Questo è il momento delle idee. E del gioco di squadra. La ripartenza vera del nostro territorio passa da qui e dalla presa di coscienza che la crisi post-coronavirus, inevitabile, riserva anche delle opportunità inattese, che dovremo essere in grado di cogliere e trasformare in concretezza.
Da domani possono riaprire le attività economiche e gran parte di quelle realtà che sono chiuse dall’inizio della pandemia. È un primo passo, un primissimo passo; non certo l’ultimo. La riapertura impone ancora diverse restrizioni, che rendono sicuramente difficile l’attività di chi lavora e anche dei clienti. Servirà un po’ di pazienza, perché non possiamo pensare che tutto sarà come prima del virus, immediatamente. Ci sarà bisogno di un periodo di rodaggio e contemporaneamente di attenzione e rispetto delle norme di sicurezza, per non ripiombare nella “Fase 1”.
Però non basta dire che saremo vicini a chi riapre, a chi tenta di riprendere la propria vita lavorativa, di rimettere in moto la propria impresa. La ripartenza comincia, ma le restrizioni sono ancora tante e tali da mettere in discussione la tenuta stessa di un’attività, già provata dal lungo lockdown. È in gioco il futuro delle nostre aziende, piccole e grandi, che rappresentano un patrimonio inestimabile del nostro territorio.
Non possiamo dimenticare neanche il mondo dello spettacolo, della cultura, della musica, ancora fermo e impossibilitato a lavorare in questa “Fase 2”. Si tratta di un settore fondamentale per la vita civile di un Paese e che dà respiro anche al nostro turismo, assicurando quegli eventi e quelle occasioni di movimento delle persone in grado di generare reddito e ricchezza. Un settore che quest’estate, penso anche ai grandi appuntamenti sportivi e ciclistici sulle Dolomiti, dovrà rimanere ancora al palo.
Proprio il turismo potrebbe essere il mezzo con cui far uscire il Bellunese dalla crisi del Covid. Come ho avuto modo di dire qualche giorno fa, siamo tra le province montane dell’arco alpino con il più basso tasso di contagi. E la discesa continua dei numeri di soggetti positivi al virus è un dato estremamente positivo. Significa che siamo sulla strada giusta. Su questo dovremo costruire una stagione estiva all’insegna della salubrità – l’aria, le montagne e gli ampi spazi aperti lo consentono – e della bellezza delle nostre Dolomiti.
Per questo e per la ripartenza dei negozi, delle piccole e medie imprese, delle attività anche del Terzo Settore serviranno misure forti di sostegno da parte del Governo, dell’Europa, della Regione, per rafforzare le prime azioni già messe in campo da diversi Comuni, sempre in prima linea nell’erogazione dei servizi.
Cosa può fare la Provincia in tutto questo? Può essere la cabina di regia di un movimento di ripartenza che abbracci tutte le componenti del nostro territorio. Ed è proprio quello che intendiamo fare. È il momento delle idee, perché servono le idee di tutti. È il momento di fare squadra e forse è la chance più ghiotta che abbiamo mai avuto per accantonare i campanilismi che da troppo tempo frenano la crescita del Bellunese e dei bellunesi.
La prima occasione per fare squadra sarà giovedì prossimo. A Palazzo Piloni ci incontreremo con sindacati, mondo dell’industria e del lavoro, categorie economiche e amministrative. Ragioneremo sulle prospettive del trasporto pubblico locale, anche in funzione della ripresa della scuola a settembre. E cercheremo insieme una soluzione alle criticità che le norme di distanziamento sociale della “Fase 2” impongono per i servizi di trasporto e per l’istruzione. Potrà essere un modello di discussione su cui costruire la ripartenza anche per tutti gli altri settori.
Come dice un vecchio proverbio africano, “se vuoi andare veloce, vai da solo; se vuoi andare distante, vai insieme”. Noi abbiamo bisogno di andare distanti, di disegnare il futuro della provincia di Belluno.