“Le Province hanno dato parere negativo allo schema di disegno di legge sulle modalità di elezione del Consiglio provinciale e del presidente della Provincia, per tre ragioni: il ddl non riduce i costi, non dà più trasparenza né più efficienza”: lo ha dichiarato alla stampa il Presidente della Provincia di Potenzia, Piero Lacorazza, o dell’Ufficio di presidenza dell’Upi, spiegando i motivi del ‘no’ secco dell’Associaizone al Disegno di legge del Governo che introduce le elezioni di secondo livello per le Province. “Se il ddl avesse previsto tutto questo – aggiunge – avremmo dovuto assistere ad un taglio degli enti inutili, cosa che non c’é stata. Il Governo avrebbe anche potuto accogliere la proposta delle Province, con la quale si sarebbero risparmiati 5 miliardi. Inoltre, con lo schema di decreto che l’esecutivo ha proposto, non ci sarà maggiore efficienza né maggiore trasparenza. Un ente di secondo livello, così come prevede la riforma, viene ‘incartato’ da una serie di nomine, e questo potrebbe causare una perdita di trasparenza. Le funzioni amministrative vengono amministrate meglio con la vicinanza ai cittadini che eleggono i propri rappresentanti. La nostra – conclude Lacorazza – non è una posizione di retroguardia; noi siamo per l’efficienza e la riduzione dei costi. Fortunatamente il ddl mette nelle mani del Parlamento la responsabilità di capire quale Paese vogliamo. Ci vuole, insomma, un’ assunzione di responsabilità”.
Per il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, si tratta di una “legge pasticcio che abbandona i territori”
“Con questa legge elettorale – ha dichiarato Castiglione – il Governo mette nero su bianco la scelta di abbandonare i territori, e con la scusa della crisi e dell’antipolitica, tecnicamente dice alle comunità che da oggi in poi dovranno arrangiarsi da sole, senza potere avere nessuno cui chiedere conto delle scelte fatte”
“La legge così com’è non porta alcun risultato in termini di risparmio di costi. L’unico taglio vero che porta a termine è quello alla democrazia locale, l’espressione dell’autonomia dei territori, riconosciuta non solo dalla Costituzione ma anche dalla Carta europea delle autonomie locali, che il nostro Paese ha sottoscritto. E’ solo l’ennesimo tassello – prosegue Castiglione – di una strategia che, dal taglio ai bilanci agli interventi economici ai danni di Province e Comuni contenuti in tutti i provvedimenti che il Governo sta varando, mortifica le autonomie locali, per riportare il Paese verso uno stato il più possibile centralista. Senza la possibilità di eleggere i propri rappresentanti con il proprio voto – aggiunge il Presidente dell’Upi – i cittadini perderanno il controllo sulle scelte che gli enti porteranno avanti.
Il pluralismo politico, la stessa possibilità di garantire una rappresentanza di genere nei consigli provinciali, verranno annullati e non sarà possibile assicurare a tutti i territori di una Provincia di avere rappresentanti nei nuovi consigli.
A farne le spese saranno, ovviamente, i piccoli centri, che diventeranno sempre più marginali, e le minoranze politiche, che usciranno di scena. Al Parlamento, che dovrebbe essere l’espressione massima della democrazia di un Paese, chiediamo di non confermare questa scelta e di ascoltare le nostre proposte, restituendo alle Province il ruolo che loro spetta”.
Per il Vice Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, Presidente della Provincia di Torino: “questa legge cancella la democrazia, non c’è nessun obiettivo di risparmio dietro la proposta di legge del Governo che trasforma le Province in enti di nominati. L’unico vero risultato è la cancellazione della democrazia e la scelta di dare a un nuovo esercito di nominati dai partiti il potere di decidere come amministrare i territori senza il controllo democratico dei cittadini”.
“Non possiamo che denunciare che questa legge porterà all’ingovernabilità e riporterà il Paese ad un nuovo centralismo. Facciamo appello al Parlamento, che a breve si troverà ad esaminare questa proposta, ad intervenire con decisione a correggere le distorsioni di questa proposta di legge assurda, restituendo ai cittadini la possibilità di scegliere con il voto democratico chi dovrà occuparsi di amministrare le loro comunità”.
In allegato, il documento dell’Upi con il parere negativo consegnato alla Conferenza Unificata
Redattore: Barbara Perluigi