Dalle ore 16.00 del 20 maggio i lavori del convegno in streaming.
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A seguito della sigla del Protocollo d’Intesa tra il Ministero dello
Sviluppo Economico – Comunicazioni, e l’Unione delle Province d’Italia,
il 20 e 21 maggio prossimi, a Catania (presso la Sala Congressi del
Grand Hotel Baia Verde – Via Angelo Musco 8/10) si terrà il convegno
convegno “Il Piano Nazionale Banda Larga: il ruolo delle Province e il
contributo degli operatori” promosso dal Ministero dello Sviluppo
Economico – Comunicazioni, dall’Upi e dalla Provincia di Catania, grazie
alla sponsorizzazione di Infratel, Telecom Italia, Fastweb e Mandarin,
Wind, WiMax Sicilia.
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In allegato, il programma dell’evento e le informazioni
organizzative.
Semplificare le procedure, ridurre i tempi di realizzazione dei lavori, ridurre gli incidenti sul lavoro, portare in tutta Italia la banda larga. Di questo si è parlato oggi nel convegno sulla Banda Larga e il ruolo delle Province, promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per le comunicazioni, dall’Unione delle Province d’Italia e dalla Provincia di Catania. “La banda larga – ha detto il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione – è la sfida del Paese. Le Province possono dare un contributo decisivo grazie a quei 140.000 km di strade provinciali che possono diventare vere e proprie autostrade dell’informatizzazione del Paese. Ma c’è un altro aspetto che io ritengo davvero importante: grazie all’accordo con il Viceministro Romani, le Province si impegnano ad introdurre procedure semplici e rapide per i lavori di posa delle fibre ottiche nelle strade provinciali. Una scelta di trasparenza, modernizzazione ed efficientazione del Paese sui le Province vogliono dare un contributo decisivo”. Attraverso l’utilizzo delle cosiddette microtrincee, è possibile infatti ridurre fino all’80% i costi socio ambientali in termini di disagi per i cittadini e per le amministrazioni, dell’80% i tempi dei lavori, e del 67% gli incidenti sul lavoro. Le minitrincee sono scavi di pochi centimetri di larghezza e di soli 30 centimetri di profondità.
“L’Italia digitale – ha detto il Viceministro per le Comunicazioni Paolo Romani – è un grande progetto su cui il Governo sta ponendo il massimo impegno. Ma c’è bisogno del lavoro di tutti. Serve una cabina di regia che dia gli indirizzi generali, ma senza gli accordi con le Province e i Comuni, dove materialmente si fanno i lavori, non si va avanti, Per questo l’impegno con l’Upi è decisivo”.
“Il fatto che si parli di banda larga come progetto strategico è già una svolta – ha aggiunto Paolo Annunziato, direttore Rapporti con il territorio e marketing istituzionale di Telecom Italia -. Il piano del ministro Romani dà risposte concrete al problema e Telecom è pronta a fare la propria parte. Grazie a TI il digital divide si è ridotto significativamente negli ultimi cinque anni, e investiremo 6 miliardi di euro entro il 2016 per portare la fibra ottica a 10 milioni di case. E’ necessario però colmare il deficit di domanda a partire da un intenso progetto di digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni.”
Apprezzamenti sugli impegni presi dall’Unione delle Province d’Italia con il Dipartimento delle Comunicazioni e con gli operatori sono venuti anche dai rappresentanti di Vodafone, Wind e Fastweb, che hanno sottolineato come “introdurre criteri di semplificazione degli iter burocratici e snellire le procedure per la realizzazione degli interventi è decisivo. In questo il ruolo di facilitatori che oggi si sono presi in carico le Province è determinante per proseguire nella infrastrutturazione del Paese”.
Innovare e rendere più efficiente la pubblica amministrazione con le riforme necessarie al Paese. Queste, secondo il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, le priorità da affrontare per sostenere il Paese nella ripresa dalla crisi economica globale.
Castiglione lo ha detto intervenendo oggi al Convegno inaugurale di ForumPa, la mostra evento in corso a Roma, promossa dal Ministero della Pubblica Amministrazione e Innovazione in collaborazione con Upi e Anci.
“Come ha detto il Ministro Brunetta nel suo intervento – ha dichiarato Castiglione – per far fronte alla crisi, non possiamo che modernizzare il Paese, portando a termine un cambiamento che è già stato avviato con successo, e dando piena attuazione al federalismo fiscale e alla riforma delle istituzioni, con la Carta delle Autonomie”.
Castiglione ha annunciato che l’Unione delle Province d’Italia ha già dato seguito all’applicazione della riforma Brunetta, grazie alla definizione delle Linee Guida di attuazione per le Province, condivise con il Ministero della Pubblica Amministrazione che introducono la valutazione del merito e la misurazione delle prestazioni “Dobbiamo rendere sempre più trasparente il nostro operato – ha detto – e dare conto delle nostre scelte. Con queste Linee Guida offriamo a tutte le Province un quadro unitario e certo entro cui operare per assicurare l’aumento della professionalità complessiva e restituire ai cittadini il senso di una amministrazione pubblica utile a pronta a fare fronte ai bisogni delle comunità”.
Quanto ai tagli alla politica, rilanciati dal Ministro Brunetta, Castiglione ha ribadito la piena volontà delle Province ad accettare questa sfida, per eliminare ogni spreco e rendere sempre più efficienti le amministrazioni.
Il Presidente dell’Upi si è poi soffermato sull’azione delle Province per resistere alla crisi: “abbiamo avviato un lavoro di collaborazione con il Governo su alcuni temi che sono strategici per la ripresa, a partire dall’innovazione tecnologica. Tutte le Province – ha ricordato – hanno già attivato la Posta Elettronica Certificata e stiamo lavorando, grazie ad un protocollo d’intesa siglato con il Viceministro alle Comunicazioni, Paolo Romani, per sostenere l’azzeramento del digital divide, attraverso la definizione di linee guida che semplificano le procedure e riducono i tempi burocratici per gli interventi di posa della banda larga.
Stiamo avviando sinergie con i maggiori operatori delle Telecomunicazioni, per offrire tutta l’assistenza necessaria a coprire quel 13% di territorio che ancora oggi non ha un collegamento alla rete. Presenteremo i risultati di questo lavoro il 20 maggio prossimo, in un Convegno nazionale a Catania, cui interverrà il Vice Ministro Romani e i maggior rappresentanti degli operatori delle Telecomunicazioni. Crediamo – ha concluso – che questo sia il modo migliore per dimostrare quanto le Province stanno facendo per il Paese”.
Il presidente di Telecom Italia, Gabriele Galateri, e il presidente dell’Unione delle Province d’Italia (UPI), Giuseppe Castiglione, hanno siglato un protocollo d’intesa che, riconoscendo la centralità delle Province nelle politiche di sviluppo del Paese, e in particolare nella promozione delle infrastrutture tecnologiche di comunicazione, contribuisce a dare concreta attuazione alla semplificazione delle procedure per la realizzazione delle reti a banda larga introdotta dalla Legge 133 del 2008. Il protocollo di intesa, che segue quello recentemente sottoscritto (febbraio 2010) tra l’UPI ed il Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento Comunicazioni, si propone di diffondere tra le Province l’utilizzo delle nuove tecniche di scavo non invasive, che riducono l’impatto ambientale e il costo dei lavori per realizzare le reti di telecomunicazioni per potenziare i servizi a larga banda. Si tratta delle cosiddette “minitrincee” che consentono, attraverso l’impiego di tecniche e strumentazioni altamente innovative, di ridurre fino all’80% i costi socio ambientali in termini di disagi per i cittadini e per le amministrazioni, del 67% gli incidenti sul lavoro, e dell’80% i tempi necessari per la realizzazione di infrastrutture di TLC. Questo grazie a scavi di pochi centimetri di larghezza e di soli 30 centimetri di profondità. Grazie agli impegni assunti da UPI e Telecom Italia ed al “modello di convenzione” individuato nel protocollo, le Province potranno stipulare con Telecom Italia, così come con gli altri operatori di telecomunicazione interessati, specifici accordi per giungere ad una applicazione uniforme sul territorio nazionale della normativa, delle terminologie e dei parametri essenziali (ad es. profondità e larghezza degli scavi), nonché la riduzione dei tempi di approvazione e di realizzazione dei lavori che utilizzano tali nuove modalità. UPI e Telecom Italia, inoltre, costituiranno un tavolo di monitoraggio allo scopo di verificare i processi semplificativi legati al protocollo e fornire supporto e chiarimenti alle province. Il tavolo consentirà all’UPI, anche grazie allo scambio di informazioni con Telecom Italia relative alla copertura dei servizi a banda larga nel territorio, di coordinare gli interventi delle Province finalizzati al superamento del digital divide. Telecom Italia, che ha già sperimentato con successo queste tecniche di scavo – a Roma, Torino, in parte della Sardegna e del Sud d’Italia – è il primo operatore di TLC a sottoscrivere il protocollo con UPI, nella convinzione che l’adozione diffusa ed omogenea delle nuove tecnologie di scavo consentirà di migliorare e potenziare l’infrastruttura di rete riducendo tempi, disagi e costi per la sua realizzazione.
A seguito della sigla del Protocollo d’Intesa tra il Ministero dello Sviluppo Economico – Comunicazioni, e l’Unione delle Province d’Italia, il 20 e 21 maggio prossimi, a Catania (presso la Sala Congressi del Grand Hotel Baia Verde – Via Angelo Musco 8/10) si terrà il convegno convegno “Il Piano Nazionale Banda Larga: il ruolo delle Province e il contributo degli operatori” promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico – Comunicazioni, dall’Upi e dalla Provincia di Catania, grazie alla sponsorizzazione di Infratel, Telecom Italia, Fastweb e Mandarin, Wind, WiMax Sicilia.
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In allegato, il programma dell’evento e le informazioni organizzative.
A seguito della sigla del Protocollo d’Intesa tra il Ministero dello Sviluppo Economico – Comunicazioni, e l’Unione delle Province d’Italia, il 20 e 21 maggio prossimi, a Catania (presso la Sala Congressi del Grand Hotel Baia Verde – Via Angelo Musco 8/10) si terrà il convegno convegno “Il Piano Nazionale Banda Larga: il ruolo delle Province e il contributo degli operatori” promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico – Comunicazioni, dall’Upi e dalla Provincia di Catania, grazie alla sponsorizzazione di Infratel, Telecom Italia, Fastweb, Wind e Mandarin WiMax Sicilia.
La due giorni di lavoro ha lo scopo di avviare una concreta collaborazione tra le istituzioni nazionali e locali e gli operatori delle telecomunicazioni, per promuovere attività di sviluppo, informazione, formazione e sensibilizzazione per la realizzazione delle reti a banda larga e la riduzione del digital divide.
Il convegno (come da programma allegato) si svilupperà su due giornate di lavoro la prima delle quali sarà conclusa da un intervento del Vice Ministro alle Comunicazioni, On. Paolo Romani.
La seconda giornata, invece, sarà dedicata alla riflessione sulle buone pratiche e sui possibili interventi da attuare a livello locale, per dare seguito al Piano Nazionale Banda Larga.
Gli interventi di autorevoli rappresentanti degli operatori delle telecomunicazioni conferiranno ai dibattiti concretezza e operatività, e saranno certamente un passo importante nel percorso di costruzione di una sempre maggiore coesione negli interventi pubblici e privati a favore della riduzione del digital divide.
“Il tema – scrive il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione in una lettera inviata a tutte le Province – riveste per le Province un importanza cruciale, poiché assegna alle nostre istituzioni un ruolo chiave nella realizzazione di politiche, strumenti, interventi determinanti per lo sviluppo economico dei territori amministrati e per le singole comunità, imprese e cittadini. La lotta al digital divide, infatti rappresenta una delle sfide decisive che abbiamo davanti, per uscire dalla crisi garantendo una ripresa economica stabile e duratura e assicurando a tutti i cittadini pari occasioni di accesso alle opportunità sociali ed economiche, offerte oggi dalla Rete globale”.
IN ALLEGATO LA BOZZA DEL PROGRAMMA E LE INFORMAZIONI PER LE PRENOTAZIONI ALBERGHIERE
“Voglio esprimere a nome mio e di tutte le Province italiane la piena solidarietà a Nicola Zingaretti, Presidente della Provincia di Roma e Vice Presidente dell’Upi, e alla Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, vittime oggi di una violenta contestazione. Il 25 Aprile – aggiunge il Presidente Castiglione – è la festa della democrazia, in ricordo di chi ha dato la vita perché tutti fossero liberi di potere esprime le proprie idee. Non è certo con atti come quelli commessi ai danni di Zingaretti e Polverini che si può pensare di celebrare questa ricorrenza”.
“Non possiamo che apprezzare il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, per le parole espresse oggi, che mettono la parola ‘fine’ all’assurdo dibattito che continua a sollevarsi intorno alle Province”.
E’ il commento del Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, alle dichiarazioni espresse oggi dal Presidente Berlusconi, durante il suo intervento alla Direzione del Pdl, e nel quale il Premier ha ribadito che il Governo non intende abolire le Province, anche perché il risparmio che ne deriverebbe sarebbe irrisorio.
“Ancora una volta – commenta Castiglione – si chiarisce che abolire le Province non comporterebbe risparmi, perché i 14 miliardi dei bilanci provinciali non sono sprechi, ma risorse destinate a interventi indispensabili per le comunità.
Inoltre, come noi sosteniamo, la vera sfida da affrontare per modernizzare il Paese è quella della razionalizzare del sistema istituzionale. Una sfida che l’Upi ha accettato e a cui si può rispondere solo attraverso la Carta delle autonomie, strumento che porterà alla riorganizzazione e alla semplificazione dell’intero sistema delle autonomie locali. In questo ambito siamo pronti ad affrontare anche il tema della razionalizzazione delle Province
Resta fermo il nostro impegno a lavorare con Governo e Parlamento per ridurre costi e sprechi, e rendere il Paese più efficiente, attraverso la razionalizzazione e abolizione della miriade di enti inutili e pletorici che duplicano funzioni e accumulano sprechi, per valorizzare sempre più il ruolo e le competenze delle Province”.
Sul tema è intervenuto anche il Presidente del Consiglio Direttivo dell’Upi, Fabio Melilli, Presidente della Provincia di Rieti, che ha dichiarato: “Finalmente il Presidente del Consiglio fa chiarezza rispetto a chi aveva sostenuto fino ad oggi che le abolizione delle province era un punto programmatico della maggioranza di Governo. Adesso attendiamo che si affronti finalmente il tema della semplificazione e razionalizzazione del sistema pubblico del nostro Paese, ci sono tutte le condizioni perché il Parlamento, attraverso la carta delle autonomie, e le Regioni, con un’azione coraggiosa, possano eliminare tutti gli enti che si frappongono tra Comuni e Province e Province e Regioni. Solo così – conclude Melilli – riusciremo a restituire ai cittadini la capacità di comprendere facilmente a chi vengono attribuiti i poteri pubblici e di chi sono le responsabilità delle inefficienze”.
Il Vice Presidente Vicario dell’Upi, Dario Galli , Presidente della Provincia di Varese, dichiara: “Prendiamo atto che dopo un periodo di imprecisioni e confusione generata da esponenti politici (che non hanno mai fatto gli amministratori pubblici), il Primo Ministro Silvio Berlusconi esce con chiarezza sulla questione Province e conferma quanto da noi sempre sostenuto: le Province sono un indispensabile livello amministrativo, purché abbiano le giuste dimensioni e le giuste competenze. A questo proposito, dopo le importanti dichiarazioni, ci aspettiamo un’accelerata alla riforma in senso federale, soprattutto fiscale, per dare responsabilità agli amministratori e possibilità di controllo ai cittadini. Il federalismo fiscale resta l’ultima carta per fare uscire il Paese dall’empasse in cui si trova”.
Il Presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, ringrazia Il Presidente del Consiglio “per aver precisato oggi che, al di là delle stime propagandistiche (14 miliardi di euro) accreditate in questi mesi dai media, il risparmio per lo Stato derivante da un’eventuale abolizione tout-court delle Province ammonterebbe a non più di 200 milioni di euro”. Lo ha dichiarato il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà dopo le parole del premier, oggi, alla direzione del Pdl.”Non abbastanza, com’ha giustamente sottolineato il presidente Berlusconi, per bilanciare lo smantellamento di tante Province utili amministrate con rigore nonché l’aumento di costi e l’emergere di disagi per i cittadini che il conseguente passaggio di competenze alle Regioni provocherebbe. Per quanto riguarda, poi, la Riforma del Titolo V della Costituzione – prosegue Podestà -, mi limito a osservare che la Provincia di Milano, in grado di svolgere i compiti assegnati con un bilancio inferiore di sette volte a quello del Comune di Milano e di 30 volte a quello della Regione Lombardia, risponde pienamente ai requisiti fissati per il riconoscimento della Città metropolitana. Sono disponibile a tal punto alla creazione di questo Ente, di area vasta e con competenze meglio definite su infrastrutture, trasporti, pianificazione urbanistica e ambiente, da aver istituito una commissione di ex sindaci, che sta lavorando alla formulazione di una proposta da porre all’attenzione del Parlamento. Continuiamo, dunque, a lavorare in questo senso. Come il presidente Berlusconi, credo, infine, che non vadano più istituite nuove Province, soprattutto se piccole”.
Il Presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, componente dell’Ufficio di Presidenza Upi che in una nota alla stampa afferma: “Non possiamo che plaudere e gioire per le dichiarazioni di Silvio Berlusconi sul ruolo delle Province nell’ordinamento dello Stato Italiano – spiega Muraro – Finalmente anche il premier ha messo la parola fine a molte sterili polemiche. Le Province sono enti che lavorano sul territorio e cittadini hanno dimostrato di volerle. Ricordo che, in base a un recente sondaggio svolto sulle Province del Veneto, nella nostra Regione oltre il 75% della popolazione ritiene che le Amministrazioni Provinciale necessitano di maggiori competenze perché svolgono un importante ruolo di coordinamento sul territorio. Allo stesso tempo, l’82% dei veneti si dichiara apertamente Federalista. E proprio in ambito di Federalismo, le Province avranno un ruolo decisivo di raccordo tra Comuni e Regione. Non posso allora che confermare quanto detto dal presidente dell’UPI, Castiglione: le Province sono pronte ad accettare le sfide del futuro”.
“Le Province italiane devono vincere la sfida della posta elettronica certificata entro il 26 aprile lanciata dal Ministro Brunetta, non solo perché ce lo impone la legge, ma soprattutto per dare risposte di efficienza ai cittadini e proseguire nella strada del risparmio e della gestione virtuosa dei bilanci delle amministrazioni”.
Così scrive oggi in una lettera indirizzata ai 107 Presidenti di Provincia il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione, ricordando che “ad oggi sono ben 57 le amministrazioni che si sono già dotate di questo strumento. Inoltre molte altre, pur avendola attivata, non hanno comunicato formalmente l’attivazione al sito www.indicepa.gov.it.
Il Ministro Brunetta – ricorda Castiglione – ha avviato il conto alla rovescia: non possiamo che cogliere questa opportunità che ci viene data per mostrare la capacità che le Province hanno di fare buona amministrazione. E’ evidente, infatti, che l’utilizzo della PEC non solo consente di lavorare e comunicare meglio, con un notevole risparmio per la PA sulle spese di spedizione postale, ma facilita anche il rapporto tra i cittadini e le istituzioni. Un aspetto che, per le Province, è particolarmente importante”.
In allegato, la lettera inviata
Il Viceministro allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni, On. Paolo Romani, e il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, firmano il Protocollo d’intesa per promuovere attività di sviluppo, informazione, formazione e sensibilizzazione per la realizzazione delle reti a banda larga e la riduzione del digital divide.
Dopo aver definito accordi con quasi tutte le regioni italiane (eccetto valle d’Aosta e Provincia autonoma di Trento e Bolzano) ora il Piano nazionale Banda Larga entra in contatto anche con le Province Italia: un piano per azzerare il digital divide nazionale portando la banda larga al 13% dei cittadini esclusi da questo servizio. Secondo le stime del Ministero, grazie a questo progetto entro il 2010 sarà possibile rendere fruibile la rete a 3,2 milioni di italiani.
Le Province, infatti, hanno un ruolo determinante per la corretta prosecuzione del Piano Romani, poiché molta della fibra necessaria a collegare i cittadini alla Rete deve essere inserita proprio nelle strade provinciali. Si tratta di territori dove – in termini di costi/benefici – agli operatori di telecomunicazioni non conviene portare la banda larga, data la lunghezza delle aree da cablare prima di raggiungere l’utente finale, ma dove vi è analoga richiesta di collegamento. A dimostrazione di ciò la percentuale di abbonati alla rete internet veloce costruita da Infratel Italia (e quindi parte del Piano Romani) è assimilabile alla percentuale di penetrazione (quindi all’uso) della banda larga nazionale ed, inoltre, tale percentuale è stata raggiunta in un periodo di tempo molto breve dall’apertura al servizio delle aree oggetto di intervento del Piano. Su un milione di persone potenziali a cui Infratel ha portato sinora la banda larga, 400mila hanno sottoscritto un abbonamento con un operatore di rete. Ovvero il linea con il dato nazionale di penetrazione della banda larga (che come rivela la relazione annuale dell’AGCom 2009 è pari al 40,3%). Anche grazie a questo accordo il piano di realizzazione del 2010 consentirà il collegamento di circa 1.000 nuove località che poi potranno essere abilitate dagli Operatori ai servizi a Banda Larga.
Inoltre, attraverso questo protocollo, mediante la collaborazione di tutti gli enti, si potranno eliminare quei rallentamenti burocratici nell’attuazione della legge 133 del 2008 che possono triplicare i tempi dei lavori di scavo con i conseguenti ritardi nel completamento del progetto (la mancata applicazione della legge 69 del 2009 – ovvero del consenso a procedere anche nelle strade provinciali con la tecnica della microtrincea – incrementerebbe dal 20% al 60%, a secondo del costo di ripristino della strada, i 1471 milioni di euro del costo del Piano).
Il protocollo prevede inoltre la realizzazione di un Progetto pilota per la sperimentazione delle reti di nuova generazione nei territori in cui nessun operatore nei prossimi 3 anni ha in programma di investire con tali tecnologie.
La collaborazione tra il Dipartimento e l’UPI però non si ferma a questo importante aspetto, ma si estende alla volontà di coinvolgere le Province italiane anche nella ricognizione delle infrastrutture di rete a banda larga presenti sul territorio. Il ruolo istituzionale delle Province le vede protagoniste anche nella raccolta e nell’elaborazione dei dati, nonché nel coordinamento delle attività di innovazione tecnologica a livello locale.
In allegato, il protocollo d’intesa.
Una cabina di regia unica, per coordinare l’intervento delle Autonomie locali a favore della popolazione di Haiti colpita dal terremoto. E soprattutto per operare con interventi mirati, direttamente sui territori della tragedia. L’istituzione di un unico centro di coordinamento per tutto il sistema delle Autonomie è stata decisa nel corso di un incontro tra la Protezione Civile naziona e i rappresentanti degli enti locali. La cabina di regia è stata affidata ad Agostino Miozzo, direttore dell’Ufficio volontariato e relazioni istituzionali ed internazionali del dipartimento della Protezione Civile.
“Nella prima riunione della cabina di regia del 28 gennaio scorso – informa una circolare inviata agli enti locali – Anci, Upi e Uncem hanno concordato una metodologia di intervento e di partecipazione del Sistema delle autonomie locali nell’ambito del Sistema nazionale di Protezione civile, per sostenere adeguatamente la presenza italiana a Port-au-Prince impegnata nel soccorso e nell’assistenza alla popolazione”. Passo fondamentale, sottolinea il documento, è innanzitutto la necessità del “massimo coinvolgimento delle istituzioni di governo locale e regionale nell’azione di soccorso alla popolazione di Haiti, quali componenti della Repubblica Italiana chiamata ad affrontare questa impegnativa sfida all’estero”.
Il metodo di intervento deciso dalla cabina di regia, spiega ancora la circolare, è basato su “interventi in emergenza mirati a carico di un Fondo nazionale appositamente attivato a forte valenza istituzionale che Comuni, Province e Comunità Montane alimenteranno secondo le disponibilità concordate”.
Le risorse raccolte nel Fondo denominato “Italia per Haiti” IBAN IT27A 06230 03202 000056748129, “saranno destinate durante l’emergenza ad interventi ed acquisti mirati e riferibili alle diverse urgenze effettivamente riscontrate, da effettuare preferibilmente in loco ove possibile, nei modi e nei tempi più opportuni”.