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CITTA’ METROPOLITANA, LA PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI VENEZIA, ZACCARIOTTO: “NORME CERTE, DEFINIRE LE FUNZIONI, NOMINA AD ELEZIONE DIRETTA”

La discussione nella Commissione affari istituzionali del Consiglio Provinciale

Istituzioni e Riforme    20/06/2013

Prima commissione consiliare (Affari istituzionali e generali, rapporto con gli enti locali e Regioni, associazioni istituzionali) a Ca’ Corner sede della Provincia, presieduta dal consigliere Beniamino Boscolo Capon, sulla proposta di legge dell’Anci (l’associazione dei Comuni italiani) “Disposizioni urgenti in materia di istituzione delle città metropolitane, composizione del Consiglio metropolitano e modalità di elezione del sindaco e del Consiglio metropolitano”. Presente il direttore generale Giuseppe Panassidi, che ha tracciato un quadro della situazione ad oggi, e illustrato il percorso normativo che riguarda il futuro delle Province e la nascita delle città metropolitane, con l’esame delle ultime proposte dell’Upi (Unione delle Province italiane).

 

Direttore Panassidi: «La situazione resta attualmente non definita. Il 2 luglio è una data importante, perché è prevista la pronuncia della Corte costituzionale sulla legittimità delle norme di riordino delle Province. E’ difficile dire ciò che succederà, ma di fatto da oggi bisognerà distinguere tra riordino delle Province e istituzione delle Città metropolitane, finora oggetto della medesima proposta di riforma. Per il riordino delle Province è stata intrapresa finalmente la strada della riforma Costituzionale, con una commissione di esperti costituzionalisti nominati lo scorso 6 giugno, con tempi previsti di 18 mesi di lavorò, – si andrà dunque ad ottobre 2014, salvo poi la possibilità di un referendum. Infine c’è la previsione di commissariare le 64 Province in scadenza di mandato, che si andrebbero ad aggiungere alle 23 già commissariate. Per l’istituzione delle Città metropolitane ci sono alcune proposte sia dell’unione delle Province che dell’associazione dei Comuni. Al momento la data è quella del 31 dicembre, quando decadrebbe la Provincia. Nella fase di approvazione del nuovo statuto il governo della città metropolitana, secondo la proposta dell’Anci, sarebbe in capo al sindaco del comune capoluogo. L’Upi a sua volta vuole presentare una proposta di riforma costituzionale, sostenendo con forza a livello nazionale il peso e l‘utilità dell’ente provinciale, che non può essere soppresso. Molte le aree grigie che dovranno essere chiarite, dalle modalità di elezione del sindaco metropolitano, il numero dei consiglieri, che nella proposta Anci salirebbe a 18, il passaggio del patrimonio e la questione delle risorse».

 

Consigliere Pietro Bortoluzzi (Pdl): «La tempistica indicata nella proposta Anci mi sembra molto stretta, c’è ancora molto da definire, resta anche la questione dell’emolumento del sindaco della città metropolitana e dei Consiglieri, e poi le modalità di elezione del sindaco, tenendo conto che si tratta di un ente previsto dalla Costituzione».

 

Consigliere Lionello Pellizzer (Pd): «La proposta dell’Anci non si pone, fra l’altro, il problema dei confini geografici che resta una questione importante e aperta, né il problema delle risorse e del personale».

 

Consigliere Diego Cagnato (Lega): «La situazione generale resta ancora molto confusa. La commissione provinciale sulla città metropolitana è stata spesso oggetto di critiche per non aver prodotto molto, ma di definito ad oggi c’è il nulla». 

 

La Presidente Francesca Zaccariotto, che è stata invitata dalla Commissione a partecipare alla prossima seduta per relazionare su quanto emerso durante il convegno in Regione Emilia Romagna di giovedì scorso, ha commentato: «Ritengo vadano definite tre questioni importanti prima di far partire la città metropolitana, a fronte di un quadro normativo certo. La prima riguarda la definizione delle funzioni, dei contenuti di cui dovrà occuparsi la città metropolitana. La seconda attiene ai confini geografici, che dovranno andare oltre quelli dell’attuale provincia, e dovrebbero integrare e rappresentare territori e comuni con interessi e bisogni simili per trasporti, infrastrutture, servizi, potenzialità di sviluppo economico. Terza, la rappresentanza, la governance su cui si è già espresso il Consiglio provinciale, ad elezione diretta.

Perché quando si amministra un territorio, un ente locale, un conto è essere stati eletti dal popolo, un altro è l’essere stati nominati dalle segreterie di partito».



Redattore: Ufficio stampa Provincia Venezia
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