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Osservatorio atti intimidatori, Province “Azione coordinata per combattere il fenomeno”

“Quando un Sindaco o un Presidente di Provincia subiscono atti intimidatori, ad essere sotto attacco non sono solo loro ma le intere comunità che amministrano. Sono i cittadini e la democrazia a subire le conseguenze di questi atti contro gli amministratori di Province e Comuni. Per questo serve un’azione coordinata tra Stato ed istituzioni locali, per combattere questo fenomeno e garantire la legalità”.

Lo ha detto il Vicepresidente di UPI, Angelo Caruso, Presidente della Provincia dell’Aquila, intervenendo oggi insieme al Presidente della Provincia di Avellino Rizieri Buonopane alla riunione dell’Osservatorio sugli atti intimidatori nei confronti degli amministratori degli enti locali, convocato dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

“Occorre un intervento articolato su più fronti” ha detto il Presidente Caruso.

“Da una parte – ha sottolineato-  è necessario confermare e rafforzare il supporto degli organi di sicurezza. Dall’altra, è indispensabile assicurare le risorse per la prevenzione e il ristoro dei danni agli amministratori. Ma occorre anche contribuire a diffondere una nuova consapevolezza tra i cittadini, anche attraverso campagne di informazione e sensibilizzazione mirate agli studenti delle scuole secondarie superiori per costruire e promuovere la cultura della legalità”.

Tra le azioni suggerita da UPI al tavolo vi è quella di proteggere le decisioni delle amministrazioni da condizionamenti di ambienti malavitosi, mediante una disciplina che garantisca la libertà di azione degli enti locali.

 

Acquifero del Gran Sasso: le proposte del tavolo coordinato dalla Provincia di Teramo

Sottoscritto da dieci Associazioni e undici Comuni, questa mattina, come richiesto dall’avviso pubblico della Struttura Commissariale presieduta questa da Pierluigi Caputi, è stato trasmesso il documento che contiene considerazioni e proposte rispetto al progetto di messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso.
Il lavoro è stato coordinato dalla Provincia (funzionario geologo Maurizio Rosa e dirigente al patrimonio Emilia Di Matteo). Nonostante i tempi stringenti dettati dall’avviso pubblico del Commissario, il lavoro è il frutto di una qualificata partecipazione che ha investito anche la Conferenza ambientale provinciale presieduta da Luciana del Grande.“Crediamo nella forza del dialogo e per questo abbiamo raccolto l’invito del Commissario che ci auguriamo accolga le nostre osservazioni. Considerazioni che hanno la forza di una analisi rigorosa e un unico obiettivo: evitare ulteriore depauperamento delle falde acquifere” ha chiosato il presidente D’Angelo salutando il tavolo di lavoro.  “Oltre che con i problemi noti, causati dalla convivenza dell’Istituto di ricerca e dall’autostrada dentro il massiccio, oggi dobbiamo fare i conti anche con i cambiamenti climatici che sono fra le preoccupanti e principali cause della riduzione dell’acqua a nostra disposizione. Io avanzo anche un’altra proposta al Commissario: quella di nominare una terna composta da Amministratori e Tecnici del territorio teramano che venga sentita e consultata in tutte la fasi del progetto”.

Tante le questioni affrontate dal tavolo di coordinamento e non da ultimo anche quello riguardante il piano per la viabilità. Gli interventi sotto il traforo dovrebbero riprendere in autunno e dal Presidente della Provincia e dai Sindaci arriva la preoccupazione per i “rischi di disagi e isolamento” per il territorio teramano che ha nell’autostrada A/24 il principale collegamento con il Capoluogo e la Capitale.

Il tavolo di lavoro ha posto alcuni punti fermi sulla base delle attuali conoscenze (rispetto al progetto Commissariale non c’è ancora alcuna fonte documentale).

“I due principali aspetti da tenere in considerazione per la progettazione di un intervento efficace ed a basso impatto ambientale. Il primo mira all’esecuzione di lavori per la protezione della qualità della falda nella sua interezza, mediante interventi di impermeabilizzazione. Il secondo si riferisce alla tutela del quantitativo idrico disponibile all’interno dell’acquifero, evitando ulteriori captazioni idriche che vadano a depauperare la falda e le sorgenti”.

Considerazioni anche sul prelievo idrico dal lago di Campotosto “per il quale non sono stati valutati gli effetti sui corpi idrici superficiali” e sulla campagna geognostica nelle gallerie autostradali che  “ai fini della protezione del sistema di captazione esistente sarebbe inutile e comunque non idonea alla definizione dello schema idrico delle acque circolanti in falda”.

Sono state fornite, quindi, indicazioni sulle scelte progettuali da adottare prendendo anche a riferimento i criteri che fanno riferimento ad interventi di tipo conservativo; già individuati nel 2018, dalla Commissione Regionale tecnica per la Gestione del Rischio nel sistema idrico del Gran Sasso. Commissione che ha visto il coinvolgimento di numerosi esperti in materia di messa in sicurezza idraulica ed idrogeologica.

Non convince, incece, “stante la complessità e l’imprevedibilità del sistema acquifero del Gran Sasso” l’ipotesi di un nuovo sistema di captazioni che “impoverirebbe ulteriormente la falda acquifera” così come si esplicita preoccupazione per le indagini geognostiche che prevederebbero 21 perforazioni a carotaggio.

Nel merito degli interventi vengono privilegiati quelli conservativi:

  • impermeabilizzazione delle due gallerie autostradali e dei laboratori dell’INFN
  • sostituzione della rete di scolo delle acque di scarico in particolare delle piattaforme delle gallerie e dei laboratori con condotte di ghisa sferoidale e vasche di contenimento all’uscita delle gallerie
  • sostituzione delle condotte utilizzate per il trasporto dell’acqua destinata al consumo umano con tubazioni di acciaio, condotte drenanti trasversali presenti sotto il piano viabile (attualmente in PVC o in CLS materiali lesionabili)

Nel corso dei lavori sono stati ascoltati la ASL, la Ruzzo reti e i Consorzi di bonifica.
I Comuni firmatari sono: Basciano, Canzano; Teramo, Isola del Gran Sasso, Colledara, Cortino, Pineto, Roseto degli Abruzzi, Castel Castagna, Tossicia, Valle Castellana.

Le associazioni: Guide del Borsacchio; Rifiuti Zero Abruzzo; CAI Teramo; WWF; Legambiente; Pronatura Laga; WISP; FIAB, FAI, Comitato Torre San Rocco.

Osservatorio atti intimidatori, Province “Azione coordinata per combattere il fenomeno”

“Quando un Sindaco o un Presidente di Provincia subiscono atti intimidatori, ad essere sotto attacco non sono solo loro ma le intere comunità che amministrano. Sono i cittadini e la democrazia a subire le conseguenze di questi atti contro gli amministratori di Province e Comuni. Per questo serve un’azione coordinata tra Stato ed istituzioni locali, per combattere questo fenomeno e garantire la legalità”.

Lo ha detto il Vicepresidente di UPI, Angelo Caruso, Presidente della Provincia dell’Aquila, intervenendo oggi insieme al Presidente della Provincia di Avellino Rizieri Buonopane alla riunione dell’Osservatorio sugli atti intimidatori nei confronti degli amministratori degli enti locali, convocato dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

“Occorre un intervento articolato su più fronti” ha detto il Presidente Caruso.

“Da una parte – ha sottolineato-  è necessario confermare e rafforzare il supporto degli organi di sicurezza. Dall’altra, è indispensabile assicurare le risorse per la prevenzione e il ristoro dei danni agli amministratori. Ma occorre anche contribuire a diffondere una nuova consapevolezza tra i cittadini, anche attraverso campagne di informazione e sensibilizzazione mirate agli studenti delle scuole secondarie superiori per costruire e promuovere la cultura della legalità”.

Tra le azioni suggerita da UPI al tavolo vi è quella di proteggere le decisioni delle amministrazioni da condizionamenti di ambienti malavitosi, mediante una disciplina che garantisca la libertà di azione degli enti locali.

 

La Provincia di Como organizza un seminario sul Codice dei Contratti Pubblici

La Provincia di Como e l’Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici (UNAEP) promuovono, in collaborazione con Trust Data Solution,  un importante seminario dedicato alle novità introdotte dal correttivo al Codice dei Contratti Pubblici. L’evento si terrà giovedì 27 marzo 2025, dalle 9:30 alle 12:45, presso Villa Gallia, e vedrà la partecipazione di autorevoli esperti del settore.

Durante l’incontro verranno analizzate le principali modifiche normative e il loro impatto sulle procedure di affidamento ed esecuzione degli appalti pubblici. Tra i relatori interverranno:

  • Michele Corradino, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, su equo compenso e applicazione tra gli articoli 8 e 41 del Codice.
  • Matteo Accardi, sul ruolo del RUP nel Codice e nel correttivo.
  • Maria Cristina Colombo, sulle modifiche alle procedure e agli appalti sottosoglia.
  • Matteo Magnarelli, sull’accordo di collaborazione.
  • Mattia Casati, sulle novità in materia di partenariato pubblico-privato.
  • Andrea Giuseppe Farruggio, su subappalto e Collegio Consultivo Tecnico (CCT).
  • Ivan Stincone, sulla qualificazione del fornitore ai sensi del GDPR 2016/679.

A coordinare il seminario sarà Domenica Condello, avvocato pubblico e Segretario Nazionale di Comparto UNAEP.

A quasi due anni dalla sua entrata in vigore, il Codice dei Contratti Pubblici è stato oggetto di un primo intervento correttivo con il D.Lgs 31 dicembre 2024 n. 209. Si tratta di una revisione significativa, che ha modificato circa il 34% degli articoli, introducendo nuove disposizioni e aggiornamenti rilevanti anche agli allegati.

“Questa riforma – spiegano gli organizzatori – nasce dall’esigenza di superare alcune criticità emerse nell’applicazione del Codice e di rispondere alle istanze degli operatori del settore. Tra i temi più rilevanti figurano l’equo compenso, gli incentivi alla progettazione, la revisione prezzi e il sistema di qualificazione. Particolare attenzione sarà dedicata anche alla fase esecutiva e al ruolo del Collegio Consultivo Tecnico. Tra le novità assolute, spiccano l’introduzione dell’accordo di collaborazione e nuove tutele lavoristiche. Il seminario offrirà un’analisi approfondita di questi aspetti con un taglio pratico-applicativo”.

L’incontro si rivolge a professionisti, amministratori e operatori del settore pubblico e privato interessati ad approfondire le recenti evoluzioni normative e il loro impatto sulle procedure di gara e sull’esecuzione dei contratti.

Ecco il programma dell’evento Programma IL CODICE DEGLI APPALTI PUBBLICI DOPO IL CORRETTIVO -Cosa cambia nelle procedure di affidamento

Il progetto “Mobilità Sicura” della Provincia di Brescia

La partecipazione al bando dell’Unione Province d’Italia è valsa alla Provincia di Brescia un supporto economico di rilievo che si tradurrà in un importante programma di proposte a sfondo educativo e sociale per la prevenzione dgli incidenti stradali.

Entrano nel vivo le iniziative sul campo del Memorial Giorgio Botti, diventato parte integrante dell’ampio progetto di sensibilizzazione ai temi della sicurezza stradale e della guida consapevole, messo a punto dalla Provincia di Brescia, grazie ad un finanziamento di 100 mila euro, accordato da Upi – Unione Province d’Italia – nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Mobilità Sicura”.

Sono, infatti, in programma il 10 e 11 maggio i corsi gratuiti di guida sicura finalizzati a creare nei cittadini, soprattutto i più giovani, una maggiore consapevolezza delle insidie sulle strade. Sei i Comuni coinvolti, uno per ogni area geografica della provincia:

  • Sarezzo per la Valtrompia
  • Bovezzo per l’Hinterland
  • Chiari per la Franciacorta e Sebino
  • Mairano per la Bassa Bresciana
  • Toscolano-Maderno per il Garda e la Valsabbia
  • Breno per la Valle Camonica

L’obiettivo è continuare con la missione intrapresa da anni per contribuire alla riduzione del fenomeno dell’incidentalità stradale, correlato ad assunzione di alcol e droga; potenziare l’informazione sui rischi causati dall’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope o dall’alcol, anche nella guida; aumentare i controlli su strada e potenziare le attività di prevenzione e/o deterrenza del fenomeno.

La possibilità di poter contare sui fondi Upi di “Mobilità Sicura” per perseguire gli obiettivi del “Memorial Giorgio Botti” è frutto del meticoloso lavoro di pianificazione del progetto svolto nel corso delle ultime settimane, che vede in prima fila il Settore Strade e l’associazione Condividere la Strada della Vita con il coinvolgimento della Polizia Provinciale e l’apporto di Giacomo Zobbio, referente tecnico del progetto, già consigliere provinciale, ideatore dell’iniziativa. Va inoltre ricordato come proprio le iniziative del Memorial Botti 2024 dedicate alla figura del “passeggero consapevole” siano state prese come ispirazione proprio da UPI, rendendo la Provincia di Brescia un modello nazionale nel nome di Giorgio, giovane e incolpevole vittima della strada, che ha perso la vita da passeggero di un’auto guidata da un coetaneo.

“Ogni vittima della strada – ha sottolineato il presidente della Provincia, Emanuele Moraschini – è sempre e comunque una vittima di troppo. Abbiamo concluso il 2024 con 57 persone che hanno perso la vita in incidenti sulle strade bresciane. Un lieve calo, rispetto al 2023, anno in cui abbiamo contato 61 vite spezzate irrimediabilmente. Ad oggi siamo a 6 persone morte sulle nostre strade. Ma altri bresciani hanno perso la vita altrove. L’obiettivo di tendere a zero vittime deve rimanere più solido che mai. L’Amministrazione provinciale, attraverso il Settore Strade e la Polizia Provinciale, pone da anni la massima attenzione per contenere tragedie che stravolgono famiglie intere. E ringrazio Giacomo Zobbio che si è reso disponibile a supportare la Provincia a mettere in atto iniziative di sensibilizzazione che diventano uno strumento indispensabile per la comprensione dell’importanza del rispetto del Codice della Strada, ma anche della vita, la propria e quella di chi condivide la strada con noi”.

La Provincia di Brescia è impegnata da tempo per la sicurezza stradale, con interventi infrastrutturali, ma anche di sensibilizzazione alle buone pratiche al volante. Un patrimonio di competenze e sensibilità che certamente ha contribuito alla scelta di Upi di individuare la Provincia di Brescia, insieme ad altre 19 amministrazioni provinciali, assegnandole fondi per proseguire in quest’ampio progetto educativo di elevato valore sociale.

“Ci eravamo posti l’obiettivo di raggiungere questi fondi e siamo fieri di aver avuto successo, conquistarli non era affatto scontato ma sono davvero felice del risultato raggiunto. Dopo che la Provincia di Brescia è diventata modello nazionale nel nome di Giorgio, il modo migliore di onorarne la memoria era presentare un progetto all’altezza. Con orgoglio possiamo dire di esserci riusciti, e questi 100 mila euro sono risorse davvero preziose. Anche perché siamo riusciti a mettere a punto un programma particolarmente articolato il cui spirito è stato immediatamente colto e sposato da molte realtà ed enti del territorio, sia in qualità di attori che di fruitori di questo importante progetto”,

Il progetto Mobilità Sicura si articola in quattro diversi ambiti di iniziative, che verranno proposte nell’arco dei prossimi mesi:

  • corsi gratuiti di guida sicura in diversi Comuni del territorio bresciano per avvicinare questa opportunità ai cittadini il più possibile, con l’obiettivo di formare sui comportamenti da mettere in atto per ridurre al minimo i rischi di incidenti.
  • attività di educazione nelle scuole mediante incontri con personale medico specializzato o educatori competenti in materia di abuso e dipendenza da alcol e droga, con familiari di vittime della strada o con disabili a seguito di incidenti stradali.
  • campagna di sensibilizzazione sul rischio di incidente correlato al consumo di alcool e sostanze stupefacenti.
  • servizi di controllo in strada da parte della Polizia Provinciale.

“Il progetto è vasto perché tocca molteplici aspetti del tema della sicurezza stradale. Il primo ha messo in evidenza Roberto Merli, presidente dell’Associazione Condividere la Strada della Vita-  è la responsabilità dei trasportati, con il concorso proposto nelle scuole e rivolto ai ragazzi per far capire la responsabilità anche di chi è trasportato, il quale deve comprendere quando potersi fidare di altri ed essere consapevole quando mette la vita in mano ad altri. Il progetto è variegato perché vengono toccati anche i neopatentati, grazie al corso di guida sicura per giovani dai 18 ai 25 anni, per dare il messaggio che la strada non deve essere sottovalutata e per dare la possibilità di fare prove con professionisti della strada. Si tratta di materiale che viene dato agli utenti della strada, si tratta di vari argomenti diversi l’uno con l’altro: dal corso di guida sicura come infarinatura della patente presa qualche anno prima, alla responsabilità dell’utente che sale in macchina perché spesso si sottovaluta chi è alla guida, quando è invece fondamentale valutare se il conducente non sia in grado di guidare, perché magari sotto l’effetto di alcool o droghe, e sia necessario avvisarlo e non mettere a repentaglio la propria vita. Anche la polizia provinciale verrà coinvolta svolgendo l’operazione di prevenzione di controllo sulla strada, che non è repressione, ma è salvaguardia dell’incolumità di tutti: anche questo è un bel messaggio dato all’utente della strada.”

 

Tutte le informazioni saranno pubblicate sul sito del Memorial Botti all’indirizzo: bit.ly/memorial-giorgio-botti

Polizia Provinciale di Lecco: i dati delle attività 2024

Tempo di bilanci per la Polizia provinciale di Lecco, che anche nel 2024 ha effettuato azioni e servizi nelle tre macroaree di riferimento: ambientale, ittico-venatorio e stradale.

“Nel 2024 gli agenti della Polizia provinciale hanno svolto numerose attività di prevenzione e controllo per la salvaguardia dell’ambiente, la tutela ittico-venatoria e la sicurezza stradale – commentano la Presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann e il Consigliere provinciale delegato alla Polizia provinciale Simone BrigattiIl lavoro degli agenti, supportati in alcune attività dai volontari, è molto importante e si svolge su un territorio non vastissimo in termini di popolazione e dimensioni, ma molto variegato con esigenze diverse, dalla montagna al lago, dalla città alla Brianza. Per il futuro vorremmo implementare l’attività di educazione alla legalità degli studenti, coinvolgendo altre scuole, per insegnare ai più giovani il rispetto delle regole e del bellissimo territorio in cui viviamo”.

 Personale in servizio:

  • 1 Comandante
  • 1 Vice Comandante (Polizia ittico-venatoria)
  • 1 Vice Commissario (Polizia stradale, ambientale)
  • 9 agenti, di cui 2 dedicati ai servizi di Polizia stradale

 Formazione e sensibilizzazione

Sono stati promossi 5 incontri di educazione alla legalità degli studenti delle scuole primarie e secondarie in materia ambientale, faunistica e sicurezza stradale, nei seguenti istituti comprensitivi scolastici: Cremeno, Introbio, Malgrate e Bosisio Parini.

Nucleo ambientale

Contrasto al fenomeno del deposito incontrollato/abbandono dei rifiuti, degli scarichi non autorizzati e del trasporto illecito dei rifiuti.

Assolvimento alle deleghe di Polizia giudiziaria ambientale conferite dall’Autorità giudiziaria.

Controlli/accertamenti/sopralluoghi: 33 indagini conoscitive, di cui 3 deleghe di indagini della Procura della Repubblica; dalle indagini sono scaturite 8 notizie di reato.

Nucleo ittico-venatorio

Vigilanza mediante il presidio del territorio montano, rurale e lacuale.

Controlli/accertamenti/sopralluoghi/antibracconaggio: 1.100 dalle cui successive attività di accertamento sono scaturiti:

  • 43 verbali di accertamento e contestazione di violazione amministrativa (competente Regione Lombardia)
  • 10 notizie di reato

Attuazione dei Piani di controllo selettivo del cinghiale e del cormorano da parte degli agenti del nucleo faunistico, dei volontari ittico-venatori della Provincia e degli operatori abilitati dalla Regione.

624 interventi effettuati in supporto alle funzioni di competenza della Regione nell’ambito dei recuperi di animali selvatici (ungulati e avifauna) in difficoltà, feriti o deceduti. Compito di polizia finalizzato alla tutela della fauna selvatica autoctona omeoterma e consisite nel verificare se le condizioni in cui viene rinvenuto l’animale sono da ricondurre o meno a comportamenti illeciti puniti dall’ordinamento con sanzioni amministrative o condanne penali.

In particolare sono stati richiesti interventi per:

  • 146 capi in difficoltà, non in grado di ritornare autonomamente nel proprio habitat
  • 322 capi feriti
  • 156 carcasse

di cui:

  • 113 capi liberati in natura in quanto in grado di stare autonomamente nel proprio habitat
  • 293 capi trasferiti al Cras per cure veterinarie
  • 139 carcasse a smaltimento presso impianti autorizzati
  • 24 carcasse conferite all’Asst per le successive analisi
  • 55 segnalazioni infondate

 

Gli interventi hanno riguardato, in varie percentuali, tutte le specie selvatiche presenti sul territorio: cervi, camosci, caprioli, mufloni, cinghiali, volpi, tassi, aironi, cigni, civette, falchi.

Collaborazione con il servizio Ambiente nell’attuazione del Piano di contenimento della nutria.

Attività di coordinamento operativo delle guardie ecologiche volontarie (8), dei guardia pesca e guardia caccia volontari della Provincia (14) e quelle di raccordo con i guardia caccia volontari delle diverse associazioni attive sul territorio (31 volontari per 6 associazioni).

In particolare per il solo volontariato della Provincia sono stati svolti:

  • 348 servizi in materia ambientale e ittico-venatoria
  • 24 riunioni, plenarie e ristrette, per il coordinamento operativo

30 istruttorie per il rilascio dei decreti di nomina di guardia venatori/ittica volontaria.

Nell’ambito dell’iniziativa Lario Sicuro, in collaborazione con la Guardia Costiera, il personale di Polizia provinciale è stato impiegato in servizi di vigilanza e prevenzione per il controllo della navigazione, svolti da una pattuglia di due operatori insieme a un ufficiale per il coordinamento e il supporto, con l’utilizzo di due autoveicoli e un natante per la navigazione.

Le operazioni si sono svolte nei tratti compresi tra il bacino del lago di Lecco-Garlate e lo specchio d’acqua antistante Lierna nei mesi di luglio, agosto e settembre:

  • 18 servizi con natante per circa 5 ore di navigazione
  • 54 giornate uomo
  • 2 veicoli impiegati

 

Nel corso delle operazioni è stato redatto 1 verbale di accertamento e contestazione di violazione amministrativa (competente Autorità di Bacino del Lario e dei Laghi minori).

Nucleo stradale

Controlli di Polizia stradale, tutela del patrimonio viario provinciale, azioni di sensibilizzazione sulle tematiche di sicurezza stradale, anche mediante collaborazione con le altre forze di Polizia locale.

Controlli/accertamenti/sopralluoghi:

  • 28 cantieri stradali verificati
  • 721 veicoli sottoposti al controllo di velocità
  • 832 veicoli sottoposti al controllo copertura Rca
  • 832 veicoli sottoposti alla verifica della regolare revisione periodica
  • 120 verbali di accertamento e contestazione di violazione al Codice della strada

Provincia di Varese: verso il completamento del percorso ciclopedonale della Valle Olona

Procedono in Valle Olona i lavori di realizzazione della pista ciclopedonale progettata da Provincia di Varese nell’ambito del progetto “MOVE ON – Mobilità Leggera in Valle Olona”, cofinanziato nel 2021 da Fondazione Cariplo e da Regione Lombardia tra i progetti emblematici maggiori sul territorio varesino.

Entro la fine di ottobre 2025 saranno realizzati i tratti che collegano la località Folla di Malnate con Castiglione Olona e Castellanza con Legnano, per un totale di circa 17 km, di fatto completando il Percorso Ciclistico di Interesse Regionale PCIR n. 16 della Valle Olona, che potrà così essere percorso nel prossimo futuro per tutta la sua estensione nel territorio provinciale di Varese e oltre confine: da Gaggiolo verso la Svizzera ed Eurovelo 5, da Legnano verso Milano e la ciclovia nazionale Vento.

Questo importante risultato – ricorda il presidente Marco Magrini che vede la Provincia come soggetto attuatore rispetto all’infrastruttura già prevista dal 2014 dal Piano Regionale della Mobilità Ciclistica, è stato raggiunto grazie alla sinergia dei due progetti MOVE ON e TI CICLO VIA, finanziati da Fondazione Cariplo, da Regione Lombardia e dal Programma Interreg Italia – Svizzera 2014-2020, e con un cofinanziamento di Provincia di Varese e dei Comuni attraversati dalla ciclopedonale, nonché alla proficua collaborazione con gli Enti territoriali confinanti, Canton Ticino e Città Metropolitana di Milano, con i quali sono stati condivisi i progetti al fine di garantire il raccordo con i percorsi ciclopedonali extraprovinciali”.

Ritengo – aggiunge il Presidenteche Provincia di Varese abbia dato il proprio contributo; ora l’auspicio è che, a breve, anche i tratti mancanti del Corridoio regionale di competenza dell’Area metropolitana milanese e dei relativi Comuni vengano completati per garantire una connessione ciclopedonale unica e lineare che da Milano, permetta di raggiungere il nostro territorio, di valorizzarlo, di rigenerarlo e di andare oltre verso la Svizzera e l’Europa”.

Oltre al completamento dell’infrastruttura ciclopedonale, grazie a MOVE ON sono state implementate e sperimentate una serie di azioni sulla dorsale della Valle Olona, trasformata in un vero e proprio laboratorio, per contribuire alla diffusione della mobilità leggera. Ne sono un esempio le buone pratiche realizzate con gruppi di scuole e aziende del territorio relativamente ai percorsi casa-scuola e casa-lavoro, nonché le iniziative co-progettate e realizzate insieme ai soggetti e associazioni del territorio in tema di svago.

Quanto realizzato in Valle Olona conclude Magrinirientra nella strategia più generale “bike&walk: fare mobilità leggera in provincia di Varese e oltre” grazie alla quale Provincia di Varese intende realizzare nel prossimo futuro, sempre con il coinvolgimento di Comuni, Comunità Montane, Parchi e Regione Lombardia, il completamento e la gestione efficiente di un sistema di dorsali ciclopedonali provinciali, lo sviluppo di servizi di supporto alla mobilità leggera, la diffusione della mobilità leggera non solo per svago e cultura, ma anche per gli spostamenti sistematici casa – lavoro e casa – scuola.

Alla Pinacoteca Provinciale di Salerno, la presentazione del progetto Smart Artwork

Mercoledì 12 marzo alle 10:45 si terrà, presso la Pinacoteca Provinciale di Salerno, la presentazione del progetto Smart Artwork finanziato dall’Unione Europea nell’ambito dell’attività Next Generation EU e dal Ministero della Cultura.

Il progetto vede quale elemento caratterizzante una guida digitale per favorire la fruizione delle opere esposte allo scopo di accompagnare il visitatore con tecnologie innovative.

Il sistema digitale è ottimizzato per sfruttare le funzionalità della tecnologia BEACON (Bluetooth low energy).

La tecnologia messa in campo consente agli smartphone, tablet e altri dispositivi (dopo aver installato l’APP) di eseguire azioni di fruizione digitale (audio presentazione in lingua ITA o ENG) semplicemente inquadrando l’opera.

Altro elemento qualificante del progetto è la presenza di sensoristica poco invasiva per il monitoraggio e il controllo del micro clima nelle sale espositive della Pinacoteca.

I sistemi di monitoraggio analizzano in tempo reale gli inquinanti presenti nell’aria indoor e rilevano gli agenti e microrganismi aerodispersi potenzialmente dannosi per la salute delle opere esposte.

Presenteranno il progetto il consigliere provinciale delegato alla cultura Francesco Morra, il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, la soprintendente archeologa, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino, Raffaella Bonaudo, la dirigente del servizio Reti e Sistemi Culturali, Gioita Caiazzo, Alberto Postiglione dipartimento DISA-MIS dell’Università degli Studi di Salerno per le innovazioni digitali messe in campo e Mario Petraglia della Rotospeed Multimedia per il progetto TOCC Smart Artwork.

In conclusione sarà effettuata una dimostrazione pratica dell’applicazione con i dispositivi disponibili.

 

Provincia di Terni: pronti due progetti per eliminare le barriere architettoniche al “Metelli” e all’”Angeloni”

Continua l’impegno della Provincia di Terni per le scuole superiori. Oltre infatti agli investimenti già previsti con finanziamenti statali, regionali e con fondi Pnrr e oltre ai continui monitoraggi e controlli sullo stato degli edifici anche alla luce delle normative sulla sicurezza anti sismica, l’amministrazione procederà nei prossimi giorni ad aderire all’avviso della Regione Umbria che ha previsto contributi finalizzati ad interventi straordinari in materia di edilizia scolastica.

“I progetti che abbiamo predisposto nell’ambito delle risorse messe a disposizione dalla Regione con l’avviso – dichiara il Presidente Francesco Maria Ferranti – riguardano nello specifico interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche e per facilitare la fruizione di servizi essenziali anche ai portatori di handicap. Eliminare questo tipo di problemi rappresenta un’azione amministrativa di grande civiltà, sulla quale la Provincia ha sempre posto massima attenzione”.

I progetti sono in particolare due, ciascuno da circa 80mila euro, e riguardano alcuni edifici dell’Istituto d’Arte “O.Metelli” e del Liceo “Angeloni”, entrambi a Terni. “Con queste due iniziative – spiega sempre il Presidente – ribadiamo la massima attenzione della Provincia verso le scuole, sia per la sicurezza che per i più deboli, garantendo la possibilità di poter utilizzare senza impedimenti gli spazi scolastici anche a chi è portatore di disabilità al fine di assicurare a tutti il godimento di un diritto fondamentale”.

Cinghiali, la Provincia di Treviso incontrala Regione sul Piano Interventi Urgenti per il Controllo della Peste Suina

Si è svolto oggi pomeriggio al Sant’Artemio un incontro fra la Regione del Veneto e la Provincia di Treviso per la condivisione delle linee guida del Piano Regionale di interventi urgenti per il controllo della peste suina nei cinghiali da divulgare alle Associazioni di categoria. Sul tavolo, la normativa regionale vigente e le procedure richieste alla Polizia provinciale per le attività di monitoraggio e controllo faunistico e venatorio. Al fine di sensibilizzare le Associazioni venatorie di destra e sinistra Piave, non appena saranno predisposte ufficialmente le linee guida specifiche per il territorio della Marca Trevigiana, saranno organizzati due appuntamenti dedicati, uno a Pederobba e uno a Vittorio Veneto, altri saranno programmati prossimamente.

Hanno preso parte all’incontro, su delega di Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso, il vicepresidente Fabio Maggio, il consigliere provinciale delegato Diego Zanchetta, il dirigente del settore Agroambiente, programmazione e gestione ittica e faunistico venatoria, Pietro Salvadori, e il commissario regionale incaricato per il Piano Interventi Urgenti Oscar Da Rold.

“Da tempo ormai l’emergenza cinghiali e le conseguenti devastazioni provocate alle colture agricole sono questioni al centro dell’attività di controllo della Polizia Provinciale – spiega Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso – oggi l’incontro tecnico con la Regione ci ha chiarito molti aspetti riguardo le procedure da seguire e le modalità di coinvolgimento di operatori esperti. In occasione degli incontri con le Associazioni di categoria e con gli operatori qualificati sul territorio saranno definite le linee guida definitive valide per il territorio della Marca”.

“In veste di Ente di coordinamento tra la Regione e il territorio abbiamo raccolto le osservazioni degli operatori venatori e le linee guida regionali – continua Fabio Maggio, vicepresidente della Provincia – si inizierà a Pederobba, e poi a Vittorio Veneto, con incontri specifici per condividere quelle che saranno le modalità operative da tenere sul campo”.

“Siamo vicini alle esigenze degli agricoltori e delle Associazioni di categoria per contenere gli episodi purtroppo numerosi, soprattutto nell’area Pedemontana, di danni alle coltivazioni – conclude Diego Zanchetta, consigliere provinciale delegato – in vista dei primi incontri calendarizzati la Regione ci fornirà le linee guida definitive”.

 

La Provincia di Crotone inaugura un nuovo ponte

Nella mattina dell’8 marzo, la Provincia di Crotone ha consegnato alla comunità una delle più importanti opere infrastrutturali del territorio. Si tratta di un grande progetto che ha previsto la realizzazione di un ponte che si erge su torrente Survolo che, di fatto, collega sia la Marina di Strongoli che la località di Santa Focà. Ad aggiudicarsi i lavori è stata l’impresa CIN S.r.l. con sede a Rocca di Neto.

La spesa complessiva di 950 mila euro è stata finanziata con decreto n.215 dell’11 maggio 2023 del Commissario straordinario di Governo per il dissesto idrogeologico della Regione Calabria per 500 mila euro (progetto iniziato nel 2014) e, con convenzione sottoscritta tra il Dipartimento di Protezione Civile della Regione Calabria e la Provincia di Crotone, per 450 mila euro (finanziamento inizialmente concesso al Comune di Strongoli).

Nello specifico, i lavori di manutenzione, hanno previsto:
•all’allungamento delle mantellate esistenti in cls sulle sponde sud e nord del torrente a seguito del loro rinvenimento e la conseguente l’eliminazione delle gabbionate progettate in corrispondenza delle spalle del ponte, per consentire il regolare deflusso delle acque e garantire la continuità dell’alveo

• alla sostituzione del marciapiede progettato con un percorso pedonale a raso, protetto da barriere di sicurezza, tipo New Jersey, che garantirà una maggiore protezione per i pedoni e una migliore fruibilità del ponte

•la riduzione della pendenza delle rampe di accesso al ponte dal 17% al 10% per migliorarne la percorribilità e la sicurezza.

Le modifiche alle strutture sono state necessarie a seguito degli approfondimenti geologici, inclusa la realizzazione di muri di protezione delle spalle del ponte, l’inserimento dei giunti di dilatazione e all’approntamento delle piste, per consentire il passaggio dei mezzi d’opera necessari per la realizzazione dei lavori. Sono stati anche realizzati interventi di pulizia e riprofilatura delle sponde a monte e valle dell’attraversamento a completamento dell’obiettivo di miglioramento dell’officiosità idraulica sotteso alla realizzazione dell’appalto. A conclusione dei lavori è stato realizzato il solaio e la segnaletica orizzontale e verticale, dopo il passaggio di bitume.

Ricordiamo che attorno al torrente Survolo sorge la grande area naturalistica del Pantano, che rientra tra le zone speciali di conservazione quale sito di importanza comunitaria (SIC) fiore all’occhiello del nostro territorio.

Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato il Presidente della Provincia di Crotone, Sergio Ferrari, Amedeo Codispoti e Ottone Cesareo del Dipartimento di Protezione Civile della Regione Calabria, il direttore dei lavori Francesco Fiorita, i rappresentanti dell’ufficio del Commissario al dissesto idrogeologico, il sindaco di Strongoli, Francesco Benincasa, il già consigliere provinciale Francesco Sirianni ed il già Sindaco Sergio Bruno.

A tagliare il nastro è stato il Presidente Sergio Ferrari che ha così dichiarato: “Si tratta di un investimento importante che quota circa un milione di euro. Un progetto messo in campo nel 2023, attraverso il recupero di un finanziamento importante, e la destinazione di un ulteriore finanziamento in sinergia con il Comune di Strongoli. Un primo investimento – spiega Ferrari – è stato sbloccato dall’Amministrazione Provinciale, che mi onoro di rappresentare, perché i fondi erano incagliati presso il dipartimento Casa Italia al Ministero ed abbiamo messo in campo tutte le azioni necessarie, prima per sbloccare questi fondi, e poi per rendere concreto questo progetto insieme alla Protezione Civile ed al Comune di Strongoli”.

“La nostra è una politica del fare – ha asserito il Presidente – un progetto che abbiamo annunciato due anni fa in Consiglio Comunale a Strongoli. Lo abbiamo annunciato e lo abbiamo fatto”.

 

La Provincia di Vicenza dal sottosegretario all’Ambiente Barbaro per chiedere un “Piano Lupo” e supporti economici agli allevatori

Destinazione Roma per una delegazione di amministratori vicentini che domani, lunedì 10 marzo, incontrerà il Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Ambiente Claudio Barbaro per affrontare il tema della convivenza tra lupo e attività umane nel vicentino.

Un tema caldo, che si scalda ancor più mano a mano che arriva la primavera, periodo di uscite e di turisti, di passeggiate in montagna e di alpeggi. Attività su cui la presenza del lupo potrebbe avere una forte influenza, considerando che nel vicentino le predazioni del lupo su animali da allevamento o da compagnia sono quasi raddoppiate dal 2023 al 2024, passando da 101 a 193, e che la presenza del lupo è in costante aumento.

 

La Provincia di Vicenza si è fatta portavoce delle preoccupazioni e dei timori del territorio, degli amministratori locali e degli allevatori e a inizio anno ha chiesto un incontro al Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Una lettera firmata, oltre che dalla Provincia, da circa 40 sindaci, in rappresentanza della gran parte del territorio vicentino. Il momento dell’incontro sarà domani, con il sottosegretario Barbaro indicato da Pichetto Fratin.

Con la Provincia ci saranno una rappresentanza dei Comuni firmatari, l’associazione allevatori Arav con il presidente Floriano De Franceschi, la Regione Veneto con il presidente del Consiglio Roberto Ciambetti, l’onorevole vicentino Silvio Giovine, “a conferma -precisa il presidente della Provincia Andrea Nardin- che tutti i livelli di governo si stanno mobilitando compatti, con l’obiettivo comune di ottenere un “Piano lupo” nazionale che miri alla gestione e al contenimento della specie, individuando “l’indice di sopportabilità” per provincia e prevedendo incentivi e sgravi fiscali per tutti gli interventi sul patrimonio agro-silvo-pastorale. Che non vuol dire, sia chiaro, eliminare il lupo dal nostro territorio, ma permettere una pacifica convivenza con le attività umane. Ricordando, in particolare, che le malghe, gli alpeggi e, più in generale, la presenza dell’uomo in montagna è un presidio contro i dissesti idro-geologici.”.

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