Il Viceministro allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni, On. Paolo Romani, e il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, firmano il Protocollo d’intesa per promuovere attività di sviluppo, informazione, formazione e sensibilizzazione per la realizzazione delle reti a banda larga e la riduzione del digital divide.
Dopo aver definito accordi con quasi tutte le regioni italiane (eccetto valle d’Aosta e Provincia autonoma di Trento e Bolzano) ora il Piano nazionale Banda Larga entra in contatto anche con le Province Italia: un piano per azzerare il digital divide nazionale portando la banda larga al 13% dei cittadini esclusi da questo servizio. Secondo le stime del Ministero, grazie a questo progetto entro il 2010 sarà possibile rendere fruibile la rete a 3,2 milioni di italiani.
Le Province, infatti, hanno un ruolo determinante per la corretta prosecuzione del Piano Romani, poiché molta della fibra necessaria a collegare i cittadini alla Rete deve essere inserita proprio nelle strade provinciali. Si tratta di territori dove – in termini di costi/benefici – agli operatori di telecomunicazioni non conviene portare la banda larga, data la lunghezza delle aree da cablare prima di raggiungere l’utente finale, ma dove vi è analoga richiesta di collegamento. A dimostrazione di ciò la percentuale di abbonati alla rete internet veloce costruita da Infratel Italia (e quindi parte del Piano Romani) è assimilabile alla percentuale di penetrazione (quindi all’uso) della banda larga nazionale ed, inoltre, tale percentuale è stata raggiunta in un periodo di tempo molto breve dall’apertura al servizio delle aree oggetto di intervento del Piano. Su un milione di persone potenziali a cui Infratel ha portato sinora la banda larga, 400mila hanno sottoscritto un abbonamento con un operatore di rete. Ovvero il linea con il dato nazionale di penetrazione della banda larga (che come rivela la relazione annuale dell’AGCom 2009 è pari al 40,3%). Anche grazie a questo accordo il piano di realizzazione del 2010 consentirà il collegamento di circa 1.000 nuove località che poi potranno essere abilitate dagli Operatori ai servizi a Banda Larga.
Inoltre, attraverso questo protocollo, mediante la collaborazione di tutti gli enti, si potranno eliminare quei rallentamenti burocratici nell’attuazione della legge 133 del 2008 che possono triplicare i tempi dei lavori di scavo con i conseguenti ritardi nel completamento del progetto (la mancata applicazione della legge 69 del 2009 – ovvero del consenso a procedere anche nelle strade provinciali con la tecnica della microtrincea – incrementerebbe dal 20% al 60%, a secondo del costo di ripristino della strada, i 1471 milioni di euro del costo del Piano).
Il protocollo prevede inoltre la realizzazione di un Progetto pilota per la sperimentazione delle reti di nuova generazione nei territori in cui nessun operatore nei prossimi 3 anni ha in programma di investire con tali tecnologie.
La collaborazione tra il Dipartimento e l’UPI però non si ferma a questo importante aspetto, ma si estende alla volontà di coinvolgere le Province italiane anche nella ricognizione delle infrastrutture di rete a banda larga presenti sul territorio. Il ruolo istituzionale delle Province le vede protagoniste anche nella raccolta e nell’elaborazione dei dati, nonché nel coordinamento delle attività di innovazione tecnologica a livello locale.
In allegato, il protocollo d’intesa.
Redattore: Redazione