di Valencia o del Monte dei Paschi di Siena.
“E’ un risultato ottimo, che, come amministratori di una istituzione pubblica,  non può che incoraggiarci a proseguire sulla strada del rafforzamento e del consolidamento e di attivazione di nuove forme di partecipazione pubblico-private– ha commentato il Presidente della Provincia Antonio D’Alì nella Conferenza stampa di presentazione del rating. “Per  questo la certificazione è una sfida che abbiamo sentito il dovere di cogliere, per attestare e documentare ai nostri possibili futuri partener la nostra solidità e il nostro impegno ad investire per lo sviluppo del territorio. Credo che quello del merito dovrebbe essere un parametro cui tutte le istituzioni dovrebbero fare riferimento – ha aggiunto D’Alì – per questo ritengo che il patto di stabilità interno, che blocca indiscriminatamente la possibilità dell’utilizzo degli avanzi di bilancio per gli investimenti a prescindere dalla virtuosità o meno dell’ente sia da correggere. Non dobbiamo certo disegnare la lista dei buoni e dei cattivi: però laddove ci sia una certificazione che attesti il consolidamento della struttura finanziaria e di bilancio dell’istituzione, credo si debba consentire di proseguire negli investimenti. Anche perché è proprio grazie agli investimenti degli Enti locali che il Paese può crescere”.
Molto soddisfatto del successo ottenuto anche l’assessore al Bilancio della Provincia di Trapani, Salvatore Ombra “E’ una sfida che l’amministrazione tutta, sia nella parte politica che in quella dirigenziale, ha vinto. E’ stata anche premiata la serietà e la capacità progettuale che questa amministrazione ha messo in campo. Un dato importante – ha aggiunto l’Assessore – è la considerazione di affidabilità che l’Agenzia di rating ci ha accordato, perché certifica la solidità della scelta politica. Ci auguriamo che anche gli altir Enti locali del territorio possano beneficiare di questo nostro successo. L’appuntamento è da qui ad un anno  certi come siamo che, proseguendo su questa strada, potremo ottenere un ratings ancora migliore”.
Alla conferenza stampa è intervenuta la Deutche Bank e il Direttore della Finanza Internazionale di FitchRatings, Raffaele Carnevale, che ha illustrato le ragioni che hanno portato all’attribuzione del ratings “A” alla Provincia di Trapani. “Il rating – ha spiegato – considera i solidi risultati operativi, il moderato e stabile livello di debito per mutui e prestiti e l’elevata capacità di generare flussi di cassa. Il rating tiene altresì conto della limitata flessibilità finanziaria di parte corrente nonché dei potenziali benefici in termini di crescita dell’occupazione e del PIL pro-capite derivanti dalle prospettive di sviluppo dell’economia locale. Le prospettive stabili riflettono l’aspettativa di Fitch circa la capacità della Provincia di mantenere il pareggio di bilancio nei prossimi tre anni stabilizzando, quindi, il debito a mediolungo termine. Inoltre, il mantenimento dell’elevato livello di copertura delle rate per il servizio del debito, unitamente al miglioramento dell’efficienza gestionale per mezzo della messa a regime dei sistemi di controllo interni, potrebbero avere un effetto positivo sul rating”.

“Solo Comuni e Province hanno fatto proposte”

“La riduzione dei costi della politica passa dalla semplificazione del sistema e dal taglio di tutti gli organismi inutili che oggi gestiscono, impropriamente e in maniera frammentarie, competenze sul territorio. Mi riferisco alle Comunità Montane, agli Ato, ai Bim, agli Enti Parco, ai tanti Consorzi di gestione, creati appositamente, con tanto di consigli di amministrazioni spesso strapagati, per svolgere ciò che invece dovrebbero fare le Province”.
Lo dichiara il Presidente dell’Upi Fabio Melilli, ricordando come “per giungere davvero ad un risultato basterebbe dare piena attuazione alla Costituzione, confermando quello che il Governo ha indicato con la Carta delle Autonomie, e riportando in capo ai Comuni e alle Province le funzioni per amministrare il Paese.
Se questa sarà l’indicazione che deriverà dal Governo e dal Parlamento, allora noi siamo pronti a fare la nostra parte. Ci siamo già resi disponibili ad una riduzione razionale del personale politico delle Province, proponendo il taglio del 25% di consiglieri ed Assessori.
Ma è chiaro che un segnale di questo genere non può venire, come invece fino ad oggi è stato, solo dai Comuni e dalle Province. Anche le altre istituzioni devono dimostrare nei fatti, con proposte concrete, la loro volontà di operare davvero per una razionalizzazione del sistema, e non di volere solo seguire l’onda della protesta del momento. E’ questo che ci aspettiamo dagli incontri previsti per la prossima settimana, e non le proposte di accorpamenti forzosi, e che si trovino al più presto soluzioni, perchè ormai tardare ancora nel rispondere ai cittadini non è più possibile”.

 

 

 

Convegno UPI-CUSPI per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico a fini statistici

Il censimento degli archivi amministrativi provinciali per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico a fini statistici
 
Il CUSPI (Coordinamento degli uffici di statistica delle Province), come organismo dell’UPI per il coordinamento della funzione della statistica a supporto della governance locale, in occasione di ForumPA 2007, vuole organizzare una giornata di lavoro per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico a fini statistici.
Il patrimonio informativo accumulato nelle banche dati della PA è non solo di grandi dimensioni, ma anche ricco e articolato per le molteplici tipologie di dati e rappresenta un vero e proprio “bene pubblico” che oggi è possibile valorizzare per finalità statistiche con evidenti vantaggi per l’intera collettività.
Il CUSPI, nell’ambito del Programma statistico nazionale, in collaborazione e con il supporto metodologico dell’ISTAT, ha elaborato un progetto per il censimento degli archivi amministrativi delle Province, proponendosi di accelerare e consolidare l’uso degli archivi amministrativi quale risorsa indispensabile per la produzione statistica, ma anche per la semplificazione amministrativa e la riduzione degli oneri per i cittadini, le imprese, le organizzazioni sociali.
Conoscere quindi le potenzialità informative e statistiche di ogni singolo archivio permetterà di integrare la tradizione amministrativa con la cultura della rete per migliorare la gestione informatica degli archivi e la qualità delle informazioni contenute per completezza, tempestività di aggiornamento, uniformità territoriale.

 
PROGRAMMA

 

Progetto “Censimento degli archivi amministrativi delle Province”

Cinzia Viale
Presidente Cuspi – Provincia di Rovigo

Saverio Gazzelloni
Direttore Sistan

Manlio Calzaroni
Direttore dati, archivi e registri amministrativi Istat

Ennio Fortunato
Dirigente ISTAT

Carmelo Carlino
Direttore Generale Provincia di Genova

Pasquale Volontà
Responsabile Sistema Informativo e Statistica Provincia di Asti

Gaetano Palombelli
Rappresentante UPI nel COMSTAT
 

Il trattamento dei dati sensibili e giudiziari a fini statistici

Claudio Filippi
Direttore Dipartimento Libertà Pubblica e Sanità – Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali
 

CUSPI Friuli Venezia Giulia: Proposte metodologiceh e modello PCM

Fulvio Della Vedova
Dirigente Provincia di Trieste

Antonella Primi
Responsabile Ufficio di Statistica Provincia di Trieste
 

CUSPI Emilia Romagna: obiettivi ed attività comuni in campo statistico

Monica Mazzoni
Responsabile Ufficio di Statistica Provincia di Bologna

Rossella Salvi
Responsabile Ufficio di Statistica Provincia di Rimini

 

Provincia di Roma: Il rapporto anuale sull’area di Roma

Aldo Santori
Consulente Collaboratore dell’Area Studi della Direzione Generale Provincia di Roma

Teresa Ammendola
Responsabile Ufficio di Statistica Provincia di Roma

 

Per informazioni ed iscrizioni: http://www.forumpa.it/forumpa2007/convegni/convegno/E16.html

“Serve una conferenza unificata straordinaria”

Per raggiungere l’obiettivo di una riduzione reale dei costi della politica, è necessario che tutte le istituzioni facciano la propria parte, stringendo un Patto tra Governo, Parlamento, Regioni, Province e Comuni.

Lo scrivono il Presidente dell’ANCI, Leonardo Domenici, e il Presidente dell’Upi Fabio Melilli, in una lettera indirizzata al Ministro Linda Lanzillotta, nella quale chiedono la convocazione di una Conferenza Unificata straordinaria tutta dedicata alla questione dei costi della politica.

Nel testo, i Presidenti ricordano la proposta lanciata la scorsa settimana da ANCI e Upi, di ridurre di un quarto il numero degli assessori e dei consiglieri comunali e provinciali: proposta che comporterebbe un risparmio di almeno 120 milioni di euro dai Comuni e di circa 27 milioni e mezzo dalle Province.

 “Noi quindi – scrivono Domenici e Melilli – abbiamo già dichiarato apertamente la ferma volontà di partecipare a questa sfida: non vorremmo però che, presi dalla necessità di dare immediate risposte, spinti in questo anche dalla facile, quanto spesso futile, polemica del momento, si trascuri il bisogno di disegnare un progetto completo, efficace e realmente incisivo e innovativo, di cui il Paese ha bisogno”.

Secondo i Presidenti, “se si vuole davvero raggiungere i risultati che i cittadini si aspettano da noi, anche le Regioni devono fare la loro parte: insieme potremo infatti coniugare l’obiettivo del taglio dei costi della politica, a quello della semplificazione, dello snellimento della burocrazia e del miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia della Pubblica Amministrazione”.

I Presidenti di ANCI e Upi concludono con la richiesta della convocazione della Conferenza Unificata dove, scrivono “potremo definire insieme un Patto tra tutte le istituzioni, Governo, Parlamento, Regioni, Province e Comuni, e, in pieno spirito costruttivo, potremo contribuire fattivamente alla realizzazione di provvedimenti efficaci e funzionali”.


 

Le due province insieme nelle strategie per le fonti alternative

L’uso di fonti energetiche alternative e le strategie d’intervento in tema di politiche comunitarie sono stati al centro dell’incontro , nel capoluogo lucano, tra il presidente della Provincia di Potenza, Sabino Altobello, e una delegazione della Provincia di Caserta, guidata dall’assessore alle Attività produttive e Politiche comunitarie, Franco Capobianco. Obiettivo dell’incontro, cui ha preso parte anche il direttore dell’Associazione Tecla, Mario Battello, è la costruzione di un percorso condiviso, che parte da Potenza e Caserta, per la realizzazione di progetti innovativi con l’utilizzo delle nuove fonti energetiche. Il quadro di riferimento è quello della nuova programmazione dei fondi comunitari per il periodo 2007 – 2013, dei piani interregionali in materia di energia e degli impegni internazionali e nazionali per la riduzione delle emissioni inquinanti. A Potenza sono state gettate le basi per una sinergia, che mira a coinvolgere anche altre province meridionali su un tema, quello dell’energia, di importanza strategica per lo sviluppo locale. 
La Provincia di Caserta ha inoltre portato a Potenza le sue best practies in tema di politiche comunitarie e di attività di progettazione, comunicazione, informazione ed orientamento sulle opportunità di finanziamento e le attività delle Istituzioni Europee. Le esperienze maturate in due anni di attività dall’Ufficio Europa di Caserta, che è riuscito a portare i temi dell’agenda europea all’attenzione del pubblico locale, attraverso strategie di comunicazione e progetti rivolti a giovani, serviranno all’organizzazione del neonato Ufficio Europa della Provincia di Potenza.
“Esprimo piena soddisfazione per l’incontro di questa mattina e grande interesse per i temi affrontati –  ha detto il presidente della Provincia di Potenza -. L’incontro di oggi può avviare un proficuo lavoro tra due province del sud, sui temi dell’energia e delle politiche comunitarie, con grande attenzione alla cooperazione e alla condivisione di progetti di sviluppo per i territori. L’esperienza attivata con Caserta – ha aggiunto Altobello –  è il viatico per un allargamento ad altre province su una base multiregionale”. Per l’assessore Capobianco “l’incontro con la Provincia di Potenza, con  una regione che ha  lavorato bene per l’agenda 2000-2006 dei POR, tanto da trovarsi in posizione di phasing out statistico e quindi nella fase di sostegno transitorio per le nuove politiche di coesione, è l’inizio di un’azione concreta ed interregionale per lo sviluppo di progetti in materia di politiche energetiche e di scambio di buone prassi sulla progettazione e la comunicazione su tematiche europee. È un iniziativa che valorizza ulteriormente la rete di Tecla e delle province che puntano sui propri Uffici Europa come strumenti di progettazione e attuazione delle opportunità che l’Ue offre agli Stati membri. La Provincia di Caserta – conclude l’assessore – è orgogliosa di esportare la sua esperienza al fine di accompagnare l’avvio delle attività dell’Ufficio Europa della Provincia di Potenza”.

 

Il commento di Melilli al sondaggio ISPOS – SOLE 24 ORE

Il 63% degli italiani è contraria all’abolizione delle Province, e solo il 29% ritiene che gli sprechi della politica siano da ricercarsi negli Enti locali. I dati emergono da un sondaggio effettuato dall’istituto di studi IPSOS per il il Sole 24 Ore, e sono stati realizzazti nell’ambito di una rilevazione generale sul primo anno del Govenro Prodi.

Dal sondaggio emerge chiaramente quanto i cittadini italiani siano profondamente legati alle amminnistrazioni provinciali: infatti, alla domanda “lei è d’accordo con l’abolizione delle Province” il 39% risponde “ASSOLUTAMENTE NO”, il 24% risponde “POCO D’ACCORDO”  e solo il 15% si dichiara favorevole.


“I dati registrati dal sondaggio del Sole 24 Ore non fanno che confermare ciò di cui le Province non hanno mai avuto dubbi: che i cittadini italiani apprezzano il nostro lavoro, ci ritengono una istituzione indispensabile, e non si lasciano convincere dalla facile demagogia”.  E’ il commento del Presidente dell’Upi, Fabio Melilli  “Spero solo che –  aggiunge –  dopo questi risultati così chiari, ci si convinca che prima di emettere sentenze frettolose, è meglio imparare ad ascoltare i territori e le comunità, girando davvero l’Italia. Che non è fatta solo di grandi metropoli, ma di tante piccole realtà che trovano nella Provincia l’istituzione storica di riferimento, in grado di costruire la rete di sostegno del sistema locale intorno ai temi dell’economia, dello sviluppo, della cultura, della tutela dell’ambiente e dei diritti di cittadinanza.
Resta fermo – conclude il Presidente dell’Upi –  il nostro responsabile  impegno, a contribuire, attraverso un grande Patto con tutte le istituzioni del Paese, alla riduzione dei costi della politica, allo snellimento della burocrazia e al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia della Pubblica Amministrazione, di cui, questo sì,  certamente i cittadini sentono il bisogno”.

L’articolo, pubblicato a pagina 2 del quotidiano, è presente nella rassegna stampa  del nostro sito.

Dichiarazione del Presidente dell’Upi Emilia Romagna, Pieer Giorigo Dall’Acquan

In merito alla recente sentenza n. 157 con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato  illegittimo il taglio delle indennità degli organi politici regionali, prendo atto con soddisfazione del pronunciamento che riconosce l’autonomia normativa e finanziaria, non solo delle Regioni, ma anche degli Enti locali, in diverse materie, fra cui la fissazione delle indennità e dei gettoni di presenza, fatti salvi i principi generali fissati dal Decreto Ministeriale 119/2000 che è scaduto dal 2003 e non è mai stato rinnovato.

In aggiunta, ricordo, che gli amministratori delle Province dell’Emilia-Romagna si sono adeguati  alle disposizioni delle ultime due leggi finanziarie, decurtando il trattamento economico del 10% sia per i Presidenti e gli Assessori, che per i Consiglieri provinciali.
 
Pertanto, pur prendendo atto con soddisfazione della sentenza della Corte, ritengo che, ancora una volta, possiamo farci carico di affrontare il tema dei costi della politica in un ottica di ammodernamento e di semplificazione dei compiti e delle funzioni  delle Province, così come prevede il nuovo Codice delle Autonomie in discussione presso il Parlamento e credo che saremo  favorevoli ad una riduzione dei componenti degli organi esecutivi (le Giunte) e dei componenti degli Organi assembleari (i Consigli Provinciali).

Tale riduzione, sono certo, porterà  vantaggi sul piano dell’efficientamento complessivo  della Pubblica Amministrazione, accogliendo anche una domanda sociale e delle imprese che chiede più celerità nei processi decisionali.

Ritengo pertanto perseguibile, sin da ora, una forte innovazione nella vita politica del Paese che, a fronte di un  taglio delle spese generali degli enti e ad una consistente riduzione del numero degli amministratori locali, si proceda seriamente ad una verifica sulle indennità da corrispondere effettivamente agli amministratori stessi.

Ancora una volta, ribadisco, che le indennità degli amministratori, sempre più impegnati nell’esercizio di compiti e funzioni in crescente trasferimento dallo Stato e dalle Regioni, debbano essere serenamente ed equamente valutate anche con riferimento al trattamento economico dei componenti delle altre istituzioni elettive della Repubblica e rigettando ogni forma di populismo e di demagogia che, specie in questi ultimi tempi, domina il dibattito nazionale e locale  stravolgendo ogni  ragionevole considerazione.


Pier Giorgio Dall’Acqua, Presidente della Porivncia di Ferrara e Presidente dell’Upi Emilia Romagna

Uno speciale sulle Province della Toscana

Con una convegno sulle riforme e sul Codice delle Autonomie, cui è interventuo anche il Ministro Vannino Chiti, è stata inaugurata la nuova sede dell’Unione delle Province della Toscana.

In questo numero, uno speciale tutto dedicato all’evento.

Documenti allegati:

Melilli “La risposta è la Carta delle Autonomie”

“Siamo pienamente d’accordo con il Presidente Prodi, quando afferma che è necessario porre fine alla proliferazione delle Province. E’, anzi, una delle priorità che come Upi abbiamo più volte indicato al Governo e al Parlamento, e che ha finalmente trovato una risposta nella Carta delle autonomie”. Lo sottolinea il Presidente dell’Upi,  Fabio Melilli, commentando le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Romano Prodi, rilasciate oggi nel corso del convegno del Business International.
“Siamo noi i primi a dire – prosegue Melilli –  che la proliferazione di province non fa che indebolire il ruolo, determinante, che questa istituzione ha come ente di governo di area vasta. Un ruolo che, per essere attuato,  ha bisogno di una popolazione adeguata e di un territorio sufficientemente ampio. Con la Carta delle Autonomie Locali, il cui testo è stato definito grazie alla piena collaborazione  tra i Ministri Lanzillotta e Amato e le associazioni delle Regioni, delle Province e dei Comuni,   – prosegue Melilli – non solo si mette fine alla proliferazione, ma si chiarisce il ruolo imprescindibile delle Province, razionalizzando le funzioni di tutti i  livelli di governo. E’ una operazione fondamentale, perché consente di definire con chiarezza i compiti di ciascuno e di eliminare le sovrapposizioni, riportando in capo alle Province tutte quelle funzioni di governo del territorio che oggi sono impropriamente gestite da enti strumentali. Le tante agenzie di cui il Paese è pieno e nei quali si annidano i veri sprechi della pubblica amministrazione, che dopo la Carta non hanno più alcun senso di esistere. La Carta è ora all’esame del Parlamento – conclude Melilli –  quello che ci auguriamo è che completi, in tempi brevi, il suo iter per arrivare finalmente a disegnare un nuovo sistema di enti locali più efficiente e moderno come tutti, noi per primi, ci aspettiamo”.


 

Strumenti e supporto per le Amministrazioni locali

Prosegue l’azione di supporto, da parte del Cnipa, alle Amministrazioni locali impegnate in progetti per la costituzione di Alleanze Locali per l’Innovazione (ALI), in risposta all’Avviso pubblico che scadrà il prossimo 20 luglio. Sono stati infatti resi disponibili, sul sito Cnipa, due nuovi allegati, da utilizzare per la progettazione, relativi agli aspetti economici ed alla descrizione dei servizi.

Gli aspetti economici costituiscono un elemento cruciale, per il successo delle ALI, poiché solo progetti fondati su una seria e realistica previsione dei costi e dei ricavi possono sperare di essere sostenibili nel tempo e costituire strumenti di reale supporto e di semplificazione per i Comuni.

“È importante non solo un serio piano economico, ma anche una programmazione che consenta alle nuove aggregazioni di essere realmente utili ai Comuni – ha dichiarato Nicola Melideo, Direttore Generale dell’Area Innovazione per le Regioni e gli Enti locali del Cnipa – Il costo dell’ALI potrà essere sostenuto solo se l’insieme delle economie e dei benefici ottenibili grazie ai servizi che essa fornirà saranno, per i Comuni e i loro fornitori di tecnologia, tali da consentire di ripagare i servizi ricevuti”.

L’altro aspetto che viene richiesto di considerare con attenzione è quello di una chiara definizione dei servizi, i quali dovranno essere implementati a partire da una rigorosa analisi della domanda. Essa dovrà considerare lo stato attuale di erogazione di ciascun servizio, all’interno dei Comuni, oltre che le attuali modalità organizzative, tecnologiche e finanziarie di gestione. I servizi proposti dovranno inoltre consentire di ottenere una reale razionalizzazione e semplificazione dei rapporti tra ciascun piccolo Comune e le altre PA, Centrali, Regionali e locali.

Marziano “Autoimprenditoria, programmazione locale e zone franche”

“Se definiamo le zone franche come zone “urbane” rischiamo di lasciare fuori dalle politiche di sviluppo tutte quelle aree, rurali o industriali, che gravitano al di fuori delle città e che invece spesso, nel mezzogiorno, sono le prime ad avere bisogno di interventi di sostegno”.
Lo ha sottolineato il Vice Presidente dell’Upi e Presidente della Provincia di Siracusa, Bruno Marziano, intervenendo oggi a Palazzo Chigi, al tavolo di lavoro nel quale il Governo ha illustrato a istituzioni locali e forze sociali le iniziative per la ripresa del Mezzogiorno, quali l’individuazione di 10 o 15 “zone franche”,  lo sviluppo delle infrastrutture, gli incentivi agli investimenti.
“L’obiettivo strategico delle zone franche è pienamente condiviso – ha detto Marziano – purchè queste non siano individuate solo tra le aree urbane, anche perché al sud esistono numerose aree rurali o industriali in declino, sulle quali sarebbe possibile fare confluire diverse opportunità di sostegno alla ripresa”.
“Quanto agli strumenti che il Governo intende mettere in campo per attrarre investimenti nel sud Italia, credo che si debba fare uno sforzo ulteriore per favorire la nascita dell’autoimprenditoria. Nel  Sud – ha detto Marziano – sono molti i giovani costretti a lasciare le loro città per trovare lavoro: è nostro dovere mettere in campo tutte le opportunità possibili per garantire occupazione, ma anche per fare impresa,  a chi ha determinazione e idee per scegliere questa strada”. Marziano ha poi sottolineato la necessità di avviare un monitoraggio e una verifica puntuale sugli strumenti di programmazione e di sviluppo locale. “E’ vero – ha detto – che i Contratti di programma non hanno riscosso il successo che speravamo, ma è vero anche che accanto a questi sono stati messi in campo altri strumenti di programmazione dal basso, che , se pur con fatica, hanno dato buoni frutti. Interromperli adesso, senza averne verificato  con cura i risultati ottenuti, priverebbe il Mezzogiorno di importanti e preziose opportunità”. 

 

Melilli “Liberare risorse per favorire gli investimenti”

“Lasciateci utilizzare gli avanzi di bilancio per programmare gli investimenti sul territorio”. Lo ha chiesto il Presidente dell’Upi, Fabio Melilli, intervenendo oggi alla Conferenza Stato Città che si è svolta a Palazzo Chigi, convocata dopo la richiesta avanzata da Anci e Upi di modificare le norme del patto di stabilità interno previsto dalla Finanziaria 2007. La legge di Bilancio, infatti, prevede  l’esclusione degli avanzi dalle entrate del saldo, rendendo di fatto inutilizzabili queste risorse.
“Chiediamo al Governo – ha detto Melilli – di dare un segnale di disponibilità nei confronti del sistema degli Enti locali che, dati alla mano, si sta mostrando tra i più virtuosi nella gestione delle risorse e nella tenuta del patto di stabilità.
Il rischio è che le Province, soprattutto le grandi, per fare fronte alle necessità delle comunità, dalla manutenzione delle scuole e delle strade alla salvaguardia del territorio, decidano di non rispettare il patto di stabilità utilizzando gli avanzi di bilancio.  Per questo riteniamo che si debba permettere agli amministratori di utilizzare gli avanzi di amministrazione per le politiche di investimento e di sviluppo”.
Il Governo ha riconvocato su questo tema la Conferenza Stato Città per la prima metà di maggio.
 

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