Il nuovo codice appalti, varato con il decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, rappresenta un fondamentale passaggio di modernizzazione del sistema italiano degli appalti e delle concessioni, un sistema divenuto troppo complesso e farraginoso, caratterizzato da una normativa complessa, da migliaia di stazioni appaltanti, costellato di controlli allo stesso tempo eccessivi e inadeguati, un sistema non funzionale rispetto alle esigenze di una società moderna e alle indicazioni previste dalle direttive europee.
Il nuovo codice, entrato in vigore il 18 aprile 2016 per rispettare i termini imposti dalla delega e dall’obbligo di recepire le direttive europee, supera il vecchio testo unico sugli appalti (D. Lgs. 163/2006), un impianto normativo sottoposto a centinaia di correzioni nel corso degli ultimi anni, con una drastica semplificazione del quadro normativo. Il numero delle norme, poco più di 200 articoli contro gli oltre 600 attuali, è sensibilmente ridotto e, soprattutto, sul fronte dell’attuazione normativa, si sceglie la strada più agile delle linee guida varate dall’ANAC e degli strumenti di “soft regulation”, facilmente aggiornabili e più rispondenti alle esigenze degli operatori.
L’UPI conferma il parere positivo sulla nuova normativa e l’apprezzamento per il poderoso lavoro svolto dal Governo e dall’ANAC nel dare attuazione, attraverso l’approvazione del Decreto Legislativo n. 50/2016, ad una profonda riforma del settore degli appalti e delle concessioni che vuole rappresentare uno strumento per combattere la corruzione e rilanciare gli investimenti, dando certezza alle amministrazioni e agli operatori economici.
In allegato il Documento Upi consegnato all’audizione e il report Sua Province
Redattore: Gaetano Palombelli - Claudia Giovannini