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Provincia Ferrara: Da mercoledì 21 luglio via ai lavori sul ponte SP 1 a Masi Torello

Da mercoledì 21 luglio la Provincia dispone la chiusura al transito veicolare sul ponte che attraversa il corso d’acqua Fossa dei Masi, lungo la Sp 1 (via Comacchio) in territorio di Masi Torello.

Il provvedimento è adottato per consentire l’avvio del cantiere per la demolizione del ponte esistente (lungo 18 metri), a causa di problemi di degrado strutturale e dei materiali non più rinviabili, e ricostruzione della nuova struttura di attraversamento in calcestruzzo armato precompresso, nel rispetto rispetto delle nuove normative in materia di costruzioni.

Un cantiere il cui costo sarà di 950mila euro, finanziati con i fondi sisma del 2012 dal ministero Infrastrutture e Trasporti.

I lavori, della durata programmata di 150 giorni, saranno eseguiti dall’associazione temporanea d’impresa che raggruppa la Frantoio Fondovalle srl di Montese (Modena) e la Zini Elio srl di Bologna.

La misura di chiusura totale del traffico è stata presa perché l’intervento di demolizione non consente, evidentemente, soluzioni di semplice limitazione al transito. Pertanto il traffico veicolare – in direzione Comacchio e viceversa – sarà deviato, con apposita segnaletica posizionata nel luogo del cantiere, sul raccordo autostradale Ferrara-Porto Garibaldi.

Province, UPI: “La revisione della riforma è necessaria e urgente”. Apprezzamento per la disponibilità del Sottosegretario Scalfarotto

Le richieste delle Province

Un Disegno di Legge di modifica della riforma Delrio che dia una prospettiva di certezza alle Province sul piano istituzionale, ampliando consolidando le funzioni fondamentali, revisionando il sistema elettorale e norme di riordino della legislazione regionale. Interventi per la stabilità dei bilanci delle Province e l’autonomia finanziaria nella Legge di Bilancio 2022 per sostenere la spinta agli investimenti. 1000 assunzioni per le Province per gli uffici di progettazione, per la gestione tecnica e amministrativa delle stazioni uniche appaltanti, per la gestione dei processi di digitalizzazione nelle Province e negli enti locali e per la transizione ecologica e ambientale. Sono queste le richieste al Governo avanzate oggi dal Presidente dell’UPI Michele de Pascale, nel corso del Comitato Direttivo UPI che si è svolto in presenza e a cui è intervenuto il Sottosegretario agli interni con delega agli Enti locali, Ivan Scalfarotto.

“La revisione della Legge 56/14 deve avere come orizzonte temporale massimo il 2022 – ha detto de Pascale – e considerata l’ampia maggioranza che caratterizza questo Governo, ci sono tutte le condizioni per portare a termine questa operazione necessaria, urgente, non più rinviabile. Su queste proposte abbiamo trovato anche la piena condivisione dell’ANCI, lavorando in piena sinergia con il Presidente Decaro: insieme lavoriamo per rafforzare consolidare il sistema degli enti locali, Comuni, Province e Città metropolitane. Al Governo – ha concluso il Presidente di UPI – ed in particolare alla Ministra Lamorgese e al Sottosegretario Scalfarotto c on cui stiamo avendo un contro positivo e costruttivo, chiediamo di accelerare per quanto possibile il percorso di revisione e di inserire il Disegno di legge delega di revisione delle norme sugli enti locali come collegato alla Legge di Bilancio 2022”.

Il Sottosegretario Scalfarotto: ruolo cardine delle Province

“Le Province svolgono un ruolo cardine nel nostro sistema costituzionale in quanto rappresentano enti necessari e intermedi di raccordo tra Comuni e Regioni. La loro funzione essenziale di coordinamento si esplica mediante la definizione di azioni e interventi a favore dei territori e su temi che interessano direttamente i diritti civili dei cittadini. Le varie crisi economiche e i molteplici mutamenti legislativi intervenuti nel tempo hanno determinato difficoltà in tutte le Amministrazioni locali. Accanto a questo si è aggiunto un forte ridimensionamento finanziario che ha condizionato inevitabilmente l’assetto territoriale istituzionale degli enti territoriali, tra cui in particolare, le Province.
“Ora ci troviamo di fronte alla necessità di ridisegnare il profilo dell’Amministrazione provinciale facendo ricorso, ad esempio, alle varie risorse previste dal PNNR proprio con la finalità di pensare ad un profondo rinnovamento di tutti gli enti locali. Tuttavia, non dobbiamo concentrarci solo esclusivamente sul profilo economico e finanziario, ma siamo chiamati a ridefinire e armonizzare il TUEL”.
“Il ridisegno delle Province è ormai impellente e indifferibile” – aggiunge il Sottosegretario Scalfarotto con delega agli enti locali – “perché oggi ci sono incongruenze e fragilità che non permettono a queste preziose istituzioni di svolgere al meglio le funzioni e i compiti fondamentali loro assegnati.

L’impegno del Governo

Il Governo si impegna ad affrontare entro breve tempo il problema, in occasione della definizione di un disegno legge delega per la riforma organica degli Enti Locali. Insieme alla riforma del testo unico degli enti locali, l’intenzione del Governo è quella di superare le maggiori criticità che in questi anni sono emerse dalla legge n. 56 del 2014: una operazione di semplificazione che produrrebbe maggiori risparmi, qualità ed efficienza dei servizi ai cittadini”.

PTAV: sguardo al futuro nell’incontro tra Provincia di Piacenza e sindaci

Piacenza come provincia attraente, snodo ed eccellenza nel contesto del bacino padano: è la visione proposta per lo sviluppo del sistema locale nel Piano Territoriale di Area Vasta di Piacenza, il nuovo strumento di pianificazione provinciale (previsto dalla legge regionale 24/2017) che sostituirà l’attuale PTCP.

Illustrarne sinteticamente la documentazione preliminare e raccogliere i primi contributi da parte dei Comuni era l’obiettivo della tappa del percorso di consultazione preliminare del PTAV (https://ptavpiacenza.it/) che si è tenuta nella mattinata di oggi (martedì 13 luglio) nella Sala Consiglio del Palazzo della Provincia.

I sindaci piacentini (con i rispettivi tecnici) si sono ritrovati in presenza – nel rispetto delle vigenti norme anticontagio – con il presidente della Provincia di Piacenza, Patrizia Barbieri, e con il direttore generale della Provincia di Piacenza, Vittorio Silva, per ragionare insieme del futuro del territorio, dei suoi punti di forza e di debolezza e di ciò che occorre mettere in campo per concretizzare i 5 obiettivi nei quali si declina la visione del PTAV: Un territorio più competitivo perché più sostenibile, resiliente, sicuro; Città a misura d’uomo: la qualità dei centri urbani come tratto identitario e risorsa per lo sviluppo; La varietà del territorio fra montagna, collina e pianura: valorizzare e integrare le vocazioni; Cogliere le opportunità della transizione digitale; Una mobilità efficiente, integrata e sicura.

«Il PTAV – ha spiegato il presidente della Provincia di Piacenza, Patrizia Barbieri – non è un insieme di vincoli, ma è al contrario lo strumento pianificatorio che servirà a definire le strategie più adatte allo sviluppo del territorio, nel segno della sostenibilità e del benessere della sua comunità. In questo senso il ruolo della Provincia come ‘casa dei comuni’ sarà importante su tutti i fronti: nella dinamica dell’uso del suolo e del tetto massimo del 3% di ulteriore consumo, ad esempio, le “rinunce” di qualche Comune andranno a favore di altri, pertanto la fase di consultazione preliminare servirà a mettere a fuoco le scelte e a renderle il più possibili condivise in un’ottica di sistema. Per una ripartenza efficace sarà decisiva l’azione proattiva e sinergica di tutti gli attori del territorio, pubblici e privati: per questo il prossimo appuntamento del percorso di consultazione preliminare del PTAV, martedì 20 luglio, sarà rivolto alle forze economiche e sociali».

Il direttore generale della Provincia di Piacenza, Vittorio Silva, ha sintetizzato natura, contenuti e finalità del PTAV e ha indicato luci ed ombre dell’attualità e delle prospettive del nostro territorio, analizzato da numerose angolazioni: tra i dati più significativi, la proiezione al 2035 della popolazione indica un calo di ben 30.000 residenti in età di lavoro, con le enormi ricadute che ciò potrebbe comportare da ogni punto di vista. Scelte e progetti andranno calibrati sulla base degli obiettivi strategici del documento, coniugati nei tre concetti chiave di Eccellenza, Sostenibilità e Resilienza.

Già oggi i sindaci sono stati autori di diversi interventi che hanno evidenziato le rispettive problematiche: ai Comuni è stato chiesto di presentare – entro il 30 luglio – contributi scritti rispetto alle questioni discusse, e le risultanze saranno oggetto di ulteriori focus specifici.

Per agevolare l’invio dei contributi è stata stilata una lista (costruita a partire dal corposo lavoro di costruzione del Quadro conoscitivo) di aspetti di particolare rilievo: Il territorio piacentino nel bacino padano; Dinamiche demografiche e sociali; Sistema insediativo e welfare; L’uscita dalla pandemia come opportunità; Sistema produttivo e sistema del lavoro; Logistica; Poli produttivi e poli funzionali; Rigenerazione urbana e ruolo delle aree dismesse; Sistema di mobilità e accessibilità; Sistema ambientale e paesaggistico; Reti e servizi ambientali; Sistema di governance.

Le slides dell’incontro

Province, UPI: “La revisione della riforma è necessaria e urgente”. Apprezzamento per la disponibilità del Sottosegretario Scalfarotto

Le richieste delle Province

Un Disegno di Legge di modifica della riforma Delrio che dia una prospettiva di certezza alle Province sul piano istituzionale, ampliando consolidando le funzioni fondamentali, revisionando il sistema elettorale e norme di riordino della legislazione regionale. Interventi per la stabilità dei bilanci delle Province e l’autonomia finanziaria nella Legge di Bilancio 2022 per sostenere la spinta agli investimenti. 1000 assunzioni per le Province per gli uffici di progettazione, per la gestione tecnica e amministrativa delle stazioni uniche appaltanti, per la gestione dei processi di digitalizzazione nelle Province e negli enti locali e per la transizione ecologica e ambientale. Sono queste le richieste al Governo avanzate oggi dal Presidente dell’UPI Michele de Pascale, nel corso del Comitato Direttivo UPI che si è svolto in presenza e a cui è intervenuto il Sottosegretario agli interni con delega agli Enti locali, Ivan Scalfarotto.

“La revisione della Legge 56/14 deve avere come orizzonte temporale massimo il 2022 – ha detto de Pascale – e considerata l’ampia maggioranza che caratterizza questo Governo, ci sono tutte le condizioni per portare a termine questa operazione necessaria, urgente, non più rinviabile. Su queste proposte abbiamo trovato anche la piena condivisione dell’ANCI, lavorando in piena sinergia con il Presidente Decaro: insieme lavoriamo per rafforzare consolidare il sistema degli enti locali, Comuni, Province e Città metropolitane. Al Governo – ha concluso il Presidente di UPI – ed in particolare alla Ministra Lamorgese e al Sottosegretario Scalfarotto c on cui stiamo avendo un contro positivo e costruttivo, chiediamo di accelerare per quanto possibile il percorso di revisione e di inserire il Disegno di legge delega di revisione delle norme sugli enti locali come collegato alla Legge di Bilancio 2022”.

Il Sottosegretario Scalfarotto: ruolo cardine delle Province

“Le Province svolgono un ruolo cardine nel nostro sistema costituzionale in quanto rappresentano enti necessari e intermedi di raccordo tra Comuni e Regioni. La loro funzione essenziale di coordinamento si esplica mediante la definizione di azioni e interventi a favore dei territori e su temi che interessano direttamente i diritti civili dei cittadini. Le varie crisi economiche e i molteplici mutamenti legislativi intervenuti nel tempo hanno determinato difficoltà in tutte le Amministrazioni locali. Accanto a questo si è aggiunto un forte ridimensionamento finanziario che ha condizionato inevitabilmente l’assetto territoriale istituzionale degli enti territoriali, tra cui in particolare, le Province.
“Ora ci troviamo di fronte alla necessità di ridisegnare il profilo dell’Amministrazione provinciale facendo ricorso, ad esempio, alle varie risorse previste dal PNNR proprio con la finalità di pensare ad un profondo rinnovamento di tutti gli enti locali. Tuttavia, non dobbiamo concentrarci solo esclusivamente sul profilo economico e finanziario, ma siamo chiamati a ridefinire e armonizzare il TUEL”.
“Il ridisegno delle Province è ormai impellente e indifferibile” – aggiunge il Sottosegretario Scalfarotto con delega agli enti locali – “perché oggi ci sono incongruenze e fragilità che non permettono a queste preziose istituzioni di svolgere al meglio le funzioni e i compiti fondamentali loro assegnati.

L’impegno del Governo

Il Governo si impegna ad affrontare entro breve tempo il problema, in occasione della definizione di un disegno legge delega per la riforma organica degli Enti Locali. Insieme alla riforma del testo unico degli enti locali, l’intenzione del Governo è quella di superare le maggiori criticità che in questi anni sono emerse dalla legge n. 56 del 2014: una operazione di semplificazione che produrrebbe maggiori risparmi, qualità ed efficienza dei servizi ai cittadini”.

Provincia di Piacenza: I fondi del PNRR nel mirino del Tavolo per lo sviluppo

La comune volontà di muoversi rapidamente, sinergicamente e nel segno della concretezza ha caratterizzato gli interventi dei componenti del Tavolo per lo sviluppo, che si è riunito ieri (mercoledì 30 giugno) in presenza, e nel rispetto delle norme anticontagio, nella sala consigliare della Provincia di Piacenza.

L’incontro si è aperto con l’intervento del presidente della Provincia di Piacenza, Patrizia Barbieri, che ha ricordato l’importante risultato colto grazie anche alle prime riunioni del Tavolo, avviato nella primavera 2020 nella fase più dura del lockdown: i 12 milioni di euro di risorse straordinarie messi a disposizione del nostro territorio dalla Regione Emilia-Romagna, utilizzati da Comuni e Provincia per attivare – come era necessario in quella fase – progetti di rapida cantierabilità.

“L’emergenza sanitaria – ha spiegato il presidente della Provincia di Piacenza, Patrizia Barbieri – non è ancora finita, ma oggi si apre una fase nuova con la sfida del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: alla capacità di utilizzare al meglio le risorse ad esso legate si lega non solo la possibilità di rilancio dell’economia nell’immediato, ma anche la prospettiva di uno sviluppo migliore, nel segno della qualità e della sostenibilità. Tutto dipende, da ora in avanti, dalla capacità di lavorare con la massima operatività e con la più forte coesione al fine di individuare gli obiettivi essenziali per Piacenza e provincia: ciò sarà decisivo per mettere in campo e realizzare concretamente progetti giusti, in grado cioè sia di intercettare i fondi del PNRR sia di rispondere alle necessità strategiche dell’intero territorio”.

I dettagli relativi alle sei missioni del PNRR (ossia le sue aree “tematiche” strutturali di intervento: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per la mobilità; Istruzione, formazione, ricerca e cultura; Equità sociale, di genere e territoriale; Salute) e alle risorse (per un totale di 87 miliardi di euro) che saranno destinate a Comuni e Province sono stati illustrati dal direttore generale della Provincia di Piacenza, Vittorio Silva, che ha evidenziato come il rispetto dei tempi previsti dallo stesso documento sarà indispensabile per poterli effettivamente finanziare.

I successivi interventi dei componenti del Tavolo hanno messo l’accento sulla necessità di muoversi in sintonia con celerità, coraggio e trasversalità. A questo fine i partecipanti all’assemblea hanno convenuto di organizzarsi suddividendosi in tre gruppi di lavoro e di designare per ciascuno un coordinatore, accorpando per affinità le sei missioni al fine di accelerare i lavori sulle diverse tematiche.

Dalle prossime sedute il Tavolo per lo sviluppo si amplierà: è stata infatti accolta la proposta del presidente della Provincia Patrizia Barbieri di inserire i rappresentanti delle due Università del territorio (Cattolica e Politecnico), nonché un consigliere di maggioranza e uno di opposizione sia del Consiglio Provinciale sia del Consiglio Comunale del capoluogo.

Oltre al Presidente della Provincia di Piacenza Patrizia Barbieri e al direttore generale dello stesso Ente di Corso Garibaldi, Vittorio Silva, erano presenti Claudio Giordano (Prefettura), Enrica Gambazza (Cna), Luca Piacenza (Coldiretti Piacenza), Filippo Gasparini e Marco Casagrande (Confagricoltura Piacenza), i sindaci di Castelvetro Piacentino Luca Quintavalla e di Fiorenzuola Romeo Gandolfi (in rappresentanza dei Comuni: Gandolfi sarà sostituito dal sindaco di Vigolzone, Gianluca Argellati, in concomitanza con l’avvio della campagna elettorale nel Comune della Val d’Arda), Emanuele Emani (Confprofessioni), Nicolò Maserati (Confesercenti Piacenza), Fabrizio Samuelli (Confesercenti Piacenza), Raffaele Chiappa (Unione Commercianti  Piacenza), Alessandra Tencati e Alberto Bottazzi (Liberaartigiani Piacenza), Lucia Fontana (Ctss), Giuliana Bensa (Ausl Piacenza), Gianluca Zilocchi (Cgil Piacenza), Michele Vaghini (Cisl Piacenza), Francesco Bighi (Uil Piacenza), Pino De Rosa (Ugl Piacenza), Nicoletta Corvi (Confcooperative Piacenza), Elena Gianformaggio (Legacoop Emilia Ovest), Andrea Paparo (Confapindustria  Piacenza), Claudio Bassanetti e Stefano Riva (Confindustria), Giancarlo Gerosa (Upa-Federimpresa Confartigianato).      

Programma Presidenza     

La Provincia di Pesaro e Urbino tra i vincitori del “Premio PA sostenibile e resiliente 2021”

La Provincia di Pesaro e Urbino è tra i 12 vincitori del “Premio PA sostenibile e resiliente 2021”, promosso da Forum PA e ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) per valorizzare esperienze e progetti volti a promuovere una crescita sostenibile e solidale della pubblica amministrazione. A ritirare il premio, consegnato nell’ultima giornata del “Forum PA 2021”, è stata la responsabile dell’Ufficio statistica della Provincia Paola D’Andrea che spiega: “Abbiamo partecipato con il progetto ‘Benessere e sostenibilità per la programmazione locale’, partito nel 2013 come progetto sperimentale per la misurazione del benessere equo e sostenibile, poi esteso nel 2014 ad altre amministrazioni ed oggi articolato in una ‘rete’ che coinvolge ben 35 Province e Città metropolitane di 12 Regioni”. Come evidenzia ancora Paola D’Andrea, che è anche presidente del Cuspi (Coordinamento Uffici di Statistica Province Italiane), le amministrazioni coinvolte nel progetto, attraverso il ruolo centrale assunto dagli Uffici di statistica, stanno lavorando insieme nella raccolta di informazioni, elaborazione ed analisi dati su 11 aree tematiche, che non riguardano più soltanto aspetti legati al benessere e sostenibilità (come ad esempio vita media della popolazione, partecipazione alla vita scolastica e lavorativa, utilizzo delle energie rinnovabili, incidenza del volontariato ecc), ma si collegano anche agli obiettivi di Agenda Onu 2030 (in particolare educazione di qualità, equa ed inclusiva, promuovere società pacifiche e inclusive per lo sviluppo sostenibile, sistemi di energia economici, moderni e sostenibili per tutti). Il progetto ‘Benessere e sostenibilità per la programmazione locale’, inserito nella categoria “Misurare la sostenibilità”, è trasversale anche alla categoria “Fare rete per raggiungere obiettivi di sostenibilità”.

“Da questa attività, frutto della collaborazione tra Province e Città metropolitane, Upi e Anci – aggiunge Paola D’Andrea – vengono elaborati ‘indicatori’ che permettono di mettere a fuoco elementi spesso non percepiti o poco valutati, ma che possono essere utili alla programmazione, da parte delle amministrazioni, di azioni in linea con le esigenze dei territori secondo obiettivi di sviluppo sostenibile. E’ come gettare un ponte tra concezione multidisciplinare della sostenibilità ed esigenze dei territori. Non a caso molti indicatori sono stati presi come riferimento, in questi ultimi anni, per l’elaborazione del Documento Unico di Programmazione. Essendo 35 le amministrazioni coinvolte nel nostro progetto, quest’ultimo ha una copertura molto ampia e consentirà di fornire indicatori utilizzabili da tutte le 76 Province a statuto ordinario”.

La Provincia di Belluno si riappropria della funzione di tutela delle minoranze linguistiche: presentate le nuove iniziative tra cui la riapertura degli sportelli ladini

Nelle prossime settimane riapriranno gli sportelli linguistici a supporto delle amministrazioni locali del territorio ladino. È una delle novità in materia di minoranze linguistiche, funzione di cui la Provincia di Belluno si è riappropriata nelle ultime settimane, avviando anche il percorso per l’acquisto del patrimonio librario e culturale dell’Istituto Ladin de la Dolomites di Borca di Cadore, che era stato chiuso per necessità amministrative. 

«Abbiamo così riassorbito nell’ente Provincia le funzioni che prima erano demandate all’Istituto Ladino. L’obiettivo era quello di evitare la dispersione di un immenso patrimonio culturale, storico, tradizionale e identitario» ha spiegato il consigliere provinciale delegato Franco De Bon, che questa mattina ha presentato a Palazzo Piloni in conferenza stampa le principali novità in materia. Presenti anche il presidente della Federazione Unioni Ladine Lucio Eicher Clere, e rappresentanze delle Unioni ladine del territorio. «Abbiamo avviato l’acquisto del patrimonio librario dell’Istituto con la volontà di riprendere in mano la funzione delle minoranze linguistiche e valorizzare così i tesori che abbiamo. Nello stesso modo, intendiamo proseguire con i progetti finanziati dalla legge 482 che annualmente porta in provincia circa 100mila euro per la valorizzazione della cultura e della lingua ladina. Ed è per questo che verranno riattivati gli sportelli ladini».

Si tratta di sportelli di ambito sovracomunale, istituiti dalla legge 482/1999 (“Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”) per supportare le amministrazioni locali che avvertano la necessità di esprimere atti ufficiali in lingua ladina. La riattivazione disposta dalla Provincia è resa possibile dalla collaborazione con cinque unioni ladine territoriali, che si attiveranno nelle rispettive zone di competenza (l’Union ladina de Oltreciusa, l’Union ladina del Cadore de medo, il Gruppo folk Union ladina Val Biois, l’Union ladina di Selva e l’Union ladina Gruppo ricerche culturali Algudnei).

Oltre agli sportelli, la Provincia sta elaborando anche un progetto sulla digitalizzazione e catalogazione della biblioteca storica cadorina. «Un’iniziativa a valere su finanziamento 2021, a cui si aggiunge anche l’idea di una mostra virtuale dei musei etnografici dell’area ladina – conclude il consigliere De Bon -. Ringraziamo le Unioni ladine che hanno fin da subito dimostrato grande collaborazione. Il loro lavoro, dalle pubblicazioni in ladino ai progetti nelle scuole, è fondamentale per coltivare e tramandare la tradizione e la lingua ladina che è un fattore fortemente identitario per le nostre vallate. La specificità della Provincia interamente montana dipende anche da questa presenza, minoritaria, ma forte. E la funzione inclusiva della Provincia è quella di valorizzare la presenza ladina fino a non farla sentire minoranza, bensì punto di forza». 

Lavoro Agile – La Provincia di Lucca pronta all’organizzazione post-pandemica

La Provincia, con un provvedimento a firma del presidente Luca Menesini, ha approvato nei giorni scorsi, il Piano di Performance e Piano di Gestione 2021/2023 e, contestualmente, il Piano organizzativo del lavoro agile (Pola), studiato per promuovere il benessere e la qualità della vita dei dipendenti, dando omogeneità organizzativa.

«Questo atto – commenta il Segretario generale della Provincia, Roberto Gerardi – che verrà successivamente recepito nel ‘Piano integrato di attività e organizzazione’ entrato in vigore da alcuni giorni, vede la Provincia fare un sostanziale passo in avanti nell’ammodernamento della macchina amministrativa della Pubblica amministrazione, andando verso un’organizzazione del lavoro che tenga conto delle nuove esigenze. Si tratta di un processo iniziato già da diverso tempo, ma che, a causa della pandemia da Covid-19, ha subito una sostanziale accelerata, ponendoci di fronte all’esigenza di affrontare una nuova realtà. Fare tesoro di questa emergenza è significato ripensare al lavoro, anche nella pubblica amministrazione, basandoci su progetti e obiettivi come punto di partenza di tale nuova organizzazione. In questo modo, la Provincia si adegua alle nuove esigenze, ancora più evidenti dopo la pandemia: non ci sono più orari di lavoro fissi e i tempi di risposta devono essere sempre più celeri e tempestivi, per questo è necessario sperimentare delle soluzioni innovative che prevedano una modalità di lavoro che vada in questa direzione e porti l’ente di Palazzo Ducale a essere sempre più vicino alla gente e ai loro bisogni».

Il lavoro agile durante la pandemia è stato caratterizzato, in una prima fase, da regole semplificate che hanno consentito alla Provincia di fronteggiare efficacemente l’emergenza sanitaria, mantenendo, al tempo stesso, la continuità dell’azione amministrativa.

Dal mese di giugno dello scorso anno, compatibilmente con le disposizioni anti-Covid, ogni dirigente dell’amministrazione provinciale ha organizzato l’attività dei vari uffici prevedendo un’alternanza tra lavoro agile e lavoro in presenza.

In questo contesto è stato sviluppato il ‘Piano organizzativo del lavoro agile’: la Provincia, infatti, intende inserire questa modalità di lavoro nel processo di innovazione dell’organizzazione, per stimolare il cambiamento strutturale e culturale della pubblica amministrazione, con lo scopo di potenziare l’efficacia dell’azione amministrativa, la produttività del lavoro e l’orientamento ai risultati, nonché di agevolare la conciliazione dei tempi di vita e lavoro. In tale contesto, una particolare attenzione è stata riservata alla produttività che deve essere osservata attraverso la lente della crescita delle competenze e della cura del benessere, così come della motivazione del lavoratore.

La Provincia di Vibo avvia i primi 17 interventi di pulizia delle strade

Prenderanno il via la prossima settimana i lavori di pulizia lungo le strade della Provincia di Vibo Valentia, al fine di renderne più sicura la percorribilità.

I primi interventi previsti interesseranno 17 tratti stradali che verranno subito dopo integrati con lavori lungo altre 21 arterie provinciali. Strade sulle quali lavoreranno le 24 ditte che hanno aderito alla manifestazione di interesse promossa dalla Provincia di Vibo, che ha deciso di espletare tale adempimento per garantire la massima trasparenza amministrativa.

«I lavori programmati – ha affermato il presidente Salvatore Solano – consentiranno in tempi ragionevoli di intervenire su decine di chilometri di tratti stradali che si sviluppano lungo tutto il territorio provinciale, dalla costa alla montagna. Grazie anche – ha evidenziato Solano – a l’intesa raggiunta con Calabria Verde che ha assicurato la pulizia del territorio montano». Pulizia delle strade che – così come illustrato dai tecnici dell’ente, in appositi prospetti esplicativi – prevede, in particolare, «il taglio della vegetazione che invade la carreggiata, in diversi tratti delle arterie provinciali, impedendo la piena visibilità agli automobilisti».

L’importo attualmente stanziato dell’ente intermedio vibonese per i primi 17 interventi è di 85mila euro. «Per i lavori di pulizia delle strade abbiamo a disposizione complessivamente 150mila euro – ha messo in luce Salvatore Solano – una somma esigua se si considera che le arterie stradali provinciali si sviluppano per oltre 900 chilometri». Da qui una serie di apposite riunioni convocate ad hoc, l’ultima delle quali ha visto confrontarsi il presidente Solano, il segretario generale, Mario Ientile, e i consiglieri Domenico Anello, Giuseppe Dato, Antonella Grillo, Carmine Mangiardi e Daniele Vasinton con i tecnici del settore Viabilità dell’ente «per trovare – nonostante i pochi fondi a disposizione – le opportune soluzioni tecnico-amministrative che consentano di espletare comunque, nel migliore dei modi possibili, questo importante servizio ai cittadini a partire dalla prossima settimana». Nel contempo, ha evidenziato, infine, Solano «è prevista anche la sistemazione delle buche (la Provincia ha provveduto a stanziare circa 30mila euro), in attesa di poter aprire – secondo i canoni normativi di efficacia, efficienza, economicità e trasparenza amministrativa – i cantieri per l’attuazione di interventi straordinari di natura strutturale che non si effettuano sulle strade del Vibonese da diversi anni».

Ecco, di seguito, l’elenco redatto dai tecnici del settore Viabilità della Provincia di Vibo Valentia nel quale vengono indicati i primi 17 tratti stradali dove verranno effettuati i lavori

 

 

  Tratti strade provinciali
1 S.P. N. 95 (SS. 522 X ANAS) TRATTO PONTE POTAME-PARGHELIA

 

2 S.P. N. 95 (SS. 522 X ANAS) – TRATTO BIVIO CESSANITI – PONTE POTAME
3 S.P. N. 95 (SS. 522 X ANAS) – INNESTO SS. 18 BIVIO ANGITOLA – PIZZO- VIBO Marina
4 S.P. N. 95 (SS. 522 X ANAS) – VIBO Marina – BIVIO CESSANITI
5 S.P. N. 19 (FITILI-PARGHELIA)
6 SS.PP.N.4-N.54-N. 65 VIBO-SANT’ONOFRIO-FILOGASO-SAN NICOLA DA CRISSA
7 S.P.22(PIOPPI-SPILINGA- RICADI-TROPEA)
8 S.P. N. 28 (PREITONI – COMERCONI)

 

9 SS.PP. NN. 73-60 (SORIANO SP 58)
10 SS.PP. NN. 10-96-62
11 S.P. N. 31 (NICOTERA-LIMBADI)
12 S.P. N. 35-36 (NICOTERA – Collegamento Provincia di Reggio, ROSARNO-SAN FERDINANDO)
13 S.P. N. 30 (NICOTERA MARINA-ROMBIOLO-PIOPPI)
14 S.P. N. 17 INNESTO SS N. 18 -TROPEA
15 SS.PP. NN. 77-78(SAN COSTANTINO-FRANCICA)
16 S.P. N. 1 (PIETRE BIANCHE-FOSSA DEL LUPO)
17 SS.PP. NN. 50-53-67

Provincia di Belluno: Incontro sindaci-società sportive, il tavolo della fusione prosegue con il capitolo impianti

La fusione tra Belluno Calcio, Union Feltre e San Giorgio Sedico prosegue. Questa mattina le tre società si sono ritrovate a Palazzo Piloni, in un incontro con le amministrazioni comunali di Sedico, Feltre, Belluno, Seren del Grappa e Pedavena (dove si trovano due degli impianti sportivi utilizzati dall’Union Feltre), organizzato dalla Provincia. Erano presenti Marco Bogo (assessore allo sport di Belluno), Paolo Perenzin (sindaco di Feltre), Stefano Deon (sindaco di Sedico), Nicola Castellaz (sindaco di Pedavena), Dario Scopel (sindaco di Seren del Grappa), e i rappresentanti delle dirigenze delle tre società.

Sul tavolo, soprattutto la questione degli impianti sportivi, per i quali Belluno, Union Feltre e San Giorgio Sedico hanno manifestato l’esigenza di alcuni adeguamenti strutturali e la volontà di investire sui settori giovanili. In tutti i Comuni sono previsti interventi e la Provincia si è proposta come ente di coordinamento.

«Nelle prossime settimane sarà stilato un elenco dettagliato degli interventi proposti e poi verrà preparato un documento unico di sintesi delle esigenze complessive – spiega il presidente della Provincia, Roberto Padrin -. Con i colleghi sindaci abbiamo raccolto la volontà delle società sportive di investire sui settori giovanili e sulla crescita del movimento calcistico. Di conseguenza è stato ritenuto fondamentale dotare il territorio di strutture che oggi spesso hanno bisogno di interventi e ritocchi per poter svolgere la loro funzione al meglio».

La Provincia raccoglierà quindi le progettualità proposte. E poi le sottoporrà all’attenzione del ministero competente, per intercettare i finanziamenti necessari. «Si tratta di portare migliorie agli impianti sportivi utili non solo alle tre società, ma all’intero territorio provinciale – conclude il presidente Padrin -. La mission è proprio quella di dare una funzione sociale, oltre che agonistica a questa fusione».

Semplificazioni, de Pascale UPI “Sulle Stazioni uniche ci preoccupa passo indietro”

“Ci preoccupano le notizie di stampa secondo cui nel Decreto Legge semplificazione all’esame del Governo sarebbe stata stralciata la norma che prevedeva la qualificazione di diritto delle Stazioni Uniche Appaltanti di Province e Città metropolitane. Questo Decreto Legge è uno dei provvedimenti più urgenti e importanti per far partire nel modo migliore il percorso di attuazione degli investimenti del Recovery Fund, che ha negli enti locali, Province, Comuni e Città metropolitane, i protagonisti di alcune delle missioni chiave, dalla transizione ecologica all’inclusione sociale. Il Ministro Franco ha quantificato in oltre 80 miliardi le risorse che dovranno essere gestite dagli Enti territoriali, con una tempistica serrata. Le Stazioni Uniche Appaltanti di Province e Città metropolitane sono strutture strategiche in questo processo, un ruolo che lo stesso Governo ha riconosciuto tanto da avere previsto da subito, nella prima versione del Decreto, la norma che le valorizzava. Comprendiamo che le scelte da fare siano complesse e che ci sia in questo momento un confronto serrato tra Governo, forze politiche, economiche e sociali, ma invitiamo tutti a considerare quanto questa norma abbia importanza per assicurare alle imprese che opereranno anche per le piccole realtà locali di avere a disposizione strutture professionali e affidabili. Tra l’altro, mentre le altre questioni su cui si sta discutendo hanno impatto sul mondo del lavoro, questa norma esula completamente dal dibattito e gli unici effetti sono positivi e di semplificazione dei procedimenti. Per questo invitiamo tutti, Governo, Parlamento e Partiti di maggioranza, a riflettere ancora prima di cancellare una norma giusta e attesa da anni dai territori”.

Lo dichiara il Presidente dell’UPI Michele de Pascale a proposito delle notizie stampa secondo cui dal Decreto Legge Semplificazioni sarebbe stata stralciata la norma che qualifica di diritto le Stazioni Uniche Appaltanti di Province e Città metropolitane.

Semplificazioni, de Pascale UPI “Sulle Stazioni uniche ci preoccupa passo indietro”

“Ci preoccupano le notizie di stampa secondo cui nel Decreto Legge semplificazione all’esame del Governo sarebbe stata stralciata la norma che prevedeva la qualificazione di diritto delle Stazioni Uniche Appaltanti di Province e Città metropolitane. Questo Decreto Legge è uno dei provvedimenti più urgenti e importanti per far partire nel modo migliore il percorso di attuazione degli investimenti del Recovery Fund, che ha negli enti locali, Province, Comuni e Città metropolitane, i protagonisti di alcune delle missioni chiave, dalla transizione ecologica all’inclusione sociale. Il Ministro Franco ha quantificato in oltre 80 miliardi le risorse che dovranno essere gestite dagli Enti territoriali, con una tempistica serrata. Le Stazioni Uniche Appaltanti di Province e Città metropolitane sono strutture strategiche in questo processo, un ruolo che lo stesso Governo ha riconosciuto tanto da avere previsto da subito, nella prima versione del Decreto, la norma che le valorizzava. Comprendiamo che le scelte da fare siano complesse e che ci sia in questo momento un confronto serrato tra Governo, forze politiche, economiche e sociali, ma invitiamo tutti a considerare quanto questa norma abbia importanza per assicurare alle imprese che opereranno anche per le piccole realtà locali di avere a disposizione strutture professionali e affidabili. Tra l’altro, mentre le altre questioni su cui si sta discutendo hanno impatto sul mondo del lavoro, questa norma esula completamente dal dibattito e gli unici effetti sono positivi e di semplificazione dei procedimenti. Per questo invitiamo tutti, Governo, Parlamento e Partiti di maggioranza, a riflettere ancora prima di cancellare una norma giusta e attesa da anni dai territori”.

Lo dichiara il Presidente dell’UPI Michele de Pascale a proposito delle notizie stampa secondo cui dal Decreto Legge Semplificazioni sarebbe stata stralciata la norma che qualifica di diritto le Stazioni Uniche Appaltanti di Province e Città metropolitane.

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