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Norme per la tutela della libertà di impresa

Allentare il vincolo del Patto di Stabilità, valorizzazione del ruolo dello Sportello Unico per le Attività Produttive delle Province, monitorare ed intervenire sulle crisi produttive. Queste le azioni proposte dal Presidente della Provincia di Chieti, Enrico di Giuseppantonio, intevervenuto ieri quale responsabile dell’Ufficio di Presidenza Upi delle politiche di sviluppo economico nell’audizione alla Camera dei deputati  in Commissione Attività Produttive sulle “Norme a tutela dela libertà di impresa”. 

Il Presidente ha sottolineato come le Province siano molto vicine alle PMI e che da una recente indagine condotta da UPI e Censis, emerge chiaramente che le Province rappresentano un soggetto di responsabilità istituzionale particolarmente idoneo a fronteggiare la crisi, in grado mettere in campo quell’insieme di strumenti utile a sostenere dal basso il rilancio del sistema Paese, partendo proprio dalle esigenze plurime e differenti dei singoli territori. Purtroppo, i vincoli imposti dal patto di stabilità interno a Province e Comuni e la norma prevista dal decreto anticrisi – che obbliga ad accertare preventivamente che il programma dei pagamenti che comportino impegni di spesa sia compatibile con i relativi stanziamenti di bilancio e con le regole di finanza pubblica – hanno determinato il blocco degli appalti degli Enti locali e hanno messo in crisi il sistema delle piccole e medie imprese. Per questo l’UPI ha chiesto al Parlamento specifici interventi per liberare risorse, a partire dalla modifica del Patto di Stabilità interno. L’Unione delle Province d’Italia ha proposto inoltre di realizzare il monitoraggio dei fattori di crisi sul territorio con l’obiettivo fondamentale di prevenire le crisi industriali, soprattutto in una fase di eccezionale recessione a livello nazionale ed internazionale come quella attuale. Le Province Italiane rappresentano infatti il terminale delle crisi economiche sul territorio, sono al corrente in tempo reale delle crisi industriali non ancora conclamate in quanto possiedono dati aggiornati sulle dinamiche occupazionali, forniti dai centri per l’impiego. Il sistema italiano dei centri pubblici per l’impiego ( ex uffici di collocamento) costituisce infatti il punto di riferimento per la conoscenza del mercato del lavoro. Il sistema opera attraverso due strumenti fondamentali presenti in ogni Provincia, che poche Regioni ad oggi hanno coordinato con banche dati unitarie e comuni: I SISTEMI INFORMATIVI DEL LAVORO; GLI OSSERVATORI DEL MERCATO DEL LAVORO.

Infine, per il migliore raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Paese, il Presidente Di Giuseppantonio ha evidenziato la necessità una maggiore valorizzazione degli Sportelli Unici Provinciali che hanno personale qualificato per il supporto della rete dei piccoli comuni e delle piccole e medie imprese, con la possibilità di stipulare convenzioni con i Comuni per l’esercizio delle funzioni inerenti al SUAP e in caso di subentrare nell’esercizio delle funzioni nel caso in cui il Comune sia inadempiente, nonché svolgere funzioni di assistenza tecnica e supporto alle PMI .

 In allegato, il documento Upi consegnato alla Commissione

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POLIZIA LOCALE: LE PROVINCE IN AUDIZIONE AL SENATO

In allegato, il testo con le proposte dell’Upi in merito al “TESTO UNIFICATO Disegno di legge n 272, n. 278, 308, 344, 760, 1039 – Norme di indirizzo in materia di politiche integrate per la sicurezza e la polizia locale”

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DECRETI ATTUATIVI LEGGE 42: FEDERALISMO DEMANIALE

In allegato, il testo in oggetto

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AUDIZIONE COMMISSIONE BICAMERALE FEDERALISMO FISCALE

“Il decreto attuativo sul federalismo demaniale arriva in Parlamento dopo essere stato concertato e condiviso da Governo, Province e Comuni. Non vorremmo che nel passaggio parlamentare si perda lo spirito iniziale, dettato dalla Costituzione e dalla stessa legge delega sul federalismo fiscale, che assegna a Regioni, Province e Comuni un ruolo di pari responsabilità nella valorizzazione del patrimonio”.
Lo ha detto il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, Presidente della Provincia di Catania, intervenendo in audizione alla Commissione per l’Attuazione del federalismo fiscale, sul primo decreto attuativo della legge 42, che stabilisce l’assegnazione di parte del patrimonio statale alle istituzioni locali.
“Ci auguriamo – ha detto Castiglione – che questo decreto prosegua nella filosofia di attuazione del federalismo fiscale che avevamo apprezzato e condiviso con il Governo. Non potremmo considerare accettabile una norma che assegni alle sole Regioni il demanio marittimo e idrico dello Stato, affidando a queste istituzioni il compito di decidere poi se e come suddividerlo tra le istituzioni del territorio. Questo vorrebbe dire non attuare il federalismo fiscale e spostare il Paese da un centralismo statale ad un neocentralismo regionale, come ha dichiarato lo stesso Presidente della Commissione, Enrico La Loggia”.
Castiglione ha poi voluto sottolineare alcune criticità presenti nel decreto: “Sottrarre dal patrimonio a disposizione i beni del Ministero della Difesa, così come i beni culturali – ha detto – indebolisce il provvedimento. C’è poi una questione puramente economica: noi riteniamo che quello del federalismo demaniale possa essere una occasione importante per le istituzioni locali, perché chiama in causa le capacità di produrre sviluppo e di valorizzare beni a disposizione sul territorio, a vantaggio delle comunità. Non vorremmo però vederci assegnato il patrimonio, senza le risorse corrispondenti, o, peggio, impossibilitati a fare investimenti a causa dei vincoli del patto di stabilità interno”. Il Presidente dell’Upi ha concluso il suo intervento ponendo alla Commissione la questione delle Province e dei Comuni delle Regioni a Statuto Speciale “Escluderle dal processo di attuazione del federalismo fiscale vuol dire penalizzare la capacità di sviluppo di questi territori, che invece devono, come il resto del Paese, essere messi in condizione di affrontare questa sfida di riforma e di cambiamento”.

In allegato, il documento consegnato in Commissione

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AUDIZIONE IN COMMISSIONE BILANCIO CAMERA DEI DEPUTATI

Sono stati il Vicepresidente Vicario dell’Upi, Dario Galli, Presidente della Provincia di Varese, e il Responsabile degli Assessori al Bilancio Upi, Antonio Rosati, Assessore al Bilancio della Provincia di Roma, ad intervenire oggi nel corso dell’audizone informale alla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, sullo Schema di decreto legislativo del cosiddetto “Federalismo demaniale”.

In allegato, il documento consegnato

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LA FINANZA PROVINCIALE 2007

In allegato, il documento 

 

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Piano mobilità Ue: le Province in audizione

Incentivi, risorse e finanziamenti per definire piani coordinati urbani e provinciali di mobilità sostenibile. Lo ha chiesto, intervenendo in rappresentanza dell’Upi, l’assessore ai trasporti della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi, coordinatore nazionale degli assessori provinciali alla mobilità, ascoltato oggi in audizione alla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati sul Piano di azione della mobilità urbana varato dall’Unione Europea.
“Abbiamo apprezzato – ha detto l’Assessore ai Deputati – il fatto che l’Unione Europea abbia affermato nel Piano il ruolo fondamentale svolto dalle autorità locali, Regioni, Province e Comuni. Ma senza la previsione di risorse specifiche, c’è il rischio di produrre l’ennesimo libro delle buone intenzioni.
Come Province non possiamo che sottolineare la necessità di promuovere, all’interno di questo Piano, la definizione di piani urbani e provinciali della mobilità che tengano conto sia della pianificazione delle infrastrutture che della programmazione del trasporto pubblico. Solo attraverso il coordinamento di queste azioni, infatti, si potranno avere risultati decisivi sul piano della mobilità sostenibile. Chiediamo poi che si preveda l’istituzione di Osservatori territoriali, attraverso cui mettere a sistema tutte le informazioni sulla mobilità urbana ed extraurbana. Una mole di dati che oggi non trova un momento di sintesi, e che quindi non permette una organizzazione sistematica standardizzata delle informazioni e la loro messa in rete. Attraverso l’Osservatorio, invece, sarebbe possibile mettere a punto e scambiarsi buone pratiche ed indicazioni operative da seguire, permettendo così alle amministrazioni di intervenire con azioni mirate, e di utilizzare in maniera più razionale le risorse a disposizione”.

 

Decreto Enti Locali: Province in audizione alla Camera dei Deputati

“Il Decreto Legge sugli Enti locali può essere lo strumento attraverso cui inserire quelle modifiche al patto di stabilità, che permetterebbero alle Province di proseguire nel loro lavoro di intervento al fianco delle imprese per resistere alla crisi economica”. Lo ha detto la Presidente del Consiglio Provinciale di Roma, Giuseppina Maturani, intervenendo oggi nell’audizione alla Camera dei Deputati davanti alle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio.
Ai Deputati l’Upi ha consegnato un documento con le principali richieste emendative al decreto. In particolare, quanto alle norme di natura ordina mentale, si chiede il pieno coinvolgimento delle Province nella revisione dei collegi provinciali, prevista entro il 30 novembre 2010 come diretta conseguenza del taglio del 20% del numero dei consiglieri provinciali.
Quanto invece alle questioni economiche, l’Upi chiede di reiterare la norma, contenuta già nel cosiddetto decreto anticrisi del 2009, che ha consentito agli enti locali di poter procedere, senza gravare sulle voci di bilancio interessate dal patto di stabilità interno, al pagamento di impegni già assunti nei confronti delle imprese fornitrici di beni e servizi. Ancora, per assicurare l’azione delle Province nel sostegno della riprese, si chiede che le spese in conto capitale finanziate da avanzi di amministrazione, possano essere escluse dal computo del patto di stabilità interno. Secondo le stime dell’Upi, l’ammontare dell’avanzo non vincolato per le province sia di circa 685 milioni di euro.
“Ribadiamo poi – ha aggiunto la Presidente Maturani – la necessità di cancellare la norma che obbliga ad accertare preventivamente che il programma dei pagamenti che comportino impegni di spesa sia compatibile con i relativi stanziamenti di bilancio e con le regole di finanza pubblica. Una norma che rischia di bloccare tutti gli investimenti degli enti locali che, lo ricordiamo, rappresentano l’80% del totale nazionale“.

In allegato, il documento con gli emendamenti consegnato alle commissioni

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Finanza locale: le Province in audizione alla Camera

Il patto di stabilita triennale per il 2009-2011 blocca le Province e impedisce di potere programmare interventi anche agli Enti che hanno risorse in cassa.
Lo hanno detto il Vicepresidente dell’Upi, Dario Galli, Presidente della Provincia di Varese, e il coordinatore finanze dell’Upi, Antonio Rosati, Assessore al bilancio della Provincia di Roma, intervenendo oggi alla Commissione bilancio della Camera dei Deputati nel corso di una indagine conoscitiva sullo stato della finanza locale.
“Non possiamo programmare interventi – hanno detto – ne’ pagare le imprese per i lavori già realizzati. Il pesante crollo delle entrate tributarie delle Province, -12% dall’RCA e -13% dall’IPT, aggrava le condizioni dei nostri bilanci, creando forti incertezze sulla programmazione futura.
Il decreto Legge sugli Enti locali, che a breve inizierà il suo esame per la conversione in legge proprio alla Commissione Bilancio della Camera, può essere lo strumento attraverso cui introdurre alcune modifiche, che potrebbero permettere alle Province di assicurare alle imprese locali le risorse necessarie per resistere alla crisi”.
Queste le richieste avanzate: “Chiediamo che¬, come in minima parte e’ già avvenuto nel 2009, si introduca uno strumento che ci consenta di sbloccare almeno il 10% dei residui passivi, così da poter immettere risorse nel sistema economico. Chiediamo poi – hanno aggiunto il Presidente Galli e l’Assessore Rosati – di cancellare la norma introdotta con il cosiddetto decreto anticrisi, che impone ai dirigenti delle amministrazioni locali di bandire gare d’appalto solo quando vi sia la certezza di potere rispettare il termine di pagamento a 30 giorni dei fornitori. Fino ad oggi – hanno detto – le imprese avevano il problema dei pagamenti in ritardo, ma almeno potevano scontare il loro credito con le banche. Con questa norma si bloccano tutte le gare d’appalto di Province e Comuni. Questo vuol dire fermare l’80% degli appalti pubblici. Altro che rilancio dell’economia: così si ferma il Paese”.

Nota ACI sulla convenzione UPI IPT e aggiornamento Istat

In allegato il testo della nota invata dall’Aci in conformità con la Convenzione sottoscritta con l’Upi.

SOSTEGNO ALL’OCCUPAZIONE FEMMINILE

In allegato il documento consegnato dall’Upi nell’Audizione al Senato del 26 gennaio 2010 sulle politiche di sostegno all’occupazione femminile.

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LA FINANZA PROVINCIALE

In allegato, il testo in oggetto

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