In allegato i file.
In allegato i file.
In allegato il video del progetto” Idee – Integrazione, Diritti ed educazione contro l’esclusione” promosso dall’Unione Province d’Italia in partenariato con le Province di Milano, Roma e dell’Aquila ed in collaborazione con Save the Children Italia Onlus, e finalizzato a favorire l’inclusione di minori provenienti da Paesi Terzi e frequentanti istituti scolastici secondari superiori dei territori partner, mediante processi di socializzazione interculturale e contrasto ai pregiudizi ed azioni di supporto legale e accompagnamento alla genitorialità.
PUBBLICHIAMO LA LETTERA INVIATA DAL PRESIDENTE DELL’UPI A TUTTI I PRESIDENTI DI PROVINCIA.
Caro Presidente,
il recente Documento di Economia e Finanza – DEF – presentato dal Governo lo scorso mese di aprile contiene le analisi e le tendenze della finanza pubblica per il prossimo periodo. In particolare viene chiaramente indicato, quale strumento per il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2014, il prossimo varo di una manovra finanziaria dal valore di circa 2,4 punti di pil ovvero circa 40 miliardi di euro. Tale significativa correzione dei conti pubblici peserà, presumibilmente, in maniera assai considerevole anche sul sistema delle regioni e degli enti locali che, come è noto, hanno subito un importante intervento di riduzione di risorse già con il decreto legge n. 78/2010.
In tale contesto, come certamente saprai, il 27 maggio scorso è entrato in vigore il decreto legislativo 6 maggio 2011 n. 68 recante autonomia di entrata per le Province. Nello specifico l’art. 17 reca la possibilità, fin dal 2011 di variare fino a 3,5 punti percentuali l’attuale aliquota dell’Imposta sulla RcAuto (pari ora a 12,5%), attraverso delibera di giunta ed approvazione o variazione di bilancio.
Nel merito mi preme sottolineare come il repentino ricorso a tale strumento di finanziamento, pur nelle estreme difficoltà in cui versano gli enti a causa dei vincoli del patto di stabilità e soprattutto a seguito dei tagli ai trasferimenti operati dal dl 78/10, sebbene appaia potenzialmente una interessante opportunità, rischia di rivelarsi un passaggio rischioso per le Province soprattutto in ordine alla indeterminatezza, ancora tutta evidente, del quadro complessivo della finanza provinciale così come definito dal dlgs 68/11.
Segnalando infatti che un incremento di gettito si registrerà con il decreto che il Ministero dell’Economia dovrà emanare entro fine giugno relativo alla soppressione della tariffa fissa dell’IPT per gli atti soggetti ad Iva (e sul quale l’UPI ha già sollecitato formalmente il Ministro per una rapida adozione del provvedimento), occorre riflettere che ad oggi non è ancora possibile identificare con una sostanziale chiarezza come si realizzerà il percorso che porterà alla individuazione dell’aliquota della compartecipazione provinciale all’Irpef, né come verrà delineato e perfezionato il fondo sperimentale di riequilibrio di cui all’art. 21 che questa compartecipazione alimenta. Ed ancora: il percorso di definizione dei fabbisogni standard per le funzioni fondamentali, che incidono direttamente sul riparto del fondo di riequilibrio e del fondo perequativo, si compirà solo nel 2013.
Anche sul versante della trasformazione dei trasferimenti regionali in compartecipazione alla tassa automobilistica regionale ad oggi non vi è una direzione chiara di operatività, essendo tutta l’attuazione del Capo II del dlgs 68/11 prevista secondo scadenze successive da qui ai prossimi 12/24 mesi.
In tal senso mi preme ribadire che l’utilizzo della leva tributaria sulla imposta RcAuto in un contesto ancora assai poco definito rischia di originare non solo effetti controproducenti dal punto di vista politico, ma soprattutto inutili dal punto di vista finanziario, essendo previsto anche un intervento, a breve, sull’IPT.
Certo che comprenderai il senso di questa mia nota, Ti ringrazio per l’attenzione e Ti invio cordiali saluti.
Si conclude con un convegno alla Provincia di Roma il Progetto Idee – Integrazione, Diritti ed Educazione contro l’esclusione, cofinanziato dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Interno e promosso dall’Unione delle Province d’Italia in partenariato con le Province di Milano, L’Aquila e Roma e in collaborazione con Save The children Italia Onlus. In allegato, il programma dell’evento
Sarà interamente dedicata al convegno di apertura del Festival della Felicità di Pesaro e Urbino, “Province 2020. Progettare e musirare il benessere in tempo di crisi” la trasmissione del settimanale di Rai Parlamento “Quello che le Regioni” in onda su Rai Due ogni sabato alle 10 e 45 e in replica domenica su Rai Uno alle ore 6.00.
Protagonisti della puntata, il Presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, il Presidente dell’Ipsos Nando Pagnoncelli, il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione e il Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, Matteo Ricci.
ECCO IL TESTO DELL’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELL’UPI GIUSEPPE CASTIGLIONE, PUBBLICATO OGGI SU “IL SOLE 24 ORE”, CON L’ALLARME SUI FONDI COMUNITARI NON UTILIZZATI.
“Il Commissario europeo alle Politiche regionali ha ben esplicitato la grande verità sull’uso dei Fondi comunitari in Italia: le amministrazioni regionali, e statali non hanno difficoltà a scrivere i programmi e a individuare obiettivi plausibili. Non sanno invece realizzarli!
Sono i dati che parlano: a dicembre 2010, su un totale di 59,4 miliardi di euro, tra Fondi Comunitari e cofinanziamento nazionale, la spesa è ferma al 12,2% (7,2 Miliardi di euro), mentre gli impegni sono al 22,7%(13,5 miliardi). Altrettanto grave la rilevazione per il Mezzogiorno, dove, tra POIN POR e PON, di 47 miliardi se ne è spesi appena il 10% (4,8 miliardi), mentre gli impegni in progetti operativi sono al 19% (8,9 miliardi di euro).
E’evidente che, nella difficile situazione economica e con le scarsissime risorse a disposizione per gli Enti locali, una performance di questo genere è del tutto inaccettabile. Se dunque le Regioni fanno una gran fatica ad utilizzare le risorse stanziate da Bruxelles, ciò mi sembra in gran parte dovuto al fatto che i contributi dell’Unione hanno, di fatto, perso per strada la loro finalizzazione di sostegno alle grandi opportunità per lo sviluppo, mentre il flusso delle risorse è rallentato da mediazioni localistiche. Questo processo si è andato intensificando man mano che i Servizi della Commissione Europea si sono “ritirati” dalla fase propriamente gestionale, per concentrarsi sulla strategia generale e sui controlli ex post. Così l’opera di “semplificazione burocratica” di Bruxelles, che doveva responsabilizzare le Regioni e lo Stato, ha invece favorito il pantano della burocrazia regionale e della politica locale. Senza il controllo nella fase operativa dei funzionari comunitari – che dicevano facilmente NO! – si è lasciato spazio ai condizionamenti della burocrazia locale. Come intervenire? Non si tratta certo di ridurre l’autonomia e la responsabilità delle Regioni, quanto piuttosto di intensificare la collaborazione e il confronto costante tra queste e gli Enti locali da una parte, e il Governo, che ha una chiara responsabilità nazionale, dall’altra.
Certo, non possiamo immaginare di rimediare ai ritardi della spesa inseguendo le riprogrammazioni, con il rischio di bloccare ulteriormente quanto già è stato avviato. Se infatti sono necessarie azioni per ridurre la polverizzazione delle linee d’intervento in miriadi di piccoli progetti, è altrettanto essenziale garantire continuità amministrativa, stabilizzare regole e contesti per dare sicurezza agli operatori, evitando – a cinque ani dall’avvio dei Programmi Operativi e a poco più di due anni dalla scadenza del 2013 – il disorientamento di tutti. Si stabiliscano, piuttosto, le priorità di intervento, attraverso il confronto con gli Enti locali. Collegando, come invece non accade, gli strumenti programmatori in capo a Province e Comuni ai fondi stessi. Per fare questo non serve una, ennesima, Agenzia: serve piuttosto l’impegno concreto delle istituzioni nazionali e locali a porre in primo piano alcune tematiche. Servono obiettivi chiari, a cui fare seguire, subito, realizzazioni certe. Dall’efficienza energetica alla difesa del suolo, dalla tutela dell’ambiente alla modernizzazione delle strutture scolastiche, dalla politica di attrazione culturale alla ricerca. Sono tutte questioni su cui le Province hanno già definito piani strategici e progetti, attraverso gli strumenti ordinari della programmazione. La nuova politica di coesione, ma soprattutto un impegno reale in questi ultimi due anni di programmazione, potranno permetterci di essere credibili e smentire il Commissario”.
In allegato, i due spot radio realizzati dal Progetto Idee. Attraverso le voci dei cittadini immigrati, il Progetto propone una campagna di sensibilizzazione su inclusione ed esclusione, per sensibilizzare livello nazionale e locale sulla tematiche legate all’ inclusione dei cittadini dei paesi terzi ed in particolare dei minori.
In Europa e in tutto il mondo si sta discutendo dell’opportunità di sostituire il concetto di PIL con un indice che meglio rappresenti lo stato di Benessere di una Nazione e che misuri lo sviluppo complessivo dei Paesi, considerando anche gli aspetti relativi alla presenza delle infrastrutture materiali e immateriali.
Anche in Italia, la questione è aperta e nei piani strategici di molte Province italiane si sta iniziando a tenere conto di questa dimensione complessiva dello sviluppo.
A tale proposito, è stata avviata tra l’Unione delle Province d’Italia, l’Istat e la Provincia di Pesaro e Urbino una collaborazione su un progetto pluriennale, per l’elaborazione di un nuovo aggregato valutativo del Benessere in Italia, che possa coinvolgere anche le altre Province italiane.
Per avviare la riflessione su questo tema, l’Upi, la Provincia di Pesaro e Urbino e l’Istat, organizzano un convegno il prossimo 27 maggio, presso la sala Raffaello, Palazzo del Legato Albani – Piazza della Repubblica, ad Urbino.
In allegato, il programma e le Info per le prenotazioni alberghiere.
Accrediti: 066840341
Prosegue il legame, ormai trentennale, tra l’Unione delle Province d’Italia e l’Associazione del Popolo Cinese per l’Amicizia con i Paesi stranieri. Oggi una delegazione dell’Associazione, guidata dal Vice Presidente Li Jianping, ha incontrato una delegazione dell’Upi con il Vice Direttore Claudia Giovannini, responsabile area rapporti internazionali.
Dalla riunione è emersa la richiesta di stringere i rapporti di collaborazione tra le due rappresentanze degli enti locali, in particolare attraverso progetti che coinvolgano le Province italiane sedi di siti Unesco e le Province della Cina dell’Ovest.
“Per sostenere l’informatizzazione della Pubblica amministrazione, e del Paese in genere, non servono solo risorse: c’e’ bisogno di una strategia comune, di una agenda digitale, che porti a sistema gli investimenti di Stato, Regioni, Province e Comuni”. Lo ha detto il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione, intervenendo al Convegno conclusivo di ForumPa con il Ministro Renato Brunetta.
Proprio al Ministro il Presidente Castiglione ha proposto un accordo per potenziare le esperienze di reti wi-fi, in particolare nelle scuole, gia’ avviate dalle Province.
“Ma resta il problema degli investimenti e dei tagli ai bilanci. Perche’ un piano di informatizzazione delle scuole, che sostenga lo sviluppo di comunita’ formative digitali grazie agli e-book, ai palmari, al superamento dei libri cartacei, non puo’ che essere accompagnato da un grande deciso intervento di manutenzione, messa in sicurezza e ristrutturazione delle scuole”
Le celebrazioni dell’Unità d’Italia, ma anche lo stato delle riforme istituzionali, con la semplificazione amministrativa, sono stati i temi posti dalla delegazione dell’Unione delle Province d’Italia al Presidente della Repubblica, che li ha ricevuti oggi in Quirinale.
A rappresentare le Province sono stati il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, Presidente della Provincia di Catania, il Vice Presidente Vicario Antonio Saitta, Presidente della Provincia di Torino, il Vice Presidente Franco Antoci, Presidente della Provincia di Ragusa, il Presidente del Consiglio Direttivo Fabio Melilli, Presidente della Provincia di Rieti, il Presidente della Provincia di Milano Guido Podestà, il Presidente della Provincia di Asti Maria Teresa Armosino e il Direttore Generale dell’Upi Piero Antonelli.
“Abbiamo raccontato al Presidente della Repubblica – dichiara il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione – l’impegno delle Province per le celebrazioni dell’Unità d’Italia, con i tanti eventi realizzati sui territori mirati principalmente a coinvolgere i giovani, gli studenti delle scuole provinciali: a loro e alla loro crescita come soggetti protagonisti della vita politica e istituzionale del Paese, sono dedicati eventi di riflessione e studio sulla storia del risorgimento. E proprio sui giovani, sulla grave emergenza dell’edilizia scolastica e sulla necessità di assicurare scuole migliori, più sicure, all’avanguardia, abbiamo proseguito il confronto con il Presidente Napolitano.
Ma ci siamo soffermati soprattutto sulle questioni legate alle riforme istituzionali del Paese, confermando la nostra piena disponibilità a collaborare per avviare un processo di riflessione condivisa che semplifichi il sistema, eliminando gli apparati non democratici che impropriamente amministrano al posto dei Comuni e delle Province, e a essere protagonisti nell’opera di razionalizzazione delle Province, nel pieno rispetto delle norme costituzionali e con riforme condivise a garanzia delle comunità e dei cittadini. Sulla questa nostra volontà di semplificare il sistema – conclude il Presidente Castiglione – abbiamo colto l’apprezzamento del Presidente Napolitano”.
Al Presidente Napolitano la delegazione delle Province ha voluto porgere in regalo un piccolo album litografico “Da Torino a Roma. Ventitrè anni di viaggio”, eseguito da Casimiro Teja e pubblicato nel 1872 dal periodico “Pasquino – giornale umoristico, artistico, politico sociale”. 29 litografie originali che illustrano in forma satirico-caricaturale il cammino del Risorgimento degli italiani da Torino fino a Roma Capitale.
“Se non possiamo immaginare di essere il Paese più ricco d’Europa, dobbiamo avere l’ambizione di diventare il Paese in cui si vive meglio, concentrandoci sulla qualita’ della crescita”. Lo ha detto il Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, aprendo i lavori del convegno “Province 2020. Progettare e misurare il Benessere in tempo di crisi”, organizzato dall’Upi e dalla Provincia di Pesaro-Urbino.
Un convegno che rilancia il dibattito sull’adozione di nuovi indicatori per misurare lo stato di benessere dei cittadini, e che apre il Festival della felicita’ di Pesaro Urbino, che proseguira’ fino al 5 giugno prossimo. “La pubblica amministrazione – ha detto – puo’ condizionare positivamente o negativamento la qualita’ della vita delle comunita’. Le Province possono, attraverso le decisioni che prendono nei piani strategici e con la programmazione territoriale, essere decisive, mettendo in campo progetti e programmi fortemente orientati al futuro”.
“Dobbiamo lavorare insieme per rendere reale un sogno – ha detto il Presidente dell’Istat Enrico Giovannini, intervenendo ai lavori. “Discutere di indicatori – ha detto – vuol dire discutere della societa’ che vogliamo costruire, e gli indicatori di risultato diventano valutatori della democrazia. La buona notizia – ha poi aggiunto illustrando tutte le iniziative avviate sul tema del benessere a livello mondiale – e’ che non siamo soli e che ci sono decine di iniziative nel mondo su questi temi”.
“La strategia Europa 2020 – ha dichiarato il Presidente dell’Upi Basilicata Piero Lacorazza, intervenendo al Convegno – chiama istituzioni e territorio a cooperare per tre obiettivi principali: la crescita intelligente, la crescita inclusiva e la crescita sostenibile, rendendo efficiente l’uso delle risorse e rilanciando la competitività dei sistemi territoriali. È proprio su tali elementi che la Provincia di Potenza, sta lavorando, anche attraverso la definizione del Piano strutturale provinciale, lo strumento principale di pianificazione dell’Ente che rappresenta l’obiettivo di fine consiliatura. Idealità della visione e concretezza del quotidiano sono, e dovranno essere sempre più, i principi cardine del nostro impegno. L’idealità della visione rappresenta l’idea di futuro che vogliamo contribuire a realizzare, mentre la concretezza del quotidiano misura i passi da compiere per attuare questa visione”.
“Vogliamo costruire, a partire da questa iniziativa, un nuovo modello di Provincia – ha detto il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione – che declini lo sviluppo nella sostenibilita’: sostenibilita’ dell’ambiente, del territorio, della programmazione urbanistica, dello sviluppo economico. Dobbiamo per questo accettare e fare la nostra la sfida della misurazione della democrazia e dalla valutazione del nostro impegno di amministratori”.
Nel pomeriggio, il convegno è prosegutio con la presentazione del sondaggio “Gli italiani e la felicita’” del Presidente dell’Ipsos Nando Pagnoncelli. Secondo le rilevazioni dell’istituto di rigcerca, gli italiani sono fortemente preoccupati dalla crisi economico e credono, per la maggioranza, che durera’ ancora altri 5 anni. Ma si dichiarano felici, nonostante tutto, grazie alla grande capacita’ di adattarsi alla situazione, che permette loro comunque di andare avanti.
Quanto alla politica, l’atteggiamento degli italiani e’ profondamente diverso, che si guardi al contesto nazionale o a quello locale. Secondo lo studio, infatti, il 64% degli italiani considera peggiorata la situazione politica degli italiani, ma se si passa alla dimensione territoriale della comunita’ di residenza, il dato scende al 25%. Un 40% la definisce anzi migliorata o ugualmente positiva. Preoccupa molto, invece, la crisi economica (78% degli intervistati).” In questo contesto- ha commentato Pagnoncelli – la famiglia diventa quasi un rifugio. Infatti, gli italiani la pongono al primo posto tra gli aspetti immateriali determinante per migliorare la qualita’ della vita, seguito dall’amore e dalle amicizie. Tra gli aspetti materiali, invece, per gli italiani sono determinanti prima di tutto la salute, poi il reddito e a seguire la casa.
“Se possiamo considerare rassicurante la tendenza a trovare soddisfazioni nella sfera affettiva – ha commentato Pagnoncelli illustrando il sondaggio – preoccupa la distanza crescente tra la situazione personale e il Paese. Come se l’Italia avesse smarrito il senso di appartenenza. Si attesta, rispetto anche ai temi promossi in questo convegno, la considerazione che la politica, troppo concentrata nella ricerca di consensi nell’immediato, stia perdendo il senso della programmazione del futuro del Paese”.