Categoria: Istituzioni e Riforme

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Sciopero dipendenti Province e Città metropolitane: pieno sostengo da Upi

“La riforma delle Province non è stata indolore per i nostri dipendenti: la metà è stata spostata verso altre pubbliche amministrazioni, e chi è rimasto ha dovuto farsi carico di assistere i Sindaci Presidenti nella costruzione dei nuovi enti, in un clima di crisi e continue incertezze. La propaganda contro le Province ha toccato direttamente la vita dei dipendenti.
Ora è il momento di assicurare una visione di prospettiva: la prossima Legge di Bilancio deve garantire le risorse necessarie per i servizi essenziali e restituire quell’autonomia organizzativa necessaria per valorizzare il personale”.
Lo dichiara il Presidente dell’Upi Achille Variati, esprimendo il sostegno dell’Associazione ai dipendenti di Province e Città metropolitane impegnati oggi in una giornata di sciopero generale.
“I ritardi di mesi del pagamento degli stipendi che si sono verificati in diverse Province a causa dei tagli insostenibili delle manovre economiche – ha sottolineato Variati – hanno determinato situazioni gravissime di allerta sociale, e la mancanza delle risorse necessarie per garantire i servizi ai cittadini rende impossibile al nostro personale di lavorare nelle condizioni adeguate a quelle di una istituzione della Repubblica.
Per questo – conclude Variati –  ci aspettiamo che la prossima Legge di Bilancio 2018 – 2020 metta fine a questo stato di precarietà. Il Governo e il Parlamento, con cui abbiamo avviato un confronto,  devono assicurare risposte indispensabili sia in termini di risorse per garantire le funzioni fondamentali e per far ripartire gli investimenti locali, che per ripristinare l’autonomia organizzativa, eliminando i vincoli sul personale e consentendoci di orientare la qualificazione del personale alla nuova “mission” della Provincia”.

Legge sui piccoli comuni, il commento del Vice Presidente Upi Marco Filippeschi

«L’approvazione della legge sui piccoli Comuni è un provvedimento molto atteso e da molto tempo, che oggi ha trovato finalmente conclusione. Conferma la nostra convinzione della necessità di valorizzare il ruolo dei Comuni come protagonisti dello sviluppo e della coesione territoriale, anche a livello provinciale, di invertire le tendenze allo spopolamento, di dare ai giovani residenti una prospettiva. Ringrazio Ermete Realacci che con tenacia ha perseguito un obiettivo, da molti di noi condiviso, in un lunghissimo percorso parlamentare».  Così il Presidente della Provincia di Pisa e Sindaco del capoluogo, Marco Filippeschi, dopo il via libera del Senato alla legge per i piccoli comuni.  «La legge riguarda il 70 per cento dei comuni italiani. E’ un inizio. Finanziare gli investimenti nei Comuni sotto i 5mila abitanti è sicuramente un’opportunità di sviluppo per il nostro territorio provinciale, in grado di incidere su più livelli – aggiunge Filippeschi – tutela ambientale, riqualificazioni dei centri storici, sicurezza di strade e scuole, turismo, innovazione. E’ di pochi giorni fa la presentazione del piano nazionale di promozione  per la diffusione della banda ultralarga, che riguarda proprio i territori dove i privati non hanno interesse ad investire e 7.700 Comuni, sul quale sono impegnato personalmente, come presidente di Legautonomie».
“Si persegue un’azione di riequilibrio territoriale, funzionale anche per i Comuni derivanti dalla fusione di municipalità con meno di 5mila abitanti – conclude Filippeschi – che risponde alla natura della nostra provincia e rafforza le opportunità di gestione territoriale condivisa».

Upi: Mottinelli e Vercellotti alla Riunione del Comitato di Congresso degli Enti locali del Consiglio d’Europa.

Saranno il Presidente della Provincia di Brescia, Pier Luigi Mottinelli e il Presidente della Provincia di Vercelli e Vice Presidente Upi Carlo Riva Vercellotti, a  rappresentare le Province Italiane alla riunione del Comitato di  Congresso degli enti locali del Consiglio d’Europa.

Un incontro, che si tiene in Belgio, ad Eupen, al cui centro saranno discussi i temi di grande attualità anche nel nostro paese e per le Province. Tra le questioni più importanti, la trasparenza degli appalti e lo sviluppo delle aree rurali.

Tagli Province: l’Upi incontra il Governo su Decreto Legge Enti locali

“E’ stato un incontro interlocutorio, ma si è confermata la disponibilità a proseguire nel confronto per trovare soluzioni che superino l’attuale momento di grave crisi”.  

E’ quanto dichiara il Presente dell’Upi, Achille Variati, che oggi ha incontrato la Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Maria Elena Boschi, il Sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta e il Sottosegretario agli Affari regionali, Gian Claudio Bressa  insieme ad una delegazione composta da Carlo Riva Vercellotti, Vice Presidente Upi e Presidente Provincia Vercelli, Nicola Valluzzi, Presidente Upi Basilicata e Presidente Provincia Potenza,  Antonio Di Marco Presidente Upi Abruzzo e Presidente Provincia Pescara, Enzo Bruno, Presidente Upi Calabria e Presidente Provincia di Catanzaro.

Con il Governo la rappresentanza Upi ha discusso delle misure necessarie da inserire nel Decreto Legge in via di definizione da parte del Governo,  per assicurare alle Province la possibilità di potere continuare a garantire i servizi essenziali ai cittadini e la loro stessa sicurezza.

“Abbiamo rappresentato al Governo – commenta Variati – l’emergenza che sta toccando l’Italia dei territori, quella lontana dalle grandi città, da cui dipende lo stesso sviluppo economico del Paese. Mandare in crisi per mancanza di risorse il sistema dell’istruzione secondaria e la fitta rete viaria provinciale significa fermare lo sviluppo. Non chiediamo soldi per i nostri enti, ma per i servizi che siamo tenuti a garantire e che i nostri cittadini hanno il diritto di potere fruire in piena sicurezza.

Il Governo – dichiara Variati – ci ha mostrato aperture rispetto alla possibilità di prevedere nel Decreto Legge Enti locali alcune norme che riguardano l’organizzazione del personale e la gestione dei bilanci. Quanto alla grave emergenza finanziaria invece, pur mostrando disponibilità a garantire risorse sia per la gestione corrente delle scuole e delle strade che per gli investimenti, non ha quantificato l’ammontare di questi fondi. Ricordiamo che secondo la SOSE, la società del Ministero dell’Economia e della Banca d’Italia, alle Province mancano 651 milioni per la sola spesa necessaria ad assicurare le funzioni fondamentali.

In questa settimana – conclude il Presidente dell’Upi –  in tutte le Province si stanno svolgendo iniziative, assemblee, incontri, consigli provinciali aperti, per informare e confrontarsi con i cittadini e le forze economiche e sociali sulle gravi conseguenze per le comunità che stanno derivando dai tagli manifestamente irragionevoli ai bilanci delle Province, ed è unanime da nord a sud l’appello al Governo e al Parlamento a trovare subito le soluzioni necessarie”.

Province, Variati Upi “Emergenza è su tagli ai fondi per sicurezza dei cittadini” Venerdì 27 i Presidenti delle Province del Centro Italia riuniti a Pescara

Lo ribadisce il Presidente dell’Upi, Achille Variati, ricordando come “La manovra economica del 2015 ha imposto un taglio insostenibile di oltre 3 miliardi ai bilanci delle Province: in istituzioni dove il costo della politica è pari a zero e dove la metà del personale è stata spostato, il taglio ha inciso direttamente sulle risorse a disposizione per i servizi essenziali dei cittadini. Questo ha creato una pesante sperequazione tra i cittadini delle grandi città e il resto degli italiani, oltre il 70% del Paese.  Sono almeno due anni ormai che la manutenzione su scuole e strade è ridotta all’osso, e situazioni di rischio vero per i cittadini ci sono ovunque nel Paese.

 

E’ questa- ribadisce Variati –  l’emergenza che va risolta, e subito, con un decreto legge che assicuri agli enti i fondi necessari per la sicurezza delle strade e delle scuole superiori, in cui studiano 2 milioni e 500 mila ragazzi.  Venerdì insieme ai Presidenti delle Province del Centro Italia saremo a Pescara per portare il nostro sostegno agli amministratori e alle popolazioni coinvolte da questo dramma: anche a loro dobbiamo una risposta immediata.  Il nuovo Governo si trova a dovere affrontare una situazione critica, di cui è però bene a conoscenza: ora è tempo di passare ai fatti”. 

 

Documenti allegati:

Festa del tricolore: il discorso pronunciato dal Presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, davanti al Capo dello Stato, Presidente Sergio Mattarella

“Signor Presidente della Repubblica, Autorità, cittadini e studenti reggiani,

un caro benvenuto a voi tutti in questa giornata di festa che celebra, a distanza di ben due secoli e due decadi, la nascita del primo Tricolore, avvenuta nella nostra città il 7 gennaio 1797.

Benvenuto soprattutto a Lei, Presidente Mattarella, che siamo onorati di avere qui con noi e a cui rivolgo un ringraziamento, non rituale ma autentico, per l’attenzione che ha deciso di riservare alla nostra comunità, la comunità reggiana, la quale si riconosce pienamente in quegli ideali di libertà, democrazia e solidarietà, ben rappresentati dal vessillo nazionale di cui, appunto, oggi, ricordiamo le origini.

Da quando, il 7 gennaio 1947, l’allora Capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, venne a Reggio Emilia per celebrare i 150 anni del nostro Tricolore da quel 7 gennaio 1947, appunto, Lei è il settimo Presidente della Repubblica ad onorare questa città con la propria presenza.

Proprio 70 anni fa, nell’accogliere il Presidente De Nicola, il quotidiano Reggio Democratica titolava “De Nicola è col popolo che acclama in lui l’Italia repubblicana e democratica”, ponendo la prossimità tra la massima espressione della Repubblica e le persone comuni come emblema assai significativo di uno Stato democratico autenticamente inteso.

Si tratta di quella indispensabile prossimità che Lei, Presidente Mattarella, ha dimostrato, tra l’altro, recandosi già ben cinque volte nell’Italia Centrale duramente provata dal terremoto, esprimendo con la sua forte vicinanza uno Stato che affianca ed accompagna le comunità, a partire da quelle maggiormente in difficoltà. Noi reggiani, colpiti insieme ad altre province emiliane dal sisma del 2012, sappiano bene quanto sia importante questa vicinanza. Perché abbiamo imparato dall’esperienza diretta cosa significhi avere necessità di sentire la presenza rassicurante dello Stato e del suo sostegno complessivo, in particolare nel momento della prova, oltre che di beneficiare di ogni forma di aiuto possibile. E oggi la Provincia e i Comuni di Reggio Emilia, memori di quanto avuto, stanno a loro volta sostenendo con concretezza  e generosità le popolazioni dell’Italia Centrale, rendendo idealmente la solidarietà ricevuta pochi anni or sono e lanciando un messaggio di speranza vera, confermando così di essere quel “popolo giusto, energico, generoso” come lo definì Giosuè Carducci, primo Nobel italiano della letteratura, il 7 gennaio 1897, celebrando nella nostra città il centenario della nascita del Tricolore.

Se, dunque, la prossimità tra lo Stato e le comunità è fondamentale, anche per generare una credibilità massima delle istituzioni, le articolazioni statali fisicamente più contigue ai cittadini, ovvero le autonomie locali, in particolare i Comuni e le Province, devono essere messe nelle condizioni più idonee per ottemperare incombenze particolarmente delicate, poiché inerenti i bisogni e le necessità che ogni persona esprime nella quotidianità. In particolare, nel processo di ripensamento dell’architettura istituzionale del nostro Paese, volto a rendere più efficaci e rapide le risposte ai bisogni dei cittadini, in linea con i tempi del mondo contemporaneo, le Province sono un livello sul quale si delinea con maggior urgenza la necessità di una riflessione ulteriore e definitive scelte conseguenti. Se infatti, il percorso di riordino, avviato poco meno di tre anni fa dalla legge 56, ha introdotto novità importanti, dai concetti di Città Metropolitana e di Area Vasta a una ridefinizione delle funzioni, all’idea di una Provincia, ente di secondo grado, intesa come casa dei Comuni, in grado di assicurare – specie a quelli più piccoli – servizi e competenze che forniscano risposte migliori ai cittadini, alla luce dell’esito referendario del 4 dicembre scorso s’impone l’esigenza di una ulteriore riflessione  su come conciliare questi approdi con la permanenza delle Province nel testo costituzionale, che le riafferma come una articolazione della Repubblica a tutti gli effetti.

Oggi, in un Paese ancora alle prese con gli effetti di una crisi economica che produce non trascurabili risvolti sul piano sociale, vi è oltremodo bisogno di un’Italia fondata sulla prossimità a chi ha più necessità, sulla voglia di rialzarsi e ripartire e, dunque, degna del Tricolore, che anche di questi valori è emblema. Così come occorrono una politica e istituzioni oneste e credibili, che, oltre ad ascoltare i bisogni delle persone, sappiano parlare in particolare ai giovani, generando in loro positività e speranza. “Abbiamo un debito con i giovani … abbiamo condannato i nostri giovani a non avere uno spazio di reale inserimento” ha detto Papa Francesco. Un Paese che non riesce a farsi immediato punto di riferimento per coloro che crescono e si affacciano alla vita, infatti, fatica a generare futuro, rischiando di depotenziare valori ideali, a partire dal senso di comunità e dal rispetto dello Stato e delle sue istituzioni. Dobbiamo aiutare i giovani a riscoprire il valore della politica, perché è attraverso essa e l’impegno a favore della cosa pubblica che si cambia e si migliora il nostro Paese. L’impegno dei nostri giovani, il loro entusiasmo, le loro idee nuove sono fondamentali per quella ripartenza sostanziale e definitiva che da anni stiamo cercando. Ritengo Reggio Emilia, sulla spinta di una nobile tradizione educativa che continua ad inverarsi nell’attualità, stia facendo la propria parte, generando percorsi formativi importanti, ma tutto rischia di essere vano se ciò non si traduce nel compimento di opportunità lavorative concrete, sulle quali poter incardinare la costruzione del proprio cammino di vita. Anche perché le incertezze e le paure che segnano la contemporaneità non sono legate solo all’andamento dell’economia e ad un respiro di portata nazionale, ma sono proprie di un contesto ben più ampio, le cui dimensioni coincidono con quelle del globo nella sua interezza. Il terrorismo internazionale e i grandi movimenti migratori costituiscono le espressioni più profonde di ciò, rappresentando al contempo le sfide più ingenti e delicate del tempo che viviamo.

La spietata malvagità terroristica, dispiegata in modo da voler rendere paradossalmente ordinari, attraverso la reiterazione periodica, atti di una gravità inaudita, toglie serenità e certezze e, peggio ancora, spezza tante vite umane, tra cui anche quelle dei nostri giovani. In tal senso, il nostro ricordo va, ancora oggi, a Valeria Solesin e a Fabrizia Di Lorenzo, due giovani donne della cosiddetta “generazione Erasmus”, ultime vittime italiane di questa stagione di terrore, senza dimenticare, limitandosi solo ai fatti più recenti, quanto accaduto ad Istanbul l’ultimo giorno dell’anno. Accanto a ciò vi è il dramma di chi – in una situazione internazionale che non genera ancora una società di eguali – fugge dalle guerre e dalla fame per cercare una vita migliore. Una scelta dinanzi alla quale nessuno di noi può girarsi dall’altra parte, perché quello dell’accoglienza è un impegno che ogni Comune della nostra Provincia, l’Italia intera e la stessa Europa sono chiamati ad assolvere senza slogan e sbrigatività di pensiero, ma con un atteggiamento di responsabilità e coinvolgimento corale, accompagnato da indispensabili regole precise ed impegni.

In questo contesto universale così complesso, fragile e dominato dalle paure, l’auspicio, nel giorno in cui celebriamo l’anniversario del nostro Tricolore, allora, è che l’Italia, ispirata dalla tensione morale che animò la lotta di Resistenza, l’approdo alla Costituzione e che consentì di uscire dalle macerie della Seconda guerra mondiale  sia in grado di fornire un proprio autorevole e sostanziale contributo, a beneficio di sé medesima e della comunità internazionale tutta, rivelandosi così ancora all’altezza di quanto affermato da Giosuè Carducci  nell’evocato discorso in occasione del primo centenario della nascita del Tricolore “l’Italia è risorta nel mondo per sé e per il mondo, ella, per vivere, deve avere idee e forze sue, deve esplicare un officio suo civile ed umano, un’espansione morale e politica”.

 

Viva il Tricolore

Viva la Repubblica

Viva l’Italia

 

Giammaria Manghi

Presidente della P­­­­rovincia di Reggio Emilia

“La Legge di bilancio 2017 non affossi attuazione Legge Delrio su Enti di Area Vasta”

“La Legge di bilancio 2017 non affossi attuazione Legge Delrio su Enti di Area Vasta”


 “Non è vero che nel nostro Paese i soli luoghi dell’innovazione e dello sviluppo sono le aree metropolitane e che il resto del Paese è fermo. L’Italia è fatta di territori fuori dalle grandi aree urbane che competono con l’Europa e che producono gran parte del Pil. Territori che non possono essere lasciati soli”. Lo ha detto il Presidente dell’Upi, Achille Variati, sindaco di Vicenza intervenendo alla XXXIII Assemblea nazionale dell’ANCI. “Noi Sindaci – ha poi aggiunto – dobbiamo amare i campanili, i Comuni sono le piccole patrie delle nostre comunità. Ma dobbiamo imparare ad usare questi campanili per salirci sopra e guardare lontano: i Sindaci non possono più amministrare guardando solo ai propri confini, per fare il bene delle comunità bisogna che si impari a lavorare insieme. E’ questa la grande intuizione della Legge Delrio, che ha cancellato le vecchie Province e le ha sostituite con gli Enti di Area Vasta, una “casa dei Comuni” in cui i sindaci si ritrovano insieme per la gestione dei servizi.  Non venga l’idea al Governo – ha detto – di spostare servizi e funzioni amministrativi in capo alle Regioni, lontano dal controllo diretto che i cittadini esercitano sui Sindaci”. Variati ha poi concluso lanciando un monito al Governo sulla Legge di Bilancio 2017 “Se dovessero esserci ancora tagli, che ormai tutti sanno essere insostenibili, su Enti di Area Vasta e Città Metropolitane, a saltare sarebbero i servizi essenziali: la sicurezza e la fruibilità delle 5000 scuole superiori e di 130 mila chilometri di strade. Capiamo tutti i problemi del Governo nel reperire le risorse necessarie, ma i diritti fondamentali delle comunità non possono essere cancellati. Noi sindaci non possiamo permettere che questo avvenga”.

Il cordoglio delle Province per la scomparsa del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi

“Nel mio viaggio in Italia ho visitato settantadue provincie: il patrimonio di storia, di cultura civile, amministrativa ed economica che le province italiane rappresentano è risorsa preziosa per l’intera repubblica. Istituzione fra le più antiche, la provincia promuove l’innovazione amministrativa, la qualità e l’efficienza dei servizi per lo sviluppo locale, secondo i principi di sussidiarietà, trasparenza di leale collaborazione e di partecipazione.Valorizzare le identità e le culture del territorio, nell’alleanze delle Autonomie, garantisce coesione sociale, stabilità e buon governo; rafforza nella coscienza civile la fiducia ed il sentimento di appartenenza alla Patria italiana e a quella europea” Queste le parole che il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, volle rivolgere all’Upi in occasione dell’Assemblea generale del 2003.

CasaItalia: il Presidente del Consiglio Renzi avvia le consultazioni. Al tavolo per Upi il Presidente Giuseppe Rinaldi

“Abbiamo bisogno di tornare a progettare, a programmare interventi di lungo respiro: partiamo dai territori ma con la massima operabilità” Lo ha detto il Presidente del Consiglio Matteo Renzi presenziando il primo tavolo delle consutlazioni per il programma “Casa Italia”.
Al tavolo per l’Upi era presente Giuseppe Rinaldi, Presidente di Upi Lazio e della Provincia di Rieti, una delle più colpite dal sisma degli scorsi giorni. “Noi amministratori provinciali che ci occupiamo di edilizia scolastica e di viabilità – ha detto Rinaldi al Presidente Renzi – abbiamo piena contezza di quanto sia indispensabile tornare a una programmmazione integrata , di ampio respiro. Per questo accogliamo con grande favore la scelta di mettere a sistema tutte le istituzioni e gli enti che nel paese fanno programmazione e progettazione di beni pubblici e privati. Come Province,però, sottolineiamo da tempo che c’è bisogno di intervenire anche sulla manutenzione ordinaria – ha detto Rinaldi – perchè il patrimonio pubblico, se non è manutenuto, rischia di deteriorarsi causando poi danni ancora più gravi e con costi certamente più elevati”. Al Presidente Renzi Rinali ha presentato le prime sintetiche proposte dell’Upi: dalla urgenza di mettere a sistema e unificare le tante, troppe, banche dati esistenti alla semplificazione della normativa; da una programmazione europea in linea con le scelte di Casa Italia alla razionalizzazione delle risorse a disposizione, anche per la manutenzione immobiliare.

“Oggi – ha concluso Rinaldi – siamo passati dal tavolo dell’emergenza la tavolo della prevenzione”.

Commissione bilancio Camera e Senato: Indagine conoscitiva equilibrio di bilancio

“Si tratta di provvedimenti necessari e molto attesi dal sistema delle autonomie e relativi ai processi di definizione dei bilanci degli enti locali. Per questo ci auguriamo si riesca a completare l’iter di approvazione in tempi rapidi”. Lo ha detto il Vice Presidente dell’Upi, Carlo Riva Vercellotti, intervenendo alla Commissione Bilancio della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui disegni di legge sull’equilibrio di bilancio.

“Vogliamo però che la Commissione sia al corrente di una grave criticità che si verificherà a luglio – ha aggiunto Riva Vercellotti – quando gli Enti di Area Vasta saranno chiamati ad approvare i bilanci. In quell’occasione, se non si troveranno nel breve tempo soluzioni normative, ci troveremo di fronte all’impossibilità di garantire i saldi di bilancio. Una delle misure straordinarie messe in campo nella finanziaria 2016 per cercare di trovare soluzioni alla manovra insostenibile imposta agli enti di area vasta nel 2015 – ha ricordato Vercellotti – prevede infatti l’utilizzo di tutti gli avanzi di amministrazione per riuscire a chiudere i bilanci in equilibrio. Questo però porta, come immediata conseguenza, l’impossibilità di rispettare il saldo secondo le nuove regole del bilancio pubblico. Una incongruenza tra le due norme che deve essere sanata, altrimenti tutti gli sforzi che stiamo facendo per non fare fallire gli Enti, saranno vani”.

Upi Basilicata, riunione del Direttivo regionale

SI è tenuto a Matera il primo direttivo 2016 dell’Upi Basilicata, all’ordine del giorno la complessa attuazione della Riforma e la difficile situazione finanziaria dei bilanci provinciali.

Presenti i due Presidenti e i consiglieri componenti del Direttivo delle Province di Potenza e Matera.

Nel corso della riunione sono state condivise ed approvate le linee d’azione per i prossimi mesi.

Il Presidente dell’Upi Basilicata Nicola Valluzzi ha affermato che l’obiettivo politico del sistema associativo dei nuovi Enti di Area Vasta dovrà essere quello di riuscire a mantenere le Province delle Regioni a Statuto ordinario in equilibrio di Bilancio, considerato che tre Province (Biella, Vibo Valentia e Caserta) sono in dissesto e altre 9 sono in predissesto o  piano di riequilibrio (Novara, Asti, Verbano-Cusio-Ossola, Varese, Imperia, La Spezia, Ascoli-Piceno, Chieti, Potenza) .

 

Il 2016 dovrà essere considerato un anno di transizione. Il confronto aperto con il Governo e con il Parlamento dovranno quindi non fermarsi alla gestione delle emergenze sull’immediato, ma soprattutto costruire le premesse affinché il sistema arrivi saldo compatto e in equilibrio finanziario al 2017.

 

A questo scopo è necessario determinare con attenzione gli effetti che le norme della legge di stabilità inducono per i bilanci 2016 delle Province lucane.

 

Appare però dirimente, anche al fine di proseguire una azione incisiva di contrattazione con il Governo, che tutte le Province usino appieno gli strumenti che sono previsti dalla  legge di Stabilità 2016:

– che si approvino SOLO bilanci annuali autorizzatori e non triennali;

– che si approvi il DUP 2016 – 2018 per traguardare il solo anno 2016 e prospettare il nuovo ente di area vasta con le proprie funzioni fondamentali e quelle non fondamentali in copertura totale regionale (non solo per il personale ma per l’esercizio delle funzioni – vedi Sentenze della Corte Costituzionale 10/2016), mentre nel contempo si dovrà confermare l’insostenibilità della manovra 2017 ancora in oggi vigente;

– che le Province accedano alla nuova moratoria mutui con la Cassa Depositi e Prestiti, sia quelle che hanno rinegoziato nel 2015 che le restanti che non hanno usato questo strumento;

– che si affronti l’argomento delle sanzioni per sforamento del Patto di stabilità 2015 e del nuovo saldo di finanza pubblica 2016.

 

 

A tale scopo è stato già richiesto al Governo – e il punto sarà inserito nella prossima Conferenza Stato Città  di domani (18/02) – lo slittamento dei termini per l’approvazione del bilancio al 31 luglio 2016 e il conseguente spostamento della predisposizione del DUP al 30 giugno 2016.

 

Dal punto di vista economico, il 2017 deve aprirsi con la chiara e preventiva assegnazione di risorse certe a tutte le Province per garantire l’esercizio delle funzioni fondamentali e la copertura dei costi del personale impegnato in queste funzioni.

 

Occorre, in sintesi, tenere conto del nuovo impianto Costituzionale e del carattere di Enti di secondo livello assegnato alle nuove Province, in modo da ridefinire il sistema di finanziamento delle funzioni con un impianto di finanza derivata che assicuri a fabbisogni standard le risorse necessarie per la copertura dei costi di gestione per strade e scuole.

 

Sul fronte regionale è necessario procedere al trasferimento del personale delle funzioni non fondamentali nell’organico della Regione Basilicata, entro la fine di Febbraio definendo le convenzioni per la gestione di quelle funzioni delegate che invece rimarranno in carico alle Province.

Infine, occorre avviare in tempi rapidi e certi, l’agenzia regionale per la formazione ed il lavoro, evitando ulteriori aggravi di spesa per i precari bilanci delle Province lucane.

L’attuazione della legge 56 in ambito regionale

La Legge 56/2014 (Legge Delrio) ha rivisto profondamente ruolo ed organizzazione delle Province, trasformate in enti territoriali di area vasta.

Questa riforma ha istituito le città metropolitane di Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria e ha trasformato le Province in enti di secondo grado. Allo stesso tempo ha introdotto una nuova disciplina in materia di unioni e fusioni di comuni.

Sono organi di governo della Provincia: il Presidente, il Consiglio provinciale e l’Assemblea dei Sindaci. Il Presidente e il Consiglio provinciale sono organi elettivi di secondo grado, eletti dai Sindaci e dai Consiglieri dei comuni della provincia. L’Assemblea dei Sindaci è composta dai Sindaci dei comuni della provincia. Tutti gli incarichi sono a titolo gratuito.

La Legge  56/2014 aveva fissato al 31 dicembre 2014 il termine ultimo per le Regioni per approvare le proprie leggi di riordino delle funzioni delegate o trasferite alle Province. Nel settembre 2014, al fine di accelerare tale adempimento, Governo, Regioni, Province e Comuni hanno siglato, in sede di Conferenza Unificata, un Accordo nel quale la data del 31 dicembre veniva individuata non più per l’approvazione delle leggi regionali, ma quale limite temporale per la presentazione di idonei dispositivi normativi.

Allo stato attuale, una legge regionale di riordino è stata approvata da tutte le 15 Regioni a statuto ordinario:

 

  1. TOSCANA: Legge regionale 3 marzo 2015 n. 22 “Riordino delle funzioni provinciali e attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni). Modifiche alle leggi regionali 32/2002, 67/2003, 41/2005, 68/2011, 65/2014”

 

  1. UMBRIA: Legge regionale 2 aprile 2015, n. 10 “Riordino delle funzioni amministrative regionali, di area vasta, delle forme associative di Comuni e comunali – Conseguenti modificazioni normative”

 

  1. LIGURIA: Legge regionale 10 Aprile 2015 n. 15 “Disposizioni di riordino delle funzioni conferite alle province in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni)”

 

  1. MARCHE: Legge regionale 3 aprile 2015, n. 13 “Disposizioni per il riordino delle funzioni amministrative esercitate dalle Province”

 

  1. CALABRIA: Legge regionale 22 giugno 2015, n. 14 “Disposizioni urgenti per l’attuazione del processo di riordino delle funzioni a seguito della legge 7 aprile 2014, n.56”

 

  1. LOMBARDIA: Legge Regionale 8 luglio 2015 , n. 19 “Riforma del sistema delle autonomie della Regione e disposizioni per il riconoscimento della specificità dei territori montani in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni)”

 

  1. EMILIA-ROMAGNA: Legge regionale 30 luglio 2015 n. 13 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni”

 

  1. ABRUZZO: Legge Regionale 20 ottobre 2015, n. 32 “Disposizioni per il riordino delle funzioni amministrative delle Province in attuazione della Legge 56/2014.”

 

  1. PIEMONTE: Legge Regionale 29 ottobre 2015, n. 23 “Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni).”

 

  1. VENETO: Legge Regionale 29 ottobre 2015, n. 19 “Disposizioni per il riordino delle funzioni amministrative provinciali”

 

  1. PUGLIA: Legge regionale 30 ottobre 2015, n. 31 “Riforma del sistema di governo regionale e territoriale”.

 

  1. BASILICATA: Legge Regionale 6 novembre 2015, n. 49 “Disposizioni per il riordino delle funzioni provinciali in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 s.m.i.”

 

  1. CAMPANIA: Legge Regionale 9 novembre 2015 n. 14 “Disposizioni sul riordino delle funzioni amministrative non fondamentali delle province in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 e della legge 23 dicembre 2014, n. 190”

 

  1. MOLISE: Legge Regionale 10 dicembre 2015, n. 18 “Disposizioni di riordino delle funzioni esercitate dalle Province in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni)”

 

  1. LAZIO:  Legge regionale 31 Dicembre 2015, n. 17 “Legge di stabilità regionale 2016” (cfr. articoli 7-8-9)

 

 

Nelle 3 Regioni a statuto speciale interessate, una legge di riordino degli enti locali di area vasta è stata approvata, ma in Sicilia è in corso di revisione per quanto riguarda le disposizioni su cui lo Stato ha fatto ricorso alla Corte costituzionale.

 

 

 

 

 

 

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