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“Il federalismo fiscale pilastro del nuovo ruolo delle Province”

Tra i pilastri di riferimento del nuovo ruolo istituzionale delle Province contenuti nel nuovo Titolo V della Costituzione, insieme al principio di sussidiarietà c’è il riconosicmento costituzionale dell’autonomia finanziaria impositiva e contabile, con la previsione  di risorse autonome per l’esercizio di tutte le finalità istituzionali. Lo ha detto, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ANSA, il Presidente del Senato Franco Marini, , intervenendo all’ inaugurazione dell’ufficio decentrato di Lanciano della Provincia di Chieti.

L’inchiesta de “Il Sole 24 Ore”: l’articolo nella Rassegna stampa Upi

Seconda puntata dell’inchiesta de “Il Sole 24 Ore” sulle Città metropolitane previste dal Codice delle Autonomie. Il focus di oggi interessa la Provincia di Torino. “La città metropolitana qui disorienta tutti: dagli industriali ai politici” si legge nell’articolo di Roberto Galullo. “La Provincia –  dice Maurizio Zangola, responsabile dell’Ufficio studi economici di Unindustria Torino – funziona bene. Si è fatta interprete di interesso vasti e con i patti integrati d’area è stata capaci di attrarre ingenti risorse comunitarie”. Nell’articolo, il Presidente della Provincia Antonio Saitta, presenta il suo modello di governo di area mteropolitana. “Un modello che prevede la permanenza di Comune capoluogo e Provincia, senza spostare di una virgola gli attuali poteri e poi insieme decideremo come gestire quei servizi metropolitani che ancora sfuggono a una politica condivisa e armoniosa”.  

Buone pratiche di Comuni e Province sui temi della pace, dei diritti e della democrazia.

Al via la seconda edizione del “Premio Tom Benetollo”, promosso dalla Presidenza del Consiglio Provinciale di  Roma in ricordo del presidente nazionale dell’Arci prematuramente scomparso.

“Un riconoscimento alle buone pratiche locali di Comuni e Provincie d’Italia sui temi della pace, dei diritti, della democrazia le stesse che ispirarono la sua vita personale e politica” sottolinea il Presidente dle Consiglio, Adriano Labbucci.

Il Premio, che non sarà in denaro ma consisterà in oggetti di alto valore simbolico ed artistico provenienti dalle aree più povere del mondo, vuole essere l’occasione per far emergere quella realtà diffusa ma ancora abbastanza “sommersa”, dei numerosi enti locali presenti nel paese che da anni promuovono convinte politiche su questi temi, dargli peso e visibilità perché spesso rappresentano esperienze importanti che possono essere un valido esempio per le stesse politiche nazionali.

In allegato, pubblichiamo il bando del premio , la cui Commissione giudicatrice è composta da persone che hanno avuto modo di lavorare e condividere quei valori e quei principi con Tom Benetollo: Raffaella Bolini, Tonio Dell’Olio, Giulio Marcon, Roberto Natale e Massimo Serafini.

Le domande dovranno pervenire entro e non oltre il 13 aprile.

A breve sarà inoltre possibile consultare per chiunque una pagina web informativa appositamente creata all’indirizzo www.provincia.rm.it/presidenzaconsiglio

 

Documenti allegati:

I risultati dell’incontro che promosso dalla Provincia di Napoli

Riparte da Napoli  una riflessione sullo stato dell’arte dell’editoria scolastica di genere, a 7 anni dall’adozione del codice europeo di autoregolamentazione Polite– Pari Opportunità nei Libri di Testo.
“Ci troviamo di fronte ad un nuovo inizio – si è detto nel corso degli incontri –  Il senso frustrante di ricominciare ogni volta daccapo è dato dal fatto che alle affermazioni normative o di principio  non corrisponde un avanzamento reale nella società del ruolo della donna.  Sono ancora troppi e sempre più forti gli ostacoli che le donne trovano nel cammino verso l’ affermazione della propria personalità nel mondo del lavoro, nella società e nella famiglia. Si deve  partire dalla scuola, dall’educazione, dalla formazione, per produrre  quello scatto culturale capace di realizzare un cambiamento reale dei rapporti tra uomini e donne”. Questi , in sintesi, gli spunti  di riflessione ed i contenuti dell’incontro organizzato dalla Provincia di Napoli in collaborazione con il Dottorato in Studi di Genere dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, su impulso  dell’UPI– Consulta Nazionale per le Pari Opportunità e Coordinamento Nazionale degli Assessori all’Istruzione – con l’obiettivo di riaprire il dibattito  sulla trasmissibilità degli studi di genere, dalle università alle scuole, e promuovere politiche editoriali tese ad adeguare i testi rivolti all’utenza scolastica, così come accade da tempo in altri contesti europei. “I saperi – si è detto – sono la chiave dello sviluppo futuro nella società della conoscenza: senza l’apporto decisivo delle donne questa nuova frontiera della democrazia sarà meno raggiungibile per tutti. In Italia la situazione per quel che concerne i testi scolastici  di genere è ancora molto penalizzante; le indicazioni della Commissione Europea e il Codice di Autoregolamentazione  approvato a conclusione della prima fase del  progetto Polite  non hanno prodotto risultati concreti, mentre gli altri Paesi partner del progetto transnazionale, Portogallo, Spagna e Paesi Baschi,  registrano  significativi passi avanti oltre la sperimentazione. Nell’anno europeo delle pari opportunità – hanno sottolineato i partecipanti – occorre rilanciare il progetto Polite, riprendere il tema   dei saperi di genere  all’interno dei curricoli scolastici, richiedere impegni concreti al Governo”.
I lavori, introdotti da  Angela Cortese ed  Arianna Censi, si sono sviluppati nella mattinata intorno alle relazioni di Federico Sanguineti, docente di letteratura italiana, Anna Maria Lamarra docente di letteratura straniera, Laura Guidi docente di Storia e Simona Marino docente di Filosofia. Sono infatti questi i filoni su cui si sono maggiormente sviluppati gli studi di genere in Italia, grazie alle storiche, alle filosofe di Diotima, alla Società Italiana delle letterate e alla rivista Leggendaria. Ma non va dimenticato   il contributo del filone delle sociologhe e  delle antropologhe, né sottovalutato il problema del campo delle  Scienze, nel quale le poche donne partecipi della ricerca, salvo eccezioni, non decidono della ricerca.
Case editrici locali e nazionali  hanno poi discusso di criticità e prospettive del codice di autoregolamentazione in una tavola rotonda  condotta da Maria Cuffaro,  con il contributo di Luciana Di Mauro per il Ministero della Pubblica istruzione e le conclusioni di Graziella Pagano- Consigliere Politico del Ministro per i Diritti e le Pari Opportunità.
In chiusura  gli Assessori all’Istruzione e le componenti della Consulta dell’UPI  hanno annunciato l’intenzione di  avviare una nuova stagione di mobilitazione, e di richiedere  ai due Ministeri impegni precisi per l’ introduzione della cultura di genere nel processo di insegnamento – apprendimento, in questo  delicato momento del passaggio dai programmi alle indicazioni.

Al termine dell’incontro,  il Vice  Ministro della Pubblica Istruzione  ha annunciato l’intenzione di  raccogliere  le  provocazioni e le proposte  scaturite  a Napoli, per rilanciare  la questione dei  saperi  di genere in una giornata di studi in programma per i primi giorni di marzo.

 

VITA, UPI:”Obiettivi consivisibili. Ascoltare le nostre istanze”

Le istanze delle Province nel quadro del nuovo assetto del sistema radiotelevisivo prospettato dal d.d.l. n. 1825 Gentiloni sono state il contenuto dell’audizione che Vincenzo Vita, Assessore alle politiche culturali, della comunicazione e dei sistemi informativi della Provincia di Roma tenutasi questa sera alle ore 19,30 alla Camera dei Deputati in rappresentanza dell’Unione delle Province Italiane (UPI).

“Desidero anzitutto ribadire che il disegno di legge dal Ministro Gentiloni pone obiettivi del tutto condivisibili: l’apertura del mercato e la tutela del pluralismo” ha affermato l’Assessore Vita, “e vanno apprezzati il metodo di confronto condiviso con cui il documento è stato costruito, la celerità con cui si sta compiendo la fase di consultazione e l’atteggiamento di apertura a proposte di eventuali modifiche e arricchimenti del testo. E’ un buon testo, aperto alla discussione. Occorre inserirlo in un più ampio contesto, agganciandolo ai nuovi temi  della Società dell’informazione e della conoscenza (Internet, free software) e a una rigorosa riforma della RAI. Va, poi, ripreso, affrontando la transizione al digitale, il tema delicato e cruciale dell’attuazione dei piani di assegnazione delle frequenze. Né può essere trascurato il composito e vasto mondo dell’associazionismo non profit e di quella parte della società civile che svolge attività di informazione ‘pubblica’ (common goods), per i quali potrebbe essere prevista una specifica riserva di frequenze. In tale contesto, non va trascurata la prossima gara per le frequenze dedicate al wi-max, che, ad evitare ulteriori concentrazioni, riteniamo debba essere espletata su base provinciale.”

“Nell’urgenza dell’abrogazione della legge n. 112 del 2004 (legge Gasparri)” ha proseguito Vincenzo Vita, “già più volte stigmatizzata dall’Unione europea e dalla Corte costituzionale, le Amministrazioni e le Autonomie locali hanno proprie specifiche istanze che occorre riproporre con nettezza anche nel futuro ridisegno del sistema radiotelevisivo. In particolare, il D.L. n. 177 del 2005 (Testo unico della radiotelevisione), fa esplicito divieto (art. 5 comma 1b) ad Amministrazioni ed enti pubblici di ‘essere titolari di titoli abilitativi per lo svolgimento delle attività di operatore di rete o di fornitore di contenuti’. Tale divieto va ritenuto figlio di una vecchia concezione della tv generalista e inadeguato agli scenari che la tecnologia digitale apre sul fronte dell’e-government, vale a dire le opportunità di servizi e semplificazione a beneficio dei cittadini, specie quelli più disagiati.

 

Melilli: “Concludere l’iter al più presto”

Il Codice delle Autonomie locali e i riflessi che avrà sulle Province saranno i temi al centro del dibattito politico che si svilupperà nel Consiglio Direttivo speciale dell’Upi che si terrà a Genova il 22 febbraio prossimo (ore 9,30 – 13,30 Palazzo San Giorgio, Sala del Capitano, Via della Mercanzia 2, zona Porto antico).

“L’approvazione del Disegno di Legge Lanzillotta-Amato – sottolinea il Presidente dell’Upi Fabio Melilli – ha rappresentato il primo passo nell’avvio della riorganizzazione delle istituzioni locali e della semplificazione dei processi nella pubblica amministrazione. Ora bisogna proseguire e concludere l’iter con i decreti delegati. Come Province ci siamo subito detti soddisfatti del provvedimento, anche se crediamo che ci sia la possibilità di migliorare ancora alcuni passaggi: mi riferisco in particolare alla definizione delle funzioni fondamentali, all’istituzione delle Città metropolitane e alle questioni legate alle normative regionali”.
“Il Governo, con il Codice delle Autonomie  – ha dichiarato il Presidente della Provincia di Genova, Alessandro Repetto – dà una forte indicazione circa il ruolo fondamentale delle Amministrazioni provinciali nella complessa architettura dell’intero sistema istituzionale, quali enti per il governo di area vasta. Ora è indispensabile una corretta individuazione delle funzioni fondamentali della Province, che dovrebbe non solo rappresentare la somma dei diversi conferimenti succedutisi nel tempo ma anche tener conto del ruolo che esse hanno assunto in ambiti nodali quali la formazione, il lavoro, le infrastrutture e lo sviluppo economico dei territori. Riguardo le Città metropolitane, considerando l’esigenza di dare un governo differenziato alle maggiori conurbazioni urbane, va stabilita con attenzione quale sia effettivamente la giusta formula che sia in grado di salvaguardare l’equilibrio tra i diversi enti coinvolti e la distribuzione di poteri, dando la priorità all’interesse dei cittadini”.

Al termine del Consiglio Direttivo sarà definito un documento con le richieste e le proposte delle Province sul Codice delle Autonomie locali

 

Nel decreto incentivi per scuole e strutture sanitarie pubbliche

“Il decreto sul fotovoltaico rappresenta un primo, concreto, impegno all’interno di una strategia complessiva voluta dall’Unione Europea, per promuovere un modello sostenibile verso è obbligatorio andare, avvalendosi di energia pulita e promuovendo le fonti rinnovabili”.
Lo dichiara l’Assessore all’ambiente della Provincia di Ascoli Piceno, Massimo Marcaccio che per l’Upi ha seguito la stesura del decreto.
“Il testo – commenta  Marcaccio– è stato realizzato di concerto tra i Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente e gli Enti locali: per mesi abbiamo lavorato insieme ad un testo che desse finalmente certezze.
Come Upi ci siamo mossi in prima fila per l’inserimento di alcune modifiche al testo originario, che il Governo ha accolto, che riteniamo fondamentali perché incidono direttamente sulla vita dei cittadini e sulle richieste dei territori:  la previsione di un incentivo del 5% del in più sulle tariffe che interessano le scuole pubbliche e paritarie, le strutture sanitarie pubbliche e gli interventi per i Comuni sotto i 5000 abitanti. Un altro 5% sarà poi assegnato nel caso in cui gli interventi siano realizzati eliminando strutture in eternit o comunque componenti in amianto. Inoltre credo sia stato determinante, perché la diffusione interessa l’intero Paese, l’avere inserito un comma che impegna il Governo a promuovere, con successivo decreto, la realizzazione di impianti isolati, a vantaggio delle zone di montagna e delle piccole isole.
Questi emendamenti, che sono stati definiti insieme alle altre associazioni degli Enti locali – conclude Marcaccio- permettono al Decreto di essere profondamente calato sul territorio e di  dare risposte alle esigenze reali delle comunità”.

 

 

 

Vita: “Una carbon tax per la cultura”

Si consolida il ruolo di Comuni, Province e Regioni quali protagonisti dello sviluppo locale attraverso gli investimenti in cultura e turismo. La valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, integrata con le politiche legate alla riqualificazione dei centri storici e delle periferie, alla mobilità, alle infrastrutture e alla produzione culturale, costituisce oggi un fattore strategico per la competitività dei territori. Questi i temi principali di confronto alla IV Conferenza Nazionale degli Assessori alla Cultura e al Turismo (Bari 15-17 marzo 2007).
La Conferenza, che ha cadenza biennale, si aprirà il 15 marzo a Bari, con le relazioni dei presidenti degli enti promotori, alle quali seguiranno gli interventi del Vicepresidente del Consiglio Francesco Rutelli e del Presidente della Camera Fausto Bertinotti. Proseguirà con un programma fitto di incontri ed eventi che vedrà la partecipazione di oltre 120 esponenti di Governo, Istituzioni, Enti locali, imprese  e associazioni impegnati nelle diverse sessioni di lavoro per individuare i problemi, le soluzioni e le assunzioni di responsabilità per il comparto cultura e turismo. Porteranno il loro contributo al dibatto, tra gli altri, i Sottosegretari di Stato al Ministero per i Beni e le Attività Culturali Danielle Mazzonis e Elena Montecchi, il Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati Pietro Folena.
Al centro degli incontri ci saranno i temi di più stretta attualità del settore: dal problema delle risorse all’assetto dell’impresa culturale, dal patrimonio immateriale al turismo sostenibile, al rapporto giovani e cultura, alla cooperazione culturale decentrata nel Mediterraneo, alle politiche di rilancio del turismo del paese.  

“Il grande patrimonio di tradizioni culturali che il Paese possiede – ha sottolineato  l’Assessore alla cultura della Provincia di Roma, Vincenzo Vita, intervenendo alla presentazione dell’evento in rappresentanza dell’UPI – è una delle più importanti leve di sviluppo su cui fare affidamento per accompagnare la ripresa economica. Un patrimonio che ha bisogno di essere tutelato e valorizzato e per la cui protezione è necessaria una forte collaborazione tra tutte le istituzioni, e tra lo Stato e il Paese stesso: un sistema di governance che vede le Province impegnate in prima fila, alla ricerca di nuovi linguaggi che arricchiscano la programmazione di attività culturali organizzate in una logica di sistema e di distretti culturali”. Vita ha poi voluto lanciare la proposta di adottare “un prelievo minimo sugli utili di media forti come i grandi gestori di telefonia e quelli derivanti dalla vendita di spazi pubblicitari sulle reti televisive nazionali. Per le tv – ha spiegato Vita – possiamo ipotizzare un prelievo di circa lo 0,5% dei proventi pubblicitari, mentre per i gestori telefonici una percentuale inferiore. Questa e’ una proposta passata in sordina
nell’ambito della discussione dell’ultima legge finanziaria, va dunque riproposta con piu’ efficacia vista l’esiguita’ delle risorse’.

 Momenti importanti delle giornate di Bari saranno,  la premiazione dei vincitori della IV Edizione del Premio Cultura di Gestione, iniziativa rivolta a diffondere le esperienze più innovative nella valorizzazione e gestione del patrimonio e delle attività culturali e nell’integrazione tra cultura, turismo e ambiente e l’assegnazione del Premio ANCI ‘Memorie e Musiche comuni’ finalizzato a valorizzare gli studi sulla cultura locale.
Durante la giornata di venerdì 17, sarà presentato il Patto per le Attività culturali di Spettacolo firmato recentemente dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, Regioni ed Enti Locali.
    

15 FEBBRAIO, ORE 11,30 – ANCI – CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE

Comuni, Province e Regioni sono divenuti negli ultimi anni i protagonisti delle politiche di sviluppo legate a cultura e turismo, destinando quote di bilancio sempre maggiori agli investimenti in questi settori. Basti pensare che dal 1998 al 2005 le sole città di Roma, Torino, Milano, Firenze, Bologna e Genova hanno mediamente incrementato l’impegno finanziario nella cultura del 70%. La valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale costituisce oggi infatti un fattore strategico di sviluppo dei territori. Tutto ciò in un quadro di intervento più ampio legato alla riqualificazione dei centri storici e delle periferie, alla mobilità, alle infrastrutture e alla produzione culturale. Risultati evidenti emergono sul piano del turismo, in particolare quello culturale che, secondo i dati più recenti, si conferma la voce più dinamica del settore.
Al fine di individuare, nel confronto tra istituzioni, operatori, privati e imprese, i problemi, le soluzioni e le assunzioni di responsabilità per il comparto cultura e turismo, l’Anci, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, l’UPI, Legautonomie, l’Uncem, Federculture e il Formez, in collaborazione con Regione Puglia, Comune e Provincia di Bari, promuovono “Le Città della Cultura” – IV Conferenza Nazionale degli Assessori alla Cultura e al Turismo, che si terrà dal 15 al 17 marzo 2007, a Bari.
La Conferenza è un appuntamento fondamentale per tracciare le linee delle politiche di sviluppo sociale ed economico del nostro paese con l’obiettivo di una maggiore competitività locale strettamente connessa alla valorizzazione dell’arte e della cultura.
L’iniziativa sarà presentata a Roma giovedì 15 febbraio alle ore 11.30, nel corso di una conferenza stampa presso la sede dell’ANCI (via dei Prefetti, 46).
L’incontro sarà occasione per esporre i temi di dibattito della Conferenza e per fornire alcuni dati più recenti sugli investimenti e sui consumi del settore.

Ufficio Stampa Federculture
tel. 06 32 69 75 21 – 349 68 62 717
[email protected]
www.lecittadellacultura.it

Il Codice delle Autonomie: un focus sulla riforma

E’ stato varato, all’insegna della ricerca della semplificazione, della aumento dell’efficienza e della riduzione dei costi della pubblica amministrazione, il nuovo Codice delle Autonomie locali, che delega al Governo la riorganizzazione di tutte le istituzioni del territorio, Regioni, Province e Comuni. 

Nel nuovo numero speciale del Notiziario Upi, da oggi on line, se ne tracciano le linee essenziali, dalla definizione delle funzioni fondamentali all’ordinamento speciale per Roma Capitale, dall’istituzione delle Città metropolitane.

Documenti allegati:

“La fondazione antiusura è una esperienza straordinaria”

“Questa esperienza straordinaria della fondazione Antiusura, istituita dalla Provincia di Potenza rappresenta la volontà di essere accanto alla società civile non in maniera sporadica, ma continuativa. E’ come un piccolo seme che ha prodotto i suoi frutti, come, in base ai dati, lo stesso Credito Etico”.
Così il Sottosegretario agli Interni, Ettore Rosato, ha commentato le inziative messe in cantiere dalla Provincia, durante la seduta straordinaria del Consiglio Provinciale, presieduto da Ignazio Petrone, riunitosi nel pomeriggio, per discutere di “Usura e cultura della  legalità”.
“La priorità dello Stato – ha continuato il Sottosegretario Rosato – è la battaglia per la legalità che può essere vinta solo quando ci sono le condizioni di una forte alleanza fra istituzioni e società, e in Basilicata questa intesa esiste. Se su questo territorio la criminalità non mette radici è perché qui ci abita la gente di Basilicata e perché le Forze dell’Ordine trovano la collaborazione della collettività e di questo, credo, dobbiate essere orgogliosi”.
 Per il Sottosegretario, infatti, il fenomeno dell’usura può essere contrastato solo c’è collaborazione: “se da una parte ci sono le Forze dell’ordine, la Prefettura e dall’altra gli enti locali e le associazioni. Un secondo pilastro – ha precisato – che qui in Basilicata è forte”.
Nel corso del  2006 sono state 218 le richieste di aiuto da parte dei cittadini alla Fondazione “Interesse uomo” istituita dalla Provincia nel 1999, di cui 101 le richieste di accesso al fondo antiusura e 117 quelle per il Credito Etico, il fondo di garanzia per il microcredito per lavoratori disagiati. Più di 100 le persone incontrate, 14 le garanzie concesse dal fondo antiusura per 152mile euro e solo sul Credito etico, 21 garanzie concesse per un totale di di 99mila e 500 euro. Questi i numeri del rapporto 2006 sulle attività di prevenzione e contrasto svolte dalla fondazione, illustrati durante la seduta da Don Marcello Cozzi, presidente della fondazione, “numeri – come ha precisato – che però non raccontano le tante storie di soprusi e umiliazioni subite dalle vittime di usura ed estorsioni”. “Noi non ci fermiamo – ha concluso Don Marcello Cozzi – di fronte al fatto che ci sono denunce, ma ci chiediamo il perché non ci sono e guardiamo ben oltre quella che può essere la punta dell’iceberg”.
A delineare invece il quadro generale della situazione a livello nazionale è stato il Commissario per il Coordinamento delle iniziative Antiracket e Antiusura, il Prefetto Raffaele Lauro . “Le vittime non si possono processare – ha detto il prefetto Lauro –né si possono fare discriminazioni fra quelle dell’usura e di estorsione. Questo deve capire lo Stato. Bisogna applicare le leggi – ha aggiunto –  prima di fare aggiornamenti o proporne di nuove e ciò comporta che tutti dobbiamo prima conoscerle”.
Nel corso dei lavori sono intervenuti i consiglieri Rosaria Vicino (Margherita) che ha ribadito la ”necessità di una maggiore attenzione nei confronti delle famiglie, spesso vittime dell’usura” e in rappresentanza della Minoranza, Vincenzo Giuliano (Udc) che ha sottolineato la necessità di ”creare una finanza plurale e solidale, senza sostituirsi agli istituti di credito. In questo senso il fondo per il Credito Etico va rivisto”. A conclusione dei lavori il Presidente della Provincia, Sabino Altobello ha specificato come ”l’impegno della Provincia, già dimostrato con l’istituzione della fondazione, si è intensificato attraverso il Credito etico, un importante strumento diretto ai soggetti svantaggiati non bancabili, che si prefigge di rimanere un presidio stabile nel tempo e non una misura occasionale”. Ci siamo ritagliati così un ruolo importante – ha concluso – sostituendoci a quanti avrebbero dovuto fare e non l’hanno fatto. Se la Basilicata è una regione in cui ancora esiste una cultura della legalità è anche grazie all’impegno preventivo delle istituzioni”.


 

UPI: restituire ai cittadini il diritto di scelta

Limite del mandato: Audizione in Senato
Upi: “Cancellare il limite per Province e Comuni
Per restituire ai cittadini il pieno diritto di scelta”


Superare, e in tempi brevi, il limite di mandato per tutti i Sindaci e i Presidenti di Provincia, con l’abrogazione dei commi 2 e 3 dell’art. 51 del Testo Unico degli Enti locali, che impongono che non si possa essere rieletti oltre due mandati. Lo hanno chiesto oggi, intervenendo in una audizione alla Commissione Affari Costituzionali del Senato , i Vicepresidenti dell’Upi Alberto Cavalli, Presidente della Provincia di Brescia, e Bruno Marziano, Presidente della Provincia di Siracusa. 

“Il limite imposto è inaccettabile e di dubbia costituzionalità – ha sottolineato il Presidente Cavalli – perché ostacola il pieno esercizio del diritto di voto, impedendo ai cittadini di scegliere, per l’amministrazione della propria comunità, il sindaco o il presidente di provincia, che essi ritengono più idoneo”. Cavalli ha poi ricordato come “in questo momento ci sono sindaci che si sono ripresentati, nonostante il vincolo, sono stati rieletti al terzo mandato e sono in carica. Nell’incertezza del diritto, questo rischia di creare un effetto a “valanga”, e, soprattutto nelle amministrative del 2009, di spingere un gran numero di Sindaci e Presidenti di Provincia a ripresentarsi, creando condizioni  di grande precarietà nelle istituzioni”.

“Il limite dei mandati va abrogato subito per tutti i Comuni e per le Province – ha aggiunto Il Presidente Marziano – per assicurare certezza dei diritti di tutti i cittadini. Siamo invece del tutto favorevoli a lavorare insieme al Parlamento e al Governo per definire norme capaci di portare ad un riequilibrio tra i poteri delle Giunte e dei Consigli e a ridiscutere anche le norme sulla incompatibilità e ineleggibilità, ma riteniamo che la sede migliore per trovare soluzioni adeguate sia il Codice delle Autonomie locali. In quel contesto, con i tempi necessari per una discussione approfondita, sarà possibile trovare norme sistemiche, capaci di eliminare quelle discriminanti che oggi interessano i sistemi di elettorato attivo e passivo dei diversi livelli di governo. L’abolizione del limite di mandato, invece, può e deve essere affrontata ora, per potere intervenire già nelle prossime elezioni amministrative di primavera. Ci aspettiamo – ha concluso Marziano – che il Parlamento ci dia risposte chiare e immediate”.

Roma, 30 gennaio ’07

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