Categoria: Istituzioni e Riforme

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Il Presidente della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi nuovo Vice Presidente Upi

È Nicola Valluzzi, il Presidente della Provincia di Potenza, il nuovo Vice Presidente dell’Upi. A nominarlo è stato il Presidente Achille Variati sottolineando come “il Presidente Valluzzi è ormai da anni un punto di riferimento dell’Associazione, protagonista nelle occasioni di confronto con Governo e Parlamento,  e impegnato a seguire alcuni dei temi più importanti all’ordine del giorno a partire dalle riforme istituzionali.
In questo nuovo incarico non potrà che assicurare, con la sua autorevolezza, un contributo ancora più determinante ai tavoli di lavoro cui l’Upi è chiamata ad intervenire per restituire dignità alle Province e assicurare ai territori e alle comunità servizi e diritti essenziali”.

Province, Variati al Ministro Salvini “Election day il 31 gennaio e apertura tavolo per revisione profonda della riforma”.

“Ieri il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha fatto dichiarazioni importanti sulle Province, che come Upi abbiamo molto apprezzato. Dopo anni di silenzio, finalmente il Ministero dell’Interno torna ad occuparsi delle Province, preannunciando la volontà di rivedere profondamente la riforma della Legge 56/14 e di restituire dignità e coerenza a questa istituzione”.
Lo ha detto il Presidente dell’Upi Achille Variati intervenendo al Viminale alla riunione della Conferenza Stato Città che ha poi sottolineato come questo intento rischia di essere compromesso dalla norma del milleproroghe appena varata dal Governo che, fissa le elezioni provinciali al 31 ottobre, anticipando a quella data la votazione dei Consigli provinciali che scadranno entro dicembre.
“Il 31 ottobre, quindi – ha spiegato Variati –  si voterà per 47 Presidenti e 27 Consigli Provinciali, e a gennaio si tornerà a votare per i restanti 43 Consigli provinciali. Questo vuol dire non solo che non ci sarà un election day, ma che in 32 Province, si voterà il 31 ottobre per il Presidente e a gennaio per il Consiglio, consolidando la confusione creata dalla riforma.
Per questo come Upi proporremo al Parlamento di modificare questa data con il 31 gennaio 2019, in modo da arrivare ad un vero “election day” che coinvolgerà 70 province sulle 76 totali.
Resta per noi essenziale – ha poi concluso Variati – una revisione profonda delle attuali norme che regolano le Province che, in linea con la Costituzione, consolidi queste istituzioni non solo da punto di vista degli organi, ma soprattutto per le competenze e le relative risorse, per assicurare i servizi ai cittadini nell’ottica della semplificazione. Su questi temi chiediamo al Ministro Salvini un incontro, per presentare le nostre proposte e trovare insieme le soluzioni migliori ad uscire dal caos in cui sono stati lasciati i territori”.

Milleproroghe: secondo indiscrezioni stampa il Govenro penserebbe ad elezioni Province il 14 ottobre 2018

“La norma che prorogherebbe i mandati di Presidenti di Provincia e Consigli Provinciali fino ad ottobre 2018 fissando nel 14 ottobre la data unica per le elezioni provinciali, che secondo la stampa sarebbe contenuta nel decreto milleproroghe all’esame del Consiglio dei Ministri, è sbagliata e dannosa. Se confermata, tra ottobre 2018 e gennaio 2019 rischieremo di avere almeno tre tornate elettorali per i Consigli provinciali, altro che election day”.
Lo dichiara il Presidente dell’Upi Achille Variati, sottolineando come “probabilmente la norma nasce dalla mancata conoscenza del caos istituzionale creato dalla legge 56/14: un quadro frastagliato e disomogeneo, che da qui al gennaio 2019 vedrà la scadenza dei mandati di 48 Presidenti di Provincia e 70 Consigli provinciali, in date tutte diverse. Se si confermasse il 14 ottobre, entro quella data si potrebbero tenere le elezioni di solo 12 Consigli Provinciali su 70, perché il mandato dei restanti 58 scadrà tra novembre 2018 e gennaio 2019.
Questa delle scadenze diversificate è una delle incongruenze della Legge 56/14 – prosegue Variati – che devono essere risolte, come la limitazione della candidabilità a Presidente di Provincia dei Sindaci con meno di 18 mesi di mandato, che, a causa della importante tornata amministrativa del 2019, non permetterebbe ad oltre il 60% dei sindaci di candidarsi. Abbiamo esempi di Province, come Biella in cui ad ottobre avrebbero legittimità a competere per la presidenza della Provincia solo 13 Sindaci su 78; a Reggio Emilia, 10 su 42; a Siena 6 su 35, ma la situazione è complessa in tutto il Paese.  Il risultato è la grave limitazione della rappresentanza democratica e territoriale in istituzioni della repubblica che si occupano, ricordiamolo, di temi chiave per le comunità: dalle scuole superiori alle strade, all’ambiente, solo per citare quelle che interessano la stessa sicurezza dei cittadini.
Per questo – conclude Variati – chiediamo al Governo di fermarsi, di non inserire norme di proroga organi nel decreto legge e di aprire immediatamente un confronto nel merito per individuare la soluzione migliore.  La riforma delle Province deve essere profondamente modificata: prima di arrivare alle elezioni, bisogna avere chiaro cosa dovrà fare, con quali responsabilità, e con quali risorse, questa istituzione. O gli errori commessi saranno confermati da questo Governo”. 

Le Province incontrano il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Erika Stefani

Trovare soluzioni alla difficile situazione finanziaria delle Province ed intervenire con una revisione della Legge Delrio, per tornare a dare risposte alle comunità e ai territori. Di questo si è parlato nell’incontro avuto oggi tra il Ministro degli Affari Regionali Erika Stefani e una delegazione dell’Ufficio di Presidenza Upi composta dal Presidente Achille Variati, e dai Presidente Nicola Valluzzi, Provincia di Potenza, e Giammaria Manghi, Provincia di Reggio Emilia.
 
“La situazione di emergenza causata dai tagli ai bilanci ingiustificati subiti negli anni passati è tutt’altro che risolta – hanno detto i Presidenti al Ministro – e i servizi per i cittadini continuano a risentirne: ancora diverse Province non sono state in grado di approvare i bilanci triennali. C’è poi da sciogliere i nodi più critici della riforma delle Province, che a quattro anni dall’entrata in vigore mostra pesanti lacune sia per quanto riguarda le funzioni che per gli organi politici. Nodi che saranno evidenti se non si interviene al più presto quando, tra settembre gennaio prossimo, scadranno i mandati di 48 Presidenti di Provincia e di 71 Consigli provinciali. Per non dire della confusione sui territori, dove invece che semplificare sono stati creati ulteriori enti intermedi che stanno causando complicazioni e sovrapposizioni di burocrazia.
 
L’incontro di oggi – hanno concluso i rappresentanti dell’Upi – è stato certamente positivo: con il Ministro Stefani si è da subito impostato il confronto in un clima di rispetto istituzionale e collaborazione. Ora ci auguriamo che si riesca a trovare le prime risposte già nei prossimi provvedimenti del Governo ma riteniamo essenziale che si sia aperta, da oggi, una fase di dialogo e confronto costruttivo”.
 
 

L’appello dei Presidenti e “Restituire dignità, autonomia e autorevolezza alle Province”

“Tra i prossimi mesi di settembre e gennaio scadrà il mandato di 48 Presidenti di Provincia e di 70 Consigli Provinciali su 76 Province delle Regioni a Statuto Ordinario. 
Il sistema elettorale adottato dalla legge 56/14, pensato come transitorio, presenta evidenti criticità. Occorre che Parlamento e Governo prendano una decisione: tornare ad un sistema a suffragio universale di elezione diretta o mantenere l’elezione di secondo grado, che deve però essere rivisto totalmente”. A quattro anni dall’  entrata in vigore della Legge 56/14 i Presidenti di Provincia riuniti in Assemblea a Bergamo chiedono una profonda revisione della riforma , che restituisca autorevolezza, funzioni certe e risorse a queste istituzioni. 
“Bisogna restituire autorevolezza alle Province – dichiara il Presidente dell’Upi Achille Variati aprendo i lavori dell’Assemblea –  Bisogna tornare ad assicurare autonomia finanziaria e risorse per assicurare i servizi ai cittadini. Serve personale qualificato per fare ripartire la macchina amministrativa. La crisi finanziaria causata dai tagli manifestamente irragionevoli delle manovre finanziarie, è tutt’altro che risolta: 3 Province sono in dissesto,  11 Province sono in pre-dissesto; non tutte le Province hanno ancora approvato il bilancio 2018 -2020;  le Province che hanno approvato il bilancio triennale, sono riuscite a farlo solo con operazioni contabili, senza garantire la piena copertura delle spese per le funzioni fondamentali e i servizi ai cittadini. 
Mancano a regime 280 milioni, 90 milioni nel 2018,  che sono il totale di risparmio eccessivo di spesa per personale a seguito del riordino delle funzioni, calcolato in maniera errata nel 2014″.

Il presidente Variati ha poi presentato le richieste delle Province da risolvere nell’immediato attraverso il DL omnibus.

Assegnazione alle Province di 90 milioni destinati all’esercizio delle funzioni fondamentali e per il conseguimento degli equilibri di parte corrente risorse per l’anno 2018;

Evitare l’azzeramento dei flussi finanziari delle Province che si sta verificando per i recuperi che lo Stato opera, a fronte dei mancati versamenti dei tagli imposti dalle manovre economiche, a valere sull’imposta RCAuto e sull’imposta Provinciale di Trascrizione

Disapplicazione delle sanzioni per le Province per il mancato saldo di finanza pubblica 2017, anche per non vanificare le opportunità relative allo sblocco del turn over, dopo oltre 5 anni di blocco totale.

Fondo sperimentale di riequilibrio per province e città metropolitane, copertura che si rende necessaria ed improcrastinabile al fine di garantire l’immediata assegnazione delle rispettive risorse ai singoli enti.

Una norma che, in coerenza con le disposizioni della Costituzione, riconduca pienamente, nell’immediato, la disciplina delle Province nell’ambito dell’ordinamento degli enti locali, con l’obiettivo di dare una prospettiva certa all’assetto e al funzionamento delle Province quali istituzioni costitutive della Repubblica, al pari dei Comuni e delle Città metropolitane.

La proroga degli organi dei mandati dei Presidenti di Provincia e dei Consigli in scadenza fino al gennaio 2019, in attesa di una disciplina organica sul sistema elettorale delle Province, coerente con la Costituzione. 

Le Province: a quattro anni dalla riforma le criticità e le urgenze per restituire dignità ai territori

In allegato, le slide presentate dal Presidente dell’Upi Achille Variati alla due giorni di lavoro di  Bergamo dedicata alla riflessione e alle proposte su autonomia e riforme. “Serve una revisione profonda della riforma – ha detto il Presidente dell’Upi Achille Variati  Bisogna tornare ad assicurare autonomia finanziaria e risorse per assicurare i servizi ai cittadini. Serve personale qualificato per fare ripartire la macchina amministrativa. Servono organi politici pienamente riconosciuti: il modello elettorale previsto dalla legge Delrio non funziona. Va profondamente modificata oppure si torni all’elezione diretta. La scelta sta al Governo e e al Parlamento”.

Documenti allegati:

La Corte Costituzionale dichiara illegittimi due articoli della Legge Regionale della Toscana di riordino delle Province

Nuovo riconoscimento per i ricorsi delle Province toscane

Dopo il riconoscimento del Tar Toscana della questione di legittimità costituzionale su parte delle materie ambientali riordinate dalla Regione (grazie al ricorso avanzato dalla Provincia di Grosseto e da UPI Toscana con intervento ad adiuvandum a nome di tutte le Province), la Corte Costituzionale si è nel frattempo già espressa su un altro aspetto della L.R. 22 / 2015.
Nel corso di due procedimenti civili riguardanti provvedimenti adottati dalla Provincia di Pisa su materie non più provinciali a seguito del riordino (rifiuti e demanio idrico), era stata sollevata dal tribunale ordinario di Pisa questione di legittimità costituzionale relativamente agli artt. 10, comma 3 e 11-bis, comma 5 della L.R. 22 / 2015 che escludevano dal passaggio in Regione i procedimenti già in corso e il relativo contenzioso.
La Corte Costituzionale con sentenza n. 110 del 2018 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale degli articoli sopra citati, come sostenuto dalla Provincia di Pisa, in quanto trattasi di norme processuali rientranti nella competenza esclusiva statale nella materia giurisdizionale e processuale.
La Consulta ha sancito inoltre quanto UPI Toscana e le Province hanno da sempre sostenuto nelle varie sedi di confronto: che la Legge regionale toscana contrasta con la stessa Legge Delrio laddove questa prevede che “l’ente che subentra nella funzione succede anche nei rapporti attivi e passivi in corso, compreso il contenzioso

Gli auguri delle Province al nuovo Governo

“A nome di tutte le Province auguro buon lavoro al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, confermando da subito piena disponibilità dell’Upi ad assicurare quella cooperazione istituzionale indispensabile per dare insieme ai cittadini le risposte necessarie. Il Paese ha bisogno di stabilità, e di consolidare lo sviluppo a partire dai territori”.
È il messaggio di congratulazioni al nuovo Presidente del Consiglio e al Governo del Presidente dell’Unione delle Province d’Italia, Achille Variati, che spiega come “Sarà necessario aprire da subito un confronto sui temi che riguardano l’amministrazione e lo sviluppo dei territori, dall’emergenza bilanci tutt’altro che risolta alle questioni istituzionali legate alla riforma delle Province. Occorre risolvere quanto prima le criticità che stanno compromettendo la capacità delle Province, istituzioni costitutive della Repubblica, di assicurare ai cittadini i servizi essenziali – prosegue Variati – dalla sicurezza sulle strade e nelle scuole alla difesa dell’ambiente. Temi che, ne siamo certi, sono all’attenzione del nuovo Governo”.

La Corte Costituzionale dichiara illegittimi due articoli della Legge Regionale della Toscana di riordino delle Province

Dopo il riconoscimento del Tar Toscana della questione di legittimità costituzionale su parte delle materie ambientali riordinate dalla Regione (grazie al ricorso avanzato dalla Provincia di Grosseto e da UPI Toscana con intervento ad adiuvandum a nome di tutte le Province), la Corte Costituzionale si è nel frattempo già espressa su un altro aspetto della L.R. 22 / 2015.
Nel corso di due procedimenti civili riguardanti provvedimenti adottati dalla Provincia di Pisa su materie non più provinciali a seguito del riordino (rifiuti e demanio idrico), era stata sollevata dal tribunale ordinario di Pisa questione di legittimità costituzionale relativamente agli artt. 10, comma 3 e 11-bis, comma 5 della L.R. 22 / 2015 che escludevano dal passaggio in Regione i procedimenti già in corso e il relativo contenzioso.
La Corte Costituzionale con sentenza n. 110 del 2018 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale degli articoli sopra citati, come sostenuto dalla Provincia di Pisa, in quanto trattasi di norme processuali rientranti nella competenza esclusiva statale nella materia giurisdizionale e processuale.
La Consulta ha sancito inoltre quanto UPI Toscana e le Province hanno da sempre sostenuto nelle varie sedi di confronto: che la Legge regionale toscana contrasta con la stessa Legge Delrio laddove questa prevede che “l’ente che subentra nella funzione succede anche nei rapporti attivi e passivi in corso, compreso il contenzioso […

I Presidenti delle Province della Lombardia incontrano il Presidente Fontana

“Le Province sono vive nonostante il tentativo di omicidio e dobbiamo rigenerarle” . Così il Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha accolto la delegazione dei Presidenti delle Province lombarde capitanati da Pier Luigi Mottinelli, che ha chiesto al Governatore regionale di “incontrare con la nuova Giunta tutti i territori in ciascuna sede provinciale, come casa dei Comuni e rappresentanza delle forze economiche e sociali, rilanciando il rapporto istituzionale tra gli enti che già nella precedente legislatura era indirizzato nel massimo rispetto reciproco. Ora però dobbiamo fare altri passi valorizzando l’autonomia che dovrà essere rivista in relazione alla Legge Delrio superata dall’esito del referendum”. L’Unione delle Province Lombarde (UPL) ha quindi presentato una relazione al Presidente Fontana toccando i temi più rilevanti ed urgenti; confermare le funzioni delegate (che attualmente non prevedono agricoltura, caccia e pesca), ampliare le attività svolte con adeguate
risorse, defnire il ruolo e le funzioni delle Province in relazione al mercato del lavoro attraverso i centri per l’impiego; sostenere le funzioni ambientali e di edilizia scolastica, che necessita di sempre maggiori interventi e attenzione sia nell’ambito del programma triennale che nei certifcati antincendio; rafforzare il nuovo ruolo della Provincia in relazione al sistema istituzionale di Regione, a cominciare dal governo del territorio e dell’urbanistica.
Dopo una serie di osservazioni tecniche e mirate presentate dai diversi Presidenti di Provincia, l’assessore regionale agli Enti locali, Massimo Sertori, ha confermato come Regione Lombardia si attiverà per sostenere “le Province, enti in cui crediamo assolutamente, anche nell’ottica della semplifcazione”.
Durante l’incontro sono intervenuti i Presidenti: Matteo Rossi (Provincia di Bergamo), Maria Rita Livio (Provincia di Como), Ivana Cavazzini (Consigliera provinciale Cremona), Flavio Polano (Provincia di Lecco), Francesco Passerini (Provincia di Lodi), Beniamino Morselli (Provincia di Mantova), Roberto Invernizzi (Provincia di Monza e della Brianza), Vittorio Poma (Provincia di Pavia), Luca Della Bitta (Provincia di Sondrio), Nicola Gunnar Vincenzi (Provincia di Varese) e Dario Rigamonti (Direttore UPL).

“La XVIII Legislatura riparta dai territori. Serve un Patto delle Istituzioni e delle Comunità”

“La confusione intorno al ruolo delle Province e la mancanza di risorse per i servizi essenziali che queste istituzioni erogano ha avuto negli ultimi anni riflessi negativi immediati sulle comunità. La prossima legislatura deve ripartire dai territori: serve un Patto delle Istituzioni e delle Comunità per costruire insieme lo sviluppo”. Da queste riflessioni ha preso il via l’intervento del Presidente dell’Upi, Achille Variati, al seminario di Treviso del 19 e 20 marzo.

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Province: il richiamo del Congresso dei Poteri Regionali e Locali d’Europa al Governo italiano

“La raccomandazione al Governo italiano votata oggi a Strasburgo dal Congresso dei Poteri Regionali e Locali d’Europa è molto chiara: a causa dei tagli iniqui ai bilanci delle Province queste istituzioni hanno a diposizione risorse non sufficienti per assicurare lo svolgimento delle loro funzioni. Il Governo è richiamato, nel rispetto della Carta Europea delle autonomie locali che il nostro Paese ha sottoscritto nel 1999, a rivedere i tagli effettuati in modo da garantire alle Province che le loro risorse siano commisurate alle responsabilità”. Lo riferisce il Vice Presidente dell’Upi, Carlo Riva Vercellotti, rappresentante Upi nella delegazione italiana presso il CPRLE oggi a Strasburgo insieme al Presidente della Provincia di Brescia Pier Luigi Mottinelli, Presidente Upi Lombardia e alla Consigliera della Provincia di Lecce Simona Manca, al termine della votazione sulle raccomandazioni dell’organismo europeo sulla  democrazia regionale e locale in Italia.
“I risultati del monitoraggio effettuato dalla Commissione del Congresso in Italia non fanno che confermare la necessità ed urgenza che nel nostro Paese si ripristinino le prerogative costituzionali delle Province, prime fra tutte l’autonomia finanziaria e l’autonomia organizzativa. Il Governo ha l’occasione della Legge di Bilancio 2018 – sottolineano Vercellotti, Mottinelli e Manca– per porre rimedio a questa situazione e assicurare alle Province le risorse necessarie per assicurare i servizi essenziali, come la manutenzione e la messa in sicurezza di strade e scuole superiori. Quanto alle questioni di carattere istituzionale derivate dalla riforma delle Province – aggiungono – il monitoraggio ha rilevato diversi elementi di difformità dalla Carta europea delle Autonomie locali, a partire dal sistema di governance: criticità che dovranno essere affrontate e risolte nella prossima legislatura”. 
“La delegazione italiana – concludono i rappresentanti Upi –  ha chiesto al Congresso di avviare una interlocuzione urgente con il Governo italiano, prima dell’approvazione definitiva della Legge di Bilancio”.

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