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PONTE CAFFARO, RIPRESI I LAVORI PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE PROVVISORIO

Sono ripresi i lavori per la realizzazione del ponte sul fiume Caffaro, tra Bagolino e Storo, sulla SPBS 237 “Del Caffaro”. Nei giorni scorsi gli operai hanno posizionato i gabbioni per le gettate di cemento per le spalle del nuovo ponte. Secondo il nuovo cronoprogramma, la posa del ponte provvisorio è prevista tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, con l’apertura della viabilità entro la fine di aprile.

“Questa mattina – ha dichiarato il Consigliere delegato alle Strade, Paolo Fontanaabbiamo desiderato incontrare i Sindaci di Bagolino e Storo, il Presidente della Comunità Montana di Valle Sabbia e la Provincia Autonoma di Trento per fare il punto sull’avanzamento dei lavori. Il confronto continuerà e si intensificherà a ridosso della posa del ponte provvisorio, in modo da concordare con le Amministrazioni comunali le ordinanze da emettere per la gestione della viabilità.”

La realizzazione di un nuovo ponte provvisorio è necessaria per consentire l’esecuzione degli interventi di restauro e consolidamento del ponte storico esistente. Il ponte sarà sufficientemente largo per ospitare anche i pedoni e, una volta posato, consentirà di circolare in entrambe le direzioni di marcia e a pieno carico, quindi senza limitazioni di peso.

POLIZIA PROVINCIALE, FERMATO UN BRACCONIERE A ZOGNO

In seguito a appostamenti serali e notturni, la Polizia provinciale ha individuato e fermato nei giorni scorsi un soggetto colto in flagranza mentre cacciava illegalmente selvaggina da un piccolo capanno improvvisato, costruito con ramaglie e telo in plastica. I controlli successivi hanno rivelato diversi illeciti penali e amministrativi. La persona fermata non
possedeva la licenza di caccia, e l’arma utilizzata non era stata denunciata. Sono state contestate diverse violazioni, tra cui la caccia in giornata di silenzio venatorio, l’uso di munizioni non
consentite e di un visore notturno, e l’esercizio della caccia senza le necessarie autorizzazioni e documenti. Ulteriori accertamenti sono in corso per determinare la provenienza dell’arma, un fucile tipo doppietta calibro 16, che è stato anche modificato artigianalmente per aumentare le sue potenzialità offensive, consentendo l’esplosione di colpi a palla unica di calibro 308.

“L’operazione recentemente condotta dimostra l’impegno della Provincia nella salvaguardia del territori, nel contrastare il bracconaggio e nel far rispettare le leggi sulla caccia e la fauna selvatica” dichiara il comandante della Polizia provinciale Matteo Copia. L’uomo è stato denunciato mentre e il fucile, le cartucce e il materiale utilizzato sono stati posti
sotto sequestro.

POLIZIA PROVINCIALE, FERMATO UN BRACCONIERE A ZOGNO

In seguito a appostamenti serali e notturni, la Polizia provinciale ha individuato e fermato nei giorni scorsi un soggetto colto in flagranza mentre cacciava illegalmente selvaggina da un piccolo capanno improvvisato, costruito con ramaglie e telo in plastica. I controlli successivi hanno rivelato diversi illeciti penali e amministrativi. La persona fermata non
possedeva la licenza di caccia, e l’arma utilizzata non era stata denunciata. Sono state contestate diverse violazioni, tra cui la caccia in giornata di silenzio venatorio, l’uso di munizioni non
consentite e di un visore notturno, e l’esercizio della caccia senza le necessarie autorizzazioni e documenti. Ulteriori accertamenti sono in corso per determinare la provenienza dell’arma, un fucile tipo doppietta calibro 16, che è stato anche modificato artigianalmente per aumentare le sue potenzialità offensive, consentendo l’esplosione di colpi a palla unica di calibro 308.

“L’operazione recentemente condotta dimostra l’impegno della Provincia nella salvaguardia del territori, nel contrastare il bracconaggio e nel far rispettare le leggi sulla caccia e la fauna selvatica” dichiara il comandante della Polizia provinciale Matteo Copia. L’uomo è stato denunciato mentre e il fucile, le cartucce e il materiale utilizzato sono stati posti
sotto sequestro.

MALNATE: INIZIATI I LAVORI DI COSTRUZIONE DELLA PISTA CICLOPEDONALE

Sono iniziati i lavori per la realizzazione della pista ciclabile “Le Gere” nel comune di Malnate, progetto di interesse regionale “PCIR n. 16 valle Olona – Realizzazione di pista ciclopedonale lotto “le Gere”, riqualificazione ambientale delle sponde del fiume Olona”, nell’ambito del progetto emblematico maggiore MOVE ON.

Poiché i lavori interessano il tratto tra la via Gere e la via dei Mulini in Località Molini di Gurone, si informa che tutti i sentieri di accesso alla Valle Olona che conducono all’area di cantiere sono stati interclusi o segnalati al fine di impedirne l’accesso a persone e mezzi non autorizzati per scongiurare pericoli per i cittadini e per gli operatori delle imprese.

Si chiede cortesemente alla cittadinanza di rispettare le recinzioni e gli avvisi predisposti in merito all’impossibilità di accedere alla Valle Olona nel tratto interessato dall’area di cantiere per il periodo necessario all’esecuzione dei lavori (circa tre mesi).

RIUNITO ALLA ROCCA DEI RETTORI IL TAVOLO TECNICO DELLA DIGA DI CAMPOLATTARO

Si è riunito alla Rocca dei Rettori, presieduto dal Presidente della Provincia di Benevento Nino Lombardi il Tavolo Tecnico per le opere di servizio irriguo e di potabilizzazione della Diga di Campolattaro con la partecipazione della Regione Campania, del Consorzio di Bonifica Sannio Alifano e della Coldiretti, Cia e Confagricoltura.

Il Tavolo, costituito nel febbraio dello scorso anno con l’Accordo siglato in Regione Campania tra gli stessi partecipanti, ha proceduto ad individuare le aree agricole nel Sannio focalizzando le priorità per la infrastrutturazione irrigua. Un primo step è stato quello di definire dall’adduzione principale i “punti di presa” dal territorio di Ponte (BN) all’area del Grassano dell’elaborando progetto generale definitivo che il Consorzio di Imprese aggiudicatario della gara d’appalto da oltre 700 milioni di Euro sul PNRR per il potabilizzatore e opere connesse dovrà consegnare entro il 14 febbraio prossimo.

Da questo primo step il Tavolo indicherà un progetto irriguo che preciserà nei dettagli le singole aree. Per quanto concerne il territorio montano del Fortore e del Tammaro ed
in particolare per le aziende zootecniche che vi operano, il Tavolo ha formulato l’ipotesi di utilizzare le reti esistenti applicando ovviamente una tariffa ridotta per le Aziende agricole stesse peraltro come già prevista dall’Arera. Il Consorzio del Sannio Alifano provvederà quindi a trasmettere in Regione Campania le determinazioni che saranno raggiunte.

Il Presidente della Provincia Lombardi, interpretando anche il pensiero del Tavolo, ha dichiarato al termine dei lavori: “Ringrazio  la Regione Campania, il Presidente De Luca ed il Vice Presidente Bonavitacola, per la disponibilità manifestata ad ascoltare le esigenze del territorio sannita, in particolare per quanto riguarda il comparto agricolo, settore trainante dell’economia locale. Continueremo con impegno nel lavoro avviato dal Tavolo d’intesa tra tutti i Soggetti partecipanti”.

RIUNITO ALLA ROCCA DEI RETTORI IL TAVOLO TECNICO DELLA DIGA DI CAMPOLATTARO

Si è riunito alla Rocca dei Rettori, presieduto dal Presidente della Provincia di Benevento Nino Lombardi il Tavolo Tecnico per le opere di servizio irriguo e di potabilizzazione della Diga di Campolattaro con la partecipazione della Regione Campania, del Consorzio di Bonifica Sannio Alifano e della Coldiretti, Cia e Confagricoltura.

Il Tavolo, costituito nel febbraio dello scorso anno con l’Accordo siglato in Regione Campania tra gli stessi partecipanti, ha proceduto ad individuare le aree agricole nel Sannio focalizzando le priorità per la infrastrutturazione irrigua. Un primo step è stato quello di definire dall’adduzione principale i “punti di presa” dal territorio di Ponte (BN) all’area del Grassano dell’elaborando progetto generale definitivo che il Consorzio di Imprese aggiudicatario della gara d’appalto da oltre 700 milioni di Euro sul PNRR per il potabilizzatore e opere connesse dovrà consegnare entro il 14 febbraio prossimo.

Da questo primo step il Tavolo indicherà un progetto irriguo che preciserà nei dettagli le singole aree. Per quanto concerne il territorio montano del Fortore e del Tammaro ed
in particolare per le aziende zootecniche che vi operano, il Tavolo ha formulato l’ipotesi di utilizzare le reti esistenti applicando ovviamente una tariffa ridotta per le Aziende agricole stesse peraltro come già prevista dall’Arera. Il Consorzio del Sannio Alifano provvederà quindi a trasmettere in Regione Campania le determinazioni che saranno raggiunte.

Il Presidente della Provincia Lombardi, interpretando anche il pensiero del Tavolo, ha dichiarato al termine dei lavori: “Ringrazio  la Regione Campania, il Presidente De Luca ed il Vice Presidente Bonavitacola, per la disponibilità manifestata ad ascoltare le esigenze del territorio sannita, in particolare per quanto riguarda il comparto agricolo, settore trainante dell’economia locale. Continueremo con impegno nel lavoro avviato dal Tavolo d’intesa tra tutti i Soggetti partecipanti”.

Autovelox, de Pascale : “Il rispetto delle regole è il primo dovere civico”

“Il dibattito sugli autovelox è uno specchio del rapporto che una parte del nostro Paese ha con il rispetto delle regole. Viene messo in discussione il principio stesso per cui chi non rispetta regole e limitazioni imposte dalla legge debba essere sanzionato e si giustificano persino le azioni violente che si stanno verificando in diverse zone d’Italia.
Gli autovelox non devono essere considerati dai cittadini come un mezzo per fare cassa di Comuni e Province, ma come un presidio per garantire la sicurezza e salvare vite. Vengono installati sulla base dei dati sull’incidentalità e nella stragrande maggioranza dei casi su richiesta pressante dei comitati di quartiere che non sopportano più l’alta velocità di alcuni automobilisti.
Di fondo, purtroppo, sta passando un messaggio molto pericoloso: che le regole possano essere liberamente infrante a discrezione del singolo cittadino senza conseguenze. E’ assolutamente legittimo discutere di quale limite sia più appropriato nelle diverse zone del territorio, così come sarebbe opportuna una riflessione più ampia sulle sanzioni, che devono essere proporzionali rispetto alle infrazioni commesse, ma non si può tollerare questo attacco generalizzato alle istituzioni preposte alla sicurezza stradale e al rispetto delle regole.”
Lo dichiara Michele de Pascale, sindaco di Ravenna e Presidente dell’Unione Province d’Italia.

Province e Polizia locale: de Pascale incontra il Ministro Piantedosi

Il disegno di legge delega per il riordino della materia della polizia locale e il percorso di revisione delle norme ordinamentali del Tuel sulle Province: sono stati questi i temi discussi nell’incontro di oggi al Ministero dell’Interno tra il Presidente di UPI Michele de Pascale e il Ministro Matteo Piantedosi.
“Si tratta di due questioni per noi essenziali – sottolinea de Pascale – perché vanno di pari passo. Si tratta di chiarire e specificare il ruolo delle Province anche riguardo ai compiti di polizia provinciale, che oggi sono esercitati in maniera molto disomogenea nel Paese. L’incontro con il Ministro Piantedosi – conclude il Presidente di UPI – conferma la volontà del Governo di avere un confronto costruttivo su questi temi, per trovare al più presto soluzioni adeguate”.

Province e Polizia locale: de Pascale incontra il Ministro Piantedosi

Il disegno di legge delega per il riordino della materia della polizia locale e il percorso di revisione delle norme ordinamentali del Tuel sulle Province: sono stati questi i temi discussi nell’incontro di oggi al Ministero dell’Interno tra il Presidente di UPI Michele de Pascale e il Ministro Matteo Piantedosi.
“Si tratta di due questioni per noi essenziali – sottolinea de Pascale – perché vanno di pari passo. Si tratta di chiarire e specificare il ruolo delle Province anche riguardo ai compiti di polizia provinciale, che oggi sono esercitati in maniera molto disomogenea nel Paese. L’incontro con il Ministro Piantedosi – conclude il Presidente di UPI – conferma la volontà del Governo di avere un confronto costruttivo su questi temi, per trovare al più presto soluzioni adeguate”.

ANIMALI SELVATICI: 2.184 INTERVENTI DEL CRAS DELLA PROVINCIA DI TREVISO NEL 2023, IL RICCIO LA SPECIE PIU’ FREQUENTE

Oltre duemila interventi di soccorso agli animali selvatici in difficoltà sul territorio provinciale nel 2023: la Provincia di Treviso ha redatto il bilancio dell’attività del Centro di Recupero Fauna Selvatica svolta l’anno scorso e il risultato sono 2.184 interventi, per un totale di 2.387 animali recuperati appartenenti a 93 specie differenti. Di questi, 2092 gli esemplari gestiti direttamente all’interno del Centro nel corso del 2023, con cure e medicazioni specifiche.

Il Centro di Recupero Fauna Selvatica è gestito dalla Provincia di Treviso, 7 giorni su 7 e 24 ore su 24, nell’ambito delle funzioni di tutela dell’ambiente e degli animali selvatici del territorio. Si occupa di recuperare gli animali selvatici feriti e in situazioni di difficoltà sul territorio provinciale, svolge tutti gli accertamenti e le cure necessari per riportarli in natura in sicurezza e salute, secondo le indicazioni del veterinario responsabile. È diretto dalla Polizia Provinciale con la collaborazione delle Guardie per l’Ambiente della Regione Veneto.

Hanno partecipato alla conferenza stampa di oggi Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso, Maria Teresa Miori, dirigente del settore Polizia provinciale, Marco Martini, direttore veterinario del CRAS incaricato dalla Provincia, Francesca Tognon, infermiera veterinaria e Luciano Rocchino, referente delle Guardie per l’Ambiente.

Nel dettaglio, nel 2023 sono stati soccorsi 2.387 animali: al momento della segnalazione di un animale in difficoltà, gli agenti di polizia provinciale e gli operatori delle Guardie per l’Ambiente incaricati del CRAS della Provincia, sulla base delle indicazioni del personale medico, analizzano e valutano il caso, recandosi sul luogo indicato dal cittadino che ha segnalato la presenza dell’animale e occupandosi di effettuare il recupero. Il dato complessivo di 2.387 animali soccorsi comprende tutte le attività svolte, anche quei casi in cui l’animale oggetto di recupero, a seguito di un’opportuna valutazione sul posto, viene lasciato in libertà poiché privo di lesioni o condizioni invalidanti. Anche in questa situazione, gli operatori assistono l’animale in loco, svolgendo tutte le verifiche e le operazioni necessarie per liberarlo in condizioni di sicurezza.

Tra le 93 specie assistite l’anno scorso, 8 le più frequenti: al primo posto il riccio, con 517 esemplari recuperati, al secondo il merlo, 332, al terzo la tortora dal collare, 179, al quarto il colombaccio, 124, al quinto il rondone comune, 114, al sesto la civetta, 91, al settimo il germano reale, 80, e infine, all’ottavo, la lepre europea, 77 esemplari soccorsi.

Guardando invece ai principali motivi che rendono necessario il recupero, le cause più frequenti risultano essere la giovane età (786 esemplari), in cui rientrano tutti i casi in cui è stata verificata l’effettiva assenza delle cure genitoriali, oppure le condizioni di vulnerabilità durante i primi giorni fuori dal nido. Nel secondo caso, l’intervento si è quasi sempre concluso con il riposizionamento nella zona più sicura adiacente al ritrovamento. La seconda causa più frequente nei casi di segnalazione riguarda lo stato di debilitazione dell’animale provocata da patologie, di tipo parassitario, virale o batterico: rientrano in questo caso 485 recuperi. Tra le motivazioni più frequenti anche la presenza di traumi (447 gli animali soccorsi per questo aspetto), come fratture e lesioni di vario genere, così come la predazione da parte di cani, gatti e corvidi (412 recuperi), e gli investimenti stradali (348 recuperi). Infine, la sesta causa più frequente riguarda la presenza di larve della mosca carnaria negli animali ritrovati in difficoltà (89 recuperi).

Il CRAS della Provincia di Treviso è a supporto anche della Polizia provinciale di Belluno, che usufruisce di una convenzione specifica con il Centro per le attività di recupero e cura. Nel 2023, sono stati 24 gli esemplari assistiti al CRAS provenienti dal territorio bellunese: 4 gheppi, 3 ghiri, 2 allocchi, 2 poiane, 2 gruccioni, 2 tassi, 2 assioli, 1 gracchio alpino, 1 lupo, 1 scoiattolo rosso, 1 rondone comune, 1 cuculo, 1 pigliamosche, 1 picchio verde.

Per segnalare la presenza di animali in difficoltà e ricevere opportune indicazioni dal personale medico del Centro di Recupero Animali Selvatici della Provincia di Treviso, i cittadini possono telefonare al numero: 320 432 0671 attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.

“Un’intensa attività nel 2023 che ha visto oltre 2000 recuperi grazie allo straordinario lavoro della squadra provinciale del CRAS formata da Polizia provinciale, Guardie per l’Ambiente e personale medico veterinario – sottolinea Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso l’esperienza negli anni ci ha resi punto di riferimento per tutto il territorio regionale, in particolare con la Provincia di Belluno che fruisce di una convenzione per avere supporto medico nelle operazioni di recupero. Come Provincia stileremo delle linee guida, una sorta di vademecum, con le indicazioni da seguire nel caso in cui ci si imbatta in un animale, come evitare di toccarlo o spostarlo, quali aspetti osservare per capirne le condizioni e tutti altri semplici accorgimenti a cui prestare attenzione. Condivideremo questo vademecum anche con i Comuni, in modo che possano affigerlo negli spazi dedicati o pubblicarlo sul proprio sito, così da diffonderlo tra i cittadini”.

“È un orgoglio dire che il nostro CRAS è diventato davvero un punto di riferimento per il territorio – le parole di Maria Teresa Miori, dirigente della Polizia provincialel’esperienza dei nostri collaboratori è straordinaria, gestire così tanti casi non è affatto semplice. La soddisfazione più grande è quando riusciamo a soccorrere un animale e vedere il suo percorso di recupero al Centro, grazie alle cure mediche e alle fasi di reimmissione in natura propedeutiche alla sua liberazione: superato positivamente questo percorso, vedere come gli esemplari curati rientrino nel loro habitat è una grande gioia”.

“Sono stati numerosissimi gli interventi, ma se devo citarne uno in particolarmente ricordo con piacere il caso della lupa Elsa – ricorda Marco Martini, veterinario del CRASdopo l’investimento stradale e il recupero in territorio bellunese, abbiamo ospitato la lupa al Centro della Provincia per tutte le cure necessarie. Presentava molteplici fratture, non era un caso semplice. Eppure ha risposto positivamente all’intervento medico e nella primavera dell’anno scorso l’abbiamo liberata nella sua area d’origine, in provincia di Belluno. Grazie al monitoraggio effettuato dall’Università di Sassari, che su indicazione della Regione Veneto è incaricata nell’ambito di un progetto di ricerca proprio sui lupi, abbiamo appreso che mesi seguenti ha percorso oltre 100 km, tornano al suo stato selvaggio in piena salute”.

“Le Guardie per l’Ambiente si occupa della fase vera e propria di recupero – spiega Luciano Rocchino, referente delle Guardie siamo operativi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 e, al momento della segnalazione da parte dei cittadini al numero del CRAS, ci rechiamo sul luogo del ritrovamento ed effettuiamo il recupero nel giro di un paio d’ore. Invitiamo chiunque si imbatta in un animale in difficoltà dunque a contattarci al numero 320 432 0671 per segnalaci la presenza di un cucciolo selvatico o di un animale in stato critico prima di effettuare in autonomia qualsiasi “passo”, perché potrebbe essere quello sbagliato. La squadra del CRAS della Provincia è a disposizione”.

 

ANIMALI SELVATICI: 2.184 INTERVENTI DEL CRAS DELLA PROVINCIA DI TREVISO NEL 2023, IL RICCIO LA SPECIE PIU’ FREQUENTE

Oltre duemila interventi di soccorso agli animali selvatici in difficoltà sul territorio provinciale nel 2023: la Provincia di Treviso ha redatto il bilancio dell’attività del Centro di Recupero Fauna Selvatica svolta l’anno scorso e il risultato sono 2.184 interventi, per un totale di 2.387 animali recuperati appartenenti a 93 specie differenti. Di questi, 2092 gli esemplari gestiti direttamente all’interno del Centro nel corso del 2023, con cure e medicazioni specifiche.

Il Centro di Recupero Fauna Selvatica è gestito dalla Provincia di Treviso, 7 giorni su 7 e 24 ore su 24, nell’ambito delle funzioni di tutela dell’ambiente e degli animali selvatici del territorio. Si occupa di recuperare gli animali selvatici feriti e in situazioni di difficoltà sul territorio provinciale, svolge tutti gli accertamenti e le cure necessari per riportarli in natura in sicurezza e salute, secondo le indicazioni del veterinario responsabile. È diretto dalla Polizia Provinciale con la collaborazione delle Guardie per l’Ambiente della Regione Veneto.

Hanno partecipato alla conferenza stampa di oggi Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso, Maria Teresa Miori, dirigente del settore Polizia provinciale, Marco Martini, direttore veterinario del CRAS incaricato dalla Provincia, Francesca Tognon, infermiera veterinaria e Luciano Rocchino, referente delle Guardie per l’Ambiente.

Nel dettaglio, nel 2023 sono stati soccorsi 2.387 animali: al momento della segnalazione di un animale in difficoltà, gli agenti di polizia provinciale e gli operatori delle Guardie per l’Ambiente incaricati del CRAS della Provincia, sulla base delle indicazioni del personale medico, analizzano e valutano il caso, recandosi sul luogo indicato dal cittadino che ha segnalato la presenza dell’animale e occupandosi di effettuare il recupero. Il dato complessivo di 2.387 animali soccorsi comprende tutte le attività svolte, anche quei casi in cui l’animale oggetto di recupero, a seguito di un’opportuna valutazione sul posto, viene lasciato in libertà poiché privo di lesioni o condizioni invalidanti. Anche in questa situazione, gli operatori assistono l’animale in loco, svolgendo tutte le verifiche e le operazioni necessarie per liberarlo in condizioni di sicurezza.

Tra le 93 specie assistite l’anno scorso, 8 le più frequenti: al primo posto il riccio, con 517 esemplari recuperati, al secondo il merlo, 332, al terzo la tortora dal collare, 179, al quarto il colombaccio, 124, al quinto il rondone comune, 114, al sesto la civetta, 91, al settimo il germano reale, 80, e infine, all’ottavo, la lepre europea, 77 esemplari soccorsi.

Guardando invece ai principali motivi che rendono necessario il recupero, le cause più frequenti risultano essere la giovane età (786 esemplari), in cui rientrano tutti i casi in cui è stata verificata l’effettiva assenza delle cure genitoriali, oppure le condizioni di vulnerabilità durante i primi giorni fuori dal nido. Nel secondo caso, l’intervento si è quasi sempre concluso con il riposizionamento nella zona più sicura adiacente al ritrovamento. La seconda causa più frequente nei casi di segnalazione riguarda lo stato di debilitazione dell’animale provocata da patologie, di tipo parassitario, virale o batterico: rientrano in questo caso 485 recuperi. Tra le motivazioni più frequenti anche la presenza di traumi (447 gli animali soccorsi per questo aspetto), come fratture e lesioni di vario genere, così come la predazione da parte di cani, gatti e corvidi (412 recuperi), e gli investimenti stradali (348 recuperi). Infine, la sesta causa più frequente riguarda la presenza di larve della mosca carnaria negli animali ritrovati in difficoltà (89 recuperi).

Il CRAS della Provincia di Treviso è a supporto anche della Polizia provinciale di Belluno, che usufruisce di una convenzione specifica con il Centro per le attività di recupero e cura. Nel 2023, sono stati 24 gli esemplari assistiti al CRAS provenienti dal territorio bellunese: 4 gheppi, 3 ghiri, 2 allocchi, 2 poiane, 2 gruccioni, 2 tassi, 2 assioli, 1 gracchio alpino, 1 lupo, 1 scoiattolo rosso, 1 rondone comune, 1 cuculo, 1 pigliamosche, 1 picchio verde.

Per segnalare la presenza di animali in difficoltà e ricevere opportune indicazioni dal personale medico del Centro di Recupero Animali Selvatici della Provincia di Treviso, i cittadini possono telefonare al numero: 320 432 0671 attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.

“Un’intensa attività nel 2023 che ha visto oltre 2000 recuperi grazie allo straordinario lavoro della squadra provinciale del CRAS formata da Polizia provinciale, Guardie per l’Ambiente e personale medico veterinario – sottolinea Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso l’esperienza negli anni ci ha resi punto di riferimento per tutto il territorio regionale, in particolare con la Provincia di Belluno che fruisce di una convenzione per avere supporto medico nelle operazioni di recupero. Come Provincia stileremo delle linee guida, una sorta di vademecum, con le indicazioni da seguire nel caso in cui ci si imbatta in un animale, come evitare di toccarlo o spostarlo, quali aspetti osservare per capirne le condizioni e tutti altri semplici accorgimenti a cui prestare attenzione. Condivideremo questo vademecum anche con i Comuni, in modo che possano affigerlo negli spazi dedicati o pubblicarlo sul proprio sito, così da diffonderlo tra i cittadini”.

“È un orgoglio dire che il nostro CRAS è diventato davvero un punto di riferimento per il territorio – le parole di Maria Teresa Miori, dirigente della Polizia provincialel’esperienza dei nostri collaboratori è straordinaria, gestire così tanti casi non è affatto semplice. La soddisfazione più grande è quando riusciamo a soccorrere un animale e vedere il suo percorso di recupero al Centro, grazie alle cure mediche e alle fasi di reimmissione in natura propedeutiche alla sua liberazione: superato positivamente questo percorso, vedere come gli esemplari curati rientrino nel loro habitat è una grande gioia”.

“Sono stati numerosissimi gli interventi, ma se devo citarne uno in particolarmente ricordo con piacere il caso della lupa Elsa – ricorda Marco Martini, veterinario del CRASdopo l’investimento stradale e il recupero in territorio bellunese, abbiamo ospitato la lupa al Centro della Provincia per tutte le cure necessarie. Presentava molteplici fratture, non era un caso semplice. Eppure ha risposto positivamente all’intervento medico e nella primavera dell’anno scorso l’abbiamo liberata nella sua area d’origine, in provincia di Belluno. Grazie al monitoraggio effettuato dall’Università di Sassari, che su indicazione della Regione Veneto è incaricata nell’ambito di un progetto di ricerca proprio sui lupi, abbiamo appreso che mesi seguenti ha percorso oltre 100 km, tornano al suo stato selvaggio in piena salute”.

“Le Guardie per l’Ambiente si occupa della fase vera e propria di recupero – spiega Luciano Rocchino, referente delle Guardie siamo operativi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 e, al momento della segnalazione da parte dei cittadini al numero del CRAS, ci rechiamo sul luogo del ritrovamento ed effettuiamo il recupero nel giro di un paio d’ore. Invitiamo chiunque si imbatta in un animale in difficoltà dunque a contattarci al numero 320 432 0671 per segnalaci la presenza di un cucciolo selvatico o di un animale in stato critico prima di effettuare in autonomia qualsiasi “passo”, perché potrebbe essere quello sbagliato. La squadra del CRAS della Provincia è a disposizione”.

 

“MATEMATICA AL FEMMINILE: ESPLORANDO L’INFINITO POTENZIALE”: PROVINCIA DI LECCE E CPO INSIEME ALL’UMI PER LE OLIMPIADI DELLA MATEMATICA 2024

Venerdì 26 gennaio, nelle Scuderie di Palazzo Gallone, a Tricase, otto squadre femminili di altrettante scuole superiori salentine si confronteranno nelle prove nazionali delle Olimpiadi della Matematica 2024, promosse dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e organizzate su tutto il territorio nazionale dall’Unione Matematica Italiana (UMI).

La gara tra le studentesse, che si svolgerà in contemporanea in tutta Italia e consentirà alle più brave di accedere alle finali nazionali di Cesenatico, è organizzata dalla sezione provinciale UMI, con la sua responsabile Giuseppina Greco.

Questa particolare attenzione verso l’universo femminile è stata “colta” dalla Provincia di Lecce, da sempre impegnata nella promozione delle politiche di genere, che si è affiancata all’organizzazione dell’evento, attraverso il suo progetto “Giornate di Promozione della Cultura Scientifica”, insieme alla Commissione provinciale Pari Opportunità.

In particolare, la gara delle Olimpiadi della Matematica è stata “incorniciata” nell’iniziativa più ampia “Matematica al Femminile: esplorando l’infinito potenziale”, che comprende anche la premiazione delle prime tre squadre classificate con le medaglie realizzate dalla CPO provinciale e la consegna degli attesti a di tutti gli Istituti partecipanti e ad ogni componente delle squadre.

L’iniziativa è organizzata in collaborazione con Comune di Tricase, Dipartimento di Matematica e Fisica “Ennio De Giorgi” dell’Università del Salento, Associazione femminile Inner Wheel Club di Lecce e Inner Wheel Club di Tricase – S.M. di Leuca. Sostegno anche da parte di alcuni Istituti scolastici comprensivi, della casa editrice Zanichelli, dell’azienda tutta al femminile G&Co di Tricase, dell’associazione Tricasémia e di testate giornalistiche.

“La Provincia è impegnata da sempre sul fronte della promozione delle pari opportunità. Con questa iniziativa, e con altre che seguiranno, abbiamo voluto testimoniare alle studentesse l’apprezzamento per l’impegno profuso in un campo che è ancora prevalentemente appannaggio degli uomini e incoraggiarle così a proseguire negli studi scientifici, affinché un giorno possano realizzare i propri sogni di cittadine e professioniste preparate e consapevoli del loro valore nella società”, evidenzia il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva.

“Esiste una chiara asimmetria nelle scelte educative di ragazze e ragazzi. Le prime si aggiudicano il primato nelle discipline umanistiche e sociali mentre l’area STEM, quella più fiorente poi in termini occupazionali, vede un’evidente maggioranza maschile. Per colmare questo gender gap e incentivare la partecipazione delle ragazze nelle discipline STEM è necessario attivare un processo di consapevolezza a partire dagli spazi scolastici, promuovendo una sensibilizzazione su questi temi. Il valore di questa competizione è proprio questo: offrire alle studentesse un’occasione per mettersi in gioco e superare quei condizionamenti che ancora incidono sulla formazione delle ragazze e che si riflettono anche sulla loro futura condizione occupazionale ed economica. Noi come Istituzione provinciale non potevamo far mancare il nostro supporto all’iniziativa, condividendone in pieno le finalità”, dichiara la presidente della Cpo provinciale Anna Toma.

Questo il programma. Dalle 15 alle 17, nelle Scuderie di Palazzo Gallone, si svolgerà la gara femminile a squadre delle Olimpiadi della Matematica 2024. A sfidarsi otto squadre, ciascuna composta da sette studentesse, provenienti da Alessano, IISS “G. Salvemini”; Casarano, Liceo “G. C. Vanini”; Gallipoli, Liceo “Q. Ennio”; Lecce, Liceo “Banzi” e Liceo “C. De Giorgi”; Maglie, Liceo “L. da Vinci”, Liceo “F. Capece”; Tricase, Liceo “G. Stampacchia”.

Al termine della competizione, nella Sala del Trono, si svolgerà la cerimonia di premiazione, alla quale parteciperanno il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, la presidente della Commissione Provinciale Pari Opportunità Anna Toma, il sindaco di Tricase Antonio De Donno, il direttore del Dipartimento di Matematica e Fisica “E. De Giorgi” dell’Università del Salento Michele Campiti, la responsabile provinciale delle Olimpiadi della Matematica Giuseppina Greco, la presidente dell’Inner Wheel Club di Lecce Daniela De Paoli, la presidente dell’Inner Wheel Club di Tricase – S.M di Leuca Rossana Rossoni, entrambe del Distretto 210, rappresentanti dell’associazione Tricasémia e dell’azienda G&Co di Tricase, dirigenti scolastici, familiari ed amici delle studentesse partecipanti.

La gara e la premiazione potranno essere seguite in diretta sul Canale YouTube della Provincia di Lecce.

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