L’Unione Province del Veneto ha partecipato oggi alla riunione del Comitato Direttivo di UPI nazionale a Roma: sul tavolo innanzitutto la riforma delle Province il cui iter oggi è sospeso in Commissione Affari Istituzionali del Senato con l’urgenza del riordino e rafforzamento delle funzioni e il ripristino della rappresentanza elettiva degli organi; quindi gli effetti della Legge di Bilancio 2024 sull’attività delle Province, il riordino dei tributi provinciali alla luce dell’art. 14 secondo la legge delega fiscale 111 del 2023, lo stato di attuazione dei progetti delle Province finanziati nell’ambito del PNRR e del PNC. Sono state inoltre condivise alcune riflessioni sulla proposta di aprire a un terzo mandato per i sindaci, considerando anche l’eventualità di limitare la norma riservandola ai sindaci dei Comuni fino a 15.000 abitanti. Presente oggi al Direttivo di UPI nazionale anche la Sottosegretaria del Ministero dell’Interno Wanda Ferro.
“Oggi a Roma abbiamo condiviso con la Sottosegretaria le criticità che abbiamo ribadito più volte e che continuano a gravare sulle Province del Veneto e sulla Città Metropolitana – commenta Stefano Marcon, presidente UPI Veneto – la Legge di Bilancio 2024 non fa altro che pesare ancor di più con il taglio di 100 milioni nel prossimo biennio sui bilanci degli Enti, già provati dalle minori entrate per la crisi del mercato dell’auto (una perdita di 390 milioni di euro tra RcAuto e IPT a livello nazionale dal 2019 al 2022, che corrisponde a – 47.515.492 euro solo per le Province venete), così come le maggiori spese determinate dai rincari energetici (per cui comunque la Legge di Bilancio 2023 aveva previsto un fondo di 50 milioni a compensazione) ma soprattutto dagli aumenti dei costi dei materiali, per cui sono stati necessari ulteriori investimenti in molti casi a carico degli Enti stessi per evitare che cantieri PNRR già avviati rischiassero di bloccarsi: nonostante questi pesanti aumenti, tutti gli interventi di edilizia scolastica sono partiti in linea con le tempistiche fissate dal Ministero, grazie a un grande sforzo da parte di tutte e 6 le Province così come della Città Metropolitana di Venezia, poiché tutte le Amministrazioni sono riuscite ad aggiudicare i lavori entro il termine ultimo del 30 novembre 2023. Ricordo che siamo riusciti a portare avanti questo ampio programma pur continuando a persistere il pesante prelievo forzoso a carico dei bilanci delle Province da versare allo stato, che vale rispettivamente per Province e la Città Metropolitana di Venezia 124 milioni nel 2023 e poco meno di 123 milioni nel 2024. Basterebbe la sola eliminazione del prelievo forzoso per ridare agli Enti le risorse necessarie a dotare le Amministrazioni del personale necessario e compensare le fluttuazioni dei prezzi dei materiali nei cantieri. A chiusura, ho condiviso con il Direttivo anche una riflessione sui benefici che aprire al terzo mandato per i sindaci apporterebbe a livello territoriale: la continuità amministrativa, votata e voluta dai cittadini, rappresenta un valore aggiunto per proseguire le attività già avviate sul campo, forte dell’esperienza già consolidata grazie ai precedenti mandati. Al contempo, come UPI Veneto esprimiamo invece dubbi sulla proposta di riservare la possibilità di accedere al terzo mandato ai soli sindaci dei Comuni fino a 15.000 abitanti: questo produrrebbe una grande disuguaglianza potenziale, escludendo a priori, da un lato, di dare la possibilità ai cittadini soddisfatti dell’operato del proprio sindaco di riconfermare lui la fiducia e, dall’altro, al sindaco stesso di proseguire gli interventi già avviati e raccogliere le nuove istanze della comunità che lo ritiene un buon Amministratore. Questa proposta “limitativa” parrebbe dunque essere una contraddizione rispetto al principio di uguaglianza “la legge è uguale per tutti”. Auspichiamo che l’apertura al terzo mandato si confermi estesa e indistinta, per tutti i Comuni”.
Redattore: Ufficio stampa Provincia Treviso