Stupore e preoccupazione. Queste le reazione dell’Associazione dei Comuni (ANCI) e dell’Unione delle Province (UPI) alle dichiarazioni del Presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, nel suo intervento di ieri all’Assemblea di Assolombarda, sui salari pubblici ed in particolare sulle spese di Comuni e Province.
Stupore in quanto non e’ chiaro da quale fonte provengano i dati dichiarati dal Presidente di Confindustria, in particolare quelli riguardanti le spese dei Comuni e delle Province, che sarebbero in aumento di più del 30% . I dati ufficiali provenienti dall’ISTAT e dalla Corte dei Conti, da sempre riportati nei documenti ufficiali di ANCI e di UPI e base di elaborazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, dimostrano esattamente il contrario.
Le spese correnti dei Comuni infatti, in base all’ISTAT, sono diminuite dal 2002 al 2004 di circa lo 0,8%. Il personale in base ai dati della Ragioneria Generale dello Stato (Conto annuale del personale) sono diminuiti, nello stesso periodo, di circa l’1,03%.
Le spese correnti delle Province, in base alle ultime rilevazioni dell’Istat, sono diminuite dell’1,1% dal 2003 al 2004, mentre quelle per il personale sono aumentate di appena lo 0,5%, con cifre quindi che restano nettamente al di sotto dell’inflazione.
Ciò è avvenuto nonostante le ultime manovre finanziarie abbiano fortemente penalizzato la capacità organizzativa e gestionale degli Enti locali con vincoli, tagli e tetti alla spesa.
Per ANCI e UPI si tratta di un atteggiamento preoccupante quello del Presidente Montezemolo, che arriva prima del confronto tra il Governo, le Istituzioni e le Parti Sociali sulla manovra correttiva dei conti pubblici.
I Comuni e le Province ribadiscono quindi la propria posizione unitaria in materia di finanza pubblica: vogliono contribuire al risanamento del debito con senso di responsabilità istituzionale come hanno sempre fatto, ma partendo da una condivisione di dati certi e strategie di politica economica che non penalizzino sempre e soltanto il sistema delle Autonomie locali.