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Ria: tagli sugli investimenti delle Province di 1,4 miliardi di euro

COMUNICATO STAMPA


FINANZIARIA, RIA:
ALLE PROVINCE IL TAGLIO SUGLI INVESTIMENTI COSTERA’ 1,4 MILIARDI DI EURO



“Il taglio alle spese per investimenti, che il disegno di legge finanziaria impone alle Province, è pari a 1400 milioni: attraverso l’applicazione del 4,8% sui dati di rendiconto 2003 è questa la cifra che le Province dovranno tagliare dalle proprie politiche di investimento”: è quanto dichiara Lorenzo Ria Presidente dell’Unione delle Province d’Italia, sulla base di una rilevazione condotta dall’UPI che ha simulato l’impatto della manovra sui bilanci delle 100 amministrazioni provinciali”.

“Il risultato – ha proseguito Ria – sarà quello di bloccare opere già programmate con evidenti impatti economici sul sistema delle imprese locali che vivono di investimenti sul territorio. In particolare subiranno un drastico ridimensionamento gli investimenti su strade e scuole, ma anche quelli per lo sviluppo locale. Ciò determinerà, accanto alla paralisi degli investimenti, anche la riduzione dei servizi erogati dagli enti locali”.

“Questo Governo – ha concluso Ria – applica una sussidiarietà al contrario, tentando di risolvere i problemi di contenimento della spesa nazionale attraverso la sottrazione di risorse agli enti locali, considerati centri di spesa incontrollati, alla stregua di una amministrazione statale.

 “Giovedì 14 ottobre i 100 Presidenti di Provincia si riuniranno a Roma per individuare le opportune forme di mobilitazione per modificare l’impostazione della legge finanziaria”.

 

Roma, 5 ottobre 2004

Nunes: Giudizio negativo su impostazione e contenuti

                              COMUNICATO STAMPA


                        FINANZIARIA, PROVINCE, NUNES:
CONFERMATO IL GIUDIZIO NEGATIVO SU IMPOSTAZIONE E CONTENUTI DELLA LEGGE FINANZIARIA.



 “Avevamo visto giusto, non ci eravamo sbagliati – commenta Gino Nunes, Responsabile per la Finanza locale dell’Unione Province d’Italia –  la legge finanziaria approvata dal Governo porta con sé conseguenze di estrema gravità perché impedisce in primo luogo la realizzazione di investimenti già programmati, per i quali esistono obblighi contrattuali ben precisi”.

 “Non solo blocca le opere già programmate, – continua Nunes – ma impedisce ogni altro investimento futuro, colpendo pesantemente l’autonomia e la capacità di programmazione proprio negli enti locali, i cui amministratori sono stati rinnovati da pochi mesi, con evidenti ricadute sul sistema delle piccole e medie imprese locali che vivono degli investimenti sul territorio”.

 “Le Province – conclude Nunes – chiedono che il Parlamento rifletta sugli effetti distruttivi che la legge finanziaria avrà sulle economie locali, a fronte di una logica che ripristina anacronisticamente un modello centralistico. Le Province intendono contribuire, come hanno fatto finora, ai vincoli europei e avanzano nuovamente la richiesta di poter concertare una politica di programmazione dei nuovi investimenti, nonché di controllo sul nuovo indebitamento, proprio perché responsabili e consapevoli della necessità di ridurre il debito pubblico”. “Chiedono contemporaneamente al Parlamento che cancelli l’assurdo e impraticabile vincolo agli investimenti già decisi e contrattualizzati”.


Roma, 1 ottobre 2004

Uno strappo istituzionale con il nuovo articolo 118

COMUNICATO STAMPA

RIFORME: DOMENICI E RIA
UNO STRAPPO ISTITUZIONALE CON IL NUOVO ARTICOLO 118



Il Presidente dell’ANCI Leonardo Domenici, il Presidente dell’UPI Lorenzo Ria esprimono unitariamente forte insoddisfazione e disappunto per il nuovo testo dell’articolo 118 della Costituzione approvato questa mattina dall’Aula della Camera.

“In particolare, grave ed inaccettabile è la disposizione che costituzionalizza la Conferenza Stato-Regioni e non la Conferenza unificata, come unica sede rappresentativa di tutti i soggetti costitutivi della Repubblica, come proposto dalle Autonomie locali.

Tale disposizione sancisce in modo chiaro ed inequivoco il determinarsi di un rapporto privilegiato e preferenziale fra lo Stato e le Regioni che lede in modo irreversibile la pari dignità sancita dall’art. 114 della Costituzione e favorisce il centralismo regionale.”

“Le conseguenze  istituzionali di tale scelta non potranno che aggravare ulteriormente il già precario stato dei rapporti interistituzionali e paralizzare le sedi di concertazione. Per questi motivi – concludono Domenici e Ria – ANCI ed UPI si riservano di mettere a punto forme di protesta adeguate.”

Roma, 29 settembre 2004

Ria: Paralisi dei servizi e degli investimenti

                             Comunicato stampa

                       Finanziaria, Province, Ria:
               paralisi dei servizi e paralisi degli investimenti
 
“Un tetto all’autonomia di spesa per le Province e i Comuni pari al 4,8% sul 2003 è estraneo a qualsiasi riferimento ai meccanismi previsti dal patto di stabilità e crescita europeo- afferma Lorenzo Ria Presidente dell’Unione delle Province d’Italia- In questi termini il tetto alle spese è praticamente un taglio secco ai servizi che le Province erogano ai cittadini e agli investimenti con effetti di paralisi sulla economia locale  e sui sistemi delle piccole e medie imprese locali.

“Con questa Finanziaria- prosegue Ria -le Province si troveranno di fronte alla scelta di sfondare il  tetto di spesa o di bloccare gli investimenti già in fase di attuazione.
 
“Le Province- conclude Ria- chiedono che  le modalità di rispetto del patto, per il 2005, siano  individuate in modo condiviso tra Enti locali e il Governo ritenendo percorribile la strada di un patto di stabilità interno basato sui saldi, ma che escluda categoricamente l’inclusione delle spese per investimento in corso”.


 Roma, 30 settembre 2004

Ria: Città metropolitane, una riforma che crea conflitti

                                 COMUNICATO STAMPA

                              RIFORME, PROVINCE, RIA:
     CITTA’ METROPOLITANE, UNA RIFORMA CHE CREA CONFLITTI.


 

“L’approvazione da parte della Camera dei Deputati – ha dichiarato il Presidente dell’Unione Province d’Italia Lorenzo Ria – dell’emendamento sul procedimento d’istituzione delle Città metropolitane conferma che la maggioranza di governo afferma solo a parole il principio di leale collaborazione ed, invece, opera concretamente soltanto per creare ulteriori conflitti istituzionali”.

“Con il riconoscimento costituzionale della Conferenza Stato-Regioni – aggiunge Ria – si mettono le Regioni contro le Autonomie locali. Con questa disposizione sulle Città metropolitane si pone il Comune capoluogo in conflitto con la Provincia e gli altri Comuni dell’area”.

 “Voglio ricordare – conclude Ria – che la riforma costituzionale del 2001 fu condivisa da tutti i livelli di governo. Questa presunta riforma, invece, non soddisfa nessuno”.

 


Roma, 30 settembre ’04

Ria, in Costituzionale solo Conferenza unificata

RIFORME: BRACCIO DI FERRO SULLE CONFERENZE
PROVINCE, IN COSTITUZIONE SOLO CONFERENZA UNIFICATA

 
Mentre il ministro Calderoli annuncia di avere nel cassetto la soluzione sull’iter legislativo,che anche Regioni e Enti locali, hanno criticato definendolo “complicato e farraginoso”, le autonomie locali, il giorno dopo la Conferenza Unificata straordinaria sulle Riforme, tornano su un punto: il riconoscimento in Costituzione delle Conferenze. Lunedì prossimo il Comitato dei nove, convocato per le 18, dovrà esprimersi sull’insieme delle proposte giunte dalle autonomie locali, ma l’attesa sembra non portare consiglio, Regioni e enti locali restano sulle proprie posizioni, le prime nel chiedere che ad entrare nella Costituzione sia la Stato-regioni, i secondi l’Unificata, della quale fanno parte integrante anche Comuni e Province. Da sottolineare l’intervento di Osvaldo Napoli, vice presidente dell’Anci e vice responsabile Enti Locali di Forza Italia, il quale parla dell’inserimento nella Costituzione della Conferenza Stato-Regioni “federale” proposta ieri dai governatori, come di un “riconoscimento solenne e definitivo del ruolo che, insieme agli enti locali, le Regioni sono chiamate a svolgere nel nuovo assetto costituzionale. “Ma è anche la risposta giusta ed equilibrata – dice Napoli – ai diritti di rappresentanza costituzionale giustamente rivendicati dagli Enti locali ai quali si riconosce, in determinate circostanze, il diritto di partecipazione alla Conferenza Stato-Regioni. E’ l’auspicio più volte formulato dal presidente Ciampi e dal presidente della Camera, Casini: ricordarsi, tutti, che ogni altro centralismo, diverso da quello dello Stato, rischia di rinfocolare rivendicazioni a catena fra gli enti territoriali e le autonomie locali”.

“L’emendamento apportato all’art. 118, comma tre – si legge nel documento della Conferenza delle Regioni, presentato ieri al governo – ha introdotto seppure in forma assai tenue il riconoscimento costituzionale del sistema delle Conferenze interistituzionali, da tempo auspicato dalle regioni. Tale previsione dovrebbe tuttavia essere rimodulata e precisata – dicono i governatori – di modo da consentire che la Conferenza possa effettivamente costituire il centro dei rapporti, di concertazione, di consultazione, di prevenzione e di superamento delle conflittualità, anzitutto sul piano legislativo, tra Stato e Regioni, con la partecipazione dei rappresentanti degli enti locali per le materie di rispettiva competenza”. Le Regioni propongono perciò la previsione di una Conferenza “federale” per i rapporti tra Stato e Regioni, composta da rappresentanti del Governo, dai Presidenti delle Regioni e, per le questioni che coinvolgono le competenze amministrative locali, da Sindaci e Presidenti di Provincia.

Comuni e Province, dal canto loro, ribadiscono invece quanto già affermato nel documento consegnato ieri al governo, firmato Anci, Upi, Uncem: “in ordine alla riformulazione dell’art.118 della Costituzione contenuta negli emendamenti della maggioranza di governo, l’ANCI, l’UPI e l’UNCEM sottolineano apprezzamento per la previsione del riconoscimento costituzionale delle Conferenze, con la richiesta di una correzione che porti al riconoscimento della sola Conferenza unificata, quale sede di rappresentanza e di concertazione fra Stato, Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni e Comunità montane“. Per l’Uncem la scelta, condivisa con l’Anci e l’Upi “sottolinea la pari dignità fra tutti i livelli di governo, nonché il riconoscimento di una realtà articolata e complessa come quella italiana”. Secondo l’Uncem “ogni altra soluzione romperebbe il tradizionale modello tripartito costituito da Stato, Regioni e Autonomie locali per dar vita ad una struttura sbilanciata nella quale gli enti locali sono subordinati alle Regioni. Modello che, oltre ad essere antistorico, rappresenterebbe tra l’altro una totale inversione rispetto alle attuali dinamiche che il riassetto costituzionale sta seguendo”.

Per l’Upi “la Conferenza Unificata – ha detto il presidente Lorenzo Ria – deve essere riconosciuta come unica sede di concertazione tra le Autonomie locali e il Governo. Per gli Enti locali, non è accettabile l’ipotesi che ad essere istituzionalizzata sia la sola Conferenza Stato-Regioni. Siamo assolutamente contrari- ha concluso Ria- a questa ipotesi che sarebbe altamente lesiva della dignità e del ruolo istituzionale di Enti che la stessa Costituzione, all’Art.114 ampiamente riconosce”.

(ANSA) – ROMA, 24 SETTEMBRE

Ria, Grande risultato di civiltà

ITALIANE LIBERATE IN IRAQ

RIA: GRANDE RISULTATO DI CIVILTA’, CONDIVIDIAMO GIOIA FAMIGLIE

Le province italiane si uniscono alla gioia delle famiglie per la liberazione di Simona Torretta e Simona Pari ed esprimono soddisfazione per la fine di un rapimento per cui le stesse Province avevano lanciato un appello e una mobilitazione. “Ora – afferma il presidente dell’Unione delle province d’Italia, Lorenzo Ria – ci auguriamo che questo sia l’inizio di una pacificazione e di un viaggio verso la pace. Le Province, anche in questo momento, si impegnano a portare avanti forti azioni di pace e importanti attività di ricostruzione a sostegno dei Paesi colpiti dalla fame, dalla guerra e dalle calamità naturali“.

“La notizia che tanto abbiamo atteso in questi interminabili giorni di angoscia finalmente è arrivata e ci riempie il cuore di gioia e sollievo”. Lo afferma in una nota il presidente dell’ Unione Province d’ Italia, Lorenzo Ria, in relazione alla liberazione delle volontarie italiane. “La loro liberazione – aggiunge – è un grande risultato di civiltà, che premia anche e soprattutto il popolo italiano, le sue istituzioni, il governo e l’ opposizione che sul tema del terrorismo hanno saputo trovare forti elementi d’ intesa ed una esemplare unità d’azione”.

ANSA, 28 SETTEMBRE 2004 

Le Autonomie locali ribadiscono il loro no in Conferenza unificata.

RIFORME: CONFERENZA UNIFICATA STRAORDINARIA

ENTI LOCALI RIBADISCONO NO A DDL GOVERNO SU SENATO

(ANSA) – ROMA, 23 SET – Alla riunione della Conferenza unificata straordinaria, convocata nella sede del Ministero degli Affari Regionali, per discutere, con Regioni ed enti locali, il ddl del governo sulle riforme sono presenti, per il governo, i ministri La Loggia e Calderoli, insieme al sottosegretario dell’Interno con delega per gli enti locali, Antonio D’Alì. In rappresentanza di Regioni ed Enti locali sono presenti, tra gli altri, i presidenti Ghigo (Piemonte) e D’Ambrosio (Marche), per l’Associazione dei Comuni il sindaco di Roma, Veltroni, per le Province Forte Clò, vicepresidente dell’Upi ed infine per le Comunità montane, il presidente dell’Uncem, Enrico Borghi. Nel corso della conferenza Regioni, Comuni e Province hanno presentato al governo le proprie proposte di modifica al ddl con due documenti separati.

La previsione contenuta negli emendamenti presentati al testo della maggioranza di governo di un’integrazione del Senato federale con i rappresentanti delle autonomie territoriali non soddisfa gli enti locali perché “si risolve in una sola presenza di bandiera, senza il riconoscimento di poteri reali tali da incidere sul circuito decisionale”. Per questi motivi  Anci, Upi e Uncem in un documento comune chiedono che all’interno del Senato federale sia previsto un organo di rappresentanza, di mediazione politica e di partecipazione al procedimento deliberativo, ossia una commissione permanente composta da rappresentanti delle autonomie territoriali; le associazioni ritengono poi che a questo debba accompagnarsi l’abrogazione dell’istituto della decadenza di diritto per i sindaci dei comuni superiore ai ventimila abitanti che si candidano al senato federale.

Gli enti locali esprimono poi “preoccupazione e disappunto sul testo della devolution approvato dalla Camera ed in particolare sulla materia polizia amministrativa regionale locale”, secondo le associazioni può determinare “gravi incertezze per la ripartizione delle competenze amministrative tra Comuni e Regioni.

Non condividono poi, a proposito dello status Roma capitale, che sia attribuito allo statuto regionale il compito di definire i poteri più ampi della capitale. Tale prerogativa, in un ordinamento federale, deve essere decisa con legge dello Stato, con il coinvolgimento della Regione e in modo – sostengono – da salvaguardare comunque l’autonomia delle istituzioni locali”. In merito alla formulazione dell’art.118 delal Costituzione, se da un lato apprezzano “il riconoscimento costituzionale delle Conferenze, chiedono però che riguardi la sola Conferenza unificata, quale unica sede di concertazione tra Stato, Regione, Province e Città metropolitane, Comuni e Comunità montane”.

Apprezzano il riconoscimento di un ruolo primario nella promozione dell’associazionismo fra piccoli comuni, chiedendo però sia eliminato il riferimento alla fonte statutaria regionale “fermo restando – sostengono Anci e Uncem – la facoltà per la legge regionale di incentivare la gestione associata delle funzioni comunali nell’ambito delle materie di propria competenza”.

Infine esprimono forte dissenso sulle disposizioni transitorie contenuti negli articoli 43/bis e 43/ter che “sanciscono un rinvio ulteriore e inaccettabile del completamento del processo di decentramento amministrativo e dell’attuazione degli indirizzi in materia di federalismo fiscale, introducendo il principio dell’invarianza fiscale complessiva, che, seppur condiviso da tutti, lede il riconoscimento dell’autonomia impositiva già contenuto nell’art. 119 della Costituzione.

L’Unione delle Province italiane, in un proprio documento , ritiene, infine, “inaccettabile” la disposizione integrativa dell’art. 133 della Costituzione sul procedimento di istituzione delle città metropolitane che “appare – sostiene – in contrasto con le attribuzioni costituzionali di Comuni e Province”. “Se è opportuna una disposizione costituzionale – ha detto Forte Clo, vice presidente dell’Upi – che chiarisca quali sono, cosa sono e come si istituiscono le città metropolitane, l’emendamento presentato non risolve i problemi aperti e le attuali lacune costituzionali, consentendo un’inutile proliferazioni delle città metropolitane. Invece di cercare il consenso dei Comuni e delle Province interessate nella delicata sfida relativa all’istituzione dei nuovi enti, si pongono le premesse per una continua conflittualità, per la duplicazione di competenze e di costi, si mina alla radice la certezza degli assetti istituzionali locali”. (ANSA).


 

Nunes: Recuperare i buoni propositi

                    COMUNICATO STAMPA


                     FINANZIARIA 2005

NUNES, PROVINCE: ESSENZIALE NEL CONCRETO RECUPERARE I BUONI PROPOSITI


“Apprezzo la volontà di recuperare credibilità circa i dati di bilancio nazionali dimostrata oggi dal Governo attraverso l’illustrazione delle principali linee d’intervento che verranno realizzate con la prossima legge finanziaria: ciò evidenzia che fino a pochi mesi fa questa credibilità era del tutto assente”. Questa la prima impressione di Gino Nunes Responsabile Finanza Locale dell’Unione Province d’Italia al termine dell’incontro con il Presidente del Consiglio Berlusconi e il Ministro dell’Economia Siniscalco.

 “Però lo strumento del tetto all’incremento delle spese al 2% non convince affatto – ha proseguito Nunes – perché non corrisponde ad una corretta visione del rapporto istituzionale tra Stato ed autonomie locali in un modello federale, bensì riporta alla logica, superata, dei decreti Stammati”

 “Le Province intendono corrispondere in maniera seria agli impegni assunti in ambito europeo – aggiunge Nunes –  e, in questo senso, la logica dei saldi, finora adottata, è più responsabilizzante perché implica una corretta visione generale di entrate ed uscite. La logica del tetto di spesa  è inoltre invece inapplicabile alle politiche di investimento delle Province perché produce effetti perversi e assolutamente casuali sui singoli bilanci degli enti”.


 “Le Province ritengono che, relativamente alle politiche di sviluppo – conclude – le scelte di allocazione delle risorse debbano essere organizzate nel sistema istituzionale secondo le rispettive competenze in base al principio di sussidiarietà: le scelte sui territori sono sotto la responsabilità degli enti locali”.


Roma 22 settembre 2004

PROTOCOLLO INFORMATICO E FIRMA DIGITALE

Mercoledì 12 maggio 2004, nella sala conferenze di Palazzo Adorno, viene presentato il sistema di protocollo informatico e firma digitale, realizzato dalla Provincia di Lecce (http://www.provincia.le.it/) nell’ambito del processo di innovazione e modernizzazione della Pubblica Amministrazione.

Alla conferenza stampa intervengono l’assessore provinciale all’Innovazione Tecnologica Loredana Capone, il direttore generale della Provincia Luigino Sergio, il dirigente dei servizi informatici, Luigi Tundo, Gianni Sticchi di Infocamere, Robert Lidolfi e Franco Valli ( Cedaf).

Il progetto, realizzato a cura dell’assessorato provinciale all’Innovazione Tecnologica, in collaborazione con Cedaf ed Infocamere, consente ai cittadini ed alle imprese di interagire con la Provincia di Lecce, attraverso lo strumento telematico, e avviare un rapporto valido per tutte le finalità di legge.

E’ previsto che, nell’occasione, la Provincia di Lecce offra alle associazioni di categoria ed alle imprese che hanno aderito al progetto il kit per l’utilizzo della firma digitale ed effettui una breve dimostrazione pratica sull’utilizzo del sistema.


Siti collegati: www.provincia.le.it/doc2004/firmadigitale.jpg

Ria: non bastano confronti informali

                                 COMUNICATO STAMPA


                             RIFORME COSTITUZIONALI
                   RIA, PROVINCE: NO A  CONFRONTI INFORMALI
        GLI EMENDAMENTI COMPLICANO I RAPPORTI ISTITUZIONALI



“Se il metodo del confronto è quello del non rispetto delle sedi istituzionali- dice il presidente dell’Unione delle Province d’Italia, Lorenzo Ria- diciamo francamente e chiaramente che non ci piace. Per senso di responsabilità abbiamo risposto all’invito dei ministri ma, ribadiamo, che sulle Riforme va immediatamente recuperato un confronto vero e rispettoso del ruolo delle Autonomie”. In una fase in cui il testo di Riforma è stato profondamente modificato e riscritto è necessario che un confronto venga avviato in sede di Conferenza Unificata come peraltro le Province avevano chiesto nei giorni scorsi.

“Sui contenuti- ha proseguito Ria- la riscrittura del testo, con gli emendamenti presentati non appare affatto condivisibile  in quanto da un lato non si prevede un vero Senato federale, caratterizzato dalla presenza delle Autonomie territoriali, ma si offre solo la possibilità, per alcuni rappresentanti di Regioni e Autonomie locali di partecipare ai lavori del Senato, senza diritto di voto e senza alcun potere effettivo; dall’altro, con gli emendamenti viene rinviata “sine die” l’attuazione del federalismo fiscale solidale  e di tutta la Riforma del Titolo V.

“Infine,- conclude Ria- è del tutto inaccettabile per le Province, la norma sulle Città metropolitane che non chiarisce assolutamente quali siano e come si istituiscano mentre innesca  un processo di inutile proliferazione delle Città Metropolitane con rischi di  conflittualità continue tra Comuni e Province,  e rischi per la certezza degli assetti istituzionali”.

Roma, 20  settembre 2004

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