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Definiti i bandi per i distretti della pelle, cuoio e calzature di Tolentino e del Fermano-Maceratese

La Regione Marche e le Province di Ascoli Piceno e Macerata hanno definito i bandi che assegneranno oltre 2 milioni di euro per il rilancio dei distretti della pelle, cuoio e calzature di Tolentino e del Fermano-Maceratese.

Nei giorni scorsi si sono concluse le consultazioni fra i tre Enti e la Giunta regionale ha deliberato le modalità operative.

I bandi saranno pubblicati dalle Province dopo l’estate.

Gli interventi dovranno essere realizzati entro dicembre 2006 e interessano principalmente le piccole e medie imprese dei due distretti. I fondi disponibili sono quelli del Programma operativo nazionale Obiettivo 3, che lo Stato ha assegnato alle Marche.

“Il ministero del Lavoro e la Regione – ricorda l’assessore regionale al lavoro Ugo Ascoli – hanno sottoscritto un protocollo per sperimentare, nelle Marche, progetti formativi di qualità, rivolti alle imprese che evidenziano segnali di debolezza sul mercato, a seguito di crisi settoriali e locali. I settori individuati sono stati quelli delle pelli, cuoio e calzature dei distretti di Tolentino e del Fermano-Maceratese. Gli interventi puntano a favorire il passaggio generazionale, i processi di ristrutturazione aziendale, le innovazioni, l’integrazione dei lavoratori immigrati, l’identità territoriale, la formazione dei titolari delle aziende e dei giovani tecnici. Un pacchetto coordinato di iniziative, che riteniamo sia idoneo a rilanciare l’economia dei territori interessati”.

I bandi che saranno pubblicati sono sette: cinque riguardano il distretto Fermano-Maceratese, due quello di Tolentino e saranno gestiti dalle rispettive Amministrazioni provinciali.

Le agevolazioni per il ricambio generazionale (i titolari delle aziende devono aver compiuto 55 anni, quelli subentranti un’età inferiore a 40 anni) saranno utilizzate nella formazione e nella consulenza aziendale. Quelle per le ristrutturazioni aziendali sosterranno la riqualificazione dei lavoratori in cassa integrazione, le consulenze e l’avvio di nuove attività. Anche l’innovazione aziendale sarà stimolata con la formazione dei dipendenti e dei titolari, e con consulenze. L’integrazione dei lavoratori immigrati verrà favorita formando gli interessati e le persone che dovranno guidare il loro inserimento sociale.

 

Il Commento del Presidente della Provincia di Trieste, Scoccimarro

L’ultimo tentativo prima del varo da parte della Giunta Regionale del disegno di legge sul sistema degli Enti Locali nel Friuli Venezia Giulia (previsto durante la riunione dell’Esecutivo Regionale del prossimo 3 agosto) per evitare una rottura che determinerebbe il pressoché immediato ricorso da parte dell’Unione delle Province del Friuli Venezia Giulia (U.P.F.V.G.) ai competenti organismi nazionali.

Sono state queste le motivazioni con cui la delegazione delle Amministrazioni Provinciali (formata dal Presidente del Consiglio Direttivo Nazionale dell’Unione Province d’Italia e della Provincia di Trieste Fabio Scoccimarro, dal Presidente dell’U.P.F.V.G. Elio De Anna e da quello della Provincia di Gorizia Giorgio Brandolin) si sono presentate all’odierno incontro con l’Assessore Regionale Franco Iacop (estensore del disegno di legge sopra richiamato,ndr).

Nel corso della riunione, svoltasi in un clima costruttivo, gli esponenti delle Province hanno unanimemente sostenuto la necessità di una diversa formulazione delle previsioni di devoluzione da parte della Regione delle funzioni amministrative e gestionali agli Enti Locali, evitando che le Amministrazioni Provinciali, non potendo essere soppresse in quanto costituzionalmente garantite e riconosciute, vengano di fatto svuotate delle loro competenze.

“Anche nella riunione di ieri a Roma – ha affermato il Presidente Scoccimarro – dell’Ufficio di Presidenza dell’U.P.I., da parte dei colleghi Presidenti, Assessori e Consiglieri Provinciali delle altre zone del nostro Paese non si faceva che ironizzare sull’anomala situazione che si sta venendo a creare nel Friuli Venezia Giulia. Se da parte della Giunta Regionale esiste sul serio la volontà di riconoscere il nostro ruolo,  non  possiamo  che  attenderci  decisioni  conseguenti.  Questo,  non  mi stancherò mai di ripeterlo, non è un discorso a tutela di una parte politica, o addirittura di carattere personale. Bensì nel totale interesse dei cittadini, in quanto non posso che condividere il giudizio di Brandolin sul fatto che i nostri territori, se questa riforma dovesse giungere a compimento senza modifiche sostanziali, tornerebbero indietro”.

E proprio il Presidente della Provincia di Gorizia non ha esitato a lanciare un appello all’Assessore Iacop in merito a quella che ha definito “l’inutilità dell’introduzione degli Ambiti di sviluppo territoriale (Aster)”. “Nel resto dell’Italia – ha sottolineato Brandolin – gli Aster hanno fallito. Perché dovremmo adesso ripetere un percorso che si è già visto che non porta da nessuna parte? Gli Enti idonei a garantire efficaci iniziative di pianificazione e coordinamento tra i Comuni sono proprio le Province. Da parte nostra possiamo e vogliamo mettere a disposizione soprattutto delle Amministrazioni Comunali più piccole competenze, relazioni, professionalità e strutture. L’auspicio è che se ne tenga conto per davvero”.

L’Assessore Iacop, dal canto suo, dopo aver escluso che da parte della Regione esisterebbe la volontà di mettere nell’angolo le Province, ha posto l’accento sul fatto che quello del prossimo 3 agosto sarà soltanto il primo passo ufficiale dell’iter del disegno di legge. “E siccome l’ultima parola – ha rilanciato Iacop – spetterà comunque al Consiglio Regionale, ritengo che non mancheranno nuove opportunità di positivo confronto durante la fase di concertazione, la quale andrà in ogni caso avanti”.

“Rimane comunque lo sconcerto – ha dichiarato Scoccimarro – per quanto sta avvenendo, specie se consideriamo che il Presidente della Regione inizialmente voleva perfino una nuova e forte Provincia, quella dell’Alto Friuli. Salvo poi cambiare completamente idea dopo la pesante sconfitta subita al referendum”.

Melilli: “Il Paese cresce solo con Regioni, Province e Comuni uniti”

Riunione straordinaria dell’Ufficio di Presidenza dell’Upi: all’incontro di oggi, infatti, ha preso parte il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, a sottolineare un nuovo impegno a definire strategie comuni e a rendere sempre più coeso il sistema dei governi regionali e locali.

“Il Paese – ha detto il Presidente dell’Upi Fabio Melilli – cresce solo se si stabilisce una collaborazione forte tra tutte le istituzioni e si riconosce la centralità del sistema delle Autonomie. Questa giornata – ha detto poi il Presidente Melilli – segna un altro passo importante nella definizione di un grande patto tra Regioni, Province e Comuni: senza compattezza tra istituzioni difficilmente riusciremo a raggiungere quegli obiettivi su cui tutti noi siamo impegnati, dall’introduzione del federalismo fiscale, allo snellimento delle strutture burocratiche del Paese, al rilancio dell’economia”.

 “Dobbiamo lavorare per rafforzare la collaborazione  e la cooperazione tra Regioni, Province e Comuni – ha detto il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani –  perché questo è un elemento decisivo per reggere un confronto, che purtroppo non si presenta semplice con il Governo per la mancata disponibilità mostrata a volere raggiungere una reale collaborazione tra le diverse istituzioni del Paese. Questo – ha aggiunto Errani – ci stimola ad individuare insieme obiettivi, strategie, posizioni, che ci consentiranno di avere una maggiore possibilità di incidere nelle politiche nazionali”.

 

Un tavolo consultazione per modificare lo statuto della Regione

Nasce il Coordinamento dei Presidenti delle Province del Lazio, organo istituzionale consultivo con il quale si vuole inaugurare una nuova stagione di concertazione tra la Regione e le Autonomie locali, nei principali settori di interesse politico-amministrativo.

A illustrare la proposta, il Presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra, il Presidente della Provincia di Rieti e Presidente dell’Unione Province d’Italia Fabio Melilli, il Presidente della Provincia di Frosinone, Francesco Scalia, il Presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Mazzoli e il Presidente della Provincia di Latina Armando Cusani.

Con questo accordo, le Province del Lazio propongono di costituire un tavolo di consultazione permanente con il Presidente della Regione Lazio che abbia come obiettivo prioritario la modifica dello Statuto regionale per permettere ai 5 Presidenti delle Amministrazioni provinciali ed ai Sindaci dei Comuni capoluogo di partecipare alle riunioni del Consiglio regionale.

Il Coordinamento contribuirà alla elaborazione della legge di istituzione e di disciplina del Consiglio delle Autonomie locali, su cui è necessaria una intesa tra la Regione e i rappresentanti delle Associazioni dei Comuni e delle Province, così da valorizzare il ruolo non solo consultivo ma anche di rappresentanza degli enti locali territoriali e di co-decisione fra la Regione e le Autonomie locali del Consiglio, sulle proposte di legge e gli interventi finanziati che impattano sui sistemi locali.

La prima riunione del coordinamento dei Presidenti delle Province, allargata ai Consigli provinciali, è prevista a  settembre e in quella sede verranno presentate le proposte di modifica della legislazione regionale.

In particolare sono stati individuati cinque settori di intervento

·       Politiche di sviluppo locale. Occorre ripensare il ruolo dell’Agenzia sviluppo Lazio, per costituire una Fondazione bancaria partecipata dalle Autonomie locali, che consenta di risolvere i problemi dell’accesso al credito degli operatori economici locali e permetta di mettere in campo rapidamente efficaci strumenti operativi capaci di agire da volano per lo sviluppo dei territori.

·        Viabilità e trasporti.  La Regione dovrebbe concentrarsi sulla gestione delle ferrovie e trasferire alle Province le funzioni di gestione delle strade e del trasporto locale, riconsiderando il ruolo dell’Azienda Strade Lazio SpA (Astral) e della Costral Spa, oltre che prevedere nel breve periodo la presenza di tutte le Province del Lazio negli organismi di gestione di queste aziende regionali.

·       Turismo, valorizzazione del litorale e delle zone interne. Per consentire lo sviluppo organico delle politiche turistiche e di promozione del territorio, anche nella prospettiva della creazione di una Agenzia regionale che promuova all’estero la regione e il suo territorio, data la centralità delle Province in materia, si propone di trasferire le aziende provinciali di promozione turistica, Apt, e le relative risorse alle Province, nonché la realizzazione dei sistemi turistici locali. Le Province chiedono inoltre alla Regione di raccordare maggiormente la capacità di attrazione turistica di Roma con l’intero territorio laziale, prevedendo interventi specifici per la valorizzazione del litorale e delle zone interne.

·        Urbanistica e governo del territorio. Occorre recuperare a pieno la competenza legislativa della Regione per valorizzare il ruolo delle Province e dei Piani territoriali provinciali di coordinamento, Ptcp, nella pianificazione territoriale, semplificando nel contempo le procedure di approvazione dei Piani regolatori comunali.

·        Lavoro, istruzione e formazione professionale. Nella prospettiva della progressiva attuazione della riforma del secondo ciclo, è necessario distinguere il ruolo di indirizzo e coordinamento tipicamente regionale, dalle funzioni amministrative in materia di lavoro, istruzione e formazione professionale, che dovrebbero essere attribuite organicamente alle Province con il relativo trasferimento di risorse regionali e comunitarie (FSE) e senza l’interferenza di enti strumentali regionali.

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De Maria “Non chiare le modifiche al patto di stabilità”

“Nonostante il Governo abbia preso atto del fatto che il meccanismo del tetto di spesa applicato alle Province nel 2005 non ha funzionato e ha messo in crisi i bilanci delle Amministrazioni locali, nel DPEF ancora non è chiaro come si intenda intervenire per modificarne le regole e renderle più eque ed efficaci per tutte le istituzioni del Paese”.

Lo ha sottolineato Andrea De Maria, Vicepresidente della Provincia di Bologna e responsabile Upi per la  finanza, intervenendo oggi, insieme a Massimo Rossi Presidente della Provincia di Ascoli Piceno e Vice Presidente Upi, Maurizio Zingoni, Consigliere della Provincia di Livorno e membro della presidenza Upi , all’audizione congiunta con le Commissioni bilancio del Senato e della Camera sul DPEF.

“Chiediamo un percorso condiviso – ha detto De Maria – che ci permetta di intervenire da subito nella fase di predisposizione della Finanziaria, per evitare gli errori che sono stati commessi lo scorso anno quando, senza un serio confronto con le Autonomie locali, il Governo modificò le norme del patto di stabilità interno, mettendo in crisi i bilanci provinciali ed impedendo di fatto alle Province di proseguire ad investire  per lo sviluppo dei propri territori”.

“Vogliamo – ha proseguito il presidente Rossi – che sia detto chiaramente nel Dpef che la competitività del Paese passa dallo sviluppo dei territori e che le Province siano messe in condizione di potere fare la propria parte, contribuendo alla ripresa dell’economia assicurando al tessuto imprenditoriale locale un sistema di infrastrutture e di rete viaria efficiente e garantendo ai cittadini scuole sicure e la salvaguardia del territorio e dell’ambiente”. Rossi è entrato poi nella discussione sull’accelerazione alle liberalizzazioni impressa dal Governo con il Dpef: “Credo che prima di proseguire su questa strada – ha detto – sarebbe opportuno verificare quanto i cittadini abbiano fino ad oggi apprezzato questo tipo di iniziative, o se invece, ed è questa la mia impressione, se non ne abbiano ricavato altro che una diminuzione dei servizi a loro disposizione”.

“Oggi siamo qui a confermare – ha concluso Maurizio Zingoni – la disponibilità delle Province a fare la propria parte perché, attraverso la collaborazione dell’intero sistema istituzionale e costruendo un percorso condiviso, si possano raggiungere gli obiettivi richiesti da Ecofin e favorire la ripresa del Paese”. 

Pubblico e privato insieme per raccogliere tutto l’olio usato

Siglato oggi un Accordo di Programma tra l’Unione delle Province d’Italia (UPI) e il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati (COOU), per migliorare la raccolta dell’olio lubrificante usato e raggiungere l’obiettivo del 100%, promuovendo in particolare il recupero dell’olio proveniente dal “fai da te” privato o professionale attraverso sinergie con le Province.
Secondo l’accordo l’Upi si è impegnata infatti a promuovere una corretta informazione e sensibilizzazione delle Province, perché indirizzino i Comuni ad una corretta gestione dei rifiuti costituti dagli oli usati. Il COOU invece metterà a disposizione, nei centri urbani di raccolta differenziata, i contenitori necessari per lo stoccaggio degli oli usati.
Il Consorzio e l’UPI realizzeranno inoltre iniziative di sensibilizzazione per i cittadini e campagne di educazione ambientale nelle scuole, per promuovere una corretta cultura della salvaguardia dell’ecosistema, rendendo noti i danni causati dalla dispersione indiscriminata degli oli sul territorio. Infatti, se versati in acqua, 4 Kg di olio usato, che corrispondono circa al comune cambio dell’olio di un’autovettura, inquinano una superficie della grandezza di un campo di calcio.

Il Presidente del COOU, Paolo Tomasi, ha poi illustrato i dati relativi all’attività del Consorzio ricordando come: “Nel 2004 il Consorzio ha raggiunto il record di raccolta con oltre 210.000 tonnellate di olio usato (pari all’84% del totale raccoglibile), e con più di 106.000 tonnellate di nuove basi lubrificanti prodotte dalla rigenerazione l’Italia si è aggiudicata il ruolo di leader europeo in questa particolare tipologia di riutilizzo. In 20 anni di attività, il COOU  ha salvaguardato il nostro ecosistema e, al contempo, ha fatto risparmiare all’Italia oltre 730 milioni di euro sulla bolletta petrolifera.  Con questo accordo – ha detto poi il Presidente Tomasi – contiamo di riuscire a raggiungere, attraverso il moltiplicatore che ci viene offerto dalla collaborazione con le Province, quello zoccolo duro, rappresentato principalmente dai privati cittadini, che con i nostri soli mezzi non abbiamo potuto sensibilizzare ad una corretto smaltimento degli oli usati”. 
Secondo Massimo Rossi, responsabile per l’Ambiente dell’Upi e Presidente della Provincia di Ascoli Piceno: “Questo protocollo, che si aggiunge agli altri già siglati dall’Upi sul recupero ed il riciclo dei rifiuti, dimostra la volontà espressa dalle Province, di intervenire ed impegnarsi nella tutela dell’ambiente con un approccio partecipato, al fianco dei cittadini e del sistema imprenditoriale, sicuri come siamo che solo con queste sinergie si potranno assicurare all’Italia risultati efficaci. Le azioni di comunicazione e informazione, con lo scambio di buone pratiche, la diffusione di  modelli di qualità, la messa in rete delle esperienze, che tramite l’Upi saranno promosse, potrà contribuire a colmare il gap esistente oggi tra le aree diverse del Paese e diffondere un nuovo approccio alla salvaguardia e valorizzazione del territorio”.
Alla presentazione dell’Accordo è intervenuto anche il Sottosegretario all’Ambiente, Roberto Tortoli, che ha ricordato quanto: “attraverso iniziative di questo genere si conferma il grande senso di responsabilità del Consorzio, che potrà così ottenere il risultato di riuscire a  coprire anche la raccolta proveniente dal fai da tè, quella più difficile da contattare. Un compito in cui la presenza dell’Upi sarà determinante”. Tortoli ha infine ricordato che il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è una “eccellenza europea”.

In allegato si trasmettono i dati 2004 della raccolta di olio usato nelle diverse Province d’Italia.

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Il commenti del Presidente Cavalli e del Vicepresidente De Maria

Il documento consegnato ieri da Regioni, Province, Comuni e Comunità montane, nel quale sono rappresentati in maniera unitaria i contributi, le proposte e le richieste di tutto il sistema delle Istituzioni locali italiane al Documento di Programmazione Economico-Finanziaria, è un segnale importante e decisivo e la ulteriore conferma del grande senso di responsabilità che Regioni, Province e Comuni sentono nel dare il proprio contributo alla ripresa economica del Paese.
E’ quanto dichiarato dal Vicepresidente dell’Upi e Presidente della Provincia di Brescia, Alberto Cavalli, e dal Responsabile Upi per la finanza locale e Vicepresidente della Provincia di Bologna, Andrea De Maria, dopo l’incontro avuto ieri con il Governo sulla bozza di Dpef   2006-2009.
“Per quanto riguarda il testo che ci hanno presentato – ha detto De Maria – consideriamo negativo che si sia scelto di non inserire nel Dpef indicazioni chiare sulle misure previste per gli Enti locali. Durante l’incontro non abbiamo avuto risposte certe su alcune importanti indicazioni sulle quali lo stesso Ministro Siniscalco si era espresso nel suo intervento, come la volontà di rivedere le regole del patto di stabilità, di escluderne, almeno in parte, gli investimenti e di premiare gli Enti virtuosi, e quindi temiamo che queste indispensabili novità non si traducano in impegni scritti nel testo definitivo. Anzi, in realtà l’unica cosa che ad oggi appare nero su bianco è che i tagli alla spesa si faranno ‘soprattutto sugli Enti locali’”.

De Maria, si è detto preoccupato anche per il rinvio del confronto alla finanziaria “perché – ha detto – ogni volta che si è spostato nel tempo il dibattito, questo ha fatto sì che ci si prospettassero misure inique ed inefficaci, come è accaduto lo scorso anno quando le nuove regole del patto di stabilità sono state introdotte senza il confronto con le Province e le altre istituzioni”.


“E’ importante – ha commentato invece il Presidente Cavalli – che per la prima volta si sia detto di volere trattare la dinamica della spesa corrente non in forma indifferenziata, ma promuovendo una mappatura del territorio che tenga conto delle diversità premiando gli Enti virtuosi. Queste analisi però non dovranno essere condotte nelle stanze chiuse dei tecnici ministeriali, ma costituire un elemento centrale del confronto tra Governo Province”.
Il Presidente Cavalli ha poi voluto sottolineare la rilevanza del fatto che “il Documento riporta enunciato esplicitamente che il primo obiettivo per il Paese è la ripresa economica. Altrettanto importanti sono i riferimenti del Ministro Siniscalco all’agenda di Lisbona, che è rimasto, purtroppo, l’unico documento strategico di grande respiro per una Europa che pensa positivo”. Apprezzabile, poi, secondo il Presidente Cavalli, che si sia scelto di privilegiare gli interventi per le infrastrutture “di cui – ha detto – il Paese è carente e che invece consentono di promuovere la crescita con limitato apporto di importazioni.  Su questo tema, sulle opere pubbliche, le Province possono e devono svolgere un ruolo decisivo”.

Melilli: no all’ineleggibilità al Parlamento, sì all’incompatibilità

“Nel corso della Conferenza unificata di oggi – ha dichiarato il Presidente dell’Unione delle Province d’Italia, Fabio Melilli – ho presentato una proposta per superare l’ineleggibilità dei Presidenti di Provincia e dei Sindaci dei Comuni superiori a 20.000 abitanti, per le elezioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, e trasformarla in incompatibilità.

La proposta che ho avanzato a nome dell’UPI trae il suo fondamento dalla recente disciplina elettorale per il Parlamento europeo, in cui è prevista l’incompatibilità, e non l’ineleggibilità, per i Sindaci e i Presidenti di Provincia.

Ho posto al Governo la necessità di farsi carico di un provvedimento legislativo ad hoc, che abbia l’obiettivo di armonizzare il sistema delle incompatibilità, in considerazione dell’ormai imminente scadenza della legislatura.

In ogni modo – ha concluso Melilli – nei prossimi giorni invieremo una proposta specifica a tutti i gruppi parlamentari per superare l’attuale discriminante previsione dell’ineleggibilità per gli amministratori locali”.

Penati: “Speriamo che il confronto continui davvero”

“Il Governo ha preso atto della necessità del confronto: speriamo che ora continui”.

 

A sottolineare questo passaggio è stato il Presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, che ha detto: “Oggi non ci è stato presentato il DPEF,   ci è stata solo illustrata la necessità di procedere secondo le indicazioni fornite da Ecofin. Di conseguenza non conosciamo ancora i dettagli della manovra della spesa. Quello che sappiamo è che le nostre proposte non sono state prese in considerazione”.

 

Penati è poi tornato sulla necessità di aprire un dibattito efficace tra tutte le Istituzioni: “Sappiamo – ha detto – che il passaggio non è facile, ma il Governo ha preso atto della necessità del confronto tra le parti. Ci auguriamo che il confronto continui”.

 

Gasbarra:”Il Governo è in difficoltà”

“C’è un Governo in difficoltà che vorrebbe chiedere aiuto, ma non lo può chiedere perché non sa come farsi aiutare”.

 

E’ questa la dichiarazione rilasciata dal Presidente della Provincia  di Roma, Enrico Gasbarra.

 

“Siamo entrati all’incontro con delle preoccupazioni, ed usciamo con altrettante preoccupazioni – ha detto Gasbarra – poco e nulla c’è stato detto se non che il DPEF dipenderà dalle indicazioni fornite da Ecofin. Secondo quali modalità, però , non sappiamo, perché del documento c’è stata consegnata solo la sintesi della sintesi”.  Poco prima dell’incontro, il Presidente Gasbarra sottolineando i temi che avrebbero dovuto essere affrontati con il Governo, aveva richiamato la necessità di prevedere il taglio degli investimenti dal patto di stabilità. “Come dice lucidamente il governatore di Bankitalia Fazio – aveva detto Gasbarra ai giornalisti – vanno intensificati con urgenza gli sforzi a livello di amministrazioni locali per evitare il rallentamento degli investimenti che potrebbe compromettere la ripresa. Dunque, un taglio in questa direzione non sarebbe un dispetto ai Sindaci e ai Presidenti di Province e Regioni,  ma ai cittadini.”

 

 

“Ci sembra cessione di sovranità all’Europa”

“Non siamo in grado di potere dare un giudizio sul Dpef, perchè in realtà il Documento ancora non c’è. Ci sono solo tabelle, ma non la linea di politica economica”.

Lo ha dichiarato alla stampa il Presidente dell’Upi, Fabio Melilli, al termine dell’incontro avuto a Palazzo Chigi con il Governo, nel quale il Ministro Siniscalco ha iullustrato a Regioni ed Enti Locali il Dpef.

“Non conosciamo il Dcoumento – ha detto Melilli – c’erano solo alcune tabelle che naturalmente mostravano i saldi ma non c’é una linea politica economica. Non credo che Regioni, Comuni e Province siano in grado di dare un giudizio. Non possiamo dare un giudizio rispetto al Dpef che ancora non c’é.

“Ci è stato illustrato il Dpef imposto dall’Ecofin – ha poi aggiunto il Presidente Melilli – un documento che ci sembra una dichiarazione di cessione di sovranità all’Europa, di cui prendiamo atto”.

Le Province per l’innovazione

Euro-PA, Fiera di Rimini, 22 giugno 2005

Le Province italiane: una rete per l’innovazione dei territori e del governo locale

Introduzione
Matteo Renzi (Presidente della Provincia di Firenze e Responsabile e-government UPI )

L’e-government nelle Province: un’analisi autocritica e di prospettiva
Corrado Ghirardelli (Assessore Provincia di Brescia )

Dati per il governo locale: rifondare la funzione statistica delle Province anche a beneficio dei Comuni
Marcella Bondoni (Assessora Provincia di Rimini )

Un modello di cooperazione con i piccoli Comuni: la Provincia di Genova nella costruzione del CST
Mauro Solari (Assessore Provincia di Genova )

Le Province a supporto dei processi di associazionismo comunale
Giorgo Musso (Vicepresidente Provincia di Asti )

Province e Regioni: dalla competizione alla cooperazione per lo sviluppo delle reti e dei servizi in rete
Stefano Alvergna (Assessore Provincia di Bologna )

Un coordinamento “leggero” dell’UPI al servizio delle Province su CST e progetti di e-government
Nicola Melideo (UPI E&S – LGnet )

Innovare nelle Province del Sud: problemi, sperimentazioni, possibili soluzioni
Loredana Capone (Vicepresidente Provincia di Lecce )

Banda larga e digitale terrestre per abbattere le discriminazioni digitali nei territori marginali
Patrizio Fausti (Dirigente Provincia di Roma )

Conclusioni
Fabio Melilli (Presidente UPI)
Lucio Stanca (Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie)

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