“Verrebbe da dire, continuiamo così facciamoci del male: con le riforme istituzionali, che dovrebbero servire a fare ripartire il Paese, il Parlamento ha deciso di fare dell’Italia il fanalino di coda dell’Europa. Ma come si può pensare di fare nascere in Italia 18 Città metropolitane, di cui 6 concentrate in due Regioni, quando in tutta Europa le Città metropolitane non arrivano a 20? Vuol dire annacquare qualunque possibilità di assicurare alle vere aree metropolitane gli strumenti necessari per amministrare al meglio”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi Antonio Saitta, a proposito degli emendamenti al Disegno di Legge cosiddetto “Delrio” depositati dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera, che porta il numero delle Città metropolitane italiane da 10 a 18, consentendo di cambiare veste alle aree le cui Province abbiano più di 1 milione di abitanti (Bergamo con 1 milione e 94 mila; Salerno con 1 milione e 93 mila e Brescia con 1 milione e 246 mila) e a quelle delle Regioni a Statuto Speciale (sicuramente Palermo, Messina e Catania e potenzialmente anche Cagliari e Trieste).
“Il problema vero come abbiamo detto fin dall’inizio – aggiunge Saitta – è che per definire quali fossero le aree realmente destinate a diventare metropolitane non si scelto alcun criterio, come se si potesse lasciare al caso una decisione così importante e non fosse importante invece considerare le peculiarità socio-economiche e produttive di ogni territorio. Così il Governo ha ritenuto che fossero uguali Milano , con 3.075 milioni di abitanti e Reggio Calabria, che ne ha 550 mila; Torino con 315 Comuni e Bologna che ne ha 60 comuni; Napoli, con 2.609 abitanti per chilometro quadrato e Venezia che di abitanti per chilometro quadrato ne ha appena 344; Genova, con i suoi 1.838 chilometri quadrati di territorio, con Firenze che arriva a 3.514 chilometri; Bari, che ha il 44% degli abitanti nella cintura, e Roma, che ha il 70% degli abitanti concentrati nella città. Adesso, siccome evidentemente si sono accorti che delle 10 scelte al massimo 3 possono davvero essere considerate Città metropolitane, per non scontentare nessuno invece di rivedere l’elenco e restringere la lista, hanno deciso di ampliarla. Verrebbe da dire, e allora perché non tutte e 107?”.
In Europa le Città metropolitane per ogni Stato si contano sulle dita di una mano: in Francia sono la Grande Parigi e la Grande Lione, poi ci sono le grandi unioni di Comuni, come Marsiglia; in Inghilterra solo Londra è città metropolitana, come in Austria c’è solo Vienna; in Olanda lo sono Amsterdam e Rotterdam; in Spagna sono 2 Barcellona e Madrid; in Germania, lo Stato che ne ha di più, sono 5: Berlino e Amburgo, che però sono Città –Stato, e Monaco, Stoccarda e Francoforte
“Ma con questa legge – conclude Saitta – non si doveva semplificare il sistema di amministrazione locale? Ed invece a fare quello che oggi fanno le 107 Province saranno: 18 Città metropolitane, 107 Province di secondo livello, oltre 8000 comuni, 370 Unioni di Comuni, 20 Regioni, oltre 450 Società ed agenzie regionali. Un modo perfetto per non fare capire più nulla ai cittadini”.