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Prestigioso riconoscimento per il Presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni, nel corso dell’Assemblea generale TECLA svoltasi a Napoli il 29 Novembre, in concomitanza con l’assise nazionale di UPI. Durante i lavori, Pieroni è stato eletto Presidente di TECLA – Associazione per la cooperazione transnazionale locale ed europea.

TECLA è un’associazione che riunisce più di trenta enti territoriali e locali – tra cui, ad esempio, la Provincia di Torino, la Provincia di Milano e la Regione Lazio – ed opera per promuovere e sostenere le attività degli associati in ambiti internazionali ed europei. TECLA svolge, d’intesa con UPI, attività di informazione e formazione sulle politiche comunitarie e di assistenza tecnica per la presentazione di progetti per l’accesso a finanziamenti europei e internazionali. L’Associazione opera attraverso una sede a Roma ed una a Bruxelles e si avvale inoltre di una significativa rete di partners internazionali sia negli Stati membri dell’Unione europea sia in alcuni Paesi del bacino del Mediterraneo.

In più di dodici anni, l’Associazione TECLA ha dato un contributo allo sviluppo della dimensione europea e transnazionale degli enti pubblici territoriali italiani. L’Associazione ha cominciato ad operare in un periodo in cui il sistema delle autonomie locali aveva un ruolo di minor rilievo rispetto all’attuale assetto costituzionale italiano e, soprattutto, mostrava un interesse limitato rispetto al livello sovranazionale. In tale non facile contesto, Tecla ha saputo coinvolgere un buon numero di enti locali. Attraverso la propria attività di informazione ha contribuito ad elevare il livello di attenzione delle amministrazioni territoriali. Ha inoltre messo in contatto realtà diverse a livello nazionale e internazionale e ha sviluppato partenariati su specifici progetti o in maniera strutturata. Nell’Assemblea generale del 29 Novembre si è avviato un processo di riforma dell’organizzazione e dei servizi dell’Associazione finalizzato a renderla meglio in grado di affrontare le sfide che sarà chiamata a fronteggiare.

La Provincia di Pisa , in virtù del proprio significativo impegno nei settori delle politiche europee e della cooperazione internazionale, lavora da anni con l’Associazione TECLA su molti progetti, essendone peraltro uno dei soci fondatori.L’elezione del Presidente Pieroni alla presidenza di TECLA rappresenta un’ulteriore testimonianza dell’importanza che la Provincia di Pisa attribuisce allo sviluppo delle attività europee e internazionali. Il consenso ottenuto da parte degli enti locali associati mette in evidenza il credito dato alle linee guida per la riforma dell’organizzazione e dei servizi di TECLA avanzate dal Presidente Pieroni.

L’obiettivo di questa riforma è rendere ancora più incisive le attività di TECLA rivedendole sulla base di alcuni principi individuati, anche dal Presidente Pieroni, nel corso dell’Assemblea generale dell’associazione. Per valorizzare appieno l’attività di informazione, maggiori sforzi dovranno essere dedicati al reperimento anticipato delle informazioni e all’ottenimento di dati privilegiati sia rispetto ai bandi su linee di finanziamento europee sia rispetto alle politiche elaborate a livello comunitario. L’assistenza tecnica fornita da TECLA sulla progettazione dovrà concentrarsi maggiormente su bandi che abbiano portata e dimensioni significative (ad esempio nell’ambito delle iniziative comunitarie) e che rispondano appieno agli interessi strategici degli enti locali coinvolti. L’impegno nella progettazione dovrà, inoltre, necessariamente accompagnarsi, con sforzi sinergici e integrati, ad un’azione mirata di lobbying verso le istituzioni comunitarie.

“La mia nomina a Presidente di TECLA – ha dichiarato il Presidente Pieroni – rappresenta un’importante responsabilità che sono lieto di accettare. Sono convinto che l’Associazione saprà rilanciare le proprie attività allo scopo di cogliere pienamente le opportunità poste dalle evoluzioni più recenti in ambito europeo e internazionale”.

 

Si aggravano le sanzioni, ennesimo scatto in avanti nel centralismo

“Non solo non sono state  considerate le nostre proposte, ma si è addirittura scelto di penalizzare ancora di più le Province e la loro capacità di investimento. Si va di male in peggio”.
Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Fabio Melilli, commentando il testo del maxiendamento alla finanziaria in esame alla carica, sul quale , dice “abbiamo dovuto riscontrare un accanimento del Governo sugli Enti locali e l’ennesimo scatto in avanti nella strada del ritorno al più pesante centralismo.
Invece di rispondere alle nostre richieste, di permetterci di esercitare la nostra autonomia per il bene del Paese – sottolinea Melilli –  il Governo ha scelto di stringere ancora di più la nostra capacità di investimento sui territori e per le comunità. Si aggravano le sanzioni, niente si concede per permettere la creazione di nuovi posti di lavoro, viene evidenziato il clima di profonda sfiducia nei confronti delle istituzioni locali, obbligati a nuovi controlli da parte della Corte dei Conti, che già oggi verifica e certifica punto per punto i nostri bilanci.
D’altronde, da un testo blindato fin dall’inizio, su cui non è stata mai aperto con Province Regioni e Comuni alcun dialogo , e su cui, ancora una volta, si è scelta la strada della fiducia, non potevamo aspettarci altro.
Come Upi – conclude il Presidente Melilli – chiederemo alle Province di dare vita a nuove forme di protesta, perché si riesca ad ottenere dal Governo  modifiche radicali che sono indispensabili”.


Roma, 15 dicembre 2005

I commenti di De Maria e Zingoni

L’Ufficio di Presidenza dell’Upi ha approvato oggi all’unanimità un ordine del giorno,  nel quale si evidenzia la forte insoddisfazione delle Province sul maxiemendamento.

“Per tutta risposta alla nostra richiesta di attenuare le penalizzazioni e introdurre meccanismi che valorizzassero gli enti più virtuosi – sottolinea Andrea De Maria, Vicepresidente della Provincia di Bologna e Responsabile finanza Upi –  il Governo ha addirittura peggiorato il sistema del tagli: prima erano previste riduzioni generalizzate alla spesa corrente del 6,7%. Ora invece si prevede il 6,5%, cioè praticamente la stessa percentuale, se l’Ente ha rispettato alcuni parametri relativi unicamente alla spesa, mentre si arriva addirittura all’8% in caso contrario. Una stretta ancora più forte, quindi, sui conti delle Province. Non solo, la percentuale di incremento delle spese per investimenti invece decresce di ben due punti, passando dal 10% all’8%, compromettendo ancora di più la possibilità delle Province di contribuire con gli investimenti sui territori allo sviluppo del Paese”.

Il maxiemendamento interviene anche sul personale della pubblica amministrazione.  “Il contesto economico in cui viene scritta questa finanziaria è certamente difficile – fa notare Maurizio Zingoni, Consigliere della Provincia di Livorno e Responsabile personale dell’Upi –  Registrando positivamente alcuni aspetti della manovra, di sostegno alla famiglia e allo sviluppo del Paese, dobbiamo però constatare che, quanto alle Province, viene confermato il taglio per le spese di personale e non è più prevista l’esclusione degli oneri derivati dalle assunzioni a tempo indeterminato del 2005 dalla spesa del personale 2006”.

 

Documenti allegati:

Anci e Upi: insoddisfazione su ruolo Segretari previsto da TUEL

I rappresentanti di ANCI e UPI, nel corso di un confronto avuto presso l’Agenzia Nazionale Segretari Comunali e Provinciali con le rappresentanze sindacali, hanno espresso profonda insoddisfazione per la riforma del T.U.E.L. nella parte che riguarda i Segretari comunali. Si sono detti disponibili ad affrontare subito il tema della riforma della funzione dei Segretari comunali e provinciali che vada verso l’unificazione della funzione. In questo quadro ritengono che la modifica proposta nel T.U.E.L. all’art. 108 non risolva il problema degli Enti che invece hanno sempre più bisogno di funzionari e dirigenti qualificati. Esprimono solidarietà per i segretari comunali che hanno indetto una manifestazione unitaria nazionale per il giorno 13 dicembre.

Melilli: “Ecco cosa succede quando si abbandona la concertazione”

“Confusione tra norme, emendamenti che si contraddicono, sub emendamenti che contraddicono gli stessi emendamenti, difficoltà a comprendere quali siano i provvedimenti in discussione alla Commissione bilancio. Una confusione e un pasticcio che discendono direttamente dalla scelta del Governo di escludere Regioni Province e Comuni dalla discussione sulla finanziaria”. 

E’ il commento del Presidente dell’Upi, Fabio Melilli, alle notizie che si stanno rincorrendo in queste ore sugli emendamenti alla finanziaria in votazione alla Commissione bilancio alla Camera.

 “La discussione in corso alla Camera – sottolinea Melilli – è  la dimostrazione che senza un confronto costruttivo tra Stato Centrale e Istituzioni locali si perde la giusta direzione di marcia e si procede al buio, con il rischio di approvare norme contraddittorie e conflittuali.

E’ assurdo – aggiunge poi il Presidente dell’Upi –  che ancora oggi,  mentre i deputati sono impegnati a discutere e a votare gli emendamenti alla finanziaria, non ci sia dato di sapere di cosa si tratta, come si intenda procedere sulle nostre richieste, quale sarà l’ammontare dei tagli previsti, se arriveremo ad una modifica del patto di stabilità interno.
Ma come si fa a dire, quando si escludono i governi locali da decisioni così importanti, che l’Italia è uno stato federale?”.

 


 

Gli incontri al Senato e al Ministero

A seguito della bocciatura avvenuta al Senato il 29 e 30 novembre di tutte le proposte emendative alla legge elettorale che riguardavano la rappresentanza di genere la Consulta Pari Opportunità UPI, rappresentata dalla presidente Mara Mori e dalla vicepresidente Antonietta Vascon, ha ritenuto urgente sollecitare incontri istituzionali.
La delegazione si è incontrata prima con la Commissione Pari Opportunità del Senato nelle figure della presidente della Commissione sen. Ida D’Ippolito, sen. Rossana Boldi, sen. Rosa Stanisci; quindi con una rappresentanza della ministro Stefania Prestigiacomo e con la vice presidente della Comm. P.O., Lucia Borgia, incontri voluti per verificare cosa fare per riproporre con forza la questione dell’effettiva applicazione dell’articolo 51 della Costituzione.
“Le donne non sono “… altre razze ed etnie, altre culture e religioni…” come ha affermato nell’aula del Senato un senatore della Repubblica il 30 novembre, il quale, in merito alla necessità di varare provvedimenti per sanare la discriminazione che colpisce le cittadine italiane ha aggiunto:
 “… bisognerà istituire anche quote preferenziali per i musulmani, gli ebrei, i protestanti, i buddisti, i testimoni di Geova…””, hanno detto la Mori e la Vascon, che hanno aggiunto: “Certamente questo senatore non conosce i dati che riportano con chiarezza la penalizazione di rappresentanza di oltre la metà della popolazione italiana.
Come Consulta Pari Opportunità UPI vogliamo esprimere, a nome di tutte le donne italiane, i sentimenti di amarezza, di rabbia e di umiliazione per un’altra occasione persa; visto che sono proprio le donne a portare il carico più pesante della nostra società e il dovere di condivisione delle responsabilità familiari e civili”.
Mori e Vascon hanno ribadito l’urgenza di affrontare seriamente la questione delle garanzie di accesso e delle pari opportunità in Italia “perché un paese civile non può privarsi del contributo delle donne e perché la democrazia è basata su alcune regole, ma una è più importante di altre: la Rappresentanza”.
Per questo hanno chiesto un’audizione urgente alla Prima Commissione del Senato che si occupa degli affari istituzionali in relazione al DDL “Disposizioni in materia di pari opportunità tra uomini e donne nell’accesso alle cariche elettive parlamentari”. 

Melili: Poco innovativo e foriero di conflitti

COMUNICATO STAMPA

NUOVO TESTO UNICO SUGLI ENTI LOCALI
PROVINCE, MELILLI: “TESTO POCO INNOVATIVO E FORIERO DI CONFLITTI”


 

Il Consiglio dei Ministri di oggi ha approvato in via preliminare lo schema di decreto legislativo sulle funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane e per la revisione del Testo unico degli enti locali.
“Avevamo richiesto al Ministro Pisanu – afferma il Presidente dell’Upi, Fabio Melilli – un confronto preventivo in sede di Conferenza Stato Città Autonomie locali con i Comuni, le Province e le Comunità montane, al fine di condividere il percorso di elaborazione del nuovo testo unico sugli enti locali e di risolvere i punti di contrasto più delicati dal punto di vista istituzionale.
Questo confronto non c’è stato. Il provvedimento approvato non adegua il Testo unico alle nuove disposizioni costituzionali e rischia di aprire nuovi conflitti istituzionali.
In particolare, le Province sono nettamente contrarie alla nuova disciplina delle Città metropolitane, che non è coerente con il dettato costituzionale e con l’esigenza di costituire un governo metropolitano non limitato al solo Comune capoluogo. L’impostazione che emerge dal provvedimento depotenzia in modo strutturale le funzioni provinciali e apre un conflitto permanente tra Comune capoluogo, Provincia e Comuni metropolitani.
Nonostante vengano definite alcune importanti funzioni fondamentali a favore delle Province il provvedimento non dà risposte alla grande forza innovatrice del Titolo V della Costituzione in quanto non risolve il problema di una maggiore autonomia di Comuni e Province nell’organizzazione degli uffici, mentre moltiplica i controlli sugli enti locali in piena contraddizione con la scelta federalista del nostro Paese.
Il nuovo Testo unico, prosegue Melilli, non innova la disciplina in materia di segretari comunali e provinciali mentre prevede norme che amplificano i costi nei piccoli comuni.
 “Ancora una volta, conclude il Presidente dell’Upi Fabio Melilli, si è persa una grande occasione per costruire un provvedimento che scaturisse da un vero confronto tra Regione, Province e Comuni”.

Roma, 2 dicembre 2005

Il saluto del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi

In occasione dell’annuale assemblea generale rinnovo grande apprezzamento alla vostra associazione che, con il suo costante impegno, continua ad offrire un concreto e fattivo contributo alla tutela e alla valorizzazione delle nostre province.

Le province italiane rappresentano una realtà territoriale ricca e variegata in cui valori autentici ed antiche tradizioni coesistono con una forte progettualità per un futuro di crescita, nel segno dell’innovazione e dello sviluppo.

Storia e cultura devono legarsi a scuola, occupazione, economia, turismo e ambiente: un ruolo propulsivo per la provincia che qualifica il territorio, garantisce i servizi, rafforza la coesione sociale e il sentimento di appartenenza alla comunità locale, a quella nazionale ed a quella europea.

Nella consapevolezza che dalla vostra assise emergeranno utili contributi per la crescita dell’intero sistema delle autonomie, rivolgo a Lei, Egregio Presidente, ed a tutti i partecipanti un cordiale saluto ed un augurio di buon lavoro.

Carlo Azeglio Ciampi    

Il saluto del Presidente della Camera dei Deputati, Pier Ferdinando Casini

Illustre Presidente, ho ricevuto il Suo gentile invito a prendere parte all’Assemblea generale annuale dell’Unione delle Province d’Italia, che costituisce un’importante occasione di riflessione sulla vita del nostro ordinamento e sul prezioso ruolo che al suo interno svolgono gli enti territoriali.

Nella storia del nostro paese, le province hanno sempre dimostrato grandi capacità nell’individuare le risorse strategiche del territorio e nel mobilitare tutte le energie necessarie per permetterne una piena valorizzazione.

Nell’ambito della nuova architettura istituzionale della repubblica, i governi provinciali potranno rivestire un ruolo ancora più rilevante, contribuendo a realizzare quel federalismo cooperativo e solidale che costituisce la vera sfida che ci attende per ripartire sulla strada dello sviluppo, attraverso amministrazioni più “leggere”, più efficienti e più vicine alle esigenze dei cittadini.

Desidero rivolgere a tutti i partecipanti i miei più cordiali saluti e formulare io miei auguri più sinceri per il miglior esito dell’assemblea.

 

Pier Ferdinando Casini

 

Mara Mori: “Chiediamo norme antidiscriminatorie”

“Dove sono finite le quote rosa nella discussione della legge elettorale?”

Lo ha dettola Presidente della Consulta delle Pari opportunità dell’Upi, Mara Mori, intervenendo ai lavori dell’Assemblea Generale delle Province che si stanno svolgendo a Napoli, riferendosi alla mancata presentazione dell’emendamento sulla presenza delle donne nella politica, alla legge elettorale in discussione in Senato. La Consulta delle pari opportunità dell’Upi ha voluto testimoniare anche fisicamente la propria presenza ai lavori dell’Assemblea, innalzando nella sala dell’Auditorium durante tutto l’intervento della Presidente Mori, uno striscione con la scritta “ Ma….le donne ci sono”

 “Basta continuare ad usare termini dispregiativi – ha sottolineato poi la Presidente Mori – le ‘quote rosa’ non sono altro che norme antidiscriminatorie di cui questo Paese ha bisogno, per costruire una democrazia davvero paritaria. Un obiettivo che noi donne della Consulta pari opportunità dell’Upi  ci siamo impegnate ad affermare nella politiche del nostro Paese, a partire delle Province”.

 La Consulta ha presentato all’Assemblea una propria piattaforma di richieste:  “Noi vogliamo che i partiti aprano ad un rapporto paritario le proprie liste elettorali  – hanno detto le Presidenti, Assessore e Consigliere presenti – e ai Presidenti di Provincia chiediamo che si impegnino a nominare donne nelle giunte”.

Una richiesta che ha incassato l’appoggio del Presidente dell’Upi, Fabio Melilli, che si è impegnato a sostenerla e a promuoverla a partire dalla stessa dell’Associazione.

“Presenteremo ufficialmente domani queste nostre richieste al Governo e al Parlamento  – ha detto Mara Mori – quando saremo ricevute al Ministero delle Pari Opportunità e dalla Commissione Pari opportunità del Senato”.



 

De Maria: “Ecco le nostre proposte”

Positiva la disponibilità a ragionare emersa dall’incontro con i Ministri La Loggia e Tremonti, a patto che questa volta sia seguita da fatti.
E’ questo il giudizio espresso dall’Upi, sulla riunione di ieri tra Governo e Province, Comuni e Regioni, nella quale il Sottosegretario Vegas ha dichiarato la disponibilità di Palazzo Chigi a discutere con il sistema delle Autonomie locali dei contenuti del maxiemendamento che sarà varato a breve dal Governo.
“Prendiamo atto – dichiara Fabio Melilli, Presidente dell’Upi – di questa disponibilità del Governo: speriamo che sia davvero l’occasione per aprire un confronto sulla finanziaria. Confronto che fino ad oggi è stato solo annunciato e mai avviato davvero. Vogliamo prima di tutto che il Governo prenda atto della recente sentenza della Corte Costituzionale sulla illegittimità del “decreto tagliaspese” del 2004 – sottolinea ancora Melilli –  in particolare sul fatto che imporre alle Regioni e agli Enti locali la riduzione di specifiche voci di spesa dai rispettivi bilanci è lesivo dell’autonomia finanziaria, e che da questo si riparta per correggere la finanziaria 2006”.
L’Upi annuncia poi quali saranno le proposte che verranno presentate domani, in Conferenza Unificata, dove il provvedimento approda per ottenere il parere formale del sistema delle Autonomie locali
“Chiediamo – dice Andrea De Maria, Vice Presidente della Provincia di Bologna e responsabile finanza per l’Upi – che  le spese da trasferimenti di funzioni da parte dello Stato e delle Regioni, siano escluse dal calcolo del tetto di spesa.
Lo stesso chiediamo sia previsto per le spese derivanti da interventi finanziati con fondi comunitari, ed in particolare quelle del Fondo Sociale Europeo, perché altrimenti non ci sarà possibile utilizzare risorse preziose, destinate alla promozione del lavoro e della formazione professionale.
Vogliamo che sia cancellato il taglio previsto alle spese del personale, l’1% rispetto a quanto erogato nel 2004, specialmente ora, dopo la sentenza della Consulta, e anche in virtù della reiterazione del blocco delle assunzioni.
Chiediamo il rifinanziamento, per 100 milioni di euro, del fondo per l’edilizia scolastica, per portare a compimento la messa in sicurezza degli oltre 4.300 edifici scolastici tra istituti tecnici e medie inferiori, per un totale di 87.500 classi e più di due milioni di allievi, di cui le Province sono responsabili.”

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