“Il parere espresso oggi in Commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale, secondo cui alle Province e i Comuni delle Regioni a statuto speciale non si dovrebbe applicare quanto previsto dal decreto sui fabbisogni standard non ci convince, perché non è in linea con quanto stabilito dalla legge 42, ma soprattutto perché rischia, come affermato dalla stessa Copaff, di dare il via ad un federalismo fortemente mutilato, escludendo di fatto una parte importante del Paese dalla riforma”.
E’ il commento del Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, alla notizia del parere espresso sul decreto sui fabbisogni standard, che domani dovrebbe essere votato dalla Commissione per poi tornare al Consiglio dei Ministri.
“Ci sono ragioni di ordine puramente normativo che ci fanno contestare questa posizione, e cioè che nella legge 42 mai è scritto che il federalismo fiscale non possa essere attuato nelle Province e nei Comuni delle Regioni a statuto speciale.
Ma c’è soprattutto una considerazione di ordine prettamente politico, perché è evidente che tagliare fuori parte del Paese da questo processo significa non assicurare l’avvio del federalismo fiscale su tutto il territorio nazionale ed escludere intere comunità da un epocale processo di riorganizzazione del sistema economico e finanziario che è destinato a favorire una maggiore trasparenza, funzionalità ed efficientemente della macchina pubblica.
E non si può pensare di lasciare un tema così determinate per il futuro del Paese in mano alle sole Regioni a Statuto Speciale, perché si rischia di incorrere in ritardi assurdi, se non nel totale blocco dell’avvio del processo. Cito il caso della Regione Siciliana, dove la fantomatica Commissione paritetica che avrebbe il compito di recepire le norme non ha nemmeno ancora iniziato a lavorare, nonostante ormai l’attuazione del federalismo fiscale abbia fatto notevoli passi in avanti con il decreto sul federalismo demaniale approvato, e quelli sui fabbisogni standard di Province e Comuni e sull’autonomia tributaria a un passo dall’approvazione.
Questo vuol dire che la Sicilia è già oggi in forte ritardo e rischia di restare al palo, mentre il resto del Paese inizia a correre. Per questo – conclude Castiglione – ci auguriamo che domani la Commissione possa esprimersi in maniera differente e ritornare su questa posizione, consentendo a tutti i gli enti locali di partire insieme nell’attuazione del federalismo”.
Redattore: Barbara Perluigi