


Contributo statale di 200.000 euro: intervento realizzato rispettando le scadenze strettissime del bando del Ministero dell’Istruzione
L’impianto di ventilazione meccanica controllata di cui sono state dotate nelle scorse settimane le scuole elementari e medie di Gragnano Trebbiense e l’iter che ha reso possibile l’intervento sono stati illustrati nella mattina di oggi (mercoledì 2 febbraio 2022) durante una conferenza stampa che si è tenuta nella sala Consiglio della Provincia di Piacenza.
A fornire i dettagli dell’importante novità sono stati Patrizia Calza (sindaco di Gragnano Trebbiense), Cristiano Schiavi (assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Gragnano Trebbiense), Simona Cerutti (responsabile Ufficio Tecnico del Comune di Gragnano Trebbiense), Elena Camminati (dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Gandhi), Andrea Malta e Alberto Zecca di Aemme (la società che ha progettato l’impianto) e Massimo Arodotti di F.G.M. sas di Arodotti Ferruccio & C. (l’impresa che ha realizzato i lavori).
L’intervento – finanziato con bando del Ministero dell’Istruzione, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) obiettivo Specifico 10.7.7 lavori di ‘edilizia leggera’ – accoglie le “Indicazioni strategiche ad interim per la prevenzione e il controllo delle infezioni da SARS CoV-2 in ambito scolastico”, alla cui stesura hanno partecipato ISS, Ministero della Salute, Inail e Fondazione Bruno Kessler. Nel documento sono citati vari studi e fonti autorevoli che indicano come la ventilazione ed il ricambio d’aria negli ambienti chiusi sia un elemento strategicamente importante degli interventi di prevenzione e controllo della trasmissione di Covid-19.
In tutti gli ambienti abitabili per effettuare il ricambio aria è possibile aprire le finestre, ma è evidente il disagio che provoca nei periodi invernali più freddi. Altra soluzione è installare un impianto di ventilazione meccanica controllata. Questo sistema è costituito da una macchina ventilante che estrae aria dell’ambiente ed immette aria prelevata dall’esterno; all’interno di questa macchina c’è un elemento fondamentale, lo scambiatore di calore, che permette di sottrarre il calore dall’aria che viene espulsa utilizzandolo per riscaldare l’aria che viene immessa. In questo modo viene recuperato mediamente il 60% del calore, con un notevole risparmio di energia. L’aria esterna immessa, essendo riscaldata, riduce il disagio termico delle persone presenti. Prima di essere immessa in ambiente, l’aria attraversa dei filtri molto fini che trattengono molte delle particelle presenti, quali polveri e pollini. La qualità dell’aria ne risulta notevolmente migliorata aggiungendo ulteriori vantaggi al suo impiego.
L’Amministrazione Comunale di Gragnano Trebbiense ha realizzato la ventilazione meccanica controllata per tutte le aule scolastiche della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado. Le soluzioni installative e le tipologie di macchine hanno dovuto adeguarsi alle diverse conformazioni degli edifici ed in particolare, nella scuola primaria l’altezza più ridotta degli ambienti ha reso più complesso la realizzazione dell’impianto.
I dati tecnici del progetto sono i seguenti:
Oltre gli indubbi vantaggi sulla salute dei ragazzi, l’installazione di queste macchine, a parità di volume di ricambio aria ottenuto aprendo le finestre, porta ad un risparmio economico stimato di 1.500 euro/anno (calcolati sul costo storico dell’energia del 2021).
Questo il commento del sindaco di Gragnano Trebbiense, Patrizia Calza: “Io e l’assessore Schiavi vogliamo esprimere la nostra enorme soddisfazione per essere riusciti a dotare scuole elementari e medie di Gragnano di un impianto che è presente in pochissime scuole del territorio provinciale: si tratta dell’impianto di ventilazione meccanica controllata che, consigliato in precedenza per garantire la salubrità dei locali scolastici, è diventato – con la pandemia – una necessità. Grazie ad esso ragazze e ragazzi possono frequentare la scuola in sicurezza, senza la necessità di aerare e cambiare l’aria aprendo porte e finestre, come impone oggi il protocollo sicurezza dettato dal Governo”.
“La soddisfazione è doppia – ha rimarcato il sindaco Patrizia Calza – perché è stata vinta una sfida importante. L’intervento, infatti, è stato realizzato grazie a un contributo statale e pertanto non grava sulle casse comunali. Va sottolineato il fatto che il bando a cui il Comune di Gragnano Trebbiense ha partecipato e con cui si è assicurato la somma di 200.000 euro, ovvero la cifra massima prevista dal bando stesso, era stato pubblicato a metà agosto 2021 e prevedeva tempi strettissimi di realizzazione: 31 dicembre 2021. Il Comune di Gragnano Trebbiense ha partecipato al bando e ha vinto insieme ad altri due comuni in provincia, ma solo il nostro è riuscito a realizzare l’intervento”.
“Per questo – ha concluso il sindaco Calza – siamo qui oggi non da soli, ma accompagnati da chi ci ha consentito di vincere la sfida e riconsegnare ai nostri ragazzi una scuola più sicura: mi riferisco ai progettisti, all’impresa affidataria dei lavori e all’ufficio tecnico comunale che ci ha accompagnato in questo percorso con competenza, ma anche mettendo in campo tutte le soluzioni possibili per raggiungere l’obiettivo. A loro va il nostro grazie”.
“E’ evidente che il susseguirsi degli eventi collegati all’elezione del Presidente della Repubblica sta via via gettando discredito sulle istituzioni della Repubblica. Le oggettive difficoltà legate a un quadro politico frammentato e alla fase finale della legislatura stanno pregiudicando gli sforzi messi in campo da tutti per fronteggiare la pandemia e cogliere le nuove opportunità di investimento.
In un quadro oggettivamente inedito, nell’assoluto rispetto delle prerogative dei grandi elettori a cui la Costituzione assegna il compito di eleggere il Presidente della Repubblica, rivolgo un appello sincero al Presidente Sergio Mattarella affinché rivaluti la sua indisponibilità a ricoprire nuovamente l’incarico di Presidente della Repubblica.
Tutti abbiamo profondamente compreso le ragioni politiche e umane che sono alla base di questa sua posizione, ma dopo questi due anni, che mai avremmo potuto immaginare di vivere, è evidente che la Repubblica e le sue Istituzioni, le nostre Città, Province e Regioni hanno ancora bisogno del suo prezioso servizio, per tenerci uniti e guidarci nell’ultimo passo fuori da questa crisi e verso una strada finalmente nuova”.
È l’appello lanciato dal Presidente dell’UPI Michele de Pascale Sindaco e Presidente della Provincia di Ravenna
Questa mattina a Palazzo Broletto il Presidente della Provincia di Brescia, Samuele Alghisi, e il Vice Presidente, Guido Galperti, hanno incontrato il Comitato organizzatore della tappa bresciana del Giro d’Italia 2022, che partirà da Salò il 24 maggio, con arrivo ad Aprica.
“Sono lieto che dopo molto tempo il Giro d’Italia torni nel bresciano, per altro con una tappa emozionante che inciderà molto sulla conquista della Maglia Rosa – ha dichiarato il Presidente Alghisi. La Provincia collaborerà affinché la competizione ciclistica tra le più famose al mondo possa portare visibilità e indotti economici al territorio bresciano. La partenza sul Lago di Garda sarà solo l’inizio di un viaggio adrenalinico che condurrà i ciclisti in Valle Sabbia e in Valle Camonica, compiendo un percorso che il Giro d’Italia non effettua dal ’98, quando a gareggiare c’era Pantani. Occasioni come queste sono fondamentali per dare visibilità al territorio bresciano, ricco di attrazioni e di amenità naturali che vanno dalla pianura alle montagne, dai laghi alle colline.”
Partiranno entro l’anno i lavori di sistemazione della frana di Revis, a Lozzo di Cadore. La Provincia di Belluno ha approvato il progetto definitivo di riduzione sostanziale del rischio per un dissesto che da anni minaccia l’abitato sottostante; e nelle ultime settimane ha anche già contrattualizzato una prima tranche dell’opera. Si tratta di un intervento poderoso, del valore complessivamente di 2,5 milioni di euro, finalizzato a garantire sicurezza in una zona dove da anni si verificano cadute di massi e materiale, proprio sopra il centro di Lozzo, con interessamento anche della vecchia statale 51 bis e del rio Rin. Gli ultimi episodi hanno visto un aggravarsi della situazione a seguito della tempesta Vaia, tanto che nell’aprile 2019 un masso di medie dimensioni staccatosi dal versante franoso è finito addosso a un’abitazione.
«In quell’occasione la Provincia era intervenuta con una somma urgenza» ricorda il presidente, Roberto Padrin. «Ora, a seguito di indagini dettagliate e aggiornate tramite drone e sistemi laser-scanner, abbiamo predisposto un progetto per un intervento definitivo, assai corposo. Le risorse ci sono: 1,7 milioni rientrano nel finanziamento Vaia, mentre 800mila euro sono uno stanziamento dalle casse provinciali».
I lavori cominceranno non appena ci saranno le condizioni climatiche adatte; secondo il cronoprogramma dovrebbero durare due anni e mezzo. Si tratta infatti di un cantiere complesso, che partirà dalla realizzazione di una pista di cantiere in grado di portare in sicurezza i mezzi d’opera sul luogo dell’intervento. Dopodiché verrà disposto lo scavo in parete, con una riprofilatura che riprenderà i lavori già fatti negli anni Novanta; e sarà ridotta di molto la dimensione della zona franosa, con l’asportazione di quasi 100mila metri cubi di materiale dalla scarpata.
«Sono molto soddisfatto del fatto che si sia trovata una progettazione per questa operazione che per quanto complessa è fondamentale per il paese di Lozzo, in quanto metterà in sicurezza l’abitato e il rio Rin – afferma il sindaco, Alessio Zanella -. Ringrazio l’ex consigliere provinciale Massimo Bortoluzzi per tutto l’impegno messo in quest’opera, e la Provincia che l’ha inserita tra le priorità».
«Con questo intervento andiamo a sistemare un problema annoso, particolarmente impattante per gli abitanti di Lozzo» conclude il presidente Padrin. «Ringrazio l’ex consigliere provinciale Massimo Bortoluzzi, che aveva assunto l’impegno per questa operazione».
Un innovativo sistema di monitoraggio strutturale dei ponti in continuo – ovvero h24 sette giorni su sette – che permetterà di valutare, oltre a eventuali criticità, anche danneggiamenti e usura della struttura, consentendo così di programmare interventi mirati, meno costosi e più efficienti. E che, grazie ai sensori ambientali, sarà pure in grado di monitorare costantemente la qualità dell’aria, condividendo i dati con Arpae, mentre un rilevatore misurerà temperatura del manto stradale, temperatura di congelamento, altezza dello strato d’acqua ed altri indicatori: manto stradale secco, umido, bagnato, ghiacciato, nevoso e salinità residua, fondamentali per assicurare una transito in piena sicurezza e programmare con esattezza gli interventi di salatura, anche sulla rete stradale circostante.
E’ l’ulteriore investimento che la Provincia di Reggio Emilia sta effettuando per la sicurezza della propria rete stradale, composta da un migliaio di chilometri e da circa 630 manufatti, tra ponti, viadotti e cavalcavia. A partire dai ponti sul Po, quelli sicuramente più importanti, ma anche maggiormente impegnativi sotto il profilo dalla manutenzione. “Da lunedì prossimo, sul ponte della Sp 111 tra Boretto e Viadana di Mantova, inizierà l’installazione dell’innovativo sistema di monitoraggio che permetterà di migliorare le gestione dell’opera ed individuare eventuali criticità sulla struttura, permettendoci di intervenire per tempo laddove fosse necessario, ottimizzando le risorse economiche, ma soprattutto rendendo ancora più sicura la mobilità”, spiega il presidente della Provincia, Giorgio Zanni.
Progettato dal Servizio Infrastrutture della Provincia, anche sulla base delle linee guida 2020 del Ministero, il servizio di monitoraggio strutturale è stato affidato con gara, per un importo di 180.000 euro, alla M3S, società di Roma specializzata nel monitoraggio statico e sismico strutturale. “Ma il nostro obiettivo è di estendere questa metodologia, che consente una conoscenza approfondita delle condizioni strutturali dei manufatti, ai nostri principali ponti: sicuramente quello, sempre sul Po, tra Guastalla e Dosolo, per il quale abbiamo già destinato una somma simile, ma anche i tre viadotti della Sp486R Saltino, Lugo e Cerredolo, per i quali pensiamo di predisporre un altro progetto interno per partecipare al primo bando disponibile”, aggiunge il presidente Zanni.
Da lunedì 31 gennaio sul ponte della Sp 111 tra Boretto e Viadana partiranno pertanto i lavori – che inevitabilmente comporteranno fino a venerdì 4 febbraio la circolazione a senso unico alternato – per consentire l’installazione da parte della M3S del sofisticato sistema di monitoraggio. “Saranno installati 24 accelerometri triassiali, 6 inclinometri biassiali, 38 distanziometri lineari, 4 videocamere per la videoispezione, 1 sensore di monitoraggio delle condizioni del manto stradale, 8 sensori ambientali e 1 per rilevare Pm10 e Pm2.5 – spiega il dirigente del Servizio Infrastrutture della Provincia, Valerio Bussei – Una volta collaudato, presumibilmente dal primo marzo, tutta questa molte di dati confluirà in una centrale operativa attiva h24, che provvederà ad analizzarli, controllare il corretto funzionamento dei dispositivi, risolvere prontamente i problemi che dovessero presentarsi. Inoltre, saranno impostate delle soglie d’allarme superate le quali la centrale operativa invierà alert ai nostri funzionari per mezzo di sms, chiamata telefonica ed e-mail, permettendoci di essere avvisati in tempo reale e di intervenire immediatamente”.
La centrale operativa della 3MS, oltre agli eventuali allert, invierà poi, a cadenza annuale e ogni volta ce ne fosse bisogno, un report completo di tutti i dati e la loro interpretazione ingegneristica: frequenze rilevate, spostamenti letti sia su seggiole sia in centro campata, dati ambientali e di temperatura del manto stradale. “Questo sistema, oltre a innalzare sensibilmente il controllo della struttura e assicurare il transito in condizioni di sicurezza – conclude Bussei – nell’arco del periodo di monitoraggio ci consentirà di orientare sempre più il processo di gestione dei manufatti verso una manutenzione programmata”.
La presidente della Provincia di Livorno Marida Bessi, esprime sconcerto e preoccupazione per il grave episodio di antisemitismo, accaduto in Val di Cornia, di cui è stato vittima un bambino.
“Le parole sono pietre, e mai come oggi la frase di Carlo Levi trova un’infelice conferma nelle offese antisemite rivolte da due ragazzine ed un bambino, che è stato anche aggredito fisicamente.
Cos’è che non ha funzionato nel meccanismo delicato della trasmissione della memoria, di quella che fu l’immane tragedia dello sterminio degli ebrei ad opera del nazismo.
Perchè due ragazze, poco più che bambine anche loro, prendono di mira un loro quasi coetaneo con frasi che mai penseremmo di sentire nella nostra comunità?
E’ successo qui, in un paese della nostra provincia, in un tempo presente che ci rimanda ad un passato odioso.
Forse neanche loro sapevano bene di cosa stavano parlando, ma quel riferimento allo sbattere l’ebreo in un forno, quell’umiliare il bambino con sputi, calci e offese, fa male, perchè significa che non si è fatto abbastanza per far conoscere l’orrenda realtà di migliaia di bambini mandati a morire nei campi di sterminio.
La Provincia, in diverse occasioni legate alla commemorazione del Giorno della Memoria, ha proposto la mostra dei disegni dei bambini di Terezin, perché si conoscesse la storia delle migliaia di ebrei, tra cui tantissimi fanciulli, ammassati là prima di essere avviati ai lager per essere eliminati.
Quest’anno, il 27 gennaio, l’Amministrazione Provinciale inaugurerà una mostra documentaria dedicata all’artista Charlotte Salomon, giovane ebrea berlinese, deportata ad Auschwitz, dove morì a soli 26 anni, anche lei poco più che ragazzina.
Ci ha lasciato una sola grande opera, realizzata durante il dilagare del nazismo in Germania, in cui parla della sua vita e della sua famiglia.
Una goccia nel mare della memoria, ma spero che, pur con le limitazioni imposte dalla pandemia, gli studenti possano venire a visitarla, per conoscere quello che è stato di milioni di uomini e donne, tanti ragazzi e e ragazze come loro, e chiedersi come è potuto accadere che niente abbia fermato l’odio e la furia della Soluzione Finale voluta da Hitler e avallata senza pietà dai gerarchi nazisti e fascisti.
Spero che le due ragazze comprendano l’enormità del loro gesto e che siano accompagnate in percorso di conoscenza e consapevolezza, che è prima di tutto un percorso che dobbiamo fare tutti, per far sì che la memoria di quello che è stata la Shoa non venga mai meno.
Esprimo tutta la mia solidarietà e vicinanza al presidente della Comunità Ebraica livornese, nella speranza che fatti del genere non accadano più”.
Questa la dichiarazione della Presidente della Provincia di Livorno, Marida Bessa
Ulteriori 905 milioni, relativi al periodo 2022-2026, saranno destinati a rafforzare gli investimenti in progetti di rigenerazione urbana volti a ridurre le situazioni di emarginazione e degrado sociale già varati in attuazione del PNRR.
Il Governo ha quindi accolto la proposta avanzata da Massimiliano Fedriga (Presidente dalla Conferenza delle regioni), Antonio Decaro (Presidente Anci) e da Michele de Pascale (Presidente Upi) nei giorni scorsi per imprimere un forte sviluppo alle economie locali rispondendo alle esigenze di tutti i territori regionali.
“Ringraziamo il Governo – dichiarano Fedriga, Decaro e de Pascale – perché attraverso l’incremento delle risorse e lo scorrimento delle graduatorie, la gran parte dei progetti già dichiarati ammissibili troverà una concreta realizzazione”.
Immagine di repertorio Governo, Regioni, ANCI, UPI
E’ Piero Marrese, il Presidente della Provincia di Matera, il delegato che UPI ha indicato a rappresentare le Province nell’Osservatorio sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, organismo costituito dal Ministero dell’Interno per favorire e potenziare lo scambio di informazioni e il raccordo tra Stato e gli enti locali, allo scopo di individuare strumenti di contrasto e indicare strategie di prevenzione.
E’ composto da rappresentanti di ministero dell’Interno, ministero della Giustizia, ministero della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca, Associazione nazionale comuni italiani (Anci) e Unione province d’Italia (Upi), con la possibilità di estendere la partecipazione ad altre amministrazioni interessate, in relazione agli argomenti trattati. Si avvale di un organismo tecnico di supporto, che opera presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
L’Osservatorio ha inoltre la funzione di individuare iniziative di supporto agli amministratori vittime di episodi intimidatori, tenendo conto delle caratteristiche delle realtà nelle quali svolgono il loro mandato, e di promuovere iniziative di formazione rivolte agli amministratori locali e di promozione della legalità, con particolare riferimento alle giovani generazioni.
“Grazie a Vittorio Poma e benvenuto al nuovo presidente Luca Santambrogio al quale auguro di poter svolgere un lavoro importante e che durante il suo mandato si verifichi quanto auspicato, cioè che le Province possano riacquistare quel ruolo fondamentale che hanno sempre avuto nella storia del nostro Paese. Mi auguro dunque che la nuova riforma nazionale annunciata possa consentire alle Province di tornare ad essere punto di riferimento per i territori e i comuni, svolgendo quell’attività amministrativa che la regione non deve svolgere. La Regione ha funzioni legislative e di organizzazione ma non deve entrare nel merito delle attività amministrative che devono essere delegate agli enti territoriali” ha annunciato il Presidente Attilio Fontana intervenuto con l’Assessore Massimo Sertori per Regione Lombardia, oltre alla Vice Sindaca metropolitana Michela Palestra, al Consiglio Direttivo dell’Unione Province Lombarde (UPL).
Il Direttivo si è riunito quest’oggi per eleggere il nuovo Presidente Luca Santambrogio (Monza e della Brianza) e i nuovi Vice Pasquale Gandolfi di Bergamo (vicario) e Paolo Mirko Signoroni di Cremona, succedendo così a Vittorio Poma (Presidente uscente della Provincia di Pavia) che, aprendo l’incontro, ha esordito sottolineando che il tutto si è svolto “all’insegna del distanziamento sociale, ma soprattutto della stretta vicinanza istituzionale, al di là delle appartenenze politiche”.
Santambrogio ha ringraziato Poma per l’eredità istituzionale e morale, ricordando come il suo operato sia stato lungimirante, prezioso e fondamentale sia a livello nazionale che regionale per la coesione del sistema delle Province e, più in generale, del sistema degli enti locali della Lombardia e ribadendo che la “battaglia delle Province per dare risposte ai territori sarà sempre più determinata nello strutturare l’identità dell’ente come autentica Casa dei Comuni”.
Il neo Presidente ha poi indicato i prossimi obiettivi dell’UPL: “Occorre richiamare il Governo e il Parlamento all’impegno, già preso, di mettere mano alla riforma della legge Delrio, superando le incongruenze relative alla durata del mandati, agli organi e allo status degli amministratori, valorizzandone nel contempo gli aspetti positivi, a partire proprio dall’assemblea dei Sindaci e da quel ruolo a supporto dei comuni, già previsto nelle legislazioni previgenti e che negli ultimi anni è stato giustamente sostenuto e implementato”.
A questo proposito sempre maggior attenzione viene data al PNRR, non solo nella fase di attuazione dei tanti progetti in materia di edilizia scolastica, di adeguamento delle strutture e realizzazione di nuove scuole, ma anche di assistenza tecnica ai comuni, come dimostra per esempio il progetto avviato dalla Provincia di Monza e della Brianza.
L’Assemblea delle Province, infine, ha confermato Direttore dell’UPL il Dr. Dario Rigamonti, dirigente della Città Metropolitana di Milano. Hanno partecipato alla riunione, oltre ai Presidenti Santambrogio, Gandolfi e Signoroni, anche i Presidenti delle Province di Como (Fiorenzo Bongiasca), Lecco (Alessandra Hofmann), Mantova (Carlo Bottani), Pavia (Giovanni Palli) e Varese (Emanuele Antonelli), nonché in videoconferenza di Brescia (Samuele Alghisi), Lodi (Francesco Passerini) e Sondrio (Elio Moretti), oltre al Segretario Direttore Generale di Città Metropolitana di Milano, Antonio Sebastiano Purcaro.
Si chiama No Women No Panel Senza donne non se ne parla, la campagna lanciata da Rai Radio Uno, con la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, un’iniziativa rilevante sulla via della parità di genere, che è uno dei capisaldi più urgenti dell’agenda di sviluppo delle imprese e della società civile.
L’UPI ha da subito aderito all’iniziativa è ha contribuito, insieme a istituzioni, forze economiche e sociali, alla stesura del Memorandum di Intesa No Women No Panel.
Martedi 18 gennaio sarà formalizzata l’adesione al protocollo nella Cerimonia di firma del Memorandum di Intesa.